Anime & Manga > D'Artagnan
Segui la storia  |       
Autore: Meramadia94    16/03/2016    1 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~Era stato un volo terribile.
Mano a mano che la gravità li faceva precipitare verso l'acqua, Lunette era riuscita a sentire l'aria vibrare attorno a lei, ed un po' per calmarsi, un po' per timore che qualcosa o qualcuno  tornasse a prendersi suo marito per portarglielo via per sempre.
Poi l'esplosione.
Un aiuto alla forza di gravità che li fece precipitare in mare.
L'impatto fu violentissimo.
L'acqua salata le entrò nel naso e da lì si trasferì alla bocca inondandole gola e polmoni con il liquido salato, causandole una sorta di incendio nelle vie respiratorie.
'' Ah!!!''- fece riemergendo in fretta strofinandosi gli occhi con le dita, cercando di alleviare il bruciore -'' Oddio!''
Si affrettò a trascinare il marito nella sua direzione: il giovane conte aveva ancora le mani legate dietro alla schiena e come se non bastasse, oltre a spingere i due coniugi in maniera più rapida verso il pelo dell'acqua, la dinamite aveva fatto sì che si provocasse una frana.
Un masso di considerevoli dimensioni si era staccato e pareva deciso a schiacciarli.
'' Via, presto...Ah!!!''- fece la giovane trascinando il giovane verso di sè.
Appena in tempo.
Se solo avessero tardato un quarto di secondo a spostarsi, sarebbero diventati una poltiglia.
In compenso, la caduta del masso aveva causato uno spostamento dell'acqua che li aveva sospinti entrambi sulla piccola spiaggia in ghiaia.
'' Tesoro!''- fece Lunette ansimando, inginocchiandosi vicino al marito -'' Tesoro mio, come stai?''
Nicolàs fece per aprire bocca e dire qualcosa, ma riuscì solo ad aprirla e chiuderla, boccheggiando come un pesce.
Non gli avevano dato nemmeno una goccia d'acqua per tutta la durata del sequestro, aveva la gola completamente riarsa, infatti si stupiva di essere riuscito a parlare quando aveva visto la moglie vicino a lui. Ed il bagno imprevisto nell'acqua salata non aveva migliorato le cose.
 Adesso sentiva gola e polmoni bruciare come le fiamme infernali.
Riuscì solo a tossire, lanciando spruzzi d'acqua intorno a sè.
'' Shhh...''- fece Lunette intimandogli dolcemente di non parlare posandogli un indice sulle labbra -'' Non parlare, non ti agitare... andrà tutto bene. Sta tranquillo...mi sei mancato tanto...''- nel dir così afferrò quello che le sembrava il sasso più affilato del circondario e tagliò le corde che serravano i polsi del marito.
'' Ma come hanno potuto...''- pensò tra sè e sè vedendo il modo in cui Milady aveva trattato il consorte.
Cercò di tirarlo via dalla riva, portandolo verso il centro, prendendolo da sotto le braccia.
'' AH!!! AH...''- si lamentò il giovane.
Lunette lo adagiò dolcemente e poi ritornò al suo fianco, cercando trattenere le lacrime.
'' Ce l'hai fatta eh..?''- riuscì a dire il conte accarezzando una guancia alla moglie -'' L'ho sempre detto io... a Reneè... il moschettiere più coraggioso è sempre la sua mamma.''
Lunette rise, stringendogli la mano con cui le aveva carezzato la guancia, ed il giovane ingnorando il dolore lancinante alla gamba, alla costola rotta che crepitava ogni qualvolta che provava a respirare ed incurante del colpo appena ricevuto le prese il viso tra le mani, tirando sempre di più la moglie verso di lui, per darle un bacio.
Lunette non fece alcuna resistenza a quel bacio.
Il sapore delle labbra di suo marito... sapevano quasi di miele. Un miele un po' salato in quel momento forse, ma adorava poter assaporare di nuovo quelle labbra, dopo quei pochi giorni in cui non sapeva dov'era, cosa gli stavano facendo, senza sapere con certezza se mai lo avrebbe rivisto, almeno per dirgli addio.
Erano stati solo pochi giorni... tre giorni e quattro notti praticamente... ma quei giorni terribili le erano sembrati dei secoli. Ed il ricordo un giorno, forse sarebbe tornato, ma per ora preferiva non pensarci e pensare piuttosto a godersi il bacio del consorte.
'' Ma guardateli...''- una voce felicemente familiare e piena di scherno li riportò alla realtà. Si allontanarono in fretta l'uno dall'altra, seppur a malincuore, rossi come il sole che tramonta.
'' Noi eravamo preoccupatissimi per questi due, pensavamo che ormai fossero morti...''- continuò a prenderli in giro Athos -'' ed invece eccoli qua.''- la sua voce era volta a prendere in giro, ma era lampante che stava cercando di trattenere delle lacrime di gioia.
'' A me sembra che stiano meglio di noi...''- si aggregò Porthos.
Anche Lunette era felicissima di rivedere i suoi amici, ma ora c'erano altre cose a cui dare la priorità.
'' Scherzi a parte, come state?''- fece D'artagnan correndo verso i due sposi seguito a ruota dai moschettieri e dal cardinalista.
'' Un po' scombussolati...''- fu la risposta di Lunette.
'' E ci credo...''- fece Athos alzando gli occhi per vedere il dirupo da cui Lunette si era lanciata abbracciata al marito, nel tentativo di proteggerlo dall'esplosione -'' guarda che volo... siete fortunati ad essere ancora vivi, ragazzi.''
'' Lo so...''- fece Lunette. Non sapeva davvero come avessero fatto a sopravvivere  dopo una simile caduta. Evidentemente, Qualcuno molto in alto aveva deciso che ancora non era tempo per loro di lasciare il mondo dei vivi.
'' Nicolàs non sta bene... ''- fece la giovane con preccupazione. Mentre lo baciava, si era accorta che la temperatura era di gran lunga superiore alla norma.
'' D'accordo...''- fece Athos inginocchiandosi vicino al conte -'' vediamo cosa ti hanno combinato...''
Aramis nel frattempo aveva abbracciato la sua amica quasi minacciando di stritolarla in quell'abbraccio fraterno, carico di sollievo, paura, disperazione e felicità.
Tratteneva a stento le lacrime.
'' Non sai che paura ho avuto... credevo di averti perso.''
'' Mi dispiace...''- fece Lunette. Poteva solo immaginare come si fosse sentita la moschettiera, nel vederla saltare prima dall'altura su cui era edificata la roccaforte e poi venir quasi travolta dall'esplosione e vederla andare sott'acqua, magari seppellita dai massi.
Anche mentre correva disperatamente verso il marito tentando di salvargli la vita, pensava al dolore che avrebeb causato a tutti loro, e si sentiva un verme per questo... morire proprio sotto gli occhi di Aramis la faceva sentire da schifo, ma purtroppo in quel momento non aveva altra scelta.
Ma Aramis non era arrabbiata con la sua ex doemstica e fedele amica da sempre, anzi.
In quel momento l'ammirava tantissimo per quel gesto pieno di coraggio, anche se folle e suicida.
In fin dei conti... come poteva biasimarla o rimproverarla?
Se lei fosse stata al posto suo... se si fosse trovata in quella situazione... se avesse dovuto scegliere tra il restare viva con delle persone che l'avrebbero amata ma assistere impotente alla morte della persona amata...
Anche lei si sarebbe comportata allo stesso modo.
Anche lei avrebbe preso François, trascinandolo in una caduta che avrebbe salvato loro la vita o che li avrebbe uccisi entrambi.
Anche lei avrebbe preferito morire nello stesso momento della persona amata, per non dover assistere alla morte di questa e per non poter dire di essergli sopravvissuta anche solo per pochi secondi.
'' Lunette...''- la chiamò D'artagnan per abbracciarla con i lucciconi agli occhi -'' Sono contento che tu sia ancora qui...''
'' Ehy...''- scherzò Lunette -'' i moschettieri non muoiono tanto facilmente.''
'' Accidenti, bimba, ci hai fatto morire di paura!!!''- fece Porthos dandole una pacca sulla spalla -'' guai a te se lo rifai!''
'' Promesso...''- fece sbiancondo -'' ma vacci piano con le pacche Porthos, sono tutta una livido, causa caduta in un'acqua dura come il cemento.''- nel dir così si rivolse a Rochefort che la guardava con la faccia di chi stava per scoppiare.
Forse non era stato molto carino '' ammazzargli'' il mantello e prenderlo in prestito in modo così brusco...
'' Mi spiace per il vostro mantello...''
Per la sopresa di tutti però...
'' ODDIO, NON SAI QUANTO SONO CONTENTO CHE TU STIA BENE!!!''- fece Rochefort inziando a piangere senza il minimo contegno, tentando forse di finire il lavoro di Aramis.
'' Anch'io sono contenta di rivederla signor conte...''- fece Lunette tentando di staccarsi -'' ... ma sto soffocando!''
'' Oddio, mi dispiace tanto...''- fece Rochefort sciogliendola dall'abbraccio-'' scusa, l'emozione...''
'' Rochefort...''- fece Athos senza smettere di esaminare le ferite di Nicòlas -'' cercate di non stroncare Lunette, d'accordo? Per ora è più che sufficiente Nicolàs, da assistere.''
Quelle parole inquietarono non poco i presenti, ma Lunette era più preoccupata di tutti, e subito corse al fianco del marito per informarsi delle sue condizioni.
'' Come sta...?''
'' Non bene, purtroppo.''- fece Athos -'' Ha una costola rotta. L'anca è totalmente uscita dalla sede naturale. Credo che abbia preso un colpo di sole... inoltre è pieno di lividi e contusioni, ma non credo sia nulla di grave.
E' di vitale importanza far intervenire subito un medico.''
Il che voleva dire tornare a Parigi.
Finalmente.
Ma prima... c'era una cosa che ancora dovevano fare.
Lunette si voltò e vide che dallo stesso sentiero scavato dall'acqua nella roccia percorso dai moschettieri per venirli a recuperare, Milady li fissava.
Era lontana, ma la giovane donna riusciva chiaramente a vedere l'espressione dell'inglese. Arrabbiata. Delusa. Frustrata.
Non riusciva a crederci... quei due erano ancora vivi.
E non solo erano ancora vivi... ma persino Rochefort, che in passato le aveva fatto passare le pene dell'inferno, che addirittura aveva organizzato dei piani per uccidere sia lei che i moschettieri, aveva tentato di danneggiarla in ogni modo possibile, l'aveva rapita e picchiata quando era solo una ragazzina di quattordici anni...
Ed ora persino lui la abbracciava felice e piangeva di gioia il fatto che fosse ancora viva.
Dio, quanto la odiava... ma che aveva di così speciale quella ragazzina? Perchè l'amavano tutti? Cos'era, una Santa, un' imperatrice, una regina, una principessa?!?
No... era solo una serva. Una stupida ed insigificante serva che giocava a fare un po' il soldato ed un po' la contessa!!!
'' DOVE DIAVOLO PENSA DI ANDARE?!?''- fece Lunette scattando a correre verso Milady, la quale una volta percepito anche solo a distanza che la ''servetta'' aveva lo sguardo di un assassino pronto a mietere vittime negli occhi e soprattutto che pareva avere intenzione di sfogare tale pulsione omicida verso di lei, aveva iniziato a risalire, tentando di scappare.
La giovane contessa prese sia la spada che la pistola di Rochefort prima di gettarsi all'inseguimento.
'' Ah, ma allora è un vizio!''- borbottò il conte -'' e ora dove va quella matta?''
Athos quasi fulminò il conte con lo sguardo, ma poi riprese il controllo ed iniziò a dare direttive al resto del gruppo.
'' Porthos, prendi Rochefort e mettete Pizzarro agli arresti. Io resto con Nicolàs, ci rivedremo tutti sulla barca... Aramis, D'artagnan...''
La bionda lo anticipò.
'' Lo so. Andiamo a cercare Lunette e le impediamo di commettere un errore di cui si pentirà in eterno.''
Si scambiò uno sguardo d'intesa con D'artagnan ed iniziò a correre con il guascone a seguito nella stessa direzione che aveva preso Lunette.
'' Lunette, sta calma... non ne vale la pena. Ti prego.''


'' Stavolta non hai modo di fuggire Milady...''- fece Lunette brandendole contro la spada dopo averla raggiunta. Oh sì... quanto era vero che era figlia di Jean Le Goff e che il suo nome era Lunette, quella sarebeb stata la volta in cui l'ultima volta che avrebbe inquadrato Milady sarebbe stato quando l'avrebbe consegnata alla prigione dello Chatelet.
'' Hai torturato e quasi ucciso un uomo innocente e nel peggiore dei modi possibili... per vendicarti di ME delle TUE sofferenze... come se fossi stata io ad infliggertele. Mi spiace tanto... ma mi rifiuto di lasciarti andare.''
'' Bene... perchè nemmeno io ho intenzione di renderti la vita facile...''- fece Milady avventandosi contro la bruna con un pugnale che teneva nascosto nelle pieghe del vestito -'' Se non posso saperti infelice e disperata per il resto dei tuoi giorni... mi accontenterò di vederti morta!!!''
Lunette schivò il fendente.
Pugnale contro spada.
Davvero poco equo come scontro, ma dato che l'alternativa era farsi ammazzare... aveva schivato il fendete di Milady per poi ingaggiare battaglia contro di lei, fino alla stoccata finale con cui fece scivolare a terra la perfida inglese.
Le puntò contro una pistola.
Pensava a Nicolàs e a tutte le pene che gli aveva fatto passare per punire lei della felicità che l'aveva toccata.
Solo il suo sangue avrebbe calmato l'odio e la rabbia che la stava divorando.
Ma poi?
Che ne sarebeb stato della sua anima?
Sarebbe diventata nera come il carbone...
'' Avanti, che aspetti?!?''- le gridò Milady con tutta la rabbia e l'odio che aveva in corpo -'' Spara!''
Già una volta si erano trovate in una situazione del genere... quando Lunette, Nicolàs, Jean ed i moschettieri avevano salvato il re dalla forca.
Lunette si era ritrovata tra le mani una pistola. Milady per un attimo aveva temuto seriamente che la ragazza, per vendicarsi di essere stata calunniata da lei e quasi uccisa, l'avrebbe freddata in quel piazzale... ma non l'aveva fatto.
Stavolta però era certa: la contessa l'avrebbe uccisa per vendicare le sofferenze di colui che amava e per tutto il dolore che aveva sopportato per mano sua.
'' SPARA!!! VENDICATI!!! AVANTI, CONTESSA!!!''
BANG!!!
Lunette aveva sparato.
Un colpo in aria.
'' Allora non ci siamo intese...''- fece Lunette fissando la perfida inglese con rabbia -'' Io non sono una contessa.
Mi chiamo Lunette Montmercy, nata Le Goff. E sono un moschettiere del re. E tu sei in arresto.''
Milady aveva cercato di farle del male colpendola nel posto in cui più faceva male... e programmava anche di ucciderla.
A lei bastava saperla marcire in galera.
'' Lunette!!!''- gridò Aramis raggiungendola -'' Tutto a posto? Abbiamo sentito un colpo di pistola...''
Lunette si voltò verso l'amica ed il guascone rassicurandoli con un sorriso.
'' Colpo d'avvertimento per segnalare la mia postazione. Tutto a posto.''
'' Stai bene?''- chiese la bionda.
'' Sì... sto bene. Adesso sì... D'artagnan, fammi la cortesia... arresta questa donna.''
'' Con immenso piacere.''- fece il guascone immobilizzando le mani dell'inglese, tirandola su cercando di essere il più gentile e delicato possibile, per poi costringerla a camminare davanti a sè.
Aramis guardò la sua sorellina orgogliosa: non c'era bisogno di qualcuno che le ricordasse che non valeva la pena portarsi il peso del rimorso a vita per qualcuno che non meritava nemmeno un pensiero.
Sapeva fermarsi da sola.
'' Sono fieri di te. Come lo siamo noi.''
'' Come?''- fece Lunette stranita.
'' L'anno scorso mi hai detto che avevi paura di non essere all'altezza di tuo padre, del suo coraggio e delle sue imprese.Ti dissi che era un timore infondato... ed oggi lo hai dimostrato una volta di più: avevi mille motivi per desiderare di uccidere quella donna e nessuno ti avrebbe toccato...''
'' Non potevo...''- fece Lunette -'' Siamo moschettieri. E voi mi avete insegnato a rincorrere la giustizia. Non la vendetta.''
Aramis l'abbracciò.
Dio quanto era cresciuta... era diventata una donna bellissima, forte, coraggiosa ed amabile e nemmeno se n'era accorta.
Ed era anche un abilissimo moschettiere.
Non era un moschettiere ufficiale, ma era pur sempre un moschettiere.
E sempre lo sarebbe stata.
Anche con gli abiti di una nobildonna.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D'Artagnan / Vai alla pagina dell'autore: Meramadia94