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Autore: Emily Doe    25/03/2009    8 recensioni
Un colpo sordo e profondo, ogni volta. Non quella sorta di doppio colpo che si ha sempre l'impressione di percepire.
Tum.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Disclaimer: I personaggi qui citati appartengono di diritto a mamma Rowla; la strofa della canzone citata è dei Tears For Fears (o di Gary Jules o dei The Red Paintings, se si hanno presenti le altre due – più belle, imho XD – versioni. Nota inutile, credo che quella di Gary Jules sia particolarmente adatta alla fic, ma quella dei The Red Paintings è quella con cui l'ho scritta XD). Non scrivo questa breve, stupida storiella a scopo di lucro *risata al pensiero che qualcuno possa pensare qualcosa di simile*, non si ritiene infranto alcun copyright.
NdA: Era nata da un'idea diversissima, che forse, se mai troverò la forza XD, butterò giù, e... a guardare questo risultato, quasi mi inquieto :unsure:. Chissà come (non) funzionano le mie sinapsi :very unsure:. Sì, la donna di cui si parla è volutamente lasciata nell'anonimato, e potrebbe essere effettivamente chiunque, ma nella mia testa era Hermione ^^.










Quell'unico battito




Ogni notte era la stessa storia: si svegliava all'improvviso, districandosi febbrilmente dal groviglio di lenzuola come fossero serpenti velenosi, e scattava a sedere madido di sudore; gli occhi, spalancati e lucidi nella penombra della stanza, fissi a scrutare il vuoto di fronte a sé.
Poco a poco il respiro si regolarizzava, normalizzandosi, e petto e spalle cessavano di innalzarsi spasmodicamente, quasi contraendosi; era il battito del cuore a mostrare maggiori problemi di recupero.
Tum.
Un colpo sordo e profondo, ogni volta. Non quella sorta di doppio colpo che si ha sempre l'impressione di percepire.
Tum.
Quella sorta di sparo nella notte – quel sogno, quell'unico battito – era una cicatrice di assenza, dell'assenza di quello stesso dolore che l'aveva causata.
“Draco?”
La voce assonnata di Astoria si faceva spazio, non senza fatica, tra le pesanti coltri di sonno e stanchezza e sogni ed incubi che aleggiavano nella stanza. Non sempre, ma a volte – di sicuro più spesso di quanto egli volesse – quel suo incubo destava anche lei. Nelle reazioni, più che nella sua essenza.
Draco deglutiva a vuoto un paio di volte, la bocca secca ed impastata, la gola anestetizzata ed incapace di rispondere a qualsiasi stimolo fisico volontario.
“Tutto bene?” Sua moglie si faceva largo tra le lenzuola appallottolate, scostandogli una ciocca di capelli umidi dalla fronte. La mano di lei era calda contro la sua pelle gelida. “Ancora quel sogno?”
Tum.
Una risata. Una risata lunga, immensamente lunga, fredda, cristallina, agghiacciante.
Era sempre quella risata a destarlo nel cuore della notte, col cuore impazzito e la sensazione che vi fosse qualcosa di profondamente sbagliato.
Sapeva che era solo un sogno, se lo diceva sempre, prima di andare a dormire, eppure quel suono atroce lacerava il suo intimo, nel buio più totale dell'inconscio; quel suono senza fine gli penetrava con violenza inaudita nel cervello, rimbombando ovunque, perfino nel sangue, e producendo quell'assurdo, singolo battito.
“Sta ridendo.” A sentirla, quella voce tirata, esitante, non pareva neppure la sua.
Astoria si riavviava i capelli, strizzando gli occhi, inspirando piano.
“Nessuno sta ridendo, Draco,” Mormorava poi, avvicinandolo a sé, spingendolo affinché si stendesse nuovamente. “è solo un sogno.”
Eppure riusciva a sentirla anche in quel momento, la risata che si insinuava in lui, forte e fiera, e fredda.
“Sta ridendo di me.”
Sua moglie, credendo che il buio nascondesse quel gesto, gli lanciava sempre quell'occhiata preoccupata.
“È morta, Draco. Tre anni fa, in guerra.” Anche la sua voce si era d'un tratto tesa, quasi fosse sul chi vive. Poi, stancamente, aggiungeva: “Non c'è niente che non vada, ora. Su, torna a dormire. È stato solo un incubo.”
Non c'è niente che non vada, ora.
È morta. Tre anni fa, in guerra.

Ma quel sogno tornava sempre, notte dopo notte, infaticabile, instancabile, a ricordargli come qualcosa di sbagliato ci fosse sempre stato, e ci sarebbe stato sempre.
Si costringeva a chiudere gli occhi con forza, allora, sapendo che tapparsi le orecchie non sarebbe servito a nulla. Tentava di riprendere sonno, ma era un'impresa vana.
Nella sua mente, senza tregua, continuavano a risuonare le prime, le ultime note di quella risata inarrestabile.
Tum.




And I find it kinda funny
I find it kinda sad,
the dreams in which I'm dying
are the best I've ever had


(“Mad World” - Tears For Fears/Gary Jules/The Red Paintings)




Fine








NdA 2, Il Ritorno: Oh, sì. Non sto mica tanto bene. Ma credo si sapesse ^^. Anyway, ci tengo a ringraziare di cuore chiunque abbia recensito *e letto, ma si sa che le recensioni sono utili, e LOVE! XD * le mie ultime storie, e chi ha la pazienza di sorbirsi ancora quel che la mia testa malata, di quando in quando, produce :p
Le recensioni, come sempre, sono le benvenute ^^
Alla prossima (chissà quando, speriamo mai!),
Emy e caprette tibetane *lol*
   
 
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