Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: Meramadia94    11/03/2016    1 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la veritą su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Quasi quasi rimpiangeva di non essere pił legato all'anello...
L'avere le braccia intorpidite non era certo una bella sensazione, ma nemmeno stare sdraiati su un pavimento freddo era salutare.
Si sarebbe preso un malanno, poco ma sicuro... non che la cosa lo preoccupasse pił di quel tanto, prendere il raffreddore o l'nfluenza  in una situazione del genere era l'ultimo dei suoi problemi...  ma se per caso fosse riuscito a scappare, i colpi ricevuti e un malanno non gli avrebbero permesso di andare troppo lontano.
Se per caso fosse riuscito a scappare... gią, come idea e prospettiva non era affatto male, peccato che fosse difficilmente realizzabile.
I nodi erano troppo stretti per poterli sciogliere... l'unica soluzione sarebbe stato sfregare le corde  contro qualcosa di ruvido o di affilato per riuscire a tagliare la corda che gli serrava caviglie e polsi... peccato che nella stanza non c'era niente del genere.
Effettivamente Milady e Pizzarro avevano gią intuito che avrebbe tentato la fuga in un modo o nell'altro e si erano attrezzati per limitare le sue risorse al minimo.
Poteva contare solo su un chiodo arrugginito e conficcato nella parete.
'' Ottimo per forzare la serratura Nicoląs... ottimo per forzare la serratura...''- pensņ tra sč e sč il conte -'' ma per prenderlo devi prima avere mani e piedi liberi...''
Beh, di certo non si sarebbe liberato continuando a rimuginare e magari ad aspettare che qualcuno entrasse da quella porta per portargli qualcosa per liberarsi... no, era pił facile che Pizzarro tornasse a pestarlo o ad ucciderlo...
'' Andiamo...''- fece poi facendo leva come poteva con le mani e le gambe -'' devi liberarti e scappare.''
Forse se avesse lavorato un po' sui nodi, quelli avrebbero ceduto...
Almeno sperava.
In caso contrario, avrebbe avuto un modo per cercare di restare vivo il pił a lungo possibile mentre aspettava che sua moglie ed il resto della cavalleria arrivassero.


Anche se si erano accampati per riposare un po' e mangiare qualcosa, Lunette non riusciva a distogliere la mente dal pensiero di suo marito, imprigionato e picchiato. Ne era certa, i lamenti sommessi che quel brav'uomo che li aveva informati della presenza di '' spettri'' in un convento situato nelle campagne parigine erano quelli del suo povero Nicoląs, che preferiva ingoiare e mordersi le labbra a sangue pur di non urlare... e le risate dovevano essere o di Pizzarro o di Milady... uno dei due doveva star divertirsi un mondo mentre l'altro lo torturava...
Non era molto di compagnia, quella sera...
Ricordava ancora com'erano quelle serate prima di conoscere Nicoląs, quando a volte doveva impegnarsi in corse contro il tempo per mettere nel sacco Richelieu... malgrado ci fosse tensione, malgrado sembrava avessero sempre il diavolo alle calcagna, trovavano sempre il modo di ridere, scherzare ed essere allegri, proprio come una famiglia.
Ma quella sera, non aveva voglia di ridere, scherzare... era rimasta in disparte, dopo aver preparato la cena per i soldati, seduta su una roccia a pulire distrattamente con un panno, la lama della sua spada, immersa in mille pensieri... Nicoląs, Reneč, Milady, Pizzarro...
'' Ehy.''- una voce familiare le arrivņ alle spalle, accompagnata da un profumo di zuppa di verdure.
Si voltņ e vide il sorriso argentino di D'artagnan offrirle una scodella.
'' Ho pensato che avresti mangiato qualcosa.''- fece il guascone sedondosi accanto a lei, porgendole la porzione di zuppa.
'' Ti ringrazio molto D'artagnan, ma non ho tanta fame...''
'' Per favore...''- fece D'artagnan implorante -'' Athos e gli altri hanno detto che vogliono sapere cosa ne pensa la cuoca della sua creazione.''
Lunette lo guardņ male.
'' Fammi capire... se lo mangio, e non cado a terra stecchita...''
''... mangiano pure loro esatto...''- rise il guascone per poi mettere le mani in segno di resa -'' Non ti arrabbiare, stavo solo scherzando. E' da ieri che non ti vediamo sorridere...''
Non che le desse torto.
Non si trovava certo in una situazione da ridere.
Lunette perņ non se la prese per lo scherzo, e gli rivolse un timido sorriso e bevve un sorso della zuppa.
'' D'artagnan... io non capisco... cos'ha fatto Nicoląs? Perchč deve sopportare tutto questo?''- veramente non capiva...
Milady voleva vendicarsi dei moschettieri, far loro del male, e magari vendicarsi anche di lei... in fin dei conti, non c'era stato complotto in cui lei non si fosse unita ai moschettieri per sventarli e romperle le uova nel paniere... ma allora perchč non se l'era presa con lei? Perchč non aveva rapito lei?
Le parole che aveva detto a Mariette poi...'' Una sorpresa del genere posso e devo fargliela solo oggi...''
Era come se avesse deciso di far pagare lei e Nicoląs per qualcosa in particolare. Qualcosa che non c'entrava con i loro screzi del passato.
Solo che non riusciva a capire cosa poteva esserci dietro a questo improvviso accannirsi di Milady contro di lei...
'' Io non lo so... ''- confidņ il guascone -'' a parte quel piccolo malinteso di quando vi siete conosciuti... so per certo che č un brav' uomo. E non uno di quei nobili presuntuosi ed arroganti con la servitł... non č tipo da attirarsi addosso il risentimento.''
La veritą era che... non voleva dirle ciņ che pensava per evitare che la ragazza si desse la colpa di quanto era accaduto.
Ma aveva un sospetto sul perchč all'improvviso Lunette fosse improvvisamente diventata il bersaglio di Milady.
Anzi, era stato Athos a scoprirlo, ma erroneamente credeva che fosse Mariette la donna che la odiava... non c'erano dubbi, Milady molto tempo prima gli aveva detto la veritą su sč stessa e le sue origini.
Di come sua madre fu circuita con promesse di matrimonio da parte di un giovane nobile, per poi essere abbandonata incinta e senza un soldo, per poi ammalarsi e morire senza avere la possibilitą di veder crescere la figlia.
Ed anche di come, a causa dell'ignoranza del popolo e di una societą a cui poco interessava della felicitą dei figli e di quanto potessero essere forti certi sentimenti, era stata marchiata come strega, allontanata, bistratatta ed evitata come se fosse la personificazione della Morte Nera.
Quasi certamente aveva scoperto dei cambiamenti nella vita di Lunette... di come il misterioso giovane che l'aveva aiutata due anni e mezzo prima fosse un nobile, che s'e n'era innamorata e che si era sposata con lui.
E probabilmente non le aveva fatto piacere sapere che Lunette fosse ''riuscita'' dove lei invece aveva fallito.
Voleva punirla per il fatto di essere felice.
E farla pagare a Nicoląs per essersi innamorato di una serva e per aver osato sposarla.
Ma se gliel'avesse detto... ne sarebbe stata distrutta.
'' Ma so per certo una cosa...''- fece il guascone -'' A Parigi, senza di lui, non ci torniamo. Hai la mia parola.''
Lunette gli sorrise, riconoscente -'' Come potrņ mai ringraziarti?''
'' Ma figurati...''- la tranquillizzņ il guascone -'' sei la mia migliore amica. Mi hai sempre aiutato e sostenuto nei momenti neri, ed anche l'anno scorso... tu ed Aramis mi avete salvato da una brutta situazione...''
'' Non c'era ragione per comportarsi diversamente...''- fece Lunette -'' Vero, a volte sei spavaldo, impertinente, sbruffone, ed hai la lingua pił affilata della spada...''
D'artagnan la guardņ con un'espressione tra l'offeso ed il divertito.
'' Ehm... sto aspettando che arrivi un ma.''
''... Ma... sei anche un ragazzo dolce, gentile, cortese, generoso, altruista e molto coraggioso. Ed č proprio perchč le persone come te sono rare, che quando se ne trova una si fa l'impensabile per proteggerla.''
D'artagnan si sfiorņ il capo, imbarazzato da tutti quei complimenti, non certo di meritarseli.
'' Ma anche tu lo sei.''- fece D'artagnan.
Lui era innamorato di Costance, e contava di sposarla un giorno, avere una casa solo per loro due e magari per i loro bambini, ma non poteva certo negare che Lunette fosse una ragazza particolare... dolce ma decisa. Gentile ma allo stesso tempo forte e coraggiosa.
Nicoląs aveva avuto occhio ad innamorarsi di lei. E a sposarla.
'' Ed č per questo che ti prometto... a Parigi senza di lui, non ci torniamo. Hai la mia parola.''- nel dir cosģ le diede un abbraccio fraterno.
Per tutti i moschettieri, la piccola Lunette era stata come una sorella minore... ma per lui era come se lo fosse diventata ufficialmente, dal giorno in cui aveva scoperto il legame di amicizia fraterna che aveva unito i loro padri e di come, probabilmente, Lunette avrebbe potuto chiamarlo '' fratello'', se la sorte avesse avuto almeno il buon gusto di non mettere i suoi nonni davanti alla dura scelta di abbandonarla in un orfanotrofio, per avere la speranza di dare una vita dignitosa almeno al nipote...
Da allora aveva iniziato a considerarla proprio come una sorella.
Non era stato capace di proteggerla dalle angherie e delle privazioni subite in passato, ma non avrebbe pił permesso a nessuno di farle del male.
Fosse Milady, fosse chiunque altro.

La mattina dopo, il drappello formato dai quattro moschettieri, Lunette ed il conte Rochefort, era giunto al convento dove secondo le informazioni in mano loro, era tenuto prigioniero il giovane Nicoląs.
Si trattava di un edificio vecchio, abbandonato, circondato da un muro non troppo alto. Dalla porta con le sbarre si poteva vedere il giardino.
Pieno di rovi ed erbacce.
La catena del pozzo sibilava ad ogni colpo di vento.
'' Questo posto mette i brividi...''- fece D'artagnan. Tutti, nessuno escluso, furono d'accordo con lui.
E quello era lo scenario che si presentava davanti ai loro occhi di giorno. Non volevano nemmeno immaginare come poteva essere di notte.
'' Gią...''- concordņ Athos -'' č il posto adatto per nascondersi con un ostaggio. Stiamo a cinquanta chilometri dalla cittą...anche se Nicoląs urlasse, chi volete che lo senta?''
Eccezion fatta per i topi che quasi sicuramente infestavano il convento abbandonato.
Ma dubitava fortemente che quelle bestioline potessero fare qualcosa per aiutarlo, anche se avessero voluto.
'' Bene...bisogna entrare.''- fece Rochefort, anche se non era per nulla contento di entrare in un simile posto.
'' Rochefort, non preoccupatevi.''- fece Lunette  con un'espressione seria in volto -'' sono i vivi che vanno tenuti sotto controllo, i defunti non possono fare niente di male.''
Athos andņ avanti per primo, dirigendosi verso la porticina con le sbarre in ferro battuto ed arrugginito, fissata con una catena distrutta dallo scorrere del tempo e dalle intemperie.
Fu sufficiente spingerla per avere accesso al convento.
'' Lunette, ultimamente sembri essere il bersaglio numero uno di Milady...''- fece Athos estraendo la pistola dalla sua fondina -'' Stai dietro di noi. Potresti essere la prima a cui spareranno.''
'' Incoraggiante, Athos, grazie...''- fece Lunette sarcastica, ma doveva ammettere che il leader dei moschettieri aveva ragione. Per come si era presentata Milady a Mariette, in quel momento pareva avercela principalmente con lei e non era cosģ stupido pensare che lei sarebbe stata la prima del gruppo a ritrovarsi con un buco in fronte.
Aramis le porse qualcosa. Una pistola.
'' Prendila.''- fece la bionda con gli occhi quasi imploranti -'' E se la situazione lo richiede, spara.''
Lunette prese l'arma e la impugnņ seppur con titubanza. Finora aveva sparato solo sulle bottiglie, e non si era mai trovata a dover impugnare un' arma da fuoco.
E francamente aveva sempre sperato che non le sarebbe mai toccato impugnare una pistola e far fuoco... il rumore, l'odore di polvere da sparo e di morte... preferiva pulirle e mantenerle che usarle.
Ma purtroppo, non aveva scelta.
O lei o i suoi futuri potenziali assassini.
Poteva solo promettersi di mirare in modo da ferire l'avversario senza ucciderlo.

'' Nicoląs?''- fece Lunette entrando in un'altra stanza tenendo la pistola davanti a sč, ma con la sicura inserita, come precauzione contro i brutti incontri.
Era gią la quinta ''cella'' che ispezionava, ma come le altre questa era vuota.
C'erano solo due lettini ed un armadio comune, ed una croce sopra ogni letto.
Ormai gli unici occupanti di quel convento sembravano topi e ragni.
Perņ prima erano passati nelle cucine. Ed era apparecchiato per due persone. E a giudicare dalle scorte di cibo e dai segni dei piatti sporchi della sera prima, qualcuno in quel posto c'era stato e programmava di restare per un po'...
'' Milady... non so cosa vuoi o cosa ti ho fatto, va bene?''- fece Lunette abbassando leggermente la pistola -'' so solo che non voglio che qualcuno si faccia del male.
Perciņ, vieni fuori, e cerchiamo di chiarire le cose... se dopo vorrai spararami, sia pure... ma adesso basta spargere sangue.''- a quel punto non si sarebeb stupita di sentire l'aria vibrare e non fare in tempo ad accorgersi di un proiettile che le avrebbe spezzato la vita.
Ma ciņ non accadde.
Sentģ solo la voce di Athos che proveniva dal corridoio.
'' Ragazzi, venite, presto!!!''- urlņ il bel moschettiere per attirare l'attenzione.
Senza uscire dalla stanza la giovane si affacciņ sul ciglio della porta e potč cosģ vedere che i moschettieri e Rochefort stavano entrando in una stanza alla fine del corridoio.
'' Nicoląs...''- il tratto che la separava dal resto del gruppo era molto breve ed anche se lo aveva percorso di corsa, le era sembrato comunque interminabile.
Forse una parte di sč sperava di non arrivarci nemmeno a quella porta... temendo quello che avrebbe potuto trovarci.
Il terribile pensiero di trovarsi di fronte al corpo senza vita del suo amato la terrorizzava, ma allo stesso tempo voleva sbrigarsi a raggiungere quella stanza per appurare con i suoi occhi cosa era accaduto.
Se non altro, per smettere di logorarsi l'anima ed avere finalmente una risposta.
'' Nicoląs!!!''- appena arrivata sul ciglio della porta, Aramis la bloccņ per impedirle di entrare.
Athos era inginocchiato, come se stesse osservando con estrema pignoleria qualcosa sul pavimento, e nello stesso tempo aveva allungato un braccio in direzione della porta come per dire di tenerla lontana.
Ma anche dalla sua posizione, e malgrado il moschettiere bruno le ostruisse parzialmente la visuale,  riuscģ a vedere cosa c'era per terra.
E quel che vide la fece impallidire ed i suoi occhi divennero vitrei per l'orrore.
'' Tracce di sangue...''- fece Athos osservando gli schizzi per terra. Ormai non c'erano dubbi... quella stanza era stata la prigione di Nicoląs.
Era lģ che l'avevano rinchiuso. E torturato.
'' Oddio mio... no...''- la voce di Lunette era spezzata dal pianto e dall'orrore, mentre non riusciva a smettere di fissare il sangue per terra.
Sangue di Nicoląs. Il sangue di suo marito... no, non era possibile, non poteva averlo perduto.
'' Non sarą morto...?''- ipotizzņ Rochefort beccandosi un' occhiataccia da tutti i moschettieri, mentre Aramis abbracciava Lunette nel tentativo di calmarla.
'' No, non credo...''- fece il leader del gruppo pił per tranquillizzare l'amica che per salvare il cardinalista dalle pulsioni omicide dei suoi compagni, ripromettendosi perņ di prenderlo a calci nel sedere, a storia finita.
Ma come si faceva a dire una cosa del genere e per di pił davanti ad una donna che non sapeva che razza di fine avessero fatto fare a suo marito?
Il passare dalla parte dei moschettieri a tutela del bene comune purtroppo non sembrava avergli incrementato l'intelligenza.
'' In che senso...?''- chiese Lunette asciugandosi una lacrima monella.
'' Tracce di sangue sģ... ma a giudicare dalla quantitą, pare che non siano ferite gravi o mortali. Inoltre ci sono dei segni di trascinamento.''
'' Allora hanno levato le tende quando ci hanno visto arrivare...''- fece Aramis senza smettere di abbracciare l'amica -'' E se lo sono portato dietro. Questo significa che č ancora vivo.''
Rochefort pareva non capire.
'' Spiegatevi meglio... come sarebbe a dire che č ancora vivo?''
D'artagnan si diede uno schiaffo in fronte.
Che pazienza ci voleva...
'' Non l'avete ancora capito?''- fece il guascone -'' Se l'obiettivo di Milady e Pizzarro č la vendetta, e la loro arma č infliggere sofferenza, e poco importa chi debba soffrire in maniera specifica... seguendo questo schema, se Nicoląs fosse morto sarebbero scappati lasciandoci il cadavere di Nicoląs. Non l'hanno fatto quindi...''
''... č ancora vivo.''- fece Lunette con un tono di voce che nessuno riuscģ ad identificare perfettamente -'' č ancora vivo. Loro non hanno ancora finito...''
Si, Nicoląs era decisamente vivo.
Solo che adesso non avevano nemmeno uno straccio di idea per rintracciarlo.
O forse...
'' Questa macchia di sangue č strana...''- fece Athos osservandola meglio, chiamando i compagni ed anche Lunette ad osservare la suddetta macchia.
Pił che una macchia di sangue, pareva una scritta rimasta incompleta.
MAN ed un tratto di forma semicircolare vicino alla N.
E a giudicare dai segni di spostamento poco lontani dalla macchia in questione, qualcuno doveva aver lottato non poco per riuscire a scrivere quelle poche lettere.
Nicoląs, di sicuro.
'' Ci sta lasciando un messaggio...''- fece D'artagnan.
'' Sģ... puņ essere.''- fece Aramis -'' probabilmente Nicoląs ha sentito che stavamo arrivando, e quindi che intendevano spostarlo e magari ha sentito pure DOVE volevano spostarlo.''
'' Ma non poteva lasciarci il nome del posto, aveva paura che Pizzarro e Milady l'avrebbero notato e cancellato...''- e tutti gli sforzi e le enerigie sprecate sino a quel momento sarebbero state vane.
'' E quindi ha pensato di lasciarci un indizio in codice...''- fece Porthos osservando la scritta -'' gią, ma č incompleto... chissą cosa significa.''
'' Beh... MAN, significa uomo in inglese...''- fece Aramis -'' potrebbe anche riferirsi ad un villaggio, o ad un negozio che contiene queste lettere...''
'' Oppure si riferiva a  Mansonne.''- fece Lunette spiazzando tutti.
I moschettieri ed il cardinalista focalizzarono la loro attenzione su di lei.
Aramis impallidģ. Che c'entrava l'assassino di Franēois con il rapimento di Nicoląs?
Tanto pił che quell'assassino era morto. In un certo senso si era suicidato. Aveva cercato di uccidere lei, ed anche Lunette aveva rischiato di morire in un tentativo di salvarle la vita... ed il tentativo di spezzare le loro vite, l'aveva pagato con la morte.
'' Deve aver sentito che stavamo arrivando, e che volevano spostarlo... ed il nome del posto!!!''- fece la giovane contessa, con voce concitata -'' voleva dirci dov'era diretto, ma non poteva lasciare un nome preciso... e ci ha lasciato un messaggio in codice!!!''
'' Ha senso in effetti...''- borbottņ Aramis.
Evidentemente voleva lasciar loro un nome preciso per metterli sulal buona strada quando aveva capito che avrebbero trovato il ''campo base'' deserto, topi a parte, ma non aveva fatto in tempo a finire il messaggio.
Ma non c'erano dubbi su cosa intendeva scrivere...
'' Quindi la chiave dell'enigma, č Mansonne...''- fece Porthos -'' ma per quale motivo ha scelto proprio il nome di quel fetente come indizio?''
'' Di certo non l'ha scelto per caso...''- fece Athos -'' dobbiamo solo riflettere.''
D'artagnan annuģ, portandosi una mano sotto al mento, per concentrarsi meglio -'' Dunque... Mansonne era un mercante che si era messo d'accordo con Maschera di Ferro, per arricchirsi ed era coinvolto in una congiura per deporre il re... e prima di questo era un bandito e che č rimasto ucciso mentre cercava di uccidere Aramis... non mi viene in mente altro.''
Aramis lo ringraziņ con lo sguardo di non aver detto anche il perchč avesse deciso di affrontare quel criminale in duello, poco prima che il crudele mercante cadesse dalla rupe per sfracellarsi contro uno scoglio.
'' Bel-Ile.''- fece Lunette come in trance -'' Ecco la risposta...''
'' Bel-Ile?''- le fece eco D'artagnan -'' l'isola-fortezza in cui avevan trovato rifugio dopo che il loro piano era fallito?''
'' Se non sbaglio č stata distrutta... Maschera di Ferro aveva meditato di fuggire con il bottino delle sue ruberie, condannando a morte tutti quelli che erano sull'isolotto. ''- ricordņ Porthos.
Ma qualcosa era andato terribilmente storto per il bandito.
Nulla restava del monastero che avevano adibito a fortezza se non rovine.
'' Ed č anche il posto in cui Mansonne ha trovato la morte. ''- fece Aramis -'' Nicoląs voleva indirizzarci su quell'isola.''
'' Ma ormai su quell'isola non c'č pił niente... no, č un'idea priva di senso.''- fece Rochefort.
Athos lo affrontņ con voce decisa.
'' Tutt'altro.''- fece il bel moschettiere -'' a me sembra un'idea perfettamente logica. Dato che quel posto č bruciato, per cosģ dire... contano sul fatto che a nessuno verrebbe in mente di andare a cercarli due volte nello stesso posto.''
'' E bravo il nostro Nicoląs...''- commentņ Porthos.
Un'idea contorta quella di tornare a Bel-Ile... era proprio da Milady. Lģ si sentiva al sicuro.
Distrutta o meno, su quell'isola ci aveva passato diverso tempo, magari pił tempo di quanto i moschettieri non pensassero, quindi conosceva ogni singola roccia, passaggio o via di fuga da quell'isolotto.
E dato che come nascondiglio era 'bruciato' per le forze dell'ordine... a nessuno sarebbe venuto in mente di controllarlo due volte.
'' Che cosa facciamo Athos?''- chiese D'artagnan, preoccupato per la sorte di Nicoląs quanto per l'amica.
Athos finse di pensarci un attimo e poi fece -'' Torniamo a Bel-Ile.''

  
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