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Autore: Spiritromba    09/03/2016    1 recensioni
Matt ha quasi sedici anni e soffre di una malattia al cuore che non gli permette di sforzarsi o eccitarsi eccessivamente. A causa di cio', Matt e' da sempre rintanato in un guscio chiuso, troppo spaventato per vedere la luce che c'e' fuori, ed evita ogni contatto con i suoi coetanei.
I suoi genitori, che dopo la morte della sorella hanno deciso di vivere in un mondo fatto di numeri e statistiche, l'hanno mandato in una piccola spiaggia americana isolata dal mondo, per la forse ultima estate della sua vita. Gia', perche' tra un mese Matt dovra' sostenere un pericoloso intervento che potrebbe ucciderlo, e le possibilita' a suo favore non sono molte.
Matt conta i giorni su un calendario, sempre piu' prossimo alla sua probabile morte, ma non appena conoscera' Emory, l'unico ragazzo che sembra veramente capirlo, il guscio comincera' a creparsi sempre di piu', fino a spezzarsi del tutto. Ma deve fare in fretta, perche' ormai gli restano soli trentun giorni di vita...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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“Questa e’ la tua ultima estate, Matt. Ti prego, goditela fino in fondo.”  Quanto avrebbe voluto che fosse possibile...

 

“Ragazzi, siamo arrivati!” lo zio apri’ di scatto la porta dell’automobile, facendo entrare una ventata d’aria frizzante e salmastra all’interno dell’abitacolo. Un temerario raggio di sole fece capolino dalla tendina, svegliandolo. 

Matt apri’ gli occhi di malavoglia, sfinito dalle due ore di dormiveglia della notte scorsa. Gia’, perche’ dire ‘di sonno’ era una parola grossa per quella nottata a dir poco tremenda, trascorsa tra borse colme di vestiti e valigie in uno sgangherato SUV californiano.

Poco prima di uscire guardo’ fuori dal finestrino: poco lontano dalla strada si trovava una piccola spiaggia costellata da conchiglie, mentre ai lati si ergevano delle scogliere non troppo alte e, con un po’ di fortuna, qualche anfratto dove nascondersi nelle notti afose. Il Sole era alto e brillante, e anche se quel posto aveva un aspetto un po’ trasandato nell’insieme non era male. Almeno per lui, perche’ i suoi cari cugini sembravano trovarlo fantastico. 

“Sei sicuro di volerla portare?” il signor Morrison si gratto’ la testa grassa e pelata, indeciso se lasciargli portare la valigia o meno. “Stia tranquillo, posso farcela da solo” Matt si mise con noncuranza lo zaino sulle spalle, ultima ruota del carro della congrega. Come, in fondo, era sempre stato. 

Matt aveva quasi sedici anni, ma ne dimostrava due in meno: era piuttosto basso, magro, pallido, con dei folti capelli corvini  e due luccicanti occhi azzurri. Non ameva mai amato stare in gruppo, in particolare con persone esaltate come i suoi parenti, ne’ divertirsi in gruppo e fare baldoria come molti altri suoi coetanei che, invece, si davano alla lussuria e ai divertimenti. Forse ora vi chiederete come mai fosse un tipo cosi’ solitario, ma la risposta e’ molto semplice: Matt aveva una malattia al cuore. 

Ne soffriva fin da quando era piccolo, bloccandogli i rapporti con gli altri: non poteva affaticarsi troppo, i suoi respiri erano corti e rapidi e non assumeva molto cibo. Gli avevano gia’ fatto un paio di operazioni, ma nessuna sembrava aver migliorato le cose. I suoi genitori erano all’inizio ottimisti, confidavano in quegli interventi, ma pian piano avevano perso ogni fiducia e ogni attenzione in Matt. Non importava loro piu’ molto di loro figlio, ecco perche’ l’avevano mandato in quel posto. O meglio, parcheggiato. 

***

Sua sorella era morta tre anni prima in un incidente stradale. Forse aveva bevuto troppo prima di salire in macchina, oppure si era semplicemente distratta per pochi, letali secondi. Fatto sta che avevano trovato Anne completamente sfracellata, una massa informe di carne insanguinata schiacciata sotto l’air-bag dell’automobile. Era stato un trauma per tutta la famiglia.

Presto i suoi genitori avevano cominciato a frequentarsi sempre di meno, dicevano l’uno all’altra di essere troppo impegnati con cene, incontri e quant’altro. Anne era forse l’unica cosa che, ormai, li legasse, e ora che se n’era andata la loro unione non aveva piu’ alcun senso. Dopo soli sei mesi vivevano gia’ in stanza separate, e Jane aveva cominciato a cercare un nuovo appartamento per evitare il contatto con suo marito.

Chissa’ cosa staranno facendo ora, penso’ Matt steso sul suo nuovo letto. Se li immaginava seduti in qualche caffe’ di Manatthan, su un grattacielo colmo di riflessi e finestre tanto da abbagliare gli osservatori. Forse stavano discutendo, oppure parlavano di finanza con i loro colleghi o controllavano l’andamento della borsa, chi lo sa. L’unica cosa certa era che non sentivano la sua mancanza. 

Si alzo’ riluttante, stiracchiandosi un poco per rimettere in moto i muscoli della schiena indolenzita. Apri’ lo zaino e tiro’ fuori tutti i suoi vestiti ordinandoli in una pila informe, fino a quando non raggiunse il fondo. Ah, ecco dov’era finito, penso’ afferrando il libro che aveva bramato per l’intera giornata. Era riuscito a trovare lo spazio dove infilarlo quasi per miracolo, e sarebbe potuto essere una bella distrazione per pochi giorni della vacanza. Lui li divorava, i libri. 

***

Il Sole era gia’ calato da un pezzo, ma ancora i ragazzi continuavano a giocare a pallavolo sulla spiaggia come se fosse giorno. Alcuni di loro se n’erano andati in veranda a bere qualcosa con i suoi zii, ma restavano quasi tutti li’ a divertirsi. 

Liam, il piu’ grande, aveva vent’anni. Non gli aveva ispirato molta fiducia fin dall’inizio: era il solito ragazzo di spiaggia abbronzato a cui tutte andavano dietro, quello che scopava dalla mattina alla sera. Sulla schiena sfoggiava un enorme tatuaggio a forma di drago e il suo alito puzzava di fumo, droga e sudore. L’aveva visto toccare maliziosamente il sedere a due ragazze che erano venute quel pomeriggio e che, a quanto pare, sua cugina Cynthia conosceva bene: una era bionda, bassa e mingherlina, quasi sottomessa all’altra; la seconda, invece, era formosa, alta e con piu’ curve di un’autostrada californiana. Spesso ancheggiava in presenza di altri ragazzi, facendo oscillare da una parte all’altra i capelli biondi e lunghi, liberi sulla sua schiena. Era di certo la fidanzata di Liam, a giudicare dal modo in cui la guardava: come un cacciatore che guardava una cerva poco prima che premesse il grilletto e ponesse fine alla sua vita. 

La Luna illuminava appena la piccola grotta, una minuscola fessura incassata nella scogliera. L’aveva trovato un posto perfetto per rilassarsi e leggere in tranquillita’, al riparo dalle grida di giubilio dei suoi cugini. Doveva stare calmo se voleva che l’intervento andasse a buon fine, cosi’ gli aveva detto il medico. Calmo e lontano da sprazzi di eccitazione. 

D’un tratto, vide un ombra cadere in acqua, senza quasi il minimo rumore, come se non volesse essere sentita.

Il cuore comincio’ a battergli impetuosamente nel petto, come un coniglio impaurito davanti a un pericolo. E’ forse il caso di preoccuparti tanto?, penso’ tentando di calmarsi. Volendo ti spaventeresti persino di un filo d’erba...

Poso’ il libro sulla spiaggia e, molto lentamente, avanzo’ verso le calme onde increspate. Sebbene non provenisse piu’ alcun movimento dal mare, si tenette a distanza di sicurezza dal punto in cui, poco prima, qualcuno si era tuffato.

Dopo quasi un minuto di attesa, una figura emerse dall’acqua e si sedette su uno scoglio poco lontano, come se stesse aspettando qualcosa. Gli occhi vagavano lontani tra le prime stelle, e Matt si senti’ quasi intimorito dal suo sguardo quando rischio’ di accorgersi di lui, rannicchiato e curioso vicino alla scogliera. Poi mormoro’ qualcosa tra le labbra, come se stesse pregando, e con un balzo torno’ in acqua. 

Matt si risedette sulla sabbia dopo quella bizzarra scena. Si sentiva strano, come se migliaia di minuscole falene svolazzassero nel suo ventre, accompagnate da un leggero calore alle guance. Era accaduto tutt’a un tratto, non appena quel ragazzo slanciato dai capelli lunghi, spettinati e neri era entrato nel suo campo visivo. 

Il medico gli aveva detto di non emozionarsi troppo in attesa dell’operazione, e lui in quel momento stava di certo trasgredendo i suoi ordini. Ma sapeva che da quel momento in poi non ne avrebbe piu’ saputo fare a meno. 

 


Angolo Autrice: dopo secoli e secoli di assenza sono FINALMENTE tornata!! Recensite please~
  
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