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Autore: violaserena    13/03/2016    0 recensioni
Una ragazza scomparsa, una strana figura incappucciata con in mano una falce, cinque ragazzi sulle tracce di un indizio. Un filo che unisce tutti loro.
Qualcosa è accaduto e qualcosa sta per accadere in quella città, in quel momento, in quel luogo. Una cosa è certa: quello che accadrà, cambierà la vita a ciascuno di loro. In bene o in male: questo sta a voi deciderlo.
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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QUEL CHE VA FATTO

 

Puoi trovare il vero con la logica solo se hai già trovato il vero senza di essa.
Gilbert Keith Chesterton.

 

La sera era ormai scesa su Torino. I lampioni illuminavano le affollate vie del centro. Di tanto in tanto, qualche folata di vento faceva rabbrividire le persone. Queste camminavano tranquillamente, ignare di quello che stava per succedere. A ogni modo, anche se ciò che stava per accadere fosse successo davanti ai loro occhi, probabilmente avrebbero fatto finta di niente e sarebbero passate oltre.
Sforzarsi disperatamente di tendere la mano attraverso un cielo misterioso era inutile. Non l’avrebbero vista, l’avrebbero ignorata.
In quel momento, in una delle vie traverse del centro, Michele e i suoi amici si trovavano dinanzi a un alto edificio.
«Ok, siamo arrivati. C’è solo un problemino. Esattamente come facciamo a capire in quale piano sono Arianna e l’altro tipo?» domandò perplessa Alessandra.
«Credo che non dovremo faticare molto» rispose Mattia indicando il tetto.
Da lì, infatti, si intravedevano due sagome. Non c’erano dubbi riguardo a chi appartenessero.
Stefano si avvicinò alla porta e disse: «È aperta».
A quanto pareva li stavano aspettando. Come avessero fatto a sapere del loro arrivo era un mistero, ma in fondo non aveva importanza.
Entrarono cautamente e non notando nulla di strano cominciarono a salire le scale. Purtroppo non c’erano ascensori, per cui erano costretti a farsi tutti i piani a piedi.
Michele sospirò.
«Se sospiri la felicità scapperà via da te» sussurrò Lorenzo.
«Tranquillo, ci siamo quasi» sorrise incoraggiante Mattia, coprendo le parole dell’amico. Tuttavia Michele quelle parole le aveva sentite.
Si chiese se Lorenzo avesse ragione. Si chiese se stesse tutto per finire.
Scosse la testa. In quei momenti i cattivi pensieri dovevano essere lasciati alle spalle. Aveva qualcosa di più importante di cui occuparsi.
«Siamo arrivati» sentì dire ad Alessandra.
Erano giunti all’ultimo piano. Solo una porta li separava da Arianna. Solo una porta li separava dalla verità.
Il suo cuore cominciò a battere più forte.
In quell’istante realizzò di voler scappare. In quell’istante realizzò di essere un vigliacco e di non essere pronto a cambiare.
Fece un passo indietro, ma poi si fermò. Ripensò a tutto quello che era accaduto fino a quel momento e comprese che non poteva tirarsi indietro. Se voleva una vita fuori dall’ordinario, doveva restare. Lo doveva ai suoi amici.
Sarebbe finito tutto, lo sapeva. Ma doveva rischiare. Doveva andare avanti. Doveva sperare che un nuovo orizzonte si sarebbe aperto davanti ai suoi occhi.
Tornò sui suoi passi e si avvicinò alla porta. Guardò i suoi amici, il sorriso strano di Lorenzo e la aprì.
«Siete arrivati finalmente» disse subito una voce.
Arianna comparve dall’ombra, sorridendo.
«Non sapevo avessimo un appuntamento» affermò ironico Stefano.
«Beh, in fondo si. Siete venuti fin qui apposta per me, no?».
«Ti stanno cercando tutti e tu… Aspetta un attimo! Dov’è l’altro tizio?» domandò confusa Alessandra.
«Di chi parli?».
«Del tizio che ti ha portato qui. Quello con cui eri al locale dei trafficanti».
Arianna scoppiò a ridere.
«Davvero non so che cosa ci sia di divertente» bofonchiò Mattia.
«Oh, tutto quanto. Non c’è nessun tizio».
«Come sarebbe a dire? Abbiamo visto la sua sagoma da sotto!».
«Ti riferisci a questa?» indicò un manichino appoggiato al muro.
«Ma che diavolo…».
«Che cosa sta succedendo?» chiese con tono lievemente alterato Stefano.
«Ci stai prendendo in giro?» continuò Alessandra.
Arianna rise di nuovo.
«Non è lei che ci sta prendendo in giro» disse Michele, privo di espressione.
I suoi amici lo guardarono senza capire.
«È Lorenzo. È stato lui fin dall’inizio» spiegò.
«Cosa…? No… Lorenzo» sussurrarono stupiti i giovani, portando il loro sguardo sull’accusato.
Questi sorrise e con nonchalance disse: «È vero, sono stato io».
«Non può essere…» si portò le mani alla bocca Alessandra.
«Perché? Perché hai fatto una cosa simile?» domandò alterato Stefano.
«Per lo stesso motivo per cui ora siete qui. Volevo vivere un’esperienza diversa, fuori dall’ordinario e quando Arianna mi ha confidato di volersi togliere la vita ho pensato che la mia occasione fosse arrivata».
Il sorriso di Arianna si spense. Guardò l’amico ed esclamò: «Che stai dicendo? Non sono qui per nascondermi dai trafficanti di organi?».
Lorenzo rise divertito.
«Sei una sciocca, Arianna. Davvero stupida. Non l’hai ancora capito? Sono stato io a dire loro di rapirti».
Calò il silenzio. La ragazza rimase immobile, quasi pietrificata. Com’era possibile che il suo amico le avesse fatto questo? Non poteva essere vero.
«P-perché?» sussurrò, trattenendo le lacrime.
«Pensavi di voler morire e poi sei stata rapita. Ti sei arrabbiata con te stessa per aver provato paura. Provare a resistere vuol dire andare contro l’iniziale desiderio di morire, quindi hai pensato di accettare il tuo destino. Ma dopo essere stata salvata, hai provato un grande sollievo. Volevo vedere il tuo viso dopo essere passata attraverso tutto questo. Volevo vedere la tua faccia mentre rimanevi senza parole per il modo in cui sono riuscito a vederti dentro». Fece una pausa, per poi proseguire dicendo: «Questo è lo stesso motivo per cui ho creato il gruppo su Internet. Volevo vedervi impegnati a cercare qualcosa che, in realtà, non aveva bisogno di essere cercato. Volevo vedere le vostre espressioni quando scoprivate i trafficanti di organi, il braccialetto, la lettera. Volevo… Come potrei spiegare meglio lo scopo delle mie azioni? Potrei dire che mi piacciono gli esseri umani. Gli umani sono così interessanti e intriganti che non posso proprio resistere».
«Tu non stai bene!» urlò sconvolta Alessandra.
«E chi lo sa. Ci sono molte persone buone e molte persone sane di mente qui, oggi, su questo tetto. Solo per una strana coincidenza tutte le persone buone sono matte e tutte le persone sane sono malvagie».
«Tu hai detto di volermi aiutare…» bisbigliò in tono mesto Arianna.
«E lo sto facendo. Guarda» indicò un punto verso il basso. «Da qui si sono già buttate alcune persone. Non lo definirei proprio un posto famoso per i suicidi, ma ho sentito che se ti butti da qui muori di sicuro».
La ragazza lo guardò intensamente senza proferire parola.
«Tu pensi di essere speciale? Le cose non stanno così. Siamo tutti sullo stesso piano. Non c’è una singola persona su questo pianeta che possa vivere la propria vita onestamente. Anche tu hai almeno uno o due segreti, no? Pensi forse che i tuoi genitori e i tuoi amici, rispetto a te, siano meschini?» continuò Lorenzo.
Arianna gli si avvicinò e gli tirò uno schiaffo. Lui la afferrò per il polso e la spinse leggermente sul bordo del tetto, verso il vuoto.
Mattia fece un passo avanti per intervenire, ma Michele e Stefano lo fermarono.
«Guarda bene. Non importa che problemi avessero, ora sono solo macchie di sangue sull’asfalto. Non importa chi fossero in vita, da morti sono andati tutti al Creatore nello stesso modo. Vuoi che ti lasci andare?» le domandò.
Lei non rispose, ma guardò con timore il vuoto che le si apriva davanti. Lui sorrise e la tirò su. «Vedi che non vuoi morire? Dove ti trovi adesso è dove sei. Puoi aver concepito uno smisurato desiderio di trovarti altrove, ma tu non sei là, sei qui. Fai esperienza di questo momento in tutta la sua pienezza. Mah, comunque sono felice di aver potuto sbirciare nei tuoi sentimenti più sporchi».
Arianna scoppiò a piangere. Alessandra corse da lei per confortarla mentre Stefano si avvicinò a Lorenzo e gli tirò un pugno. «Questo è per averci preso in giro!» esclamò, stranamente calmo.
Il giovane si pulì il sangue che gli colava dal labbro e sorrise.
«Questa è la mia punizione?».
«Un giocatore di genio è colui che sa trasgredire le regole al momento opportuno. Io non sono una tua pedina, io mi muovo solo come decido io. Hai giocato a essere Dio e, forse, per certi versi sei riuscito veramente a esserlo. Tuttavia non puoi controllare tutto. Penso che tu, alla fine, l’abbia capito».
«Forse. In fondo non credevo che sarebbe finita così».
Michele si chiese se potesse fare qualcosa. Non poteva saperlo finché non ci avesse provato.
«Qualcosa si muove anche senza che tu faccia niente, indipendentemente dalla tua volontà» disse rivolto a Lorenzo.
Questi rimase qualche secondo in silenzio e poi chiese: «Come hai fatto a capire che c’ero io dietro tutto questo?».
«Può sembrare una risposta priva di senso, ma credo che sia dal modo in cui erano disposte le pedine della dama e degli scacchi che c’erano in camera tua. Non so perché, ma ho subito pensato che a ogni pedina corrispondesse ognuno di noi e ripensando a quanto era avvenuto mi sono detto che forse non stavo sbagliando».
 Lorenzo rise. «Credo che non avrei potuto desiderare risposta migliore».
«Lo credo anch’io. Eh Arianna… Penso che, nonostante tutto, Lorenzo ti abbia davvero aiutata. Penso che tu, in questo tempo, abbia capito cos’è realmente importante».
Arianna pensò agli eventi che accadevano senza che lei lo sapesse. Era possibile che non fossero tanto maliziosi, egoisti e detestabili quanto lei pensava che fossero. Era possibile che non fossero nascosti da debolezze e compromessi.
«Credete che valga la pena continuare a vivere?» domandò flebilmente.
Tutti annuirono.
«Il mondo non è crudele quanto credi» sorrise incoraggiante Alessandra.
Arianna guardò l’orizzonte: la città, le montagne, le persone. Tutto sembrava così limpido. Decise che doveva andare avanti e perdonare tutti quelli che, inconsapevolmente o meno, l’avevano spinta a pensare al suicidio. Da quel giorno comprese che il modo in cui avrebbe visto il mondo sarebbe cambiato. C’erano tanti sogni quante erano le persone e altrettanti segreti. Aveva realizzato che era una cosa naturale.
«Dunque è finita» disse accennando un sorriso.
«Forse sono pazza, ma un po’ mi dispiace. Credo di stare per mettermi a piangere» sussurrò Alessandra.
«Non piangere perché è finita. Sorridi perché è accaduto» affermò saggiamente Mattia. Forse era la cosa più sensata che avesse mai detto in tutta la sua vita.
Si guardarono tutti e scoppiarono a ridere.
In quel momento, in quel luogo tutto aveva avuto fine. Tuttavia aveva avuto anche un inizio.
Come diceva un famoso detto zen, solo chi ha il coraggio di scrivere la parola fine,
può trovare la forza per scrivere la parola inizio
.
Dietro la porta, la figura incappucciata osservò i giovani e sorrise.
«Abbiate il vostro scopo davanti a voi a ogni passo che fate. Voi desiderate la libertà e non dovete dimenticarlo mai».
I ragazzi si voltarono nella sua direzione. Rimasero immobili, tranne Michele che gli si avvicinò.
«Svelto, afferralo! Questo momento è passato e non potrà mai essere vissuto di nuovo» gli disse tirandosi giù il cappuccio.
Era il senza tetto circondato sempre dai passerotti.
Michele sorrise. Aveva sempre saputo che gli avrebbe indicato la strada. Tuttavia aveva sempre sperato di riuscire a trovarla per primo e, grazie agli ultimi avvenimenti, l’aveva finalmente trovata.
L’uomo agitò la falce e affettò l’aria, sottolineando simbolicamente la nuova realtà che si stava aprendo dinanzi a loro.
Il filo che li teneva ancorati alla quotidianità finalmente si spezzò.
Un nuovo inizio, una nuova vita li stavano aspettando. E questa volta era veramente qualcosa fuori dall’ordinario.

 

 




Angolo Autrice.
Ciao a tutti! :)
Siamo, ahimè, giunti quasi alla fine della storia: il prossimo, sarà l’ultimo capitolo.
Venendo a questa parte, viene finalmente alla luce il mistero della sparizione di Arianna: vi aspettavate un finale così? Spero di avervi sorpreso! :)
Cosa pensate della reazione dei personaggi? È stata giusta secondo voi?
Infine, si scopre anche chi si nasconde dietro la figura incappucciata: ammetto che era molto difficile da capire, quindi non preoccupatevi se non l’avete indovinato! ;)
Bene, alla prossima!
Saluti,
Violaserena.

  
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