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Autore: k_Gio_    14/03/2016    5 recensioni
Era tardi, a quell'ora doveva esserci pochissima gente, e infatti era così . Uno strano incontro con un ragazzino sbucato fuori dal nulla che si è perso.
< Ehi ragazzino, guarda dove corri, potevi farti male. Tutto bene?! > Killian lo guardò ma il ragazzino non accennava ad alzare lo sguardo.
Buona lettura
Aggiunto #Special
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo #10





 

Neal era arrivato alle nove quella mattina ed Henry con il suo zainetto era già pronto sulla porta per passare la sua prima giornata con suo padre.
Vederlo così entusiasta le faceva passare la preoccupazione, dopotutto si fidava di suo figlio e questo era più che sufficiente.
La cosa che ora la preoccupava davvero era l'arrivo imminente di Killian. Era talmente nervosa che non si riconosceva...ok, questo non era del tutto vero, era in quello stato da quando lo aveva conosciuto.
Si era tolta il pigiama ed era rimasta per 10 minuti davanti all'armadio senza sapere cosa mettere, alla fine non avevano deciso niente e non sapeva cosa avrebbero fatto. Jeans e maglietta a maniche lunghe, abbigliamento tranquillo.
Non sapeva se fare colazione, ma il suo stomaco decise per lei.
Ed ecco il campanello.
Le sudavano le mani.
Sapeva il perchè.
Neanche il tempo di aprire completamente del tutto la porta che Killian si impossesò delle sue labbra. Chiuse la porta con un piede non lasciandola nemmeno per un istante.
Anche Emma non perse tempo, se lo tirò più vicino più di quanto già non fosse. Si muovevano in sincrono come se entrambi già sapessero cosa fare.
«Killian...» voleva solo dire il suo nome, chiamarlo ,fargli capire che lei lo voleva lì e che non necessitava di altro.
Le loro bocche come calamite.
Le mani che vagavano sul corpo dell'altro senza arrestarsi. Volevano di più, volevano riprovare le sensazioni di quando erano stati insieme.
Irruenti. Voraci. Ardevano.

Emma svegliati.

Killian ancora fuori dalla porta la guardava con un sopracciglio alzato e un sorrisetto furbo «Mi fai entrare o no? A cosa stai pensando Swan? Provo ad indovinare?»
Si era immaginata tutto.
Era diventata rossa come la sua amata giacca. Voleva sotterrarsi...o nascondersi nel petto di Killian.
Si fece da parte per farlo passare. Lo sguardo basso mentre cercava di riprendere un colorito normale.
«Killian...»
«Mmm» lui incrociò le braccia, voleva fare il serio ma gli risultava difficile, per essere arrossita in quel modo chissà cosa le era passato per la testa, una mezza idea ce l'aveva...
Rivederla dopo quasi una settimana di 'astinenza' gli confermò quanto ormai fosse dipendente da quella donna e purtroppo per lui la cosa non gli dispiaceva.
Ora che l'aveva davanti era come non si fossero mai lasciati. Il vuoto creatosi in lui in quei giorni era magicamente scomparso.
Voleva solo sorridere come un ebete e tenerla tra le braccia. Ma non era il momento.
Killian fece cenno con la testa affinchè iniziasse a parlare.
«Ho sbagliato»
Ok, ammettere che aveva sbagliato era un passo in avanti, glielo riconosceva, ma doveva essere più precisa.
«Quando ho rivisto Neal sono tornata indietro a dieci anni fa, è stato come se non se ne fosse mai andato,ma poi ho guardato Henry e mi sono ricordata che non è così» prese un respiro, Killian fece altrettanto «ma io tengo ancora a lui, Killian, e questo non cambierà mai, in un certo senso lo amo ancora»
Glielo aveva sbattuto dritto in faccia , guardandolo negli occhi e non lasciandolo neanche un secondo.
Killian si stava preoccupando e anche arrabbiando a dir la verità, cavolo, gli aveva chiesto di andare da lei solo per dirgli questo? Poteva essere così crudele? C'era dell'altro, doveva esserci dell'altro!
La continuò a fissare, non distolse lo sguardo, attese che continuasse. Lui non sapeva come reagire.
«Ed ho capito anche un'altra cosa»  lo sguardo più deciso , i pugni serrati lungo il busto «Ci conosciamo da meno di un mese Jones, sei entrato nella mia vita senza permesso ma hai aiutato mio figlio e per questo ti sarò per sempre grata. Sei riuscito a fare uscire quella parte di me che odio, quella più vulnerabile, più debole e ti detesto per questo Jones, davvero. Sei talmente radicato nella mia testa che anche quando cerco di non pensarti mi accorgo che è impossibile lo sto già facendo, e sei così irritante, vedo quel tuo ghigno praticamente ovunque. Mi fai sentire come un adolescente alle prese con la sua prima cotta, ed il fatto che sono qui e ti sto dicendo tutto questo la dice lunga su quanta influenza hai su di me, non ho mai parlato, mai,  in questo modo a nessuno nemmeno a Neal» riprese fiato « Ma io ti amo Killian Jones»
La confessione le portò un velo di preoccupazione. Non era tipo da esternare così palesemente tali sentimenti e vederlo lì davanti in silenzio non faceva che accrescere il senso di panico.
Lo sguardo pensieroso mentre la fissava non la faceva bene sperare.
«Hai finito?»
Lei annuì, era ferita, forse lui non provava i suoi stessi sentimenti e lei si era solo resa ridicola.
Lui si grattò il mento per poi volgere lo sguardo a terra come a cercare qualcosa da dire.
Alzò la testa «Ok, posso baciarti ora?»
La bocca di Emma si aprì un un sorriso a trentadue denti e lui lo prese come un sì.
Le fu addosso in una falcata. La baciò come se dovesse recuperare tutto il tempo in cui non erano stati insieme.
Le braccia di Killian l'avvolsero mentre quelle di Emma lo attiravano più saldamente.
Continuando a baciarsi Killian la stava spingendo verso la camera da letto di lei, facendo ben intendere cosa avesse intenzione di fare.
Ma era pur sempre Emma.
«Cosa...stai...facendo?» gli domandò tra un bacio e l'altro.
«Pensavo fosse piuttosto palese» sorrise mentre i suoi occhi blu si incatenavano a quelli verdi di lei.
La vide sorridere di nuovo. La baciò di nuovo.
«Killian ti ho detto di voler passare la giornata con te e non passare la giornata a letto con te» le uscì  una risatina mentre poggiava la sua fronte a quella di lui.
Lui parve confuso «Io non vedo differenze» e continuò a far vagare le sue mani sul corpo di Emma.
Non gliela avrebbe data vinta, prese in mano la situazione ,era brava in queste cose.
Con un colpo di reni lo chiuse tra lei e il muro come lui aveva fatto quella sera dalle circostanze poco piacevoli ma che alla fine li aveva avvicinati più di quanto entrambi si aspettassero.
«Swan, fai la prepotente di nuovo? Mi piace» e le catturò le labbra.
«Esatto Jones, e visto che siamo a casa mia comando io, quindi...»
Fu interrotta dal campanello.
«Quindi andrò ad aprire la porta»
Assurdo come il destino fosse contro di lui.
Quando aprì si ritrovò davanti un altro paio di occhi azzurri. Non intesi come quelli di Killian ma su quel viso ci stavano davvero bene.
«Ciao sono August, il figlio di Marco, devi essere Emma, giusto?!» andava di fretta lo si capiva da come aveva corso nel presentarsi, ma le rivolse comunque un sorriso cordiale.
Emma giurò di aver sentito borbottare Killian e le venne da ridere ma si trattenne prestando attenzione al nuovo arrivato.
«Si sono io, ciao August, Marco mi ha parlato molto di te, non vedeva l'ora che tornassi. Entra pure» Marco le aveva parlato talmente tanto di suo figlio che poteva affermare di conoscerlo.
«Non vorrei disturbare ma sono nei guai mi servirebbe una doppia spina, stavo scrivendo al computer ma ora sta per abbandonarmi e la spina non entra in nessun attacco. Lo so che come prima presentazione tra vicini non è il massimo...» un sorriso nervoso ma sincero.
«Certo entra, vado a cercarla, dovrei averla in qualche cassetto» lo fece entrare e chiuse la porta, girandosi verso Killian lo vide con un espressione quasi stupita. Cosa si aspettava che facesse? Che gli sbattesse la porta in faccia?! Sapeva come avrebbe risposto Killian.
«Accomodati, ah, questo è il mio...è Killian» una presentazione alquanto sbrigativa.
Killian non sapeva se ridere o piangere, come doveva fare con quella donna non lo sapeva nemmeno lui.
Strinse forse troppo forte la mano che August gli porse ma quest'ultimo non vi badò, ma se ne accorse.
Emma aprì i cassetti del mobile in salotto e fortuna volle che trovò subito quello che stava cercando. I due non si erano rivolti parola, se non qualche sguardo poco cordiale da parte di Killian e non si stupiva che il poveretto tacesse.
«Ecco qua»
«Grazie Emma, te l riporterò appena possibile, scappo, è stato un piacere Emma, Killian» salutò con un cenno del capo e sparì dietro la porta.
Silenzio,
«'E' stato un piacere Emma'» gli fece il verso lui.
«Se non ti conoscessi bene penserei che sei geloso Jones» ora si che si sentiva potente
«Io geloso? Di quello lì? Pff...» gli si avvicinò come un predatore si avvicina alla sua preda « io di te sono geloso con chiunque» la cinse per i fianchi baciandole poi il collo.
Non era abituata a  sentirsi dire frasi del genere e sapere che per lui era importante fino a tal punto la rendeva felice come una ragazzina.
«In ogni caso non finirà come vuoi tu...non ora almeno»
«Fare la preziosa ti riesce davvero bene Swan» abbandonò la testa sulla sua spalla poi si tirò su e si staccò completamente dal corpo di lei, meglio non prolungare la tortura. «Ok allora cosa facciamo?» si buttò sul divano per poi rialzarsi come se fosse stato una molla « Oggi è una bella giornata, andiamo»
«Dove?» prese la giacca e fece per prendere le chiavi della macchina ma lui le impedì di farlo.
«Lo scoprirai» ammiccò.
«Dovrei preoccuparmi?» aveva appena ammesso di amarlo, ma il rapporto complicato che aveva con la fiducia era impossibile risolverlo in una giornata.
«Certo che no! Sono una persona affidabile!» le rubò un bacio per poi avviarsi giù per le scale.
Seduti in macchina lei non riuscì a trattenersi «Dai mi dici dove andiamo?! Non farmi stare così, voglio sapere!»
«Emma sei peggio di una bambina, goditi il momento» era troppo felice, gli angoli della bocca che non accennavano ad abbassarsi.
La rivelazione di Emma lo aveva preso contropiede, non aveva mai, nemmeno lontanamente osato immaginare che lei gli dicesse una cosa del genere. E aveva fatto bene a non averlo fatto perchè non avrebbe mai retto il confronto con la realtà.
Il nodo allo stomacosi era sciolto come burro, la tensione che lo aveva accompagnato fino all'arrivo in appartamento era sparito.
Si era trovato incapace di rispondere con una frase di senso compiuto. E se ne era uscito con la prima cosa che gli era venuta in mente, e aveva fatto bene.
Poi era arrivato August.
Strinse più forte il volante, possibile fosse geloso a tal punto di uno sconosciuto? A quanto pare si.
Con la coda dell'occhio la vide con il broncio e le mani incrociate  mentre scrutava fuori dal finestrino cercando di capire dove la stesse portando. Alla fine non era così difficile immaginarlo.
La trovava irresistibile ogni momento di più e quel senso di leggerezza nel cuore lo disorientava a volte.
«Quindi mi ami»
«A quanto pare...» sorrise «Mi dici dove siamo diretti?»
«Swan non ti dirò niente! La mia bocca è sigillata»
«Oh ma davvero? Allora me ne ricorderò più tardi e farò altrettanto» fece allusiva.
«Sei perfida Swan»
«Hai cominciato tu! Disse scrollando le spalle.
Arrivarono a destinazione e una volta scesi dall'auto fu impossibile non capire dive si trovassero. L'odore di salsedine li investì di colpo.
Le prese la mano e si avviarono verso la spiaggia. Tirava un leggero vento ma il sole mitigava l'aria rendendo piacevole starsene li davanti a quella distesa di blu.
Lei si era accoccolata più a lui poggiando la testa sulla sua spalla.
«Questo è l'unico luogo dove riesco a pensare alla mia famiglia e a Milha in modo sereno. Li immagino finalmente liberi da tutti i dolori di questo mondo. Che abbiano raggiunto quella pace che qui non hanno trovato.»
Emma in silenzio lo strinse un po' di più.
Entrambi i loro sguardi persi sull'orizzonte.
Lei non cercava di pensare mai al suo passato, alle famiglie che l'avevano lasciata, ai genitori che l'avevano abbandonata. Faceva troppo male. Stettero in silenzio ancora per un po' poi Emma decise che era tempo di cambiare quel momento malinconico in qualcosa di più leggero.
«Quindi mi hai portato qui per farmi credere che sei un tipo romantico?» voltò la testa in cerca dei suoi occhi che da pensierosi si fecero più rilassati al tentativo di Emma di stemperare l'atmosfera.
«Io sono un tipo romantico! Sei tu che non lo sei Swan, ma ti perdono perchè eccelli in altre cose...»
«Possibile che devi sempre finire con queste frasi a doppio senso?!» lei partiva in buona fede e lui cambiava le carte in tavola.
«Ma io parlavo del tuo lavoro! Come sei maliziosa» ghignò. E l'abbracciò. Sembravano due fidanzati, e forse lo erano.

Killian la portò a mangiare ad un ristorante poco lontano da lì, con vista sul mare ovviamente.
Ordinarono e quando i loro piatti arrivarono non potè non farlo notare «Tra poco ti si siederà sulle gambe»
Killian sembrò cadere dalle nuvole. «Di cosa stai parlando?» non capiva.
«Andiamo, è da quando siamo arrivati che la cameriera ti fa gli occhi dolci, per non parlare dei bottoni della camicetta che si stanno aprendo uno dopo l'altro.»  disse portandosi il tovagliolo alla bocca.
Lui non aveva fatto caso a niente, ma un  sorrisetto prese piede sul suo viso «Se non ti conoscessi bene penserei che tu sia gelosa Swan» disse riprendendo la frase che quella mattina lei gli aveva rivolto.
«Pff...tu pensi di conoscermi bene Jones?» l'ilarità nella sua voce.
«Penso di essere sulla buona strada»
Continuarono a parlare e tra una chiacchiera e l'altra terminarono il pranzo.
«Sai Swan, tu mi devi ancora un'uscita, non me lo sono scordato.»
Aveva davvero una faccia da schiaffi. Ma aveva anche ragione.
«Ok, questa sera. Chiamo Henry per sapere a che ora torna a casa. Va bene?
«Perfetto.» 

Di nuovo in macchina Emma prese il cellulare.
«Pronto Henry, come sta andando?»
«Tutto bene mamma, Neal è un tipo in gamba. Mi sto divertendo un sacco. Tu hai fato pace con Killian?»
«Sono contenta che ti stia divertendo e si ho fatto pace con Killian e ora è qui con me» Killian le disse di salutarlo « e ti saluta. A che ora ti riaccompagna a casa?»
«Non lo so, tardi, facciamo le undici?!»
«Se per lui va bene, ok»
«Ok ciao mamma, saluta di nuovo Killian»
Si voltò verso Killian «Abbiamo la serata libera fino alle undici»
«Wow, più di quanto sperassi»
Risero entrambi.

Erano tornati nel centro abitato.
«Allora cosa vogliamo fare ora? Andiamo a casa mia?» propose Killian.
Emma non potè controbattere che il cellulare di lui squillò.
Rispose.
«Ok, ok, non puoi andarci tu? ok, va bene, vado» sembrava scocciato. Rimise in moto e ripartì.
«Cosa è successo? Problemi?»
«Jeff si è scordato di firmare un documento e visto che ora lui non può andarci ci devo andare io, sarà una cosa rapida» si giustificò.
«Non c'è un problema Killian. Sono le sei abbiamo ancora tutto il tempo.»
Lui fece cenno di si senza convinzione. Quella settimana non era mai andato al cantiere e ora che si ritrovava solo con Emma gli arrivava quella chiamata. Odio.
«Torno subito» uscì quasi di corsa avviandosi dentro.
Emma seduta in macchina cominciò a far vagare i pensieri. Si ritrovò a pensare a come sarebbe potuta finire la serata; alle mani di Killian sul suo corpo. La volta in cui erano finiti a letto insieme era stata uno dei momenti più intensi che aveva vissuto in quegli ultimi anni. Era stato bellissimo. Erano anni che un uomo non le prestava attenzioni del genere, l'ultima volta era stato con....
Oddio.
Prese di fretta e furia il cellulare, andò sul calendario e contò. Quattro giorni di ritardo. Non poteva succedere di nuovo. No, non poteva. Un rabbia le montò dentro, contro se stessa, contro Killian, contro il destino, contro tutto.
Scese dalla macchina come una furia. Raggiunse l'ufficio e lo trovo di spalle e chino su dei documenti.
Gli si avventò contro.
«E' tutta colpa tua!»
Dopo un momento di spavento per l'arrivo inaspettato Killian cercò di placare le mani di lei che iniziavano a colpirlo «Ehi calma, forse è così, ma di cosa stai parlando?»
Emma non accennava a fermarsi, sembrava posseduta.
«Emma cosa è successo?»
Si fermò con i pugni bloccati dalle mani di lui.
Gli occhi che cominciavano a velarsi di lacrime.
«Ho un ritardo»  la voce sul punto di cedere.
Killian capì a cosa si riferisse, ma non era particolarmente scosso «Per voi femmine non è normale? Può succedere no?»
Voleva rimanere calmo e lucido, perdere la testa per qualcosa di incerto poteva solo peggiorare le cose.
«A me non è mai successo, sono precisa. Killian non voglio che succeda quello che è accaduto con Henry.» lei non lo avrebbe permesso di nuovo.
«Ehi io non ti lascerò» si avvicinò cauto, non sapendo se volesse quel contatto ma lei non si tirò indietro. Si fece piccola piccola contro il suo petto «Emma non rimarrai da sola, non lo permetterei mai. Se dovessi aspettare un figlio vedremo cosa  fare, lo abbiamo fatto insieme dopotutto e insieme decideremo. Ma non sappiamo se è così quindi calmati.» le braccia che l'avvolgevano in modo protettivo, l'avrebbe protetta dal mondo intero.
«Io ti amo Emma, qualunque cosa succederà io ti amerò incondizionatamente. Questo non cambierà.» era la pura e semplice verità.
Emma non riuscì a trattenersi, pianse. Non riusciva a controllarsi.
Però era più tranquilla. Killian non l'avrebbe abbandonata, e l'amava.
L'amava, bastava quello.
Si asciugò gli occhi. Sguardo ancora basso.
«Ehi» le prese il viso tra le mani  e fece si che si guardassero negli occhi «tranquilla, un piccolo Killian o una piccola Emma che girano per casa non penso siano una grossa disgrazia no?!» voleva tirarla su di morale. Parve esserci riuscito.
Lei scosse la testa sorridendo.
«Ti amo Killian»
«Ti amo anche io Emma»

Finito di firmare dei documenti e chiuso di nuovo il cantiere si diressero alla prima farmacia che trovarono. Emma scese per comprare un test e tornò più in fretta che potè, la metteva in imbarazzo fare queste cose.
«Ho un 'idea,» fece Killian «andiamo ora a riscuotere la mia uscita, così festeggiamo subito per quello che sarà il risultato. Che ne dici?»
«D'accordo, ma io non potrò bere in caso fosse positivo...»
«Io però sì ,e se fosse positivo avrò bisogno di bere» ironizzò lui ricevendo un pugno sulla spalla da parte di Emma.
«Sei un cretino»
Sorrisero, dopotutto la prospettiva di un nuovo piccoletto li metteva di buon umore.
Poi Killian se ne uscì con qualcosa che prese impreparata Emma.
«Sai che dovrai venire ad abitare da me vero? Io non ti lascio abitare lì con un vicino del genere, finchè era Marco ok, ma suo figlio no.»
Emma rise «Vieni tu da noi allora»
«Casa mia è più grande, ci staremmo più comodi»
Aveva ragione. Ci averebbero pensato più tardi però.

«Ok, vado» Emma non accennava a muoversi.
«Ok, io ti aspetto qui» si era seduto allo sgabello vicino al bancone. Ma era ancora rivolto verso di lei. Lei immobile. «Emma rimarremo qui in eterno se non vai, io avevo altri piani prima del ritorno di Henry...» Emma non sembrava aver sentito niente, era come in trance. La baciò «Emma, tranquilla, andrà tutto bene. Festeggeremo in ogni caso.» la baciò di nuovo.
Lei prese coraggio e lasciò la mano che gli aveva stretto fino a quel momento. Si avviò al bagno delle signore.
Ora che era solo tirò fuori un sospiro che non sapeva di aver trattenuto. Tutto si sarebbe aspettato fuorchè un epilogo del genere. Niente era certo ancora, ma sapere che c'era una possibilità che da lì a qualche istante la sua vita sarebbe cambiata non lo faceva stare fermo sullo sgabello. L'idea che sarebbe potuto diventare padre lo eccitava, non ci si era mai fermato veramente a pensare ad avere figli. Tutto ora era nelle mani di Emma. Le sue gli tremavano. Cavolo, non sapeva in cosa sperare. E non voleva farlo perchè temeva di rimanerci male.
«Ma quanto ci mette» borbottò tra se, non stava più nella pelle, voleva sapere!
Eccola, vide con la coda dell'occhio una chioma bionda uscire dalla porta del bagno.
Si voltò sorridendo. Lei sorrideva.
Se Emma non avesse parlato gli sarebbe venuto un infarto da li a poco.
«Quindi?» cercò di spronarla.
«Quindi ordiniamo» fece allegra lei. E si sporse per baciarlo forse più intensamente del dovuto.
«D'accordo» Si voltarono verso il barista «Io prendo del rum» si voltò di nuovo verso di lei, trepidante.
Serena, lei non stacco gli occhi da quelli blu di lui «Io prendo...»



 

Fine







 

Sto per piangere!!!!!!!
Intanto Buon OUAT Day!!!!
Dopodichè scusate per il ritardo ma è stato un parto questo capitolo xD
Non ci dovrebbero essere errori, ma se ci sono provvederò a correggerli in un secondo momento.
Mi sono accorta che dovevo fare una precisazione che mi sono scordata di fare prima, i luoghi in cui è ambientata la storia non sono definiti perchè neppure io so dove collocarli xD nella mia testa è un po un mix tra Storybrooke e New York quindi ...ahahhaha
Cioè io sono con questa storia da 2 mesi, e mi sembra ieri che ho iniziato tutto!!! che strano effetto che fa.
Vi dico che io odio i finali aperti ma qui ci stava così bene ahahahahahha lo so sono pessima ma ho preferito così u.u
Io spero vi siate divertite almeno un po'. A me a fatto super piacere leggere le vostre recensioni e sapere che non era poi tanto male quello che scrivevo. Spero di non avervi deluso xD
Grazie anche a coloro che hanno solo letto, avrei avuto piacere di sapere cosa ne pensavate ma in ogni caso grazie comunque ;)
Mi pare sia tutto, sicuramente mi sto scordando qualcosa ma non fa niente xD
Alla prossima, devo rimettermi in pari con tutto >.<
E' stato davvero un  piacere condividere con voi questa  mia piccola avventura :')
Gio

  
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