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Autore: Fenrir_23    15/03/2016    3 recensioni
Matthew Ketchum, il figlio di Ash e Misty, si rimette in viaggio per una nuova avventura a Johto. Lo attendono nuove e vecchie conoscenze, altri Pokémon, emozionanti sfide e un Team misterioso.
"È stato Suicune, il Vento del Nord, a salvarmi."
"Cosa? Mi stai dicendo che i Pokémon leggendari, Lugia e Ho-oh, sono spariti?"
Il ragazzino dagli occhi di ghiaccio si passò una mano fra i capelli corvini che gli ricadevano sulla fronte.
"Non ci vediamo da parecchio tempo, Matthew."
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Delia Ketchum, N, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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                    LA MEDAGLIA GELO

                   


Piccola nota: scusatemi se il formato del testo sottostante appare sballato, non capisco che problema ci sia, forse ho fatto un errore di base con il programma di scrittura che ho utilizzato che è diverso da solito, mi scuso, non riesco a sistemarlo.


 

Matthew si strofinò gli occhi più volte quando intravide quelli che dovevano essere i contorni di un centro abitatocolorate abitazioni adornate da piacevoli fiori e giardini verdi; alberi tinti dei colori caldi e opachi di fine estate, 
clima fresco e piacevole.

“Moghany Town” Lesse Thomas, guardando il cartello che avevano davanti a loro, a pochi metri di distanza.

Entrambi si mossero con passo malfermo verso l’ingresso della città.

Mat si scrollò di dosso del fango ormai secco, forse nel tentativo di sistemarsi un poco e avere un aspetto meno
indecente e provato.

L’ultima settimana, lui e Thomas, l’avevano passata a camminare, prima sbagliando sentiero, poi imbattendosi in una tormenta ad alta quota che li aveva costretti a rimanere bloccati per qualche giorno in un rifugio fra la neve.

Dopo quell’inconveniente la ridiscesa era stata facile, ma comunque avevano camminato parecchio.

“ Alla fine non abbiamo dovuto chiedere un passaggio a Cenere per arrivare in tempo.”Commentò flebilmente 
Mat, mentre lui e Thomas facevano il loro ingresso al centro Pokémon locale.

Un’infermiera Joy li accolse col classico “benvenuto” gentile e disponibile.

Le lasciarono i Pokémon per un po’ di riposo e il consueto check- in medico, poi prenotarono una stanza.

 

Mat si lasciò cadere sul suo letto appena entrato, buttando disordinatamente lo zaino in un punto imprecisato  della camera. Guardò con la coda dell’occhio Thomas che, invece, seduto sul suo giaciglio a pochi passi di 
distanza, stava sistemando le sue cose con precisione, e si chiede dove trovasse le energie per essere ordinato.

Estrasse pigramente il Pokédex da una delle tasche della sua giacchetta, ricordandosi di dover fare una chiamata.

“Ciao Matthew!”

Il viso di Maky comparve dietro al piccolo monitor del Pokédex. Mat sorrise stancamente.

Per un attimo si chiese come mai la sua amica non gli stesse chiedendo il motivo dela sua aria palesemente distrutta, poi si ricordò che era stata proprio lei ad assegnarli la scorta che probabilmente, proprio in quel momento, a sua insaputa, lo stava tenendo d’occhio per investigare sulla misteriosa organizzazione che aveva 
rubato l’uovo. E per tenerlo al sicuro. Sì sentì tremandamente stupido per quella telefonata.

“Ti avevo chiamato per avvisarti del mio arrivo a Moghany Town, ma probabilmente lo sai già ...”

“Per un attimo ho temuto che non avresti fatto in tempo.” Scherzò lei, poi si accorse dello sguardo basso di Mat.

“Matthew, so che questa situazione per te non è piacevole.” Disse, seriamente.” Mi spiace ...”

Lui rispose con un’alzata di spalle, tornando a sorridere. “ è colpa della mia capacità di mettermi nei guai ...”

“Ora ti lascio.” Le disse, dopo qualche secondo di silenzio.” Sono stanco morto.”

“Ve bene ... Ci vediamo domani al Festival allora, Mat. Ciao.”

“Puoi contarci!” Esclamò lui, prima di salutarla a sua volta. Poi chiuse il Pokédex e lo lasciò scivolare accanto a 
sè. 
Si addormentò senza neanche accorgersene.

 

 

 

Mat riaprì gli occhi che era ormai tardo pomeriggio.

“Dormito parecchio, eh?” Mormorò Thomas, intento a lucidare e pulire il suo uovo di PoKèmon, con uno 
strofinaccio. 

Il ragazzino biascicò qualcosa con la voce ancora impastata dal sonno, poi si mise a sedere sul letto. “Che ore sono?” 
Thomas si spostò i capelli lunghi dal viso e guardò velocemente il suo orologio da polso.            “Quasi le sedici.” 
Matthew si alzò rapidamente. Doveva sistemarsi, mangiare qualcosa visto lo stomaco brontolante, prepararsi per ...“Dove hai intenzione di andare?”  “Ovvio, no?” Mat si passò una mano fra i capelli arancioni disordinati. “La mia prima medaglia delle regione mi attende.”

 

 

 

 

 

 

La palestra di Moghany Town era un piccolo, gelido edificio adornato dal ghiaccio. Due statue di Dewgong accolsero Mat e Thomas quando fecero il loro ingresso, retaggio dell’anzianissimo ex capopalestra, ritiratosi da qualche anno. 
“Chi è?” Domandò una voce potente, proveniente dalla sagoma di un uomo nascosto nel buio. 
Matthew si strinse nel cappotto che aveva dovuto infilarsi per resistere alla temperatura di quel posto. 
“Sono Matthew Ketchum, e vengo da Pallet Town per sfidarti!” Si presentò il ragazzino. “Mh.” La voce risuonò nel buio, ora accompagnata da lenti e cadenzati passi. “Il figlio del Campione di Kanto, 
eh?” 

Il capopalestra si palesò al centro del ring, illuminato dalla luce che entrava debolmente dalle finestre ad arco. Mat lo guardò dal basso. Era un ragazzone alto, notevolmente alto, e forte, dai capelli lunghi racconti in una treccia, di un biondo quasi simile al bianco, e gli occhi chiarissimi. Indossava sopra ai vestiti un mantello azzurro, che gli lasciava comunque scoperte le spalle. Matthew si chiese come fosse possibile che non avesse freddo. Lui era ben coperto, eppure stava tremando. 
Anche Thomas sembrava prossimo al congelamento.
“Bene, ora che che ti sei presentato direi di non perderci in inutili convenevoli.”Tagliò corto il ragazzo. “Io, 
Claud, capopalestra di questa piccola città ai piedi delle montagne, accetto la tua sfida.”
Mat annuì appena, si scambio un gesto d’incoraggiamento con Thomas e si fece avanti, ben piazzato sulla 
postazione.
“In questa palestra non ho arbitri ... “Lo informò Cloud.”Mi affido all’evidenza dei fatti, per constatare le sorti di una sfida.”
Mat annuì ancora.
“Bene.” Cloud scostò il mantello che gli copriva la cintura, prendendo la sua prima Pokéball.“Sarà una sfida con tre Pokémon.” Spiegò, pratico.”La buona cortesia vuole che sia il capopalestra ad aprire i giochi ...” E nel dirlo
lanciò in aria la sfera Poké.
Un Piloswine comparve davanti agli occhi di Mat, la punta delle sue corte ma robute zanne, in gran parte nascoste dalla folta pelliccia, luccicò nell’oscurità.
“Skarmory, tocca a te!” 
“...via!” Al grido di Cloud, Piloswine passò all’azione, scatenando una bufera di vento gelido. 
Sotto consiglio di Mat, Skarmory si scagliò in avanti, dopo essersi dato slancio prendendo quota. “Piloswine, geloraggio!” 
“Schivalo e attacca: alacciaio!” Il rapace d’acciaio scartò rapidamente di lato, bravo a direzionarsi in volo nonostante la bufera di neve che si erascatenata in quella palestra, poi si portò alle spalle dell’avversario, e colpì ad ali spalancate.
“Fermalo!” Lo scontro con le zanne robuste generò un suono secco, quasi fastidioso, mentre i due contendenti schizzavano ai lati opposti del ring per l’impatto.
Matthew osservò il suo Pokémon. Il ghiaccio che andava inevitabilmente formandosi sulle ali di Skarmory, stava già iniziando ad appensantirlo. Se voleva avere possibilità di vittoria doveva concludere quel match in pochi, 
rapidi e precisi colpi, oppure sperare che la tormenta cessasse. Forse era meglio tentare la seconda strada.

“Skarmory, attacco turbine a tutta potenza!” Il vortice di aria generato dalle ali del rapace d’acciaio andò a contrapportsi al vento gelido di Piloswine, 
fondendosi in un vero e proprio uragano, che risucchiò entrambi i Pokémon.
Mat dovette agrapparsi con tutta la forza che aveva ad uno dei pilastri della palestra per evitare di essere spazzato via. Neve, ghiaccio e polvere si alzarono tutte insieme, in un’indistinta massa in movimento: poi, 
per pochi secondi, cadde una fitta pioggia.

Mat si rimise sulla sua postazione frastornato, cercando con gli occhi Skarmory sul campo di battaglia. 
Il suo Pokémo e Piloswine si stavano rialzando a fatica.

Avrebbe potuto ordinargli di attaccare, ma capì che doveva essere lui ad aspettare un cenno di assenso da 
Skarmory, per non forzarlo ad andare oltre quelle che erano le sue energie. E il cenno non tardò ad arrivare, conun movimento rapido della testa.

“Finiscilo Skarmory, perforbecco!”
All’ultimo Piloswine si rimise in piedi.
“Riduttore, forza!” Lo incoraggiò il capopalestra. Skarmory era troppo vicino all’avversario per provare a schivarlo, l’impatto fu inevitabile. I due Pokémon 
vennero sbalzati di qualche metro e finirono di nuovo atterra. Alcuni secondi trascorsero nel silenzio completo e 
totale.

Poi Skarmory si rialzò lentamente, stanco ma ancora in grado di combattere.
Claud richiamò il suo Pokémon nella sfera. “Complimenti, niente male il tuo Skarmory.” Commentò il capopalestra, mentre si preparava a schierare il suo 
secondo Pokémon.

“Ma ora vedremo cosa sai fare veramente.”
Un altro Piloswine si materializzò sul ring di combattimento, apparentemente identico all’altro.
“Forza Skarmory, lanciati in volo per un alacciaio!”
Il Pokémon obbedì con un suono metallico. Matthew fece solo appena in tempo a scorgere il suo avversario che si preparava ad attaccare: un raggio ghiacciato venne scagliato a tutta forza verso Skarmory, a una velocità 
considerevole.
Ecco qual’era la differenza con il Piloswine di prima: quello era dannatamente veloce, per un Pokémon della sua specie.
Matthew non potè far altro che restare a guardare il suo Pokémon mentre veniva avvolto dal ghiaccio.
Era troppo ....
“Basta!” Urlò, facendo cenno al capopalestra di fermarsi. “Ritiro il mio Pokémon, dichiaro questo match finito, passo a quello successivo.” “Sei saggio per un ragazzino della tua età.”Commentò Claud, senza perdersi nell’aggiungere altro. “E sia, ritiralo”
Skarmory venne risucchiato dal laser rosso. Grazie al calore della sfera, il ghiaccio si sarebbe sciolto.
Mat ora non era più in vantaggio. “Se è la velocità che ci vuole, gliela daremo.” Pensò, mentre lanciava in aria la sua Pokéball.
Il capopalestra accennò un sorriso, quando vide Sneasel.
“Gran bel Pokémon ...” Commentò, per poi tornare a concentrarsi sulla sfida che stava per iniziare.
“Cominciamo!”
“Attacco levitoroccia, Piloswine!” Grossi sassi e pezzi di terra si sollevarono dal terreno, fluttuando a mezz’aria per poi essere scagliati a tutta 
velocità verso Sneasel.

“Attacco agilità!” Il Pokémon di Mat prese a saltare fra quei detriti con una destrezza pazzesca, schivandoli senza problemi e 
portandosi sempre più vicino all’avversario ad ogni balzo.
Sneasel si lanciò verso l’avversario con decisione, poi all’ultimo scartò di lato, colpendolo su un fianco.
L’attacco finta aveva avuto il suo effetto.

“Non dargli tregua, lacerazione, Sneasel!” Piloswine si rimise prontamente appena in tempo per fermare l’attacco di Sneasel con le sue corna. Attaccò con un geloraggio, che però l’avversario riuscì a schivare grazie alla sua agilità.
I due Pokémon rimasero fermi a fissarsi per qualche istante.
“Piloswine, terremoto!” Il ring di combattimento venne scosso da potenti tremiti, crepandosi in più punti. Sneasel saltò di roccia in roccia per sfuggirgli, ma mentre era impegnato a saltare l’altro Pokémon gli si scagliò addosso, colpendolo con 
un attacco riduttore.

Sneasel ruzzolò malamente a terra, rimettendosi poi in piedi dolorante. 
Mat si rese conto che il suo Pokémon cominciava ad essere stanco, e non poteva continuare a chiedergli di 
schivare attacchi. Dovevano passare ad una vera offensiva.

“Vai, lacerazione!” Urlò il ragazzino.
Il Pokèmon ghiaccio buio fu veloce: con un balzo si lanciò verso l’avversario, centrandolo in pieno con i lunghi 
artigli.

“Ora, attacco finta!” Sneasel si portò al fianco dell’avversario rapidamente, fingendo un attacco diretto, poi scartò per andare alle sue spalle e lo colpì nuovamente al fianco.
Piloswine però ripartì subito alla carica.
“Geloraggio!” la voce del capopalestra rimbombò in tutto il ring di combattimento.
“Fermalo con un ombrartigli, Sneasel!”
Il raggio ghiacciato si scontrò con gli artigli d’ombra del Pokémon di Mat. Sneasel dovette usare entrambe le 
zampe per deviare l’attacco dell’avversario.

“Veloce Sneasel, ora di nuovo lacerazione!”
“Riduttore, Piloswine!”I due Pokémon si scontrarono nel bel mezzo del ring, provocando un suono attutito. 
Entrambi vennero sbalzati ai lati opposti, finendo a terra.

Mat rimase con il fiato in sospeso per diverso tempo, fin quando il capopalestra stabilì che entrambi i Pokémon erano esausti. Matthew sospirò. Richiamò il suo Pokémon, ringraziandolo, poi alzò lo 
sguardo, incrociando gli occhi del capopalestra.
“Siamo rimasti entrambi con un solo Pokémon.” Disse Cloud, con voce profonda. “ ... Ti faccio i complimenti 
per come hai combattuto fin’ora.”

Mat annuì, in un accennato gesto di ringraziamento.
“ ... Ma quest’ultimo match sarà completamente diverso da quelli precedenti.”
Matthew fissò la mano di Cloud che spuntava dal mantello, tenendo ben salda una Pokèball. Anche lui si 
preparò a schierare il suo Pokémon successivo.

“Mamoswine, tocca a te!”

Il Pokémon di Cloud era davvero enorme e forte. Il corpo era solido e compatto, ricoperto da una forte pellicciae due lunghe zanne, tutt’altra cosa rispetto ai monconi di Piloswine, facevano bella mostra di sè.
Matthew guardò la sua Pokéball e sorrise. La sfida si preannunciava molto emozionante.
Cenere entrò in campo, accompagnata dall’odore del fuoco caldo, che sciolse subito il ghiaccio nelle vicinanze.
“ll tuo Charizard è veramente un bel Pokémon ...”Mormorò Cloud, enigmatico. “Ma non ti basterà per vincere.”“Vai Cenere, Turbofuoco!” Ordinò subito Matthew. L’aria si riscaldò immediatamente, mentre fiamme di un 
rosso acceso avanzavano inesorabilmente verso l’avversario.

“Mamoswine, levitoroccia!” Pietre affilate e detriti si alzarono rapidamente dal ring di combattimento, per essere scagliate verso l’avversario a tutta forza. Oltrepassarono il fuoco, arrestandone l’avanzata, fino a colpire il Pokémon di Matthew.
Charizard ruggì per la sorpresa e finì a terra.
Nel frattempo, il ring tremava sotto il peso di Mamoswine, lanciatosi in piena corsa verso l’avversaria.
“Attenta Cenere!” Cenere riuscì ad alzare la testa appena in tempo per vedere Mamoswine che si dava lo slancio finale della sua carica, saltando in alto per arrivarle addosso. Mentre un fiammatta calda le usciva dalla gola colpendo in pieno l’avversario, Cenere sentì la punta di una delle zanne di Mamowsine che impattava sulle delicate articolazioni 
dell’ala sinistra. Ruggì di dolore, poi l’altro Pokémon fu spazzato via dall’attacco di fuoco. 

Charizard ne sentì il peso atterrare a terra qualche secondo dopo.
I due allenatori di Pokémon, sfidante e capopalestra, trattennero il fiato per diversi istanti. Poi, un movimento 
impercettibile di etrambi i Pokémon.
Mamoswine fu il primo a rialzarsi, seguito da Cenere. Matthew notò subito che la sua amica di sempre teneva malamente un’ala. E notò anche che entrambi Pokémon erano allo stremo delle forze, quella breve ma intensa 
azione precedente li aveva sfiniti.

Ovviamente anche Cloud l’aveva capito.
“Gigaimpatto, Mamoswine.”
Matthew si scambiò uno sguardo d’intesa con il suo Pokémon.
Cenere rimase immobile al suo posto, a fissare Mamoswine che, dal fondo del ring, avanzava faendo tremare la palestra. Poi, quando Mamoswine fu abbastanza vicino, Mat le ordinò di attaccare.
“Fuocobomba!” All’impatto mamoswine indietreggiò di qualche metro, smuovendo la terra intorno a lui. Poi, lasciando Mat letteralmente a bocca aperta, deviò con le possenti zanne la traettoria del fuoco, riprendendo la sua inesorabile 
avanzata.

Mamoswine era troppo vicino, e Cenere non era abbastanza in forma per schivare il colpo.
“Attenta!” Urlò Matthew, non sapendo più cosa chiederle. Charizard afferrò le corna dell’avversario con le zampe anteriori, in apparenza esili ma forti e muscolose, cercando di arrestarne l’avanzata. Venne trascinata da Mamoswine per diversi metri, ma riuscì a fermarlo 
pochissimi metri prima che lui riuscisse a schiacciarla contro una delle pareti della palestra.

“Grandissima!” Esclamò Matthew. Cenere stava facendo uno sforzo inimmaginabile. Ogni muscolo del suo corpo era teso e impegnato nel tentativo di resistere alla forza dell’avversario ... ma tutto ciò non aveva importanza. Era riuscita a raggiungere l’obiettivo:
intrappolare l’avversario per qualche istante, così vicino a sè da porterlo colpire con la massima precisione.
Questa volta Mamoswine non riuscì ad opporsi alla potenza del fuocobomba di Cenere. Nè venne spazzato via 
immediatamente, travolto da quell’ondata di calore.

Quando il fumo si dissolse, il Pokémon del capopalestra era completamente K.O.
Cenere, stremata ma ancora in piedi, lo osservava con fierezza, il collo piegato ad arco. Mat la guardò con occhi luccicanti.
Ce l’avevano fatta ... ora Matthew aveva la medaglia Gelo. Il primo passo verso la lega di Johto.

   
 
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