Fanfic su attori > Cast Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: EmmaJones    27/04/2016    4 recensioni
Guardando indietro ora,lo scorso Gennaio,ci siamo uniti solo per separarci di nuovo.
Riusciremo mai a tornare insieme?
#Colifer.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: colin o'donoghue, Jennifer Morrison
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"I knew you were trouble when you walked in
So shame on me now
Flew me to places I'd never been
Now I'm lying on the cold hard ground*"



Marzo 2016

Colin anche quella mattina si era alzato di pessimo umore ed il motivo era sempre lo stesso,l'aveva sognata,di nuovo,come ormai accadeva quasi ogni notte da quella maledetta notte passata insieme a casa sua. Maledetta sì,perchè se le prime volte la sua immagine durante il sonno aveva assunto quel sapore dolceamaro che soltanto i bei ricordi hanno,con il passare delle notti e con il ripetersi incessante della stessa immagine ogni volta che chiudeva gli occhi,aveva finito per maledire se stesso e quel gesto compiuto senza un minimo di coscienza e consapevolezza di quello che sarebbe accaduto dopo,degli effetti che avrebbe causato,e adesso non riusciva a capire se era Morfeo che si divertiva a torturarlo e a prendersi gioco di lui, ricordandogli ciò che aveva fatto,oppure semplicemente erano i sensi di colpa che durante la notte prepotenti prendevano forma. Si sentiva una merda nei confronti di sua moglie,di suo figlio,aveva tradito non solo lei e la sua famiglia ma anche tutti i valori in cui aveva creduto fermamente tutta la sua vita e che aveva giurato davanti a Dio di rispettarli fino alla morte. Tuttavia la cosa che più gli dava fastidio,che più gli faceva male,era che aveva perso anche lei. Era stato presuntuoso e anche stupido da parte loro pensare che niente sarebe cambiato dopo quella notte,avevano oltrepassato il limite e non c'era nessuna possibilità di tornare indietro.
Si preparò velocemente come ogni mattina e scese a prendere la macchina,fuori pioveva e prima ancora di mettere in moto imprecò contro tutti gli automobilisti imbecilli che avrebbe trovato in strada e gli avrebbero fatto fare tardi a lavoro. Non riusciva proprio a capire come due goccie d'acqua potessero mettere in crisi la maggior parte della popolazione al volante,avrebbe proprio voluto vedere cosa avrebbero fatto nella sua città natale,in Irlanda,dove pioveva la maggor parte dell'anno.
Una volta arrivato al parcheggio dello studio,con ben 40 minuti di ritardo,pregò tutti i santi che conosceva affinchè non si scontrasse con lei e con il suo accompagnatore visto che quello era l'orario abituale in cui lei veniva,ma che era una giornata di merda l'aveva capito fin da subito infatti nel fare manovra per entrare nel parcheggio sotteraneo visto che non aveva un ombrello e non voleva bagnarsi,si ritrovò davanti la berlina nero metalizzata,che ormai avrebbe riconosciuta anche a km di distanza,ferma davanti l'ascensore. Lo sportello dell'autista si aprì proprio in quel momento lasciando il via libera ad un simpatico ragazzo che di corsa andò ad aprire quello di Jennifer seduta accanto a lui e la aiutò a scendere concludendo il tutto con un plateale baciamano. Lei scoppiò a ridere,sembrava così allegra e spensierata e lui si affrettò a baciarle quel meraviglioso sorriso,lei ricambiò il bacio approfondendo e stringendolo di più a sè. Colin aspettò fino a quando lui risalì in macchina e se ne andò,solo però dopo averla accompagnata fino all'entrata dell'ascensore e salutata con un lieve bacio sulla fronte,e finalmente dopo un lungo respiro e liberato il volante dalla stretta talmente tanto forte a cui l'aveva costretto riuscì a trovare la forza di cercare un parcheggio libero per se stesso,i segni delle sue dita sul volante sarebbero rimasti fino a sera per quanta forza ci aveva messo nel stringerlo.
Cosa ci trovava lei in quel tipo non riusciva proprio a spiegarselo. Si chiamava George,aveva quarantanni ed era un imprenditore,di cosa esattamente non si sapeva,il classico figlio di papà che dalla vita aveva avuto tutto senza dover fare il minimo sforzo per meritarselo. Era certamente un bel uomo,viso simpatico e dalle pochissime volte in cui ci aveva parlato sembrava anche divertente e allegro ma per lui era troppo anonimo e insignificante per poter stare accanto ad una donna carismatica e forte come era la sua Jennifer,ma in fin dei conti si conoscevano solo da qualche mese e lui era talmente tanto accecato dall gelosia che sperava che lei se ne accorgesse subito che non era quello giusto per lei e lo lasciasse il prima possibile.

-Indovina cosa mi ha appena detto Ginny! Josh con fare molto furtivo si avvicinò a Colin che tranquillamente si fumava la sua sigaretta giornaliera,stava cercando di smettere e aveva decisto che non ne avrebbe fumato più di due al giorno,quella purtroppo era già la seconda anche se era ancora prima mattina e sapeva benissimo che neanche quel giorno sarebbe riuscito nel suo intento,però quello che aveva visto nel parcheggio lo aveva innervosito a tal punto da fargli ricorrere all'unico calmante possibile che aveva effetto su di lui.
Josh non sembrava per niente soddisfatto della non reazione dell'amico da quanto appena detto e quindi cercò in tutti i modi di attirare la sua attenzione.
-Ha a che fare con una gravidanza... Disse cercando di creare un po di suspance ma non ottenne niente neanche così dall'altra parte. -Eddaiiii mostra un po di entusiasmo che è una notizia bomba! Si avvicinò ancora di più a lui,dandogli degli spintoni con il gomito e cercando di svegliarlo un pochino da quello stato di trance in un si trovava.
-Tua moglie ha scoperto di aspettare tre gemelli? Ci scherzò su allora Colin,rassegnato all'idea che l'unico modo per farsi lasciare in pace dall'amico era assecondarlo.
-Ma no scemo,sai benissimo che è uno solo e che sarà un bellissimo e fortissimo maschietto proprio come suo padre. E' un'altra la gravidanza di cui sto parlando... Colin rise di fronte alla modestia del suo amico immaginandolo alle prese con il piccolo in arrivo. Doveva dire però che questa notizia un po' lo stava incuriosendo,si guardò intorno per cercare di cogliere qualche segnale tra le colleghe e i vari cameramen e aiutanti,non sembrava ci fosse niente di nuovo in nessuno. Si soffermò con lo sguardo anche su di lei,era sicuro non poteva essere lei quella incinta,però gli piaceva guardarla,lo rilassava,ma ogni volta che lo faceva sembrava quasi che lei se ne accorgesse e si girava subito verso di lui e Colin allora abbassava lo sguardo,come un codardo,non essendo in grado di reggere il confronto con quei ipnotizzanti occhi verdi e così fece anche quella volta.
-Avanti dillo. Lo incoraggiò l'amico. -Che vedo che non stai più nella pella all'idea di dirlo a qualcuno.
-Prima però devi promettermi che non lo dirai a nessuno. Ginny mi ha fatto promettere la stessa cosa ma non potevo non dirlo a te,ma tu giurami che non lo dirai a nessuno o mia moglie mi uccide, e sai benissimo che tra gravidanza ed ormoni sarebbe capace di farlo veramente.. Josh sembrava crederci abbastanza all'idea di avere un'ipotetica moglie assassina e Colin non potè non trovare divertente la situazione.
-Ora però o lo dici o no,non posso perdere tutta la giornata qua con te. Ci stanno anche chiamando per tornare a lavoro.
-Prometti prima. Josh era diventato improvvisamente serio.
-Prometto. Disse allora Colin,una strana sensazione si faceva strada dentro di lui,doveva forse preoccuparsi?
-Okay. Preparati.... Jennifer!
-Cooosa? Ma com.. Colin non fece in tempo a finire la frase che Josh era scappato via in direzione del set,la moglie lo stava chiamando per iniziare le riprese. Stavano chiamando anche lui in verità ma era rimasto completamente pietrificato da quanto appena detto da Josh. Non poteva essere,non era possibile che la Jennifer incinta fosse proprio la sua Jennifer. Non riusciva a crederci,dentro di lui era sicuro ci fosse un'altra spiegazione,un'altra ragazza con il suo stesso nome che lavorava insieme a loro,doveva per forza essere una delle costumiste,delle addette alle luci,alle pulizie,la moglie di qualcuno... qualsiasi altra persona ma non la sua fata dai capelli dell'oro. Peccato però che in quel momento non gli veviva in mente nessun'altra Jennifer che lavorava insieme a loro e inoltre pensò che se fosse stato così allora non avrebbe avuto senso nemmeno tutta la riservatezza e il mistero da parte di Josh. Doveva assolutamente parlare con lei a questo punto.
Entrò nel set dove stavano girando,la vide parlare in un angolo con Lana e improvvisamente tutto gli sembrò più chiaro. Come in un flashback gli vennero in mente tutti quei piccoli dettagli che in quest'ultimo periodo aveva notato ma a cui non aveva dato la giusta importanza,primo fra tutti il caffè,non ricordava quand'era l'ultima volta che l'aveva vista con una tazza di caffè in mano e per lei che beveva più caffè che acqua durante la giornata era stranissimo. Aveva notato anche che stava molto più tempo seduta,ad ogni pausa sembrava sempre ci fosse una sedia dietro l'angolo pronta ad attenderla e poi c'era quella strana luce negli occhi,avevano quasi assunto un colore diverso,più acceso,brillante,ma quello pensava fosse solo un effetto collaterale dovuto a quello che lui provava per lei che la rendeve ogni giorno che passava sempre più bella e irragiungibile ai suoi occhi. Più questa consapevolezza prendeva spazio dentro di lui più avvertiva l'insana voglia di scappare da quel posto,sentiva delle voci che lo chiamavano ma era un suono ovattato,come se lui e il resto del mondo che lo circondava fossero a due dimenzioni spaziotemporali differenti. L'unica cosa che veramente percepiva erano le sue emozioni:rabbia,delusione,disperazione,tristezza,stavano facendo a botte dentro di lui per vedere quale di loro avrebbe avuto la meglio e lui non sapeva cosa fare esattamente per impedire che contemporneamente esplodessero dentro di se.
Scappò via,letteralmente,davanti agli occhi stupiti di tutti quanti,le mani che gli bruciavano dalla voglia di prendere a pugni qualcuno o qualcosa,un straziante nodo in gola che sapeva che solo urlando sarebbe riuscito a sciogliere e davanti agli occhi il fermoimmagine di Jennifer e George avvinghiati tra di loro a consumare quella passione che aveva poi dato vita all'essere che stava crescendo dentro di lei.
Non sapeva dire nemmeno lui per esattezza per quanto tempo aveva corso,il set si trovava nelle vicinanza di un boschetto non abbastanza grande che terminava con un enorme prato dove molto spesso loro,quando era bel tempo,si fermavano per fare qualche pic nic,naturalmente lo avevano sempre raggiunto in macchina e mai a piedi,quando si fermò sfinito e ormai senza fiato si ritrovò quasi alla fine di quel bosco,circondato da enormi alberi,la pioggia incessante che cadeva su di lui. Cercò di riprendere fiato,piegato sulle ginocchia cercava di fare dei respiri regolari ma aveva questo dolore lancinante nel petto,in un punto impreciso tra lo stomaco e la gola che gli impediva di calmarsi,calde goccie gli cadevano sul viso ed era sicuro che non fossepioggia.
-Inspirare. Espirare. Cominciò a ripeterselo ad alta voce. Doveva calmarsi anche perchè così non avrebbe risolto nulla. In fin dei conti chi era lui per lei per avere una reazione del genere? L'aveva avuta per una notte e l'aveva persa,nel peggiore dei modi,perchè era stato un codardo e non aveva avuto il coraggio di chiarirsi con lei,di spiegarle perchè quella sera le cose era andate in quel determinato modo,gli era letteralmente volata via dalle sue mani andando a finire,com'era giusto che fosse,tra quelle di un altro e adesso non poteva nemmeno più considerarsi suo amico.
Quando il respiro si fu regolarizzato iniziò anche a percepire l'ambiente intorno a sè soprattutto il freddo che iniziava a farsi sentire fin dentro le ossa,decise che era meglio incamminarsi verso la sua roulotte prima di prendere un terribile raffreddore,tuttavia lei non era del tutto riuscita ad eliminarla dai suoi pensieri e quello che non si spiegava adesso,ripensandoci a mente fredda,era il perchè di questa gravidanza. Si ricordava perfettamente il discorso che lei gli aveva fatto sulla sua necessità di avere una famiglia e di essere madre ma non pensava fosse così disperata da accettare il primo che gli capitava come padre dei suoi figli,altrimenti non avrebbe aspettato così tanto,nè tanto meno pensava che lei avesse deciso soltanto in un paio di mesi che lui era l'uomo della sua vita e soprattutto non dopo quello che gli aveva detto di provare per lui quella sera,non poteva averlo dimenticato così in fretta. Quindi l'unica alternativa valida,almeno per lui,era quella di una gravidanza indesiderata,non voluta,uno sbaglio a cui non potevano più riparare. Sentì di nuovo ribollire il sangue dentro di sè quando di nuovo l'immagine di loro due insieme si ripresentò davanti ai suoi occhi,questa volta presi a tal punto l'uno dall'altra da non pensare alle conseguenze che quella azione compiuta senza le dovute pecauzioni avrebbe causato e improvvisamente,come colpito da un fulmine,all'immagine di prima si contrappose un'altra,questa volta i protagonisti erano loro due,stava rivivendo quella famosa notte minuto dopo minuto,il primo bacio in piedi contro il muro,il divano,le parole dette,loro due in camera da letto,ogni istante era una pugnalata al cuore ma gli fu utile per rendersi conto di una cosa importantissima,neanche loro avevano minimamente pensato alla conseguenze,si erano comportati come due adolescenti alla loro prima volta,concentrati soltanto sul piacere che potevano darsi reciprocamente e sulla loro passione,questa consapevolezza fu la pugnalata più profonda perchè gli insinuò un dubbio peggiore di quelli avuti fino a quel momento, era suo quel bambino?
Doveva assolutamente parlare con Jennifer,fu questo il suo ultimo pensiero prima di ricominciare a correre.

Jennifer rimase completamente senza parole nel vedere Colin scappare via dalla sala in quel modo,era tutta la mattinata che lo aveva visto un pò più strano del solito ed ora era veramente curiosa di sapere quale fosse stata la molla che lo aveva fatto scattare. Si guardò intorno cercando di cogliere qualche segnale tra i colleghi ma tutti sembravano sconvolti quanto lei,decise di non pensarci,sicuramente sarebbe venuto fuori durante la giornata. La sua attenzione però fu catturata da Josh e Ginny che in un angolo stavano discutendo a voce molto bassa per non farsi sentire dagli altri,il primo sembrava molto dispiaciuto ed anche un po' impaurito da quello che gli stava dicendo la moglie. Se in un primo momento trovo la situazione addirittura un po' comica quando entrambi si girarono verso di lei,essendosi accorti di essere osservati,e le mimarono un 'mi dispiace' da lontano che l'aiutò a capire che c'entravano qualcosa con l'atteggiamento di Colin e soprattuttto con lei,fu assalita da terrore pure. Gli avevano detto tutto quanto. Jennifer si diede mille volte della stupida per aver rivelato un segreto così importante ad una persona che per quanto poteva essere fedele e leale come amica sapeva benissimo non sarebbe stata in grado di mantenerlo tale segreto,ma mai si sarebbe immaginata che non riuscisse a resistere per più di due giorni. Lo sapeva che prima o poi tutti l'avrebbero capito,è difficile nascondere un segreto del genere,ma sperava solo di avere più tempo,con lui almeno,aveva addirittura ipotizzato di avere almeno un altro mese prima che la cosa diventasse troppo evidente da farsi notare da sola. Questo era il tempo giusto che si era prefissata per prepararsi un discorso abbastanza convincente da fargli togliere qualsiasi dubbio lui avrebbe mai potuto avere e invece grazie a loro due era andato tutto all'aria. L'unica cosa positiva era che almeno aveva avuto un minimo di preavviso da parte loro,per prepararsi psicologicamente a quando lui si sarebbe presentato davanti per parlare.

-Oh mio Dio! Vuoi farmi prendere un infarto? Jennifer urlò nel trovarselo di fronte,all'interno della sua roulotte,completamente al buio. Quella giornata le era sembrata infinita,sempre con l'ansia di trovarselo di fronte da un momento all'altro e quando finalmente le riprese erano terminate e lei si era rassegnata all'idea che almeno per quel giorno non l'avrebbe visto se lo era ritrovato seduto sulla sua poltrona ad aspettarla.
-Scusami.. non volevo spaventarti.. disse lui come se si fosse reso conto solo in quel momento di quanto strana potesse sembrare da fuori questa situazione.
-Che ci fai qui? Chiese lei cercando di sembrare il più tranquilla possibile,non voleva fargli sapere che sospettava il motivo per cui era lì.
-E' mio figlio? Che non era mai stato un uomo di tante parole si era sempre saputo ma mai Jennifer si sarebbe aspettata che glielo avrebbe chiesto in questo modo così diretto.
Lei scoppiò a ridere cercando di mascherare l'ansia che stava prendendo piede in lei. Una risata completamente finta,se ne rese conto benissimo lui,ma almeno le fece acquistare un paio di secondi di tempo per pensare a cosa dire.
-Che cosa? Cercò di prendersi ancora un po di tempo.
-Il bambino. Lui era ancora seduto sulla poltrona,stranamente troppo calmo. Indicò la sua pancia con la mano. -E' mio?Chiese di nuovo. Questa sua calma fece abbastanza innervosire Jennifer,era la prima volta che parlavano seriamente da tantissimo tempo e di sicuro non si aspettava un atteggiamento del genere da parte sua.
-E perchè dovrebbe essere figlio tuo? Rispose lei come se la domanda posta da lui fosse una cosa assurda da chiedere. Alla fine aveva deciso come strategia migliore quella di stuzzicarlo un pochino per vedere se questa calma che ostentava era vera e quindi l'idea di avere un figlio fuori dal matrimonio non lo disturbava per niente,cosa che dubitava fortemente,o era semplicemente una facciata e voleva vedere fino a che punto sarebbe riuscito a resistere.
Già con questa risposta riusci a vedere una piccola differenza in lui,di sicuro non era assolutissimamente questo quello che lui si aspettava da lei. Si alzò dalla potrona e fece due passi verso di lei,lei ne fece altri due all'indietro,un piccolo deja vu per entrambi che fece sorridere Colin,anche lei se ne accorse ma fece finta di niente.
-La notte a casa tua... Lui si avvicinò ancora un po',lei non potè indietreggiare di più perchè si ritrovò ad andare a sbattere contro la porta. -..mi fa pensare che qualche possibilità ci sia che sia mio figlio.. Parlava a bassa voce,visto da occhio esterno poteva sembrava che stava cercando di sedurla ma bastava guardare i suoi occhi per capire che la stava implorando di dirgli la verità quasi terrorizzato da quella che poteva essere la risposta. A Colin sembrava irreale tutta la situazione che si era creata,era da troppo tempo che non aveva Jennifer così tanto vicino da poter sentire il profumo dei suoi capelli,da riuscire a contare tutte le piccole lentiggini che rendevano così particolare il suo viso,cercò di trattenersi con tutte le forze che aveva in corpo per non toccarla.
-Allora è successo davvero? E io che pensavo di essermelo soltanto sognata.. Fece lei con finta indifferenza. Questa risposta lasciò il ragazzo completamente senza parole,si allontanò un po' da lei per guardarla meglio,magari tutta quella vicinanza lo aveva rincoglionito a tal punto da fargli capire una cosa per un'altra altrimenti non c'era un motivo valido per giustificare una risposta del genere. Lei sembrava piuttosto seria e ora che non lo aveva più così vicino poteva pensare più chiaramente e dare libero sfogo a tutto il risentimento e alla rabbia che teneva dentro da più di un mese.
-Perchè ti sembra così strano? Chiese con aria di sfida. -E' esattamente questo che una pensa quando si ritrova il mattino nuda sul letto completamente da sola. Niente messaggio. Niente bigliettino. Bastava anche un fottutissimo post it attaccato alla porta. Jennifer era diventata rossa dalla rabbia e Colin cominciava finalmente a capire da dove aveva inizio tutto questo risentimento che lei aveva nei suoi confronti,lui pensava fosse dovuto a quella notte,a quello che avevano fatto,pensava che lei si fosse sentita in qualche modo costretta da lui a fare qualcosa a cui lei non ci aveva mai nemmeno pensato e invece era anche peggio. Lei si era sentita abbandonata da lui nel modo peggiore che esistesse,pensava di essere stata usata e poi buttata via senza un minino di accorgimento per i suoi di sentimenti e Colin pensò che non se lo sarebbe mai perdonato l'averle causato così tanto dolore.
-Sai che non.. Provò a giustificarsi ma lei non gli diede modo di parlare.
-Io non so niente! Urlò. -So solo che ti sei divertito con me e nel cuore della notte sei scappato via come un ladro,nemmeno fossi stato a letto con una prostituta qualsiasi trovata in mezzo alla stada. Toglimi una curisità però,era una scommessa con qualche tuo amico? 'scommetto una birra che riesco a portarmi a letto Jennifer Morrison' immagino le risate che vi sarete fatti.
La ragazza ormai era diventata ingestibile,parlava senza sosta girando intorno alla stanza e gesticolando nervosamente Colin invece era fermo,sentiva il sangue ribollirgi dentro dalla rabbia,sapeva benissimo che nessuna delle parole dette da lei erano vere ma la lasciava sfogare perchè pensava fosse il modo migliore per liberarla da tutta quella rabbia che aveva dentro.
-...o magari invece è stata una cosa tua,era da tanto tempo che non vedevi tua moglie e avevi voglia di sfogarti? I classici bisogni maschili,li capisco,ma bastava essere sincero sai.. non c'era bisogno di racontarmi tutte quelle stronz..
-BASTA! Il ragazzo urlò,non ce la faceva più a sentire tutte quelle accuse,le posizionò una mano sulla bocca per zittirla perchè sembrava fosse l'unico modo per fermare quel fiume di parole,lo fece con un po' troppa forza però e riuscì ad impedirle di sbattere contro il muro dietro di lei soltanto posizionandole il suo braccio dietro la schiena. Colin si pentì immediatamente di quel gesto,cercò lo sguardo di Jennifer per capire se si era fatta male ma lei era tranquilla. La donna sapeva benissimo di aver esagerto con le parole e un po' si aspettava una reazione del genere,anzi la cercava anche perchè sembrava che l'unico modo per avere la verità era fargli perdere la pazienza in questo modo,ma sapeva soprattutto che lui non le avrebbe mai fatto del male fisicamente ed era questo il motivo per cui non era preoccupata. Restarono immobili per un paio di secondi,intrappolati in quel abbraccio forzato,fino a quando Colin decise di togliere la mano dalla sua bocca facendola scivolare in una lenta carezza lungo il collo,fermandola sulla spalla,l'altro braccio invece continuava a stingerle la schiena.
-Voglio solo sapere il perchè... Tutta la rabbia era svanita e adesso sembrava quasi che lo supplicasse,perchè in fin dei conti era questa l'unica cosa che lei non riusciva a perdonargli e forse se lui le avesse spiegato le sue motivazioni sarebbero riusciti ad andare avanti e magari provare anche ad essere amici come prima. Colin aveva fissato le sue labbra dall'istante stesso in cui le aveva liberate dalla sua presa e quando le vide muoversi e schiudersi per fargli quella domanda non riuscì più a resistere,annullò completamente quella poca distanza che c'era tra i loro corpi e la baciò. Fu uno di quei baci che si potrebbe quasi definire disperato,dato da due persone che si volevano più di qualsiasi altra cosa al mondo ma che non potevano aversi,consapevoli che quella sicuramente sarebbe stata anche l'ultima occasione che avevano per imprimere nei ricordi il sapore dell'altro. Jennifer si ritrovò a ricambiare il bacio senza nemmeno renderesi conto di quello che le stava accadendo e continuarono fino a quando ebbero fiato in corpo.
-E' per questo motivo che me ne sono andato nel cuore della notte.... Rivelò lui,si era staccato il giusto necessario per poterla guardare negli occhi,lei rimase in silenzio aspettando che lui continuasse. -Perchè sono un debole.. continuò,le aveva intrappolato il viso con entrambe le mani in modo che per lei fosse impossibile scappare dai suoi occhi. -..perchè sapevo che se avessi aspettato il mattino e tu ti fossi svegliata io non ce l'avrei fatta a lasciarti,non sarei stato più in grado di andare via e sai benissimo che non posso permettermelo.. Dannazione Jennifer! Pensavo l'avessi capito che non sono in grado di resisterti! Si allontanò un po da lei,stava urlando e non voleva spaventarla. -Sei come una calamita che mi attira a te e più cerco di sforzarmi,di allontanarmi e più mi sento richiamato, e se prima la situazione era quasi accettabile perchè almeno ti avevo vicino come amica questi giorni in cui non ci siamo parlati per me sono stati un inferno,non facevo altro che sognarti tutte le notti.. E ti prego scusami perchè mai avrei pensato fosse questo il motivo della tua lontananza. Non sai quante volte avrei voluto venire sotto casa tua e parlarti,spiegarti perchè ero scappato via in quel modo ma non ne ho mai avuto il coreggio.. Credevo ti fossi pentita di quella notte,che mi ritenesssi il colpevole di tutto,che ti fossi sentita in qualche modo costretta da parte mia...
-No assolutamente no.. Questa volta fu il turno di Jennifer di stoppare le pippe mentali di Colin e si ritrovò a pensare a quanto tutto sarebbe stato più facile se queste cose se le fossero dette il mattino dopo e non due mesi dopo. -Io non mi pento di niente.. semplicemente non mi aspettavo di svegliarmi da sola,soprattutto dopo tutto quello che ci eravamo detti la sera prima.. Precisò lei,in qualche modo ora lo capiva ma questi mesi di distacco tra loro c'erano stati e lei non poteva fare finta di niente.
-Mi dispiace.. Lui non sapeva cos'altro dire o cosa fare ora,poteva considerarsi chiarita la situazione? Erano tornati ad essere amici come prima? Di questo sicuramente ne dovevano ancora parlare però ora c'era un argomento più importante di cui dovevano discutere,il motivo per il quale era venuto a parlare con lei quella sera.
-Non hai ancora risposto alla mia domanda comunque.. Le ricordò lui. Jennifer si era seduta sulla poltrona,si sentiva debole,di sicuro tutte queste emozioni non facevano bene al bambino e continuare a parlarne di certo non l'aiutava. -Ti senti bene? Colin si inginocchiò di fronte a lei,se ne accorse anche lui che non stava molto bene ed iniziò a preoccuparsi.
-Si si tranquillo.. sono solo un po stanca,è stata una lunga giornata.. lo rassicurò lei,voleva soltanto andare a casa e riposare quindi decise di rispondergli subito senza perdere altro tempo. -Non è tuo figlio. Lo guardò dritto negli occhi mentre glielo diceva per non dargli modo di credere che stesse bluffando e catturò ogni suo movimento con lo sguardo per cercare di capire come l'avesse presa.
Si alzò e si allontanò da lei dandole le spalle,lo sentì fare un profondo respiro prima di girarsi di nuovo. Non riusciva a capire se quello che provava fosse sollievo o dispiacere ma stranamente si ritrovò a pensare che nemmeno le interessava più di tanto,l'unica cosa che voleva era vivere questa gravidanza il più tranquillamente possibile e prima lui lo capiva,meglio sarebbe stato per tutti. Lui non disse niente,continuava a guardarla come se aspettasse un qualche segnale da lei che però sembrava non arrivare.
-Congratulazioni,sono sicuro che sarai un'ottima madre... Furono le sue uniche parole. Si abbassò per darle un leggero bacio sulla fronte ed uscì dalla stanza senza più voltarsi,Jennifer sussurrò un 'grazie' a voce bassissima che lui sicuramente non sentì,completamente stupita dal suo comportamento. Non avrebbe mai minimamente pensato che sarebbe stato così facile convincerlo.
 
*Sapevo che eri un problema quando sei entrato
quindi peggio per me ora
mi hai portato in posti dove non ero mai stata
e ora sono a terra su un pavimento duro e freddo.
I knew were trouble. Taylor Swift |\Vi consiglio anche questa,come tutte le altre canzoni che inserirò ad inizio capitolo xD \|

--Mi prendo due righe per ringraziare tutti quelli che stanno leggendo la storia,spero vi stia piacendo. Naturalmente chiunque voglia lasciare una piccola recenzione,anche semplicemente dirmi che vi sta facendo schifo,è ben voluto!
Un saluto e alla prossima,Emma.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: EmmaJones