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Autore: LorasWeasley    19/03/2016    11 recensioni
AU [Solangelo|Caleo|Percabeth|Frazel|Jasper]
"-Prima di iniziare voglio ricordarvi che questo non è un gioco, non vi state allenando, qui se sbagliate siete morti. Siete i migliori ragazzi in addestramento che siamo riusciti a trovare, venite da diverse parti del mondo, ma ci servite tutti.
...
Spero di non aver sbagliato a fidarmi di voi. Riuscite a portare a termine questa missione e tutto il mondo vi ricorderà come degli eroi."
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'CIA'
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27.Conversazioni notturne


Percy si svegliò in piena notte per via di un tuono.
Per un attimo pensò di star ancora sognando visto che a pochi centimetri dal suo viso si trovava Annabeth.
La ragazza aveva la bocca leggermente socchiusa, il respiro regolare e i biondi capelli ricci sparsi sul viso e sul cuscino in un ammasso informe.
Percy si perse a fissarla, non riusciva a credere a quanto fosse bella e contemporaneamente intelligente.
Così straordinaria in tutto ed estremamente lontana da uno della sua portata.
E poi reagì senza neanche pensare.
Non che lui pensasse spesso prima di fare ciò che gli passava per la mente.
Si protese in avanti e poggiò le labbra su quelle di lei, sfiorandole delicatamente.
Ci restò solo qualche secondo, ma quando si scostò non poté fare a meno di notare come Annabeth fosse sveglia.
I suoi occhi, di un grigio tempestoso, lo stavano scrutando intensamente, quasi a volergli leggere l’anima.
Percy si sentì sotto analisi, si mosse inquieto distogliendo lo sguardo dal suo.
Alla fine si schiarì leggermente la gola e mormorò –Ti prego, non prendermi a calci.
Stava chiaramente ricordando il loro primo bacio, aveva ancora i traumi dopo quel giorno.
Lo ricordò anche la bionda, infatti si aprì in un sorriso divertito.
Alzò anche gli occhi al cielo, infine lo afferrò per la nuca e lo riportò sulla sua bocca.
Successe tutto così in fretta che Percy non si rese conto di quello che stava succedendo fino a quando non se la trovò a cavalcioni sopra il suo bacino.
Non che avesse qualcosa da lamentarsi, più che altro sentiva il cervello annebbiato.
Era uno di quei momenti che magari aspetti da sempre, ma che sai non succederanno mai.
Quando si staccarono per riprendere fiato, Annabeth lanciò un’occhiata all’altro lato della stanza, più precisamente al letto intatto del compagno di stanza del ragazzo.
-Penso che domani dovremo ringraziare Will.
Percy annuì e rispose con voce roca – Decisamente.
Poi tornò sulle sue labbra.
[il capitolo continua qui --> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3409519]
 
Chris sbadigliò mentre trascinava i piedi verso l’ufficio del suo capo.
Aveva sonno e freddo.
I corridoi deserti erano completamente gelidi, soprattutto mentre infuriava quel temporale, con gli spifferi che passavano tranquillamente i vetri delle finestre e l’acqua che gocciolava dentro dalle parti più malandate.
A circa metà strada incontrò Reyna, sembrava molto più sveglia di lui.
-Hai idea del perché ci ha chiamato a quest’ora?- Le chiese affiancandola.
-No, ma sicuramente sarà importante.
Andarono insieme in silenzio, gli unici rumori provenivano dalla pioggia e dal vento che scontravano le finestre.
Fuori era totalmente buio.
Quando entrarono nell’ufficio, completamente illuminato e immacolato, vi trovarono già Ottaviano.
Il signor McLean era seduto dietro la sua scrivania, aveva un tablet in mano e stava scorrendo qualcosa con l’indice.
-Signore- lo salutarono entrambi i ragazzi appena arrivati.
L’uomo non rispose, continuò a far scorrere l’indice e gli occhi su quello schermo illuminato.
Fu dopo qualche minuto che, continuando a non staccare gli occhi dal suo lavoro, chiese –Sapete dirmi perché, secondo voi, la CIA ha inviato un gruppo numeroso?
Silenzio.
-Siete così incompetenti da non sapermi trovare neanche una risposta?
Fu a quel punto che Reyna si schiarì la gola e provò –Perché hanno più possibilità di riuscita.
-Oh si. Adesso sai dirmi il perché non avrebbero dovuto mandare un gruppo così numeroso?
La ragazza si morse il labbro –Perché sono più scoperti nella difesa?
-Anche- l’uomo posò il tablet sulla scrivania, si protese in avanti incrociando le mani tra di loro.
Li fissò intensamente, ognuno di loro, poi fece un sorriso quasi sadico.
-Ma soprattutto, perché è certo che uno, alla fine, tradisce sempre.
Chris sbatté le palpebre confuso.
-Chi pensa che lo farà, signore?
-Non lo penso. Io già lo so.
-E come?- Chiese Ottaviano scettico. Tra tutti, lui era quello più rozzo che faticava a parlare con il giusto rispetto.
Di solito il signor McLean ci teneva al rispetto, ma in quel momento sembrava troppo eccitato per farci caso.
Rispose senza togliersi quel sorrisetto sadico dal volto, mentre gli occhi gli si illuminavano.
-E’ venuto lui da me. Questa notte.
-E chi è?- Chiese subito Reyna.
-Tutto a suo tempo.
Chris divenne ancora più curioso, ma sapeva che se avesse iniziato a discutere con il suo capo, sarebbe stata l’ultima sua azione.
L’uomo continuò, con un tono totalmente diverso. Quasi come un nonno che spiegava il senso della vita ai propri nipoti.
-Dovete capire che tutti vogliono qualcosa. Tutti hanno qualcosa o qualcuno che proteggerebbero fino alla morte. E loro non sono un’eccezione. Lui è stato il primo a capire davvero chi avrebbe vinto alla fine, non ha perso tempo a dettare le sue condizioni.
-Quindi li abbiamo in pugno.
-Non ancora, si deve convincere per bene. Ma alla fine sarà nostro.
 
Nico rientrò in camera chiudendosi la porta alle spalle nella maniera più silenziosa che conoscesse.
Ma Will era sveglio e si accorse comunque di lui.
-Dove sei stato?- Sussurrò per non svegliare Leo.
-In bagno- rispose troppo velocemente il moro.
Mentre si avvicinava al suo letto domandò – Perché non dormi?
-Perché dà calci e gomitate a non finire. Almeno se sto sveglio riesco a evitarle.
Nico sghignazzò poi, senza pensarci realmente, disse – Avanti vieni.
-Davvero?- Will lo chiese mentre, comunque, si era già alzato portandosi dietro il suo cuscino, non voleva che il moro cambiasse realmente idea.
Lui alzò le spalle avvicinandosi al muro per fargli spazio – Sei stato tu a chiamarmi “piccoletto” il primo giorno o te lo sei scordato? Staremo abbastanza comodi anche in due, ma non toccarmi.
Will non sentì l’ultima frase o forse la ignorò volontariamente.
Quando si stese accanto a lui, a pancia in su, con le mani dietro la testa, allungò lentamente una gamba per sfiorare quelle del più piccolo.
-Nico?
-Mh?
La loro era un susseguirsi di sussurri praticamente inudibili, in ogni caso Leo non sembrava uno che si svegliasse facilmente, ma aveva avuto comunque il loro stesso allenamento, era programmato a svegliarsi al minimo rumore.
-Ti ringrazio per non avermi accecato quel primo giorno, ci tengo molto ai miei occhi.
Nico grugnì qualcosa di incomprensibile, poi continuò – Sta zitto e dormi, Occhi Blu.
Ma Will non aveva lo stesso pensiero, mentre sorrideva per il suo nuovo soprannome, anche se molto probabilmente Nico l’aveva detto come un’insulto, mosse di nuovo la sua gamba portandola accidentalmente sopra il cavallo della tuta che Nico usava per dormire.
Lo sentì sussultare.
Iniziò a muoverla lentamente, accarezzando il suo membro, nascosto ancora sotto gli strati di tessuto, che diventava sempre più duro.
Sentì il respiro di Nico accelerare mentre con voce leggermente spezzata chiese – Che stai facendo!?
-Io? Assolutamente nulla.
Si girò a fissarlo con uno sguardo completamente angelico.
Notò che il più piccolo aveva le guance leggermente rosee, lo trovò adorabile.
Con la gamba fece un nuovo movimento circolare e Nico scattò.
Gli si mise sopra a cavalcioni, le mani sul cuscino ai lati della sua faccia.
I loro visi erano così vicini che Will avrebbe potuto baciarlo.
L’avrebbe anche fatto, se solo Leo non avesse deciso di scegliere proprio quel momento per lamentarsi di qualcosa di totalmente incomprensibile nel sonno.
I due ragazzi si bloccarono all’istante trattenendo anche il respiro.
Quando sembrò che Leo non volesse davvero svegliarsi Nico tornò a puntare il suo sguardo lucido su quello di Will.
-Questa te la faccio pagare.
Poi rotolò di nuovo via da lui, rannicchiandosi su se stesso e fissando il muro, dandogli le spalle.
-E adesso dormi, prima che ti rispedisca nella tua stanza. E non toccarmi più.
Will sorrise divertito – Buonanotte bellissimo.
Nico fece un’altra specie di grugnito.
Il biondo, questa volta, gli diede retta e non lo sfiorò più neanche per sbaglio.
Ma quando la mattina dopo Will si svegliò, lo trovò che dormiva beatamente sul suo petto mentre con un braccio gli circondava il fianco.
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Buongiorno!
Come avevo già detto, questo è un capitolo molto importante!
Anche se avrò poche cose da dire...
Insomma, ci sono la Solangelo e la Percabeth che fanno decisamente passi avanti.
E poi c'è la parte centrale... io per ora non dico nulla, solo che ho lasciato in giro per il capitolo qualche indizio per capire chi sia la potenziale spia... commenti??
Alla prossima settimana!
Deh
  
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