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Autore: Juliet Leben22    22/02/2016    11 recensioni
Draco pensò che sembravano fatti per essere incastrati. Come se nulla, avesse mai davvero combaciato prima d’ora.
Draco aveva imparato tante cose da lei. Aveva imparato a riconoscere i silenzi, i diversi tipi di sorriso e complicità.
Aveva scelto lei o la sua famiglia? Questa domanda lo attanagliava ogni notte, ogni istante.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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What I am
 
Era fermo, immobile dinnanzi a quel silenzio perfetto. L’immensità del cielo era sempre qualcosa che lo aveva affascinato sin da piccolo, facendolo ammutolire di fronte all’infinito.
Miliardi di stelle tempestavano il cielo, illuminandolo. Lui, che nella vita aveva conosciuto solo ombre e oscurità, una luce l’aveva potuta vedere davvero. Da vicino e si era scottato così tanto che si era ripromesso che la luce non era fatta per quelli come lui. Aveva passato la vita – sebbene fosse un umile mezzosangue- alla schiera dei purosangue, considerato al loro livello… un difetto di nascita per cui solo per lui era stata fatta eccezione.
Ricordava bene, però, quel barlume. L’unica che gli era rimasta affianco più che aveva potuto, ma dopo lui aveva dovuto fare una scelta. Non aveva potuto seguire col suo cuore, quello che urlava di amarla, di vivere per lei e con lei. Aveva scelto la paura, il potere, l’ambizione e ideali che nemmeno lo rappresentavano appieno.
Era bastato vedere come anche lei si fosse innamorata di quel ragazzo, una persona senza ideali, senza morale.  Anche lei aveva ceduto e l’aveva lasciato solo.
Ricordava bene cosa le aveva detto… l’aveva chiamata sanguemarcio e tutto era improvvisamente precipitato.
Lei aveva scelto la luce, lui le arti oscure.
Aveva un talento innato per tutti i tipi di magia e credeva che ormai il suo cuore fosse un angolo buio e senza spiragli di speranza. Poi aveva udito la profezia da Sibilla e qualcosa gli aveva stretto l’animo, impedendogli di respirare.
Lily… la sua amata Lily sarebbe morta, se lui non avesse fatto nulla. Aveva pregato il Signore Oscuro di risparmiarla e lui –stranamente- aveva acconsentito.  Così era corso da Albus e gli aveva spiegato ogni cosa. Era pentito, avrebbe fatto qualunque cosa per quella donna e il preside lo sapeva.
Gli chiese, infatti, di fare il doppiogioco. Lui aveva promesso che l’avrebbe salvata, dopotutto, perciò toccava a lui fare la mossa assegnatagli.
Sospirò, cercando di non pensare a quello che poi era accaduto… a quello che poi aveva perso.
Lily… la sua luce, il suo patronus, il suo amore… tutto perduto a causa di una scintilla verde uscita da una bacchetta.
L’aveva stretta a sé, se lo ricordava – eccome se lo ricordava- , e aveva urlato, pianto tutto il suo dolore.
La sua vita da allora era cambiata tanto e Severus Piton aveva scelto di proteggere il figlio della donna che amava più della sua stessa vita –Harry Potter- fino al suo ultimo respiro.
Ogni volta che lo incontrava per i corridoi, così simile a suo padre, avrebbe solo voluto schiantarlo. Ma poi c’erano quegli occhi, quegli occhi chiari che lo bloccavano seduta stante e sembravano dirgli “Sev, io vivo in lui più di quanto tu possa immaginare”.
Non aveva più pianto da quando aveva lasciato il suo corpo, aveva sepolto tutto dentro se stesso.
Severus era un grande mago, ma non era bastato a salvarla e quella colpa l’avrebbe perseguitato fino alla fine della sua vita.
Udì dei passi, dietro di sé e si voltò, pronto a sguainare la bacchetta per qualsiasi evenienza.
Alla luce stellare, si presentò un ragazzo dai capelli color del grano e gli occhi argento che aveva giurato di proteggere con un voto infrangibile.  Per certi versi, si rivedeva in lui. Così gelido, così ingabbiato… così sofferente.
Draco Malfoy non aveva, ovviamente, accettato di buon grado la decisione di sua madre di mettergli accanto quel professore così fedele a Voldemort.
Per tutti non era altro che un rampollo purosangue viziato e ingiusto, ma Severus aveva capito qualcosa che nessun altro aveva potuto intravedere prima d’ora nel ragazzo: una luce.
Qualcosa aveva inspiegabilmente illuminato la sua vita, le sue scelte e Draco aveva paura, paura da morire – anche se non l’avrebbe mai ammesso-.
-Draco-
-Professore- disse sprezzante.
-Desiderei parlarti nel mio ufficio-
-Per una punizione?- continuò, gelido.
-Sei fuori a quest’ora della notte, dovrò pur darti un alibi. Non pensi?- il suo tono era piatto, come se stesse parlando di una qualsiasi ricetta per una pozione e non di una possibile espulsione.
Il ragazzo, silenziosamente, lo seguì con passi decisi. Percorsero il corridoio di marmo e scesero la prima rampa di scale a destra –giungendo così nei sotterranei-. La prima porta a sinistra ed entrarono.
Il suo ufficio era come sempre in ordine e cosparso di ampolle e pergamene, ma quello che catturò lo sguardo di Draco Malfoy era cornice semplice di color rosso scarlatto – che stonava grandemente con l’ambiente intorno- e teneva segreta la foto.
Quell’essere fuori posto era così tanto evidente che… ti faceva avvertire quanto quella fotografia fosse al suo posto. Come se tutto ruotasse intorno a quell’immagine. Era una sensazione parecchio strana.
Severus intercettò immediatamente lo sguardo del suo allievo, ma quando tentò di leggergli nella mente… trovò un muro spesso.
Occulumanzia.
Draco Malfoy aveva qualcosa di molto luminoso da nascondere. Qualcosa che agli occhi del Signore Oscuro sarebbe stato Alto Tradimento e gli sarebbe costata la vita. Qualcosa che sarebbe costata la vita di lei. Qualcosa che sarebbe costata la vita della sua famiglia.
Severus Piton girò la fotografia e Draco rimase gelido nella sua posizione.
-Questa è la donna più coraggiosa, altruista e giusta che io abbia mai conosciuto.-
-Che fine ha fatto?- stava trattenendo il fiato, poteva ben vederlo.
-Voldemort l’ha uccisa-
Erano parole aride che sminuivano ciò che Lily Evans aveva compiuto: il sacrificio più nobile e estremo che possa esistere.
-Perché?-
Non poteva dirgli la verità, perciò gli disse ciò che era giusto sapesse. –Era una mezzosangue.-
Draco boccheggiò e il muro della sua mente cadde.
Quante volte aveva immaginato che la cruciassero, che la uccidessero per il suo status di sangue?
Quante volte aveva lasciato che il fiume di pensieri scorresse fino al futuro… un futuro assieme?
Sì, Draco Malfoy aveva visto un bambino nei suoi sogni una volta. Era biondo e aveva gli occhi nocciola. Era sempre sorridente, a differenza sua. Era intelligente come lei, furbo come lui ed era la sintesi perfetta di loro due insieme.
-Hermione Jean Granger- sussurrò il professore, con la voce meno sicura di quanto volesse in realtà.
Abbassò lo sguardo –il giovane ragazzo dagli occhi argento- come se fosse stato punto sul vivo. Severus Piton si rivedeva in lui, nel suo dolore, nella sua sofferenza… nell’ingiustizia di sapere che non si può amare chi si ama.
-Draco…- lo richiamò, mentre il cercava di penetrare nella sua mente.
Il ragazzo stava tentando in tutti i modi di opporre resistenza e sembrava riuscire, quando Piton lo mise alla prova.  –La uccideranno.-
Ogni genere di barriera nella sua mente crollò come un battito d’ali e cadde a terra.
-Devi essere più freddo, più gelido… più forte-
-Non ce la faccio!-
-Draco non devi cedere ora-
-E perché? Perderò tutto, qualsiasi decisione io prenda.-
Lo guardò fisso negli occhi e Draco ricambiò, con il fiatone per lo sforzo –sia emotivo che fisico-.
Severus si rivide in quel ragazzo. Non per come si stavano svolgendo gli eventi, ma poteva avvertire la sua paura, il suo amore, la sua vergogna.
Aveva sicuramente infranto qualsiasi regola del codice dei purosangue. Un codice non d’onore, ma di sangue. Il primo, e più importante, comandamento è sicuramente quello di disprezzare i mezzosangue –causa del male del mondo-.
Eppure, il figlio della famiglia purosangue più famosa del mondo… amava una nata babbana estremamente dotata.
Un passo falso e tutto sarebbe precipitato; una scelta sbagliata e tutto sarebbe capitolato e cambiato senza più tornare indietro.
-Come posso salvare lei e la mia famiglia allo stesso tempo? Come posso, eh? Me lo dice lei? No. Non me lo dirà… perché nemmeno lei lo sa. Perché se lo avesse saputo, avrebbe salvato anche lei!-
Severus deglutì, amaramente. -La situazione è diversa per te, Draco.-
Sbuffò. –Adesso me ne vado che ho compiti molto più importanti che sentirla blaterare cose senza senso. Quando avrà trovato una soluzione, allora la ascolterò.- si voltò e proseguì verso la Torre di Astronomia.
Era in ritardo e lei si sarebbe arrabbiata. La situazione lo fece sorridere tra sé e sé. Quanto era bello litigare, ridere e poi ancora discutere e… sentire il battito del suo cuore accelerarsi solo perché lui l’aveva sfiorata.
La chioma dai capelli ricci lo stava aspettando spazientita. I ricci le cadevano dolcemente sulle spalle e sulla schiena. Liberi, ribelli… meravigliosi.
Aveva i passi leggeri –Draco Malfoy- più leggeri di una serpe, ma lei lo udiva sempre. Come se percepisse la sua presenza.
-Draco-
-Hermione-
Il loro tono era formale, sebbene avessero desiderato entrambi che fosse più confidenziale.
-Sei in ritardo-
-Un Malfoy arriva quando decide di arrivare.-
La ragazza dagli occhi nocciola sbuffò. –Sei sempre il solito.-
-Questo non ti ha impedito di desiderarmi, Granger. O sbaglio?-
Sollevò il sopracciglio. –Scusa? Sei fuori strada, Malfoy-
Si avvicinò, facendola indietreggiare verso la ringhiera. Il suo respiro si sfrangeva contro il suo viso, scostandole i capelli. Era vicino, troppo vicino. Poteva avvertire come il suo cuore scalpitasse e come quello di lei rispondesse. Era sempre stata una connessione che aveva avvertito fin dalla prima volta, quando lei era caduta dalle scale per un incantesimo di immobilizzazione –petrificus totale, lanciato da non si sa chi- e gli era caduta addosso.
Non era riuscito ad insultarla quando si era accorto che aveva il bottoncino della camicetta sbottonata che faceva intravedere il reggiseno nero. Non era riuscito a scacciarla quando l’aveva guardata negli occhi.
Da quel momento tutto era precipitato e l’aveva avvolto in un vortice. Proprio come il suo profumo che aveva bisogno di respirare almeno una volta al giorno.
Le iridi argento dello studente si posarono sull’uomo che gli stava alleggerendo – o appesantendo- la coscienza.
Non l’aveva mai baciata. Mai. Nemmeno quando l’unica cosa che voleva era unirsi a lei in maniera decisamente poco casta e avvertire la propria pelle sulla sua.
Aveva anche cominciato a chiamarla Hermione. Lo trovava decisamente un nome fantastico, uno di quelli che non ti senti di abbreviare ma solo di pronunciare.
In quel momento, però, qualcosa era sfuggito al suo controllo e le aveva guardato le labbra.
Si chinò su di lei e la baciò in modo deciso e necessitante, come se lui fosse un disidratato e lei la sua unica possibilità per abbeverarsi.
Hermione Granger sapeva di vaniglia e arancia, sapeva di coraggio e cose giuste.
Lei ricambiò spontaneamente all’iniziativa del ragazzo, con parecchia passione. Le mani del ragazzo cercarono immediatamente il suo corpo: una sui fianchi, una tra i capelli.
C’era una dolcezza che non avrebbe mai pensato di poter mettere in un bacio. Come se da quello ne dipendesse la sua vita, come se fosse un fiore delicato che stava per sbocciare.
Hermione si distanziò, osservandolo.
-Draco, cos’è successo?- gli accarezzò il viso con una mano.
Da quegli occhi argento liquido traspariva un’angoscia, la fine di una speranza.
-Tutto questo è sbagliato. Noi siamo sbagliati e siamo agli opposti. –
-Perché lo dici?-
-Perché se tutto va come deve andare, Granger, dovrò ucciderti un giorno e ora non potrò più farlo.-
Lei non sussultò, lo fissò come se le sapesse già tutto ciò che le stava dicendo.
-Di qualcosa, Granger.-
-Di cosa hai paura, Draco?- sembrava leggergli l’anima quella nata babbana.
Abbassò lo sguardo. –Non posso ucciderti, Granger.-
-Non devi farlo-
-E se dovessi, un giorno?-
-Saprai quale sarà la scelta giusta. Uccidere non è mai la soluzione-
-Sei una mezzosangue-
-Sei un purosangue-
-Sono Mangiamorte-
-Sono un membro dell’Ordine.-
Ogni cosa, ogni situazione che Draco pensava di poter controllare… svanì nel momento in cui appoggiò nuovamente le labbra sulle sue e lei ricambiò con più intensità di prima.
Aveva mostrato molte volte alla ragazza ciò che era in grado di compiere solo con le sue mani, solo con la sua bacchetta; lei ne era sì rimasta stupita, ma non aveva ceduto al fascino del ragazzo.
Eppure, con una sua confessione, uno spiraglio della sua anima, lei aveva ceduto e l’aveva baciato.
Era sua, gli apparteneva e poteva avvertirlo da come si aggrappava a lui, alle sue spalle.
La sollevò di peso e la portò in un ripostiglio poco lontano da lì.
Era la sua prima volta -gliel’aveva letto negli occhi- ma lei non si era fermata dal baciargli il collo, il petto. Le aveva baciato le mani, il seno, la pancia e infine l’aveva assaggiata famelico.
Non erano riusciti a non gemere mentre diventavano un corpo solo.
Draco pensò che sembravano fatti per essere incastrati. Come se nulla, avesse mai davvero combaciato prima d’ora.
La mattina seguente era stato difficile fingere che quell’amore non avesse preso vita, fingere che lei fosse qualcuno da odiare, da uccidere.
Come si può chiedere ad un ragazzo di soli sedici anni di  togliere la vita a qualcuno?
C’erano stati attimi in cui aveva la certezza che se solo lei avesse fatto un solo passo, lui l’avrebbe baciata davanti a tutti. Persino quando Weasley le aveva accarezzato  i capelli, la tentazione di sguainare la bacchetta era stata irresistibile. Era stato lo sguardo di lei che, comprensivo, aveva scosso la testa impercettibilmente.
Ogni sera si trovavano alla Torre di Astronomia. Anche solo per un attimo, anche solo per discutere quando la gelosia giungeva a livelli indicibili. Quando Hermione gli faceva scenate per Pansy Parkinson, o per Astoria Greengrass, oppure Daphne Greengrass. Qualsiasi donna slytherin era una possibile minaccia.
Draco aveva imparato tante cose da lei. Aveva imparato a riconoscere i silenzi, i diversi tipi di sorriso e complicità.
Per quanto non l’avrebbe mai ammesso, l’amava più di qualsiasi altra cosa al mondo. Non riusciva a ricordare bene come fossero giunti a ciò, quando avvertì il braccio bruciare. Non bastava stringere forte il polso per non far affluire il sangue in quel punto; si sentiva prosciugare le forze.
Aveva scelto lei o la sua famiglia? Questa domanda lo attanagliava ogni notte, ogni istante.
Severus Piton sapeva che quella notte avrebbe dovuto compiere la sua infausta missione: uccidere Albus Silente.
Draco Malfoy non perse tempo. Corse immediatamente all’entrata del dormitorio dei Grifondoro e attese. La prima che vide fu Ginny Weasley che – da come lo guardava- doveva sapere più di quanto mostrava. Chiamò la ragazza a gran voce, non era necessario un esperto per capire che il ragazzo era attanagliato dall’angoscia e la paura. Era il loro ultimo momento. Se lo sentiva.
Hermione Granger accorse immediatamente, con i capelli sciolti e vestita casual. Era sempre stupenda.
-Draco, che succede?-
Lui la prese per mano e insieme si spostarono nella penombra di un corridoio.
-Sono venuto per dirti addio- quelle parole lo stavano spezzando.
La ragazza sgranò gli occhi e comprese immediatamente cosa stesse cercando di fare. –No. Non ti azzardare neanche per momento! Avevamo detto che l’avremmo supera assieme! E che…-
-Non posso combattere per la tua causa. Non posso salvarti se sono con te, ma…-
-… ma puoi salvarmi rimanendo da quella parte- concluse lei per lui. Sapeva bene che non avrebbe potuto fare nulla per convincerlo a cambiare idea, per convincerlo a rimanere con lei per sempre. Glielo leggeva negli occhi argento che non avrebbe mai potuto dimenticare.
Si gettò tra le sue braccia. –Ti amo Draco- mormorò vicino al suo orecchio.
Era la prima volta che glielo diceva e lui per tutta risposta le posò un bacio sulle labbra. Era il suo modo per dirle “anche io” e in quella confessione ci mise tutto se stesso.
-Ora scappa. Stanno per arrivare. Non voglio che tu sia qui. Non voglio più vederti.-
Le lacrime scesero sulle guance della ragazza. –Non dimenticarti di…-
Scosse la testa. –Non potrei mai.-
Lasciò l’amore della sua vita correre verso il suo dormitorio, la parte per cui combatteva, e lui si diresse verso l’ufficio del suo professore.
Severus Piton si trovava ancora seduto dietro la sua scrivania a contemplare la foto della sua nata babbana e sorrideva. Aveva quasi dimenticato come si facesse, ma gli bastava vederla per ricordarsi di stendere le labbra. Era come un feedback completamente naturale.
Bussarono più e più volte, tempestivamente, e lui andò ad aprire.
Draco Malfoy era pallido e il colore della sua pelle era talmente candido da assomigliare alla luce lunare.
-Draco. Stanno arrivando e…- non fece in tempo a finire la frase.
-Mi prometta che non le verrà fatto del male. L’ho lasciata andare, smetterò di vederla… ma permetta che le facciano del male…-
Era una supplica.
-Farò quel che posso.-
-Non è abbastanza!- esclamò, distrutto. –Le ho detto di scappare, le ho detto di non farsi trovare qui-
-Hai preso la tua decisione, quindi.-
Annuì. –Rimarrò tra i mangiamorte per scongiurare la sua morte. Non permetterò a nessuno di farle del male.-
Severus lo osservò, colpito. La storia si stava ripetendo.
-Sono forte, sono potente… ma non basterà. Non sarà sufficiente a salvare né lei, né loro. Lo sappiamo entrambi che non riuscirò a compiere questa missione.-
-Sono le scelte che facciamo che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità.-
Scelte.
Lui aveva scelto. Scelto di seguire quello che credeva fosse giusto: salvare lei, salvare la sua famiglia.
L’unico modo per salvarla era scegliere di rinunciarvi e proteggerla da lontano.
Aveva scelto di far rimanere intatta la sua anima in nome dell’amore che aveva provato per lei. Giurò che non avrebbe mai usato nessuna maledizione senza perdono.
Draco Malfoy aveva deciso di essere se stesso e combattere per quello in cui credeva.
Draco Malfoy era questo: un purosangue in missione per conto di se stesso.
Per conto di una sua scelta.
   
 
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