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Autore: Shade Owl    21/03/2016    1 recensioni
Lawrence Powell è un giovane agente dell'FBI che da poco ha iniziato la sua carriera al Bureau, e già si trova per le mani un caso estremamente importante: quello di un sadico serial killer convinto di essere il figlio del demonio, ribattezzato dalla stampa "Devil's Child".
Nonostante la giovane età, Powell è convinto di conoscere la prossima mossa del killer, motivo per il quale decide di recarsi ad Orenthal, una piccola città in cui, se sarà fortunato, riuscirà a intercettare Devil's Child e ad arrestarlo, assicurandolo alla giustizia.
Ma qualcosa, ad Orenthal, non è come dovrebbe: le persone sono strane, e fatti via via più inspiegabili circondano le vite di molti, primo tra tutti il capo delle forze dell'ordine locali, il quale dietro il suo comportamento indecoroso sembra nascondere numerosi segreti...
Genere: Dark, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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Lawrence si svegliò con un piccolo gemito, steso sui cuscini di un letto d'ospedale. La spalla era stata fasciata, la ferita ricucita, il braccio appeso al collo con una benda. Accanto a lui c'era il direttore Bell, in piedi al lato del letto, che sistemava un vaso di fiori sul comodino.
- Ah… signore?- brontolò.
Sentendolo, Bell ebbe un piccolo sussulto.
- Ah! Powell! Sei sveglio!- esclamò, sciogliendosi in un sorriso.
Lawrence si strofinò gli occhi con la sinistra, cercando di recuperare l'orientamento: era nella fattoria con Devil's Child, ed era stato ferito, e poi…
poi è arrivato Anderson e…
Quello che era successo dopo era confuso, ma soprattutto allucinante e spaventoso. Aveva visto mostri, ombre, occhi di fuoco…
Follia allo stato puro.
Successivamente erano arrivati i paramedici, era stato caricato di corsa sull'ambulanza ed era stato portato via insieme a Will Sykes e ad Alis Donovan. Il resto era un mare di flash fino a quando non aveva incontrato il dottore dopo che lo avevano operato alla spalla. L'uomo, parlando con pazienza e professionalità, gli aveva spiegato che stava bene e che sarebbe guarito completamente. Non c'erano danni gravi alle ossa o alla cartilagine, e sarebbe stato dimesso molto presto. Per qualche tempo gli sarebbero stati prescritti e somministrati degli antidolorifici. Dopo le spiegazioni, il dottore lo aveva lasciato stare, così che si riposasse.
E ora che si era svegliato aveva trovato il direttore Bell davanti a lui.

- Io… cosa… cosa fa qui?-
- Beh, mi pare ovvio.- disse l'uomo, indicando i fiori con la mano - Oh, non sono miei, ovviamente. No, vengono dalla signorina Walker, dalla signora Anderson e dalla figlia di quest'ultima. Ti ringraziano e ti augurano di guarire presto. Mi hanno chiesto di portarteli, visto che sarei venuto a vedere come stavi. Sai, lo dovevo a tuo padre.-
Si sedette con un gemito sulla sedia lì vicino, sistemandosi la giacca scura.
- Allora… sembra che ti siamo tutti debitori.- disse.
Lawrence lo guardò confuso.
- In che senso?- chiese - E quanto… quanto è passato?-
Cercò di tirarsi un po' su, ma si sentiva ancora stordito dagli antidolorifici. Non aveva idea di quanto avesse dormito, ma non poteva essere passato molto tempo. Al massimo un giorno.
- Oh, solo una dozzina di ore dall'arresto di Devil's Child. Arresto di cui possiamo rendere grazie solo a te, a quanto dice lo Sceriffo.- disse Bell, ridacchiando in modo genuino - Mi ha raccontato di come hai intuito che le tracce di carbone potessero provenire da un edificio abbandonato e di come hai scoperto che era la vecchia fattoria fuori città. Ha anche ammesso di essersi precipitato lì appena gliel'hai detto, costringendoti a correre a salvarlo.- scosse la testa, smettendo di sorridere - Mi vergogno ad ammetterlo, ma pensavo che fossi andato sul posto di tua iniziativa, da solo e senza rinforzi. Invece l'hai fatto per fermare quell'uomo… e sei pure stato ferito. Quell'Anderson è veramente troppo, troppo emotivo. Ti ha messo in pericolo.-
Lawrence scosse la testa, senza capire: non era minimamente andata così.
- Dice comunque che non si scuserà.- sospirò Bell - Ho avuto una… ehm… vivace discussione con lui in merito a questo, almeno fino a quando la signora Anderson, Dio la benedica, non è intervenuta e l'ha trascinato via. In ogni caso sei un vero eroe, figliolo. Hai preso Devil's Child, hai salvato due vittime e quell'idiota dello Sceriffo e per di più hai arrestato un corriere della droga. Ho già raccontato tutto a tuo padre, è orgoglioso di te.-
Qualcuno bussò alla porta, e alzando lo sguardo videro entrambi lo Sceriffo Anderson con in mano un altro mazzo di fiori e un'espressione quantomeno scocciata dipinta in volto.
Per inciso, i fiori erano quasi totalmente distrutti e stropicciati, come se fossero stati chiusi in una porta o tra i battenti di un'ascensore, e ora di loro non rimaneva altro che qualche stelo sfilacciato a cui erano attaccati solo due o tre petali spaiati.
- Non fatevi strane idee, eh? Mi ha costretto Nadine. Non sarei mai venuto di mia iniziativa, odio tutti e due… Larry in particolare… e qui non mi sopporta nessuno, dicono tutti che li tratto malissimo.- chiarì subito - Ma non è colpa mia se detesto i dottori. Comunque lei dice che devo portarti dei fiori, ma se vuoi li butto via, vedi, sono tutti rovinati…-
- Sceriffo, credo che dovrebbe ringraziare Lawrence.- osservò Bell, scuro in volto - Se non fosse stato per lui…-
- Sì, ne abbiamo già parlato, ricordi com'è andata?- grugnì l'uomo, aggrottando la fronte - Ma, notizia flash, mia moglie non c'è, quindi stavolta ti mangio vivo.-
- Signore…- disse Lawrence, impedendo a Bell di replicare - Mi scusi, ma… potrei parlare con lo Sceriffo un momento? In privato, se possibile.-
Il direttore Bell lanciò un ultimo sguardo risentito ad Anderson e uscì in silenzio, chiudendo la porta. Lo Sceriffo guardò Lawrence con un sorrisetto, ignorando Bell, e lasciò cadere i fiori nel cestino.
- Lo sapevo, alla fine è successo.- disse - Ti sei innamorato di me e del mio fascino rude, vero? Ma io sono già sposato, quindi…-
- Anderson, la pianti di sfottere!- sbottò con tutta la (poca) forza che aveva - Perché ha mentito a Bell? E cosa… cos'ha fatto là dentro? Cos'era… quello?-
Lo Sceriffo lo guardò aggrottando la fronte, le mani sui fianchi.
- Eh?- disse solo.
- Non faccia la commedia!- replicò Lawrence, tirandosi cautamente a sedere - L'ho vista… lei è… è diventato… un mostro!-
- Ora, so di essere un orco quando voglio, ma darmi del mostro…-
- Dannazione, mi prenda sul serio!- gridò - Lei era una creatura… una creatura orribile, tutta nera… era fatto di… di liquido nero, come diceva Jeffrey Sykes!-
L'uomo scoppiò a ridere di gusto, aggrappandosi alla sponda del letto.
- Jeff Sykes? Quello è il tuo riferimento? Un ragazzino rincoglionito che non distingue la mano destra dalla sinistra? È così stupido che si farebbe bocciare agli esami del sangue!-
- Lei… non neghi, l'ho vista!- insisté Lawrence.
- Hai visto… cosa, di preciso?- chiese Anderson - Eri mezzo dissanguato quando sono arrivato, Larry. Il cervello non regge dopo un po'. Non eri lucido.-
- Ma… Will Sykes…-
- Quel cagasotto sta piagnucolando che vuole tornare a casa da almeno sei ore.- sbuffò Anderson - E non è proprio attendibile come testimone, visto che gli hanno diagnosticato un piccolo trauma cranico e una lieve commozione cerebrale, per quanto lo ha pestato quello psicopatico. Ma sono sicuro che Alis riferirà volentieri ciò che ha visto, di certo il retro delle sue palpebre deve avere offerto uno spettacolo senza precedenti…-
- Ma anche Gordon…-
- Chi, Devil's Child? Il pazzo che si credeva figlio di Satana e che ora sta urlando nel tentativo di rompere la camicia di forza mentre lo trasferiscono al manicomio criminale più vicino? Sì, te lo raccomando… ne avrà di cose interessanti da dire..-
Lawrence lo guardò senza parole, mentre Anderson continuava a sorridere in modo insopportabile: aveva ragione, qualsiasi cosa avesse detto, nessuno lo avrebbe ascoltato. Nessuna testimonianza sarebbe mai stata ritenuta attendibile. Non c'erano prove di quello che era successo veramente.
Lo aveva fregato.
- Quindi è questo che fa?- chiese, accigliandosi - Si assicura che i testimoni siano tutti inaffidabili? Scommetto che è lei a farli ubriacare quando viene trovato alcool nel loro sangue… o a inseguirli di notte…-
- O a salvarli, magari.-
Lawrence esitò, incerto sulle accuse da muovergli, mentre Anderson gli restituiva uno sguardo serio. Non c'era più traccia di arroganza nei suoi occhi nerissimi.
- Larry, non mi aspetto di piacerti. Non ci ho nemmeno provato, né l'ho mai voluto. A me tu non piaci, dopotutto.- disse chiaramente - E non mi piace vederti intorno a mia figlia, anche se quella non è una cosa personale, mi sta sul cazzo vedere chiunque ronzarle attorno... ma ti rispetto, a modo mio. Hai sempre fatto il tuo lavoro, nonostante… beh... me. Sei un uomo con le palle, nemmeno io posso negarlo. E neanche così stupido, visto che hai trovato Gordon senza il mio aiuto, quindi ti renderai conto che, qualsiasi cosa tu creda di aver visto in quella casa, la storia che ho raccontato al tuo capo è la soluzione migliore per entrambi noi. E io non voglio usare metodi più… impegnativi… per assicurarmi che tu non racconti sciocchezze in giro: in gioco c'è qualcosa che tu non potresti mai capire e che io non intendo spiegarti. Ti basti sapere che, se cominicassi a rompermi i coglioni, la mia privacy sarebbe l'ultimo problema, sia per te che per me.-
Prese da una tasca interna della giacca una piccola bottiglia di vodka e gliela lasciò sul comodino.
- Non ci fare l'abitudine, questa roba è forte. E costa.- disse - Tanti saluti, Larry. Spero di non vederti mai più.-
Detto ciò uscì sbattendo la porta.
 

Non commento, mi risparmio per l'epilogo.

   
 
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