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Autore: Elissa_    15/03/2016    1 recensioni
Hai un sogno.
Ma non è un sogno come gli altri: non ti ci aggrappi nei giorni bui e non rende gli altri più facili. Cova sotto la cenere, in attesa di essere scoperchiato, come un vaso di Pandora.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A me stessa,
perché ogni tanto mi dimentico di aver imparato a battere le ali.
E a tutti coloro che, in mezzo alla tempesta, hanno paura che il vento li inghiotta:
siete più forti di quanto pensiate.

 

Hai un sogno.
Hai un sogno ma non lo chiami sogno, perché tutti gli altri erano impossibiliirraggiungibilisegreti e sono falliti perché le ali, di cera morbida e fallibile, si sono sciolte prima ancora che spiccassi il volo.
Perciò, non lo chiami sogno:è un’aspirazione. E non è un segreto: è là, in bella vista, sulle mensole della tua camera, tatuato sul tuo scalpo e sulla punta della lingua: è un sogno che è un’aspirazione che è quasi una certezza, per quanto ti riguarda. Ti definisce. È cemento armato nel tuo essere, ha scavato uno spazio tra i tuoi organi, nel tuo cervello, un’idea tanto precisa che modifica il tuo essere, lo trasforma in cera calda e malleabile e ne fa ciò che vuole, e nel mentre rimane là. Immutabile, eterno, come solo i sogni possono esserlo. Al centro di te, il tuo nucleo fondante. Anche quanto pensi di non aver certezze, quel tuo sogno, quella tua aspirazione, rimane là. Quando non credi in nulla se non nell’esistenza della morte, rimane là. Una verità quasi scontata. E c’è ancora tempo per valutare i come e i quando, perciò lavori sulle tue ali e piuma per piuma, strutturi uno scheletro solido quasi senza pensare, distrattamente, mentre ti occupi d’altro, del tuo presente. Ché questo non è un sogno ma un’aspirazione e una guida e il tuo nucleo più solido, l’essenza più vera, materia prima del tuo essere.
 
Hai un sogno.
Ma non è un sogno come gli altri: non ti ci aggrappi nei giorni bui e non rende gli altri più facili. Cova sotto la cenere, in attesa di essere scoperchiato, come un vaso di Pandora.
Finché non arriva il vento. Il vento, impari, è ben più subdolo del sole: scompiglia le tue piume, tenta di strappare l’ossatura in ferro delle tue ali. È un ciclone che ti ingloba al suo centro, e in queste condizioni non pensi potresti mai spiccare il volo. Non sei nemmeno più sicura che queste ali, cominciate a costruire quando ancora le tue spalle non erano ingrossate dagli anni e dalle responsabilità, ti stiano: forse sono ormai troppo piccole, forse non reggeranno il tuo peso, forse… Forse. Forse quel nucleo di cemento era solo un sassolino un po’ più grande della media che è scivolato dal cuore ai piedi, fino a nascondersi dentro una scarpa. Forse.
Forse sei cambiata troppo per crederci davvero.
Forse.

Hai un sogno.
O forse ce lo avevi, perché le mensole sono impolverate e sopra al tatuaggio sullo scalpo sono cresciuti i capelli e non hai abbastanza specchi per notare quello sulla lingua, ma sei sicura siano sbiaditi entrambi. Il ciclone continua a ruotarti attorno e tu continui nella costruzione di quelle ali, ma cerchi una via di fuga sicura. Per terra anziché per aria, una scorciatoia. Avevi un sogno e un nucleo di cemento nel petto che ti ha plasmata, ma forse era tutta un’illusione.
Nel frattempo il momento di volare si avvicina e tu prosegui indefessa nella costruzione di quelle ali che non sei sicura userai mai, forse per inerzia, forse perché senti un vuoto nel petto e nel cervello e vuoi sapere come sarebbe stato, volare tra le nuvole, e forse ancora vuoi sapere se le ali ti reggeranno nonostante tutto.
Forse.
 
Avevi un sogno e l’hai messo in dubbio.
E hai messo in dubbio anche te stessa, tutto ciò che sei, tutto ciò che hai costruito e ti appartiene. Le ali in una mano, consulti una mappa con l’altra, tracci già il percorso alternativo per quando, inevitabilmente, ti sfracellerai al suolo. Forse un po’ vuoi fallire, perché sarebbe infinitamente più semplice, seguire il terreno già tracciato da altri, rimanere coi piedi per terra e vivere nella massa grigia, nella mediocrità che tutto nasconde. Eppure provi lo stesso, un po’ per incoscienza e un po’ perché lo devi a quel vuoto dentro di te che ti dice che qualcosa c’era, c’era per davvero, e sarebbe disonorare quella parte di te che sembra morta, la tua innocenza. Devi provarci. L’uragano ti gira intorno e tu
Spicchi
Il
Volo.
Vai in picchiata e ti prepari a planare con la maggior grazia possibile, già pronta a lasciare le ali ai bordi della strada, un rottame, un sogno abortito di qualcuno troppo pazzo per camminare, quando le ali si muovono. Battono e schiaffeggiano l’aria, e un po’ anche te, ricordandoti che forse, forse non avevi capito poi molto, di te stessa e del mondo. E voli sopra l’uragano, osservi il mondo fatto di formiche, l’immensa distesa di umanità, e ridi e piangi e preghi che il sole non ti sciolga le ali -nonostante tu ti sia premurata perché non accadesse, non sarai mai del tutto sicura- o peggio, sciolga te, la tua anima di cera.
Finché, proprio per aria, non scopri l’impossibile: quel nucleo di cemento, sicuro e solido e vero, quel grumo di amorepassioneforza, ti ricopre dalla testa ai piedi, ti fa scudo contro il sole cocente e il vento sferzante.
E ti libri per aria, contro ogni legge della fisica, contro ogni giudizio sensato -principalmente il tuo, ché credi nei sogni e non in te stessa.
 
Avevi un sogno. Ora, hai un viaggio da completare.


Note: Questo è, probabilmente -e chi mi conosce l'avrà già intuito- il lavoro più autobiografico che io abbia mai portato a compimento. Non so precisamente cosa mi spinga a pubblicarlo, a parte una sorta di auto-incoraggiamento per finire la sessione. But still, eccomi qui, e mi rimetto al vostro giudizio. Non è il mio solito stile, perciò sono ancor più aperta a commenti di qualsiasi tipo: positivi, negativi, cheschifomammamiadattiall'ippica, qualsiasi cosa.
E spero che, in qualche modo, questa storia vi abbia lasciato qualcosa, che sia un sorriso o una riflessione o, perché no, un incoraggiamento.
E niente, questo è tutto.
As usual, mi trovate su Facebook, Ask e Tumblr. Sentitevi liber* di contattarmi dove preferite, nel caso vogliate farlo ^-^
(Nella foga di pubblicare stavo dimenticando di ringraziare Tiziana, la mia bellissima bro, che ha letto questa storia per prima e senza il cui parere non avrei mai nemmeno pensato di pubblicare. Grazie, Tì, sei un'amica preziosa.)
  
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