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Autore: EllyBeth    19/03/2016    1 recensioni
Konnichiwa minna!
Eccomi con una nuova storia con i personaggi di Fairy Tail!!! Ovviamente NaLu, è una one-shot "pirati", giusto perché non mi va di fare una long sui pirati (ce ne sono già abbastanza direi). Quindi ecco a voi il duro lavoro di quattro giorni di scrittura: tredici pagine di word (applausi prego)! No ok basta, vi do' una assaggio della storia:
*Un fuoco che mi brucia dentro, che attende quel bacio, una fiamma che, se lasciata incustodita, potrebbe consumarmi il cuore. Le poso dolcemente una mano sulla guancia, iniziando ad accarezzarla piano, con il pollice, guardandola con un leggero sorriso sulle labbra. Con il braccio libero la afferro per la vita, portandola sopra di me. La mano che sostava sulla sua guancia si sposta velocemente sul suo collo, la attiro a me, e la bacio. Lei mi lascia fare, e insieme chiudiamo gli occhi.
Iniziamo a muovere la labbra in modo perfettamente sincronizzato, e quando lei con la lingua mi accarezza il labbro inferiore mando al diavolo i miei progetti di mantenere la calma.
Poi la fiamma diventa un incendio.*
Spero vi piaccia ^^
Buona lettura da Kiry-chan
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Capitano! Capitano, i pirati ci attaccano!- sì ed io sono il Re del Cielo...
 -E perché mai dei pirati dovrebbe attaccare altri pirati?- domando scettico, continuando a tenere gli occhi chiusi. Probabilmente è un altro scherzo di Gray e Gajeel per non farmi dormire. E la cosa mi da' parecchio fastidio, dato che tra attacchi ai galeoni reali e alle città portuali non ho mai tempo per riposare. Per questo motivo oggi avevo chiesto a tutti di non disturbarmi mentre dormivo, non ne avrei più avuta l'occasione per molto tempo. Ma a quanto pare il fato vuole che io non dorma più. -Jet, va' a dire al ghiacciolo e al ferro vecchio che non ci casco, e che se vogliono farmi alzare devono trovare una scusa migliore e di cacciare questi pericolosi "pirati".- dico in un chiaro invito di andare via. Jet è un bravo ragazzo, simpatico ma a volte un po' asfissiante e appiccicoso; la nostra cartografa di bordo, Levy, lo sa bene cosa significa essere costantemente in compagnia di Jet e del suo amichetto Droy. Certo però che almeno Jet in alcune occasioni si rende utile: data la sua incredibile velocità, fa da messaggero. Tra noi e il sovrano del regno di Fiore per esempio, ma anche tra noi e i pirati.
 I pirati sono tutti legati tra di loro diciamo, o almeno nel nostro regno. Come se fossimo gli stati di un Paese potente ci aiutiamo a vicenda, ci sosteniamo, come una grande famiglia. Per questo mi sembra improbabile, se non impossibile, che dei pirati ci attacchino.
 -Non credo che i pirati siano intenzionati ad andarsene capitano.- mi dice preoccupato. Ma sta dicendo sul serio allora? Dei pirati ci stanno attaccando seriamente? A noi? A Fairy Tail?
 Apro un occhio guardandolo storto, restando però fermo nella mia posizione: sdraiato supino con le braccia dietro la testa.
 -E che pirati dovrebbero essere, sentiamo.-
 -Si sono presentati come… I Pirati del Cielo.- devo impormi di non ridere e di non insultarlo, devo impormi di non ridere e di non insultarlo.
 Sto per aprire bocca quando un rumore proveniente da fuori la mia stanza, anche se sarebbe più opportuno chiamarla cabina, mi interrompe. Aggrottando le sopracciglia mi alzo dal mio giaciglio, un'amaca, intuendo che dietro a tutto questo non ci sono Gray o Gajeel, ne qualsiasi altro membro della mia ciurma. Di conseguenza prendo due pugnali: uno lo metto nello stivale, l'altro lo tengo in mano. Poi prendo la mia fidata Igneel, ancora dentro al suo fodero.
 Igneel, la spada che da generazioni si tramanda nella mia famiglia dal suo primo spadaccino, appunto Igneel, l'uomo da cui prende il nome, fino a me, il capitano della ciurma di Fairy Tail, Natsu Dragneel.
 Sono molto conosciuto per via del mio bizzarro colore di capelli, uguale a quello dei fiori di ciliegio, e ovviamente per la mia reputazione come pirata e come discendente di Igneel Dragneel, il più feroce e pericoloso pirata che abbia mai solcato i mari del regno di Fiore.
 Facendo a Jet segno di seguirmi esco dalla cabina, e subito mi trovo davanti Luxus che mi sbraita contro poiché non arrivavo più etc etc... Le solite moine che io voglio del resto evitare. Così passo con agilità tra le sue gambe, per poi osservare la guerra civile dei pirati: i membri  della mia ciurma combattono fianco a fianco contro circa un centinaio di persone. Tra questi ne spiccano tredici, che con agilità infilzano e schivano, saltano e girano.
 Ma ora c'è da chiedersi chi è il loro capo, così da sfidarlo e, in caso di vittoria, mandarlo via insieme ai suoi uomini. Anche se non sono tutti uomini, noto anche qualche donna.
 Con lo sguardo cerco chi potrebbe avere le sembianze di un capitano e subito mi salta all'occhio un uomo agile e veloce, che con una frusta e una spada in mano respinge gli attacchi di dieci dei miei uomini contemporaneamente. A occhio e croce dovrebbe avere circa la mia età, se non più piccolo. Dietro di lui un bambino che impaurito tiene stretto il mantello di cui l'uomo che sta combattendo indossa, così da non farmi vedere il suo volto.
 Se la lotta dovesse andare male, il bambino sarebbe un'ottima esca. Prima di andare a dichiarare guerra all'uomo, decido di dire a Jet due cose. Così mi allontano dalla scena, notando comunque che l'incappucciato li abbia feriti tutti.
 Maledetto...
 -Jet!- quando finalmente ottengo l'attenzione del ragazzo gli spiego il mio piano, e quando lui fa cenno di aver capito ritorno sui miei passi, fino a quel maledetto che ha ferito la mia famiglia.
 Mi fermo davanti a lui e urlo, in modo che tutti mi sentano -io ti sfido!-. In quel momento ogni rumore attorno a noi cessa, e sento gli sguardi di ogni persona presente su questa nave posarsi su di me. L'unico che non mi guarda è proprio l'uomo che ho appena sfidato, che sembra guardarsi in giro in cerca di una risposta. Il suo sguardo, per quanto io possa vedere attraverso il suo cappuccio, si posa su un punto in particolare, e poco dopo un ragazzo urla una frase che mi rimanere scioccato. Cerco di non darlo a vedere e continuo a cercare lo guardo del mio avversario. Quindi è lui, il famoso Re del Cielo? Faccio un ghigno. Bene, un motivo in più per batterlo. -Allora, questa lotta?- dico tirando fuori Igneel, quando un colpo improvviso mi fa fare un salto all'indietro. Ringrazio i miei riflessi perché altrimenti in quel momento mi troverei con una spada conficcata in gola! Ma non faccio in tempo a pensare alle conseguenze di quell'attacco se non avessi avuto i riflessi che fortunatamente ho che un altro attacco mi fa fare un balzo all'indietro ed esultare la ciurma nemica. Ringhio, adesso si fa sul serio.
 Lo attacco in tutti i modi possibili, ma lui evita ogni colpo saltando o girando su se stesso, quasi come se stesse ballando. Quando alla fine gli tiro un fendente lui salta e atterra sulla lama di Igneel, bloccandomi ogni movimento con il braccio destro. Poi mi punta la punta della sua spada alla gola e, balzando giù dalla mia lama, si porta dietro di me, rubandomi con una mano il pugnale che tenevo nello stivale. Come faceva a sapere che ci tenevo un'arma? Me la porta ala gola, bloccandomela tra due lame, poi si avvicina al mio orecchio e mi sussurra, solleticandomi l'orecchio, un sottile -ho vinto-. Quella voce... Con un timbro dolce, fine, cercato inutilmente di essere mascherato da un tono da uomo, roco e duro. Ma non si può niente contro il mio udito, la sua è proprio una voce da donna. Incredibile come quello che tutti conoscono come il grande Re del Cielo sia in realtà la Regina del Cielo. Una regina con un punto debole.
 -Jet!- urlo, attirando l'attenzione della ragazza che mi ha incredibilmente battuto sul ragazzo biondo che sta posizionando la passerella proprio dove gli ho detto di metterla. Ma ciò che cattura l'attenzione della cosiddetta Regina è qualcos’altro, qualcosa di piccolo e gracile, dai capelli blu e gli occhi marroni, di piccola statura e dolce sguardo. Quello che credevo fosse un maschio, alla fine si è rivelata una bambina. Una bambina a cui la mia avversaria deve molto tenere, poiché fa cadere a terra le due armi, tenendo le braccia sospese ai lati del mio collo. Ne approfitto per portarmi dietro di lei puntandole Igneel alla gola, ma lei non reagisce.
 -Ora tu farai una bella passeggiatina su quella passerella- comincio mentre le lego le mani dietro la schiena. -sempre che tu non voglia che ci vada la bambina…- sogghigno infine. La sento digrignare i denti e allora lascio che si liberi della mia stretta, in ogni caso ha le mani legate. La osservo mentre corre incontro alla piccola, ma neanche il tempo di arrivare a lei che Jet si trova già dall’altra parte del ponte. Mi avvicino lentamente a lei che inutilmente cerca di riprendersi la bambina. Quando si ferma per riprendere fiato, la prendo rudemente per il polso, strattonandola in modo che mi guardi. –Allora ci vuoi salire o no su quella passerella?- chiedo malizioso, indicandole con il mento quest’ultima. Lei si gira di scatto, senza far cadere però il cappuccio. Guarda fisso la piccola che sta in piedi sulla passerella, cercando di capire quale sia l’azione migliore da fare in quel momento. La bambina la guarda implorante, cercando di liberarsi il braccio; deve farle molto male, a giudicare dalla smorfia di dolore che alleggia sul suo viso infantile. E di questo particolare deve accorgersene anche la ragazza, perché si gira nuovamente verso di me, e alzando il capo fiera, dice: -Portami alla passerella.- Sorrido, e faccio segno a Jet di portare via la bambina. Trasporto la ragazza fino al pezzo di legno, per nulla intenzionato a fare tante cerimonie.
 -Qualche parola d’addio?- chiedo laconico. Lei assottiglia gli occhi, almeno credo, e poi si gira verso di me, dando un calcio ai miei gioielli di famiglia. Spalanco gli occhi dalla sorpresa, ma poi il dolore prende il sopravvento e le lacrime risalgono lungo i miei condotti lacrimali. La rabbia monta, e con furia butto la ragazza, che sta sogghignando sadicamente, in mare. Chissà se riderà ancora dopo questo.
 Mi alzo in piedi nascondendo il dolore alle parti basse, poi ordino duramente alla ciurma avversaria distrutta dal dolore di andarsene. Loro se ne vanno senza protestare, mentre io mi chiudo in cabina urlando agli altri di non disturbarmi.
 Mi sbatto la porta alle spalle e mi tolgo le armi di dosso, riponendo con estrema cura Igneel sul letto. Comincio ad accarezzarmi la sciarpa regalatomi da mio padre che porto al collo da quando sono nato, pensieroso. Chi era veramente quella ragazza? Anzi, da quando una donna diventa pirata? E non uno qualunque, no, il pirata più conosciuto dei sette mari! Una donna! Il che è inconcepibile! Sarebbe come dire che… Sbaglio o era un fruscio?
 Mi volto di scatto, ma non c’è nessuno. Ma certo, che stupido! La porta è chiusa, come fa qualcuno ad entrare?
 Un dolore acuto mi trafigge la spalla, e per non urlare mi mordo il labbro inferiore. Ma che…
 Un leggero fruscio dietro di me mi fa aggrottare le sopracciglia. L’oblò è chiusa, l’aria non è stata, e il dolore alla spalla lo testimonia. Ci porto sopra una mano, ma un liquido vischioso me la fa immediatamente togliere. Me la porto davanti al viso e ciò che vedo mi fa rabbrividire: sangue.
 Qualcosa di umido e setoso mi sfiora il collo, e quando abbasso lo sguardo con orrore vedo che sono capelli dal colore del grano. Un leggero respiro mi solletica la guancia, e la voce femminile e dolce che parla poco dopo è capace di farmi accelerare il battito cardiaco. Non appena la ragazza smette di parlare tutte le sensazioni svaniscono, lasciandomi un vuoto dentro. Voltandomi noto che tutto ciò che sta dietro di me sono solo la mia amaca e l’oblò. È aperto. Corro a chiuderlo, terrorizzato all’idea che quel pirata possa entrare di nuovo. Non posso essermi immaginato tutto, dato che il dolore alla spalla, così come il sangue che perde, non potrebbe essere più vero di così… E quella voce… Senza dubbio era colei che avevo buttato giù dal trampolino. Ed è ancora viva… Poco importa. Tanto, come mi ha detto lei poco fa, “così siamo pari…

***

-Quanto manca ancora?-
 -Siamo quasi arrivati capitano.- dopo che quella maledetta mi ha ferito abbiamo dovuti, per ovvie necessità, sbarcare. Per fortuna eravamo nei dintorni di Hargeon, la città dove i pirati si radunano per il punto della situazione una volta all’anno per nominare il così detto “pirata capo”. Tutti vorrebbero nominare “il Re del Cielo”, ma quest’ultimo, o per meglio dire, quest’ultima, non viene mai ai nostri raduni. Quindi, fin ora, il capo indiscusso resta Gildarts, il mio vecchio.
 Finalmente noto in lontananza l’ospedale della città, Cat Shielder. Sospiro di sollievo. Lì sono molto bravi e io, che di ferite in combattimento ne prendo tante, ne so qualcosa.
 Entriamo nel palazzo a forma di gatto blu, e subito notiamo che è deserto. Beh, in effetti tutti i pirati in questo periodo dell’anno sono via. Questo vorrebbe dire che anche il proprietario dell’ospedale non c’è. Mi chiedo allora chi lo sostituisce.
 Le mie domande non rimangono per molto senza risposta, poiché una prosperosa ragazza dai capelli biondi come il grano e due grandi occhi color cioccolato fa il suo ingresso in quella che è la sala d’aspetto, mentre al suo fianco cammina un gatto blu. Sta osservando delle cartelle, ma non appena ala lo sguardo e incrocia i miei occhi piega la testa di lato, incuriosita, quasi stesse facendo una domanda. Il suo sguardo si fa più duro, anche se ciò non le toglie il suo sorriso mozzafiato. Però… Sembra malinconica.
 -Sorellona chi è?- una vocina allegra e spensierata, nonché infantile, fa ingresso nella sala assieme ad una bambina dai lunghi capelli blu e gli occhi marroni. Non appena mi vede spalanca gli occhi sobbalzando spaventata, per poi andarsi a nascondere dietro alla biondina in una posizione che ho già visto.
 Spalanco gli occhi rendendo mi finalmente conto di chi ho davanti. Queste qui mi fanno fuori.
 -Su Wendy- dice la ragazza, apparentemente tranquilla. –Accompagna lor signori nel mio studio.-
 -Ma onee-chan… Loro sono… Lui è…- balbetta la piccola.
 -Un paziente, esatto, e come tale dobbiamo curarlo. Portalo nel mio studio adesso, per favore.-
 S…si Lucy-san.- poi Wendy mi fa segno di seguirla ed io, ubbidiente, lo faccio. La blu mi porta in una sala che ormai conosco come le mie tasche: la macchia di muffa, i topi sulla mensola, un cuore sulla libreria… Tutte cose che ricordano una biblioteca, alla fin fine. La bambina mi fa accomodare su una sedia –ed ecco la macchia di the che non hanno mai pulito da quando, a nove anni, c’è l’ho rovesciata sopra- e mi dice balbettante di aspettare l’arrivo della sua “onee-chan”.
 Non devo aspettare molto. Dopo appena due minuti Lucy, così credo si chiami, si siede davanti a me, e senza darmi il tempo di dire niente, inizia a parlare.
 -Natsu Dragneel, vent’anni, erede di Igneel, di cui possiede la spada, figlio del “Re dei Pirati” e aspirante erede a quest’ultima carica. Impulsivo, testardo, e le donne osano dire bravo a soddisfare i bisogni… Sessuali.- arrossisce, mentre io sogghigno divertito. –Di natura ingenuo e stupido- qui è il suo turno di sogghignare –e incapace di lottare contro una donna senza ricorre ad imbrogli.- touché. –Diagnosi: ferita alla spalla provocata da un piccolo pugnale dalla lama in ferro puro. Prescrizione: bendare e cambiare la benda ogni giorno, senza dimenticarsi di pulire prima la ferita. Ora alzati.- senza protestare mi alzo in piedi. –Ora togliti la maglietta così che possa vedere la ferita.- ubbidisco subito. –Bel lavoro, bel lavoro… Alza il braccio.- non appena eseguo il suo ultimo ordine con un fazzoletto bagnato mi pulisce sangue e sporcizia dalla ferita, per poi bendare il tutto.
 -Prima colpisci a morte i tuoi avversari e poi li curi? Che strano metodo per acchiappare ragazzi.- dico malizioso.
 -Io non ti ho affatto ferito a morte.- dice ovvia, concludendo la sua opera. Muovo il braccio per adattarlo alla fasciatura.
 -Il concetto è quello.-
 -Tra la morte e una ferita c’è una bella differenza.- senza scomporsi afferra delle cartelle con una mano, mentre con l’altra mi spinge “gentilmente” fuori dallo studio. –E ora, se non ti spiace, dovrei lavorare.-
 -Mi spiace a dir la verità.-
 -A me no. Mi spiace ma non può funzionare. Addio.- sta per chiudermi fuori dall’ospedale ma riesco appena in tempo ad infilarmi nella porta.
 -E chi parlava di relazioni?- mi guarda scettica.
 -Senti Natsu, non ho intenzione di relazionarmi con nessuno a parte la mia ciurma, d’accordo? E ora sei pregato di andartene.- dopo di che mi spinge di nuovo fuori. Ma io ho un asso nella manica, per conquistarmi anche questa.
 -Lo sai vero, che io sono l’unico a conoscenza del tuo piccolo segreto? E che per tenermi la bocca chiusa ci vuole molto, ma molto lavoro?- dall’altra parte odo solo il silenzio, ma dopo pochi secondi un bigliettino sbuca dalla serratura della porta. Lo prendo e immediatamente leggo “Domani alle sette di sera a villa Heartfilia”. Sorrido soddisfatto, per poi mettermi in tasca il foglietto. Sorridendo ebete mi incammino verso la mia nave.
 Oh Lucy, sarai mia.

***

-Mi chiamo Lucy Heartfilia, ho diciotto anni, e come avrai capito dal nome sono la figlia di Jude Heartfilia. Non a caso di ho detto di presentarti qui, perché questa era casa mia. Lo so che volevi sapere del mio passato, perciò mi sono preparata. Dovevo sposarmi a quindici anni, e mio padre aveva già scelto il mio futuro marito. Io però non lo volevo, per cui inscenai la mia morte e feci credere a tutti di essere stata uccisa proprio da colui che mi avrebbe dovuta sposare. Scappai via dal regno di Fiore, e tornai solo un anno dopo, a sedici anni, quando mi giunse la notizia della morte di mio padre. Mia madre era scomparsa quando ero bambina, ma lei mi aveva insegnato come lottare. Era una donna forte, una pirata, prima che mio padre se ne innamorasse e la sposasse. Mi ricordo solo questo di lei. Tutti dicono che siamo uguali, ma io non ho abbastanza memorie da confermartelo. Comunque approfittai della mia capacità nella lotta e della mia agilità e divenni una pirata. Arruolai uomini con cui giocavo da piccola, e la mia domestica, Yukino. Un giorno, a quando avevo diciassette anni e la mia fama di “Re del Cielo” si era diffusa, incontrai in una nave una bambina, Wendy, che volevano fare schiava. L’ho salvata e adottata, per così dire, trattandola come se fosse mia sorella.
 -Il motivo per cui ho attaccato te e la tua ciurma è facile. “Fairy Tail” è il nome della ciurma di cui faceva parte mia madre. Con lei Gildarts e molti altri di cui non ricordo il nome. Credo qualcuno come Makarov. Sì certo, Makarov, il capitano! Vi ho attaccato per cercare Gildarts, ma lui a quanto pare non fa più parte della tua ciurma. E dire che Makarov voleva che Gildarts diventasse il nuovo capitano! E invece lo è suo figlio. Comunque, volevo vedere se Gildarts sapesse dove fosse mia madre, e dato che non c’ero ero intenzionata ad andarmene. Poi sei arrivato tu e ho dovuto battermi. Mi hai umiliata, sconfiggendomi on un trucchetto da quattro soldi, e io sono una persona vendicativa. Quindi ti ho ferito alla spalla che non ci impiegherà molto a guarire, in ogni caso.
 -Sono tornata qui e ho cercato Gildarts. Non appena l’ho trovato mi ha detto che era morta già sette anni fa. L’ho saputo giusto ieri, prima di tornare a Cat Shielder con Wendy. Ci lavoro nel tempo libero, quando tutti i pirati sono via. Poi sei arrivato tu e… Beh, il resto lo sai.-
 -È per questo che ieri sembravi così triste? Perché avevi appena saputo della morte di tua madre?- annuisce, continuando a guardare le stelle sdraiata sul prato vicino a me. –Perché vi chiamate Pirati del Cielo?-
 -Non lo so… Credo che sia perché agiamo solo quando il cielo è ben visibile. Ma non ha senso. Quindi credo che sia perché i membri principali della nostra ciurma, i più conosciuti, siano tredici, come le costellazioni principali: Loki, Acquarius, Gemini, Sagittarius, Cancer, Libra, Pisces, Scorpio, Taurus, Aries, Virgo, Capricorn e Ophiuchus. Poi abbiamo altri membri, e ognuno è soprannominato con il nome di una costellazione. In tutto, a parte me, Yukino e Wendy, siamo in ottantotto. Yukino è la Hime, Wendy è… Wendy, e io, a quanto si sente in giro, la Regina del Cielo. No in realtà Re. Avvertirai tu, vero, che sono una ragazza?- mi fa gli occhi dolci.
 -Solo se mi prometti di non parlare più così tanto.- ridacchio io.
 -Meglio essere considerati maschi o parlare poco… Parlo poco, parlo poco!- ci guardiamo negli occhi e poi scoppiamo a ridere. Incredibilmente in sole due ore siamo diventati amici, e ormai la conosco meglio di quanto non conosca Lisanna. Ma tra Lucy e Lisanna c’è una gran bella differenza. Lisanna mi sta sempre appiccicata, non si fa mai gli affari suoi, ha una voce che mi dà fastidio al solo pensiero. Invece Lucy è aperta, simpatica, non chiede mai niente di troppo, e ha una risata che non può fare a meno di coinvolgerti, tanto è dolce e genuina. Mi fa sentire in Paradiso con un semplice sorriso, il mio cuore batte all’impazzata e sento le guance colorarsi continuamente di rosso solo guardandola. Che sia questo l’amore? Quel sentimento che nessuno riesce a descrivermi? Perché se è così allora per me è facile. È come se lei fosse la mia aria, l’aria che mi entra nei polmoni. Ma non sono tanto sicuro che mi entri nei polmoni. Credo che il mio cuore si sia unito ai miei polmoni, e ora non posso fare a meno di respirare l’aria di Lucy, l’aria dell’amore. E mi piace. Tanto che mi viene voglia di baciarla. Senza andare oltre, un semplice e casto bacio. E se mai lei vorrà andare oltre, io la accetterò ben volentieri. Più amore per i miei polmoni.
 Smetto di ridere guardandola con occhi languidi per il desiderio, e quando lei se ne accorge la sua risata si spegne, mentre le sue morbide gote assumono il colore del fuoco. Un fuoco che mi brucia dentro, che attende quel bacio, una fiamma che, se lasciata incustodita*, potrebbe consumarmi il cuore. Le poso dolcemente una mano sulla guancia, iniziando ad accarezzarla piano, con il pollice, guardandola con un leggero sorriso sulle labbra. Con il braccio libero la afferro per la vita, portandola sopra di me. La mano che sostava sulla sua guancia si sposta velocemente sul suo collo, la attiro a me, e la bacio. Lei mi lascia fare, e insieme chiudiamo gli occhi.
 Iniziamo a muovere la labbra in modo perfettamente sincronizzato, e quando lei con la lingua mi accarezza il labbro inferiore mando al diavolo i miei progetti di mantenere la calma.
 Poi la fiamma diventa un incendio.
 Le nostre lingue iniziano a danzare, giocando insieme in una corsa infinita, e a quel punto siamo costretti a separarci per riprendere fiato. Ma la pausa dura poco. Con un gesto secco e rude la porto sotto di me, riprendendo a baciarla con passione. Lei risponde con vigore, facendomi per la prima volta eccitare per davvero. Ma non la voglio prendere. Non qui, non stasera. Per ora, mi basta un suo bacio.
 Ci baciamo fino all’alba, quando lei è costretta ad andarsene. Anch’io dovrei andare. Ci salutiamo con un ultimo bacio, poi ognuno prende la sua strada. Io alla mia nave, lei al Cat Shielder. E sorridendo ebete, mi viene in mente che stanotte, tra i baci, ci siamo fidanzati. Questo vorrebbe dire soltanto una cosa…

***

-Un altro ricco bottino per Fairy Tail!!!-
 -E ora possiamo darci finalmente alla pazza gioia!-
 -Tutti in taverna!-
 -Natsu, tu non vieni?- le gambe di Lucy mi compaiono davanti agli occhi, e alzandoli trovo la mia bellissima fidanzata guardarmi sorridente.
 -Vieni con me.- dico, alzandomi in piedi e prendendola per mano. La sento fare una risatina divertita, mentre mi chiede curiosa dove la sto portando. –Sorpresa.- la guido lungo le vie della città di Magnolia, mentre mi ritornano alla mente episodi come la nostra prima volta, il nostro primo figlio, Happy, e molti altri. Ma i nostro “primo” che voglio mostrarle è un altro. Uno che ha fatto sì che lei si unisse a Fairy Tail e diventasse mia moglie. E ora io sono il Re del Cielo. Mentre insieme siamo i Sovrani degli Spiriti Stellari.
 La guido su per la collina fino a villa Heartfilia. Ormai è già notte, e tutto va secondo i programmi. Mi volto verso Lucy e la vedo commossa.
 -Natsu questo è…-
 -Il luogo dove ci siamo baciati la prima volta, sì.- rispondo sorridendole, attirandola a me per la vita.
 -Oh Natsu, non me lo aspettavo proprio. Il luogo dove… Dove ci siamo anche fidanzati!-
 -Esatto. Ed è qui che volevo farti una richiesta…- mi inginocchio a terra, tirando fuori dalla tasca una scatolina. Lucy mi guarda emozionata. –Lucy, vuoi sposarmi?- le scendono le lacrime dagli occhi, poi mi butta le braccia al collo, baciandomi. –Lo devo prendere come un sì?- ridacchio io.
 -Sì sì sì sì sì, mille volte sì!!! Certo che ti voglio sposare testa calda!-
 -Sai che Happy vuole un fratellino**? Possiamo approfittare di questo momento per…-
 -Natsu!-
 

 
*cit. da Hunger Games
**alla fine Happy lo ha avuto il suo fratellino
 
   
 
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