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Autore: Fantasy090    18/02/2016    2 recensioni
PercyJackson!AU Teen!lock e ovviamente Johnlock (il titolo non mentiva)
-o-
Una volta una persona mi disse che l’uomo medio usa solo il 5% delle sue capacità cerebrali.
Probabilmente un mezzosangue medio ne usa il 2%, altrimenti non mi spiego come una normalissima gita al British Museum possa essersi trasformata in un disastro epocale in meno di mezza giornata. 
[Ho già detto che mi dispiace, John!].
Si. Certo...
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La vita del tranquillo studente John Watson trascorre pacifica e alquanto noiosa, fino a che un saccente semidio (tale Sherlock Holmes) dagli intrattabili capelli neri e dai pericolosi occhi grigio-azzurri (o forse verdi?) non entrerà nella sua vita (senza bussare e con un'orda di mostri alle calcagne).
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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{Ahhh, casa dolce casa.

 

John, piantala di fare il sentimentale. Siamo stati via una settimana. Sei giorni e 21 ore per essere precisi.

 

Io sarei sentimentale? Ma se è da quando siamo scesi dal taxi che non la smetti di saltellare.

 

IO non saltello!

 

Oh, si invece. E sorridi. Devo forse preoccuparmi?

 

Risparmiami il tuo istinto da crocerossina. A quanto pare Lestrade ha bisogno del resoconto dettagliato della missione.

 

Dovrei avere gli appunti, da qualche parte…

 

Sul serio John? Hai preso appunti durante una missione?

 

Si, dato che tu non ne prendi mai. A proposito, hai visto il mio registratore? Volevo proseguire con il racconto.

 

...

 

Sherlock?

 

Uhm... no, non ho visto nulla. Scusa, devo parlare con Mike, ci vediamo stasera...

 

Sherl- Aspetta!}

 

 

 

{SHERLOCK}

 

L’ala del museo è silenziosa, eccezion fatta per l’irritante ronzio delle luci al neon.

 

Neon, gas nobile, numero atomico 10, configurazione He2s22p6.

 

Qualcosa di umido mi scivola sul viso. E’ viscoso e in bocca ha lo stesso sapore del metallo salato.

 

Sangue.

 

Sto sanguinando.

 

La mia mente esegue automaticamente una sorta di analisi differenziata delle condizioni fisiche.

 

Dolore soffuso alla testa. Vista annebbiata. Probabile trauma cranico, gravità medio-bassa.

 

Prendo lentamente un respiro. Dolore acuto e persistente. Due costole incrinate.

 

Espiro piano. Forse tre.

 

Il resto del corpo sembra rispondere correttamente.

 

La vista si sta lentamente stabilizzando. Riesco a distinguere i contorni dei cocci di terracotta e le schegge di vetro sul pavimento.

 

Marmo di Carrara. Carbonato di calcio. Estrazione presso cava omonima, Italia.

 

Mi guardo intorno mentre provo a cambiare posizione. Troppo complesso e inutilmente doloroso, meglio aspettare.

 

Un sibilo attraversa l’aria. Il silenzio non è più completo. All’orecchio ora arriva ovattato il clangore di una spada che cozza contro una superficie dura.

 

Al centro del mio campo visivo quando sollevo la testa, l’idiota cerca di colpire la pelle coriacea del serpente con la spada di bronzo che gli ho dato. Tutto inutile, se la mia ha appena scalfito la sua corazza, quella potrà fagli solo il solletico. Cosa diavolo crede di fare?

 

Vorrei gridarglielo. Vorrei urlargli di piantarla di fare l’imbecille e di fuggire.

 

Almeno lui può.

 

Stupido corpo, ancora non riesco a muovermi.

 

Dovrei dirgli di lasciar stare, di scappare.

 

Vorrei chiedergli perché…

 

Perché è rimasto?

 

Perché non se ne è andato?

 

Tutti se ne vanno, alla fine.

Nessuno resta.

Mai.

Restare significa inevitabilmente essere feriti.

Nessuno vuole ferirsi. Perché dovrebbe?

Se resta si farà male.

 

Resta.

Male.

Si farà male.

Resta con me.

Vattene.



BASTA!

 

Il dolore sta prendendo il sopravvento sulla mia mente, e questo è male. Prendo troppo aria troppo in fretta. Le fitte al petto aumentano, tanto che rischio nuovamente di perdere conoscenza.

 

CONTROLLATI!

 

Boccheggio un po’, cercando di pensare ad altro.

 

La consapevolezza che il biondino non è ancora effettivamente morto aiuta a distrarmi.

 

Mi focalizzo sui suoi movimenti mentre cercare di allontanare il mostro da sè. Affonda, carica, manca il bersaglio. Tutto sbagliato.

 

E’ davvero un incapace con la spada. Dovrò insegnarli come combattere.

 

Io? Perché io?

 

CONCENTRATI!

 

Se lui resta alla fine soccomberà. Se possiede anche solo un grammo di intelligenza lo capirà da solo e getterà la spugna.

 

Eppure il mio istinto mi dice che non accadrà.

 

Perché?

 

Analizzo quei pochi dati che ho accumulato su di lui.

 

Altezza: poco sotto la media.

Massa corporea: nella norma.

QI: idiota.

 

No, non è vero. In realtà è leggermente sopra la media. Ma non troppo.

 

Caratteristiche: persona tranquilla, riservata, cordiale, studiosa e… Oh.

 

E’ una persona leale.

 

Lealtà [le·al·tà]

Dal latino legalitas. Onestà dichiarata e ammirevole, costantemente associata a franchezza o a sincerità.

 

L’ha fatto perché io l’ho fatto per lui. Solo perché la sua moralità glielo impone.

 

Quel poco di ingegno soccombe davanti alla mera etica. Alla pietosa incapacità umana di fare delle scelte e subirne le conseguenze.

 

Il decidere in base a cosa gli altri credono sia giusto fare, e non ciò che tu ritieni giusto.

 

Solo gli idioti lo fanno.

 

Appunto.

 

Tesi: quel tipo non è poi così intelligente.

 

Ho davvero speso secondi preziosi per una conclusione del genere?

 

Nei pochi istanti in cui il ragionamento prende forma nella mia mente, il serpente sbatte il ragazzo a terra. La spada, come da previsione, gli fugge in mano e scivola lontana.

 

Ecco. Ora è la fine.

 

Osservo inerme le enormi fauci afferrare la testa del ragazzo e staccarla dal resto dal corpo.

 

Il busto si accascia al suolo mentre il sangue denso scorre dalla carotide recisa.

 

La bava del mostro si mischia a quel liquido creando scie che si diramano lungo il marmo come tanti piccoli tentacoli.

 

No.

 

Il serpente si avventa famelico sul corpo inerte strappandone gli arti a pezzi. Il sangue continua a uscire e a mischiarsi col veleno.

 

Resta solo la testa. I bei capelli chiari irrimediabilmente macchiati di rosso e gli occhi grigi di morte. Che mi fissano, accusatori.

 

Non doveva andare così.

 

Mi fissa. Mi sta implorando. Di aiutarlo. Di fare qualcosa.                      

Non posso. Non posso fare più nulla. E’ troppo tardi.

 

E’ troppo tardi Sherlock. Hai visto cosa è successo? Hai visto cosa hai fatto?

 

Non volevo.

 

 

Il serpente non c’è più. Nemmeno la testa del ragazzo, ma gli occhi li vedo ancora. Piangono lacrime nere. Sono neri. Tutto è nero.

 

Non respiro, mi sento soffocare. Solo ora mi rendo conto che è un’ombra che sta provando a farlo. Sta provando a uccidermi.

 

Non voglio.

 

Saresti dovuto rimanere a casa piccolo Sherlock. Al sicuro. Tra le ombre a cui appartieni. A quest’ora John Watson sarebbe ancora vivo. E anche tu.

 

Non ce la faccio più. Ho bisogno di aria. Come? Come si ferma un’ombra?

 

Non puoi, Sherlock.

 

Ti prego… ti prego. Non voglio…

 

Cosa? Che cosa non vuoi?

 

…morire.

 

Oh, ma questo è quello che fanno le persone, piccolo Sherlock. Tu dovresti saperlo meglio di me.

 

Ti prego…

 

Saluta John da parte mia.

 

No.

 

John…

 

John!

 

JOHN!

 

SHERLOCK!

 

 

[Sherlock?]

 

 

[Sherlock, lo so che ci sei. Ti ho portato la cena.]

 

Non ho fame!

 

[Entro. Si può sapere cosa stai facen- Quello è il registratore che affermavi di non aver visto?]

 

In realtà ho detto che non avevo visto “nulla” non che non avevo visto il tuo registratore.

 

[Posso riaverlo indietro? Non eri tu quello che riteneva stupida l’idea dell’audio-diario?]

 

Vero, ma ho dovuto trovare conferma attraverso l’esperimento appena  effettuato.

 

[E…?]

 

Lo ritengo ora più che mai un’azione  stupida da portare avanti.

 

[… d’accordo, va bene. La prossima volta però dimmelo se lo prendi tu. Temevo se lo fosse mangiato la chimera.]

 

Improbabile dato il suo appetito per la sola carne umana.

 

[Certo. Sarà meglio che vada. Il coprifuoco è passato da un pezzo.]

 

Jawn.

 

[Uhm?]

 

Buona notte…

 

[Buona notte Sherlock.]

 

 

{JOHN}

 

Avevo un piano.

 

Sul serio.

 

Peccato che 30.000 e passa anni in più portano tanta saggezza, oltre che delle zanne da record.

 

 

Quindi, bhe, posso dire che il mio cosiddetto piano (riassumibile con “(s)toccata e fuga”, un classico) funzionò per la bellezza di sedici secondi netti.

 

Poi il mio squamoso amico decise che l’ora della merenda era già passata da un pezzo.

 

Ricevetti quindi un colpo di coda nello stomaco (dal manuale de “I segreti del perfetto rettile chef volume 1°: colpire lo spuntino prescelto con un paio di colpi decisi rende la carne più tenera), e rischiai di farmi strappare un braccio mentre cercavo di recuperare la mia spada volata ben lontana dalla mia portata.

 

Divertente? Per niente.

Mortale? Anche troppo.

 

Ma una volta i musei non erano noiosi?

 

E dunque eccoci qua. Io di nuovo a fuggire e il serpente di nuovo pronto ad uccidermi. Questa routine cominciava quasi ad annoiarmi.

 

Per mia sfortuna sta volta nessun ragazzino dagli occhi chiari sarebbe venuto a salvarmi. Me la sarei dovuta cavare da solo.

 

Per sicurezza pregai qualunque divinità, esistente e non, che, nel caso dovesse proprio giungere la mia ora, fosse una cosa breve e indolore.

Contavo molto sulla prima richiesta, la seconda mi pareva un po’ irrealistica da come i denti del mostro brillavano aguzzi.

 

Per lo meno il disastroso piano precedente mi aveva aiutato ad abituarmi ai suoi movimenti.

 

Destra. Sinistra. Su. Attacco.

 

Io, quindi, mi sarei dovuto solo comportare di conseguenza.

 

Sinistra. Destra. Scappa.

 

Era come giocare ad un videogame in prima persona. Unica pecca: solo una vita a disposizione.

 

Un gioco da ragazzi insomma.

 

Gettai un’occhiata veloce nel punto in cui avevo visto cadere il ragazzino, giusto per evitare di attirarvici il serpente. Era ancora lì, accasciato contro la parete, il capo reclinato in avanti e i riccioli sporchi di… oh porca- è sangue quello?!?

 

Merda.

Avrei voluto avvicinarmi. Vedere se sta bene. Avrei dovuto cercare aiuto.

Cosa potevo fare? Cosa?

 

 Avreshti dovuto imparare a maneggiare una shpada, piccolo imbeshille.

 

Bene, persino la mia coscienza ora si metteva a rimproverarmi. Una coscienza con la esse moscia? Abbastanza penoso perfino per me.

 

Sheicento anni ashpettando di tornare nel mondo mortale e nemmeno la shoddisfazione di una battaglia.

 

Ma che diavolo…?

Mi guardai in giro, spaesato. Non c’era nessun altro, a parte me stesso, il  ragazzino (svenuto) e...

Era… il serpente? Non sarebbe stato più strano del resto, però… cioè, davvero? Un serpente parlante?

Ma dove diavolo ero finito? In un libro di Harry Potter?

 

Finiamola qui, figlio di Pitio, ho un altro premio che mi attende e ho già ashpettato fin troppo…

 

Probabilmente avrebbe dovuto aspettare ancora, perché proprio in quell’istante un tuono squassò l’edificio, tanto che nella pareti si aprirono delle piccole crepe.

 

Il serpente, spaventato, si ritrasse sibilando.

 

Nella confusione del momento lo vidi strisciare ad una velocità assurda verso l’altra parte dalla sala. Prova finale del fatto che con me si stava solo divertendo un po’.

 

Non sapevo se sentirmi sollevato o offeso.

 

Propensi per il sollevato, ma durò poco.

 

Quel bastardo non stava scappando.

 

 

Puntava contro il ragazzino.

 

 

Scattai anche io in avanti, ma con la certezza che sarei arrivato comunque tardi.


Al diavolo!

 

TipregoTipregoTiprego… pregai correndo.

 

Qualunque cosa… concessi. Qualunque…

 

*CLICK*

Registrazione salvata.

Data: 17\6\15

Durata: 02.29.07

 

 

E… Stop! Se siete arrivati alla fine persino questa volta siete ciò che di meglio si possa desiderare <3 Capitolo lunghetto, capitolo in ritardo, capitolo da travaglio con cesareo d’urgenza e tutto il resto. Ho scritto qualcosa come quattro possibili versioni diverse, ma alla fine questa è quella che si adatta di più alla storia in sé e dalla serie da cui è tratta. Non vedete l’ora di scoprire cosa accadrà? Nemmeno io, perché ancora non lo so ;D

 

Nota 1) Cioccolato avanzato da S. Valentino per tutti coloro che hanno un fondato sospetto su chi sia la voce che sente Sherlock. Non volevo fare una scena così macabra e inquietante, ma alla fine è uscita così, chiedo scusa, ho cercato di descrivere il meno possibile smembramenti vari. Ho aggiunto ‘violenza’ tra gli avvertimenti per sicurezza.

 

Nota 2) Ho cambiato i titoli dei capitoli precedenti perché ho cambiato la mia idea originale di questo capitolo (vedi sopra “con quattro possibili versioni diverse etc.”) e il finale del secondo. Lo ammetto, ero stufa del fuggi fuggi XD Sono gli inconvenienti di scrivere di volta in volta con tante idee e molto confuse ;) Potrebbe ricapitare, ma cercherò di non sradicare tutto in un colpo solo, promesso ^-^

 

Nota 3) Non mi ricordo cosa volevo dire XD Se vi va, comunque, recensite, e soprattutto fatemi sapere cosa ne pensate del pov di Sherlock. E’ quello che mi ha dato più rogne e non sono sicura di averlo reso bene, per quanto sia uno Sherlock adolescente… Ditemi ditemi ditemi ;)

 

Nota 4) Ah, già, il serpente (poi ve lo spiego chi diavolo è, promesso) ha la esse moscia (si legge sc) come un personaggio (il grifone) del meraviglioso film d'animazione "La spada magica: alla ricerca di Camelot". Non ho resistito a riproporvi un accento così XD



Nota 5) Non vale cercare "Pitio". Mi rovinate la sorpresa (che io per prima ho già rovinato ad alcuni di voi rispondendo alle recensioni (ma facciamo finta di nulla) ;)

 

Grazie infinite a chi ha recensito, inserito tra i preferiti\seguiti\da ricordare e anche chi semplicemente legge. Vi tendo d'occhio tutti, non dubitantene. Detto questo, al prossimo (si spera più puntuale) capitolo. <3 Kiss ;-*

 

 

 

 

 

 

   
 
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