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Autore: The Hopeless Girl    27/02/2016    2 recensioni
Spoiler di Teen Wolf (almeno la 3b) e Supernatural (stagione 7 giù di lì).
Allison Argent, dopo essere stata uccisa dagli Oni, è tornata in vita. Subito la sua strada incrocia quella di due fratelli, due cacciatori come lei, che cercano di aiutarla a scoprire come, perché e soprattutto chi l’ha riportata nel mondo dei vivi. Tra caccie, creature sovrannaturali, angeli, demoni e the family buisness, i due Winchester e la ragazza si trovano ad affrontare insieme al branco di Beacon Hills un nemico nuovo e potente come nessuno di loro ha mai visto prima.
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Dal testo:
«Allison, – disse a voce bassa, lievemente roca – come ci sei arrivata qui? Dove ti trovavi prima?»
Era una domanda bizzarra, se fatta in circostanze normali, ma quelle non lo erano per niente.
Senza riuscire a distogliere lo sguardo da quello profondo di quell’uomo strano, Allison sussurrò, stentando lei stessa a credere alle sue parole: «Prima io… prima ero morta.»
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Nota autrice:
Avrete notato che i capitoli sono brevissimi, e mi dispiace. Ma gli inizi mi sono sempre stati un po’ difficili e mi escono sempre un po’ confusi. Abbiate la pazienza di districare la matassa che ho scritto :)
p.s.: questo capitolo è un flashback ed è anche per questo che sono così brevi: volevo metterlo come capitolo a sé stante.

CAPITOLO 2

Gli ultimi ricordi coerenti che aveva erano lei e i suoi amici che andavano a Oak Creek per salvare Lydia, la sua freccia che uccideva l’Oni, e la spada di una di quelle creature che…
Il solo ricordo le faceva ancora dolere lo stomaco, lì dove la lama gelida l’aveva trafitta e dove ora non rimaneva neppure un graffio.
E ricordava Scott. Scott che la teneva fra le braccia, Scott che tentava di prendere il suo dolore, Scott che piangeva per lei, per loro. Ricordava di avergli detto che andava tutto bene, che era fra le braccia del suo primo amore e che lo amava.
E poi c’era la morte. Quel fluido freddo e strisciante che le era serpeggiato per tutto il corpo, le aveva appesantito gli arti e le si era depositato sul petto con la pesantezza di un macigno. Quella sensazione dolceamara di distacco da tutto quello che accadeva attorno a lei e all’interno del suo corpo. Quel momento che aveva avvertito con estrema precisione: di colpo sapeva con certezza di aver superato il punto di non ritorno, le Colonne d’Ercole.
Ricordava chiaramente di essere morta.
Tipo fine dei giochi, game over, non hai raggiunto nemmeno i vent’anni, sei morta. Da qui a due settimane sarai cibo per vermi.
Poi però era successo qualcosa di strano: si era svegliata.
Anzi non si era propriamente svegliata, era stata più la sensazione che si ha quando ti perdi nei tuoi pensieri senza nemmeno accorgertene e poi qualcosa ti disincanta e scopri che intanto il mondo è andato avanti.
Ecco, era stato proprio così. Un attimo prima moriva sull’asfalto bagnato di pioggia, e quello dopo era sdraiata in una pozzanghera di fango a lato di una stradicciola persa chissà dove.
Ma sapeva benissimo che le cose non erano così semplici: ogni volta che tentava di ricordare cosa ci fosse stato tra quei due momenti la sua memoria si bloccava e lei si sentiva come quando le sfuggiva la prima parola di una canzone che conosceva perfettamente, ma proprio l’imput, le prime lettere… quelle non riusciva a raggiungerle, per quanto si sforzasse.
Il periodo tra la sua morte e la sua resurrezione era un buco nero.
Una volta tornata in vita, le cose non si erano fatte meno confuse: appena aveva realizzato che lei non avrebbe affatto dovuto essere lì e sentire l’aria notturna che le entrava e usciva dai polmoni, era schizzata a sedere, guardandosi attorno freneticamente, quasi si aspettasse di veder sbucar fuori quei maledetti Oni da un momento all’altro.
L’unica cosa che era comparsa però erano stati i fari di un’automobile solitaria. Senza pensare a quello che stava facendo, Allison si era gettata di corsa in mezzo alla strada, rischiando di venire investita. La macchina aveva frenato e sterzato appena gli abbaglianti l’avevano illuminata, mancandola per un soffio. Pietrificata in mezzo alla carreggiata, con l’espressione che devono avere i cervi quando sbucano sulla strada davanti a un pick-up, aveva sentito le portiere aprirsi cigolando e poi sbattere violentemente sul telaio.
Due giovani uomini l’avevano raggiunta correndo e uno dei due l’aveva afferrata per un braccio gridando: «Ma che ti è passato per la testa? Sei completamente pazza? Avremmo potuto ucciderti!» L’altro uomo aveva strattonato indietro il compagno e gli aveva detto: «Dean, calmati. Non vedi che è sconvolta?»
Poi si era girato verso di lei e, con uno sguardo rassicurante, si era avvicinato, dicendo con voce calma e profonda: «Stai tranquilla, puoi fidarti di noi. Che cosa ti è successo? Che ci fai qui da sola?»
Allison aveva aperto la bocca, trovandosi però ad annaspare senza sapere che rispondere: non poteva dire a due tizi trovati letteralmente per strada che era morta ma ora era tornata in vita. L’avrebbero presa per pazza.
Non ottenendo risposta, il tipo aveva tentato un’altra domanda: «Almeno vuoi dirci come ti chiami?»
«Allison» rispose lei con voce roca, tremante «Mi chiamo Allison.»
Chiaramente sollevato dal fatto che non fosse talmente svitata da non ricordarsi nemmeno il suo nome, l’uomo sorrise: «Bene Allison, cosa…»
«Sam – lo interruppe l’altro uomo, che ora si era calmato e la fissava con le sopracciglia aggrottate – ho già visto un’espressione come la sua, e solo in alcuni casi.»
Anche lui si avvicinò a lei a rapide falcate, mantenendo però una certa distanza. La fissò negli occhi in con un’intensità talmente seria che un po’ la spaventò, come se lui potesse leggerle l’anima e capire tutti i suoi segreti.
«Allison, – disse a voce bassa, lievemente roca – come ci sei arrivata qui? Dove ti trovavi prima?»
Era una domanda bizzarra, se fatta in circostanze normali, ma quelle non lo erano per niente.
Senza riuscire a distogliere lo sguardo da quello profondo di quell’uomo strano, Allison sussurrò, stentando lei stessa a credere alle sue parole: «Prima io… prima ero morta

   
 
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