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Autore: _E r i s_    23/03/2016    7 recensioni
| AU | | Gruvia, Nalu, Gerza, Gale, Stingue e possibili altre coppie |
Un terremoto di 9.0 gradi colpisce la prefettura di Okinawa. Quei pochi ragazzi dovranno combattere contro le macerie e la catastrofe per riuscire a sopravvivere.
Estratto dal terzo capitolo: "Non capì cosa stava succedendo, si era solamente lasciato scivolare lungo la parete, le mani strette tra i capelli a coprire il suono ovattato del tremolio e le ginocchia strette al petto, la fronte poggiata contro esse e gli occhi vermigli schiusi, velati di lucido.
Tutto sembrava distante, non udiva nulla, non avvertiva niente. Forse stava crollando tutto, forse di lì a poco il tetto gli sarebbe caduto in testa, o forse non stava succedendo nulla e lui era semplicemente diventato folle."
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Gray Fullbuster, Lluvia, Lyon Bastia, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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magnitude
Magnitude
[mum, mum, the earth is moving]


Okinawa, 27 febbraio 2010.
Magnitudo 6.9
Pericolo di Tsunami con onde alte oltre 2 metri
Evacuata la costa.
Nessun morto o ferito.

“Quel che temiamo più di ogni cosa, ha una proterva tendenza a succedere realmente.”





Scorreva con le sottili dita bianche le stropicciate pagine di quel vecchio libro. Odiava leggere, ancora di più se quello che teneva tra le mani era un volume scolastico.
Ma non aveva molta scelta; di certo non voleva beccarsi un altro 2 per non aver studiato la lezione di matematica.
Udì la voce meccanica della metro richiamare per la seconda volta l'Okinawa Senior High School, così, trattenendo uno sbuffo tra le esangui labbra, si alzò dal sudicio sedile e attese pazientemente che il mezzo si fermasse. Esso rallentò e si bloccò di scatto, facendo sobbalzare i passeggeri.
Le porte si aprirono lentamente e la gente si fiondò immediatamente fuori, dove un'altra marea di persone attendeva di entrare.
Lui, che aveva sempre detestato la promiscuità, aspettò che i concittadini uscissero, rimanendo poco dopo con un'altra manciata di persone sulla metro.
Mise la tracolla in spalla e si decise a scendere dal mezzo, incurante del 'Kon'nichiwa' che quel musicista di strada gli mormorò sorridente quando si ritrovò nel mezzo della stazione affollata. Camminò con lentezza verso le scale mobili che lo avrebbero portato al piano-terra della struttura, tenendo sottobraccio il pesante libro di scienze matematiche. Quando fu in superficie, uscì lievemente titubante dalla stazione, scrutandosi attorno e scorgendo a qualche metro da lui l'ingresso della scuola.
L'osservò per qualche manciata di secondi, chiedendosi se fosse stato davvero il caso di entrare. Insomma, quella notte aveva dormito davvero poco. Poteva inventarsi qualche scusa, magari poteva far finta di stare eccessivamente male. In fondo viveva da solo, i suoi genitori erano morti. Non aveva nemmeno dei tutori; era lui l'unico responsabile della sua vita.
E non voleva proprio prendere un altro brutto voto. Una gli era bastata, di bocciatura.
Stava per girare i tacchi, quando udì distintamente la voce del suo migliore amico da dietro le spalle.
- Neh, Fullbuster, che combini? Hai ancora intenzione di marinare la scuola?
Il corvino, essendo stato chiamato in causa, voltò, improvvisamente scocciato, il viso verso quello dell'altro ragazzo, cui capigliatura candida creava un bizzarro contrasto con la divisa nera e con la pelle leggermente ambrata.
- Non sono affari tuoi. - borbottò, stringendosi nelle spalle e corrugando le sottili sopracciglia coperte dalla frangia nera.
L'albino lo squadrò da capo a piedi; il suo sguardo si tramutò improvvisamente in preoccupato e Gray cominciò a temere per la propria incolumità.
- Non farti filmini mentali assurdi, Lyon. Solamente non ho studiato e non voglio essere bocciato una seconda volta.
- Se continui a fare assenze, ti bocceranno di sicuro. - gli opali color pece del maggiore si illuminarono di ilarità, perdendo il disagio di poco prima.
- Pensa alla tua, di condotta. Non sei messo meglio di me, sai? Ti devo ricordare il fantasmagorico 4 nell'interrogazione di lingua antica?
- Ti sei alzato col piede sbagliato, eh? - Ridacchiò Lyon Bastia, incrociando le braccia al petto e procedendo elegantemente verso l'istituto. Passò di fianco all'amico, urtando lievemente la spalla di egli.
- C'è della roba da fare per il comitato studentesco, posso chiedere al tuo professore se puoi darmi una mano.
Il corvino lo scrutò perplesso e cauto - ci si poteva aspettare di tutto da quell'albino dalla mente satanica. Portò due dita al mento, mordendosi lievemente le labbra e considerando le diverse opzioni.
Fare un assenza ingiustificata.
Entrare e prendere 2.
Entrare e aiutare il compagno.
C'era da dire che se la giocavano.
- Va bene. - asserì Gray poco dopo, ripuntando lo sguardo blu oltremare su Lyon, il quale sorrise sornione - e quei sorrisi non preannunciavano mai niente di buono.
- Ma se il mio professore non vuole? Sai com'è, dato che ho una bassa media...
- Sei troppo paranoico. - lo riprese il più vecchio, roteando gli occhi scuri. - Il prof mi adora,  caro il mio fratellino.
Pronunciò quell'appellativo in maniera così soffice che per poco al minore non venne il voltastomaco.
- Mi dirà di si. E ora entriamo, che la campana è già suonata. - e il ragazzo dai capelli candidi ricominciò a procedere più velocemente verso la struttura, seguito a ruota da un titubante Gray.

 ***

-  Ti ho salvato il culo e nemmeno merito dei ringraziamenti? - la voce di Bastia si disperse nella piccola sala.
- Fottiti.
- Ma quanto siamo irascibili...
Lyon si abbassò all'altezza dello scatolone di fronte, scrutandolo avverso.
- Sai, se ti iscrivessi ad un club probabilmente i Sensei capirebbero che hai buona volontà e ti promuoverebbero. - asserì, tirando fuori dalla scatola diverse scartoffie, per poi alzarsi e lanciare i fogli sul tavolo.
- Non fa per me. - mormorò meccanicamente il corvino, posando lo sguardo sul cellulare, cui schermata rappresentava lui e Lyon da piccoli.
La voleva tanto cambiare, quella foto, ma l'amico insisteva affinché la tenesse. Ed era meglio non metterselo contro, quel matto.
Il maggiore, che parve ignorarlo bellamente, si diresse verso una panchina che c'era di fronte alla porta.
- Questa - continuò Bastia, sollevando degli asciugamani da una sedia abbandonata all'angolo. - E' la sede del club di baseball. Potresti provare, è divertente, sai?
- Disse colui che non si è iscritto a nessun club. - commentò con ostentata freddezza il giovane dai capelli corvini, scrollando le spalle.
- Io faccio parte del comitato. Direi che basta e avanza. - fu la risposta, probabilmente pronta da tempo, dell'altro,
Ma Gray si impose di scuotere la testa, sbuffando lievemente.
- Ogni scusa è buona per vegetare il pomeriggio di fronte alla tv. - bofonchiò con una punta di irritazione nella voce.
Era forse troppo irascibile, delle volte. E di certo il suo 'migliore amico' - perché delle volte non sapeva proprio come definirlo - era stato solo uno dei tanti a trapanargli le orecchie con la scusa del 'ti arrabbi troppo spesso', 'prenditi un calmante' o battute varie che Gray faceva fatica a ricordare - e non voleva ricordare.
- Da che pulpito! - il suo filo di pensieri fu rotto dalla voce improvvisamente graffiata del compagno.
Lyon, lasciandosi sfuggire un sospiro dalle labbra sottili, ripose gli asciugamani negli armadietti e, qualche attimo dopo, fu davanti al minore.
Egli, non avendo notato il movimento improvviso dell'altro, lo scrutò perplesso, arricciando le labbra in una smorfia.
- Che diamine vorrebbe dire quell'espressione? - chiese con fare retorico il corvino, spostando lo sguardo sugli opali scuri del compagno. Il maggiore si limitò ad osservarlo con i suoi occhi profondi e più scuri dell'abisso, quegli occhi che lo avevano sempre messo in soggezione, portandolo a svelare implicitamente tutti i suoi segreti, le sue debolezze e tutte le parole non dette.
- Fatti una vita, Gray.
Quell'affermazione arrivò talmente improvvisa alle orecchie del corvino che per poco non sentì il cuore sbucargli fuori dal petto - c'era andato molto vicino.
Sobbalzò lievemente e squadrò sorpreso e confuso l'albino, il quale tornava sui propri passi, verso gli armadietti.
- Comunque, - farfugliò il maggiore poco dopo, non curandosi veramente dell'espressione scossa che si era dipinta sul volto solitamente imperturbabile del compagno. L'aveva vista tante volte, quell'espressione. - Ho sentito che sono arrivati dei nuovi studenti, oggi. Non per la faccenda dello scambio culturale, ma so che vengono da Osaka.
Dopo un primo momento di sbigottimento, il minore sospirò lievemente, poggiando le spalle al muro ingiallito. - E chi sarebbero? - mormorò; la voce leggermente rotta dall'improvvisa sorpresa.
Lyon parve pensarci su, data l'espressione concentrata, poi si voltò verso l'amico. - Non ne ho idea. So che uno è del primo anno, una del quarto e l'altro del terzo, ma quest'ultimo è stato bocciato, infatti ha un anno in più. Proprio come te. - ammiccò, sorridendo genuinamente.
Il corvino, non sapendo cosa dire o fare, si limitò a scrollare le spalle e a continuare ad osservare l'operato del più grande.
- Uno, quello del terzo anno, è particolarmente temuto. Almeno nel suo liceo ad Osaka... Ah, sai come sono quelli di Osaka... - roteò gli occhi e riportò lo sguardo su Gray. - L'altra è una ragazza, ma onestamente non so molto su di lei. E' timida, ma è molto scontrosa delle volte. Almeno così mi ha detto il rappresentante d'istituto della sua scuola.
Fullbuster annuì senza proferire parola, incrociando le braccia al petto. Non gli importava realmente chi fossero i nuovi studenti, in fondo sarebbero rimasti lì per poco più di tre mesi.
- Quello del primo anno è... in realtà non lo so. Sono solo a conoscenza del presunto legame familiare che lo lega al nuovo temerario pericoloso del terzo.
- Presunto? - sibilò falsamente curioso Gray, scrutando dubbioso il maggiore.
- Già, hanno cognomi diversi, però si somigliano così tanto da sembrare fratelli. Oh, chissenefrega. Non siamo qui per impicciarci nei loro problemi, che già noi ne abbiamo troppi. La ragazza andrà nella mia classe e così mi hanno riempito il quaderno di informazioni su di lei... e non ricordo un accidente.
Lyon sbuffò per l'ennesima volta, scuotendo il capo, per poi illuminarsi improvvisamente.
- Che idiota! Sono il rappresentate di classe! - esclamò, guadagnandosi un'occhiata perplessa dal più giovane. - Devo accoglierla io, quella ragazza. Non è che mi accompagneresti? Sai, non vorrei rimanere solo nel caso apparisse dal nulla anche il presunto gangster. - fece una breve pausa. - Che andrà nella tua classe, caro il mio fratellino.
- Sei un coniglio. E non mi chiamare così!
Gray, però, non ebbe il tempo di contrabbattere, poiché l'albino lo trascinò fuori dalla sede del club. Camminarono velocemente, mentre Lyon fissava insistentemente l'orologio da polso.
- Oh, perfetto! Sono le 09:15! Loro sono arrivati alle 09:10! Di sicuro penseranno che siamo una mandria di ritardatari...
Fullbuster alzò gli occhi al soffitto, invocando i Kami di placare la vocina stridula e acuta che il maggiore aveva assunto.
Ma, nuovamente, non ebbe il tempo per dir nulla al compagno, che si ritrovarono nell'ingresso della prestigiosa scuola.
Gray si guardò intorno, alla ricerca di una possibile nuova ragazza per agevolare Lyon - nonostante non ne avesse completamente voglia.
- Oh! - sentì squittire, per poi voltare lo sguardo nella direzione verso cui fissava il compagno. Non individuò immediatamente la figura che egli scrutava con tale insistenza, ma poco dopo notò una slanciata giovane dai capelli turchini all'entrata.
L'osservò per qualche attimo, per poi sbuffare e incrociare le braccia al petto.
- E che aspetti? Sei un suo compagno, presentati, no? - sibilò retoricamente, scrollando le spalle.
- Sei pazzo? Ma l'hai vista? - il tono di Lyon gli parve così agitato che sentì il bisogno di voltarsi a guardarlo scettico.
- Si che l'ho vista. E allora?
- Ma... - farfugliò il ragazzo dalla spettinata chioma candida, mentre il suo viso si dipingeva di un acceso porpora. - E'... è splendida!
Gray rimase per qualche secondo interdetto, prima di aggrottare la fronte.
- Stai scherzando? - domandò, sperò retoricamente.
- Mai stato più serio!
Gray l'osservò per qualche secondo, stupendosi - ma non dandolo a vedere - della reazione alquanto particolare di Bastia. Non si era mai comportato in quel modo con le ragazze, e lui lo conosceva da tanto tempo.
- Un motivo in più per parlarle. Vai.
Fullbuster, con delicatezza, spintonò per la spalla il più grande, il quale osservava con occhi sgranati la nuova ragazza.
Ma i Kami odiavano con tutto il cuore Gray, così fecero in modo che Lyon afferrasse un lembo della camicia della sua divisa scolastica, trascinandolo insieme a lui vicino alla fanciulla.
- Ma che combini? Mollami! - cercò di ribellarsi, ma il sorriso sornione che nuovamente si dipinse sulla pelle dorata di Lyon non premetteva niente di buono, almeno non per Gray.
- Oh-oh! Cos'è questa reazione? Hai per caso paura di presentarti? Non ti facevo così pudico con le donzelle...
- Ma sta zitto! - non avendo altra scelta, il giovane dai capelli corvini si lasciò portare all'entrata dal migliore amico, che scrutava con occhi luccicanti la giovane.
Il corridoio pareva non finire mai e Gray sentì che di lì a poco gli sarebbe esplosa la testa, data la voce falsamente maliziosa dell'amico.
Le arrivarono di fronte circa un minuto dopo - complici i continui commenti dell'albino - e immediatamente Lyon si bloccò a qualche metro da lei, afferrando per un braccio Gray e imponendogli di rimanere lì.
- Ciao. - esalò qualche attimo dopo il giovane dalla capigliatura candida. La ragazza dai capelli turchini, che ascoltava in silenzio il bidello che farfugliava qualche raccomandazione, parve accorgersi di loro solo in quel momento. Si voltò nella loro direzione e non disse una parola, nemmeno un sorriso a dipingersi sulle labbra. Un'espressione neutra, così impassibile da parere finta. Gray lanciò un'occhiata al compagno e notò lo sbigottimento più totale nel suo sguardo, accentuato da quel nervoso e tremolante sorrisino che si delineava cautamente sulle sue labbra sottili.
- Io sono Lyon Bastia e lui è Gray Fullbuster. Piacere.
Ma anche allora ella non proferì parola, limitandosi a scrutare le loro figure con finto interesse. Riportò lo sguardo blu oltremare prima su l'uno e poi sull'altro e viceversa.
- Lluvia Lockser. - mormorò solamente, per poi tornare ad osservare il bidello che continuava a borbottare il regolamento d'istituto.
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata perplessa, almeno da parte dell'albino. Proprio egli tentò di rimarcare il suo sorriso scettico con uno sincero.
- Ciao, Lluvia. Da oggi io e te siamo compagni di classe e lui...- volse un'occhiata al corvino. - Lui è il compagno dell'altro ragazzo nuovo... A proposito, sai dov'è?
Quella scrollò le spalle, lanciandogli una fugace occhiata - meglio interpretata da Gray come un'occhiataccia di scherno.
- Crede che sia già andato in classe.
Entrambi i giovani storsero il naso e arricciarono le labbra in una smorfia, o almeno Lyon lo fece, inclinando lievemente il capo di lato.
- Crede? Chi crede? - soffiò osservandola confuso. Ella parve imbarazzarsi improvvisamente, dato il notevole rossore che le imporporò le guance lattee. Sembrava avere cambiato totalmente atteggiamento.
Scostò lo sguardo dai due ragazzi e lo abbassò sulle proprie mani candide, già intente a torturare la camicia della nuova divisa.
"Bipolare" si ritrovò a pensare in modo sfacciato Gray, ma poco dopo, resosi conto della - sicuramente - cattiva impressione che stavano facendo, scosse la testa e si impose di rimanere in silenzio tombale.
- Lluvia. Lluvia lo crede. - mormorò la giovane dalla guance rosate, che improvvisamente parve innocente e pura. Tutt'altra storia rispetto all'espressione neutra di poco prima.
Gray la squadrò perplesso per poi sbuffare un po' d'aria condensata - faceva davvero freddo, lì. Lasciavano le finestre e le porte aperte nonostante fosse pieno inverno.
- Oh. - fu l'unica risposta sussurrata da Bastia. Poco dopo, Fullbuster non seppe spiegare esattamente come, lui e il suo fidato amico si ritrovarono in corridoio, mentre la giovane era ancora all'ingresso della scuola.
- L'hai sentita? - squittì il giovane dai capelli color delle nuvole di primavera, spalcando i suoi opali profondi. - Parla in terza persona! Che carina!
Gray roteò gli occhi, tentando di liberarsi dell'asfissiante braccetto in cui Bastia l'aveva incatenato.
- Non vedo l'ora di finire 'sta roba del consiglio degli studenti, così potrò tornare in classe per conoscerla meglio!
- Sei già partito in quarta, neh? - sibilò il corvino, arricciando in una smorfia le labbra esangui. - E la conoscerai meglio domani. Se finirai presto col consiglio anch'io dovrò tornare in classe. E non se ne parla.
L'albino indossò un broncio - a sua detta irresistibile - ma il suo fratellino non fece una piega, come sempre.

***

Spostò di colpo lo sguardo verso la fonte del miagolio, osservandola interdetto.

- Lector? Perché stai lì? - inclinò di poco il capo a destra, scrutando la palla di pelo marrone seduta di fianco alla finestra.
- C'è qualche topo, là fuori? - mormorò arricciando il naso, portando una mano a ravvivare i capelli dorati come il sole d'estate.
I suoi occhi turchesi si posarono oltre la finestra, mentre il suo corpo autonomamente si alzava, come comandato da un'entità esterna alla sua.
Poggiò una mano sul davanzale, mentre il suo sguardo chiaro saettava sul paesaggio.
- C'è odore di pioggia. - constatò poco dopo, carezzando lentamente con l'altro polso il pelo soffice del micio.
Aggrottò la fronte e si morse lievemente le labbra, ritraendosi improvvisamente dal contatto con il marmo freddo.
Una particolare sensazione d'inquietudine, già vissuta tempo addietro, tornò a solleticargli impertinente la gola e lo stomaco, provocandogli improvvisamente la nausea. Scrutò con lo sguardo spento la terra, là fuori.


'Gli alberi si sradicarono, gli edifici caddero e si prostrarono al terreno e solo un'insignificante figura si reggeva ancora stancamente in piedi.
- Mamma? Perché la terra si sta muovendo?
Solo il sibilo del silenzioso vento gli tenne compagnia su quel suolo desolato.'


- Lector, - esalò qualche secondo dopo; le pupille stupidamente dilatate e una smorfia intrappolata nello sgomento. - Andiamo via.


Naru's corner:
Weh, bella gente.
Ho cambiato nick ma nessuno si ricorderà comunque di me: sono NaruSaku123, quella sclerata, già. Dubito che qualcuno si ricordi veramente di me, sigh.
[...]
Era da tanto che non scrivevo su FT e di certo non posso dire di essere tornata in grande stile. Affatto.
Ma mi era venuta in mente da un po' questa long -penso la mia prima long in questo fandom-, da quando ho visto Magnitude 8.0
Mi è piaciuta molto la grafica e l'idea dell'anime, perciò ho deciso di scriverci su una fic.
Non doveva essere su questo fandom, ma poi mi è venuta in mente dal nulla un'immagine di Lluvia e ho dovuto scriverla in chiave FT.
Come molti avranno capito, l'ultimo personaggio è Sting - miss ovvietà.
La scena doveva concludersi sempre con Gray e Lyon, ma non sono riuscita a scrivere qualcosa di triste  - e il finale doveva essere un minimo malinconico - su di loro e quindi mi è venuto in mente Sting. Non so esattamente perché, ma tralasciamo.
Inoltre, il migliore amico di Gray doveva essere inizialmente Natsu, ma poi mi è sembrato troppo scontato. Ma la Salamandra apparirà, prima o poi, niente paura.
Dato che si sarà capito chi è il famoso gangster - almeno spero -, vi invito a provare ad indovinare chi sia il terzo studente.
E' scontato -ceh, presunti rapporti familiari con Gajeel (che poi non sono veramente familiari, ma sorvoliamo)-, ma... Dovevo inserirlo, si.
Ma non so, non volevo farlo comparire immediatamente nel primo capitolo.
Comunque, ci tengo a precisare che ovviamente i punti di vista varieranno... Intendo, la storia principale è sempre incentrata su Gray, ok, ma ho deciso che appariranno molti altri personaggi (prima dovevano esserci solo Gray, Lluvia e Lyon-).
Per quanto riguarda la trama, questo cap. si doveva concludere con il terremoto, ma ho pensato di mettere un po' di suspense.
Nel caso non lo sapeste, gli animali percepiscono i cambi di clima e roba del genere. Infatti, quando sta per avvenire un terremoto -anche scosse lievissime- gli animali lo percepiscono e quindi stanno, ad esempio, di fronte alla finestra a guardare fuori, come se aspettassero che ciò avvenisse oppure, se sono selvatici, scappano via. So che è strano, ma è la verità! :D
E quindi, dato che mi è venuto in mente Sting, ho pensato "Potrei dare un piccolo ruolo a Lector!" e il suddetto ruolo di Lector si chiude qua. Intendo, qui è un normalissimo gatto, quindi sai che ruolo...
Spero che si sia capito, Sting non ha avuto affatto un felice passato e di spezzoni di flash back ce ne saranno molti, sia su di lui che sugli altri personaggi.
Per quanto riguarda l'ambientazione...
No, non è un'AU scolastica. Mi serviva solo il contesto... Insomma, sono normali ragazzi: che avrebbero dovuto fare se non andare a scuola?
Quel liceo esiste sul serio, anche se non ho molte informazioni a riguardo. So che non me lo sono inventato, almeno.
Anche la città esiste, si.
E per quell'accenno agli Osakesi (what?), dovete sapere che in quella città si parla una sorta di dialetto e pertanto non pronunciano bene le parole giapponesi. E' ormai divenuto uno stereotipo (che Lluvia sia di Osaka, qui, non è un caso. Parla in modo strano xD) e quindi ne volevo creare un altro, ovvero che nelle scuole c'è il 'capo' assoluto. Chiamasi anche bullo, si.
E dopo questo angolo che a momenti è più lungo della storia, penso di poter concludere.
Vi invito a farmi avere un parere, perché, sapete com'è, non torno qui da molto e penso di essermi molto arrugginita. Ma davvero molto molto.
Del tipo che fiction più scontata di questa non può esistere.
Accetto anche critiche, del tipo 'tornatene da dove sei venuta, fai schifo!'! :D
Accetto tutto, magari evitate i pomodori, shi.
Ora corro a studiare -anche se domani è vacanza LOL.
Hello-
-Eris/Naru
Ps. Mi scuso per eventuali errori, ma mi seccava correggere. Già.
Pps. Il capitolo è corto perché è il prologo, gli altri spero che verranno fuori più lunghi - ed interessanti.

  
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