Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: CaroltheRider    14/03/2016    0 recensioni
"Quando tutti furono scomparsi, Naraku apparve allo scoperto e soddisfatto esclamò: -Adesso che le loro memorie sono state cancellate, e sono divisi; non saranno più un problema-."
Cosa succederà ad Inuyasha, Kagome, Miroku e Sango, ora che Naraku è tornato con una nuova minaccia? Riuscirà davvero a farla franca? Riuscirà a dividerli? Chissà...
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kagome POV:
Camminare da sola tra alberi mai visti, è davvero brutto. Di solito ci sono sempre i miei amici con me; se succede qualcosa, Miroku, Sango e soprattutto Inuyasha sono sempre pronti a proteggermi. Adesso, invece, sono totalmente sola e ho paura; tanta paura, che quasi tremo. Ma non posso arrendermi. Non sono mai stata una tipa che si arrende facilmente, e di certo, non lo farò nemmeno adesso. Troverò Inuyasha e gli altri. Così, continuo a vagare da sola. Intorno a me ci sono tanti alberi, non molto diversi da quelli intorno al villaggio di Kaede, e nemmeno di tutti gli altri che incontriamo sempre viaggiando. Però, capisco che sono alberi mai visti; non sono mai stata qui. Ne sono certa. Mi sento una vagabonda, e forse lo sono davvero. Voglio trovare i miei amici prima che sia notte. Devo trovarli, per forza.
Continuo a camminare.
Ad un certo punto, mentre avanzo, passo dopo passo; raggiungo un campo; è pieno di bellissimi fiori variopinti, ma non sono quelli che colpiscono la mia attenzione. Poco più lontano noto un qualcosa di familiare. Sembra un oggetto. Avanzo cauta; devo raggiungerlo. Arrivo proprio a toccarlo con i piedi e lo osservo. I miei occhi lentamente si sgranano diventando più ampi; ho un’espressione preoccupata in viso. Mi abbasso e afferrò l’oggetto tra le mie mani tremanti. Inuyasha... penso subito. L’oggetto che si trova tra le mie mani, è proprio la sua spada, la sua Tessaiga. Il fatto che io l’abbia trovata può essere sia positivo che non. Se Tessaiga è qui, vuol dire che anche Inuyasha è stato qui; ma lui non si sarebbe mai disfatto della sua spada. Che abbia combattuto contro qualche demone perdendola? Inizio ad avere tanta paura; ed un brivido improvviso mi percorre lungo tutto il corpo. Devo trovare Inuyasha; devo riconsegnargli Tessaiga! Lui non riesce a combattere a lungo senza la sua spada, rimanendo lucido. Ho paura. Ho davvero un brutto presentimento. Così comincio a correre; sempre più veloce.
Ti troverò Inuyasha! Aspettami!
Ad un certo punto, mentre corro rischiando di schiantarmi ovunque, mi arresto di colpo. Vedo un villaggio proprio davanti a me. Sarà li Inuyasha? Comincio ad attraversare delle case. La gente è terrorizzata; alcuni urlano, altri scappano: -Un demone! Un demone, stati attenti!- Quella è la mia conferma. Inuyasha è qui. Avrà di sicuro inseguito il demone e starà cercando di sconfiggerlo. Devo ridargli la spada. Avanzo tra la gente impaurita; noto per terra alcune galline morte, pezzi di legno sparsi un po’ ovunque. Tutti sembrano impazziti; e più avanzo, meno persone ci sono. Improvvisamente, sento uno strano ringhio: -E’ Inuyasha!- Esclamo raggiungendo il suono. Quando arrivo,però, un’immagine orribile mi si para davanti. Resto per un attimo paralizzata.
Inuyasha non stava combattendo nessuno demone. E’ lui a terrorizzare tutti; è lui il mostro dal quale la gente sta scappando. I suoi occhi sono rossi, iniettati di sangue; dello stesso identico colore delle sue vesti. La sua espressione è cattiva, digrigna i denti rabbionso. Tra le sue mani, una donna implora di essere risparmiata. Non posso permettergli di farlo. Deve fermarsi, subito. –Inuyasha!- Urlo. Non si volta nemmeno; non mi considera. Non ho altra scelta. Mi avvicino un pò a lui decisa: -A cuccia! A cuccia! A cuccia!- Funziona. Molla la presa sulla donna che subito scappa via; lui si ritrova a sbattere per terra, tre volte di seguito. Quando il suo corpo si ferma, mi avvicino ancora di più: -Inuyasha, che succede?- Mi abbasso e gli accarezzo la schiena; lui subito si allontana da me veloce; poi mi guarda. I suoi occhi sembrano meno aggressivi adesso; ma non sono gli occhi che conosco. Non smette di fissarmi, quasi fosse impaurito: -Chi sei?- chiede rabbioso. Non mi riconosce? Come può essere? Peché? –Inuyasha... Non ti ricordi di me? Ti ho riportato Tessaiga. Perché l’avevi lasciata in giro? Che ti succede?- Cerco di avvicinarmi cauta,come se fosse un animale selvaggio da addomesticare. Lui mi guarda ancora. Gli tendo Tessaiga, azzerando quasi le distanze tra di noi; ma improvvisamente mi volta le spalle e comincia a fuggire via. Non posso di certo tenere il suo passo, ma devo provare. Lo devo raggiungere. Così, comincio a correre nuovamente, cercando di andare più veloce possibile.

Sango POV:
Più corro, e più mi sento stanca; ma la stanchezza che provo non è paragonabile al forte dolore che sento. La mia è un’angoscia inspiegabile. Sarei felice di comprenderne la natura, ma non ricordo nulla, come potrei? So che un forte trauma può cancellare un ricordo. Forse ho vissuto un’esperienza devastante e la mia mente ha preferito dimenticare. Allora, la mia angoscia sarebbe giustificata. Non capisco nulla, davvero. Perché quella gatta gigante mi insegue ancora? Improvvisamente me la trovo davanti; fa davvero paura. Mi osserva con i suoi occhi da felino enormi, e si avvicina. Allora, impugno la spada e gliela punto contro: -Stammi lontana!- Lei avanza ancora, imperterrita. Non posso fare nulla contro di lei. Non ne ho le capacità. Non ho idea di come fare. Però, in effetti, se questa spada era con me, significa che so qualcosa di combattimento. Dovrei riuscirci. Così, quando la vedo ancora più vicina, provo a colpirla; lei non si scansa, non mi attacca, cerca semplicemente di avvicinarsi a me. Quel suo strano comportamento mi blocca. Rimango immobile a fissarla. E’ davvero bella, nonostante le dimensioni. Ha dei colori così dolci: panna con strisce nere. Sembra un cucciolo smarrito, quando dolcemente comincia a strusciare la sua testa su di me; ma è troppo grande e forte. Perdo l’equilibro cadendo a terra. Non vuole farmi del male. Vuole solo stare con me. Allora, mi sorge un dubbio. Che la conoscessi già? Forse è come un animale domestico. Magari era la mia gatta. Che razza di vita conducevo? Vorrei capirlo. Peccato che non ricordo assolutamente nulla. Sono ancora a terra, quando la gatta ritorna nuovamente piccola. Mi si arrotola sulle gambe e comincia a fare le fuse. Improvviamente mi viene spontaneo osservarmi meglio. Non riesco a capire perché io sia vestita così. Ho una strana cosa nera aderente addosso, con delle rifinuture in rosa. Ho i capelli legati a coda di cavallo. Sembra quasi lo stile di un samurai o qualcosa di simile. –Immagino che tu sai tutto. Se solo potessi parlare...-. Come se mi capisse, la micia comincia a strusciarsi con più insistenza. La mia angoscia non è sparita, ma la presenza di questa gattina è rassicurante.
Ad un certo punto, però, sento un forte brivido ed un gran mal di testa. Mi sento nuovamente, terribilmente, triste. Allora mi alzo tenendo la gattina tra le braccia; prendo l’oggetto grande, in legno, che lei aveva portato con se inseguendomi, e ricomincio a correre. Vado veloce, non so nemmeno io il perché, ma non mollo la presa sulla micia e corro.
Improvvisamente, la mia corsa si arresta. Mi scontro brutalmente contro qualcuno. Sento un urlo, poi qualcuno che esulta e comincia a chiamare il mio nome. Quando riesco a fare mente locale della situazione, mi rendo conto che sia la gatta, che il legno enorme, mi sono volati di mano e che in questo preciso istante mi ritrovo totalmente addosso a qualcuno; è un uomo. Mi fissa, senza dire una parola, con occhi a cuoricino. E’ davvero bello, devo dire. I suoi occhi sono blu, molto più intesi del colore stesso del cielo e i suoi capelli castani. Per alcuni istanti rimango anche io a fissarlo. Non so perché, ma mentre lo guardo, sento il mio cuore battere forte. A distoglierci da questa situazione è proprio la voce di uno strano bambino con tanto di coda e orecchie che comincia festoso a dire il mio nome: -Sango! Che bello vederti, come stai?- Sango, dovrei essere io; ma non li riconosco. –Ehm.. scusate, chi siete?-; Chiedo confusa. Il bambino sembra deluso. –Non ti ricordi di noi? Anche tu hai problemi di memoria? Almeno ricordi Inuyasha e Kagome?- scuoto la testa; non so chi siano. Il bambino, che di sicuro non è umano, è proprio triste davanti alla mia risposta, e come se speranzoso cercasse una consolazione, lo vedo rivolgersi alla gattina che sembra felice di vederlo: -Kirara, tu ti ricordi?- la micia gli si struscia addosso alzando la sua strana coda biforcuta. –Almeno tu- sospira il bambino. Allora è così che si chiama la gattina... Kirara. Non mi sembra un nome nuovo. Sono totalmente assorta nei miei pensieri, che quasi mi dimentico di essere ancora addosso ad un uomo, che nel frattempo non ha fatto altro che fissarmi. –Dovrei fare più spesso incontri così celestiali-. Nel preciso istante in cui sento la sua voce, mi rendo davvero conto di averlo sotto di me; le sue mani mi stanno cingendo i fianchi. Che imbarazzo. Presa da un impeto di follia mi alzo di scatto arrossendo come un pomodoro. Anche lui si solleva da terra. Il mio imbarazzo accresce, quando noto il suo abbigliamento e comprendo che probabilmente si tratta di un monaco: -Mi dispiace; non volevo. Stavo correndo e...- Mi afferrà all’improvviso le mani, fissandomi con sguardo innamorato: -Dolce, fanciulla. Vorresti diventare la madre dei miei figli?-. Non riesco a reagire, perché davvero, quel tipo ha uno strano effetto su di me. Perché mi fa questa domanda? Non capisco. Decido di scansarmi malamente da lui pronta a rimproverarlo: -Siete un Monaco! Non dovreste avere certi pensieri!- Intanto, ci raggiunge nuovamente il bambino, con la gattina a seguito: -Sango, lui è Miroku. Come puoi averlo dimenticato?-. Il monaco sentendo il bambino, lo osserva confuso, poi parla: -Allora, è lei, l’amica di cui mi parlavi? Davvero? Avevi ragione a dire che è bella. Shippo, peccato che io non la conosca. Ma avremo modo, sicuramente-. Mi manda un’occhiata maliziosa che non tardo a rifiutare voltandomi altrove. Devo capirci di più in questa storia, così mi siedo portandomi le mani alla testa, che mi fa ancora molto male. Il bambino, allora, mi si siede accanto, pronto a darmi delle spiegazioni: -Noi siamo tuoi amici, Sango. Non capisco perché qui nessuno ricorda nulla. Ma almeno Miroku ha dimenticato solo di te, anche se sei l’unica che non doveva dimenticare. Uffa! Perché devo pensare sempre io a tutto?- E’ così dolce questo piccolo essere; -Sei un tanuki?- chiedo confusa. Lui mi guarda molto male, prima di partire con un rimprovero: -No! Sango! Come puoi non ricordarti di me? Sono Shippo. E sono un demone volpe. Non un tanuki. Non somiglio minimamenti a quegli esseri-. Mi scuso subito col bambino, ma davvero non mi ricordo di nessuno di loro. Improvvisamente, il Monaco, prende la parola: -C’é qualcosa di strano in questa storia. Lui dice che siamo stati attaccati da un demone che ci ha cancellato in qualche modo i ricordi. Se così fosse, sarebbe normale che tu non ti ricordi nulla; ma allora perché io ricordo tutto, tranne che di te? -. Io guardo quei due confusa; non so davvero che cosa dire. –Forse per capire meglio, dobbiamo trovare Inuyasha e Kagome- interviene il piccolo demone volpe. Il Monaco annuisce, poi nuovamente si rivolge a me sorridendo: -Tu, mia dolce Sango; ci seguirai vero?-
-Non ho altri luoghi dove andare. Ma gradirei che voi, Signor Monaco, evitaste di parlarmi in questo modo. Siete un uomo di Buddha, no?- lo vedro grattarsi confusamente la testa. –Sango, puoi chiamarlo semplicemente Miroku. Voi siete amici e non solo!- Arrossisco all’affermazione del bambino, ma dato che non ricordo completamente nulla, lascio perdere. –Comunque vi seguo-. Kirara, sembra felice della mia scelta. La vedo diventare nuovamente grande e avvicinarsi a me; non capisco cosa voglia. –Vuole che sali su di lei- mi dice infine Shippo. Forse ha ragione. Recupero l’arma di legno e salgo sulla gatta; Shippo decide di salire anche lui su Kirara e subito partiamo, seguiti dal Monaco Miroku che va piedi. –Forse dovresti far salire Miroku. Di solito, lui viene sempre con te, su Kirara-. Non riesco a immaginare una cosa del genere. Secondo il bambino, tra me e quel monaco dovrebbe esserci qualcosa più dell’amicizia. Arrossisco nuovamente all’idea, ma non voglio proprio farlo salire. Meglio tenere le distanze. Infatti, non rispondo al bambino; semplicemente gli pongo una domanda, cambiando discorso: -Shippo, tu sai a cosa serve questa cosa di legno gigante, che ho con me?-
-Certo, Sango. E’ hiraikotsu; la tua arma preferita, con la quale hai sconfitto tanti demoni.
-Davvero? Io so sconfiggere i demoni?
-Sango, tu sei una sterminatrice di demoni. Davvero non ricordi nulla? Nemmeno di Kohaku?. Sento quel nome e subito una terribile fitta mi colpisce la testa. Che dolore. Instintivamente mi porto le mani tra i capelli.
-Stai bene Sango?- Chiede subito preoccupato Shippo.
-Si-. In realtà non sto bene. Mi sento confusa e ancora angosciata; ma aspetto ancora. Magari incontrando questi Inuyasha e Kagome, cambierà qualcosa. Magari, potrò ricordare. Infondo, ammetto, che già la presenza del Monaco e di questo ragazzino, mi fanno sentire meglio, meno triste.
Kirara vola veloce, verso chissà quale meta. Mi reggo forte, a lei; non ho paura. Sento di potermi fidare, sia di lei, che degli altri. Si, è così. Di certo, c’é qualcosa che mi lega a questi strani tipi e scoprirò di cosa si tratta.

Inuyasha POV:
Corro via. Scappo da quella strana ragazza. E’ riuscita ad atterrarmi con una sola parola. Perché? Come c’é riuscita? Mi chiama Inuyasha. Sarà il mio nome? Quindi mi conosce? Come può essere? Non ci capisco niente, dannazione! Avevo voglia di far fuori tutti e tutto; poi l’ho vista e qualcosa dentro di me è cambiato. Non la conosco; eppure, più ci penso, più mi sento lucido. Non ho più voglia di uccidere, ma devo scappare, allontanarmi da lei. Così corro ancora; non mi fermo.
Improvvisamente, sento un urlo. Non capisco perché, ma non riesco a non fermarmi. Torno indietro. La ragazza di prima, urla spaventata, da un demone che cerca di ucciderla. Potrei lasciare che la uccida; infondo, cosa mi importa di lei? Nulla, praticamente nulla. –Inuyasha! Inuyasha!!!!- le sento gridare. Dice nuovamente quella strana parola. Mi sta chiamando? –Inuyasha aiuto!- Il demone sta per ferirla, quando il mio corpo parte instintivamente e si para davanti a lei, proprio di fronte al demone: -Prenditela con qualcuno che può difenderti, maledetto!- Non appena arrivato, lei ripete nuovamente quel nome, ma sussurrandolo; come se fosse felice di vedermi. – Sta indietro, ragazzina!- le urlo; poi attacco quel demone che è abbastanza grande, ma non mi spaventa. Ormai mi sento totalmente lucido; posso concentrarmi e attaccare. In poco tempo, usando mosse che nemmeno conosco, lo ferisco; ma non riesco ad ucciderlo. All’improvviso sembra quasi che lui stia prendendo il sopravvento su di me. La ragazza, allora, mi lancia la spada che aveva con se, quella che avevo gettato via. –Prendi Inuyasha; usa Tessaiga!- La spada ha un nome? Poco importa. Mi lascio convincere. Sfodero l’arma, ed improvvisamente la sua lama diventa molto più grande. –Ma che diavolo..- dico; ma non c’é tempo, devo attaccare. Comincio a colpire il demone, ma non muore. Ad un certo punto, non so come e non so perché, esclamò deciso: -Cicatrice del vento!- Dalla spada esce fuori una strana luce gialla, che colpisce il demone e tutto ciò che c’é dietro di lui. In un attimo, distruggo un demone e non solo, grazie ad una spada così strana. La guardo confuso, incredulo. Mentre la osservo, vedo la ragazza avvicinarsi con un sorriso a trentadue denti: -Grazie Inuyasha; se non c’eri tu, non so come sarebbe finita-. Quel sorriso tanto dolce, mi colpisce dritto al cuore, ma non ho intenzione di darglielo a vedere: -Tze! Non l’ho mica fatto per te. Volevo solo farlo fuori! E ora sparisci-. Comincio ad allontanarmi decidendo di tenere la spada con me; quando la sento proprio dietro di me. Mi afferra un braccio e lo stringe: -Aspetta Inuyasha. Non lasciarmi. Restiamo insieme-. Sgrano gli occhi sentendo le sue parole; hanno un suono tanto dolce. Ma nel contempo, lei è così strana. Ha dei bellissimi capelli neri, degli occhi castani, ed un carattere dolce e deciso, ma ciò che davvero è insolito, sono i suoi abiti; non sembrano di questo mondo. Eppure, non mi sembrano nuovi. Non so cosa fare, o cosa dire; alla fine semplicemente esclamo: -Io devo andare! Tu fa come vuoi!-
-Vengo con te. Ma davvero non ricordi nulla? Cosa ti è successo?-
-Niente. Cosa deve essere successo?-
-Ricordi di Miroku, Sango e Shippo?- Mai sentiti, anche se il solo pensare a quei nomi, mi provoca una fitta alla testa.
-Non conosco nessuno di questi nomi. Tu, piuttosto? Come ti chiami?- Le cammino davanti, mentre pongo la domanda, ma in un attimo, me la ritrovo di fronte, sempre sorridente: -Io sono Kagome. Sarà accaduto qualcosa. Qualcuno ti avrà cancellato la memoria, ma capiremo tutto. Ok? Anche io non ricordo alcune cose. Ho un vuoto di memoria incredibile; ma non mi sono scordata di te e degli altri-.
-Non so di cosa tu stia parlando! E ora spostati-. Continuo a camminare, pensando a quel nome. Che strano. Eppure pensavo che si chiamasse in un altro modo. Tanto, probabilmente, nemmeno l’ho mai vista in vita mia, questa.
Intanto proseguo senza meta. Non so dove andare, ma vado avanti, inoltrandomi  tra alberi e fiori. Kagome mi segue allegramente, non sta zitta un attimo. E’ parecchio fastidiosa, ma mi piace. Mi fa sentire tranquillo, la sua presenza mi rasserena.

Angolo Autrice: Spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto. Grazie ancora a chi legge. ^__^ Lasciate una recensione, se vi va. :)

 
   
 
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