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Autore: pandafiore    10/03/2016    5 recensioni
E se Katniss non si fosse offerta volontaria?
Gli sfortunati amanti del 12 sarebbero esistiti? Forse sì, una Prim ormai cresciuta dentro di sé, e un ragazzo del Pane che cercherà in ogni modo di salvarla.
Come reagirà Prim a tutto ciò? Ma soprattutto...
Chi ne uscirà vivo?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 14

~Primrose♥


Il viaggio di ritorno è dolce e tenero, tra le braccia di Peeta, nonostante dobbiamo visitare tutte le famiglie dei Tributi, anche quelli che abbiamo ucciso proprio noi.
Effie a volte ci guarda malissimo quando magari ci scambiamo qualche effusione sul treno, ma forse crede che noi non notiamo le frecciatine che tira ad Haymitch, o le domeniche mattine in cui nessuno dei due si presenta per ore.
Sono seduta su un divanetto vicino alla finestra del treno, e osservo la meraviglia di colori che ci circonda, dal verde smeraldo dei boschi al blu oltremare del cielo.
Le mani del ragazzo del Pane stringono le mie, mentre quest'ultimo mi raccoglie e mi fa sedere sulle sue ginocchia, avvolgendomi in un caldo abbraccio.
Leggeri baci sul collo fanno scorrere mille brividi sulle mie terminazioni nervose, e mi sembra di morire. Non ci sono parole, solo gesti che testimoniano la sua dolcezza, il nostro volerci proteggere a vicenda, il nostro amore infinito...
Improvvisamente un cartello ferreo annuncia l'arrivo nel Distretto 12, e io e Peeta dobbiamo separarci un attimo per andare a prepararci; un ultimo sguardo, azzurro nell'azzurro, e poi il vuoto.
È come se ogni volta che la sua mano abbandona la mia, io mi sentissi persa, totalmente.

Sono giorni che desidero rivedere Katniss, mi manca moltissimo e non so se ancora riesce a credere che io sia sopravvissuta agli Hunger Games, soprattutto grazie all'arte dell'arco che lei stessa mi ha insegnato.
Mi metto rapidamente qualche abito addosso e mi dirigo subito alla porta del treno; qui mi aspetta Peeta, nel suo splendore, con un immenso sorriso sincero sul volto. Anche lui è contento di ritornare a casa, anche se questo significherà spiegare molte cose di noi...

Non appena poggio il piede sul cemento duro del Distretto, immediatamente una folla esagerata ci accerchia, applaudendoci, accarezzandoci, come fossimo divinità. Non avevo mai visto uno spettacolo del genere qui da noi, ma forse solo perché non ho mai visto un ragazzo del nostro Distretto tornare vivo da quell'orrore che ora percuote le mie notti.
Sfodero per le persone e le molteplici telecamere il mio sorriso migliore, provando ad imitare quello che attornia le labbra di Peeta, anche se non riuscirò mai a raggiungere il suo livello; sembra dannatamente sincero, puro e genuino, in ogni cosa che fa.
Siamo nuovamente costretti a separarci senza nemmeno poterci donare un ultimo bacio, perché veniamo condotti da alcuni Pacificatori verso le nostre vecchie case, e la mia è nel Giacimento e la sua in centro.

Per fortuna qui il gremito di gente è svanito, ricevo solo qualche sguardo di pietà da alcuni di questi occhi grigi che osservano tutto come gufi nella notte più scura.
Busso rapidamente al legno ingrigito della casa, e non faccio nemmeno in tempo a ricompormi, che già due braccia forti mi stringono a sé, immediatamente raggiunte da altre due, più esili e deboli, ma che tentano comunque di concedermi tutto il loro affetto.
La treccia di mia sorella mi pizzica dolcemente il viso, rievocando in me ricordi di una vita passata, di quando avevo paura e necessitavo della presenza di Katniss per vivere...di quando ero diversa.
-Così mi stritoli..!- Sbuffo, con il fiato mozzato da quegli abbracci che ho ricevuto poche volte nella vita.
-Scusa, Prim, scusami. Come stai?- Si distacca da me, e finalmente rivedo i suoi occhi da Giacimento; così grigi, così intensi, così ricolmi di lacrime.
-Sto bene, grazie. E voi?- La mamma mi guarda con due grossi goccioloni che le premono per uscire; le deposito un bacio sulla guancia per tranquillizzarla, ed entro nell'edificio inspirando questo profumo di casa che fino a non molto tempo fa pensavo che non avrei mai più risentito.
-Siediti, tesoro. Vi porto del thè.- Annuncia la mamma, sparendo in cucina, mentre mi accomodo sul semplice divano che adorna il salotto e Katniss mi osserva, con quella sua aria silenziosa e pensosa.
-Beh..?-
-Sei cresciuta tantissimo.- Lo penso anch'io, ma non tanto fisicamente, quanto più moralmente; tutte quelle perdite mi hanno inevitabilmente segnata.
-Grazie.- Non si può essere più caldi con una ragazza che ti osserva con quegli occhi penetranti, così intimidatori.
La mamma ci porta un vassoio con due tazze ricolme di thè ed una zuccheriera; io non zucchero il mio thè, e questo non si sa perché incuriosisce mia sorella.
-...Una volta lo facevi sempre.-
Un sorriso mi compare ebete sulla faccia. -È una cosa che fa sempre Peeta e...- Mi blocco, accorgendomi degli occhi sgranati che occupano il volto di Katniss; è come se mi intimasse di non continuare la frase, anche se volevo semplicemente dire che Peeta non zucchera mai il thè e ha contagiato anche me; non mi sembra ci sia qualcosa di male in questo, ma l'argomento la urta, in qualche modo.
-Hai fatto bene a usare quella tattica.- Sussurra, bevendo un gran boccone di thè.
-Quale tattica?- Non penserà che...
-Con Peeta.- No... anche tu...
-Non era una tattica.-
-Non mentirmi, Prim.-
Cosa? Giuro che adesso la picchio.
-Non ti sto mentendo, Katniss! Pensavo che almeno tu sapessi che non sono una che mente così spudoratamente e nemmeno un'attrice per i divertimenti capitolini!!- Grido, furiosa; capisco che lei ne sarebbe capace, lei potrebbe davvero mentire così. Ma pensavo sapesse che io non sono sleale e non lo sarò mai.
-Ma Prim! Lui è più grande di te!-
-E allora?! Kat, non capisco dove sia il problema!-
-Niente, Prim, niente...- Fa sempre così, lei: prima lancia il sasso e poi ritira il braccio immediatamente. Non vuole mai affrontare le questioni per quello che sono, preferisce mentire, rinunciare o scappare.
-Senti, Kat, Peeta non è come gli altri.- Mormoro, alzandomi per andare vicino alla sua poltrona. -Lui è buono.- È il primo aggettivo che spunta quando ripenso a lui... oltre al sostantivo tachicardia.
-Buono?- Sembra stupita, come non capisse.
-Buono.- Confermo, accarezzandole il volto d'istinto.
-Buono... anche tu sei buona. Non è che è lui quello che ha giocato sporco?- Domanda, soppesando la parola 'Buono' che pare non andarle giù.
-No. Mi ha chiesto lui stesso di dirgli subito se gli avevo mentito, ed era distrutto quando per un attimo ha pensato che lo avessi fatto davvero.-
Come capita spesso, Katniss non risponde, ma si chiude nella sua bolla di pensieri e silenzi.

-Tu lo ami?- Domanda improvvisamente, incerta, mettendo a nudo tutte le sue preoccupazioni di sorella maggiore... non sa quanto è adorabile quando fa così.
-Io lo amo.- Annuisce a queste mie parole, come se ne assaporasse l'aroma.
-Va bene... basta che non ti faccia mai del male, Prim.- Sembra convinta, ma leggo la tristezza nei suoi occhi.
-Tranquilla... grazie per aver capito.- Sussurro, stringendola in un abbraccio.
-In ogni caso sei stata brava a riportarlo a casa.-
-Grazie...-
Mi dirigo verso il piano superiore, ma prima di cominciare le scale, mia sorella mi chiama dalla sua poltrona e mi dice parole che raramente, se non mai, le sento dire, ma che segneranno per sempre il mio cuore in un caldo ricordo.
-Ah Prim...-
-Si?-
-Ti voglio bene.-
Non rispondo, ma mi volto con un enorme sorriso e riprendo a fare le scale; vorrei dirle quanto gliene voglio anch'io, ma so che lei non vorrebbe questo, perché significherebbe dare un peso che lei non desidera alle sue parole.
Così me lo ripeto nella mia mente:
"Ti voglio bene anch'io, Kat..."

***

Da qualche giorno ci siamo trasferiti nel villaggio dei Vincitori, e non vedo Peeta da quando siamo scesi dal treno.
Ma oggi sono decisa ad andare a trovarlo, poiché mi manca molto e non posso credere che lui si sia dimenticato così di me.
Mi infilo un maglietta azzurra e dei pantaloncini neri, perché in questo periodo dell'anno il caldo è torrido qui al 12.
Scendo le scale, saluto due delle persone a cui tengo maggiormente, e mi avvio verso l'uscita di casa; ma già dopo pochi passi vengo stroncata da una bussata al legno della porta.
"Peeta..."
-Coraggio, va' ad aprire, o penserà che non sei in casa.- Mi esorta Katniss con un sorriso soave sulle labbra, dopo infiniti minuti di mia immobilità.
Faccio come mi dice e mi ritrovo di fronte due occhi di cielo, che mi sono mancati così tanto...
-Peeta...- Ansimo, mentre gli faccio cenno d'entrare, preoccupata per le reazioni dei miei familiari.
-Ciao!- Il suo sorriso è tanto inimitabile quanto bello.
-Ciao.- Katniss è fredda, ma non c'è da stupirsene; la mamma, invece, ci osserva come colpita da mille ricordi che le offuscano la mente.
-Come... come state?- Si interessa, il dolce ragazzo del Pane, mentre mi cinge il fianco con una mano.
-Bene, bene! Vieni, lei è mia sorella Katniss, anche se penso che già vi conosciate. Mentre lei... è mia madre.-
-Molto piacere, signora Everdeen. Mio padre mi ha parlato molto di lei...- Esclama Peeta sempra più a bassa voce, notando lo smarrimento negli occhi annebbiati di mia mamma.
-Oh... emm... sì, eravamo buoni amici da giovani.- Scommetterei le scarpe che erano qualcosa di più, ma non posso affermarlo con certezza, quindi sto zitta, mentre porto Peeta in cucina per stare un po' da soli.
-Allora?- Domando, non appena ci sediamo sulle sedie che circondano il tavolo.
-Allora...?-
-Allora che facciamo?- Il sorriso ebete che non se ne va dal mio volto, ma nemmeno dal suo.
-Mm... che facciamo? Io avrei qualche idea... Vieni.- Detto ciò, mi ritrovo in men che non si dica fuori di casa; le nostre dita intrecciate e i nostri cuori allacciati in un unico fiocco.
Mi rendo a malapena conto si dove siamo, quando il profumo di Peeta, ma più intenso ed invadente, arriva alla mia mente confusa.
"Pane..."
Siamo nel panificio Mellark.

-Che ci facciamo qui?-
-Come che ci facciamo? Facciamo i biscotti a farfalla!- Ah! Quelli che ci hanno fatto incontrare e conoscere... che cosa meravigliosa.
Vengo avvolta in un grembiulino bianco, allacciato in vita dalle abili dita di Peeta, e, con il suo aiuto e le sue risate, inizio ad impastare degli ingredienti fino a quando non ottengo una pagnotta che pare decente.
-Te la cavi!-
-Merito del maestro, immagino...-
-Beh, ovvio.- La faccia da sbruffone che assume mi fa morire dal ridere, è buffissimo!
-Dai, dammi una mano, invece che startene lì impalato!- Lo esorto, infastidita da quegli occhi insistenti su di me.
-Sei così bella...- Sussurra con voce roca, facendomi arrossire ed immobilizzare; ma poi mi fa spostare con un colpo di fianco, e aggiunge:-...ma è arrivato il momento che il maestro ti faccia vedere come si fa!- Ah no, non lo sppporto!
-Ah sì??-
-Sì sì...- Prendo una bella quantità di glassa arancione con l'indice e, senza farmi vedere, ne tiro una lunga strisciata sul suo naso, evidenziandone il profilo diritto e perfetto.
Mi guarda sbalordito, con la bocca socchiusa e con una luce nuova ma affascinante che brilla negli occhi. Immediatamente raccoglie una manciata di glassa al cioccolato e, con una fresca carezza, rende la mia guancia marrone.
Ed è così che intraprendiamo una vera e propria battaglia di cibo e, fra le mie risate e quelle di Peeta, mi rendo conto che è proprio qui che voglio stare.
Con il mio Sole,
Con Peeta.
Per sempre.




___
Buonsalve♥
Come state?:3
Spero di esser riuscita a farvi notare l'enorme differenza tra Katniss e Prim; Katniss infatti pensa che Prim abbia solo recitato la parte dell'innamorata, proprio come avrebbe fatto lei stessa. Ma Prim non è Katniss e in lei leggiamo la lealtà dei sentimenti.
Ah e... ultima noticina: che Peeta non zucchera il thè viene detto nel terzo libro e anche nel film;)
Vi avviso che il prossimo sarà l'ultimo capitolo:(
Grazie a tutti voi che continuate a seguirmi e a sostenermi, perché mi siete davvero di grande aiuto!
Vi mando un bacio♥
Sempre vostra,
pandafiore
   
 
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