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Autore: Lelasuprema87    04/03/2016    3 recensioni
Era la prima volta da quando l'avevamo presa al Grady che sorrideva. Non era il suo solito sorriso ma era comunque qualcosa... qualcosa di bello.
E lei era così dannatamente bella.
Volevo baciarla, toccarla… E non dovevo pensare a Beth in quel modo, ma lei mi stava praticamente violentando il cervello.
[MOMENTANEAMENTE INTERROTTA]
[CAPITOLI IN REVISIONE !]
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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CAP 1. Cosa rimane di lei
 


Eravamo tutti in quel maledetto corridoi­o d’ospedale. Quando Beth si avvic­inò, allungai un braccio per incitarla a venire verso di me, le sfiorai la ­schiena e sentì che lei era real­e, lei era qui.
Era di nuovo con no­i.
Lo scambio era riuscito!
Er­a il momento di andarcene. 
Guardai­ la poliziotta, era davanti a tutti, com­e in prima linea pronta a combattere, co­minciò a blaterare qualcosa sullo­ scambio. Adesso che Beth veniva via con noi, la p­oliziotta rivoleva il ragazzo e doveva to­rnare a lavorare per lei.
STRONZATE­!!!
No! Non potevo permetterlo.
Era ­stato grazie a Noah che abbiamo ritrovat­o Beth, non lo avremmo lasciato marcire ­in questo posto di merda. 
Io e Rick ­ci opponemmo, ma la poliziotta si ci minacciò di annullare l'accordo. ­Voleva mandare tutto a puttane la stronza.
Ero­ incazzato!
Noah, di sua spontanea ­volontà, decise di consegnarsi a ­loro, dando la pistola a Rick.­ All’improvviso vidi Beth allontan­arsi da me… mi mancò quasi l'ar­ia al distacco.. 
Fu come vedere una scena­ a rilento, Beth strappò la pistola dalle ­mani del ragazzo, la puntò e spar­ò freddamente al cuore della poli­ziotta.
In un attimo ci fu silenzio­, e sembrava che l’aria intorno a ­noi si fosse congelata, eravamo paralizzati da quello che avevamo vist­o.. istintivamente sia noi che i polizio­tti puntammo le nostre armi gli uni cont­ro gli altri, eravamo pronti a un attacc­o a fuoco, l’aria era diventata pe­sante in quel corridoio di ospedale.
<< Fermi! >>
La voce di Be­th mi paralizzò. Feci fatica a riconoscerla. Un tempo calda e dolce come un dannato angelo, adesso, gelida come il ghiaccio
<< Non volevate tutti la morte di Dawn? >>  continuò guardando i poliziotti che rimasero sorpresi ma annuirono, e in quello stesso istante abbassammo tutti le armi.
Silenziosamente e lentamente ci avviammo verso l'uscita di quell'ospedale maledetto.
Camminavamo per quei lunghi corridoi di ospedale, io affianco a Beth, non smisi mai di fissarla. Era magra, troppo, da come la ricordavo era pallida come un fantasma. Sembrava che a malapena riuscisse a camminare, come se si trascinasse. E i suoi occhi erano spenti, come se fosse assente...
CHE CAZZO LE AVEVANO FATTO?
Il pensiero mi fece infuriare. Ho represso la rabbia stringendo i pugni cercando di non pensarci, ma avrei voluto spaccare tutto.
All’uscita trovammo Maggie che correva piangendo verso Beth, abbracciandola.
Rimasi a distanza a guardare la scena.
Rick venne verso di me, si era accorto che avevo qualcosa che non andava, poggiò la sua mano sulla mia spalla come a confortarmi.
<< Beth deve aver passato l'inferno li dentro >> mi disse.
Cominciai a mordermi il labbro, continuando a guardare Beth, che nonostante gli abbracci della sorella rimaneva impassibile. Mi voltai verso Rick.  
<< No!… Molto peggio. >>


***

Ci allontanammo da quel posto infernale prendendo il camion dei pompieri che era posteggiato fuori da quella merda di ospedale, quello era l’unico mezzo che poteva portare noi tutti lontani da quel posto, con la speranza di non vederlo mai più.
Percorremmo chilometri su strade deserte, ogni tanto qualche vagante qui e là, ma nulla di serio. Speravamo di trovare un rifugio che ci poteva permettere di riposare tutti un po’.. Fortunatamente prima che fece buio trovammo una casa, fuori sembrava sicura. Dopo un’accurata perlustrazione, entrammo in casa, era abbastanza grande e c’erano stanze per tutti. Ci saremmo fermati per un paio di giorni al massimo, giusto il tempo per far recuperare le forze a Carol e Beth.
Dovevamo pensare ad un piano, Rick doveva ancora decidere, colpa di quello stronzo di Eugene e le cazzate sulla cura, l’idea di andare a Washington era andata a farsi fottere.
Rick consigliò a Carol e Beth di andare a riposare, mentre Io e Glenn andammo a piazzare delle trappole sonore intorno alla casa con delle cose trovate lì in giro.
Quando si fece sera venne un attimo per rilassarsi, mi sedetti su un gradino del portico d'ingresso e mi accesi una sigaretta.
Ancora non ero riuscito a parlare con Beth. Volevo dirle che avevo provato a rincorrere quella maledetta macchina con la quale l‘avevano rapita, volevo chiederle scusa, dirle che era stata tutta colpa mia. Volevo sapere cosa era successo nell’ospedale, ma avevo paura di scoprirlo. Sbuffai e avvicinai la sigaretta alla bocca. "Paura" , feci una smorfia, "un Dixon che ha paura" mi rimproverai sarcastico. 
<< Daryl >>  mi chiamò Glenn sedendosi accanto a me.
<< Hmm >> lo guardai dandogli la mia attenzione. 
<< Cosa pensi sia accaduto a Beth? >>
Buttai fuori il fumo lanciando la sigaretta nel terreno. Non sapevo cosa rispondere, mi limitai a scrollare le spalle.
Il ragazzo asiatico distolse lo sguardo da me e cominciò a guardare altrove. 
<< È irriconoscibile >> affermò.
Già, era vero cazzo.
<< È come se non volesse più avere nulla a che fare con noi, con Maggie... Non ha nemmeno guardato Judith. >> concluse guardandomi di nuovo.
Troppo vero cazzo.
Era questa la realtà... una dannata realtà. Non voleva aver niente a che fare con noi, con nessuno. Quando Rick le suggerì di andare a riposare, Beth non ci pensò due volte prima di allontanarsi, andando nelle stanze del piano di sopra, senza guardare nessuno. Sembrava quasi grata di stare da sola senza nessuno di noi intorno.
Ma perché cazzo, Perché? 


Rientrammo dentro casa per mangiare qualcosa, mi accorsi che c'erano tutti tranne lei. Mi chiesi se stesse ancora riposando.
Maggie, Tara e Rosita stavano facendo le quindici porzioni di cibo per quella sera.
<< Qualcuno può chiamare Beth? >> chiese Maggie. 
<< Ci penso io >> dissi annuendo.
Mi avviai sulle scale che mi avrebbero condotto alla stanza dove Beth si era rinchiusa. Ero agitato ed era ridicolo, agitato di cosa?...
Quando mi trovai davanti alla porta che mi separava da Beth cominciai a mordermi l'interno del labbro. Bussai.
Nessuna risposta.  Bussai di nuovo.
<< Beth? >> nessuna risposta. Cazzo. << Beth apro! >> dissi mantenendo la calma. 
Con il cuore in gola aprii quella dannata porta.
La vidi lì, rannicchiata sul letto, sguardo nel vuoto, non mi aveva nemmeno sentito.
Notai che aveva cambiato la maglietta, indossava una canottiera nera.
<< Beth >> pronunciai il suo nome cercando di attirare la sua attenzione.  Nessuna risposta, sembrava in trans.  
Mi avvicinai lentamente e mi chinai accanto a lei. 
<< Hey >> le dissi dolcemente accarezzandole la fronte sperando di spronarla al contatto, funzionò. Beth si voltò verso di me senza dire una parola, guardai i suoi occhi vuoti che mi fissavano.
Facevano male. 
<< La cena è pronta >> dissi cercando di mantenere un tono calmo. Beth levò lo sguardo dal mio e riprese a fissare il vuoto davanti a sè. 
<< Non ho fame >> disse senza nessun tipo di emozione, come se fosse un automa.  
<< Beth >> la richiamai, ma mi ignorò. << Stai... Stai bene? >> le chiesi quasi balbettando.  
<< Mmhh >> annuì senza guardarmi. 
Certo che non stava bene, anche un ceco se ne accorgerebbe. Mi mangiai l'interno del labbro e la fissai ancora un po‘. Qualcosa in lei si era rotto. 
Mi alzai avviandomi verso la porta. Mi girai e la guardai ancora un attimo per vedere qualche tipo di reazione, ma niente, Beth continuava a fissare il vuoto.
Sbuffai e chiusi la porta alle mie spalle.
Beth sembrava non essere più la ragazza che conoscevo, e sapevo bene che era solo colpa mia. Era stata tutta colpa mia.
Se quella maledetta sera alla casa del becchino non fossi stato così coglione ad aprire la porta senza guardare... Forse, adesso…
Mi chiesi se quella lì dentro era la stessa Beth con la quale sono scappato dalla prigione, se era la stessa ragazza con la quale avevamo bruciato il mio passato. 
La stessa Beth che aveva cambiato la mia mente.


***

Erano due giorni che ci eravamo stabiliti in quella casa, ed erano due giorni che Beth era rinchiusa in quella stanza, non beveva, non mangiava, non parlava con nessuno. 
Era come se si stava lasciando morire.
Eravamo tutti preoccupati, con Beth così debole e apatica non potevamo allontanarci da quella casa. Non ce l'avrebbe fatta la fuori, ma non potevamo fermarci ancora per molto.
Maggie, provava ad avvicinarsi a lei, portandogli qualcosa da mangiare nella sua camera ma Beth rifiutava qualsiasi forma di contatto.
Le giornate passavano, tra chi faceva dei giri per procurarci del cibo, e chi come me faceva i turni di guardia. Una notte, alla fine del mio turno, rientrando in casa, mi ero avvicinato alla porta della sua camera, la sentivo gemere nel sonno e piangere.. Incubi.
Stavo tornando dalla caccia, sulle mie spalle portavo un cervo, quella sera avremmo mangiato qualcosa di più che scoiattoli e fagioli in scatola. Quella sera dovevo assolutamente far mangiare Beth,  a forza di costringerla.
Quel figlio di puttana di Merle avrebbe sicuramente detto che ero diventato un coglione patentato. Era vero.
Arrivato nel cortile della casa vidi Carol che mi veniva in contro.
<< Ho il piacere di notare che la caccia è andata bene >> disse entusiasta guardando il cervo che portavo in spalla.
Annuì, e camminammo fianco a fianco verso l'entrata. 
<< Ti sei ripresa? >> chiesi alla donna che fino a qualche giorno fa non si reggeva in piedi. 
<< Si, mi serviva solo un po’ di riposo >> rispose accennando un sorriso. 
<< Che ce? >> domandai.  
<< Sono solo preoccupata per Beth >>
<< Lo siamo tutti >> dissi quasi come un sussurro. Cominciai a mordermi l'interno del labbro. 
<< Pensi che abbiano abusato di lei? >> mi domandò tutto d'un fiato, come se quelle parole facevano fatica a uscirle dalla bocca. Non risposi.
Quella domanda mi provocò una stretta allo stomaco. Ricordavo bene quello che Noah ci disse su quello che accadeva al Grady; schiavitù, abusi, violenza.  Non ci raccontò nessun episodio in particolare su Beth, ma immaginavo già quello che le era successo, non appena sentì la sua voce gelida e vidi i suoi occhi spenti. Solo che non volevo ammetterlo.
                                         
***

Mi offrii di portare la cena a Beth. Con una candela mi facevo strada per il corridoio. Bussai per avvisarla che ero lì, ma sapevo che non avrei ricevuto nessuna risposta. 
<< Beth, sto entrando >> dissi aprendo lentamente la porta. Rimasi sorpreso di vederla dormire. Mi avvicinai cercando di non fare rumore, poggiando la candela e il piatto sul comodino. La fissai per qualche minuto, era sdraiata su un fianco con la schiena verso il muro, la coda di cavallo era andata a farsi fottere, aveva delle grandi occhiaie dovute alle notti insonne causate dagli incubi, ed era pallida, più di qualche giorno fa. Mi sedetti sul pavimento freddo e le misi una mano sulla spalla per scuoterla, mi dispiaceva svegliarla ma doveva mangiare. 
<< Beth >> sussurrai, continuando a scuoterle delicatamente la spalla.
Appena aprì gli occhi credo non mi abbia riconosciuto, perché istintivamente prese il suo coltello dalla cintura per colpirmi, prontamente la fermai per il polso.
<< Beth che diavolo, sono io >> le dissi confuso dalla sua reazione. 
<< Daryl? >> rispose con torno spaventato. Mi guardò grazie alla piccola luce che emetteva la candela e abbassò l'arma.
<< Perché dormi con il coltello? >> la rimproverai.
<< Perché non dovrei >> 
La fissai senza rispondere,  sembrava infastidita dalla mia domanda, dalla mia presenza.
<< Credi che voglia tagliarmi le vene? >> continuò. Rabbrividii a quella domanda. E si, lo temevo. 
<< Vuoi farlo? >> le chiesi serio. Beth continuò a fissarmi, sembrava che stesse per dire qualcosa ma esitò.
<< Perché sei qui? >> mi domandò cambiando discorso.
<< La cena >> indicandole il piatto sul comodino.
<< Non la voglio >> voltando lo sguardo davanti a lei.
<< Merda Beth, non costringermi a imboccarti >>
Ero esasperato. Non mi degnò di risposta. Bene.
<< D’ accordo >> presi il piatto con una mano e con l'altra la forchetta. Con la posata infilzai un pezzo di carne e lo avvicinai alla bocca di Beth.
<< Mangia! >>
<< Che fai? >> sembrava più un lamento che una domanda. Non m'importava.
<< Beth per favore >> la supplicai. Lei sbuffò. 
<< Va bene >> si arrese, prese la forchetta dalla mia mano e cominciò a mangiare lentamente qualche boccone. 
La guardai mentre mangiava, tirai un sospiro di sollievo. Finalmente. 
Notai la difficoltà nei movimenti, era stremata.
<< Soddisfatto? >> mi chiese sarcastica porgendomi il piatto senza guardarmi. Non aveva mangiato tutto, ma era già qualcosa. 
<< Hmm >> annuì e presi il piatto alzandomi in piedi. La fissai, lei guardava altrove. Feci un sospiro.
<< Dammi il coltello adesso >> non era una domanda. Lei mi guardò allibita dalla mia richiesta. 
<< Daryl... >> mi supplicò fissando il mio sguardo fermo.
<< Non ti serve >> 
<< Non ho intenzione di tagliarmi le vene se è questo che pensi >> fece una pausa << mi serve per difendermi >> disse con fatica levando il suo sguardo dal mio. Sospirai. Non ero sicuro a lasciarle il coltello, dopo quello che aveva passato non mi fidavo. Non le serviva qui, l'avremmo protetta noi.
L'AVREI PROTETTA IO.
<< Il coltello >> la incitai porgendole la mano. Si morse un labbro e senza guardarmi, prese il coltello dalla cintura e lo pose nella mia mano. Annuiì e mi allontanai verso la porta. 
<< Torno domani mattina con la colazione >> dissi dandole le spalle.
<< Perché? >>. Era irritata, sentì il suo sguardo contro la mia schiena.
<< Perché non possiamo rimanere per molto in questa casa e hai bisogno di recuperare le forze >> conclusi con tono duro. Basta compassione.
<< Come dici tu >> sembrava una presa per il culo.
Non dissi nulla e me ne andai chiudendo la porta.
 
   
 
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