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Autore: EmmaJones    22/02/2016    1 recensioni
Guardando indietro ora,lo scorso Gennaio,ci siamo uniti solo per separarci di nuovo.
Riusciremo mai a tornare insieme?
#Colifer.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: colin o'donoghue, Jennifer Morrison
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Couse all I know is we said ''Hello''
And your eyes look like coming home
All I know is a simple name
Everything has changed [*]

Gennaio 2016
-Tutti i bicchieri su, forza! Voglio proporre un brindisi per la mia meravigliosa moglie, che sta per regalarmi la gioia più grande che un uomo possa desiderare: un figlio! Ed anche se è il secondo, a pochissimi mesi dal primo, devo dire che la felicità è la stessa!
Il riso fu generale nel gruppo e tutti insieme alzarono i loro bicchieri in onore soprattutto a Josh, che non riusciva ad essere serio in nessuna occasione. Vennero interrotti però, nell'esatto momento in cui i bicchieri stavano per incontrarsi l'un l'altro.
-Aspettate, aspettate! Urlò. -Non ho ancora finito. Naturalmente voglio un brindisi anche per me che mi sono decisamente impegnato tutte le notti affinché avvenisse ciò! E fece l'occhiolino al suo fedele amico Colin toccando poi il suo bicchiere con quello degli altri invitati.
Era una fredda serata di gennaio, avevano da poco finito di girare alcune scene della seconda parte di stagione e Jennifer aveva deciso di invitare tutti i presenti per una tranquilla cena in compagnia di buon cibo e un po’ di vino, forse un po' troppo vino. Non tutti avevano accettato e si erano ritrovati solo loro cinque, il classico gruppetto che ormai venivano chiamati anche fuori dal set 'la famiglia Charmings': Jennifer appunto, Colin che vivendo a casa da solo non rifiutava mai un invito a cena, Josh e Ginnifer sempre disponibili quando si trattava di far 'casino', Josh soprattutto, e Lana che si trovava da sola a casa questo week end perché il marito era partito con i figli per lavoro. I due uomini erano stati quelli che più avevano intrattenuto la serata con le loro battute e giochetti, quei due avevano ormai raggiunto un'affinità tale da riuscirsi a capire solo con uno sguardo e insieme purtroppo erano diventati ingestibili, soprattutto quando si metteva di mezzo l'alcol.
-Amore non credi sia ora di andare? Chiese Ginny a suo marito che nel frattempo si stava riempendo l'ennesimo bicchiere.
-Perché amore? Ti è venuta voglia dopo quello che ho appena detto? Le sussurrò avvicinandosi sempre di più alle labbra della moglie. -Jen ha la stanza degli ospiti che potremmo utilizzare subito se non riesci ad aspettare fino a casa... vero Jen che ce la lasci? Questo lo disse a voce un p’ più alta, per farsi sentire anche dagli altri. Ginny all'inizio sembrò ricambiare il bacio del marito per poi dargli uno schiaffo dietro la nuca accompagnato da un 'sei un idiota' abbastanza urlato.
-Okay, dopo questa io me ne vado. Una Lana abbastanza scandalizzata si alzò dal tavolo. < -Non preoccuparti. Sorrise Jennifer -E no, non ho nessuna intenzione di lasciarvi la stanza! Continuò poi rivolgendosi ai due che avevano ripreso a baciarsi. Quando iniziavano erano come due adolescenti, non sapevano più staccarsi.
-Ma non avete una babysitter che vi aspetta a casa voi due? Si intromise Colin che guardando l'ora si rese conto essere effettivamente abbastanza tardi.
-Oh merda! Urlarono entrambi, sembrò che se lo fossero ricordato solo in quel momento e molto velocemente si misero i cappotti e uscirono di casa, senza salutare nessuno e blaterando cose tipo questa è la volta buona che ci lascia il bambino a casa da solo, che chiederà il triplo dello stipendio o che non erano in grado di badare ad uno solo di figlio figuriamoci quando arriverà anche l'altro, seguiti da Lana che non faceva che ripetere che erano due matti ma che non riusciva a smettere di ridere.
 
-Siamo rimasti soli. Disse Colin come a voler riempire il silenzio che si era creato dopo l'uscita di scena dei tre amici. Un po’ era anche sollevato di essere finalmente rimasto da solo con lei, erano giorni che la vedeva pensierosa ed abbattuta e voleva sapere cosa stava succedendo nella sua vita per portarla ad essere cosi.
-Eh già. Sospirò lei. -Noi e un'immensità di piatti e bicchieri e posate da lavare. Continuò scherzando.
-Beh se la metti così abbiamo anche mezza bottiglia di vino da finire. Ed indicò la bottiglia appena aperta sopra il tavolo.
-A me sembra molto più che mezza bottiglia.. Notò lei.
-Hai paura di non essere in grado di resistere al mio fascino poi? Chiese lui con quell'espressione che ormai veniva definita alla 'Hook' e che gli veniva tanto facile interpretare, prese la bottiglia versandone in abbondanza in entrambi i bicchieri.
-Ma io lo dico per te.. Continuò lei reggendogli il gioco, Colin decisamente non se lo aspettava, come prova la su faccia stupita mentre la guardava. -Non vorrei fossi tu a non essere in grado di resistermi. Per concludere si portò il bicchiere alle labbra cercando di essere il più sensuale possibile. Non che anche per lei fosse chissà quanto difficile esserlo, si ritrovò a pensare lui. Restarono per un paio di secondi entrambi in silenzio a sorseggiare vino cercando di restare seri per vedere chi dei due cedeva per primo ma dopo un po' scoppiarono a ridere contemporaneamente.
-Adesso prendi questi piatti e dammi una mano a portarli in cucina, abbiamo perso fin troppo tempo. Disse lei ancora scherzando.
-As you wish m'lady.. e le fece l'inchino.
 
 
Era passata un'ora abbondante da quando avevano iniziato a sistemare tutto e Jennifer dovette ammettere che il ragazzo era abbastanza bravo per quanto riguardava le faccende domestiche. Adesso se ne stavano entrambi seduti in silenzio sul divano a bere l'ultimo sorso di vino rimasto nei bicchieri. Colin finito il suo si alzò dal divano deciso a tornare a casa.
-Dove hai intenzione di andare a quest'ora della notte? Rimani, ho una stanza in più come poco fa ricordavano i due sposini. Lo fermò lei sorridendo, tirandolo per il braccio intento a farlo tornare seduto sul divano.
-Non c'è bisogno, davvero, non voglio crearti altro disturbo.. E pose un po’ di resistenza per non cedere alla sua presa.
-Ma quale disturbo.. e poi hai bevuto, è pericoloso guidare in queste condizioni. Tirò più forte con le braccia fino a farlo cadere sul divano, quasi in braccio a lei.
-Va bene.. Disse lui rassegnato. -Però in cambio prometti che parliamo un pochino di te. Jennifer lo guardò stupita. Parlare? A quest'ora della notte? Era stanca e aveva solo voglia di dormire.
-E di cosa vorresti parlare? Chiese infine visto che dallo sguardo di lui non sembrava per niente intenzionato a lasciar perdere.
-Di te. Affermò semplicemente. -E di cosa ti sta succedendo in questo periodo, ti vedo assente, pensierosa.. Capì di aver colpito nel segno perché la vide abbassare lo sguardo leggermente imbarazzata, le guance le si colorarono di rosso. Lui si mise più composto sul divano aspettando una sua risposta che però sembrava non volesse arrivare. -Apriti con me per favore, puoi fidarti. Cercò di incoraggiarla ma lei sembrava non riuscire a trovare le parole giuste da dire, si torturava le mani sentendosi di colpo quasi colpevole di fronte ai suoi occhi. Da quando si erano conosciuti, Colin aveva pian piano assunto un ruolo fondamentale nella sua vita, era un amico fidato, un confidente e un buon consigliere e sempre presente quando ne aveva bisogno, ma non si erano mai soffermati a parlare di cose così tanto private e personali e Jennifer adesso aveva paura che se si fosse rivelata per quello che era veramente, se gli avesse svelato le sue più profonde paure poi lui non gli avrebbe più riservato quello sguardo fiero e pieno di ammirazione che era solito dedicarle e del quale lei non poteva più farne a meno ultimamente. Lui le prese le mani tra le sue iniziando un pochino anche a preoccuparsi per questo prolungato silenzio.
-Non lo so Colin.. disse infine lei, lo sguardo perso nel vuoto, concentrata nel cercare le parole giuste per esprimere le sue preoccupazioni. -A volte mi sembra di aver sprecato la mia vita. La buttò lì così alla fine, senza mezzi termini e senza giri di parole. Era questo quello che la stava tormentando da giorni, uno strano senso di non appartenenza e inadeguatezza verso tutto ciò che faceva e soprattutto in compagnia dei suoi amici, aveva cercato di fingere, di sorridere e scherzare, pensava che prima o poi sarebbe passato, ma a quanto pare non era un'attrice così brava come pensava se lui se n'era accorto, o semplicemente lui la guardava in un modo che nessun altro faceva.
-Sprecato la tua vita? Chiese lui visibilmente allibito, faceva veramente fatica a credere che lei avesse veramente detto una cosa del genere, magari era solo un effetto del vino, stava avendo delle allucinazioni pensò.
-Sono una famosa attrice a livello internazionale, okay. E poi? Colin non riusciva a crederci, aveva veramente sentito quelle parole.
-Ti sembra poco? Gente ucciderebbe per essere al tuo posto! Quasi urlò nel dirlo, lui era il primo che aveva dovuto faticare, fare enormi sacrifici, lasciare addirittura la sua famiglia e il suo paese per essere dov'era ora e lei ne parlava come se fosse la cosa più scontata di questo mondo.
-Lo so e non lo sto minimizzando, anzi. Cercò di spiegarsi meglio visto che aveva notato che lui si era sentito quasi offeso da quello che aveva appena affermato. -Ma non è quello che ho sempre sognato da bambina. Continuò poi, con calma, cercando di dare più peso alle parole e non essere affrettata. -Io amo il mio lavoro, tu lo sai benissimo, l'ho sempre svolto con passione e impegno senza stancarmi mai, anche quando giriamo per 14 ore di seguito, ma ho paura di averci dedicato troppo tempo, troppi anni senza pensare un po' anche a me. Ho sempre sognato una famiglia numerosa, con dei figli e un marito che avrei amato più di qualsiasi altra cosa al mondo, una famiglia come quella in cui sono cresciuta io, ma ho sempre rimandato pensando di avere tempo, invece gli anni sono passati e ora mi ritrovo a quarant'anni quasi completamente da sola e te lo giuro, non puoi nemmeno immaginare quant'è triste tornare a casa dopo una giornata lunghissima a lavoro e sapere che non c'è nessuno ad aspettarti, ed è ancora più demoralizzante quando vedo voi invece che correte tutti quanti felici dalle vostre famiglie, non hai idea di quanto vi invidio. Mi sento così sola e a volte penso sia solo colpa mia, devo sicuramente sbagliare in qualcosa se mi ritrovo così ora..
Colin era rimasto senza parole, letteralmente non sapeva cosa dire, tutto si aspettava ma non una confessione del genere e stava veramente male per lei, non riusciva a vederla in questo stato, quasi spenta e con gli occhi lucidi e arrossati pronti a piangere, non riusciva nemmeno a capire o anche a solo immaginare come una donna così bella e perfetta, perché per lui era questo e lo era sempre stato dal primo momento che l'aveva vista, poteva sentirsi così sola e avere queste assurde paure.
Lei gli sorrise imbarazzata quasi a volerlo rassicurare e fargli capire che non era un problema se lui ancora non aveva parlato, che in fondo non c'era niente da dire e lui in quel momento, la trovò ancora più perfetta di com'era solitamente, come se fosse una cosa effettivamente possibile essere più perfetti della perfezione, perché nonostante il suo sfogo e la fragilità che ne comportava lei si stava comunque preoccupando per lui, di quello che lui pensava.
-In questo preciso istante vorrei tanto baciarti fino a farti dimenticare ogni stronzata che hai appena detto, ogni stupido problema che affligge questa povera testolina.. Alzò una mano fino ad accarezzarle il viso e raccogliere con il pollice una lacrima ribelle che le stava scendendo dall'occhio destro. Avrebbe sicuramente dovuto dire qualcos'altro, una qualsiasi stronzata che si dice in queste situazioni, avrebbe dovuto riempirla di complimenti e dirle che anche lei un giorno avrebbe trovato il suo principe azzurro e che non c'era bisogno di scoraggiarsi in questo modo, ma quelle parole gli uscirono dalla bocca senza averle nemmeno pensate prima e al contrario di quello che avrebbe dovuto essere non se ne pentì affatto. Anche lei rimase decisamente spiazzata da quelle parole, non era quello che si sarebbe aspettato che lui dicesse, però si ritrovò a pensare che non le sarebbe per niente dispiaciuto se lui l'avesse fatto. Cacciò via immediatamente questo pensiero, era una cosa assolutissimamente impossibile e che mai si sarebbe dovuta verificare.
-So come baci, davvero pensi di essere così bravo? Chiese scherzando e cercando di alleggerire un pochino il momento visto che sembrava che lui non avesse nessuna intenzione di negare o rinnegare quello che aveva appena detto.
-Hai sempre baciato Hook, non sai come bacia Colin. Jennifer non riusciva a crederci, lui stava veramente flirtando con lei? O stava semplicemente difendendosi dall'accusa di non essere un bravo baciatore? Decise che non aveva intenzione di scoprirlo visto che tutta la sua sfacciataggine era di sicuro colpa del vino e decise di cambiare discorso prima di commettere qualche errore che sarebbe stato fatale per il loro rapporto.
-Comunque mi hai stupito. Dopo tutto il discorso che ti ho fatto pensavo mi riempissi di complimenti su quanto io sia fantastica, bella e brava e che avrei presto trovato l'uomo perfetto, insomma le solite cazzate che si dicono in questi casi, invece non hai detto niente. Bravo, sei stato originale! Risero entrambi, Colin soprattutto sembrò sollevato che lei non se la fosse presa per la frase detta prima.
-Perché so che non ne hai bisogno. Sai benissimo quanto vali, quanto sei fantastica, bella, brava. Sorrisero di nuovo. -Piena di fascino ed intelligenza, ed anche gentile, generosa e altruista come poche altre persone ho conosciuto in vita mia, non sei altezzosa o snob come la tua fama potrebbe richiedere, hai sempre una parola buona per tutti, sempre disponibile, leale.... e Dio Jen! Potrei stare una notte intera a descrivere tutti i tuoi pregi e forse nemmeno basterebbe. La ragazza si sentì veramente lusingata da tutto quello detto dall'amico e sinceramente nemmeno si aspettava che avesse una considerazione così alta di lei ma soprattutto la serietà con cui le aveva dette le faceva credere che le pensava tutte, fino all'ultima parola.
-Peccato che le mie precedenti relazioni non dicono lo stesso..
-Dai tempo al tempo.. Devi solo incontrare la persona giusta. La bionda sembrò pensarci un attimo su quello appena detto però poi continuò.
-Sai che detto da uno che a 35 anni è già sposato da 10 e ha un figlio non è molto incoraggiante? Un altro tentativo da parte della ragazza di scherzarci su, di spostare l'attenzione su di lui e implicitamente ricordargli di essere un uomo sposato e che non avrebbe dovuto di guardarla nel modo in cui lui ora la stava guardando.
-Matrimonio non sempre è sinonimo di felicità.. Affermò lui lasciandola completamente senza parole, di sicuro non era la risposta che stava aspettando.
-Ma se c'è l'amore, quello vero intendo, quello di cui parliamo noi nel film, si dovrebbe sistemare ogni cosa.. Cercò di controbbatere lei.
-Quello che c'è tra me e te dici?La stuzzicò lui.
-Si esatto, quello tra Hook e Emma. Corresse lei. Non riusciva a capire perché lui fosse così strano quella sera e non sapeva nemmeno se dare la colpa al vino, le sembrava abbastanza lucido in effetti.
-A vent’anni è difficile capire se un amore è vero o no.. ti lasci trasportare dal momento, dalla foga e dall'eccitazione di quegli anni. Jennifer stava facendo seriamente molta fatica a capire dove lui volesse arrivare con questi giri di parole, stava cercando di dirle che si era pentito del suo matrimonio? Eppure sembravano così felici ogni volta che li vedeva insieme. Inoltre cominciava a stare stretta seduta su quel divano, o era lui che senza nemmeno rendersene conto si avvicinava sempre di più?
-Cosa stai cercando di dirmi? Chiese infine alzandosi dal divano con la scusa di sgranchirsi un po' le gambe.
-Che se avessi saputo che a trenta e passa anni avrei conosciuto una persona che semplicemente con i suoi occhi e il suo sorriso mi avrebbero completamente cambiato la vita, il mio modo di essere e di pensare, sinceramente no, non mi sarei sposato.
La conversazione stava prendendo una piega che nessuno dei due avrebbe mai voluto, o anche semplicemente immaginato, senza nemmeno rendersene conto stavano aprendo quel vaso di Pandora che faticosamente erano riusciti a tener chiuso per tutti questi anni e che sapevano benissimo che una volta aperto non avrebbe portato nient'altro che sofferenza e distruzione. Tuttavia il danno era fatto ormai, Colin aveva inserito la chiave e l'aveva anche girata ed ora non potevano far altro che far fuoriuscire tutto quanto.
-Sai che mi ricordo perfettamente l'istante preciso in cui ho incontrato questa persona? Mi trovavo fuori gli studi, era il mio primo giorno di lavoro, il mio primo giorno da Captain Hook, tutto il gruppo mi aspettava dentro per fare le presentazioni ufficiali e iniziare a leggere i copioni, mi ricordo che ero tesissimo, fumavo una sigaretta dopo l'altra non riuscendo a trovare il coraggio ad entrare anche se sapevo benissimo di essere in ritardo perché avevo visto tutti quanti entrare mentre io mi ero quasi nascosto dietro la mia macchina. Dopo essermi acceso la quarta o quinta sigaretta ho iniziato ad avvicinarmi al portone, mi ero deciso che sarei entrato subito dopo aver finito di fumare, senza più ripensamenti, ed è lì che l'ho vista. Dal primo istante in cui ho posato gli occhi su di lei mi sono sentito attratto da questa donna, aveva un grande cappello nero in testa, lunghi capelli biondi e luminosi scendevano sulle spalle, emanava così tanta luce e calore che sembrava che ci fossero cento riflettori puntati su di lei e su dove metteva i piedi, il meraviglioso corpo era coperto da un leggero vestito nero corto fino a metta coscia lasciando scoperte le lunghissime e bellissime gambe. Camminava lentamente sorseggiando ogni tanto del caffè dal bicchiere di carta che aveva in mano, un'abitudine che grazie a lei ho acquisito anch'io ora, e ricordo di essermi messo quasi a correre per poterla raggiungere e aprirle il portone, almeno così avevo una buona scusa per poterle guardare il viso perché, te lo giuro, sentivo una malsana necessità di guardarla, di scoprire chi era questa fata ammaliatrice e beh... quando ho incontrato i tuoi occhi per la prima volta, perché Jen è di te che sto parlando caso mai non l'avessi capito, è come se tutta l'ansia, la tensione, l'agitazione che avvertivo fino ad un momento prima fossero scomparsi improvvisamente, mi hai sorriso ringraziandomi per la gentilezza e io ho avvertito un senso di pace che non avevo mai sentito in tutta la mia vita, ed ogni volta che ti vedo mi fai sempre lo stesso effetto. Mi cambi senza nemmeno rendertene conto e in un modo in cui non riesco nemmeno a spiegarmi perché io stesso non riesco a capire, però so solo che con te affianco mi sento l'uomo più forte e più potente di questo mondo.
A Jennifer sembrava di sognare, non era possibile che tutto quello stava succedendo veramente, non era Colin quello che le stava dicendo tutte quelle meravigliose cose, non poteva essere lui quello che le stava facendo la dichiarazione d'amore, perché per lei questa non poteva essere nient'altro se non una dichiarazione d'amore puro, più bella che avesse mai sentito in vita sua, non aveva mai nemmeno immaginato che un uomo avrebbe potuto dedicarle parole simili. Colin si era alzato anche lui dal divano e lentamente si avvicinava a lei e più lo faceva più Jennifer sembrava perdere lucidità, le sembrava addirittura che non riusciva a vederlo bene o semplicemente aveva iniziato a piangere e non se ne era resa conto.
-So benissimo che non dovrei dirti tutto questo.. Il ragazzo ora era a pochi centimetri da lei, le accarezzava il viso con entrambe le mani asciugando lentamente le lacrime che piano le rigavano il viso. -So che non ho nessun diritto di incasinarti la vita in questo modo, che non ho nessun diritto di pretendere niente da te perché purtroppo non posso offrirti niente se non la mia misera amicizia e so che è terribilmente egoistico da parte mia dirti tutto questo ma ne avevo bisogno. Dovevo parlartene almeno una volta, dovevo sfogarmi e avevo bisogno che almeno una volta tu lo sentissi, perché tu Jennifer Marie Morrison mi hai cambiato la vita e io te ne sono e ne sarò per sempre riconoscente.
Nemmeno a Colin sembrava vero che fosse riuscito a dirle tutte quelle cose, che avesse finalmente trovato la forza di dirle quello che dentro di se cresceva giorno dopo giorno e diventava sempre più grande ed ingestibile e ancora di meno riusciva a credere al gesto appena compiuto da Jennifer, non che non lo desiderasse, anzi avrebbe voluto farlo lui stesso ma dopo tutto quello che aveva detto non voleva forzare ancora di più la situazione, quindi fu pienamente sorpreso quando lei con una forza che non pensava di possedere lo tirò verso di sé, aggrappandosi al colletto della camicia, annullando i pochi centimetri che li separavano e lo baciò con un'intensità e una foga che non credeva possibile. Entrambi sapevano di star commettendo un grande errore, forse il più grande della loro vita, sapevano che da questo momento avrebbero compromesso e cambiato per sempre tutto quello che erano sempre stati, quell'equilibrio sottile che in questi anni avevano faticosamente raggiunto, cercando di mascherare quel feeling e quella chimica che li aveva da sempre caratterizzati e cercando di non ascoltare tutti quelli che urlavano che erano anime gemelle, anime affini, ma autoconvincendosi di essere solo dei semplici amici. Nonostante fossero a conoscenza di tutto questo non riuscivano a staccarsi l'uno dall'altra, talmente tanto stretti tra di loro da risultare impossibile distinguere dove finisse il corpo di uno e iniziasse quello dell'altra. Si staccarono dopo minuti interminabili, non sapevano nemmeno loro come ma erano tornati seduti sul divano, ora lei era in braccio a lui e la sua fronte poggiata su quella del ragazzo, facevano fatica a respirare nemmeno avessero corso una maratona, i cuori che battevano talmente tanto forte da risultare udibile ad orecchio umano, lui non smetteva di sorridere, con gli occhi che gli brillavano, sembrava un bambino a cui avevano appena regalato il suo giocattolo preferito, quello per cui aveva tanto pianto e aspettato. Quando si furono entrambi calmati lei provò parlare ma fu immediatamente bloccata da lui.
-Prima che inizi a dire quanto tutto questo sia stato sbagliato volevo dirti che è stato il bacio più bello di tutta la mia vita e poi volevo chiederti una cosa. Lei annuì ascoltandolo attentamente. -Avevo ragione o no sul bacio? Chiese lui accompagnano il tutto con il suo solito gioco con le sopracciglia che lo rendeva ai suoi occhi irresistibile. Lei scoppiò a ridere, era proprio vero che quell'uomo non riusciva ad essere serio per più di due minuti. -Si, decisamente! Confermò lei ancora ridendo. -Anche se adesso me ne servirebbe un altro di bacio dimenticatutto per poter resettare completamente quest'enorme cazzata che abbiamo appena fatto. Cercò di scherzarci, mentre dentro di se il panico stava prendendo il sopravvento, lui invece sembrava abbastanza calmo e anzi si avvicinò a lei per baciarla di nuovo non capendo o facendo finta di non capire che quella di lei era soltanto una battuta.
-Cosa stiamo facendo Colin? Chiese lei dopo un leggere bacio a stampo che comunque sia non era riuscita a negare. I suoi occhi erano tristi ed anche un po’ spaventati, per quanto la situazione poteva essere magica non riusciva a frenare l'angoscia e i sensi di colpa che provava nei confronti di sua moglie.
-Ci stiamo amando.. Disse lui semplicemente, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo e per lui lo era, Jennifer glielo leggeva nei suoi occhi, non c'era esitazione o ripensamento in lui ma soltanto felicità e amore nei suoi confronti, lei non riusciva a capire come facesse ad essere così calmo, come se avesse rinchiuso dentro una scatola tutti i suoi problemi, deciso a non pensarci più per il momento e glielo confermò anche a parole.
-So che è un enorme sbaglio, che non è giusto, che dovei sentirmi in colpa ma io ti voglio Jennifer e sono stanco di doverlo negare a tutti e soprattutto a me stesso. A tutto quello che ti ho detto prima devi aggiungere anche che ti desidero come non ho mai desiderato nessun'altra in tutta la mia vita e ormai sto facendo anche fatica a controllarmi, ogni tuo bacio, anche il più casto sulla guancia, ogni tua carezza, persino anche solo il tuo profumo mi accende un fuoco dentro di me che non riesco più a controllare. Ho bisogno di averti almeno una volta, è un bisogno fisico e soprattutto mentale, altrimenti rischio di impazzire.
-Detta così sembra quasi che te lo abbia prescritto il medico di venire a letto con me.. Era veramente incredibile come Jennifer era riuscita a scherzarci su con un argomento del genere.
-Non ho bisogno di nessun medico per sapere che tu sei la mia unica medicina, anche perché è da te che mi devo curare, sei cura e malattia nello stesso tempo.. e io voglio fare l'amore con te, non minimizzare tutto quanto come se fosse solo sesso. Lui invece sembrava non avere nessuna voglia di scherzare.
-Abbiamo bevuto entrambi, non facciamo qualcosa di cui ce ne pentiremo il giorno dopo.. Disse lei alzandosi e allontanandosi da lui, era la prima scusa che gli era venuta in mente, sapeva benissimo che nessuno dei due era ubriaco al punto tale da non essere in grado di pensare lucidamente ma non sapeva che altro inventare per allontanarlo da lei perché sapeva che se lui si fosse avvicinato di nuovo non sarebbe stata in grado di resistergli a lungo, anche lui sapeva benissimo che questa era solo una scusa da parte sua, e nemmeno tanto convincente, avevano bevuto certo, ma lui le avrebbe detto le stesse identiche parole anche l'indomani mattina, o tra una settimana, o anche tra dieci anni da sobrio perché tanto sapeva che quello che provava per lei difficilmente si sarebbe assopito con il tempo. Si alzò quindi e la raggiunse facendo in modo che lei non gli negasse lo sguardo.
-Non voglio pregarti Jennifer, né tantomeno costringerti a fare qualcosa che non vuoi. Voglio solo che tua sia sincera con te stessa e soprattutto con me, se non te la senti o se non ricambi quello che provo io per te basta dirlo e ce ne andiamo a dormire tranquillamente e prometto che non riaprirò mai più quest'argomento con te. Voglio la verità però, niente scuse e niente battute.
-Puoi promettermi anche che se io ti dico di sì questa sera da domani tutto sarà lo stesso tra di noi? Che non cambierà niente? Promettimi che non smetterai di essere mio amico, che non smetterai di essere presente nella mia vita perché non lo sopporterei di perderti. Preferisco mille volte desiderarti e soffrire in silenzio piuttosto che averti soltanto per una notte e perderti per sempre e non sai quante volte avrei voluto gridarti le stesse cose che mi hai detto tu questa sera ma non ho mai avuto il coraggio di dirti di quanto è più bella la mia vita da quando tu ne sei presente e che è anche per questo forse che non riesco a trovare una persona che stia al mio fianco perché nessuno riesce a regalarmi neanche un briciolo della felicità che mi dai tu essendo soltanto mio amico, quindi tu promettimi questo e io sarò tua.
'Prometto' fu tutto ciò che riuscì a pronunciare lui prima che i loro corpi tornassero di nuovo ad essere un tutt'uno e questa volta senza vestiti o nient'altro in mezzo a loro.
 
 
[*]Everything has changed. Taylor Swift & Ed Sheraan |\Consiglio a tutti di ascoltarla\|

 
 
 
  
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