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Autore: SSJD    17/03/2016    9 recensioni
« Ἄνδρα μοι ἔννεπε, Μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλά
πλάγχθη, ἐπεί Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσεν »
« Narrami, o Musa, dell'uomo dall'agile mente, che tanto vagò,
dopo che distrusse la sacra città di Troia. »
Da amante delle CO storiche come sono, non poteva mancare il seguito de 'La guerra degli dei', che pubblicai giusto un anno fa...
Con questa però, mi sono voluto 'regalare' una AU persino dell'Odissea. Ebbene sì, ho osato sfidare Omero, dato che la sua trama sarà bella, avventurosa, incredibile quanto volete, ma diciamocelo... la conosciamo tutti e sinceramente... chi non si annoierebbe nel rileggerla ancora? Quindi l'ho modificata. Ebbene sì, a mio piacimento e diletto.
Molti dei fatti raccontati sono effettivamente riportati anche nell'opera originale dell'esimio poeta, soprattutto il viaggio di Ulisse (Vegeta) ma, per rendere la lettura più interessante, ho deciso di modificare giusto un attimino i personaggi e i fatti narrati.
Praticamente ho scritto una AU di una Cross-over... un delirio...
Ma fidatevi, il risultato finale... beh... a me piace un sacco...
Se non avete letto il mio primo racconto, vi invito a leggerne almeno l'introduzione, giusto per inquadrare i protagonisti.
Grazie per l'attenzione e buona lettura.
Genere: Avventura, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: 17, Broly, Crilin, Zangya | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Goku/Vegeta, Pan/Trunks
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Nel contempo, in un’altra ala del palazzo…
 


“Che hai? Sei così…pensieroso” chiese Lapis al giovane amico che, con la testa appoggiata al suo petto, sembrava insolitamente irrequieto.
Trunks si sollevò facendo leva su un gomito e reggendo la testa con la mano. Fissò i suoi occhi acquamarina in quelli puri di lui e, con la mano libera, fece una carezza sul volto dell’amico che la ricevette con un leggero sorriso.
“Tutto bene?” insistette il corvino mantenendo uno sguardo sereno.
Il principe si inumidì le labbra e abbassò lo sguardo per poi confessare sommessamente:
“Lapis…mi mostri come sei…realmente?”
Il più anziano alzò impercettibilmente un angolo della bocca e ponderando bene le parole, con tono pacato, gli chiese:
“Perché? Il mio aspetto non  ti aggrada?”
Trunks, stupito per la domanda, rialzò lo sguardo, ora perplesso e specificò:
“Hai preso le sembianze di un uomo, di aspetto gradevole, senza dubbio, ma sai che questo non è il mio gusto. Mi piacerebbe sapere qual è il tuo aspetto come…Nishi…”
Il maggiore allargò il sorriso e semplicemente rispose:
“Benché la tua richiesta sia lecita e non particolarmente impertinente, visto che spinta solo dalla tua curiosità, la mia risposta è comunque no. Non lo farò. Ho mantenuto questo aspetto dal momento in cui ho iniziato a stare al tuo fianco come ‘persona fisica’. Mi hai accettato e considerato subito come tuo amico e ho assunto queste sembianze solo per non ‘distrarti’, conoscendo i tuoi gusti, da quello che sarebbe stato il tuo destino. Pensaci. Se mi fossi palesata come donna, tutto sarebbe stato molto più difficile, per te, per la missione che abbiamo portato felicemente a termine e anche…per Pan”
A quelle parole, il giovane principe di Itaca si fece improvvisamente serio e pensieroso. Come sempre Lapis aveva ragione su tutto. Probabilmente sotto le sembianze di donna, loro due non sarebbero nemmeno riusciti a partire e, quasi sicuramente, la sua determinazione nel voler ritrovare suo padre non sarebbe stata altrettanto forte, se fosse stato distratto dalla bellezza e dalle movenze divine di un corpo femminile al suo fianco.
Tutto ad un tratto si rese conto che, di fatto, l’unica persona che avrebbe voluto avere vicino in quel momento e, a pensarci bene, per tutta la vita, era tutt’altra rispetto a quella che gli stava parlando con tanta grazia. Fece un sospiro e fissò i suoi occhi in quelli altrettanto cristallini dell’amico prima di chiedere:
“Credi che sia sbagliato che in questo momento io desideri solo stare con lei?”
Lapis aprì un sorrisetto malizioso e, restituendogli la carezza che lui gli aveva donato poco prima, lo redarguì:
“Se desideri stare con lei, Trunks, cosa ci fai ancora qui con me?”
“Mi stai cacciando via? Guarda che questo è il mio letto, sai?” scherzò il più giovane dopo aver allargato gli angoli della bocca in un sorriso di gratitudine.
Lapis scoppiò in una risata piena della sua genuinità e purezza e in quel momento il giovane principe pensò che a quell’amico così particolare, lui avrebbe voluto bene per sempre.
Quando tornò serio, lo guardò con lo sguardo più sincero che riuscisse a fare e gli sussurrò:
“Trunks, va da lei…”
Il ragazzo gli sorrise e, prima di alzarsi, gli depositò un casto bacio sulle labbra accompagnato da un impercettibile ‘grazie’. Si infilò la prima veste che trovò e senza più voltarsi, uscì dalla sua camera.
Una volta sola, Nishi strofinò il labbro inferiore con quello superiore inumidendoli entrambi, come per assaporare fino in fondo il bacio di Trunks. Poi alzò gli angoli della bocca in un sorriso tenero e, prima di sparire nell’oscurità della notte, sussurrò:
“Anche io ti voglio bene, Trunks”
 
TOC TOC
 
Un paio di colpi schioccarono leggeri e timorosi sulla porta della camera da letto di Pan.
“Avanti!” esclamò la ragazza allegra, come se fosse pieno giorno, anziché notte fonda e che quindi fosse assolutamente normale, ricevere una visita.
“Posso…posso entrare? Disturbo?” chiese titubante la voce del principe facendosi avanti.
“No!, affatto, venite!” rispose la ragazza dimenticando completamente le buone maniere e rimanendo sdraiata a pancia in giù sul suo letto, sostenendo la testa su quella che sembrava essere una sorta di pergamena.
“Sedetevi!” aggiunse scostandosi leggermente verso il centro del letto per lasciare un po’ di spazio sul bordo, in modo che Trunks avesse sufficiente spazio per accomodarsi.
Il ragazzo arrossì vistosamente. Certo era andato da lei nella speranza di riuscire finalmente a farle capire le sue intenzioni e ad esprimere i suoi sentimenti. Mai più avrebbe pensato che, già l’inizio, sarebbe stato così difficile. Gli riusciva davvero tedioso affrontare un discorso di quel tipo in quelle condizioni. Sarebbe stato molto meglio rinunciare, darle di nuovo la buona notte, a costo di passar per uno stupido, e riprendere l’argomento il giorno successivo, magari a pranzo o a colazione.
Già, la spontaneità della ragazza lo aveva disarmato completamente e anche la sua totale mancanza di pudore, non era d’aiuto. Non aveva mai visto nessuna che, senza il minimo timore, agitava i piedi dai perfetti lineamenti greci all’aria, mostrando caviglie e polpacci di una forma perfetta, disinteressandosi completamente della sua presenza. Solo le ancelle di corte, che avevano tradito sua madre per dedicare corpo e mente alle cure dei proci, mostravano senza ritegno la loro indiscutibile bellezza. Ma loro erano serve, divenute schiave del desiderio di compiacere quegli uomini disgustosi. Lei no. Pan era una principessa. Perché era così difficile per lei comportarsi come tale? Tutto ad un tratto Trunks si rese conto che, in realtà, quell’atteggiamento era solo in apparenza irriverente e lei si mostrava così ‘sfacciata’, solo in sua presenza, mai con gli altri.
Questa deduzione lo predispose a sperare che, forse, anche Pan nutrisse una certa simpatia nei suoi confronti. Fu la voce insistente della ragazza, a distrarlo dai suoi intrigati pensieri:
“Dunque? Vi sedete o no? Sto terminando di scrivere ai miei genitori, per informarli di quanto accaduto” disse senza voltarsi a vedere che fine avesse fatto il suo visitatore notturno.
Trunks deglutì aria e fece un sospiro, tentando invano di uscire da quello strano stato di agitazione in cui era sprofondato.
Si avvicinò al letto di lei e, radunando tutto il suo coraggio per tentare di non darla vinta alla sua inconsueta timidezza, chiese:
“Avete informato vostro padre che avete salvato la vita all’uomo che gli aveva giurato di proteggerla a voi?”
A quella domanda, la ragazza si decise finalmente a voltare la testa verso di lui, che ancora stava in piedi a fianco al letto e a squadrarlo con un sopracciglio alzato a dimostrare tutto il suo stupore.
“In che lingua volete che ve lo chieda, di sedervi? Questo letto è comodissimo, sapete? E poi è così grande che ci si sta tranquillamente in due” lo redarguì scherzosamente.
“Ma veramente…io…
Lei alzò gli occhi al cielo e si decise ad allungare un braccio verso di lui per prendergli la mano e strattonarlo verso il posto che gli aveva riservato al suo fianco, per poi rimettersi a scrivere tranquilla, come se nulla fosse.
“Ho quasi finito. Abbiate pazienza qualche istante, per favore. Poi sarò tutta per voi” concluse mettendo ancora di più a disagio il principe, di quanto già non fosse.
Poco dopo, infatti, la ragazza arrotolò con cura la pergamena e la depositò con la penna con cui aveva scritto, su un tavolino dalla parte opposta del letto, per poi tornare a guardare Trunks che, con un’espressione imbarazzatissima in volto, sembrava facesse fatica addirittura a respirare.
La giovane troiana fece un leggero sorriso, prima di appoggiare la mano su quella di lui e stringergliela appena, come per voler richiamare la sua attenzione.
Quando finalmente Trunks si decise a spostare lo sguardo su di lei, Pan si portò le dita di lui alla bocca e depositò su ognuna di esse un casto bacio.
Il ragazzo, preso alla sprovvista dal gesto inatteso, incurvò le sopracciglia, mostrando uno sguardo stupito, cosicché lei, si sentì in dovere di tranquillizzarlo, ponendogli una domanda che doveva avere una legittima risposta:
“Perché siete qui, principe?”
“V-volevo…volevo ringraziarvi…e non so come farlo, visto che la vita di una persona non può essere ripagata con nessun tesoro…” spiegò lui riabbassando lo sguardo.
“Non è necessario, ringraziarmi. Non potevo permettere che vi facesse del male, anche voi avreste fatto lo stesso per me…Vostro padre…ha fatto questo per me…molti anni fa” spiegò lei intervallando le parole con piccoli baci a fior di labbra sulle nocche di lui.
“P-pan…voglio dire…Principessa…per favore…perché fate così? Ѐ già troppo difficile, per me, esprimere ciò che provo, in questo momento…Non rendete tutto così…complicato” disse lui sconsolato.
“Sono sicura che, con un po’ di impegno, sareste in grado di esprimere tutto senza nemmeno aprir bocca” gli disse sensualmente, mentre con le sue piccole dita si era messa ad accarezzare quelle di lui, intrecciandole di tanto in tanto e facendogli venire i brividi. Poi, dopo aver depositato un casto bacio sul palmo aperto della mano immobile di lui, alzò di nuovo lo sguardo e con sorriso malizioso, concluse senza remore:
“Vi interesso, principe? O preferite…Trunks?”
Il ragazzo rimase stupito da tanta intraprendenza e finì per posare gli occhi su di lei, che non sembrava affatto volerlo mettere a suo agio. Ad un tratto si rese conto che, per quanto potesse controllarsi in quell’assurda, ma, allo stesso tempo, piacevole situazione, nulla avrebbe potuto dire per tentare di riportarla ad una conversazione meno provocante.
Sarebbe stato impossibile esprimere a parole ciò che provava per quella ragazza, bellissima, forte, intelligente e perché no, impertinente quanto bastava per farlo sentire libero di lasciarsi andare e dimostrarle, come lei stessa gli aveva appena fatto intendere, quanto lui l’amasse.
Come dotata di vita propria, la mano libera dell’uomo andò ad accarezzarle il viso con il dorso, ricevendo in cambio un sospiro di piacere da parte della donna che, per godersi meglio il momento, chiuse gli occhi e inclinò leggermente la testa verso la mano che la stava sfiorando, con così tanta dolcezza.
Senza dire nulla, riappoggiò la testa al cuscino, liberando la mano di lui che, ormai, senza più timore, le andò ad accarezzare i lunghi capelli corvini per poi proseguire la sua corsa, fino a sfiorarle i glutei che, sodi e rotondi, si ergevano sotto la veste bianca che indossava.
Coi polpastrelli scese ad accarezzarle le gambe, fino al ginocchio, senza che lei si ritraesse al tocco o ne avesse il timore che normalmente hanno le giovani donne quando affrontano per la prima volta un contatto così intimo con un uomo.
Incoraggiato dalla fiducia che la principessa stava dimostrando verso di lui, Trunks si azzardò a sollevarle la veste: prima fino al punto di giunzione tra le natiche e le gambe e poi, continuando a non notare alcuna remora da parte di lei, fino all’avvallamento lombare della schiena.
Scese di nuovo ad accarezzarle la pelle morbida delle gambe, risalendo fino alla giunzione di esse e sfiorando la parte più intima di lei che, nel contempo, non aveva fatto altro che appoggiare una guancia sul letto per potersi voltare leggermente verso di lui e poter fissare i sue occhi scuri in quelli acquamarina di lui e lì lasciarli, durante tutto quell’incredibilmente eccitante scoperta del piacere.
Poi, tutto ad un tratto, il ragazzo interruppe il piacevole contatto provocando in lei un certo disappunto che si tradusse, in pochi secondi, in uno sguardo accigliato.
Trunks fece un sospiro e, per tentare di dare una spiegazione, le chiese malizioso:
“Quanto posso spingermi oltre, a mostrarvi il mio interesse, Pan?”
A quel punto, lo sguardo di lei si rasserenò e le sue labbra si incurvarono nello stesso sorriso enigmatico che lui le stava ancora mostrando. Si voltò su un fianco, mostrandogli senza pudore la sua femminilità, per poi allungare una mano e accarezzargli la coscia, fino a sfiorare l’innaturale piega che la veste di lui aveva preso, a causa della sua ormai evidente eccitazione.
Capendo le intenzioni di lei, il ragazzo si alzò per levarsi i calzari e la veste, sotto lo sguardo malizioso di Pan che, in tutta risposta, si rimise prona a far ciondolare i piedi all’aria, strusciandone uno contro l’altro.
Il ragazzo ne afferrò uno per depositarci un casto bacio e separarlo così dal suo compagno per poi risalire sul letto e posizionarsi in ginocchio in mezzo alle gambe dischiuse di lei. Si chinò in avanti sollevandole la veste per poi levargliela del tutto facendola scorrere fin sopra la testa e godersi la visione della pelle nivea della sua schiena, prima di iniziare a depositarle casti baci a fior di pelle, fino alla spalla.
Le si avvicinò all’orecchio, che baciò teneramente per poi sussurrarle:
“Voltati, Pan. Non è così che voglio amare la mia principessa…(*)”
La giovane non disse nulla e, non appena lui si fu risollevato per permetterle di mettersi supina, assecondò il suo desiderio.
Trunks si adagiò di nuovo molto delicatamente su di lei, facendo combaciare perfettamente i loro bacini, unendo le loro vite e fondendo le loro anime in quell’unico intimo abbraccio che strappò a lei un gemito misto tra dolore e piacere e a lui un profondo sospiro.
“Perdonami…” le sussurrò dispiaciuto notando la leggera smorfia comparsa sul volto della ragazza.
“Va tutto bene” lo rassicurò lei facendo un sospiro per tentare di rilassarsi.
Quando finalmente si abituò alla presenza di lui dentro il suo corpo, incrociò le dita di entrambe le sue mani con quelle di lui e le strinse leggermente, invitandolo così a proseguire.
Affondò il suo sguardo buio come la notte, ma allo stesso tempo illuminato da una nuova luce, in quello cristallino di lui, scrutando la sua anima e cercando in essa la pace che aveva desiderato, in tutti quegli anni. Quando la trovò, si lasciò completamente andare ai movimenti lenti e sensuali che quel ragazzo stava regalando ad entrambi, per la prima volta.
I loro gemiti di piacere si spensero l’uno sulle labbra dell’altra che, fino alla fine, non si stancarono mai di assaporarsi e bramose divorarsi a vicenda.
“Ti amo” disse alla fine Trunks liberando il corpo di lei dal suo peso e sdraiandosi supino al suo fianco.
“Ti amo, mio principe” rispose lei sollevando la testa leggermente, per andare ad adagiarla sul petto di lui, che ancora si alzava ed abbassava velocemente.
Stettero così, per interminabili minuti, ad accarezzarsi in silenzio in quella notte di pace, in cui le uniche testimoni della loro truffaldina unione erano le stelle che, nel cielo, brillavano serene e per nulla imbarazzate.
Fu un risolino di Pan ad interrompere quel magico momento idilliaco. La ragazza, senza muoversi di un millimetro, con la sua solita ironia, gli chiese:
“Era così che mi volevi ringraziare per averti salvato la vita?”
“Veramente quella era solo una scusa per venire qui…” rispose lui un po’ avvilito continuando ad accarezzarle i capelli.
“Davvero? E qual era il motivo vero?” chiese lei incuriosita.
“Veramente il mio piano era: ringraziarti, sedurti, amarti e infine, chiederti di diventare la mia sposa” spiegò lui imbarazzato.
A quelle parole, Pan sollevò la testa dal petto su cui era stata fino a quel momento appoggiata e fissò i suoi occhi in quelli sconsolati di lui, alzando un sopracciglio perplesso, per poi dire:
“Scusa, ma il tuo piano era pessimo, come la rotta tracciata da te e Lapis, voglio dire, Nishi”
“Pessimo?” chiese perplesso.
“Terribile, direi. Non mi hai ringraziato ‘ufficialmente’ e a sedurti ci ho pensato io. Va bene, mi sono sentita amata, ma hai davvero intenzione di chiedere una troiana in sposa?” ribatté lei scherzosamente.
“Pan…ti ho già detto che sei indecente?” chiese lui con lo stesso tono scherzoso.
“Sì, ma quella era un’altra Pan. Questa è quella che ha appena fatto l’amore con te e che ti avrebbe salvato la vita anche a costo di mettere in pericolo la sua” precisò lei.
“Amo questa Pan e l’amore va ben oltre i dissidi che le nostre stirpi hanno vissuto. Quindi…Mi concederesti l’onore di diventare la mia sposa?”
“Mhmm…solo se tuo padre mi farà dono del suo magnifico arco…” scherzò la ragazza abbandonandosi di nuovo sul petto di lui e chiudendo gli occhi.
“Mhmm…allora è un sì” concluse lui chiudendo gli occhi a sua volta e addormentandosi, per la prima volta, tra le braccia di una donna.
La sua.





 
FINE
 




(*) Nell’antichità andava molto di moda il machismo ed era l’uomo a dominare tutte le situazioni: quando, dove, come e con chi.
Tutta questo capitolo è quindi del tutto ‘inappropriato’ per i tempi. Non esisteva infatti che fosse la donna a provocare l’uomo. Diciamo che lui se la sarebbe presa senza troppi giri di parole…
L’unica cosa di ‘reale’ è la frase detta da Trunks (“Voltati, Pan. Non è così che voglio amare la mia principessa…”) che è più un ‘ordine’ che un ‘suggerimento’.
Per scagliare una lancia a suo favore però, c’è da dire che il sesso doveva essere fatto ‘a regola d’arte’, altrimenti l’uomo non veniva considerato ‘valido’…
Certo che dovevano essere proprio bravi a fare quello, visto che la questione dei ‘preliminari’ (soprattutto quelli sulla donna) pur sapendo come si facessero, venivano puntualmente evitati, perché considerati volgari (
*e vabbè*).
 
 
NCA: Secondo la
Telegonia, Telemaco sposò Circe dopo la morte del padre, ma quando la maga scoprì che suo marito Telemaco si era appena macchiato del sangue di Cassifone, figlia sua e di Ulisse, si vendicò e cercò di ucciderlo. Saputolo, Telemaco respinse l'attacco di Circe e la uccise con un colpo di spada, ma, pentitosi del gesto, si uccise gettandosi da un'altissima rupe.
Per altri fu la stessa
Cassifone a uccidere il giovane, a causa della crudeltà che aveva dimostrato verso la madre Circe, uccidendola.
Secondo
Aristotele invece, Telemaco sposò Nausicaa (principessa dei Feaci) ed ebbe un figlio chiamato Persepolis.
Le tradizioni sulla sua morte variano a seconda degli autori. Secondo una tradizione del tutto aberrante, Telemaco intraprese con i suoi compagni un viaggio via
mare. Mentre passava dalle coste della Campania incontrò le sirene, le ammaliatrici che invano avevano tentato di sedurre suo padre Ulisse molto tempo prima. Quando videro arrivare il figlio di colui che le aveva rifiutate, le fanciulle decisero di vendicarsi, si avventarono furibonde sulla nave di Telemaco e, sotto gli occhi sbalorditi dei compagni, lo uccisero e fecero scempio del suo cadavere, mutilandolo.
 
*Sceglietevi voi la versione che preferite, tanto nessuno se ne avrà a male…*

 
 
 
 
NA: Dedico quest’ultimo capitolo a chi non si aspettava che ci fosse e, soprattutto, che fosse pubblicato proprio oggi…
 
Ringrazio tutti coloro che hanno letto, recensito (accidenti, quanti siete! Come posso non esserne felice?) o inserito la storia in una delle categorie.
Grazie davvero per avermi seguito in questa ‘epica’ follia…
 
Come sempre vi lascio con un allegro ‘alla prox’ (che per vostra disgrazia sarà molto presto)!
SSJD

 
   
 
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