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Autore: cin75    21/02/2016    9 recensioni
Lucifero, ancora nelle vesti di Castiel, si svela finalmente e lo fa nel modo più crudele. Uccidendo Dean.
Cosa farà Sam? Come reagirà?
Spoiler stagione 11. WARNING!!!
Genere: Angst, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Sam , in attesa che Dean lo chiamasse, era ancora al bunker. Stava portando avanti le ricerche su cosa potesse o meno fermare l’Oscurità.
Ormai, andava avanti da giorni in quella maniera.

Si erano chiusi nel rifugio, ma dopo i primi tre libri , Dean aveva iniziato a dare di matto e così si era scovato un caso poco lontano dal bunker.
Sembra una cosa semplice, Sammy! Una cosa alla “Vado, l’ammazzo, e torno!!”....ho bisogno di una buona sana caccia o divento matto qui dentro, in mezzo a tutte questa scartoffie!”, gli aveva detto Dean, mentre preparava la solita borsa con le armi che potevano servirgli.
E così, Sam, dopo essersi raccomandato di stare comunque attento e di tenerlo aggiornato, aveva , come dire, dato una buona uscita al maggiore.
Era ritronato ai suoi libri e aveva tirato fuori ogni tipo di faldone possibile ed immaginabile che potesse aiutarlo a mettere insieme un incantesimo che li aiutasse in quella assurda situazione. Doveva farlo.
Per Dean!
Da quando il maggiore gli aveva confessato ciò che gli succedeva, suo malgrado, alla presenza di Amara, Sam doveva essere pronto a tutto pur di proteggerlo e salvare entrambi.
 
Ad un tratto, il suo cellulare squillò.
Credeva fosse Dean, ma quando vide il numero assurdo, 666, che lampeggiava sul display, non ne comprese il motivo.
Aprì la comunicazione comunque.
“Che cazzo vuoi Crowley!?” fu il saluto.
“Sam…” fece la voce sfiancata dall’altro lato del telefono.
Sam notò subito l’affaticamento, decisamente non tipico del demone. Lo sentì respirare affannosamente, quasi come se facesse fatica a parlare.
“Crowley, che succede!?” fece con tono severo. “Che hai combinato?”
“Devi…raggiungermi….tu devi…”
“Scordatelo. Non ho intenzione di scendere di nuovo all’Inferno!” gli rispose con decisione.
Dean di certo non gliel’avrebbe perdonata.
 
Perfetto! Ora mi preoccupo anche di non disobbedire ad un fratello assente. Grandioso, Sam!! , pensò il giovane cacciatore, rimproverando sé stesso.
 
“Non sono…all’Inferno. Io…io sono in vecchio…..casolare …in una zona ….boschiva…appena fuori Cawker City, vicino al lago Wakonga!” riferì a fatica.
“E che diavolo ci fai nei boschi?!” chiese curioso ma anche sorpreso.
“Sam….vieni e ti spiegherò tutto. Non….non è una trappola….io…io non volevo farlo…ma…non potevo….non sono riuscito a resistere…io…”
“Non volevi fare cosa, Crowley?” chiese allarmato ma un attimo dopo la comunicazione cadde e Sam si ritrovò a chiamare il nome del demone invano.
 
Cosa fare?
Andare e azzardare?
O aspettare che Dean tornasse e andare insieme?
 
Provò a chiamare il cellulare del fratello che però risultava essere irraggiungibile. Non poteva ignorare la chiamata di Crowley, nemmeno il tono e il modo in cui il demone gli aveva parlato.
Forse aveva fatto del male a qualcuno , forse quel qualcuno poteva essere ancora aiutato.
Così decise. Lasciò un messaggio alla segreteria telefonica di Dean, e anche un messaggio scritto messo in bella vista sul tavolo della grande sala del bunker. Gli lasciò le coordinate del posto e andò via.
 
Raggiunse il luogo indicato da Crowley in poco tempo. Cawker non era molto distante, circa mezzora di strada. Fortunatamente non c’erano molti casolari vicini al lago e quindi fu facile individuare quello in cui il demone lo stava aspettando.
Appena fuori la porta, Sam, tirò fuori la sua pistola, la caricò e la tenne ben ferma davanti a sé. Con una mano aprì la porta e poi con la punta del piede la spalancò del tutto. Prima di entrare diede una rapida occhiata all’interno. Non c’era nessuno. O almeno nessuno di visibile.
L’unica presenza era Crowley.
Fermo al centro della stanza.
Le braccia lungo i fianchi e le mani appena davanti a lui.
Le mani completamente imbrattate di sangue.
Ai suoi piedi una lama angelica completamente coperta di sangue.


Sam entrò del tutto nella stanza e chiuse la porta per evitare che qualcuno , magari, anche per caso, potesse vedere dal di fuori.
Il demone alzò appena lo sguardo su di lui e Sam, con un movimento accennato gli mostrò la pistola.
“Proiettili ricavati da una lama angelica. E tu sai che funzionano anche su quelli come te. Quindi pensaci bene prima di fare qualche stronzata!” lo avvertì Sam, tirando indietro il cane della pistola.
Colui che Sam credeva fosse ancora il Re dell’Inferno, annuì remissivo e poi tornò a fissare le sue mani.
“Che hai fatto, Crowley?!” chiese a bassa voce indicandogli le mani insanguinate.
“Io non volevo….ma non sono riuscito a fermarmi…” rispose.
Sam gli si fece ancora più vicino, senza mai , però abbassare la guardia. Crowley, sembrava sfinito, era lurido, sporco di terra e sangue. I suoi abiti non erano affatto quelli con cui Sam lo aveva sempre visto. Niente capi firmati , nessun cappotto di lusso. Il demone indossava una camicia sdrucita e dei pantaloni ridotti ancora peggio.
“Che ti è successo?...che cosa hai combinato?!” domandò fissandolo con perplessità.

Crowley lo fissò confuso a quella domanda. Al dire il vero, a Sam, parve quasi che lo fissasse spaventato.

“Lui…lui non doveva essere qui…lui non sarebbe dovuto essere…. e mi ha costretto….ho cercato di resistere al suo potere….ma…non….”
Sam seguiva le sue parole sconnesse. Le sue labbra presero quasi a ripetere quello che il demone diceva e di tanto in tanto anche il cacciatore si ritrovava a fissare una porta chiusa che anche il demone di sfuggita, e colpevole, guardava.
“Lui ? Lui chi, Crowley? Di chi stai parlando….dannazzione, riprenditi!!” lo ammonì con  decisione.
“Io vi odio….noi siamo…nemici….ma è l’ordine naturale tra noi….e mi sta…bene…” blaterò confuso. “ Ma..io…io… non sono riuscito a fermarmi. Dovevo colpire…dovevo colpire…” biascicava ancora stordito dagli effetti dell’incantesimo di cui Sam non sapeva niente.
“Smettila di dire cose senza senso….cerca di spiegare che cosa è successo, che cosa hai fatto??!” inveì a questo punto Sam, spingendo il demone contro la parete della stanza. “Di che è tutto questo sangue??!”

Crowley gemette e di istinto si fissò le mani sporche di sangue.
“Non volevo..colpirlo così…non così….ho cercato di trattenermi, ma….”
“Chi? Chi hai colpito?!...di chi è quel sangue?! Parla…o giuro che ti ammazzo all’istante, brutto figlio di puttana!!” e Sam ora, era davvero infuriato.
Crowley inspirò a forza, quando la mano di Sam gli premette con forza contro il petto.

“Dean.” disse in un sussurro il demone.

Sam strinse gli occhi e poi scosse la testa come a voler riattivare tutto dopo aver sentito il nome di suo fratello.
 “Dean….io credo di aver ucciso….Dean!” confessò Crowley certo che anche lui adesso sarebbe morto.
Sam sembrò congelarsi a quella rivelazione. Il suo cuore si fermò per un attimo. Il respiro gli si bloccò in gola. Le mani anche se ancora ferme sul torace del demone, per bloccarlo, tremarono impercettibilmente. Le gambe, anche.

“Che hai detto?!” e fu appena un mormorio.

“Io…ho…ucciso…Dean.” confessò di nuovo guardando ancora la porta chiusa nell’angolo della stanza.
Sam, senza spiegarsi perché, lasciò la presa che aveva sul demone e guardò quella stessa porta.
Con passi lenti, pesanti e timorosi avanzò verso la stanza chiusa. Mettere la mano su quella maniglia fu un impresa dolorosa. Costringersi ad girarla e ad aprire la porta , fu peggio.

Ma non appena la soglia fu completamente aperta, gli occhi di Sam iniziarono a bruciare.
 
Dean era ancora seduto alla sedia. Legato. Indifeso. Indicibilmente torturato. Vigliaccamente colpito. La testa calata mollemente sul petto. Il sangue che copriva la maggior parte del suo corpo e una parte del pavimento e della sedia che lo teneva prigioniero.
“No…no…no…no..” sussurrò tremante mentre con un gesto disperato si lanciava verso il fratello inerme.

“DEEEAAANNN!!!”
   
 
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