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Autore: MangAnime    05/03/2016    0 recensioni
“Si scusò per qualcosa di cui non era responsabile. Si scusò per non avere più un braccio, come se, senza quel braccio, io non l'amassi più. Che sciocco! Io l'avrei amato anche se non avesse avuto un occhio o una gamba, non mi importava, a me bastava che fosse vivo, mi bastava la sua presenza.”
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dondolava ancora quella sedia...

Dondolava ancora quella sedia, senza emettere nemmeno un cigolio. Ne aveva viste quella sedie di cose, era li che i piccoli si addormentavano in braccio ai propri genitori, anche la mamma si addormentava lì, era stato il primo mobile entrato in caso, ancor prima del letto o della cucina, era vecchia già allora, ma la nonna vi era affezionata, il nonno le aveva detto che gliene avrebbe comprata una nuova ma lei non ne voleva che sapere “La fece mio padre questa!” gli aveva risposto, e allora lui non poté far altro che accontentarla. La posizionarono vicino al camino, a nonno piaceva guardare il fuoco, per lui era molto meglio passare ore davanti al camino piuttosto che davanti a 'quell'aggeggio infernale' come chiamava lui il televisore, non gli piaceva, diceva che aveva rovinato la comunicazione, beh, non gli si poteva dar torto…

Ricordo che quando andavo a trovare la nonna, era sempre seduta su quella sedia. Lei dondolava e nel mentre guardava fuori, o il fuoco, o leggeva… le piaceva leggere, le piaceva molto, e al nonno piaceva ascoltarla, mi diceva sempre che la nonna aveva una voce bellissima e che l'avrebbe ascoltata per centinaia di ore, lui si sedeva lì, con lei sulle gambe e allora la nonna iniziava a leggere, il nonno a volte cullato dalla sua voce si addormentava, quasi fosse un bimbo, la nonna allora, si alzava e lo copriva con una coperta “Non voglio che prenda freddo.” diceva.

Il nonno e la nonna quando si sposarono erano molto giovani, lui 18 e lei 16, ma dopotutto erano altri tempi, prima ci si sposava presto, ora si aspetta la pensione quasi quasi… Il matrimonio dei nonni non fu combinato, loro si sposarono per amore, ma fu difficile… il papà della nonna voleva un marito benestante per lei, così non si sarebbe dovuto preoccupare per lei in futuro “Io non ci sarò per sempre figliola, devo assicurarmi che starai bene!” le diceva sempre. Il nonno però non era ricco, era il quinto di otto figli, e non conosceva altro che la terra essendo figlio di contadini , quindi da offrirle non aveva molto se non un pezzo di terreno dove poi sarebbe sorta la casa dove sarebbero poi andati a vivere, per questo motivo il papà della nonna si oppose, voleva il meglio per la propria figlia, sapeva benissimo quanto fosse difficile portare avanti una famiglia con dei figli, una casa con le spese varie che con il passare degli anni aumentavano sempre di più, a quei tempi si dovevano fare sacrifici su sacrifici e per un contadino doveva essere ancor più difficile, così si oppose fermamente, ma il nonno amava la nonna, l'amava moltissimo, così un giorno si presentò a casa di nonna, vestito di tutto punto con un completo cucito dalla sua mamma e con delle violette in mano, volle parlare con il papà di nonna, aveva un'espressione seria sul volto ma era completamente rosso per l'imbarazzo, nonna ci ha sempre detto che non vide più il nonno con il viso tanto rosso a quel modo, pensandoci bene era raro che il nonno fosse a disagio o in imbarazzo, lui aveva un carattere deciso e forte ma allo stesso tempo molto dolce, si chiusero nello studio, rimasero li dentro a discutere per molto, la nonna era molto ansiosa, sapeva che smuovere suo padre da una decisione già presa era un'impresa ardua ma comunque continuava a sperare, quando il nonno e il papà di nonna uscirono dallo studio l'ansia si fece ancor più pesante, la nonna non si dimenticò mai quel momento, il suo papà si sedette sulla sedia a dondolo e disse: “Pina, il ragazzo si ferma a cena oggi.” e allora fu festa, la nonna abbracciò forte il suo papà e poi abbracciò il nonno, aveva cambiato idea, ora potevano sposarsi!

Il nonno non disse mai alla nonna cosa si eran detti in quello studio, ma a lei che sapesse o no poco importava, di sicuro se il suo papà aveva cambiato idea, il nonno, aveva dovuto dargli motivi validi, ma forse semplicemente gli aveva detto che l'amava…

Già prima che si sposassero il nonno aveva iniziato a costruire la casa e nel frattempo cercava un lavoro che gli permettesse una vita senza troppe pressioni.
Il nonno non fece mai mancare nulla ne ai suoi figli ne alla nonna, anche se lei non pretendeva niente se non il suo amore. I primi tempi che erano sposati, il nonno, ogni giorno si alzava alle cinque del mattino e tornava alla sera verso le sette, lavorava in miniera, era un lavoro meglio pagato a quei tempi, anche se era faticoso, ma non gli pesava, l'importante per lui era il poter rendere felice la propria moglie. Dopo qualche anno trovò lavoro in una fabbrica, e allora l'orario di lavoro si modificò, divenne più leggero e aveva anche più tempo da dedicare alla nonna e ai suoi figli.

Quella sedia a dondolo fu importante da sempre, a volte la nonna si sedeva li e ci raccontava di come quella sedia a dondolo le era cara, di come le fece compagnia e la cullava nei giorni che nessuno poteva, lì la nonna aspettava il nonno tornare dal lavoro, mentre faceva qualche lavoro a maglia, lì lo aspettò con ansia quando il nonno partì per la guerra… La nonna odiò quella guerra, così inutile, così crudele, quella guerra che voleva strappargli suo marito, la sua vita. Quante notti aveva passato sveglia a pregare, seduta su quella sedia a dondolo, pregare per il suo sposo, ed era sempre li seduta a dondolarsi quando una mattina, bussarono alla sua porta, era il nonno, era tornato, la guerra era finita e lui era sano e salvo a casa, era tornato da lei… Ma forse quello fu solo una piccola illusione, qualche anno dopo il nonno venne richiamato alle armi, era scoppiata una nuova guerra, e allora la nonna riprese a sedersi li, a guardare con ansia fuori in attesa del suo ritorno… ogni tanto le arrivavano le lettere del nonno, le diceva che stava bene, che presto sarebbe tornato, non voleva farla preoccupare, on voleva saperla piangere, odiava il fatto di procurarle tale dolore, ma la nonna seppur si trattenesse a volte scoppiava… quante lacrime aveva versato su quelle lettere che il nonno le inviava, quanti singhiozzi quella sedia a dondolo aveva udito… Poi il nonno tornò, ma non bene come le aveva detto, al nonno mancava un braccio, una bomba gli era esplosa vicino, non l'aveva detto a nonna per non farla preoccupare, ma forse anche per paura…. Quando la nonna lo vide ne rimase un po' sconvolta ma ugualmente ringraziava Dio per averglielo riportato a casa vivo. Il nonno quando vide la nonna per prima cosa le chiese scusa, “Si scusò per qualcosa di cui non era responsabile. Si scusò per non avere più un braccio, come se, senza quel braccio, io non l'amassi più. Che sciocco! Io l'avrei amato anche se non avesse avuto un occhio o una gamba, non mi importava, a me bastava che fosse vivo, mi bastava la sua presenza.” mi aveva detto quando me ne raccontò.

La nonna accudì il nonno, sempre, in ogni momento, in ogni caso, e lo stesso fece lui, dopotutto tenevano fede alla promessa di matrimonio che si erano fatti:“In salute in malattia, finché morte non ci separi.”… e fu così,si amarono fin da subito, fin dal primo sguardo timido scambiato al mercato un giorno d'inverno, si amarono fino alla fine, quando 67 anni dopo, la nonna seduta sulla sedia a dondolo, affianco al letto del nonno, che pur stando male le chiedeva perdono, perdono perché stava morendo, perché l'avrebbe lasciata sola ad affrontare quel mondo che gli aveva donato tanto, quella vita che avevano costruito insieme, quel destino che li stava separando per l'ultima volta…

La nonna non pianse mai la morte del nonno, lui odiava vederla piangere e lei lo sapeva, al contrario però amava sentirla ridere, “vedere il sorriso sul tuo volto è ciò che ogni giorno mi ricorda il motivo per la quale ti amo, mi rende felice…” le diceva.

Per questo la nonna non pianse mai, lui la voleva veder sorridere, e così non rinchiuse il ricordo del nonno in un cassetto, anzi, non passò giorno in cui il suo nome non fu nominato, la nonna amava parlare del nonno, la nonna amava amarlo, ed io amavo ascoltarla, seduta affianco a lei sulla sedia a dondolo, mi faceva sognare l'amore, amore che , ai tempi di oggi non esiste, forse sono ancora piccola ma io l'amore che la mia nonna donava ogni giorno al mio nonno, anche con un piccolo insignificante gesto, gli sguardi che gli donava, pieni di amore, oggi non li riconosco più in nessuno, e allora mi chiedo… forse l'amore non esiste più? Forse le ultime generazioni sono riuscite a far morire l'amore?



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Note Autrice:
Ciao! Come va? è un po' che non mi faccio viva, ma lo studio mi ha rapita *scappa* D:!!
Questo racconto l'avevo scritto per un concorso che trattava il tema: "L'amore non esiste?" alla quale però non ho partecipato essendo io insicura e poco fiduciosa ^^", ma tenerlo posato in una cartella del pc a fare la muffa non mi andava, quindi ho pensato di postarlo ;)
Spero vi sia piaciuto, ovviamente accetto critiche e commeti di qualunque genere, e spero non ci siano errori grammaticali, in caso contrario mi scuso.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto, recensito o aggiunto la storia in preferite/ricordate/seguite. 
Un bacione e alla prossima,

MangAnime ;)

  
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