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Autore: vanessie    18/03/2016    6 recensioni
Questa FanFiction è il continuo di Sunlight's ray...non l'avete letta? Era la mia prima storia pubblicata qualche anno fa, quindi correte a cercarla!
Avevamo lasciato Jacob e Renesmee ormai adulti, felici e contenti, ma nuove avventure aspettano loro, Jessie, Sarah e Jeremy, nonchè tutti gli altri personaggi della Saga di Twilight.
Una storia fantasy e romantica in cui tutte le ragazze possono riconoscersi, ma che non mancherà di stupirvi!
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

 

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Capitolo 180

“Maggiorenni”

 

POV Nicole

Era il giorno del nostro diciottesimo compleanno, avevamo raggiunto la maggiore età e, anche se in realtà negli Stati Uniti la vera libertà degli adulti non si ottiene fino ai 21 anni, già il fatto di averne 18 era un piccolo passo avanti verso l’indipendenza. Dopo una delle ultime mattinate dell’ultimo anno di liceo, prima delle vacanze estive, i nostri genitori ci avevano organizzato un bel pranzo in famiglia, con nonni, zii, cugini e soprattutto con una montagna di cibo. I regali ricevuti erano stati fantastici, ma soprattutto Kevin ed io eravamo elettrizzati per la serata in arrivo, quando avremo festeggiato il compleanno in un locale, dove si sarebbe svolta la cena e dove avremo ballato. Per quella sera niente genitori e adulti rompiscatole, solo lui, io e gli amici. Kevin aveva invitato i suoi compagni di scuola preferiti, nonché membri del branco: Carlos, Kendall e Logan. Ma oltre a loro c’era anche nostro cugino William Clearwater, di due anni più grande, e poi altri ragazzi e ragazze che erano nostri amici comuni. Era stato un peccato che il miglior amico di mio fratello, Jonathan Call, figlio di Leah e Embry, non fosse potuto venire alla festa, visto che era impegnato a Seattle per gli esami universitari della sessione estiva. Kevin ci teneva molto a lui, erano amici fin da quando erano piccolini e sinceramente la sua assenza pesava anche a me, sia perché ciò che feriva Kevin feriva anche me, sia perché Jonathan…beh due anni fa tra noi c’era stato qualcosa. Ci eravamo frequentati per due mesi, a lui avevo dato il mio primo bacio, ma il fatto che poi dovesse partire per il college mi aveva spinta a lasciarlo. Proprio non me l’ero sentita a soli 16 anni di mantenere un rapporto a distanza e tra l’altro non mi sembrava giusto neppure che John avesse la mente impegnata in una frequentazione con me, mentre invece a 18 anni doveva concentrarsi sugli studi e chissà…trovare una ragazza a Seattle, con la quale condividere del tempo insieme. A me non era mai passata, nutrivo ancora dei sentimenti per lui, ma li tenevo repressi dentro di me, aiutata dal fatto che non lo vedevo, visto che tornava a La Push solo per le vacanze estive, per Natale e per il Ringraziamento. Scacciai quei pensieri e finii di prepararmi. Ritoccai il trucco che avevo messo per il pranzo in famiglia, decidendo poi di  sistemare i capelli. Presi dall’armadio un vestito nero corto monospalla. Era aderente e arrivava a metà coscia, mi piaceva che mettesse in evidenza le forme del mio corpo. Mi osservai allo specchio da varie angolazioni e infilai i sandali con il tacco a spillo. “Sei in versione rimorchio?” mi domandò Kevin entrando nella camera che ancora condividevamo dalla nascita. Ci piaceva troppo stare insieme, così avevamo deciso di restare entrambi nella stessa stanza anche da adolescenti.

 

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“Non sono in versione rimorchio, sono in versione ragazza appena 18enne con voglia di divertirsi!” esclamai, guardando la sua immagine nel riflesso dello specchio “Guidi tu al ritorno vero?” mi chiese. Lo guardai malissimo, Kevin era un bravo ragazzo, ma di certo sapeva divertirsi più di me “Hai intenzione di bere parecchi alcolici?” risposi “Parecchi…non essere esagerata, come se mi ubriacassi! Un paio di cocktail, nulla di che” affermò “Eh certo, tanto hai la sorellina responsabile che ti sta dietro” scherzai “Non vorrai che rischi la patente se ci fermano ad un posto di blocco” sussurrò per non farsi sentire dai nostri genitori. “Oltre a bere un paio di cocktail, tu e i tuoi amici avete anche già progettato di individuare belle ragazze con cui fare i fighetti?” gli chiesi “Ma come parli? Fare i fighetti? Io non faccio il fighetto con nessuna” “Tu sei un fighetto” affermai “Ma dove? Ti sembro uno che se la tira?” “No però sei un bel ragazzo e hai un bel fisico, alle ragazze piace” “Uhm, tu invece che intenzioni hai? Devo controllare che tengano le mani a posto? Ti sei messa un vestito parecchio…seducente” “So cavarmela, tranquillo” dissi. Gli diedi un abbraccio, stringendo le braccia intorno alle sue spalle larghe e forti. Adoravo respirare il suo profumo, adoravo sentire il battito del suo cuore, gli volevo tantissimo bene e, anche se ci prendevamo in giro, avrei ucciso con le mie mani chiunque avesse provato a ferire mio fratello. Lui era spesso pronto a prendermi per il culo, ma era altrettanto pronto ad ascoltarmi, a darmi buoni consigli, a difendermi se qualcuno mi infastidiva. Ci raccontavamo tutto, anche le sciocchezze più insignificanti e ci aiutavamo negli studi, ci spalleggiavamo sempre e comunque. Lui era il mio migliore amico, oltre che il mio gemello, amavo la sua personalità ed ero certa che molto presto qualcuna me lo avrebbe portato via…quale ragazza non avrebbe amato KJ, o meglio Kevin, solo io potevo chiamarlo con le due iniziali dei suoi nomi: Kevin James. Mi staccai dall’abbraccio e gli diedi una lunga occhiata, dalla testa ai piedi e viceversa. Si era messo una camicia nera, dei jeans e una cravatta, era semplice ma super carino. “Guarda se non fossi il mio gemello ci farei un pensierino” scherzai e poi aggiunsi “Sei simpatico come la sveglia del lunedì mattina, ma tolto questo…” “Mamma mia Nicole, io che dovrei dire di te? Punto primo: mi occupi il bagno tutte le mattine e stai lì a fare chissà cosa, costringendomi a reggere la pipì fino a farmi scoppiare la vescica. Punto secondo: sono costretto a stare in una camera in cui, nella tua metà, hai appeso poster di attori e cantanti a dir poco osceni…capivo quando avevi 13/14 anni, ma adesso…” “Cosa hai detto? Osceni???? Ma se sono ragazzi stupendi!” esclamai “Sì, proprio meravigliosi, soprattutto quello laggiù in basso a sinistra che ti guarda come se fosse un serial killer” scherzò.

 

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Lo picchiai, ovviamente questo innescò la sua reazione, dunque restammo impegnati in una lotta assurda per i successivi 5 minuti. Entrambi eravamo esseri soprannaturali, la nostra forza era maggiore, ma lui era pur sempre un maschio e ne aveva molta più di me. Ci fermammo a ridere seduti sul suo letto “E poi mi hai interrotto, c’è pure un punto terzo che sono costretto a sopportare di te Nikki” “Ah sì? E quale sarebbe?” “Sei la gemella ubbidiente e super rispettosa delle regole di mamma e papà e quindi fai apparire me come quello vivace, mentre invece sono un bravo ragazzo” affermò. Lo osservai negli occhi e trattenni un sorriso “Tu sei vivace, non dare la colpa a me! Vogliamo parlare di tutte le volte che ti ho coperto con i nostri genitori?” risposi “Erano cose insignificanti” “E poi visto che siamo in tema, vogliamo parlare di quanto a me tocca sopportarti? Lasci ovunque in giro per la camera i tuoi vestiti, alcune volte ascolti della musica vomitevole e pure ad alto volume, sono costretta ad assistere alle tue conversazioni con gli amici in merito alle ragazze, ai videogiochi e al football e infine…ti assicuro che i commenti che sento dalle ragazze a scuola o alla Riserva su di te sono…beh imbarazzanti” dissi “Imbarazzanti?” “Guarda che è impegnativo essere la sorella gemella di un bel ragazzo, ci sono certe galline che fanno degli apprezzamenti veramente pesanti” “Vogliamo star qui a elencarci i reciproci difetti, oppure andiamo a goderci la serata del nostro compleanno?” rispose “Andiamo” dissi. Presi la borsa e lo seguii in salotto “Ciao, noi usciamo!” esclamai ai nostri genitori “Ok, mi raccomando: andate piano con la macchina, non bevete troppo e non tornate troppo tardi” ci redarguì mamma “E soprattutto datevi un’occhiata a vicenda” aggiunse papà “Promesso, ci comporteremo da bravi ragazzi” li rassicurò Kevin. Prendemmo l’auto di papà, a Kevin piaceva molto più di quella di mamma, poiché era più grande e più sportiva. Guidò lui verso il locale. Ci doveva essere il pienone quella sera, a giudicare dalla mancanza di parcheggi. Fummo costretti a lasciare la macchina lontana, camminando per un pezzo di strada. Alcuni dei nostri amici erano già fuori ad aspettarci. Li salutammo uno ad uno, ringraziandoli per gli auguri e iniziammo a parlare con loro, nell’attesa che tutti gli invitati arrivassero. Quando tutti gli invitati furono al completo, entrammo e prendemmo posto al tavolo per 20 persone, che avevamo precedentemente riservato per la cena.

 

POV Kevin

La serata procedeva al meglio. Finita la cena ci eravamo spostati nella sala accanto, in cui si poteva ballare e prendere da bere al bancone. Visto che eravamo un gruppo di 20 persone, fu inevitabile separarci un po’ a gruppetti. Nicole era con le sue amiche, stavano ridendo e scherzando, così andai a ballare con nostro cugino William e gli amici più stretti: Kendall, Carlos e Logan. Sulla pista c’erano parecchie belle ragazze e noi, come tutti i diciottenni dell’universo, avevamo gli ormoni a palla. Non ero impegnato con nessuna in quel periodo, sia perché non c’era una che realmente mi interessasse, sia perché tra pochissime settimane sarei partito per il college e non volevo lasciare a Forks situazioni difficili da gestire. Mi ero iscritto a veterinaria e non andavo in un college americano che mi avrebbe permesso di tornare a casa ogni tanto, per ragioni legate alla nostra bizzarra famiglia soprannaturale, sulle quali quella sera volevo abbondantemente sorvolare, avevo deciso con mamma e papà di frequentare una prestigiosa università di Dublino, in Irlanda, il cui corso di laurea in Medicina Veterinaria era rinomato a livello internazionale. Quell’enorme distanza da casa era una ragione in più per cercare di non innamorarmi seriamente in quelle ultime settimane, non avrei certo saputo gestire gli studi con il cuore infranto. Ci mettemmo a ballare a ritmo di musica, avvicinando qualche ragazza carina per ballare insieme. La musica era la mia passione più grande e ballare mi piaceva, mi scaricava dalle tensioni, dalle ansie, mi faceva sentire bene, in pace con me stesso e con il mondo. Dopo un po’ andammo a ordinare un drink. Controllai dove fosse Nicole e cosa stesse facendo mentre aspettavo che il barman ci servisse. Anche se lei sapeva badare a se stessa, io ero pur sempre suo fratello e nutrivo un senso di protezione parecchio spiccato per le mie sorelle, ma in particolar modo per Nikki. La intravidi sulla pista da ballo insieme alle amiche, si divertivano, nessuno le infastidiva, dunque potevo di nuovo concentrarmi sulla conversazione dei miei amici, ora che mi ero assicurato che nessun ragazzo maleducato o ubriaco la stesse importunando. Mi era capitato più volte di prendere a pugni qualche testa di cazzo che le dava noia da quando eravamo al liceo. “Kevin” mi chiamò Carlos “Sì?” “Devi assolutamente assaggiare il mio cocktail, è una bomba” disse. Ne presi un sorso dal suo bicchiere e spalancai gli occhi “Ma che hai preso? È spirito puro” affermai “Dai facciamo un brindisi a questa serata: ai tuoi diciotto anni e al fatto che purtroppo tra poco partirai per l’Irlanda e credimi amico, ci mancherai” disse Kendall. Gli sorrisi “Mancherete anche voi a me, sarà dura ricominciare da zero, arrivare in un posto in cui non conosci nessuno ma…comunque con voi ci sentiremo spesso!” esclamai “Ora scaccia la malinconia perché è il tuo compleanno e ti vogliamo bello allegro” mi consolò Logan “Ok, promesso” risposi. “Kevin possiamo parlare un momento da soli?” mi chiese William senza farsi notare dagli altri. Ci allontanammo di qualche passo e ascoltai ciò che mio cugino avesse da dirmi. “Senti…c’è una ragazza che sto conoscendo da qualche settimana. Mi ha appena messaggiato per chiedermi se potevamo vederci stasera, le ho spiegato che sono al compleanno dei miei cugini e…” iniziò a dire, ma lo interruppi “Se vuoi dirle di raggiungerci qui a me fa piacere” affermai “Davvero? Sicuro?” “Certo, sono sicuro che anche Nicole non avrà nulla in contrario” lo tranquillizzai. “Grazie, oh mi raccomando bocca chiusa con i tuoi genitori, altrimenti in un attimo lo sanno anche i miei e non mi pare proprio il caso” disse “Tranquillo Will, ti sembra che possa andare a dire qualcosa a mio padre o mia madre?” lo rassicurai. Decidemmo di riunirci tutti insieme e di scattare qualche foto della serata con i nostri smartphone. Facemmo varie foto con gli amici separatamente, altre di gruppo e infine Nicole ed io da soli. Insieme alla mia gemella assumemmo le più varie pose, alcune stupide e demenziali, altre più serie, altre sorridenti. Noi due fin da bambini avevamo sempre avuto una passione sfrenata per le fotografie, tanto da avere cartelle su cartelle salvate nel computer, che ogni tanto ci piaceva riguardare per rammentare i tempi andati. Le foto erano ricordi bellissimi e indelebili di istanti spensierati e felici, in cui giocavamo e immortalavamo momenti di festa, di riunioni familiari, di ritrovi con gli amici. Controllai sullo schermo del mio telefono le foto che ci aveva appena scattato Kendall e trovai la mia preferita in assoluto. Ritraeva me e Nikki sorridenti, seduti su un divanetto del locale. Le nostre espressioni erano spontanee e genuine, mostrava il volto di due ragazzi neomaggiorenni ormai cresciuti, ma ancora un po’ bambini. Quei due ragazzi della foto stavano per cominciare un nuovo periodo della loro vita, che prevedeva l’iscrizione a due diverse facoltà universitarie, in due college situati in due differenti stati del mondo. Ognuno di noi due avrebbe intrapreso un proprio percorso di vita fatto di nuove esperienze, di sacrifici, di nuove amicizie e nuovi amori, ma quei due ragazzi avrebbero sempre portato dentro di loro un bagaglio di complicità e amore reciproco inimmaginabile. Impostai quella foto come sfondo del mio telefono e anche come immagine di copertina del mio profilo facebook. Volevo portare Nicole in Irlanda con me e riguardare la sua faccia ogni volta in cui mi sarebbe mancata da morire…perché sapevo che la sua assenza mi sarebbe pesata più di quella di chiunque altro.

 

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Mi sentii cingere i fianchi da dietro, distolsi lo sguardo dal display del mio IPhone e capii che Nicole aveva captato il mio momento di isolamento e malinconia, grazie a quell’empatia che contraddistingueva il nostro legame. “Ti voglio bene” affermò “Anch’io” risposi “Stasera non voglio pensare a ciò che succederà nel giro di poche settimane, voglio fingere che tu resterai qui al mio fianco come hai sempre fatto in questi 18 anni insieme” disse “Sì…in fondo ci sarò anche a distanza, non mi allontanerò mai da te con la mente” la rassicurai e poi aggiunsi “Volevo dirti che quel video che mi hai regalato oggi, sulle note di ‘All I’ve ever needed’ era meraviglioso” “Ok basta, vuoi che pianga?” “No” risposi “E allora piantala! Puoi tornare ad essere un odioso maschiaccio rompiscatole?” disse per rompere il clima triste che si era creato.

 

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Sorrisi “Come vuoi. Ragazzi avete visto la partita di baseball ieri sera?” domandai ai miei amici “Eccoci, e ricomincia con lo sport!” sbuffò la mia gemella. Facemmo tardi quella notte, verso le 3.15 salutammo tutti e tornammo alla nostra auto. Visto che tra i due ero io quello che aveva bevuto di più, Nikki guidò verso casa. “Allora…bella serata vero?” dissi “Sì bellissima” “Che programmi abbiamo per queste due ultime settimane insieme?” domandai “Beh…ci sono gli ultimi giorni di scuola, poi mamma, papà, Amy ed io dobbiamo venire alla serata di beneficienza del centro per ragazzi con lievi disabilità fisiche in cui fai volontariato!” esclamò. “Giusto, il 10 giugno ci sarà la festa di beneficienza, poi c’è il ballo scolastico di fine anno il 12 giugno e io partirò il 15, dunque tra un impegno e l’altro dobbiamo anche trovare il tempo di stare da soli tu ed io” affermai “Lo troveremo. Mi vuoi dire quale sarà il programma per la serata di beneficienza? Che avete organizzato tu e gli altri volontari?” chiese “Spettacoli vari, alcuni ragazzi si sono cimentati con dei balli, altri ragazzi con la recitazione, tutte cose molto divertenti” accennai “Uhm e invece tu KJ cosa hai preparato con le tue allieve di musica?” “Alcune canzoni” “Le fai cantare o suonare?” mi domandò “Dipende. In alcuni brani delle ragazze cantano e altre suonano, in altri brani invece loro cantano in gruppo e io suono, poi c’è la sorpresa finale” “Sarebbe?” mi chiese curiosa “Se si chiama sorpresa è perché non posso dirlo” risposi “Non lo racconto a nessuno, dai dimmelo” “Ok. Canto con le mie 6 allieve migliori una canzone bellissima, sono curioso di vedere la reazione di mamma e papà” dissi per darle un indizio “Di mamma e papà? Non dirmi che hai scelto la loro canzone!” esclamò, annuii “Esatto ‘Mirrors’ di Justin Timberlake, come hai fatto a capire?” “Wow, sarà una vera sorpresa per loro sentire quel pezzo e sono certa che sarete brevissimi ad eseguirlo!” mi spronò “Certo che saremo bravi, sono un insegnante di musica perfetto” scherzai. Nicole parcheggiò l’auto di papà e insieme andammo ad aprire la porta di casa.

 

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Trovammo i nostri genitori sul divano con la tv accesa “Alleluia! Avevo un sonno bestiale” disse papà vedendoci rincasare “Potevate andare a dormire” rispose Nikki “Lo sapete che non riusciamo a dormire quando voi uscite la sera” spiegò mamma “Beh siamo in orario” affermai “Tutto bene?” ci domandò nostra madre “Benissimo, ci siamo divertiti” disse Nicole. Papà si alzò in piedi “Rimandiamo i racconti a domani mattina, sto morendo di sonno” ribattè nostro padre finendo la frase con uno sbadiglio “Ok, buonanotte” conclusi.

 

NOTE:

Eccomi qui! Come promesso questo capitolo mostra per la prima volta un POV Nicole e un POV Kevin, volevo infatti che fossero proprio i festeggiati a raccontarci la serata con gli amici, ma soprattutto volevo farvi entrare nella mente di ognuno di loro, farvi sentire i pensieri, le emozioni, le diverse tipologie caratteriali di questi due gemelli, che avete imparato a conoscere fin dalla loro nascita! Spero che vi sia piaciuto!!! Nicole ci racconta brevemente della sua storia con Jonathan, facendoci capire di esserne ancora innamorata, ci mostra i suoi sentimenti verso Kevin, il suo attaccamento a quel gemello che adora, nonostante i litigi sciocchi. Nicole è una ragazza in gamba, responsabile, altruista, un po' timida, ma sta ancora crescendo. Kevin invece ci racconta che aldilà del suo modo di scherzare e prendere in giro la sua gemella, in realtà ha un po' "paura" del distacco che presto saranno costretti a subire. Lui infatti andrà al college in Irlanda, lei a Seattle e non sono mai stati lontani l'una dall'altro. Come tutti i ragazzi Kevin è un tantino meno responsabile, vuole divertirsi con gli amici, ma spero che si sia notato in più punti del capitolo che non è un ragazzino scemo, ha dei pensieri profondi e attenti verso gli altri. Ultima precisazione prima di lasciare a voi la parola: la foto che trovate verso la fine del capitolo mostra Nicole e Kevin alla festa di compleanno, non è una manipolazione, è una foto vera, poichè i due attori che ho scelto per interpretarli (Victoria Justice e James Maslow) si conoscono realmente e sono molto amici. Vi confesso che, l'idea di scegliere proprio loro due per interpretare i miei gemelli, mi è venuta la prima volta in cui mi sono imbattutta in questa fotografia! Beh...aspetto di conoscere le vostre impressioni, spero che recensirete in molte!!!! A venerdì!

Vanessie

 

P.S: Ringrazio tutte voi che mi avete permesso di superare le 800 recensioni, grazie davvero <3

   
 
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