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Autore: WakeMeUp    14/03/2016    1 recensioni
Un incontro casuale fece sì che due vite si incrociassero, si fondessero, si abbandonassero, per poi tornare ad unirsi più forte di prima.
Louis cercò di smettere di tremare e prese delicatamente il bimbo dalla culla, stringendoselo addosso. Lo posizionò su un braccio, con la testa poggiata al suo avambraccio, e lo cullò un po'. Il bambino si aprì nuovamente in quella piccola smorfia che doveva essere un sorriso, facendo un piccolo verso e, come se si fosse sentito a casa solo in quel momento, chiuse gli occhi.
Louis si voltò verso la donna che gli sorrideva felice, mentre una lacrima le rigava una guancia.
«Ha scelto te.» disse. Louis guardò nuovamente il bimbo tra le sue braccia e sorrise.
«Voglio prenderlo.» disse sicuro. «È una situazione difficile Mary, tu dovrai aiutarmi, ma voglio farcela. Per lui, per me e per Harry. Sono sicuro che quando si sveglierà ne sarà felicissimo.»
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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«Ho tutto!»
Louis scese le scale soddisfatto, con un sorriso sulle labbra e qualche foglio pieno di appunti, misure, e un disegno approssimativo di una piantina di alcune stanze della casa; aveva deciso di aggiungere alcuni mobili, rimodernarne altri, cambiare le tende in camera da letto, e altri piccoli dettagli, che avrebbero reso la casa più moderna, fresca, ma al contempo accogliente, all'altezza del proprietario, che sarebbe presto tornato a casa.

Louis si convinceva sempre di più, minuto dopo minuto, del fatto che Harry sarebbe tornato presto. Mai si era soffermato, davvero, a pensare a come Harry sarebbe potuto tornare.
In due anni ne aveva apprese tante di cose, ma alcune di quelle sembravano esser state completamente rimosse dalla sua mente, nel momento in cui aveva incontrato gli occhi di Edward e aveva ricominciato a sperare, a crederci, nel fatto che Harry avrebbe mantenuto la sua promessa.
Ma lui, come tutti gli altri, sapevano benissimo che Harry, se si fosse risvegliato, avrebbe potuto riportare danni alla corteccia celebrale, alla memoria, agli arti, che non funzionavano più bene come prima, a causa sia del sistema nervoso, sia dell'esser stati fermi così tanto.
Harry, se fosse tornato in quella casa, avrebbe potuto anche tornarci con zero ricordi o consapevolezze, o su una sedia a rotelle, o muto, perché anche parlare poteva risultargli difficile, a seconda dei danni rimediati.
Era passato, e stava passando, troppo tempo. E quello lo sapeva anche Zayn che, con il tempo, ci stava facendo la guerra.

Rimase bloccato solo qualche attimo a riflettere su quelle cose, poi preferì scuotere la testa e orientare i propri pensieri su tutt'altro, se non avesse voluto perdere ogni entusiasmo, che stava caratterizzando quel progetto che voleva portare avanti.
Se non per Harry, l'avrebbe comunque fatto per Edward.
Edward, che era sul tappeto del salone con Zayn, che lo guardava attento, mentre il bambino si guardava attorno e gattonava tranquillo sul tappetto, studiando le cose con lo sguardo, allungandosi a toccare tutto ciò che riusciva a toccare, scoprendo sempre più cose, di quel mondo che a lui era così nuovo, e totalmente estraneo.
Louis li raggiunse velocemente, e sorrise al suo bambino, andando a stuzzicarlo con una leggera pernacchia su una guancia, che fece ridacchiare il bambino, che si rannicchiò sul petto di Louis immediatamente, dopo che il giovane padre l'avesse invitato tra le proprie braccia.
Zayn li guardò e sorrise, scattandogli una foto, mandandola a Liam, che gli aveva confessato di esser rimasto totalmente stregato dalla bellezza e l'intelligenza di Edward.
«Allora, andiamo?» chiese poi, e Louis annuì velocemente, stringendosi il proprio bambino al petto e alzandosi dal tappeto.
«Voglio che questa casa torni a splendere.»

«Che ne dici di quella?»
Zayn gli indicò una tenda semplice, di un colore chiaro, simile alla sabbia, che calzava perfettamente nella loro (di Harry e Louis) camera da letto, che era principalmente arredata con il blu e con il bianco, un bianco panna, quasi beige.
Non appena la vide pensò che fosse davvero la tenda perfetta, e annuì, ringraziando Zayn per averla notata, e prendendolo in giro subito dopo.
«Forse dopo tutti questi anni, a contatto con stylist e il mondo dello spettacolo, qualcosa sugli abbinamenti l'hai imparato.»
Ridacchiò, infilando la tenda nel carrello, che Zayn stava spingendo, mentre lui spingeva la carrozzina in cui Edward dormiva come un angioletto.
«Uhm, forse,» rispose il più giovane, non volendo alcuna responsabilità, con un sorriso sul viso. Quel sorriso caldo, affettuoso, che a Louis era tanto mancato.
Non si ricordava quasi più di come fosse passare un pomeriggio a fare shopping, sorridere ad un amico, scherzare insieme, passeggiare; non ricordava quasi più nulla di quella che era la vita, la normale vita di un ragazzo di vent'anni, o giù di lì.
Sospirò appena, amaramente, e Zayn sembrò notarlo, perché fece un riepilogo delle cose che avevano nel carrello, e lo guardò.
«Io penso che ci siamo, Lou. Adesso dovremmo andare a comprare qualcosa per te, che ne pensi?» propose, volendo far ritrovare a Louis la gioia di un vestito nuovo, che l'avrebbe fatto sentire meglio, più pulito, più vivo.
Louis gli rivolse un piccolo sorriso, poi scosse la testa. Gli era grato per quello, per tutto ciò che stava facendo per lui; nonostante facesse intere notti in bianco, Zayn, gli era sempre accanto e affrontava ogni giorno con lui, come se ne avesse davvero la forza, come se
nulla fosse successo, come se di notte avesse riposato.
Louis non aveva ancora scoperto cosa facesse Zayn, di notte, quando andava via, sempre convinto che Louis non se ne accorgesse, che andava via alle due e tornava alle sei (visto che erano le ore in cui Edward era in pieno sonno e non svegliava nessuno),per fingere di esser stato al suo fianco tutta la notte. Eppure, nonostante la curiosità lo divorasse, non aveva mai voluto chiedergli nulla, perché pensava che Zayn in quelle ore si svagasse, prendesse un momento di riposo, di relax, da lui, da Edward e dalla pesantezza di essere costantemente in una clinica, per il peggiore dei motivi, con la peggiore delle responsabilità, cioè la vita di Harry. Zayn non si sarebbe mai risposto nel modo adeguato, alla risposta che lo tormentava, e cioè perché Harry avesse affidato, proprio a lui, la sua vita.
«Uhm, non so Zay, forse è meglio comprare ancora qualcosa per Edward,» affermò, facendo una piccola smorfia con le labbra, che fece sospirare Zayn, che scosse la testa e si girò a guardarlo negli occhi.
«Louis, ascoltami. Sei uno dei migliori padri che abbia mai conosciuto, e so che ai propri figli si vuole dare sempre di più, e sempre il meglio, ma fidati di me se ti dico che Edward ha tutto ciò che potrebbe desiderare. Tranne una cosa, che è quella che manca a tutti, cioè Harry. Ma lo riavremo presto, ne sono convinto. E per quando tornerà, dovrai farti vedere al meglio, e dargli tutta quella forza di cui avrà bisogno. Quella forza che potrai dargli solo tu.»
Le parole di Zayn arrivarono, inizialmente, come una doccia fredda, ma la migliore che Louis avesse fatto nell'ultimo periodo.
Non poté fare a meno di annuire e seguirlo, dopo averlo stretto in un abbraccio.

Il tempo che spesero in giro, tra negozi di mobili, caffetterie in cui prendere una cioccolata o un caffè, negozi per bambini, negozio di abbigliamento per uomini, e cose di prima necessità, fu parecchio lungo, ma fu un toccasana.
Louis ebbe modo di prendere, sommariamente, tutto ciò di cui aveva bisogno, ma soprattutto ebbe modo di ritrovare Zayn, quello che era il suo migliore amico, quello che gli era sempre stato accanto, per una sigaretta o per una guerra, lui era stato al suo fianco. Aveva ritrovato il sorriso di Zayn, la sua voce, le sue risate; per la prima volta, dopo un po' di tempo, lo vedeva nuovamente, non rilassato, ma quasi.
Il tempo era corso via velocemente, i minuti passati si erano trasformati in ore, e Louis quasi si sentì triste per quello, perché era davvero troppo tempo che non passava un pomeriggio simile e, forse anche per quello, non appena arrivato a casa, quella vera, quella che era stata, e sarebbe stata (insisteva), il suo nido d'amore con Harry, scoppiò a piangere.
Le lacrime scorrevano sul suo viso come un fiume in piena, e non intendevano fermarsi; le gambe tremavano, fino a cedere, lasciandolo cadere contro il muro; i pugni stretti, che quasi desideravano aggrapparsi a qualcosa, qualunque cosa, che gli avrebbe riportato il suo Harry.
Non ne poteva davvero più, e ne portava evidenti segni sul viso; era dimagrito, era stanco, i suoi occhi erano spenti, e si illuminavano solo ai sorrisi di Edward.
Tutto era diventato troppo, anche (e soprattutto) vivere.
Provava sempre ad andare avanti, a mantenere il sorriso sulle labbra, a darsi forza e prenderla dagli altri, ma non bastava, perché tutto quello non gli avrebbe riportato indietro Harry.
Nessuno gli avrebbe portato indietro Harry, e lui non poteva farci nulla, che non fosse aspettare, urlare, pregare, implorare, chiunque, di ridare la vita a quel ragazzo, che la meritava molto più di altri.
Quel momento di realizzazione fu molto duro, perché aveva passato un'intera giornata a crederci, a sperare, a lottare, ad andare avanti, a fare di tutto, nella convinzione e, quasi con la serenità, di chi sa che quella persona tornerà.
Aveva varcato quella linea sottile, quel confine invisibile, che c'era tra sicurezza (forza) e sconforto. Durante la giornata era stato convinto e determinato; calata la sera, invece, ogni convinzione era diventata vana e tutto sembrava di nuovo nero, impossibile.
Non poteva sapere, Louis, che in realtà la vita di Harry era nelle mani di qualcuno, che quel qualcuno che poteva ridargli Harry esisteva; non poteva saperlo mentre le lacrime scorrevano sul suo viso, impedendogli la vista; mentre dava pugni al muro e guardava le proprie mani farsi viola; mentre Edward piangeva tra le braccia di Zayn, perché sentiva suo padre piangere, e strepitare; non poteva saperlo, mentre Zayn si mordeva le labbra fino a farle sanguinare, e tratteneva le lacrime, tentando sorrisi ad Edward, tappandogli le orecchie e coccolandolo tra le proprie braccia; non poteva saperlo, Louis, mentre Harry, per l'ennesima volta, nell'ennesima notte, veniva strappato via da loro un po' di più, ancora un po'.
Non poteva saperlo, mentre Liam guardava il muro e Niall stringeva un corpo caldo al proprio petto.
Non poteva saperlo, Louis, che mentre tutti loro vivevano, Harry...
   
 
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