CAPITOLO DICIASSETTESIMO
NASCE L’ALLEGRA BRIGATA (parte
terza)
Aragorn
sospirò.
“Dovrò di
nuovo dire ad Arwen che devo partire per l’ennesima volta per mete arcane…
uffa, mi sa che questa volta mi picchia…”
Il
Ramingo fu tentato di rifiutare, di starsene zitto, di sparire di soppiatto e
non lasciarsi coinvolgere in quella zuffa di dimensioni planetarie, ma il suo
senso del dovere scelse proprio quel momento per emergere dalla tomba e
metterlo alla prova
“Non
posso permettere a Frodo di rendere a Sauron la missione troppo facile. Gli
Hobbit sarebbero capaci di perdere l’Unico Anello a carte in una bettola.
Sinceramente. Devo fare qualcosa”
- Ok, vi
accompagno anch’io.- disse, rassegnato e un po’ depresso
“Mah” si
consolò “forse è meglio così. Arwen capirà che sono uno spirito libero e che
decido io cosa fare, dove andare e soprattutto come morire!”
- Beh,
allora vengo anch’io!- esclamò Legolas.
Il suo
entusiasmo sollevò in parte l’animo afflitto di Aragorn, che ignorava che le
intenzioni dell’Elfo erano tutto tranne onorevoli, essendo che il suo desiderio
era salvare il mondo e poi tornare a casa per rinfacciare ai Nani di esserci
riuscito senza il loro ausilio.
… peccato
che Gimli, in quel preciso momento, comprese il suo pensiero
- Non mi
lascerete mica a casa, vero?- tuonò, cercando di scrollarsi Vanamir di dosso
(povero ragazzo, sappiamo che l’ubriacatura era più grave del previsto, a
questo punto. Il sogno in quel momento comprendeva il viaggio di nozze con “la fatona uscita dalla torta” alle
Bahamas, luogo mistico di cui nessuno, in tutta
- Bene,
le cose le abbiamo dette, la compagnia è fatta, possiamo andare, no?- fece
Gandalf, sbrigativo, che temeva grandemente per la propria salute psichica
- Dai,
andiamo anche noi?- Andael stava facendo gli occhioni da cerbiatto ad un’Ikar
sull’orlo della follia omicida – Dai, ti prego, portami a Mordor! Ci tengo
tanto! Non sono mai stato sul Monte Fato, il Maestro doveva portarmici in gita
d’istruzione quando avevo undici anni, ma non l’ha mai fatto!!-
- Andael,
io ti… aspetta…- il cuore della Mezz’aquila andò a mille. Era una cosa unica,
incredibile, fantasmagorica, mistica, religiosa, qualcosa che neppure un Valar
avrebbe potuto prevedere e controllare – Oh, Dei, hai avuto un’idea geniale,
Andael!!-
La frase
riecheggiò per i corridoi di Gran Burrone.
Molto,
molto, molto lontano, Saruman rabbrividì
Ikar
guardò Andael, strabuzzando gli occhi
- E’
un’ottima idea, pivellino implume!- lo lodò, ancora lievemente inquietata per
la rivelazione scioccante: Andael aveva un cervello, nascosto sotto centinaia
di incantesimi che non sarebbero mai riusciti veramente!!! – andiamo anche noi
a Mordor, poi prendiamo l’Anello e lo diamo direttamente al capo supremo!!-
bisbigliò
Intanto,
dalla parte opposta della sala, Boromir stava subendo le pressioni di Vanamir
(che si era staccato da Gimli, finalmente, e che pareva essersi ricordato di
avere un cugino (anzi due, ma Faramir non era lì presente… non chiediamo troppi
sforzi ad una mente ottenebrata dall’alcool!))
- Ma sì, sul serio, e poi io e mia
moglie avremo centoquindici virgola sei pargoli con le alucce verdine e la
polvere magica nel naso. Sarà una cosa fenomenale!-
Boromir
stava per impazzire. Non avrebbe tollerato altri cinque secondi di
quell’imbarazzante delirio
- E poi penso che prenderemo anche
un animale da compagnia. Pensavo ad un piccolo troll con le trecce ed un bel
fiocco rosa attorno al collo. Potremmo chiamarlo…-
- Basta!-
proruppe Boromir. E poi, subito dopo – vengo anch’io a Mordor!-
Glorfindel
sospirò, scuotendo la testa.
Ovviamente,
lui era l’unico abbastanza sano di mente da non farsi coinvolgere in quella
sottospecie di farsa, di pseudo-missione, di scampagnata in montagna, di
accozzaglia di idioti, di ammucchiata stratosferica dei peggiori scarti delle
varie razze.
Solo un
totale idiota avrebbe potuto proporsi per una missione simile…
- Portate
anche me, vero?- squillò in quel momento una voce femminile
Tutti si
voltarono contemporaneamente verso Konstantin.
- NO!- fu
l’unanime risposta
- Ma
perché? Potrei servirvi, sapete! Sono brava in tantissime cose!-
- Tipo?-
fece Boromir, scettico, sollevando un sopracciglio
- Tipo…
ehm… so cucinare.-
- No. Non
sai cucinare. Non sai nemmeno accendere il fuoco! L’ultima volta che ci hai
provato hai rischiato di dare fuoco a Minas Tirith!-
-
Menzogne!- la ragazza incrociò le braccia davanti al petto, mentre Andael
sentiva sbocciare in sé una strana simpatia nei confronti dell’imbranata – E’
successo solo perché tu avevi omesso di avvertirmi che la carta è
infiammabile!-
- Hai
cercato di preparare un the in biblioteca, razza di emerita sciocca!-
- Fa
piacere bere qualcosa di caldo, mentre si legge! Se tu non fossi un perfetto
analfabeta, allora lo sapresti!-
- Ehm.-
tossicchiò Elrond – Potremmo tornare a concentrarci sui progetti di distruzione
per l’Unico Anello?-
Ma venne
palesemente ignorato.
- Fatto
sta che io vengo. Perché se ci vai tu, non capisco perché io me ne debba
restare a casa! Vi portate dietro persino gli Hobbit, che è universalmente
risaputo che sono inutili!-
- Non ha
tutti i torti.- azzardò Andael – ma se proprio volete farla tacere, in modo che
- NO, NO,
ASSOLUTAMENTE NO!- esclamarono in coro tutti i presenti
- Niente
incantesimi di nessun genere, grazie.- fece Elrond, memore dei disastri
precedenti.
E così,
per evitare che Andael tentasse un incantesimo al quale forse non sarebbero
sopravvissuti, i Consiglieri decisero che Konstantin sarebbe partita assieme
alla Compagnia, e che
Così,
sotto stelle benevole, con l’unanimità dei presenti, ottimi auspici e con l’aiuto
di un abilissimo stregone, nacque
FINE CAPITOLO DICIASSETTESIMO
(AMEN!)
Ciao
ragazzi, chi si rivede!
Scusate
la mia assenza, ma non sono riuscita a trovare un attimo per continuare questa
storia. Oltretutto mi mancava l’ispirazione per scrivere cazzate
(effettivamente questo capitolo poteva essere molto meglio, ma sono ancora un
po’ scarsa… perdonatemi, prometto di fare di meglio in seguito!)
Un
bacione!!
CHARY