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Autore: LatersBaby_Mery    21/02/2016    16 recensioni
Dopo aver letto numerose volte gli ultimi capitoli di “Cinquanta sfumature di Rosso” ho provato ad immaginare: se dopo la notizia della gravidanza fosse Christian e non Ana a finire in ospedale? Se in qualche modo fosse proprio il loro Puntino a “salvarlo”?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 46
 
Maggio 2014
 
POV CHRISTIAN
 
È una bellissima giornata di sole, di quelle che ti fanno respirare fino in fondo l’aria della primavera. Lascio che i raggi mi scaldino il viso mentre cammino per il nostro giardino con il mio cucciolo sulle spalle, per raggiungere la nostra regina che ci osserva da lontano seduta a gambe incrociate sull’erba.
“Taaaooo mammaaaa!!” urla Teddy, euforico di trovarsi così in alto.
Ana ride e agita la mano per salutarlo. Lo metto giù e lui corre verso la sua mamma che ha già le braccia spalancate per accoglierlo e riempirlo di coccole.
“Ma quanto sei bello?? Ti sbaciucchierei in eterno” esclama mia moglie lasciando a Teddy il segno del rossetto per tutto il viso.
Mi siedo accanto a lei. “E a me? Non mi sbaciucchieresti??” chiedo, offeso.
Ci riflette un attimo su, poi mi afferra il viso e mi bacia con passione. “A te farei molte altre cose, soprattutto quando sei in tenuta da ragazzo e non da amministratore delegato..”
Ridacchio e la bacio a mia volta. La mia mogliettina è diventata parecchio audace, e anche per questo devo ringraziare i santi ormoni della gravidanza. Assaporo le sue labbra e la sento sorridere contro le mie. Mi piacerebbe tanto andare oltre, ma in presenza di nostro figlio non mi sembra il caso.
“Papààà!!” mi richiama “Mamma è mia!” tuona categorico, spingendomi via.
Sono sicuro che da grande saprà marcare il proprio territorio in fatto di donne.
“Nonono, la mamma è mia!” ribatto, attirando Ana a me. Adoro troppo farlo arrabbiare.
“No!” replica Teddy “Mamma è mia. Sorellina tua”
Ana ed io ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere. Questo bambino è incredibile, è di una furbizia e un’intelligenza fuori dal normale.
Ma d’altronde è nostro figlio.
“Vieni un po’ qua tu” dico sollevandolo dall’erba e facendolo sedere sulle mie gambe. Comincio a fargli il solletico e lui ride come un pazzo, cercando di dimenarsi. Lo soffre esattamente come sua madre.
 “Di chi è la mamma??” chiedo fingendomi minaccioso, così almeno magari cederà. 
“Mia!” ribadisce lui. Non demorde, è determinato quando pensa una cosa.
Decido di smettere di torturarlo, e lo stringo forte a me, schioccandogli baci a ripetizione sulle guance morbidose che si ritrova. E lui si lascia coccolare.
Ana allunga le gambe e appoggia i palmi all’indietro, osservandoci con un sorriso sulle labbra e gli occhi dolci.
“Sapete che siete lo spettacolo più bello che abbia mai visto in tutta la mia vita??” dice dolcemente mia moglie.
Le prendo la mano e la attiro verso di me, cingendole le spalle con un braccio. “E tu sei la nostra regina” rispondo baciandole una tempia.
Teddy stavolta ci guarda sorridente e si appoggia con la testa sul mio petto. Sono questi i momenti in cui mi sento pienamente in pace con me stesso. Stringo a me i miei tre amori, la ragione della mia vita, e mi sento davvero felice. Tutto il resto non conta.
Ana mi bacia una guancia, ed io stacco il braccio dalle sue spalle per accarezzarle amorevolmente il pancione.
“E la principessa che dice??”
“E’ tranquilla oggi, sta scalciando poco..”
“Mmm, vediamo un po’” dico abbassandomi con il viso all’altezza della sua pancia. “Amore, piccolina..” la chiamo, ma dall’interno nessuna risposta.
“Mi dispiace, oggi non riuscirete a coalizzarvi contro di me” osserva Ana ridacchiando.
In effetti è insolito, la mia piccolina si scatena quando sente la mia voce.
“Sorellina papà??” domanda Teddy fissandomi curioso.
“Sta facendo la nanna adesso” gli spiego, abbassando anche la voce, come se temessi di svegliarla.
“Anche io la nanna” dice intrufolandosi tra me e Ana e appoggiando la testa sul pancione della sua mamma.
Ana gli accarezza i capelli e mi rivolge uno sguardo pieno d’amore. Le soffio un bacio e osservo il mio piccolo, sciogliendomi come sempre davanti alla sua dolcezza.
“Vuoi dire qualcosa alla sorellina??” lo incita Ana.
Teddy riflette un attimo, fissando perplesso la pancia della sua mamma, dopodiché vi posa una manina.
“Tao tao!” esclama, un po’ timido.
Ana ride divertita, poi all’improvviso sussulta. “Oddio” mormora toccandosi la pancia in un punto. “Mi ha tirato un calcio assurdo..”
Rido anche io, mentre Ana prende la manina di Teddy e la appoggia nei pressi del suo ombelico.
“Amore senti che adesso ti dà un calcetto” gli spiega.
Teddy aspetta, confuso e curioso, poi all’improvviso ride.
“Hai sentito??” domanda Ana.
Lui annuisce divertito, e si stringe al petto della sua mamma. La sua mamma che non riesce a trattenere l’emozione, e si lascia sfuggire una lacrima.
“Heeey” dico avvicinandomi e stringendo entrambi a me. “Ma devo tenere l’idraulico sempre a disposizione con te??”
Lei sorride tra le lacrime e bacia nostro figlio tra i capelli.
“Mamma, la sorellina si muove!” esclama Teddy, ancora euforico e incredulo.
Ana gli accarezza una guancia. “Forse voleva fare tanti auguri al suo fratellino”
Ebbene sì, oggi è il compleanno del nostro campione.
Due anni di amore, di gioia, di risate, di pianti, di paure, di giochi in giardino, di preoccupazioni. Due anni di scoperte, di pomeriggi d’inverno passati al calduccio del camino, e di mattine d’estate al parco. Due anni di dolcezza, di furbizia, di gelosia verso la sua mamma, e di complicità con me.
Ma soprattutto, due anni di emozioni. Infinite e meravigliose EMOZIONI.
 
 
Stringo la mano al mio cucciolo, mentre davanti ai nostri occhi brilla una candelina a forma di 2, e i nostri familiari cantano “Happy birthday to you”. Non appena la canzoncina termina, Ana ed io spegniamo la candelina insieme a Teddy, mentre tutti applaudono. Il mio piccolo batte le manine a sua volta e ride felice, e Dio solo sa l’amore che mi scoppia nel cuore ogni volta in cui sento la sua risata spontanea, e vedo i suoi occhi luccicare in quel modo.
Ana ed io gli baciamo le guance e lo stritoliamo in un abbraccio.
“Auguri amore della mamma” mormora Ana emozionata.
“Auguri cucciolo” le faccio eco.
Dopo la candelina e il brindisi, scattiamo qualche foto davanti alla torta e poi lasciamo che Gail la tagli e distribuisca le fette. Non appena ricevo la mia, vado a sedermi accanto ad Elliot, mentre i miei genitori si coccolano Ava, Ethan e Thomas giocano con Teddy con la nuovissima pista per le macchinine, e Ana, Kate e Mia chiacchierano tra donne.
“E’ cresciuto proprio tanto, eh?” osserva mio fratello, indicando Teddy con un cenno della testa.
Sospiro. “Sì, sta crescendo a vista d’occhio.. mi sembra ieri che lo tenni in braccio per la prima volta..”
“E la cosa non ti spaventa??”
“Altro che!! Fa paura vederlo crescere così in fretta, però è anche una grandissima emozione..”
“Anche io ho una fottuta paura di vedere Ava crescere.. paura di non riuscire a capirla, di non essere un buon padre..”
Lo capisco perfettamente. Anche io avevo e ho le sue stesse identiche paure.
“Elliot, io credo che sia normale per un padre avere queste paure.. però, ecco, se può interessarti, secondo me tu sei un papà straordinario!”
Mio fratello lascia andare la forchettina nel piatto e mi guarda negli occhi. “Lo pensi davvero??”
“Sì, da quando è nata Ava sei cambiato.. anzi.. hai tirato fuori un lato di te che forse è sempre rimasto nascosto. Sei dolce, sei premuroso, si vede che è la luce dei tuoi occhi..”
“E’ così!” afferma lui, con un sorriso soddisfatto.
“Sai” dico posandogli una mano sulla spalla “Sono proprio fiero di te”
Elliot sorride e mi molla una pacca sulla spalla.
Mi piace questo rapporto che Elliot ed io abbiamo costruito negli ultimi anni. Siamo più affiatati, più complici, abbiamo molte più cose in comune. E credo che il merito più grande vada in assoluto alle nostre mogli e ai nostri figli, che ci hanno fatto scoprire l’amore vero, e ci hanno fatto riscoprire l’affetto verso chi ci sta intorno.
Ed eccoli venire verso di noi. Kate con Teddy per mano, e Ana con la piccola Ava in braccio.
La mia splendida moglie si siede accanto a me, mentre mio fratello si spupazza un po’ il suo nipotino. È bello vedere che nonostante sia diventato padre, Teddy è così importante per lui.
“Ciao piccolina” dico rivolto alla mia nipotina, che diventa ogni giorno più bella. Somiglia molto a Kate, anche se il taglio degli occhi è quello di mio fratello.
“Hai visto che bel vestitino che ha??” chiede Ana mostrandomelo. “Non vedo l’ora di andare a fare shopping per la nostra principessa” dice poi euforica.
“Preparati fratello, non hai idea di cosa sia comprare vestitini per le femminucce” mi avverte Elliot. Bell’incoraggiamento il suo.
“Grazie Lelliot, lo terrò presente” ironizzo.
“A proposito” interviene Kate “Ma avete deciso come chiamarla??”
“Ancora no” risponde Ana.
“Tesoro, come vorresti chiamare la sorellina??” domanda Elliot a Teddy.
Mio figlio ci riflette un attimo, poi si illumina.
“Pincipessa!!” risponde serio, facendoci scoppiare dalle risate.
 
 
Qualche giorno dopo…
 
“Oggi passo a prenderti io. Buon pranzo piccola. Mi manchi da morire. Ti amo”
Sorrido come un’ebete leggendo il messaggio che mi ha appena inviato Christian. Non so se sia normale sentire ancora le farfalle nello stomaco dopo tre anni e (quasi) due figli, eppure è così. Amo mio marito ogni giorno di più, e i nostri bimbi sono tutta la nostra vita, anche la principessa che non è ancora nata, ma ci fa costantemente sentire la sua presenza, scalciando come una forsennata.
Clicco sul tasto di risposta e prendo a digitare velocemente
“Sapere che ti troverò qui fuori ad aspettarmi mi fa affrontare meglio la riunione del pomeriggio. Buon pranzo anche a te, amore. Ti amo.”
Dopo un pranzo al volo con Hannah ed Elizabeth, deliziato da qualche pettegolezzo che gira in ufficio, mi sistemo e mi dirigo in sala riunioni.
La riunione per fortuna procede spedita, anche se ad un certo punto comincio a sentirmi un po’ stanca. Credo sia normale, ho terminato il sesto mese di gravidanza ed è inevitabile cominciare a sentirne gli effetti.
“Ana”
Mi volto alla mia destra e vedo Elizabeth porgermi un bicchierino di caffè macchiato. L’ho sempre detto che ho dei collaboratori fantastici. La ringrazio con un sorriso e afferro il bicchierino bevendo il contenuto a piccoli sorsetti. Dopo mi sento decisamente meglio, e il tempo restante sembra scorrere più velocemente.
Non appena la riunione termina, congedo tutti i miei colleghi e collaboratori e faccio ritorno nel mio ufficio per prendere la borsa e la giacca. Non appena spalanco la porta, resto per qualche istante pietrificata dalla visione di Christian seduto alla mia scrivania, rilassato contro lo schienale della sedia e con le gambe accavallate.
“Buonasera Mrs Grey” mi saluta con un sorriso.
Chiudo la porta alle mie spalle, ricambiando il sorriso, zittita dalla sua bellezza. Si è sfilato la cravatta e ha slacciato i primi due bottoni della camicia bianca lasciando intravedere un ciuffetto di peli che è tremendamente invitante.
Aaaah, ormoni a posto! Ana, ricomponiti!
“Amore!” esclamo avvicinandomi a lui.
Christian si alza e mi viene incontro prendendomi le mani e baciandomi sulle labbra.
“Mi dispiace di averti fatto aspettare”
“Non ti preoccupare, piccola. Sono io ad essere in anticipo” mi accarezza dolcemente una guancia “Com’è andata la riunione??”
“Bene” rispondo sorridendo, anche se credo che la mia espressione lasci trasparire la mia stanchezza.
“Sicura piccola?”..appunto.. “Sembri sfinita” constata scrutandomi in viso.
“Sono solo un po’ stanca” lo tranquillizzo con un sorriso.
Christian mi stringe a sé lasciandomi un bacio tra i capelli e mi sfiora il pancione. “La principessa ha fatto la brava??”
“Lei è sempre brava” rispondo posando una mano accanto alla sua. “Solo quando arriva il suo papà comincia a fare la pazza”
Christian ride e mi abbraccia forte. “E’ innamorata di me.. cosa vuoi farci..”
Rido a mia volta e gli prendo il viso per baciarlo.
“Andiamo a casa” dice prendendomi per mano.
 
 
Quando rientriamo a casa, mi sfilo le scarpe all’ingresso e poi mi dirigo in salone, dove Christian sta già coccolando il nostro cucciolo.
“Amore mio!” esclamo avvicinandomi a loro.
Teddy solleva subito la testa dalla spalla di Christian e mi mostra il suo meraviglioso sorriso, la più bella accoglienza che ci sia. Non appena arrivo da loro, mio figlio si sporge verso di me e mi getta le braccia al collo. Lo stringo forte a me e cerco di prenderlo in braccio, ma mio marito non si decide a lasciarlo.
“Christian!” lo ammonisco.
“Che c’è?” chiede con la sua aria da innocentino.
Gli rivolgo un’occhiata contrariata. “Tu che pensi??”
“Stai attenta eh..” si raccomanda prima di lasciarmi finalmente prendere in braccio il mio bambino. Gli riempio il viso di baci, annusando il suo profumo, e lui si lascia coccolare, stringendosi a me.
“Mamma mia quanto sei bello!!” esclamo scompigliandogli i riccioli ramati.
“Nooo, non è vero proprio!” s’intromette Christian, mentre si sfila giacca e orologio.
“Sììì” ribatte Teddy contrariato.
Christian appoggia l’orologio sul mobiletto e si avvicina a noi. “Nono” ribatte a sua volta mio marito. “E poi la mamma è mia!”
Teddy circonda il mio collo con le sue piccole braccia e appoggia la guancia contro la mia. “No, è mia mamma!” afferma deciso il mio piccolino.
“Facciamo ingelosire papà” gli dico a bassa voce.
Teddy mi stringe più forte e mi dà tanti bacini sulla guancia, dopodiché si volta verso il papà e gli fa la linguaccia.
Non posso fare a meno di scoppiare a ridere: sono estremamente belli e dolci quando si fanno i dispetti, Christian sembra avere tre anni anziché (quasi) trentuno.
“Non ho capito, cos’hai fatto tu??” chiede mio marito, fingendosi furioso.
Teddy ride e gli mostra nuovamente la linguaccia, sentendosi protetto da me.
Christian lo prende nuovamente in braccio e comincia a fargli il solletico. Nel frattempo mi siedo e osservo i miei due uomini ridere, farsi i dispetti e poi coccolarsi a vicenda. E il cuore mi scoppia d’amore. In più la piccola principessa comincia a scalciare, facendomi inevitabilmente spuntare un sorriso sul volto.
Christian lascia finalmente andare Teddy e il mio cucciolo corre subito ad arrampicarsi sul divano, accanto a me, accoccolandosi sul mio seno.
“Hai salutato la sorellina??” gli chiedo.
Lui scuote la testa e mi posa una manina sul pancione. “Tao tao!” esclama allegro, facendomi ridere.
“Nono, la sorellina è mia!” riprende a punzecchiarlo Christian, sedendosi accanto a me.
“Noo!” protesta Teddy, tentando di allontanarlo.
“Bimbi, basta!” li ammonisco, ridendo.
Si appoggiano entrambi con la testa sul mio seno. Gli accarezzo i capelli mentre loro mi accarezzano il pancione, coccolando contemporaneamente sia me che la piccolina.
Chiudo gli occhi per qualche istante, godendomi le attenzioni dei miei uomini e i calcetti della mia cucciolotta.
“Vi amo tanto” sussurro.
Christian solleva il viso e si allunga verso le mie labbra per baciarmi.
“Quanto sei bella” mormora sfiorandomi il viso con il dorso della mano. Poi si rivolge a nostro figlio, che ci osserva, stranamente, senza ostentare gelosia. “E’ vero che la mamma è bella?”
Teddy annuisce e sorride, ed io lo stringo più forte a me.
Quanto è bello essere circondata da così tanto amore.
 
 
Dopo tante coccole e il bagnetto a Teddy, finalmente ci mettiamo a tavola. Mrs Jones ha preparato degli involtini di carne, prosciutto e formaggio, e patatine fritte, quelle gliele ho chieste io dieci minuti fa, all’improvviso mi è venuta una voglia matta.
Teddy, da mangione qual è, spazzola tutto il contenuto del piatto in pochi minuti e poi gioca sul seggiolone con i suoi pupazzetti di gomma.
“Mi sa che ha sonno” osserva Christian.
Sorrido. “Credo proprio di sì, appena finisco lo metto a letto.”
“Aspetta, prima devo mostrarti una cosa” dice Christian alzandosi. Scompiglia i capelli a Teddy e poi si dirige nel nostro studio.
Mi muovo sulla sedia, curiosa come al solito. Mio marito torna dopo un minuto con in mano un paio di fogli. Sedendosi me ne porge uno: una brochure… di un centro benessere. Giardini, saune, terme, massaggi; le foto sono davvero bellissime, ispirano relax solo a guardarle.
“Uau” commento, seriamente affascinata “Ma cos’è?”
Christian mi fa dondolare davanti al naso il secondo foglio. “Due giorni in questo paradiso, solo tu ed io, il prossimo week-end” spiega.
La mia prima reazione è un sorrisone da un orecchio all’altro: ho sempre sognato di farmi coccolare in un posto del genere. Ma rileggendo la prenotazione il mio buonumore vacilla: due giorni, ci significherebbe trascorrere la notte fuori.
“E Teddy??”
“A casa dei miei. Sono sicuro che Mia sarebbe felicissima di spupazzarselo un po’” spiega con semplicità.
Per me non è così facile come la fa lui, non sono mai stata lontana da mio figlio per due giorni e una notte, e non so se sono pronta a farlo.
“Ana, cosa c’è?” domanda Christian, notando la mia espressione incerta.
Poso il foglio di prenotazione sul tavolo e sospiro. “Non lo so, Christian… insomma non ho mai lasciato Teddy un intero week-end, non so…”
Il suo sorriso di prima si affievolisce. “Non credo ci sia nulla di male.. lui adora mia sorella, starebbe benissimo”
“Non ho nessun dubbio su questo, però è ancora piccolo..”
“Amore, ma si tratterebbe solo di due giorni, partiamo sabato mattina e torniamo domenica sera..”
L’idea non mi dispiacerebbe affatto, però non riesco a mandare giù il fatto di dovermi allontanare da mio figlio per la notte.
“Christian, mi piacerebbe moltissimo, però non…”
“Vabbè” taglia corto alzandosi “Lascia perdere, domattina telefono e disdico la prenotazione…” afferma, evidentemente risentito.
“Sei arrabbiato??” chiedo retoricamente.
Lui sbuffa e si passa una mano tra i capelli. “No, Ana, tranquilla…” risponde, ma è chiaro come il sole che non è così.
Fa per uscire dalla cucina, ma la mia voce lo blocca. “Christian” lo chiamo quasi in una supplica.
Lui si volta, frustrato. “Cosa vuoi che ti dica, Ana? Pensavo di fare una cosa giusta. In questi giorni ti ho vista particolarmente stanca e pensavo fosse bello regalarci un po’ di relax. Non è che mi faccia piacere allontanarmi da nostro figlio, però credo non sia così grave lasciarlo un paio di giorni con mia sorella, che lui tra l’altro adora..”
Non so cosa dire, devo ammettere che non ha tutti i torti.
“Vabè, ma ora non importa..” prosegue Christian “Io ho del lavoro da sbrigare.. il foglio è lì, strappalo, dallo a Teddy per colorare, fanne quello che vuoi..” E detto questo, sparisce dalla cucina.
Mi lascio andare contro lo schienale della sedia e sospiro. Christian è rimasto davvero male, e mi si stringe il cuore nel vedere la sua espressione ferita. E soprattutto mi sento in colpa perché lui è stato dolcissimo, si è accorto della mia stanchezza e ha ritagliato un po’ di tempo per noi.
Mi alzo e prendo in braccio Teddy per portarlo a nanna, prima che i sensi di colpa, uniti agli ormoni, possano aprirmi i rubinetti. Salgo piano piano in cameretta e adagio Teddy nella culla, gli accarezzo i capelli e poi mi siedo sulla poltroncina per leggergli una favola, stasera ho optato per “I tre porcellini”.
Dopo sole tre pagine mi rendo conto che il mio cucciolo si è già addormentato, stringendo a sé l’orsetto Chris. In questi mesi ha cambiato tantissimi giochi, ma quel pupazzo non lo abbandona mai.
Poso il libro sulla mensola e delicatamente sfioro la guancia del mio piccolo, perdendomi per qualche istante ad osservarlo. Ancora oggi, dopo due anni, a volte non riesco a credere che questo piccolo miracolo l’abbia messo al mondo io.
Sorridendo accendo il lumetto e il baby-monitor ed esco dalla cameretta.
Vorrei fare una doccia, ma prima scendo al piano inferiore, raggiungendo Christian nel nostro studio. Lo trovo intento a leggere delle carte, con quell’aria attenta ed esperta che lo rende così attraente.
“Christian” mormoro.
“Cosa c’è?” chiede calmo, senza sollevare lo sguardo dai fogli.
Non so neanche io cosa ci sia. Non so cosa volessi dirgli, so solo che il suo atteggiamento mi induce a pensare che ce l’abbia ancora con me.
“Io.. ehm.. tu ne hai ancora per molto??” domando alla fine.
Lui alza gli occhi verso di me e sospira. “Non lo so, credo un’altra oretta forse” risponde, sempre un po’ distaccato.
“Allora io.. vado a fare una doccia..”
“Va bene”
 Vorrei dire qualcos’altro, ma davvero non saprei cosa, non vorrei farlo innervosire ulteriormente, o peggio, discutere ancora. Così, con un pizzico di delusione, esco dallo studio chiudendomi la porta alle spalle. Non so cosa mi aspettassi, però speravo che non fosse così freddo e provasse a capirmi un po’ di più.
Per cercare di rilassarmi un po’, salgo in camera, prendo un pigiama e mi dirigo in bagno. In pochi secondi mi spoglio e mi infilo nella cabina doccia. Lascio che l’acqua calda e il bagnoschiuma alla vaniglia mi accarezzino la pelle, e quando esco mi sento un po’ più calma. Mentre sto infilando l’accappatoio, il mio cellulare sul mobiletto comincia a vibrare. Lo afferro e sorrido leggendo il nome di Thomas.
“Hey!” rispondo allegra, sedendomi sulla sedia bianca.
“Ciao Ana!”
“Com’è andato il convegno a Olympia?”
“Benissimo! È stato molto molto interessante. Sono appena tornato e non vedo l’ora di mettermi a dormire”
Ridacchio. “Hai almeno cenato??”
“Sì, strada facendo mi sono fermato in un pub”
“Non è da medico mangiare cibo poco salutare” commento ironica.
“Spiritosa!” ride “Tu come stai??”
“Bene bene”
“Teddy e la principessa??”
“Tuo nipote dorme, mentre la piccolina credo sia ancora sveglia, considerando i calci che mi sta dando” affermo accarezzandomi la pancia.
“E Christian?”
“Lui è nello studio, sta lavorando” rispondo in un sospiro.
“Ana, è successo qualcosa??”
“Nono..” rispondo con pochissima convinzione.
“Scommetto che se fossi lì, vedrei il tuo naso crescere.. dai, spara!”
Sorrido intenerita dal modo in cui ha imparato a capire il mio umore anche solo al telefono.
“Ma no dai, hai bisogno di dormire..”
“Tu sei più importante! Che è successo??”
A quelle parole mi si scioglie il cuore. Ancora non sono del tutto abituata ad avere un fratello, soprattutto così dolce e così affettuoso come lui.
Alla fine mi rendo conto che ho davvero bisogno di parlare un po’, così gli racconto tutto, mentre lui mi ascolta attento.
“Ana” dice Thomas dopo che gli ho spiegato tutte le vicende della serata. “Io non sono padre, quindi probabilmente non posso capire fino in fondo, però comprendo te perché non ti sei mai separata da Teddy per due giorni di seguito, ma allo stesso tempo comprendo anche Christian.. Insomma lui vuole solo farti rilassare, e magari stare un po’ da solo con te, e non perché non voglia stare con Teddy, ma semplicemente perché è giusto che ogni tanto vi ritagliate qualche momento per voi.. non credi??”
Rifletto qualche istante sulle sue parole, e mi rendo conto che forse ho pensato un po’ troppo da mamma chioccia e meno da moglie.
“Sì, forse tu hai ragione.. devo ammettere che a me non dispiacerebbero affatto quei due giorni, però..”
“Però cosa?”
“Mi sento una madre degenere nel lasciare mio figlio per andare a divertirmi..”
“Ma non lo lasci mica sul ciglio di una strada! Starà un po’ con la zia e i nonni, che secondo me non desiderano altro.. E poi magari Teddy è anche contento di non doverti sopportare per due giorni..”
“Cretino!!”
Lo sento ridere di gusto, e non posso fare a meno di imitarlo. Mi sento molto più leggera dopo essermi sfogata con lui, e ho deciso di parlare con Christian.
Attacco e sorrido fissando lo schermo del cellulare. Mi sento così fortunata ad aver incontrato Thomas: è dolce, spiritoso, ed è un ottimo confidente. Davvero non potrei desiderare un fratello migliore.
Mi asciugo e infilo in fretta il pigiama per poi scendere e dirigermi nello studio. Busso piano, ma dall’interno nessuna risposta, così apro la porta ed entro.
Non appena vedo Christian, capisco perché non mi rispondeva: si è addormentato, con le braccia conserte sulla scrivania e la testa appoggiata sopra. È tenerissimo con i capelli in disordine e le labbra leggermente dischiuse, sembra un bimbo. Il mio bimbo.
Mi chino su di lui e gli passo le dita tra i riccioli ramati. “Amore” lo chiamo a bassa voce.
Lui si muove un po’ e mugugna qualcosa nel sonno, così mi avvicino con le labbra alla sua guancia e la bacio con dolcezza, continuando ad accarezzargli i capelli, fino ad arrivare all’orecchio.
“Amore” sussurro di nuovo.
“Mmm..” borbotta Christian strofinando il naso sul braccio prima di aprire gli occhi. Non posso fare a meno di sorridere teneramente, è così bello e dolce con quell’aria assonnata.
“Mi sono addormentato?” chiede sbadigliando.
“Mi sa di sì” rispondo accarezzandogli i capelli “Amore sei stanco”
Lui annuisce strofinandosi gli occhi, dopodiché mi prende per i fianchi e mi fa sedere sulle sue gambe. Istintivamente gli sfioro una guancia e gli bacio l’angolo delle labbra.
“Non sei più arrabbiata con me?” domanda fissando gli occhi nei miei.
Lo guardo sorpresa. “Veramente eri tu ad essere arrabbiato con me” puntualizzo.
“Lo so, per questo pensavo ce l’avessi con me.. ho esagerato, scusa piccola..” dice dolcemente, scostandomi una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
“Ho esagerato anche io.. non hai già telefonato per disdire, vero??”
Christian scuote la testa, e vedo balenare nei suoi occhi un lampo di speranza e di stupore.
“Bene, allora venerdì mi aiuti a preparare un trolley”
“Amore, guarda, se lo fai per me davvero non…”
Gli poso un dito sulle labbra. “Lo faccio per noi. Sono felice di staccare la spina per due giorni e stare sola con te. Magari è un bene anche per Teddy, così si abitua un pochino per quando dovrò partorire e non ci sarò”
“Oh, piccola” mormora stringendomi forte a sé “Sei sicura??” domanda poi guardandomi negli occhi.
Annuisco sicura. “Non vedo l’ora”
Christian mi prende delicatamente il viso e mi bacia, assaporando le mie labbra e accarezzandomi i fianchi.
“Quanto sei bella” sussurra, scrutando i miei occhi.
Sorrido e gli sfioro la guancia, ricoperta da un leggero filo di barba.
“Domani ti fai la barba??”
“Perché? Non ti piaccio così?” si finge offeso.
“Lo sai che per me sei sempre bellissimo, però la barba ti dà un’aria più.. più..”
“Più..?” mi incita.
“Più.. da cavernicolo” dico infine, trattenendo a stento una risata.
Christian mi fissa con quel sorrisetto bello da morire. “Ah, davvero??”
Annuisco, imitando il suo sorrisetto, dopodiché vedo formarsi sul suo viso un ghignetto malefico e un istante più tardi mi sento sollevare. Allaccio istintivamente le braccia al collo di mio marito, mentre lui si alza.
“No dai amore mettimi giù! Sono pesante!” protesto.
“Spiacente, ormai il cavernicolo che è in me è venuto fuori!” esclama uscendo dallo studio e incamminandosi verso le scale. Le sale con una disinvoltura incredibile e, una volta giunto davanti alla cameretta di Teddy, mi mette giù.
“Vado a dare un bacio a Teddy, non gli ho dato la buonanotte” dice teneramente.
Annuisco e mi appoggio allo stipite della porta, mentre Christian si avvicina alla culla e lascia una carezza sulla guancia del nostro cucciolo, fissandolo per qualche istante. Gli sistema la copertina e poi mi raggiunge.
“E’ così dolce” mormora rivolgendo un altro sguardo verso la culla. Sorrido e lo prendo per mano, intrecciando le dita con le sue, e lo trascino in camera da letto.
“Ahi” mugugna Christian storcendo il collo.
“Cos’hai?” chiedo posandogli una mano dietro la nuca.
“Mi sento tutto dolorante” si lamenta.
“Te l’ho detto che ero troppo pesante” lo rimbecco.
“No, questo è il risultato di due giorni su relazioni e bilanci, e in più prima mi sono anche addormentato sulla scrivania”.
Gli accarezzo i capelli, e poi mi viene un’idea. Per una volta voglio essere io a sorprendere lui.
“Vieni” lo incito prendendogli la mano e trascinandolo verso il letto. Christian mi guarda, interrogativo.
Salgo sul letto, accovacciandomi. “Dai, vieni” dico battendo il palmo sul materasso davanti a me.
Christian si sfila le scarpe e mi raggiunge, accovacciandosi di fronte a me. Lo guardo con dolcezza e poi comincio lentamente a sbottonargli la camicia.
“Che intenzioni hai?” domanda con un sorrisetto.
“Ssshh” sibilo, arrivando all’ultimo bottone e sfilandogli l’indumento. “Voltati” ordino poi.
Christian fa come gli dico e si siede davanti a me, voltato di schiena.
Gli appoggio delicatamente le mani sulle spalle e comincio a muoverle lentamente. Congiungo i pollici alla base del collo e sento i suoi nervi tesi ed accavallati. Premo in quel punto, cercando di essere ferma e dolce allo stesso tempo, poi scendo con le mani di nuovo verso le spalle.
“E’ proprio quello di cui avevo bisogno” mormora Christian in estasi.
Sorrido e continuo il mio massaggio, mantenendo il ritmo collo-spalle-scapole, godendomi la sensazione della pelle tonica e liscia di mio marito sotto le mie dita.
Piano piano sento i suoi muscoli rilassarsi, salgo con le mani tra i suoi capelli e glieli accarezzo. Christian mi blocca le mani e si volta verso di me, mi bacia dolcemente sulle labbra e poi mi fa stendere tra le sue braccia, attirando la mia testa sul suo petto forte e caldo.
Mi dà un bacio sulla fronte. “Grazie, non sai quanto mi senta meglio ora” sussurra sfregando il naso contro il mio.
“L’ho fatto per mio tornaconto personale, Mr Grey” rispondo spavalda.
“Ah sì?” domanda, cominciando a farmi il solletico.
“Nono Christian.. ti prego basta..” protesto, ridendo e dimenandomi, ma lui non vuole saperne e continua a torturarmi, facendo sempre molta attenzione.
“Alla principessa non piace il solletico” dico dispettosa, non appena Christian smette.
“Davvero?” chiede lui inarcando un sopracciglio.
Annuisco vigorosamente. “Sta scalciando” affermo sfiorandomi il pancione.
Christian accosta la mano alla mia e sorride, percependo i movimenti di nostra figlia. Si china e lascia un bacio sulla pelle tesa del mio ventre, poi bacia me sulle labbra, dolcemente e appassionatamente.
“Secondo te..” sussurra tra un bacio e l’altro “La principessa si offende se il suo papà dedica un po’ di attenzioni alla sua regina??” domanda intrufolando la mano al di sotto della mia maglietta del pigiama, infiammandomi come se fosse sempre la prima volta.
“Mmm..” mugugno sfiorandogli il petto con i polpastrelli “Secondo me può esserne solo felice!”
 
 
 
POV CHRISTIAN
 
“Qui ci sono due libri di favole, e anche il pupazzo Chris.. mi raccomando, Teddy non si addormenta mai senza.. e poi..”
“Ana, basta!” la blocca mia sorella, esasperata dalle sue infinite raccomandazioni “Teddy starà benissimo con noi, tranquilla”
“Non ho dubbi, però è la prima volta che lo lascio per due giorni consecutivi..”
“Due giorni in cui dovete rilassarvi e divertirvi, e anche noi ci divertiremo..” la tranquillizza mia sorella.
“Ethan si divertirà sicuramente” affermo ridacchiando, vedendo mio cognato attentamente concentrato su plastilina e formine.
Ana e Mia si accodano alla mia risata, e poi mia moglie chiama il nostro piccolo per salutarlo. Teddy scivola giù dalla sedia e ci corre incontro; Ana lo prende in braccio e gli dà un grande bacio.
“Fai il bravo con la zia e con i nonni, eh..”
Nostro figlio annuisce e le circonda il collo con le braccia, baciandole la guancia. Mi avvicino a loro e mi unisco all’abbraccio.
Dopo una dose di coccole che per mia moglie non è mai abbastanza, Ana si decide a lasciar andare Teddy.
“Allora…”
“Ana!” la blocca subito mia sorella “Vai! Andate! Divertitevi!” ordina categorica.
“Dai amore” la incito prendendola per mano.
Usciamo dalla villetta dei miei e, prima di salire in macchina, mandiamo un ultimo bacio al nostro piccolo che, in braccio a Mia sulle scale del portico, ci saluta con la manina.
Non appena saliamo in macchina, noto che Ana si tampona gli angoli degli occhi con un fazzolettino di carta.
“Amore, cosa c’è?” chiedo prendendole la mano.
“Niente, niente..” risponde tirando su con il naso e sorridendo “Sono gli ormoni, lo sai..”
“Io lo chiamerei ‘attacco di mammite acuta’” osservo divertito.
Ana ride, facendo luccicare ancora di più le sue pozze blu leggermente lucide. La attiro a me e le lascio un bacio tra i capelli.
“E’ così brutta la prospettiva di passare due giorni con me?”
La sento ridere ancora, e il mio cuore rinasce ogni volta. Ana solleva il viso, dandomi la possibilità di perdermi nell’oceano dei suoi occhi.
“Sono felicissima di trascorrere questi due giorni solo io e te” sussurra baciandomi le labbra.
“…e la principessa” puntualizzo sfiorandole la pancia.
“E la principessa” si corregge, sorridendo radiosa.
Con un braccio la tengo stretta a me e con l’altra mano le accarezzo il ventre. Sono ogni giorno più felice ed emozionato all’idea che dentro di lei stia crescendo la nostra bambina, il nostro secondo miracolo, il nostro secondo grande amore.
“Dovremmo smetterla però di chiamarla principessa, e cominciare a pensare al nome” osserva la mia meravigliosa moglie.
In effetti non ha tutti i torti, ma ad essere sincero non ho un nome femminile che mi piaccia particolarmente.
“Tu hai qualche idea??”
Ana scuote la testa. “Sinceramente no..”
“Approfitteremo di questi giorni per pensarci” concludo stringendola più forte.
 
 
“Uau, è bellissimo qui!” esclama Ana, mentre percorriamo il vialetto di ghiaia costeggiato da piante con fiori bianchi e rossi che porta alla hall dell’albergo.
Non appena entriamo, ci dirigiamo alla reception e mostriamo il foglio di prenotazione. Subito un cameriere prende la nostra valigia per portarla in camera, mentre l’uomo dietro al bancone registra i nostri documenti.
Ana si guarda intorno con la stessa aria sorpresa e curiosa di una bimba. Le cingo le spalle con un braccio e la attiro a me, baciandole una tempia.
Il receptionist ci restituisce i documenti e ci augura cordialmente buona permanenza, per poi consegnarci la chiave magnetica. Saliamo con l’ascensore al quarto piano e ci dirigiamo verso la nostra camera.
Ho prenotato la suite più grande e più bella, nulla di meno per la mia regina. Una volta aperta la porta lascio entrare prima Ana che osserva l’ambiente estasiata: al centro della stanza vi è un piccolo salotto con un tavolino circondato da quattro sedie, un morbidissimo divano ad angolo e un televisore al plasma. Sulla destra c’è la porta del bagno, e sulla sinistra quella che porta alla zona notte. Ana mi prende la mano, conducendomi all’enorme letto matrimoniale con una coperta leggera bianca e rosa, affiancato da due comodini con lumetti in vetro soffiato; completano l’arredamento la cassettiera con lo specchio e l’armadio.
I colori dei mobili, dei rivestimenti e della tappezzeria vertono tutti sul bianco, panna e rosa chiaro, dando un senso di calore e luminosità.
Ma la parte più bella e affascinante dell’intera camera sono le enormi finestre che affacciano su un panorama, almeno dalle brochure, splendido.
Mi sfilo la giacca e Ana fa altrettanto, dopodiché la prendo per mano e la conduco fuori al terrazzino. E se il panorama su carta sembrava splendido, visto da qui è qualcosa di indescrivibile.
Il quarto piano non crea quella sensazione di vertigini, ma permette di ammirare la piscina, la grande distesa di prato, alberi e piante in fiore. Più in lontananza si scorge il lago, piatto ed esteso da sembrare uno scorcio di mare. Il sole alto nel cielo crea una leggera patina dorata sull’acqua. L’aria è pura e tersa, dolce e rilassante, tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Abbraccio Ana da dietro, accostando le labbra ai suoi capelli e accarezzandole il pancione. Lei si lascia andare tra le mie braccia, rilassandosi alle mie coccole. La stringo e le riempio il collo e la guancia di piccoli baci.
“Ti piace?” sussurro poi al suo orecchio.
Lei si volta tra le mie braccia e mi allaccia le sue intorno al collo.
“Non ho parole, è spettacolare.. tu sei spettacolare!”
Le sfioro gli zigomi con i pollici e la bacio dolcemente sulle labbra.
“E’ ancora presto per pranzo, cosa ti va di fare??” le chiedo.
Ana si ferma per qualche istante a riflettere, dopodiché infila le dita tra i miei capelli e sorride.
“Io un’idea l’avrei..” ammicca, con gli occhi colmi di lussuria.
Comprendendo subito le sue intenzioni, mi chino e comincio a lasciarle teneri baci sulla spalla, risalendo lentamente verso il collo, e poi il retro del lobo.
“Esattamente questo..” ansima al mio orecchio.
Sorrido con le labbra sulla sua pelle, dopodiché la prendo in braccio e la porto in camera, senza mai staccare le labbra dalle sue.
In fondo, sono qui per far rilassare mia moglie…
 
 
“Sì Mia, sì.. e ha mangiato tutto??.. Ah-ah..”
Mi fermo in mezzo alla stanza con le mani sui fianchi, scrutando Ana che, in accappatoio sulla poltroncina, interroga mia sorella sul bollettino-Teddy.
Picchietto il dito sul quadrante dell’orologio, facendole segno di sbrigarsi. Lei mi fa la linguaccia e continua imperterrita a parlare al telefono. Scuoto la testa, ridacchiando, e mi chino davanti a lei.
“Mi raccomando, dopo il riposino la frutta.. sì.. e poi..” si interrompe dopo che, con il labiale, le chiedo di passarmi il cellulare.
“Ciao Mia!!” esclamo alzandomi “Mi raccomando, divertitevi e fate i bravi!!”
“Agli ordini, fratellino! Divertitevi anche voi!”
“Senz’altro, un bacio”
Attacco, guadagnandomi un’occhiataccia da mia moglie. “Non avevo ancora finito di parlare” protesta, mettendo su quel broncio che mi fa impazzire.
Le prendo le mani e la faccio alzare. Le cingo i fianchi, mentre lei se ne sta con le braccia conserte.
“Lo sai che sei bellissima quando ti arrabbi??”
“Non risolverai niente con le tue belle paroline..” afferma, acida, cercando di mantenere il broncio.
“Davvero??” chiedo, accostando poi le labbra alla sua guancia. La sfioro lentamente fino all’orecchio, e poi in verso opposto, arrivando all’angolo delle labbra.
“E così??” domando, guardandola poi negli occhi.
Pian piano il suo viso si apre in un bellissimo sorriso. “Ti odio” dice dandomi un leggero pugno sul braccio.
Sorrido e la attiro a me per baciarla. Amo questa donna. La amo con tutto me stesso.
“Teddy stava dormendo??” le chiedo poi.
“Aaah, allora ti interessa di nostro figlio??” ribatte, sarcastica.
Aggrotto le sopracciglia. “Certo che mi interessa! Solo perché non sto lì a telefonare ogni due minuti non significa che non mi interessi..”
“E allora perché sembra che ti dia fastidio quando chiamo a casa??”
“Ma non mi dà fastidio, scemotta!! Mi piace prenderti in giro durante i tuoi attacchi di mammite acuta. Ma ciò non significa che non mi preoccupi per il nostro bambino.. anche a me manca, sai?”
Mia moglie sorride e si accoccola al mio petto. Le bacio i capelli. “Ora vai a vestirti, su.. che conciata così mi distrai parecchio dall’idea di pranzare..”
Si stacca da me, ridacchiando, e mi bacia le labbra prima di chiudersi in bagno. Ne esce poco dopo, con un delizioso vestitino corto svolazzante, dalla fantasia a fiori, perfettamente in tema con la primavera, con abbinato un paio di ballerine, i capelli lasciati sciolti, e il trucco è quasi nullo. È di una semplicità disarmante, e allo stesso tempo rimane sempre la ragazza più bella del mondo, perché è proprio la sua semplicità a renderla speciale, è il suo corpo pieno di vita a rendere bello il vestito, il suo sorriso e i suoi occhi la rendono meravigliosa più di quanto qualsiasi trucco possa fare.
“Ho qualcosa che non va??” chiede, notando la mia espressione ammaliata.
Mi avvicino a lei e le prendo le mani. “No, sei bellissima!” le bacio le labbra.
“Anche tu, lo sai che adoro da morire vederti in jeans e polo!” risponde lisciandomi la maglietta sul petto.
Intreccio le dita con le sue e insieme usciamo dalla stanza per dirigerci al ristorante dell’albergo.
 
 
“Mmm.. risotto agli asparagi con scaglie di formaggio, oppure.. tagliatelle al pesto, oppure spaghetti al ragù..” elenca Ana leggendo il menù, mentre io invece sbircio l’elenco dei vini.
Mentre scegliamo i nostri primi piatti, ci raggiunge la cameriera, pronta a prendere le nostre ordinazioni.
“Per me un risotto agli asparagi” le comunica Ana.
“Io invece sono ancora indeciso..” dico osservando il menù.
“Può prendersi tutto il tempo che le serve” mi dice la ragazza con un tono fin troppo gentile.
Dopo una rapida occhiata chiudo il menù e opto per un risotto ai frutti di mare.
“Se posso consigliarvi, in abbinamento ai vostri piatti ci starebbe bene un vino bianco..”
“Certo” concordo “Scelga pure lei”
“Farò del mio meglio” risponde con un sorriso troppo espansivo, prima di andare via.
Noto che Ana la fissa con le sopracciglia aggrottate, per poi concentrarsi sul suo cellulare e scrivere un sms, suppongo a mia sorella o a mia madre.
Dopo neanche un minuto la cameriera arriva con il vino e lo versa nei nostri bicchieri, accostandosi un po’ troppo al mio braccio.
“Spero sia di suo gradimento” dice poi ammiccando.
Assaggio il vino e le faccio un cenno d’approvazione, mentre Ana fa una smorfia come a dire che in fondo non è poi questo granchè.
“Come mai quella faccia??” le chiedo, dopo che la ragazza si è allontanata.
“Ho fame! E i camerieri dovrebbero darsi una mossa, anziché perdere tempo a fare i sommelier” risponde.
Trattengo una risata, intuendo chiaramente che si è infastidita per l’atteggiamento un po’ troppo amichevole della cameriera nei miei confronti. Decido di non indagare oltre e porto il discorso su altri territori, ma la storia si ripete nel momento in cui arrivano i primi.
La cameriera sfodera tutto il suo charme e i suoi sorrisetti più ammiccanti. Mi sento un po’ a disagio, ma anche divertito nel vedere le occhiatacce che le rifila mia moglie.
Quando la ragazza ci lascia di nuovo soli, vedo Ana inclinare il viso per osservarla meglio.
“Sedere piatto e gambe troppo secche” commenta poi, afferrando le posate.
“Gelosa??” la stuzzico.
“Io? No!” risponde sgranando gli occhi.
Cominciamo a mangiare, commentando i piatti e parlando del più e del meno. Noto che guarda contrariata la cameriera ogni qualvolta la vede girare tra i tavoli, ma conoscendola non ammetterà mai di essere gelosa. E la cosa mi diverte e un po’ mi dispiace; sentirsi dire dalla propria donna che è gelosa fa bene all’orgoglio maschile.
Dopo che si ripete la stessa storia per i secondi e i contorni, Ana ed io decidiamo di fare una passeggiata sul prato. Camminiamo mano nella mano senza dirci nulla, ma so benissimo che sta rimuginando su quanto successo a pranzo. Ad ogni portata la cameriera ci provava sempre più esplicitamente, facendo infuriare la mia mogliettina, che però si sforza sempre di mostrarsi indifferente.
“Ti va un caffè?” chiede Ana, interrompendo il nostro silenzio.
“Non so piccola, mi sento piuttosto pieno, non vorrei che il caffè mi rovinasse lo stomaco..”
“Cos’è, non ti va perché non c’è la tua cameriera preferita a servirtelo??” domanda dispettosa, fermandosi con le braccia conserte sotto al seno.
Dio mio, quanto è bella gelosa e arrabbiata, anche se non lo ammette.
La osservo con un leggero sorrisetto, aggrottando le sopracciglia. Ana sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
“Sì, va bene, hai vinto tu.. sono gelosa! Contento??”
Non posso fare a meno di ridere davanti alla sua espressione scocciata e imbronciata.
“Sei soddisfatto, vedo.. bene..”
Fa per andarsene, ma la afferro per un braccio e la attiro verso il mio petto. “Davvero sei gelosa?” chiedo, prendendole il viso tra le mani.
“Ti piace proprio sentirtelo ripetere, vero? Ebbene sì, sono gelosa. Perché sei bellissimo, sei affascinante, hai quel sorriso strappa mutandine che è illegale, ma soprattutto sei mio, mio e basta. Chiaro??”
“Cristallino!” confermo prima di baciarla.
 
Mezz’ora più tardi, dopo un caffè e una massiccia dose di baci, decidiamo di dirigerci in sala massaggi. Ana è euforica come una bambina, starei a guardarla per ore.
Ci dirigiamo in due camerini differenti per spogliarci per il massaggio, e ne usciamo qualche minuto dopo, io in pantaloncini e lei con un completino culotte e reggiseno con sopra un telo di spugna che le arriva a metà coscia.
“Sono enorme!” sbuffa, scocciata.
Le prendo il viso tra le dita e la guardo negli occhi. “Sei bellissima, e lo sai” affermo prima di baciarla.
“Anche tu” risponde osservando il mio busto nudo.
“Lo so!” ribatto spavaldo, facendole l’occhiolino.
Ana si avvicina fino a sfiorare il mio torace con la spugna che la copre. “Senti un po’.. tu prova a parlare e comportarti da fighetto con la massaggiatrice e stanotte dormi nella vasca da bagno, chiaro??” mi avverte, con gli occhi ridotti a fessura e quel tono minaccioso che mi fa impazzire.
“Beh, c’è da considerare che la vasca del nostro bagno è comoda, e poi…”
Mi interrompe dandomi un pizzicotto sul fianco. “Sono stata chiara??” insiste, ancora più decisa, senza lasciare la presa della mia povera pelle. Sì, confermo, mi fa impazzire.
“Sembra molto determinata nella difesa di questa causa, Mrs Grey” la provoco.
Lei lascia finalmente il mio fianco e mi prende il mento, abbassandolo in modo da far incontrare i nostri occhi. “Si ricordi, Mr Grey: io sono sempre determinata quando c’è in gioco ciò che è MIO”
Quel sorrisetto enigmatico, quel tono fermo e quell’aggettivo possessivo marcato con tanta enfasi mi fanno completamente perdere la testa. La afferro per i fianchi e incollo le labbra alle sue. Le accarezzo lentamente per poi chiedere delicatamente accesso alla sua lingua. Ana mi tiene il viso con dolcezza, mentre io stringo la presa sui suoi fianchi, attirandola verso il mio bacino e lasciandole intuire quale effetto sortisce in me saperla seminuda sotto questo telo di spugna.
Ci stacchiamo quando ormai non abbiamo più fiato, ci guardiamo negli occhi sorridendo.
“Che dici, possiamo andare ora??”
“Piccola, direi di no..” rispondo, leggermente imbarazzato. Anche se è mia moglie, e con lei non mi vergogno di nulla, non potrei mai spiegare ad altre persone quanto questa donna mi faccia uscire dai binari come un diciottenne.
Ana scoppia a ridere e si stringe a me, beandomi del suono della sua risata, e del calore del suo corpo.
Quando finalmente siamo pronti, ci dirigiamo in sala massaggi, dove veniamo subito accolti da due donne sulla quarantina, dall’aria professionale, ma allo stesso tempo simpatica.
Dopo le presentazioni ci fanno stendere a pancia in giù su due lettini posti ad un metro di distanza, e poi cominciano ad armeggiare con creme e oli vari.
Ana si sfila il telo di spugna e la sua massaggiatrice le slaccia anche il reggiseno, lasciandole completamente libera la schiena.
“Signora.. ehm..?” chiedo, rivolgendomi alla donna.
“Mi chiami pure Jane” dice cordialmente.
“Jane, volevo chiederle se fosse prudente per mia moglie stare così a pancia in giù.. sa, per la gravidanza..”
Vedo Ana scuotere la testa divertita, e alzare gli occhi al cielo. So probabilmente cosa sta pensando, che sono il solito maniaco del controllo, pesante e fissato, ma non posso farci nulla, mi preoccupo sempre per lei e i nostri bambini.
“Assolutamente no, signor Grey” risponde con un sorriso gentile “Il materassini riservati alle donne sono più morbidi, proprio per favorire la comodità per il seno, e un eventuale ventre gonfio per la gravidanza..”
“Ah, perfetto, grazie!” sospiro, più tranquillo.
“Ha un marito molto premuroso, Mrs Grey” osserva la mia massaggiatrice, che leggo sul tesserino chiamarsi Joey.
“Sì, devo ammettere di essere molto fortunata” conferma mia moglie orgogliosa. Ed io sorrido gongolante.
“È il primo figlio??”
“Nono, abbiamo un maschietto di due anni, e ora è in arrivo la femminuccia” spiega Ana.
Le due donne si complimentano prima di cominciare i massaggi.
Ci spalmano diverse creme, alcune hanno un profumo molto delicato e piacevole, e percorrono chilometri e chilometri sulle nostre schiene, spalle e retro delle gambe. È una sensazione bellissima: sento i miei muscoli rilassarsi a mano a mano che la massaggiatrice lavora con la mia pelle. Volto il viso verso Ana che mi sorride, anche lei in totale estasi.
“Ora vi lasciamo rilassare un po’, è giusto lasciar riposare la pelle per un po’ prima di concludere il massaggio” ci comunica Jane. Nel frattempo Joey, che non mi ero neanche accorto fosse uscita, rientra con un vassoio con due drink e una ciotola di frutta fresca.
“Gradite un drink? Sono analcolici ovviamente”
“Uh, sì, grazie!” esclama Ana.
Joey appoggia il vassoio su un tavolino davanti a noi, e poi le due donne ci lasciano soli. Ci allunghiamo per prendere i nostri bicchieri, e, senza alzarci dai lettini, gustiamo i drink reggendoci semplicemente sui gomiti.
“Oddio questo massaggio è stato favoloso! Non l’avevo mai fatto..” osserva Ana.
“Un’altra prima volta, Mrs Grey” le faccio notare.
Lei mi sorride complice e mi soffia un bacio.
“Anche per me comunque è molto rilassante, ci voleva proprio” proseguo.
“Sìì, non vorrei alzarmi più da qui” sospira, appoggiandosi nuovamente con le braccia al lettino.
“Spiacente, mia adorata moglie, ma non appena finirà il massaggio, dobbiamo scappare da qui”
“E perché??” chiede inarcando un sopracciglio.
“Poi te lo spiego”
“No dai voglio saperloo!!”
Scuoto la testa divertito. “Nono!”
“Cattivo!” replica lanciandomi una ciliegia. La afferro al volo e la mangio, mentre lei si allunga per prendere il cellulare dal tavolino e controllare gli sms.
“Oooh amore della mamma!!” esclama con la voce dolce.
“Cosa c’è??” domando curioso.
“Guarda” mi passa il cellulare. “Me l’ha mandata Mia”
Prendo il telefono e osservo la foto inviata da mia sorella, che ritrae Teddy che dorme beato e stringe tra le braccia il suo pupazzo preferito. Sorrido intenerito, il mio cucciolo è di una dolcezza unica.
 
 
“Si può sapere perché hai tutta questa fretta??” domanda la mia impaziente mogliettina, mentre raggiungiamo l’ascensore dell’hotel, dopo un massaggio fantastico.
Sbuffo. “Uffa! Un po’ di pazienza!”
Premo il pulsante 4 e, una volta giunti al nostro piano, la prendo per mano e la conduco nella nostra camera.
Ana si sfila le scarpe e posa la borsa su una sedia, io mi sfilo l’orologio e poi la prendo nuovamente per mano, dirigendomi in bagno.
“Amore, cosa dobbiamo fare?” chiede ancora, con tono più pacato rispetto a prima.
“Devo mantenere una promessa” le spiego.
Lei mi fissa interrogativa. “Che promessa??”
Le prendo le mani nelle mie e la attiro a me. “Devo farti scoprire quanto sia comoda questa vasca”
Ana sgrana per un attimo gli occhi e poi ride. “Direi che non poteva trovare sorpresa migliore, Mr Grey” mormora baciandomi una guancia.
Mi stacco da lei per aprire il rubinetto e regolare l’acqua. Verso un po’ di bagnoschiuma e attivo la funzione idromassaggio. Mentre la vasca si riempie, mi siedo sul bordo e Ana si posiziona davanti a me, dandomi modo di spogliarla lentamente. Comincio tirandole giù la cerniera laterale del vestitino e poi piano piano glielo sfilo dall’alto, appoggiandolo poi sullo sgabellino accanto al lavandino. Poi mi alzo e porto le mani dietro la sua schiena per slacciarle il reggiseno, e lentamente tiro giù le spalline, fino a sfilarglielo del tutto. Mi perdo un attimo nella contemplazione del suo seno che in gravidanza è ancora più bello e pieno, ma sempre sodo e proporzionato. Le bacio le labbra, poi l’incavo tra i seni, poi l’ombelico, e infine le sfilo l’ultimo indumento intimo rimasto, ammirandola poi in tutta la sua bellezza.
So quanto si senta vulnerabile quando è nuda davanti a me, soprattutto ora che è incinta, ma sto tentando con tutto me stesso di farle capire quanto sia bella. Il suo corpo è eleganza, finezza, bellezza, ma soprattutto è pienezza, fertilità, è vita. Può esserci qualcosa di più spettacolare?
Immergo una mano nell’acqua per valutarne la temperatura, dopodiché la porgo ad Ana, per aiutarla a entrare nella vasca.
“Ma tu non ti sei ancora spogliato” mi fa notare.
“Lo so” mi avvicino al suo orecchio “Voglio farti godere lo spettacolo” sussurro.
La sento rabbrividire per un istante, dopodiché afferra la mia mano ed entra nell’enorme vasca, sedendosi nel mezzo e perdendosi nella soffice schiuma.
Non appena mi rendo conto di avere la sua completa attenzione, mi sfilo la polo e la lancio sul vestitino di Ana, poi slaccio la cintura e subito dopo il bottone dei pantaloni. Li faccio scendere lentamente lungo le gambe e poi li calcio via. Mi fermo con le mani sui fianchi, a mo’ di statua greca, e noto mia moglie squadrarmi da capo a piedi con uno sguardo da predatrice e il labbro imprigionato tra i denti. Sussulta per un istante e sgrana leggermente gli occhi, come se fosse la prima volta che vede l’effetto che quel gesto ha su di me.
Sfilo infine anche i boxer, e poi entro nella vasca, sedendomi dietro di lei. La sistemo tra le mie gambe e la faccio appoggiare completamente al mio torace.
Con una mano le accarezzo il seno e con l’altra la pancia, lei si rilassa tra le mie braccia, ed io accosto la guancia ai suoi capelli.
Sento ad un tratto la mia piccolina che mi tira un calcio. Ana sussulta. “L’hai sentita?”
“Certo che l’ho sentita” rispondo dandole un bacio in testa.
Ana appoggia una mano sulla mia e intreccia le dita con le mie, mentre ci concentriamo per captare i movimenti di nostra figlia. È sempre un’emozione immensa sentirla scalciare, sapere che c’è, che avverte le nostre voci, che tra meno di tre mesi la potremo tenere tra le braccia.
“A volte ho paura” sussurra mia moglie.
“Paura di cosa?” chiedo accarezzandole il braccio.
“Paura di tutta questa felicità. Ho accanto l’uomo migliore che potessi desiderare, un figlio che amo con tutta me stessa, e un’altra che cresce dentro di me.. ho un lavoro che adoro e una famiglia splendida alle spalle.. è molto più di quanto potessi mai sognare..” ammette.
Sospiro e continuo a sfiorarla, non posso farne a meno.
“Sai, anche io a volte ho paura, però poi mi rendo conto che la paura talvolta è qualcosa di positivo, perché se hai paura vuol dire che hai qualcosa a cui tieni. Prima di conoscere te non avevo paura, semplicemente perché avevo sempre tutto sotto controllo. Poi sei arrivata tu, e mi hai ridato vita, in tutti i sensi. Per cui sì, adesso ho qualcosa per cui valga la pena avere paura, qualcosa che mi dia felicità ogni giorno: te e i nostri figli”
Ana volge il viso verso di me, e vedo i suoi bellissimi zaffiri lucidi di lacrime non versate.
“No piccola, non piangere” le dico sfiorandole le guance.
Le mie parole sortiscono esattamente l’effetto contrario. La mia piccola si stringe al mio petto e comincia a piangere. La lascio sfogare, so quanto sia sensibile quando le parlo in quel modo, soprattutto in questo periodo.
Non appena si calma, solleva il viso e fa incontrare le nostre labbra in un bacio dolcissimo, che diventa pian piano più profondo. Le sue mani si stringono ai miei capelli, mentre le mie le afferrano con delicatezza i fianchi, e la faccio sedere a cavalcioni su di me, senza mai smettere di baciarla.
Salgo piano dai fianchi a sfiorarle il seno, mentre lei scende a baciarmi il collo, facendomi perdere completamente la cognizione del tempo. Le mie mani scendono di nuovo, lasciando una carezza sul suo pancione e arrivando alle sue cosce, le sfioro dal ginocchio all’inguine, e poi in verso opposto, per risalire di nuovo e strizzarle leggermente i glutei.
La voglio, la voglio da impazzire, sempre.
Ana, come se mi leggesse nella mente, si solleva leggermente sulle ginocchia per poi abbassarsi lentamente sul mio membro, lasciandosi riempire istante dopo istante. E poi comincia a muoversi, senza mai staccare le labbra dalle mie, o dal mio collo, o dal mio viso; è lei a dettare le regole, ed io sono più che felice di sottostare alla sua volontà.
La schiuma tutt’intorno ci coccola, vaporosa e profumata, facendo da sfondo alla nostra bolla di passione.
“Ti amo, piccola” ansimo al suo orecchio.
“Ti amo anche io Christian” risponde un attimo prima di gettare la testa all’indietro e abbandonarsi al piacere, seguita un istante dopo da me.
 
 
Molte coccole e molti baci dopo, decidiamo finalmente di uscire dalla nostra bolla per prepararci per la cena. Mentre siamo spaparanzati sul divanetto del terrazzino, ancora in accappatoio, ad osservare il tramonto gustando un dolcissimo tè freddo, il mio cellulare prende a squillare. Lo afferro e rispondo subito leggendo il nome di mia madre.
“Ciao mamma!”
“Ciao tesoro, come state?”
“Benissimo mamma, è stupendo qui! Teddy, invece?”
“Ooh lui è bravissimo, è tranquillo e non fa mai i capricci.. tu ed Ana siete davvero bravi, Christian”
Sorrido orgoglioso alle parole di mia madre, facendo l’occhiolino a mia moglie, che mi fissa curiosa.
“Senti un po’, Ana è lì con te?” prosegue mia madre.
“Sì, perché?”
“Metti il cellulare in vivavoce, c’è qualcuno che vuole dirvi qualcosa”
Faccio come mia madre suggerisce e tengo il telefono a metà tra me ed Ana. Sentiamo un brusio e poi la voce di Grace in sottofondo, seguita da un’altra molto più acuta.
“Mamma!! Papà!!”
“Amore miiooo!” esclama mia moglie, sciogliendosi all’istante. “Cucciolo! Che stai facendo?”
“La pappa!” risponde nostro figlio con naturalezza. “E poi i cattoni con tia Mia”
Ana ed io ridacchiamo, ma veniamo interrotti dalla voce di mia sorella che ci saluta, e poi sentiamo nuovamente Teddy che urletta un “Tao tao” e schiocca qualche bacio.
“Insomma ragazzi qui va tutto bene, non dovete preoccuparvi di nulla e pensare solo a voi” si raccomanda mia madre.
“Grace.. grazie!”
“No angelo mio non mi ringraziare, è così bello averlo qui..”
Dopo averci augurato buona serata, mia madre attacca, ed io mi alzo per andare a vestirmi, mentre Ana si accomoda alla specchiera per truccarsi.
Quando esco dal bagno, lei si sta ancora appiccicando qualcosa di indecifrabile sul viso. La raggiungo e mi chino leggermente per abbracciarla da dietro e lasciarle un leggero bacio sul collo.
“La smetti di perdere tutto questo tempo a truccarti? Sei bellissima così come sei!”
Ci guardiamo nello specchio e lei sorride, dopodiché si volta verso di me e mi bacia.
“Quanta eleganza, Mr Grey!” esclama poi, accarezzandomi con lo sguardo.
Stasera ho optato per un completo grigio scuro con una camicia color grigio perla, so quanto mia moglie adori questo connubio.
“Sa com’è, devo uscire a cena con una donna meravigliosa, che merita tutta l’eleganza di questo mondo”
“Dev’essere una ragazza molto fortunata”
“Lo sono di più io, mi creda”
Mia moglie mi rivolge il sorriso più dolce del mondo e mi bacia a fior di labbra prima di finire di truccarsi e recarsi in bagno a vestirsi.
Quando ne esce, pochi minuti dopo, mi incanto per qualche istante ad ammirarla: indossa un delizioso vestitino di chiffon rosa che le arriva al ginocchio, con un fiocco sotto al seno da cui si diparte una serie di pieghette che si aprono leggermente sulla pancia. Sotto ha abbinato un paio di sandali bianchi con il tacco e sopra un coprispalle di velo bianco. I capelli sciolti leggermente mossi le accarezzano le spalle, e il trucco leggero mette in risalto i suoi occhi blu.
Mi avvicino a lei e le prendo le mani. “Ormai non ho più aggettivi per descriverti” mormoro.
Lei sorride e allaccia le braccia intorno al mio collo baciandomi teneramente sulle labbra.
“Andiamo?” le chiedo poi, prendendola per mano.
Ana annuisce e prende la borsetta dal tavolino, seguendomi poi fuori dalla stanza.
 
 
POV ANASTASIA
 
Taylor parcheggia fuori al ristorante dove Christian ha prenotato per la nostra cena. Mio marito scende per primo, poi aiuta me a scendere e mi regala un galante baciamano prima di cingermi la vita e condurmi all’interno del ristorante.
Ci accoglie un cameriere che gentilmente ci conduce ad una portafinestra che dà su un bellissimo prato sul lago. Ci sono almeno venti tavoli elegantemente apparecchiati, alcuni occupati, altri vuoti. Il ragazzo ci fa strada lungo un vialetto ciottolato che divide il prato a metà, e ci accompagna al nostro tavolo, quasi in riva al lago.
Christian sposta la sedia per farmi accomodare, e poi si siede di fronte a me. Il cameriere prende la bottiglia di champagne dal cestello del ghiaccio e ne versa un po’ nei nostri bicchieri, mentre io mi guardo intorno, totalmente affascinata dal panorama del lago, in cui si riflettono le luci degli edifici in lontananza, dal cielo colmo di stelle, in cui regna una luna piena che illumina tutto il paesaggio. Al centro dei tavoli e lungo il perimetro del prato sono state allestite candele, fiaccole e lanterne che rendono l’atmosfera ancora più romantica. In un angolo c’è anche una piattaforma con un pianoforte, e un pianista che suona una musica molto dolce e rilassante.
“Amore è.. è bellissimo.. non so cosa dire” farfuglio.
Christian allunga la mano sul tavolo e intreccia le dita con le mie. “E allora non dire niente.. mi basta vedere i tuoi occhi brillare”
Stringo la sua mano e gli sorrido.
Ad un tratto un leggero trillo dalla borsetta attira la nostra attenzione. Prendo il cellulare e trovo un messaggio di Kate.
Il nostro nipotino è di una dolcezza unica.. adora prendersi cura della sua cuginetta
E allegata c’è una foto di Teddy che, steso sul divano accanto ad Ava, le mantiene il ciuccio. Il mio cuore si riscalda alla visione di quella foto, e dagli occhi di Christian non appena la vede deduco sia lo stesso anche per lui.
Sì, il mio cucciolo è di una dolcezza unica, e spero tanto che sarà così anche con la sorellina.
“Secondo te farà così anche con la bambina? O sarà geloso??” chiedo a Christian.
“Uhm.. non lo so.. credo che la cosa vari da bambino a bambino.. io per esempio non ero geloso di Mia, ma avevo già sei anni in più, Teddy ne ha solo due..”
“Dovremo essere bravi a non farlo sentire mai trascurato” osservo.
“E ci riusciremo!” afferma deciso mio marito, rivolgendomi un sorriso fiero.
 
“La principessa cosa fa?” domanda il mio bellissimo uomo dopo che il cameriere ha portato via i piatti degli antipasti.
Mi tasto la parte alta della pancia, captando dei leggeri movimenti dall’interno. “Ora è tranquilla, starà gustando gli affettati e il polipetto”
Christian sorride dolcemente, con quello sguardo innamorato che fa capolino nei suoi occhi ogni volta in cui parla dei nostri figli.
“Mi scusi…” un ragazzo sulla trentina ci interrompe, avvicinandosi timidamente a Christian. “Lei è Christian Grey??”
“Sì..” risponde confuso Christian, aggrottando le sopracciglia “Ci conosciamo?”
Il viso del ragazzo si apre in un sorriso. “Non ti ricordi di me?” è passato a dargli del tu, quindi deduco si conoscano.
Christian lo scruta per qualche istante, dopodiché sorride anche lui. “Nooo!” esclama sorpreso, alzandosi “Philipp? Sei proprio tu??”
“Finalmente ci sei arrivato, Grey!” esclama il ragazzo, stringendogli la mano. Christian di slancio lo abbraccia, mollandogli qualche pacca sulla spalla, lasciandolo stupido, a giudicare dall’espressione di Philipp.
“Ma come stai??” domanda mio marito.
“Io bene!! A te non lo chiedo neanche. Non c’è giornale che non parli di te..”
Christian ride, e poi rivolge lo sguardo verso di me. “Lei è mia moglie Anastasia, il raggio di sole della mia vita” dice con naturalezza, facendomi arrossire, mentre il mio cuore prende a battere più forte.
“Lui è Philipp, abbiamo frequentato insieme il primo anno ad Harvard” spiega.
Mi alzo per presentarmi, ma il ragazzo mi anticipa, prendendomi la mano e portandosela alle labbra.
“Incantato!” mormora, poi abbassa lo sguardo sul mio ventre sporgente “Oh, auguri!!”
“Grazie!” rispondiamo in coro Christian ed io.
“E’ il primo??”
“Nono, abbiamo un maschietto di due anni, e ora siamo in attesa della femminuccia”
“Complimenti!! Hai messo la testa a posto, Grey!”
Christian sorride e annuisce. “Tu, invece, cosa mi racconti??”
“Io dopo il primo anno ad Harvard mi resi conto che quell’ambiente non faceva per me, e mi trasferii all’accademia di musica.. lì ho conosciuto una ragazza fantastica, dopo neanche un anno che stavamo insieme è rimasta incinta, e così ci siamo sposati” racconta con un sorriso.
“Quindi anche tu hai messo la testa a posto, eh??” lo prende in giro Christian.
“Ebbene sì, ora abbiamo tre bambini.. due maschietti e una femminuccia..”
“Uaau!” commento.
“Mi sono diplomato con due anni di ritardo, perché mentre frequentavo il college ho cercato anche qualche lavoretto, non volevo gravare sulle nostre famiglie.. ma quando torno a casa e i miei bambini mi corrono incontro, tutti i sacrifici spariscono..”
“Ti capisco perfettamente! I figli sono la cosa più bella del mondo.. quando torno a casa dall’ufficio e mio figlio mi corre incontro, mi abbraccia, è il momento più bello della giornata. Non pensi più alla stanchezza, ai problemi, ti senti completo e appagato” afferma Christian, ed il cuore mi scoppia nel petto nel vedere i suoi occhi innamorati e orgogliosi quando parla di nostro figlio.
“Siete qui in vacanza??” domanda poi Philipp.
“Sì, ci siamo concessi un week-end tutto per noi. Tu invece vivi qui??”
“Vivo a pochi chilometri da qui, però lavoro in questo hotel come pianista”
“Aaaah allora eri tu che suonavi prima?? Complimenti!”
“Grazie!” dà uno sguardo all’orologio che ha sul polso “Ragazzi mi dispiace ma purtroppo devo lasciarvi! Anastasia, è stato un piacere!” dice baciandomi sulle guance.
“Anche per me, davvero!” rispondo con sincerità.
“Christian, sono veramente felice di trovarti così bene, così sereno..”
“Il merito è tutto di questa meravigliosa donna” afferma mio marito indicandomi, facendomi arrossire di nuovo.
Philipp si allontana e Christian si risiede.
“Mamma mia, chi poteva immaginare di rincontrarlo qui.. a volte il mondo è proprio piccolo..” osserva Christian.
“E’ vero! Eravate amici al college??”
“Beh, proprio amici no.. sai che non ero una persona facile con cui relazionarsi, però Philipp mi era simpatico perché era discreto, non chiedeva più di quello che gli altri erano disposti a dirgli, e poi condividevamo la passione per il pianoforte. Sono proprio felice che abbia frequentato l’accademia di musica” spiega Christian.
“Anche lui mi è sembrato felice per te..”
“Sì, probabilmente non si sarebbe mai aspettato di vedermi sposato e con dei figli.. considerando l’indole che avevo a quei tempi.. irascibile e strafottente.. Invece adesso…” lascia la frase a metà, consapevole che non c’è bisogno di continuare, entrambi sappiamo quanto le cose siano cambiate.
“Sai, è sempre bellissimo vedere con quanto amore parli di nostro figlio.. e di me”
Il suo sguardo si addolcisce. “Siete il regalo più bello della mia vita” dice teneramente, prendendomi la mano. “Mi aspetti un attimo?” chiede poi.
“Sì” rispondo, chiedendomi dove debba andare e cos’abbia in mente.
Christian si alza e raggiunge la piattaforma del pianoforte, si avvicina a Philipp e gli sussurra qualcosa all’orecchio. L’amico ascolta attentamente, poi sorride e annuisce, dopodiché sistema uno spartito e dice qualcosa alla ragazza in piedi accanto al pianoforte, che suppongo sia la cantante.
Christian viene nuovamente verso di me, che lo fisso sempre più confusa, e mi porge la mano.
“Che devo fare??” chiedo, titubante.
“Vieni” mormora.
“Ma dove??”
“Ti fidi di me??”
E a quella domanda non posso che sorridere e far scivolare la mano nella sua e alzarmi. Christian mi conduce un po’ più vicino alla piattaforma, ad un tratto si ferma e mi cinge i fianchi con entrambe le mani, mentre dal pianoforte si comincia a diffondere una musica bellissima. È una canzone italiana, che abbiamo sentito per caso un giorno alla radio, e le parole erano così belle che per diversi giorni la canticchiavo continuamente.
Allaccio le braccia intorno al collo di mio marito, e lentamente cominciamo a muoverci. Mi sento un po’ imbarazzata, perché sicuramente avremo gli occhi di tutti addosso, ma non m’importa, è una serata così romantica, la canzone è così bella, e le braccia di mio marito sono il mio porto sicuro, per cui penso semplicemente a lasciarmi andare e godermi ogni singolo attimo.
“Avevo una voglia pazzesca di ballare con te” mi dice Christian all’orecchio.
Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio teneramente sulle labbra, per poi stringermi nuovamente a lui e nascondere il viso nell’incavo del suo collo, ascoltando le parole della canzone appena sussurrate dal mio bellissimo principe.
Se non ti so scaldare, né curare dal rumore,
ho soltanto una vita e la vorrei dividere con te,
che anche nel difetto e nell’imperfezione sei soltanto.. incanto.
Incanto.
Istantanee di secondi lunghi quanto un anno bisestile,
quando posi la tua testa su di me,
il dolore tace.. incanto.
Incanto.
Semplicemente incanto.
“Ti amo così tanto” sussurra poi Christian.
“Ti amo anche io” sussurro a mia volta al suo orecchio.
 
Dopo un dolce semplicemente favoloso, al cacao con cuore di cioccolato fuso, lasciamo il ristorante e torniamo alla macchina.
“Sei stanca?” chiede Christian.
“A dire il vero no, perché?”
“Vorrei portarti in un posto”
“Dovee??” urlo, curiosissima come sempre.
“Se non mi rompi un timpano, sarà una sorpresa!” risponde, enigmatico come sempre.
“Va bene!”
Arriviamo fuori all’albergo e Christian congeda Taylor, augurandogli una buonanotte, dopodiché si mette lui alla guida, dirigendosi nuovamente verso il lago. Parcheggia l’auto di fronte ad un marciapiede, costeggiato da una ringhiera, che affaccia direttamente sul lago. Di fronte, invece, si estende un rettilineo di bar, pub, ristoranti e gelaterie.
Christian scende dalla macchina, poi viene ad aprirmi la portiera e mi prende per mano. Attraversiamo la strada e cominciamo a passeggiare abbracciati lungo il marciapiede che dà sul lago. È rivestito non di asfalto, ma di mattonelle bianche e blu, con aiuole e panchine di tanto in tanto, e lungo tutto il perimetro della ringhiera eleganti lampioni illuminano la strada e si riflettono nell’acqua. È una serata davvero splendida, le voci leggere di ragazzi, bambini e famiglie animano l’atmosfera senza essere fastidiosamente assordanti, la luna si specchia nel lago, e una soffice brezza primaverile ci accarezza la pelle.
Christian passeggia continuando a tenermi stretta a sé e a baciarmi di tanto in tanto la tempia. Ad un tratto, alla nostra destra, la ringhiera è interrotta da alcuni scalini che conducono ad un ponte.
“E’ qui che ti volevo portare” mormora mio marito, porgendomi la mano per scendere gli scalini.
Sorrido, e gli do la mano, lasciandomi condurre lungo il ponte.
Forse perché siamo più vicini al lago, o forse perché siamo più isolati rispetto alle altre persone, o forse per il modo in cui Christian mi stringe a sé, ma qui è ancora più bello.
“A cosa pensi?” domanda Christian fermandosi e appoggiandosi alla ringhiera.
“Che è una serata magnifica, che mi hai portata in un posto stupendo, e che ti amo”
Lo vedo sorridere, e i suoi occhi grigi brillano ancora di più alla luce della luna. Porta le mani sul mio viso e mi sfiora dolcemente le guance con i pollici. “Anche io ti amo tanto” dice prima di baciarmi sulle labbra.
È un bacio profondo, lungo, ma soprattutto dolcissimo. Non c’è fretta o impazienza, ma semplicemente la voglia di assaporarci, di trasmetterci tutto il nostro amore.
Quando ci stacchiamo, Christian appoggia la fronte sulla mia e mi guarda teneramente negli occhi, poi mi abbraccia, facendomi posare la testa sul suo petto. Un leggero brivido scuote il mio corpo, credo che l’intensità del vento stia aumentando.
“Aspetta piccola”
Christian si sfila la sua giacca e me la posa sulle spalle. È quel tipico gesto da film d’amore che sei convinta nella tua vita non proverai mai, invece il mio principe azzurro sa sempre sorprendermi, anche, anzi soprattutto, con i piccoli gesti.  
Restiamo per qualche minuto abbracciati, senza dire nulla, ad osservare il riflesso della luna nell’acqua.
“Sai..” dice poi Christian a bassa voce.
Sollevo il viso per guardarlo negli occhi, e lo lascio proseguire.
“Stasera, quando ho rivisto Philipp, mi sono reso conto ancora una volta di quanto io sia un uomo fortunato..” afferma.
“In che senso??”
“Quando andavo a scuola odiavo immaginare come sarebbe stato rivedere i compagni dopo tanti anni.. immaginavo che li avrei trovati realizzati lavorativamente, con delle belle famiglie, con le fedi al dito e fior fiori di pargoli al seguito, mentre io sarei stato il solito asociale, pieno di rabbia repressa, che l’unica cosa nella quale si sarebbe sentito realizzato sarebbe stata il sesso.. Invece stasera non puoi immaginare quando mi si sia gonfiato il cuore quando gli ho presentato te, quando gli ho detto che avevamo un bambino, e un’altra in arrivo.. Mi sono sentito felice, orgoglioso, bene con me stesso, perché mi sono reso conto che non avrei voluto nient’altro da raccontare, se non quanto la mia vita sia piena d’amore..”
Mi avvento sulle sue labbra e gli tengo il viso tra le mani, bagnandolo delle mie lacrime, quelle lacrime che solo lui può far sgorgare quando apre il proprio cuore. Vorrei riuscire a spiegargli che sono io a sentirmi una donna fortunata, che amo da morire lui e tutto ciò che abbiamo costruito, che non ho bisogno di nient’altro per essere felice.
“Non piangere piccola” sussurra asciugandomi le lacrime.
“Piango perché ogni giorno mi rendo conto di quanto sia immenso il mio amore per te, perché mi chiedo cos’avrò mai fatto di tanto grande per avere te, e i nostri figli..”
“Sei riuscita a far vivere un cuore che per ventisette anni non aveva mai battuto davvero”
 
 
 
Sento qualcosa di soffice e profumato solleticarmi il naso. Mugugno qualcosa ancora con gli occhi chiusi, e poi lentamente li apro, scoprendo che l’autrice del mio risveglio è una splendida rosa rossa, che Christian, seduto sul letto, fa ondeggiare davanti al mio viso.
“Buongiorno!!” esclama sorridendomi.
Mi stiracchio. “Buongiorno” rispondo, sbadigliando. Poi prendo la rosa è la annuso, ha un profumo davvero bello, affascinante ma delicato. Sollevo il viso verso Christian e lo bacio sulle labbra.
“Ti va di alzarti? Ho già fatto portare la colazione in camera”
“Nooo dai, tra un po’!” protesto, stringendo di più il cuscino.
“Stai diventando una pigrona” afferma.
“Prenditela con tua figlia, è lei che mi fa venire più sonno”
Lo sguardo di Christian si addolcisce, si infila di nuovo sotto la coperta accanto a me, e intrufola con la testa sotto, scoprendomi la pancia e lasciandovi un tenero bacio.
“Buongiorno principessa!!”
La principessa, già abbondantemente innamorata di suo padre, sentendo la sua voce comincia a scalciare. Christian appoggia l’orecchio accanto al mio ombelico, ed io gli accarezzo i capelli.
“Che dici telefoniamo a casa? Sono le dieci” chiede poi.
“Certo” rispondo allungandomi verso il comodino e prendendo il cellulare.
Christian si stende di nuovo accanto a me, prendendomi tra le sue braccia. Compongo il numero di Mia e metto in vivavoce.
“Ciao Ana!” risponde dopo soli due squilli.
“Ciaoo!!” esclamiamo in coro Christian ed io.
“Come state?? È bello lì??”
“Sìì bellissimo!” rispondo “Ci stiamo rilassando un sacco.. voi invece? Tutto a posto lì??”
“Tutto benissimo!”
“Il mio cucciolo che dice? Ha dormito bene??” so che la sto subissando di domande, ma sono ben 24 ore che non vedo mio figlio, e mi manca tantissimo.
“Benissimo! Ieri sera dopo che Kate ed Elliot sono andati via, ci siamo messi nel mio lettone insieme al pupazzo Chris e gli ho raccontato un paio di favole. Ha dormito come un angioletto”
Christian ed io ci guardiamo negli occhi e sorridiamo.
“E ora cosa fate?” domanda mio marito.
“Colazione. È appena arrivato lo zio Ethan con i cornetti, poi dopo ci prepariamo e andiamo al parco”
“Mi raccomando eh” interviene Christian.
“Sì fratellone, tranquillo.. faremo i bravi e non accetteremo caramelle dagli sconosciuti..”
“Spiritosa!!”
Sentiamo la risata di Mia, dopodiché parliamo per un paio di minuti con nostro figlio.
Dopo aver attaccato, mi decido finalmente ad alzarmi, e non appena arrivo nel salotto resto a bocca aperta, non tanto per la tavola apparecchiata con ogni ben di Dio, ma per il meraviglioso vaso di rose rosse sistemato sul tavolino basso.
“E queste??” chiedo.
Christian solleva le spalle, fingendosi indifferente. “C’è anche un biglietto” mi informa, indicandomi le rose.
Mi avvicino al vaso e stacco il bigliettino dal nastro che lega i fiori, e lo leggo.
Grazie per avermi insegnato la cosa più importante che potessi imparare: credere nei sogni! Tu e i nostri figli siete il mio sogno più grande. Ti amo
Ripiego il bigliettino e mi volto verso Christian, allacciandogli le braccia intorno al collo e baciandolo. Christian mi stringe forte a sé e affonda il viso nell’incavo del mio collo.
“Ti amo” sussurro al suo orecchio.
“Anche io piccola” risponde baciandomi la fronte.
Ci sediamo a tavola a fare colazione, poi andiamo a turno a prepararci. Christian mi ha detto di indossare il costume perché questa mattina faremo il bagno in acqua termale. Quando ho preparato il trolley mio marito mi ha categoricamente vietato di metterci un costume intero, per cui eccomi qui con il mio bikini blu cobalto con sfumature bianche. Indosso sopra un paio di jeans al ginocchio e una camicetta azzurra, e lascio poi il bagno a Christian.
Mezz’ora dopo siamo pronti per scendere alla zona benessere dell’hotel. Una ragazza ci accompagna ad una porta, e ci augura buon bagno prima di lasciarci entrare.
Una volta dentro, mi guardo intorno, affascinata dall’atmosfera delicata e soffusa che è stata creata. La parete destra è occupata da una vasca in muratura, con i bordi larghi almeno cinquanta centimetri, lungo i quali ci sono candele che emanano un dolce profumo di vaniglia, e in un angolo un vassoio di frutta, cioccolatini e una bottiglia di champagne con due bicchieri.
Sul lato destro ci sono due armadietti con asciugamani, cuffiette per i capelli, campioncini di creme, shampoo, bagnoschiuma e chi più ne ha più ne metta. Sulla parete sinistra, invece, ci sono due lettini apparentemente comodissimi, rivolti verso una grande finestra coperta da una tendina di plastica color panna.
“Oddio, è stupendo!” esclamo, estasiata.
Christian si avvicina e mi prende il viso tra le mani. “Ti piace??”
Annuisco. “Hai voluto tu che fosse tutto così??”
Sorride e annuisce. “Volevo che ci fosse un’atmosfera intima e romantica, come piace a te”
“Mi piace moltissimo!!” lo bacio.
“Ti va di fare il bagno ora??”
“Certo!”
Poso la borsa su uno sgabello e faccio per slacciarmi la camicetta, ma tentenno volgendo lo sguardo alla finestra.
“Tranquilla” interviene Christian “La finestra è ad effetto specchio. Noi vediamo l’esterno, ma dall’esterno non vedono noi, vedono un vetro bianco” mi spiega, comprendendo la mia insicurezza.
Gli sorrido e mi sfilo per prima cosa le scarpe e poi i jeans, mentre Christian si toglie velocemente la maglietta e le Adidas, restando semplicemente con il costume a pantaloncino.
“Ti serve una mano??” domanda, con quel tono seducente e quegli occhi argentei.
“Non mi dispiacerebbe” rispondo poggiando le mani sui fianchi.
Mio marito si avvicina a me e lentamente comincia a sbottonarmi la camicetta, dopodiché me la sfila e la appoggia insieme agli altri vestiti. Istintivamente porto le braccia davanti alla pancia per coprirmi, ma lui me le fa staccare, prendendomi le mani tra le sue.
“Ti prego non ti coprire.. sei bellissima..”
Abbasso lo sguardo, arrossendo. So che ormai dopo tre anni che stiamo insieme dovrei aver superato questo velo di imbarazzo, però in bikini con il pancione mi sento molto esposta, e le parole di Christian riescono sempre a rassicurarmi un po’.
Christian entra nella vasca per primo, mentre io mi siedo sul bordo, con le gambe ciondolanti in acqua.
“Vuoi aspettare un po’ prima di entrare??”
Annuisco. L’acqua non è fredda, ma neanche calda, quindi voglio abituare pian piano le gambe prima di immergermi completamente. Intanto mi godo la visione di mio marito che sembra un perfetto sirenetto.
“Perché vuoi farmi del male??”
Lo guardo accigliata. “Eh??”
“Seduta lì, con quel costume e quei capelli sciolti che ti ricadono sulle spalle sei una visione indescrivibile..”
Sorrido inclinando il viso di lato, e gli soffio un bacio. Christian cammina nell’acqua fino a raggiungermi, e si solleva leggermente per baciarmi, poi mi bacia il pancione.
“Principessa” chiama nostra figlia, strofinando il naso sulla mia pelle.
“Senti come scalcia” dico tastandomi la parte sinistra della pancia.
Christian vi si appoggia con la guancia, circondandomi la vita con le braccia. Intrufolo le dita tra i suoi riccioli ramati, sentendomi in pace con il mondo.
Abbasso il viso e do un bacio sui capelli di mio marito, e poi piano piano entro in acqua con lui. Muovo le braccia per abituarle alla temperatura, e chiudo gli occhi per rilassarmi all’idromassaggio. Le labbra di Christian che si posano sul mio collo e lentamente risalgono fino al lobo mi aiutano nel mio intento, rilassandomi e contemporaneamente infiammandomi. Mi volto tra le sue braccia e lo bacio, sfiorandogli il torace e lasciandomi andare alle sue carezze. Lui mi posa le mani sui fianchi, attirandomi verso il suo bacino, premendo la sua eccitazione contro il mio basso ventre. Le mie mani salgono dal suo torace ai suoi capelli, e il bacio si fa sempre più intenso.
“Ana” ansima Christian staccandosi per un istante “Se non ci fermiamo finisce che ti prendo qui, nella vasca..”
Quella sorta di avvertimento misto a supplica arriva dritto alla mia intimità sottoforma di scintille.
“E allora fallo” gli dico semplicemente.
Christian sgrana gli occhi, che sono ora di un argento più luminoso, e si avventa di nuovo sulle mie labbra, divorandole e assaporandole. Scende poi con la bocca al mio collo, mentre le sue mani fanno scendere lentamente gli slip del costume lungo le mie gambe. Collaboro per sfilarli del tutto, e lui li appoggia poi sul bordo della vasca, dopodiché fa per baciarmi di nuovo, ma lo blocco. “E se entra qualcuno?” chiedo timorosa.
“Tranquilla, la porta è chiusa a chiave, e in ogni caso non abbiamo limiti di tempo, possiamo stare qui quanto ci pare”
Dopo essere stato rassicurato dal mio sorriso, Christian ricomincia a baciarmi, rendendomi sempre più desiderosa di lui. È il mio turno di torturagli il collo, accarezzandolo con le labbra e la punta del naso, mentre lui sfiora il mio seno da sopra il costume.
“Christian” sussurro, con il respiro pesante.
“Cosa piccola??”
“Ti voglio” lo dico quasi in una supplica.
Christian si stacca da me e si abbassa il costume, liberando la sua erezione, poi mi afferra per i fianchi. Allaccio le braccia intorno al suo collo e le gambe intorno alla sua vita, e in un istante lo sento in me. Mi sorregge per i glutei, facendomi appoggiare la schiena alla parete della vasca, e comincia a muoversi, entrando e uscendo da me. Mi muovo insieme a lui, andandogli incontro, stringendolo a me, baciandolo con tutto l’amore che ho dentro, e poco dopo raggiungiamo insieme l’apice del piacere.
 
 
Quando finalmente ci decidiamo ad uscire dalla vasca, appagati e rilassati, indossiamo gli accappatoi dati in dotazione dall’albergo, e ci stendiamo sui due lettini, attaccandoli in modo da formare un unico lettino grande. Accanto a noi abbiamo il vasetto con i frutti di bosco e quello con i cioccolatini.
Prendo una fragola e la porto verso la bocca di Christian, che ne morde metà, lasciando a me l’altra parte. Poi è il turno di un cioccolatino al latte, che segue la stessa procedura.
“Vieni un po’ qua” dice Christian attirandomi a sé e baciandomi. “Mmm.. volevo vedere se è migliore il tuo sapore o quello del cioccolato.. decisamente il tuo!”
Ridacchio e lo bacio a mia volta. Mi sento completamente serena e rilassata, quel bagno è stato magico, e non solo per l’amplesso. E anche il post-bagno è bellissimo, a ridere e coccolarmi con il mio meraviglioso uomo, mentre la nostra piccolina si muove lenta dentro di me.
“Dopo pranzo cosa facciamo??” chiedo ad un tratto.
“Tutto quello che vuoi tu, amore”
“Beeh, in realtà una cosa la vorrei fare..” Christian sorride, incitandomi a proseguire “Ieri sera, quando siamo andati al ristorante, e poi dopo al lago, ho visto la strada principale tutta costeggiata da negozi, bar, panchine.. insomma, mi piacerebbe fare un giretto, però a piedi, solo tu ed io!”
“Mmm.. solo tu ed io, eh??”
Annuisco.
“Aggiudicato!” afferma Christian.
Gli prendo il viso con una mano, stringendogli la mascella, e gli bacio le labbra morbide che sanno di fragole e cioccolato.
 
 
Dopo una doccia e un ottimo pranzo al ristorante dell’albergo, Christian ed io risaliamo in camera per sistemare la valigia e prendere le nostre cose: dopo il giro in paese torneremo a casa. Questo è un posto bellissimo, e mi dispiace lasciarlo, però a Seattle mi aspetta il mio cucciolo, che non vedo l’ora di riabbracciare.
Prima di andare via mi sistemo il trucco, sotto lo sguardo spazientito e allo stesso tempo divertito di mio marito.
“Quante volte ti devo ripetere che non hai bisogno di trucco perché sei bellissima così??”
Poso tutti i cosmetici nel mio fidato beauty-case, e mi avvicino a lui. “Sicuro di non volerne mettere un po’ anche tu?? Stai invecchiando, ti si cominciano a vedere le rughette intorno agli occhi” lo provoco.
Christian mi guarda per qualche istante, poi mi prende per i fianchi e mi adagia delicatamente sul letto, salendo a cavalcioni su di me, all’altezza delle cosce per non pesare sulla pancia. Intrufola le mani sotto al mio vestitino, e so già quale vendetta sta meditando.
“Di’ un po’, chi è che sarebbe vecchio??”
E detto questo comincia a farmi il solletico. Io rido e mi dimeno, ma lui sembra divertirsi ancora di più.
“Dai Christian..” lo prego tra le risate.
Nel tentativo di sfuggire alla sua tortura, riesco ad agguantargli la maglietta, e lo attiro a me, facendo scontrare le nostre labbra. Lui smette subito di farmi il solletico, e si lascia andare alle mie attenzioni.
“Uau piccola, tu si che sai come zittire le persone” ammette poi, poggiando la fronte sulla mia.
“Non mi interessa zittire le persone, mi basta zittire te!”
“E ci riesci benissimo!” dice prima di darmi un bacio sul naso e alzarsi.
Mi alzo anche io e mi sistemo, poi prendiamo borsa e trolley e usciamo.
 
Poco più tardi, Taylor ci fa scendere nei pressi della strada di cui ho parlato questa mattina a Christian, che ieri sera era pressoché deserta, ma adesso è piena di vita. Negozietti, bar, persone che passeggiano, ragazzi che si incontrano, e noi ci inseriamo in questo clima di fervore e allegria, camminando abbracciati ad osservare le vetrine.
Arriviamo davanti ad un negozio di giocattoli e non resistiamo, dobbiamo entrare. Ci dirigiamo spediti nel reparto per i maschietti, con l’intenzione di comprare un regalo al nostro cucciolo.
“Oddio guarda quello!” Christian mi indica euforico un modellino di aeroplanino da montare.
“Per far giocare Teddy o te??” ironizzo, ma poi mica tanto; Christian quando gioca con nostro figlio sembra più piccolo di lui.
“Dai prendilo, che hai gli occhi a cuoricino!” affermo poi.
“Nono, quelli li ho solo con te!” mi bacia e poi afferra lo scatolo con il giocattolo per Teddy.
Prima di dirigerci alle casse facciamo anche un giro nel reparto per femminucce, e decisamente non vedo l’ora che la mia piccola nasca e compia qualche mese per potermi finalmente dedicare anche a bambole e cucinelle.
Spostandoci poi al reparto libri, scorro un po’ i vari titoli di libri per la gravidanza, il parto, le prime settimane del neonato, mentre Christian sfoglia il libro dei nomi.
“Amore, ma lo abbiamo già a casa” gli ricordo.
“Lo so, però volevo comunque dare un’occhiata”
Mi avvicino a lui e butto l’occhio sulla pagina aperta. È alla lettera P.
“Ti piacerebbe Phoebe?” chiede mio marito.
Ci rifletto un attimo su. È un bel nome, e poi suonerebbe bene: Phoebe Grey.
“E’ bello” rispondo “Cosa significa??”
“Deriva dal greco e significa lucente, luminosa..” spiega, con un fascino nella voce che fa appassionare anche me, e sulla mia lingua già comincia a disegnarsi quel nome.
“Ti piacerebbe questo nome per nostra figlia??” chiedo prendendogli la mano.
“E’ molto bello.. tu cosa dici??”
“Dico che ha un significato bellissimo, e che Phoebe Grey suona davvero bene!” dico con un sorriso.
Christian richiude il libro e lo ripone sul suo scaffale, poi mi abbraccia forte, baciandomi una guancia.
“Tu cosa dici?? Ti piace Phoebe??” domanda poi, accarezzandomi il pancione.
Pochi secondi e un inconfondibile calcetto ci dà la conferma che la principessa ha approvato.
Usciti dal negozio con il nostro nuovo acquisto, e in più il nome per nostra figlia, che già mi piace da morire, riprendiamo la nostra passeggiata. Christian vorrebbe convincermi a fare un po’ di shopping, ma sinceramente non ho alcuna voglia di perdere tempo in un negozio ad entrare e uscire dal camerino. Ciò di cui ho voglia, invece, è un cono gelato gigante, ragion per cui trascino Christian in gelateria, e ci fermiamo a mangiare seduti su una panchina, come due fidanzatini.
“Amore”
Mi scosta una ciocca di capelli dietro all’orecchio. “Dimmi piccola”
“Grazie!”
“E per cosa??”
“Per questi due giorni qui, solo io e te.. sono stati davvero meravigliosi, ogni istante è stato meraviglioso.. mi hai regalato tutto quello di cui avevo bisogno: relax, amore, e il tuo modo di sorprendermi sempre”
Christian mi sfiora dolcemente il viso con i polpastrelli. “Amore mio, non mi devi ringraziare di nulla. Io voglio solo renderti felice, mi bastano i tuoi occhi che luccicano, come adesso, e il tuo sorriso, e posso dire di stare bene”
Gli bacio il mento e poi mi accoccolo a lui, ringraziando ancora una volta Dio per il dono che mi ha fatto.
“Ah amore, volevo dirti anche un’altra cosa” dice Christian, guardandomi negli occhi “Era da un po’ che volevo dirtela, però ho voluto aspettare che scegliessimo il nome della piccola”
“Per cosa??”
“Ecco, io.. insomma.. a me piacerebbe che.. accanto al nome della piccolina..”
Gli poso due dita sulle labbra, zittendolo. So già cosa vuole dire, e ne sono felicissima. “Non dire niente, ho già capito”
“Cos’hai capito??”
“Che se Phoebe Grey suona bene, Phoebe Grace Grey suona ancora meglio!”
Mio marito sgrana gli occhi, sconvolto. “Ma come…??”
“Amore mio, non è difficile.. considera, uno, che so leggerti nella mente ormai, e due, che Grace è colei che ti ha ridato la vita, ed è il minimo dare il suo nome a nostra figlia..”
Christian mi cinge le spalle con un braccio e mi attira a sé. “Quanto sei perfetta” mormora baciandomi una tempia.
 
 
“Papàààà, mammaaaaa!!”
Un tornado tutto ciccia e capelli ramati ci corre incontro mentre scendiamo dal portico del giardino di casa Grey-Trevelyan.
“Eccolo il mio campionee!!!” esclama Christian correndo verso di lui e prendendolo in braccio al volo. “Cucciolo!!” dice dolcemente, stringendolo a sé e baciandogli ripetutamente la guancia. Quanto è bello vederli così affiatati.
“Mammaa!” Teddy tende le braccia verso di me, ed io lo prendo in braccio, stringendolo forte e coccolandolo per almeno dieci minuti.
“Mi sei mancato tantissimo” mormoro, riempiendolo di baci.
Christian si unisce all’abbraccio, e stritoliamo il nostro piccolo di tutte le coccole arretrate tra ieri ed oggi.
Con ancora il mio piccolo in braccio, saluto Mia, Grace e Carrick, ringraziandoli per aver tenuto Teddy.
“Ma non dovete ringraziarci, è stato bellissimo averlo qui!” ci rassicura Carrick.
“E poi ci siamo divertiti un sacco, vero tesoro??”
Teddy annuisce alla sua zietta, che ci racconta quello che hanno fatto in questi due giorni.
“Vi va di cenare qui prima di tornare a casa??” propone Grace.
“Per me va bene!” sentenzia Christian, ed io non posso che essere d’accordo.
Oggi mi sento così bene che direi di sì a qualsiasi cosa.
“Allora io vado a controllare l’arrosto” dice Mia avviandosi in cucina.
Restiamo solo Grace, Carrick, Christian ed io. Mio marito mi prende per mano, e capisco che vuole dire qualcosa di importante, e so già anche cosa. Annuisco e gli sorrido, infondendogli coraggio.
“Mamma, papà.. volevamo dirvi che abbiamo scelto il nome della piccolina”
“Uuuh davvero?? E qual è??” domanda impaziente mia suocera. 
“Nostra figlia si chiamerà Phoebe Grace Grey” annuncia Christian, orgoglioso.
Grace e Carrick sgranano gli occhi e si guardano per qualche istante, stupiti.
“Ragazzi.. io..”
“Mamma, non dire nulla” le dice dolcemente Christian “Sei la persona che mi ha ridato la vita, mi ha curato, mi ha amato, mi ha capito nonostante il mio essere estremamente chiuso.. e se io oggi sono quello che sono, lo devo solo a te.. a voi..”
Grace si asciuga una lacrima che è scesa a rigarle il viso e abbraccia forte il suo bambino. “Ti voglio bene piccolo mio” farfuglia tra le lacrime.
“Anche io mamma”
Christian mi porge la mano, ed io mi unisco all’abbraccio.
“Grazie tesoro mio” mi sussurra poi Grace “Grazie per avergli fatto scoprire l’amore, sotto alla corazza che aveva sul cuore”.
 
 
Angolo me.
 
EBBENE Sì, SONO TORNATA!!
Credetemi non so neanche da dove cominciare per chiedervi scusa per questa lunghissima assenza. Come molte di voi sapranno, poco prima di Natale mi si è rotto il PC, e mi dissero che purtroppo non si poteva riparare. Ci sono rimasta malissimo perché avevo già progettato di pubblicare qualcosa in più durante le vacanze natalizie, ma purtroppo non ho potuto. Sono stata fino a fine gennaio senza PC, e quando ne ho avuto un altro, ho avuto problemi perché non leggeva l’hard disk con tutti i miei file. Insomma, un casino. E in più, la scuola assorbe la maggior parte del mio tempo e delle mie energie.
Però ho sempre detto che mai avrei abbandonato la storia, perché la adoro troppo, e adoro troppo anche voi!!
Per disperazione addirittura ho scritto parte di questo capitolo su un quadernetto che porto persino a scuola; tra una spiegazione e un’interrogazione mi metto a scrivere qualche riga xD
Ora veniamo a noi, ovviamente come avrete visto non sono affatto cambiata: zucchero a volontà per festeggiare il mio ritorno!! Ho voluto regalare ai nostri protagonisti un paio di giorni per staccare da tutto, perché penso che per una coppia sia importante farlo. E ovviamente il tutto è imbottito di momenti dolci da parte del nostro cucciolo preferito, e un pizzico di gelosia che non guasta mai xD
La canzone di cui ho citato le parole, come avrete capito, è “Incanto” di Tiziano Ferro, che mi piace moltissimo.
Come ben sapete ci tengo a sapere le vostre opinioni, e voglio fare un ringraziamento enorme a tutte voi che non mi avete abbandonata, e che spesso vi siete ricordate di me. Vi adoro sempre di piùùù!!
Non posso promettervi di aggiornare precisamente nel prossimo week-end, perché sono impegnatissima con la scuola, ma vi assicuro che non mi assenterò più per due mesi e mezzo xD
A presto fanciulle, un bacio.
Mery.
P.S. chiedo scusa per eventuali errori di battitura, ma è tardi e non ho riletto il capitolo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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