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Autore: Pinca    29/03/2009    4 recensioni
Un nuovo campionato e nuovi amici e nemici! Che cosa volete che vi dica? mmmmmm... leggete e vedete voi. No scherzo! Allora... mmmmm... se vi aspettate un Kai innamorato, una ragazzina dolce e gentile che si lascia stregare dal suo fascino da bel tenebroso, amica e confidente di Yuri, che si riscopre innamorato a sua volta, un Boris simpatico e carino, e un finale da fiaba, non entrate, perchè qui Kai pensa solo al bey, la ragazza è tutt'altro che dolce e gentile, Yuri la odia, Boris è un bastardo, e la fina è solo l'inizio.
Genere: Generale, Commedia, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Max Mizuhara, Nuovo personaggio, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Return of revange'
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40 finale alle porte 40°. Finale alle porte
(capitolo revisionato e riscritto)


 

Arrivare fin lì fu fin anche troppo facile.   
Doveva riconoscere a sé stessa di aver reagito con una lucidità che neanche pensava di avere. Certo, aveva avuto un momento di smarrimento iniziale, giusto qualche minuto prima di ricomporsi. Era tanto da metabolizzare. A pagarne il prezzo erano stati i due tecnici che si erano trovati nelle sue vicinanze. Non sapeva se fossero ancora vivi, ma per sicurezza li aveva comunque rinchiusi in uno sgabuzzino prima di andare via.  
Aveva riorganizzato le sue carte e si era messa subito all’opera.  
Non fu complicato accedere al database e a tutte le informazioni di cui aveva bisogno e, come a voler sottolineare che i suoi sospetti non fossero infondati, il suo codice identificativo non le permetteva di accedere a quei dati specifici che stava cercando.  
C’era tutto, cartelle cliniche, rapporti, spostamenti. Tutto il materiale confermava una cosa: Kai Hiwatari non aveva mentito.
E se Kai non aveva mentito e non l’aveva tradita, questo voleva dire che altri erano i responsabili, altri dovevano pagare per tutto quello che aveva subito. La sua furia vendicativa doveva abbattersi su qualcun altro.
Ora, dopo aver guidato per quasi due ore a velocità folle fino alla sede della Borg in mezzo ai boschi a nord di Ottawa, si trovava ad un passo dal suo obbiettivo, nel caveau, proprio di fronte una massiccia porta in acciaio.
Prima di arrivare lì aveva modificato i suoi permessi per avere libero accesso ai vari livelli di quella sede senza trovare ostacoli. Almeno non ne aveva trovati fino a quel momento.
Il caso voleva che proprio al di là di quella spessa porta in acciaio ci fosse l’esatta cosa che voleva e l’unica cosa che le mancava per ottenerla era un codice a sei cifre.  
Ariel si voltò verso l’uomo che aveva legato alla sedia con dei cavi elettrici e lo fissò con uno sguardo raggelante.  
Nonostante fosse palese che la sua aguzzina fosse senza scrupoli, lui ostentava una fiera spavalderia.
Ma sarebbe durata ancora poco.
Avanzò verso di lui e gli si piazzò davanti. Appoggiò le mani sui braccioli, avvicinandosi al suo viso. L'uomo si ritrasse per quando gli fosse possibile, ma i suoi occhi ardenti erano l’unica cosa che ora riusciva a vedere.
-Quanto sei disposto a soffrire per proteggere quello che è contenuto lì dentro?-  
La domanda lo spiazzò, e per un attimo la sua espressione determinata fu incrinata dal disappunto.
-Adesso ti spiego, sarò breve- proseguì con uno strano tono affettato -non mi ripeterò, dopodiché non parlerò più.-   
Ariel stava avendo anche fin troppa pazienza ma era meglio procedere per gradi, con calma. -Abbiamo tutta la notte davanti e ti posso assicurare che io otterrò quel codice, tu me lo darai.- gli spiego ad un palmo dal suo viso, gli occhi piantati in quelli sgranati di lui. -Ma puoi scegliere tu in che condizioni sarai domani mattina. Dipende da te: prima mi darai il codice, meno soffrirai. Prima mi darai il codice e più probabilità avrai domani mattina di poter ancora camminare sulle tue gambe o di poterti segare con tutte e dieci le dita.-
L'uomo trattenne il respiro ma, nonostante le minacce, le sue labbra rimasero stoicamente serrate. Evidentemente non la prendeva abbastanza seriamente nonostante i gradi sulla divisa della Borg fossero un più che chiaro suggerimento che si trovava davanti una persona pericolosa.
Lo sguardo di lui corse istintivamente verso la porta in una disperata ricerca di una via di uscita.  
Ariel scoppiò a ridere, una risata roca e vuota che lo fece rabbrividire.
Inclinò il capo e con la mano afferrò con veemenza il viso dell’uomo, costringendolo a guardarla dritto negli occhi e finalmente vide la cieca rabbia trasfigurare il bel viso della ragazza.  
-Non essere ingenuo- ringhiò sommessamente -non resisterai tanto a lungo!-
Lo mollò malamente e si rimise dritta, fissandolo dall’alto in basso per qualche secondo.
-Il codice!- tuonò.   
Le labbra dell’uomo rimasero orgogliosamente serrate. Una goccia di sudore gli scese lungo la tempia mentre il cuore batteva forte nel petto.  
Per qualche secondo lei distolse lo sguardo e si passò una mano tra i capelli legati.  
Per un attimo ebbe la fugace illusione che si sarebbe allontanata, che avrebbe desistito, che fosse tutto un bluff e che non avrebbe avuto il coraggio di fare nulla.
Ma il suo urlò invase il caveau pochi secondi dopo.  
Sotto shock, col fiato mozzato e scosso da tremiti di dolore, abbassò sconvolto gli occhi sulla sua coscia. C'erano delle forbici conficcate! Strette nel pugno della ragazza e conficcate nella sua coscia c’erano le forbici che fino a poco prima erano sulla scrivania.
Riprese fiato a fatica, ormai in preda al terrore puro si specchiò negli occhi folli della sua aguzzina. E di nuovo parlò.
-Il codice!-  
 

 


Una sottile pioggia estiva batteva leggera e fina contro il vetro. Il paesaggio grigio fuori dalla finestra appariva sfocato.
Takao si sentiva inquieto. Dentro sentiva un tumulto muto ed indefinito. Era arrivato il momento della finale. Come avrebbe fatto a riprendersi il Drago Azzurro? Ci sarebbe riuscito o era andato perso per sempre?  
Scosse il capo cacciando via quei pensieri. Lui non si sarebbe arreso, avrebbe lottato per riprenderselo e continuato a lottare, fino allo sfinimento, anche tutta la vita se necessario. Non lo avrebbe abbandonato al suo destino, il Drago Azzurro contava su di lui, lo sapeva!
Passò in rassegna i suoi compagni di squadra, abbattuti e taciturni.  
Dopo i mesi passati con la sua squadra, gli allenamenti, le tante sfide, le avventure, dopo essersi ritrovato a fronteggiare una amica come una nemica senza poter fare niente per evitarlo, per cambiare le cose, dopo una notte passata insonne a rigirarsi nel letto senza trovare pace, adesso doveva prepararsi ad affrontare la dura realtà con coraggio e determinazione per sé stesso e per i suoi amici.
Conosceva molto bene il sapore amaro della perdita di un amico e del tradimento, ma sarebbe andata bene come l’ultima volta, me era sicuro. Non si sarebbe lasciato abbattere, non si sarebbe arreso, né alla sfida che li aspettava sul campo di lì a pochi minuti, né alla speranza di ritrovare Ari perché lo sapeva, ne era certo! Non aveva finto per tutto quel tempo, lei era entrata a far parte della loro squadra, era una di loro e sarebbe tornata. Alla fine, anche lei lo avrebbe capito!
Takao stinse nel pugno il suo Dragoon pronto alla nuova battaglia.
Lanciò un’occhiata alla parte opposta dello spogliatoio cercando di incrociare lo sguardo di Kai, sperando che gli infondesse un po’ di forza, ma lui era assente, sconfitto. La fermezza che lo contraddistingueva sembrava averlo abbandonato, lasciandolo spento e svilito a fissare il vuoto fuori dalla finestra, seduto in un angolo a massaggiare distrattamente la mano fasciata.
Voleva dire che avrebbe combattuto anche per lui!
Hilary non poté fare a meno di notare che quello era il momento prepartita più silenzioso che avessero mai avuto. Anche gli altri ragazzi sembravano abbattuti, addirittura Daichi aveva perso la sua solita spavalderia e parlantina impertinente.  
Max e Rei avevano perso i loro animali sacri e non nutrivano la minima speranza di recuperarli.  
Quella mattina avevano già messo in guardia tutti gli altri bladers delle altre squadre. Molto probabilmente si sarebbe ripetuto quello che era successo tre anni prima in Russia.
Hitoshi si schiarì la voce e si fece coraggio. -Mi dispiace ma dobbiamo andare. Non possiamo rimandare oltre…- asserì asciutto.
Ci aveva pensato tutta la notte. Quella tattica non li avrebbe portati alla vittoria, ma era l’unica che avrebbe permesso loro quanto meno di presentarsi in campo. Anche Kappa era del suo stesso avviso.  
Fuori, intanto, si avvertiva già l’entusiasmo dei tifosi.
-Adesso scenderemo in campo, ma questa volta non in coppia. Abbiamo chiesto tre incontri singoli. Ci manca un giocatore e Kai non ha più il suo beyblade. Inoltre, credo che sia meglio fare scendere in campo Daichi da solo. Siete d’accordo?-
Loro annuirono, nessuno osò fiatare.
-Daichi, il tuo incontro è importante, devi vincere a tutti i costi! Contiamo tutti su di te!-
-Sarà fatto!- disse il piccolo straordinariamente serio.
-Tieni presente che con molta probabilità ti troverai ad affrontare uno o più di uno dei bitpower dei ragazzi.- lo mise in guardia -Non sottovalutarli e ricorda, proveranno sicuramente a sottrarre anche il tuo. Non abbassare mai la guardia!-  
Daichi annuì grave stringendo istintivamente i pugni.
-Poi scenderanno in campo Takao e Rei….- continuò Hitoshi alzandosi. –Adesso andiamo.-
I ragazzi lo imitarono, tirandosi su fiaccamente, chiaramente avviliti dalla situazione.
Takao non sopportava lo stesso si vederli così abbattuti. Sapeva che in fondo a ognuno di loro c’era una scintilla di speranza che ancora brillava sotto la cenere. Contava proprio in questo. Si infilò la giacca e si sistemò il berretto e parlò a tutti.
-Dobbiamo dare il massimo! Avranno pure preso i nostri bitpower ma noi restiamo i migliori. Noi siamo una squadra! Siete con me?!- disse potando una mano avanti per stringere quel patto con tutti i presenti.
Gli altri si fermarono e lo guardarono senza muovere un muscolo, poco convinti dall’ostinato ottimismo del loro capitano.
-Io ci sto!- esclamò Hilary afferrando la sua mano con vigore.
Daichi aggiunse la sua. –Anche io! Non mi lascerò sconfiggere da quegli idioti!-
Max e Rei si scambiarono un’occhiata e guardarono Kai che sembrava non volerne sapere di tornare tra loro. Non si era alzato dalla panca, non aveva dato segno nemmeno di essersi accorto di loro.  
Takao era tutto l’opposto invece: sembrava capace di piegare il mondo intero con la sua sola forza di volontà.
-Daremo il massimo!- disse Max facendosi forza. Conosceva fin troppo bene Takao, avrebbe combattuto questa battaglia senza per un attimo dubitare delle capacità sue e di quelle degli altri.  
Non si sarebbero lasciati abbattere, finché fossero rimasti uniti avrebbero continuato a lottare!
Alle loro mani si aggiunsero anche quella di Rei ed Hitoshi, tutti riuniti in cerchio sostenuti dalla forza d’animo del loro capitano.
-Kai….- lo chiamò quest’ultimo.
Kai alzò lentamente lo sguardo incrociando gli occhi scuri di Takao. Gli sorrideva come faceva sempre, pieno di fiducia.
-Datti una mossa!- gli disse. -Non dirmi che non vuoi vincere che non ci credo!-
Infatti! Takao lo conosceva fin troppo bene. Voleva vincere a tutti i costi, era quella la sua natura e non l’avrebbe mai potuta cambiare. Adesso loro avevano bisogno di lui, anche se non poteva fare niente.
Si alzò e la sua mano fasciata chiuse il cerchio, ma era come se fosse stata su quella di Takao.
-Tutti insieme ragazzi, al mio tre! Uno, due, tre….-
-Vinceremo!-

 

 

Grazie mille raga! Scusate l’abnorme ritardo, ma in questa settimana non sono riuscita a fare molto perché ho avuto il test di giappo, speriamo sia andato bene ^_^’’’’!
Lo so che è piccolo e non ho riletto, ma spero di farlo questo pomeriggio perché adesso devo andare a mangiare da mia zia.
Grazie mille a tutti voi, ci sentiamo più tardi. Bacioni e chi legge chi ha messo tra i preferiti e a tutte voi che avete recensito (chiedo scusa se c’è qualche ragazzo e non me ne sono accorta :D), spero di poter rispondere ai vostri commenti e potervi ringraziare una per una più tardi. Ciao! ps: come sempre il titolo fa cagare XD!
 

 

 
   
 
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