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Autore: Naomi Haruna Chan    18/03/2016    1 recensioni
Due bambini che compiono gli anni nello stesso giorno si trovano coninvolti in un incendio e della loro famiglia si salvarono solo i bambini e poi dodici anni dopo si rincontrano, ma nessuno dei due riesce a ricordarsi dell'altro. E come se non fosse abbastanza dovranno affrontare problemi, come primi amori, insicurezze e altre cose ancora. Cosa potrebbe succedere? Cosa ha causato l'incendio?
La risposta a questi e altri quesiti sono narrati in questa storia, quindi se siete curiosi: leggere.
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Coppie principali: [Kagome/Inuyasha][Sango/Miroku]
Altre Coppie: [Rin/Sesshomaru][Sota/Hitomi]
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Spero di non deludere le vostre aspettative.
P.S. In questa storia Inuyasha è un normale essere umano.
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Inizio delle lezioni (Parte 1)



–Ehi, tu! Sta attenta a dove metti i piedi!– esclamò il ragazzo con cui si era scontrata.
–Mi scusi.– riuscì a dire, mentre si rialzava in piedi e si ritrovò davanti un ragazzo molto più alto di lei con i capelli d'argento, ma lo guardò negli occhi per la timidezza.
–Ehi, non ti hanno mai insegnato che quando chiedi scusa devi guardare negli occhi della persona?– fece lui interpretando male il gesto di Kagome. Allora lei fece scorrere il suo sguardo fino ai suoi occhi e con sua sorpresa notò che erano color ambra come quelli di Sesshomaru.
–Ehi, ragazzina! Cosa ti prende ora?– le domandò lui notandò l'espressione sorpresa della ragazza.
–N-niente.– balbettò –Mi dispiace.– detto ciò abbasso lo sguardo a terra, lo superò e si diresse verso la classe 64.
Kagome arrivò alla porta della profesoressa Kaede e bussò. Niente, nessuna risposta  e bussò una seconda volta, ma quando stava per bussare ancora la porta si aprì e c'era una donna sui venticinque anni sulla soglia della porta.
–Buon giorno, cara. Prego accomodati.– fece sedere Kagome in una delle due sedie che erano davanti alla scivania e poi si sedette anche lei.
–Sei venuta per iscriverti al commitato per l'organizazione del ballo?– le chiese.
–Sì, professoressa.–
–Ecco, scivi qui il tuo nome e cognome e il numero di cellulare, prego.–  disse la donna dandole un foglio e così prese la penna e scisse i suoi dati.
–Professoressa, anche tre mie amice vogliono partecipare.–
–Ma certo. Scrivi, pure, anche i loro nomi.– e dopo che Kagome ebbe finito prese in mano il foglio.
–Bene perfetto, allora ci vediamo mercoledì alle sedici per il primo incontro.– disse sorridendo e le due si salutarono.

–Kagome, siamo tutte e tre nella stessa classe.– disse Sango quando la vide arrivare.
–Ma è fantastico!– ma poi notando l'assenza di Rin –Dov'è andata tua sorella?– chiese a Ayumi.
–È andata via con Hitomi, la sua migliore amica.–
–Hitomi, hai detto? Hitomi Ito?– chiese sorpresa Kagome.
–Sì, perché?–
–È la ragazza di mio fratello!– esclamò Kagome.
–Sì, ce lo ha appena detto.– dissero le due amiche insieme.
–E non vi sembra strano?–
–Ma cosa?– chiese Ayumi non capendo.
–Beh, il fatto che in qualche modo molte delle persone che incontro qui si conoscono!– esclamò lei.
–No, affatto. Secondo me guardi troppa TV.– disse Sango.
–Beh, forse hai ragione. – disse lei alla fine poco convinta, ma le altre non ci fecero caso e si diressero insieme verso la loro classe, ovvero la numero 12.
La classe era enorme: c'erano tre finestre giganti, tre termosifono e un condizionatore in fondo alla stanza; i banchi erano disposto in tre collonne, quella al centro era da tre posti, mentre quelle ai lati da due; e c'erano in tutto sei file; la cattedra era leggermente rialzata e sopra c'era pure un microfono, probabilmente usato nel caso non si sentisse bene la voce dell'insegnante.
Le tre ragazze decisero di sedersi in prima fila nel mezzo, anche se le proteste di Ayumi non mancarono: sosteneva che stare in prima fila fosse da secchioni. Ma alla fine dovette cedere, perché sarebbe stato inutile cercare di convincere Sango o Kagome. Ben presto la classe si riempì lasciando liberi solo i posti dietro le tre ragazze. In quel momento entrò anche una donna bionda con gli occhi azzurri.
–Good morning, everybody! My name is Sofie White and I am yuor English teacher.– disse dopo aver chiuso la porta ed essersi seduta sulla cattedra. In quel momento bussarono alla porta e dopo un suo "Come in!" la posta si aprì ed entrarono due ragazzi, uno con gli capelli d'argento lunghi e l'altro neri. Kagome vedendoli abbassò lo sguardo avendo riconosciuto il ragazzo che aveva scontrato.
–Ci scusi per il ritardo, professoressa.– fecero in coro.
–Per oggi, che è il primo giorno, va bene; ma la prossima volta: no, capito?– disse loro l'insegnante con un accento inglese. In due annuirono e vennero mandati a sedere dietro alle tre ragazze.
–Bene, ora vi consegnerò un mini-test.– cominciò a dire ed erano già partite le lamentele del tipo "Cosa? Oggi è solo il primo giorno di scuola!", "No, ma non è giusto." o "Si può sapere perché ce lo siamo meritati?" –Calma ragazzi, il test mi servirà solo per sapere a che livello siete: A1, ma spero di no, A2, B1 o B2, se mai sia possibile. Infatti il test è strutturato in quattro parti, uno per ogni livello. Fate quel che riuscite e non copiate, perché tanto non varrà come voto.– li calmò la professoressa e consegnò i fascicoli composti da quattro pagine e iniziarono, aveva a disposizione circa due ore.
Kagome trovò il test facilissimo, finì la prima parte in soli dieci minuti; per i suoi standard erano tutti esercizi facilissimi, avendo studiato per un anno a Londra, un altro a New York, un altro ancora a Sydney e infine uno a Seattle, per via del lavoro del pedre.
Ayumi, invece, non se la stava cavando granché. Sì era riuscita finire la prima parte del test in mezz'ora e poi quasi tutta la seconda parte, ma della terza riusci a fare sì e no due esercizi, così decise di dare un'occhiata alla quarta parte, che le sembrò arabo, erano troppo difficili per lei.
Sango, invece sembra cavalsela piuttosto bene, anche se non quanto Kagome: aveva terminato la prima parte in meno di venti minuti e poi complettò anche le altre e arrivata alla quarta parte completò quelli che a lei sembrarono più semplici e a dieci minuti dalla campanella della ricreazione ricontrollo tutto per bene. Al suono della campanella l'insegnante ritirò i test e li salutò.
–Ah, non ne potevo più!– si lamentò la ragazza mettendosi le mani nei suoi capelli corti –Non poteva andare a vedere i risultati dei nostri esami dello scorso anno?–
–Su, non lamentarti, non era mica uno di quei compiti impossibili.– la interruppe Kagome.
–Ma cosa? Non hai visto gli ultimi esercizi? Sembravono scritti in un'altra lingua!–
–Non esagerare! Sì, erano complicati, ma ora esageri!– s'intromise Sango.
–Va bene, ho capito. Lasciamo stare.– disse e mentalmente aggiunse un "secchione".
–Ciao, Inuyasha-kun!– disse una ragazza - che per certi versi somigliava a Kagome, se non fosse per la tonnellata di trucco e i tacchi che si era messa - si avvicinò al ragazzo interpellato –Siamo di nuovo in classe in sieme, sei contento?– –Non particolarmente.– commentò schietto il ragazzo per poi rivolgere un sguardo all'amico che intercettò subito, così i due si alzarono e so diressero verso la porta.
–Dai, Inuyasha-kun, non eseere così cattivo.– disse andandogli dietro seguita dalle sue due compagne di banco.
–Kikyo è la solita. Si metterà mai intesta che Inuyasha non la guarderà mai?– chiese Ayumi.
–Ne dubito fortemente.– le risppsa Sango, che poi vedendo la faccia interrogativa che aveva assunto l'altra amica aggiunse –Kikyo è quella ragazza che un po', ma veramente poco, ti assomiglia. Ha una cotta per Inuyasha da tempo, ma lui manco la sopporta.–
–Capito, ma perché non le da una possibilità.– dopo aver detto quelle parole le due amiche la guardarono come se avesse detto la più grande sciocchezza del mondo.
–Kagome, Kagome, Kagome.– dissa Sango scuotendo leggermente la testa e alzandosi mise una mano sulla testa dell'amica –Tu non capisci. Kikyo è... anzi non te lo dico, tanto lo scoprirai presto e sarai dacordo con me.– e si rimise a sedere.

   
 
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