Fuori imperversava un violentissimo temporale,
e le gocce d’acqua che si abbattevano sul vetro della finestra erano l’unico
rumore a spezzare il silenzio della stanza
Bert era rimasto a lungo ad osservare Quinn
Guardarlo dormire gli infondeva un irreale senso di tranquillità
Poi aveva deciso di allontanarsi, per non rischiare di svegliarlo.
E ora si muoveva per il salottino rifinito di bianco e acciaio, cercando di
fare
meno rumore possibile
Osservava quella stanza con uno strano sorriso sulle labbra
Tutta quella situazione gli sembrava un lampante segno del destino
Non che Bert credesse in certe cose, certo
Ma che li avessero sistemati proprio in quell’albergo
Lo stesso di un anno e mezzo prima
Proprio adesso che aveva preso quella decisione, gli sembrava comunque una
buona cosa
Si era avvicinato piano alla macchinetta per il caffè, unica piccola richiesta
che Quinn faceva agli alberghi dove alloggiavano
Perché lui non poteva sopravvivere senza caffè, anche in piena notte, se
capitava.
Il cantante si era preparato una tazza del liquido caldo e si era seduto sul
divano
facendo zapping alla tv, a volume basso per non svegliare Quinn
Non c’era voluto molto perché il biondo lo raggiungesse
Era qualcosa di primitivo, quasi fisiologico
Bert non sapeva come fosse possibile, ma anche nel bel mezzo del sonno
più profondo, era come se Quinn percepisse che si era allontanato, e si
svegliasse
Lo stesso succedeva a lui
Una sorta di legame così forte da superare anche i livelli della coscienza
Il biondo si era sporto, sfiorando le labbra dell’altro
- Mi spieghi per quale motivo io ero da
solo a letto, e tu da solo in salotto?
Bert aveva sorriso per la nota di dolce rimprovero nelle parole di Quinn
- Non riuscivo a dormire, e non volevo
rischiare di svegliare anche te
- Non è un buon motivo per lasciarmi solo
Quinn si era sistemato tra le sue gambe, poggiando la schiena contro il
petto dell’altro
Bert aveva preso ad accarezzargli piano i capelli, ed aveva sentito il corpo
del chitarrista rilassarsi piano al suo tocco
Aveva poggiato la testa sullo schienale del divano, ed aveva chiuso gli occhi
Quinn lo aveva imitato
Si erano addormentati così
Cullati dal rumore della pioggia che gli arrivava lontana e piacevole
attraverso le finestre chiuse
Era chiaro ormai che avessero un bisogno fisico l’uno dell’altro
Perfino per addormentarsi
Quando si erano svegliati la pioggia era cessata, lasciando spazio ad un timido
sole
Avevano la mattinata libera, visto che sarebbero partiti per la tappa
successiva solo nel pomeriggio
Così si erano spostati a letto
Perché certo il divano non era il posto più comodo dove stare
Le mani di Bert avevano cercato la pelle di Quinn
Gesti conosciuti e usuali che però non erano mai uguali a loro stessi
Perché toccare Quinn aveva ogni volta un sapore diverso
Il rumore della pioggia era stato sostituito da gemiti e sospiri che avevano
riempito la stanza
Proprio com’era successo un anno e mezzo prima
Alla fine si erano stesi l’uno accanto all’altro, sfiniti
Le parole che voleva dirgli vorticavano nella testa di Bert, cercando il modo
migliore per venire fuori
Ma delle volte non ci sono modi giusti o modi sbagliati per dire le cose
Alcune cose bisogna dirle e basta
Il flusso dei suoi pensieri era stato interrotto da Quinn, che aveva poggiato
la testa sul suo petto.
Bert aveva abbassato il viso e l’aveva visto sorridere
- Perché sorridi?
- Per domani
- Che succede domani?
- Andiamo a New York!
Il moro aveva sorriso di fronte all’entusiasmo dell’altro
Sembrava un bambino in procinto di andare in gita allo zoo
- Quinn, ci saremo stati un centinaio di
volte. Com’è possibile che ti emozioni
sempre così tanto?
- Non lo so. Mi piace... speriamo che non piova
Il chitarrista aveva assunto un’espressione corrucciata, come se fosse
profondamente risentito dall’eventuale possibilità che potesse piovere
E Bert non aveva potuto fare a meno di sorridere, mentre gli accarezzava piano
i capelli
Era assurdo il modo in cui si sentiva.
Bert era più che sicuro che avrebbe trovato un modo per controllare gli
agenti atmosferici
se solo fosse servito a far sorridere Quinn
Aveva scacciato questo pensiero surreale ed aveva ripreso a parlare
- Non pioverà. Dove vorresti andare?
- Al central Park, potremmo fare una passeggiata, e stenderci tra l’erba, al
sole
Il cantante era rimasto in silenzio, per un attimo.
Ammutolito di fronte alla profonda consapevolezza che avrebbe fatto qualsiasi
cosa Quinn avesse voluto
Qualsiasi
Sempre
Ed era proprio vero
Non c’erano parole giuste o momenti giusti
- Sai invece qual è la prima cosa che voglio fare io appena arrivati a New
York?
Quinn aveva inclinato il capo per guardarlo
Poggiando la guancia sul palmo della mano, curioso
- No, quale?
- Voglio sposarti
Ecco arrivato l’ultimo capitoletto di questa piccola fic.
Ho adorato scrivere questo capitolo.
Bert e Quinn sono così schifosamente dolci! *__*
Mille grazie ai lettori, a chi ha recensito e a chi l’ha messa
tra i preferiti
Spero mi direte cosa ne pensate!
Dominil: Sugar, siamo arrivati alla
fine... come sempre ti adoro!
Spero che anche questo
capitolo ti piaccia!
SweetPandemonium: Honey, so che sono
in ritardassimo, ma
auguri
per il tuo compleanno!!
Spero
che l’ultimo capitolo sia di tuo gradimento!!
Un bacio. Ilaria