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Autore: GregMiller    29/02/2016    1 recensioni
Il virus C, potente arma creata nei laboratori dell' Umbrella Corporation è caduto in mano ad un organizzazione terroristica nota come " The Rebbelion " formata dall'alleanza delle principiali cellule terroristiche del globo. Quest'arma è in grado di trasformare un normale essere vivente umano in j'avo: Mostruosi essere con abilità fisiche e motorie fuori dal comune. Somministrandolo ai loro soldati, la Rebelion lancia un massiccio attacco,assediando per prima L'Europa orientale dove i paesi locali,già indeboliti dalle crisi economiche e sociali vengono facilmente sopraffatti, spingendosi fino ad arrivare alla parte centrale del continente occupando la Germania ed espandendosi gradualmente verso l'Ovest. La BSAA, una squadra speciale antiterrorismo è inviata al fronte per contrastare l'invasione.Il sergente Greg Miller si ritroverà ben presto coinvolto in una guerra senza esclusione di colpi.........
SPOILER: PIERS NIEVANS PROTAGONISTA DI RESIDENT EVIL è uno dei principali antagonisti del romanzo.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chris Redfield, Nuovo Personaggio, Piers Nievans
Note: Cross-over | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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Capitolo 39

Non potevamo credere a ciò che stavamo vedendo: sembrava un incubo ma purtroppo era la verità nuda e cruda,un ex sergente della BSAA tra l’altro uno dei migliori soldati, capi squadra ma soprattutto braccio destro del mio attuale comandante;ora dalla parte del male.“Adesso ricordi? Dovresti rimebrare… mi hai lasciato… abbandonato come un cane rabbioso in mezzo alla strada! Tu stesso avevi fatto un discorso, dicendo che non avresti lasciato nessuno indietro! Lo facesti in Endonia, durante il briefing: il primo a scendere sul campo e l’ultimo ad andarsene!” Disse sofferente,sibilando a denti stretti ed alternando diversi colpi di tosse alle parole. “Abbandonarti? Ma di che cazzo stai parlando?” replicò il colonnello mentre in tutto ciò osservavo la scena in religioso silenzio, pietrificato anche da quella surreale situazione. “Avanti,Chris! Uccidimi per il bene dell’umanità! Ormai non si può più far nulla…” “Cosa intendevi, accusandomi del fatto che ti avevo abbandonato? Credevo fossi morto! Parla!”sbottò il colonnello in faccia a colui che era stato Piers Nivans. Ci fu un breve momento di pausa, dopodiché Nivans decise di raccontare il motivo per cui si era scatenato tutto quell’inferno, dandomi anche la possibilità d’ascoltarlo e capire cos’era successo dopo l’ultima volta che l’avevo visto in vita, durante l’assalto sulla nave in cui ero stato obbligato a ritirarmi su loro ordine…
***
“Piers,muoviti!”Sbraitò il capitano Redfield mentre scappavano dal complesso sottomarino: erano giunti in quel luogo tramite un Harrirer F12 trovato sulla prua della  stessa nave in cui avevano subìto l’imboscata durante l’inseguimento per catturare Carla Radames. La caccia all’obiettivo pareva interminabile ed il tutto terminò con l’uccisione di quest’ultima, anche se gli ordini consistevano se possibile, di catturarla viva, al fine di ricavare più informazioni possibili sulla situazione. Messa con le spalle al muro, il capitano Redfield le sparò senza pietà, così come la donna aveva fatto con i suoi stessi uomini: era accecato dalla rabbia a causa degli spiacevoli episodi a cui fu costretto ad assistere. Le immagini dei suoi soldati che venivano barbaramente uccisi dalla misteriosa donna scorrevano velocemente nella sua mente, come abbaglianti flash che lo indirizzavano solamente al debito che doveva pagare con la stessa moneta: la morte, la stessa pietosa sorte che avevano subito i suoi stessi uomini. Nonostante ciò  il colonnello Redfield insieme al suo compagno, il sergente Nivans, riuscirono a recuperare una valigetta che era in possesso della donna. Immediatamente dopo,scoprirono che all’interno vi erano diverse dosi di Virus C contenute a loro volta in diverse capsule e siringhe ma queste erano leggermente diverse rispetto agl’altri campioni che avevano recuperato sul campo di battaglia. Questi erano infatti etichettati come  “Super Virus C“ di cui non si sapevano né gli effetti e né tantomeno l’esistenza. Decisero quindi di prenderli con sé, con la speranza di portarli al comando BSAA e farli analizzare dagli specialisti competenti in materia alla fine del conflitto. Quel giorno stesso successivamente, il comando ordinò ai due soldati di dirigersi immediatamente verso una base sottomarina, in cui erano tenuti prigionieri Sherry Birkin e Jake Muller, due individui particolari che avrebbero cambiato le sorti della guerra in favore degl’alleati. La loro priorità di salvezza era giustificata dal fatto che nelle loro cellule vi erano sviluppati degli anticorpi particolari in grado di garantire l’ immunità ad alcuni tipi di virus che la Neo Umbrella aveva utilizzato e mescolato per ottenere il ceppo virale C. Jake Muller era stato designato come portatore sano del virus, da cui si poteva ricavare un vaccino in grado di debellare completamente la minaccia virale. Il governo degli Stati Uniti decise quindi di inviare sul campo la giovane agente Birkin della DSO, una branca dei servizi segreti americani, con la speranza di mettersi in contatto con il mercenario Muller, che in quel momento partecipava insieme ai suoi compagni ad un’operazione di destabilizzazione del governo della repubblica d’Edonia. I terroristi che affrontarono il colonnello Redfield ed il sergente Nivans durante l’operazione in Grecia erano infatti gli stessi  compagni d’arme del giovane Muller, i quali avevano fatto uso del virus C per potenziare le loro abilità fisiche e svolgere la loro missione il più facilmente e velocemente possibile. Tuttavia, un solo uomo risultò immune al virus una volta somministrato: lo stesso Jake Muller, confermando l’ipotesi che potesse esistere un individuo in grado di resistere alla suddetta arma virale. Il giovane mercenario però era ricercato anche dalla stessa Neo Umbrella, il quale ordinò a tutti gli uomini sotto il suo comando di scovarlo ed ucciderlo, per evitare che si sviluppasse una cura; infatti fu proprio la Radames a prendere in considerazione l’incarico, rivoltando contro il giovane mercenario i suoi stessi compagni ormai trasformati in J’avo, soldati agl’ordini della Neo Umbrella. Dopo una spietata caccia all’uomo e varie peripezie, la giovane Sherry Birkin riuscì finalmente a mettersi in contatto con Muller, rendendolo consapevole del fatto  che il suo stesso sangue era la chiave per sconfiggere il virus. Quando il corrotto consigliere  alla sicurezza nazionale Simmons venne a sapere dell’operazione che stava dirigendo la DSO, organizzò subito una spedizione contro quest’ultimi, addirittura ordinando alla sua complice Radames di sprigionare una spietata ma soprattutto ostinata BOW soprannominata Ustanak: Un’enorme mostro alto quasi due metri e mezzo, dotato di un fisico umanoide possente simile a quello di un culturista e dotato di un’intelligenza abbastanza sviluppata, che rese la vita dei due ragazzi un vero e proprio inferno, fino a catturarli definitivamente ed a portarli in un complesso sottomarino, dove la loro ubicazione sarebbe risultata difficile da rintracciare grazie alla loro posizione sottomarina ben occultata. Tuttavia, vennero rintracciati dai due soldati della BSAA e successivamente liberati, la missione poteva dirsi finalmente conclusa; furono però le ultime parole famose poiché un’altra spiacevole sorpresa si presentò nell’esatto istante in cui i quattro furono in procinto di tornare alla base: L’HAOS, la più potente arma bio organica mai creata dalla Neo Umbrella.Di fronte a quella situazione, Redfield e Nivans decisero di occuparsi di quest’ultima, dando la possibilità ai due giovani di scappare e mettersi in salvo. Il feroce combattimento contro la gigantesca BOW si protrasse finchè la struttura iniziò progressivamente a crollare a causa dei danni subìti. Dopo aver corso a perdifiato lungo i corridoi allagati del complesso,schivando allo stesso tempo gli assalti dell’ HAOS, il sergente Nivans scattò verso l’uscita: una saracinesca stava per bloccargli la loro via di fuga definitiva. “Capitano, svelto! La blocco io!” Disse a denti stretti il sergente Nivans mentre ostacolava forzatamente con le braccia la pigra e lenta chiusura della porta,dando al suo superiore un brevissimo lasso di tempo per oltrepassarla. Superata quest’ultima, la piattaforma su cui correvano si incrinò a causa dei danni strutturali, facendo scivolare velocemente i due soldati all’interno di una vasca, contenente diversi detriti, travi e casse. Dopo svariati secondi, il capitano ed il suo sergente riuscirono a riaffiorare in superficie. “ Nivans, stai bene?” “ Si, signore! Dobbiam..” la sua frase venne interrotta a metà dall’improvvisa fuoriuscita dell’ HAOS: era ancora vivo! Le onde causate dall’improvviso movimento scaraventarono violentemente il sergente contro una pila di casse, seguito da una trave di metallo che si proiettò velocemente nell’aria contro il suo braccio, inchiodandolo alla parete e ferendolo gravemente. Il capitano Redfield venne afferrato dall’ enorme arma bio organica: tentò in tutti i modi di liberarsi ma fu del tutto inutile. “Devo fare qualcosa!” pensò tra se Nivans mentre urlava e gemeva per il dolore al braccio,da cui scese un’incessante getto sanguinolento. Si guardò velocemente intorno, finche il suo sguardo cadde sulla misteriosa valigetta che erano riusciti a recuperare dalla Radames. Con un violento strattone, il sergente riuscì a liberarsi, infierendo ancor più gravemente sul braccio, fino a staccarlo di netto dal suo corpo, quindi si trascinò su quel pavimento metallico viscido ed acquoso, fino a raggiungere la valigetta: le fialette e le capsule erano andate distrutte a causa dell’impatto ma una sola era rimasta intatta. “Per la BSAA! Per il futuro!” urlò mentre si iniettò sul braccio l’unica dose rimasta del Super C Virus. Avvertì immediatamente diverse fitte nel corpo, seguiti da spasmi e convulsioni, finchè il suo arto mancante si rigenerò,tramutandosi una sorta d’enorme tentacolo marrone, dotato d’artigli in grado di sparare diversi fulmini e scariche elettriche. Ripresosi dalla ferita, si diresse velocemente verso l’enorme figura nera a mezzo busto dall’orribile volto a teschio, spiccando un’enorme balzo verso il braccio in cui teneva il capitano Redfield, per poi infilzarlo con tutta la forza rimastagli nel corpo, facendo propagare anche potenti scariche elettriche che investirono tutto il corpo dell’ HAOS fino a danneggiarlo pesantemente, costringendolo a mollare la presa sul suo superiore. Dopo un violento scontro, L’HAOS venne finalmente neutralizzato;era ormai solo questione di secondi prima che la struttura affondasse del tutto. “Sergente! Come ti sei ridotto!?” abbaiò il capitano in un misto d’esasperazione e tristezza mentre portava e sosteneva il sergente ferito con il suo braccio ancora integro posato sulle sue spalle. Finalmente erano riusciti a trovare la loro via di fuga: dei piccoli sommergibili che avrebbero potuto utilizzare per sfuggire alla distruzione del complesso. Il capitano si lasciò sfuggire un lieve sorriso di compiacimento. “Avanti Piers! Dobbiamo…” sentì una forte spinta proiettarlo all’interno della cabina del mini sommergibile, seguito anche dalla chiusura dello sportello: voleva rimanere sotterrato in quel cimitero subacqueo! Dopo essersi reso conto della situazione, il capitano si appiattì contro il vetro, battendo su d’esso violentemente ed ansimando per la disperazione, dovuta a ciò che stava succedendo. “ Sergente!? Non fare l’idiota! Apri questa maledettissima porta!” Ringhiò il capitano mentre continuava a battere sul vetro del sommergibile. In tutto ciò, il sergente Nivans continuava a guardarlo come se nulla fosse: il suo volto sfigurato,dovuto a causa dell’iniezione del virus, rimaneva impassibile di fronte a quella situazione, forse un lieve accenno di tristezza e dolore. Voleva restare, sacrificarsi, in modo che il suo superiore potesse avere il tempo di scappare senza eventuali problemi. Quindi, mentre guardava il capitano invano battere ed urlare forsennatamente dietro il vetro, Nivans fece partire il sommergibile tramite un pannello posto sul lato destro dell’ingresso dell’imbarcazione, senza replicare ciò che stava abbaiando il suo superiore in quel momento. Una volta in superficie, il capitano comunicò la sua posizione al comando della BSAA che mandò immediatamente uno Chinook CH-47 per prelevarlo in mezzo all’oceano. Tuttavia non si accorse d’un particolare molto importante…
***
Galleggiava lentamente sott’acqua, con un andamento a ruota verticale. Pensava d’essere morto dopo l’esplosione ma a quanto pare il virus aveva fatto dei miracoli. Oltre ad essere sopravvissuto, era riuscito a salvare per un ciuffo d’erba anche il suo comandante: L’HAOS era molto ostinato e si era messo perfino ad inseguirlo anche dopo il crollo della base. Dato che evidentemente lo scontro precedente non l’aveva messo al tappeto, Nivans decise di folgorarlo definitivamente durante il brevissimo inseguimento, sprigionando dal suo braccio una potentissima scarica elettrica, ancora più letale di quelle utilizzate durante il precedente combattimento. L’HAOS si disintegrò in mille pezzi ed il sergente decise quindi di raggiungere il capitano, dato che avevo udito un debole ronzio di pale, simbolo che i soccorsi stavano per arrivare. Doveva sbrigarsi se voleva essere tratto in salvo! Arrivato in superficie, notò che l’elicottero era praticamente sopra di lui, a pochi metri d’altezza dalla sua testa. Vide Redfield in procinto di salire sull’elicottero; ne approfittò per chiamarlo: “Capitano?... sono vivo! Non mi abbandoni! Per favore..” gemette Nivans; non si era ancora ripreso dalle ferite e dallo shock nonostante si fosse iniettato il virus per rigenerare le ferite subìte. Cercò di chiamare più forte il suo superiore, con la speranza che potesse udirlo ma le pale dell’elicottero coprivano il suo flebile tono di voce. Il comandante salì,senza neanche degnarsi di uno sguardo attorno per vedere se il suo partner fosse ancora in vita; come se nulla fosse, salì sul velivolo. Dopo averlo preso a bordo,ripartì lentamente, finché non diventò un piccolissimo punto nero nel cielo. Non poteva crederci! Lo avevano abbandonato! Solo,ferito ed in mezzo al mare! Rimase incredulo di fronte a quella situazione; aveva voglia d’urlare ma dalla sua bocca uscì solo un lieve lamento di frustrazione e tristezza. Non dovette fare altro che rassegnarsi di fronte a quella situazione,dato che per i prossimi minuti avrebbe patito una morte lenta e dolorosa. Tuttavia sentì improvvisamente diverse voci parlare una lingua straniera,accompagnate da un ronzio d’un’imbarcazione. Sperava che si trattasse di qualche buon’anima che lo avrebbe tratto in salvo da quel putiferio ma quando si accorse che si trattavano di due solitari j’avo sopravvissuti al conflitto, la prova che si trattasse d’una falsa speranza fu confermata.
***
“Mi hai lasciato morire in quell’inferno! Solo come un cane..! ” disse terminando la frase con diversi colpi di tosse: sangue misto uscì dalla sua bocca. “ Credevo che tu fossi morto! Perché non sei scappato subito.. “ “Mi aspettavo che tu ti facessi vivo di tua spontanea volontà! Avevo messo in pratica ciò che mi avevi detto sul campo di battaglia, dandoti il tempo per scappare!” Lo interruppe di rimando colui che fu Lord Kuarl. “Dopo che te ne andasti, due j’avo mi presero con loro e mi portarono in un complesso segreto della Neo Umbrella ancora intatto. Avevano visto che il virus che mi ero iniettato volontariamente si era comportato ed adattato in modo particolare al mio organismo ma la cosa che gli stupiva di più fu il mio braccio mutato. Così, dopo vari esperimenti e dolorosissime modifiche ed amputazioni sul mio corpo nacque Lord Kuarl, un ‘essere spregevole e spietato il cui unico scopo ormai era combattere contro la causa per cui si era battuto con tanta convinzione, tradito dai suoi stessi compagni poiché abbandonato in mezzo al campo di battaglia in un momento critico, dopo aver dato tutto il suo impegno per salvare i suoi soldati, vite innocenti per poi debellare questa minaccia, ripagato ingiustamente con l’indifferenza e l’ipocrisia! Volevo farvi soffrire allo stesso come avevo fatto io quello stesso giorno! Le stesse ferite… Lo stesso dolore che avevo subito!” Terminò la frase ansimando, finchè non si accasciò al suolo pochi secondi dopo. Ora eravamo rimasti solo noi due in mezzo a quella sala fumante e distrutta, interdetti ma allo stesso tempo increduli da ciò che avevamo appena ascoltato…
 
 
   
 
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