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Autore: kikka_67    23/03/2016    0 recensioni
Quella strega, con le sue chiacchere, mi stava torturando da ore, si era avvicinata con il pretesto di un autografo, ma dopo pochi minuti mi ero pentito amaramente di essere stato gentile con lei, aveva iniziato a sfiorarmi quasi per caso ed a scrutarmi con occhiate allusive ed invitanti. Mi sentivo soffocare, se non trovavo subito una scusa per liberarmi di lei con le buone, non avrei rinunciato ad insultarla anche se correvo il rischio di essere denunciato per aggressione verbale.
In breve era diventata ancora più inopportuna ed invadente e quando me la sono quasi ritrovata addosso, sono stato costretto, per evitare il contatto, ad indietreggiare velocemente e troppo tardi mi sono accorto di avere qualcuno dietro di me.
Dopo anni di allenamento in palestra sapevo come cadere senza ferirmi e quindi mi fu facile afferrare prontamente anche la donna che gemette sorpresa quando la presi tra le braccia. Purtroppo mentre la stringevo ho respirato il suo profumo e questo mi ha distratto parecchio durante la fase di “atterraggio”, insomma alla fine ho urtato contro il pavimento malamente per proteggere… Elizabeth. Si, ero sicuro che fosse lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Richard Armitage
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chissà perché tutta questa situazione mi diverte, potrei recitare la parte della fidanzata perfida. L’idea non mi dispiace. Potrei cambiare mestiere e diventare una sceneggiatrice! Stavo per rifiutare quando Richard mi sorride accattivante. Un sorriso scanzonato e disarmante, un sorriso che fa risplendere i suoi occhi e che piega le sue labbra sottili in una curva meravigliosamente sexy. Wow. E poi ad un tratto mi ritrovo davanti ad una villa enorme circondata da un numero non ben precisato di parenti sorridenti e chiassosi che ci accolgono felicissimi. Vengo presentata come la fidanzata di Richard e ricoprendo questa veste attiro gli sguardi ostili di alcune mamme con figlie a seguito. Nel giro di un’ora la cara Nora aveva organizzato un vero e proprio party, in casa ci saranno almeno una cinquantina di persone ed è impossibile per me allontanarmi dal fianco del mio caro fidanzato.
 
 
  • Ma Richard dimmi un po’, ma dov’è l’anello?? – chiede un nonnetto.
  • Beh ecco… - balbetta Rick preso alla sprovvista, guardandomi.
  • L’abbiamo lasciato dall’orefice per far incidere alcune parole. – rispondo noncurante.
  • Oh che meraviglia! Come siete teneri! Quanto mi piacerebbe sapere come ti sei dichiarato! – tuba estasiata una zia.
  • Si dai racconta!! –
 
 
Tutta la famiglia e alcuni amici si sedettero di fretta vicino a noi per sentire meglio il racconto. Senza dubbio non mi aspettavo di iniziare così presto ad usare tutte le mie doti di attrice, quindi con una “spintina” gentile, cerco di attirare l’attenzione di Richard.
 
  • Veramente è Elizabeth quella più adatta a raccontare questa storia, io non potrei riportarvi neanche la metà dei dettagli che invece lei ricorda benissimo! Vero tesoro? –lo sento mormorare con voce melliflua.
  • Che cosa?? Ma devi raccontare anche tu, è la tua famiglia, vogliono sentire anche la tua versione. Facciamo così, io inizio e poi tu continui. Allora dovete sapere che quella sera stavo andando a Parigi, ci andavo per lavoro. Un lungo weekend colmo di riunioni e dibattiti noiosissimi e invece ho passato due giorni interi con quest’uomo meraviglioso… - mormoro rivolta alle signore presenti che sospirano all’unisono, rivolgendo a Richard uno sguardo estasiato in attesa del seguito. E’ incredibile l’effetto sconvolgente che suscitano le parole, Parigi, weekend e uomo meraviglioso.
  • Beh ecco io, non volevo che partisse, avevo deciso di darle l’anello e…. Sapete avevo faticato tanto per sceglierlo, finalmente avevo trovato quello perfetto per lei e non potevo aspettare quindi… -
  • Quando sono scesa dall’aereo, non mi sarei mai aspettata di vederlo tra la folla con un fascio di orchidee bellissime tra le mani … -
  • Orchidee?  Dovevi prendere delle rose rosse zucchina!! – borbotta Nora contrariata.
  • Ma mamma il suo fiore preferito è proprio l’orchidea, e ti posso assicurare che le ha gradite tanto. –
  • E poi? Cosa è successo? Ti sei inginocchiato davanti a tutti lì in aeroporto? – chiede una voce querula di uno dei cugini.
  • Esattamente!  Era così carino, tutto emozionato …. –
  • Eri il nostro eroe Richard! Non credevamo che fossi in grado di cadere così …in basso...! – esclamano in coro gli amici ridacchiando.
  • E adesso finitela!! E poi? – chiede una ragazza guardando minacciosa il gruppetto di ribelli.
  • Siete andati in albergo e le hai servito fragole e champagne, prima di amarla dolcemente? Non vorrai deludere i più reconditi desideri di ogni singola signora che è presente in casa. Non ti preoccupare dì tutta la verità, tanto ormai noi uomini verremo comunque tacciati furiosamente per essere dei pidocchi senza spina dorsale, insensibili e…campagnoli ignoranti!  -
  • Beh…. Le ho dato l’anello e poi siamo andati a festeggiare. – conclude rapidamente Richard infastidito dalle risatine.
  • Era meglio quando raccontava Elizabeth.  Almeno dalle un bel bacio per suggellare la promessa. – sentenzia la nonna.
  • Ma veramente… - protesto sorpresa.
  • Dai nonna. Non è il momento… –
  • Richard, ho tirato su quattro figli e metà delle persone presenti in questa casa, non crederai di scandalizzarmi? Ho visto parecchie cose nella mia vita, quindi, baciala! – ripete perentoria.
 
 
Se la nostra intenzione era convincere la nonna che non era il caso di dare spettacolo davanti a tutti, non lo sapremo mai.  Io e Richard ci siamo girati nello stesso momento nella stessa direzione e l’impatto che ne è seguito, ero sicura di essermi frantumata il naso, ai più dev’essere sembrato un abbraccio appassionato perché quando ci siamo allontanati l’uno dall’altra hanno esultato e applaudito.
 Richard mi ha stretto a sé per impedire che cadessi ed è bastato uno sguardo perché mi perdessi nelle trasparenze azzurre dei suoi occhi. All’improvviso avevo la gola stretta da una strana ansia, mi dimenticai di essere al centro di una stanza gremita di gente che vociava allegramente, un sottile ronzio mi impediva di sentire cosa dicevano, o forse, in quel momento, non ritenevo necessario ascoltarli.
 Mi concentrai sulla strana sensazione che mi pungolava da quando lo avevo rivisto, o forse era il suo profumo che sollecitava i miei sensi, in breve mi resi conto di cosa mi stava succedendo, avevo voglia di baciarlo davvero, con grande fatica evitai di abbassare lo sguardo sulle sue labbra ma nulla m’impedì di detergere le mie con la punta della lingua. Richard dopo un attimo di esitazione si decide a chinarsi per sfiorare le mie labbra.
 Istintivamente chiudo gli occhi, ma rimango immobile, quasi senza respirare, aspettando che si allontani. Non era repulsione anzi il contrario, ero costretta a concentrarmi per mostrarmi passiva, ma non volevo che lui si accorgesse di ciò si agitava dentro di me. Le sue labbra si muovono appena, morbide e carezzevoli, ma dovevo tenere a mente che era un bacio finto, come quelli che lui era abituato a elargire per lavoro.
Il mio problema è che non sono abituata a baciare un uomo davanti ad una folla esultante e trovo veramente difficoltoso tenere a freno le mani che fremono dalla voglia di sciogliere il nodo che trattiene i suoi capelli ed accarezzarli. Quando sento le sue labbra socchiudersi, lo faccio anche io. Inclino leggermente il viso ormai persa la ragione per invitarlo ad approfondire il bacio ma lui frettolosamente si allontana da me.  Peccato!
 
 
  • Complimenti ragazzi! Vi auguriamo tanta fortuna e felicità! –
 
 
 
Ho sopportato tutto, gli abbracci, gli auguri sinceri, le domande sul vestito da sposa, sui piatti che avevo intenzione di prendere, sul viaggio di nozze, ma vedere gli occhi della nonna brillare di lacrime è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso. Ho arpionato il braccio del mio caro futuro maritino e l’ho trascinato nella veranda.
 
  • Cosa succede? – domanda sorpreso.
  • Cosa succede?! Vorrei sapere quando iniziamo a tirarci i piatti e la facciamo finita con questa farsa. Non sono abituata a mentire e non credo di riuscire a reggere ancora per molto.  – trillo esasperata.
 
 
 
Voglio fuggire da tutti ed in primis dal mio fidanzato.  Corro in bagno a grandi passi per cercare di calmarmi e maledissi la mia idiozia, perché mi sono cacciata in questa situazione? E dire che avevo bisogno di rilassarmi e invece mi ritrovo a mentire davanti ad un’intera famiglia.
Naturalmente sono abbastanza sincera d’ammettere che non è solo questo il motivo del mio “disagio”, sono attratta da lui come non mi era mai capitato con nessun altro uomo.  Ma non c’è nulla di innaturale, io non sono più una ragazzina che si emoziona davanti al suo idolo, la mia è una reazione puramente fisica, Richard è un bell’uomo ed io sono ormai una donna, una donna con i tutti i suoi istinti, mi dico, fissando la mia immagine allo specchio che sembra essere d’accordo con me almeno su questo punto.  
Dopo tutto non è colpa sua se sono in astinenza di contatto fisico da parecchio tempo, mento sapendo di mentire, Richard mi piace da morire, mi è sempre piaciuto e non solo per il suo aspetto.  Con un sospiro mi aggiusto i capelli e il trucco, devo rientrare in scena, coraggio, devo solo resistere ancora per poche ore e poi potrò iniziare la mia vacanza.
 
 
 
 
  • Tutto bene? – mi chiede appena lo raggiungo in sala da pranzo.
  • Tutto bene, grazie. Avevo bisogno di un attimo di solitudine, e ho trovato un motivo più che valido per troncare la nostra relazione. – gli confido sottovoce.
  • Perfetto e qual è? – mi chiede sorridendo.
  • Non posso sposarti. Mi dispiace. – rispondo a voce alta.
  • Ma perché? Cosa è successo? – replica in fretta cogliendo il senso delle mie parole.
  • Non posso… Non ti amo. – rispondo drammaticamente desolata scappando di corsa, lasciando tutti assolutamente basiti. Come attrice faccio pena!
  • Elizabeth!! –
 
 
 
La stanza che ci avevano preparato era veramente carina, con un grande letto in legno coperto da un caldo piumino lavorato a patchwork e grandi poltrone girate verso la porta finestra da cui si scorgeva il lago. Nora aveva provveduto a farmi disfare le valige e aveva preparato una pila di soffici asciugamani nell’enorme stanza da bagno adiacente. Sicuramente era una donna gentile e ospitale ed io mi sento un verme ad averla ingannata. Non mi stupisco di sentire Richard armeggiare con la serratura mentre cerca di entrare.
 
  • Come è andata? – gli chiedo ansiosa.
  • Sei stata meravigliosa, sono tutti preoccupati. Ma hanno accettato le mie spiegazioni. –
  • E cioè? -
  • Che hai paura del matrimonio e che ti ho costretto io a venire qui per conoscerli e… mi hanno suggerito di andare su al cottage per cercare di …. Far pace… e quindi… -
  • Non ho compreso bene, hai detto che avevo paura del matrimonio e fin lì ci siamo, ma mi par d’aver capito che hai lasciato credere che vuoi tentare di… - la piega che stava prendendo la cosa non mi piaceva per nulla.
  • Non si era detto che “IO“  avrei avuto a disposizione il cottage per le “MIE” ferie…. – borbotto minacciosa.
  • Ed è così, giuro! Ma non ti spiace se ti seguo? Ci sono camere a sufficienza, ti prego, i miei non crederebbero mai che lascerei andare via la donna che amo, senza reagire. – mormora disarmante.
  • Ah… perfetto… e quanto deve durare questo tentativo? Sai io ho solo due settimane di ferie per rilassarmi. – gracchio acida.
  • Partiamo questa sera, solo per una notte. Va bene? Ti libererai di me quanto prima. – mi assicura sollevato.
 
 
 
 
E in men che non si dica siamo saltati in macchina e   dopo un’ora di viaggio finalmente ci fermiamo davanti alla casa dei miei sogni. Era un cottage a due piani in pietra, con grandi vetrate che si affacciano sulla vallata, arredata con un mix di legno e ferro battuto. Nell’aria alleggia ancora un lieve profumo di cera per mobili. Dopo aver scaricato i bagagli e le provviste, Richard apre tutte le finestre e mi mostra la casa. Lontano dalla festa sembra più rilassato, è ritornato ad essere il compagno piacevole che avevo ritrovato all’aeroporto.
Mentre preparavamo la cena non ha smesso un attimo di parlare e dopo si è offerto di sistemare la cucina mentre io gironzolavo per la casa. E’ meravigliosa, non molto grande, ma ogni spazio è stato utilizzato per renderla confortevole. Il bagno del piano di sopra mi lasciò senza parole, le due grandi finestre regalano una vista spettacolare e nel centro della stanza c’è una vasca a zampe di leone.  Un sogno. Non vedo l’ora di usarla questa sera. Immaginano la scena come se ce l’avessi davanti agli occhi, le luci soffuse delle candele, rendono l’atmosfera più intima, due bicchieri di vino bianco e poi…. Lui… che entra da quella porta con guardandomi così intensamente da togliermi il respiro, mi vedo mentre lo raggiungo....
 
  • Ecco dove ti eri nascosta? – esclama ilare. E addio sogno sexy!
 
 
  • Tua madre ha arredato la casa con molto gusto, tutto sembra studiato nei minimi particolari. – mormoro con voce strozzata, ritornando alla realtà.
  • Non è stata mia madre ad arredarla ma la mia ex moglie. E’ un’arredatrice.  Quando ho comprato questa casa, ero convinto di viverci con lei, ma dopo un po’ le cose non sono andate bene tra noi. –
  • Non sapevo che ti fossi sposato. Mi spiace, so cosa vuol dire ricominciare da capo… da soli. –
  • E’ stato un colpo di testa ed in seguito ho avuto modo di pentirmene amaramente. Ma non ne parliamo più! Che ne dici se per questa sera dimentichiamo il passato e brindiamo? – propone sfregandosi le mani.
  • Per me va più che bene.  Ma cosa festeggiamo?  -  chiedo ridendo.
  • Beh il nostro fidanzamento! –
 
 
 
 
Così davanti ad una bottiglia di champagne, che Richard aveva scovato in cantina, passammo quasi tutta la serata a distruggere moralmente i rispettivi ex.   Non mi ero mai divertita così tanto a parlare del mio fidanzato che aveva scelto il mio appartamento, di cui aveva le chiavi, per fornicare con la sua collega preferita e mentre raccontavo nel dettaglio la scena in cui, rientrando in anticipo dal lavoro, avendoli trovati a letto indaffarati, non avevo trovato niente di meglio da fare, per vendicarmi, di buttare fuori dalla finestra i loro vestiti e di cacciarli di casa praticamente nudi, Richard batteva le mani estasiato.  Dopo aver esaurito l’euforia causata in gran parte dall’alcool ingurgitato, ci ritrovammo a ballare vicino al caminetto, senza musica, beh non è che stavamo proprio ballando, ci muovevamo appena sostenendoci l’uno con l’altro.
 
  • R-Richard, che fai dormi?   - mormorai piano.
  • No…ma forse è ora di andare a letto…. – mi risponde sciogliendo il nostro abbraccio.
  • Sono d’accordo. – gli sorrido come un’ebete.
  • Vieni ti accompagno di sopra, ho come l’impressione che se ti lascio da sola non trovi la stanza. – ridacchia l’idiota.
  • E avresti ragione. Andiamo. –
 
 
Una volta arrivata sana e salva in camera sono riuscita a trovare la mia valigia e trovare ciò che mi serviva per cambiarmi, non avevo altro in mente che buttarmi dentro la vasca che avevo visto nel pomeriggio. L’acqua era bollente e profumata dai sali che avevo trovato dentro un armadietto e in breve l’effetto della semi sbronza svanì con le bolle di sapone. Non mi era mai capitato di essere così in sintonia con un’altra persona ed in special modo con un uomo, vicino a lui riuscivo a rilassarmi, mi fidavo di lui come quando ero bambina. Era davvero carino e gentile…. A
All’improvviso lo sguardo feroce di un suo personaggio mi fece saltare come una molla, nessuno avrebbe potuto fingere un’ira così travolgente se non facesse parte della propria natura. Avevo visto ultimamente uno spettacolo teatrale, Rick incarnava un pazzo maniaco assassino che uccideva le sue donne in modo brutale, in una scena in particolare, lui gridava e tremava convulsamente la sua espressione era talmente feroce e grottesca… Solo in quel momento realizzo anche che sono da sola, in una casa isolata, con uno che avrebbe potuto, nel tempo, aver celato ai più una natura violenta. D’un tratto le ombre morbide della sera divennero sinistre ed ogni piccolo scricchiolio inquietante.
 
Entrai in camera circospetta e accesi tutte le luci per accertarmi che non ci fosse nessuno acquattato nell’ombra pronto ad aggredirmi, ma tutto era in ordine e ridendo della mia fantasia perversa decisi che avevo bisogno di un tea caldo per rilassarmi. Mentre aspettavo che l’acqua fosse pronta mi sedetti su uno sgabello e feci bene perché dopo un attimo entrò Richard, se non avessi avuto quel sostegno sarei caduta a terra. Aveva i capelli bagnati sciolti sulle spalle e come me disdegnava il pigiama, una maglietta attillata gli fasciava il petto e nonostante indossasse una paio di pantaloni leggeri in cotone, riuscii ad indovinare la muscolatura soda e tonica delle gambe.
Un improvviso malessere mi toglie il fiato, prima di tutto sembro una strega con i capelli umidi e poi non porto la biancheria intima sotto la maglietta quindi sospetto che appena mi muovo lo noterà e si accorgerà anche che lo sto studiando troppo attentamente ed è possibile che si faccia una sbagliata idea delle mie intenzioni che sono quelle si svignarmela il più in fretta possibile lontano da lui. Nervosamente getto un’occhiata verso la porta, indecisa se darmi alla fuga oppure optare per un’azione violenta, se mi dovessi trovare nella situazione di dover sfuggire dalle sue avances, le userei senza remore, se me le  ricordassi.
Ma lui è semplicemente interessato ad una tazza di tea e gentile come sempre mi porge la mia tazza sorridendo.  Con mia grande vergogna riconosco di essere una povera illusa, che si ritrova a sbavare davanti al primo uomo che ha davanti agli occhi, che si lascia trascinare dalla fantasia in situazioni assolutamente ordinarie. Oddio speriamo che non si sia accorto di nulla! Mi alzo con gli occhi bassi per evitare di ammirarlo di nuovo e biascico un buonanotte, ma non faccio in tempo ad arrivare alle scale che la luce si spegne.
 
 
  • Elizabeth aspettami, prendo una torcia, dev’essere andato in blocco il generatore. – mormora tranquillo.
  • V-va bene. – rispondo paralizzata dall’ansia.
  • Ma stai male? Stai tremando. – chiede sorpreso quando mi prende per mano.
  • Non è nulla, sono solo stanca. – mento spudoratamente. Devo allontanarmi da lui subito!
 
 
Il mio respiro rimbomba nelle orecchie e a ogni passo le mie gambe diventano più pesanti, le dita che stringono con forza la tazza, sono ghiacciate, totalmente prive di circolazione, mentre quella che stringe la mano di Richard è bollente. Finalmente raggiungiamo la mia stanza e dopo avermi aperto la porta si sposta per farmi passare ed io, sono pronta a giurarlo, inavvertitamente lascio cadere ciò che avevo sorretto con tanta cura. Il tea lo bagna quasi completamente e il suo gemito di sorpresa mi urta le orecchie, lo fisso sconvolta per un attimo ma poi senza nessuna logica inizio a ridere sguaiatamente. Sono veramente impazzita!
Per fortuna Richard è un uomo dotato di sense of humor e sembra non essere a disagio con i vestiti bagnati che gli aderiscono addosso come una seconda pelle ma appena sono io a notarlo, il mio sguardo riflette chiaramente tutte le mie elucubrazioni oscene ed inevitabilmente anche il suo atteggiamento cambia bruscamente.
 Non sono sicura di ricordare, quando è stata l’ultima volta che ho desiderato,  così intensamente,  di essere baciata come in questo momento, lo guardo affascinata avvicinarsi lentamente a me e nel momento in cui mi sfiora apro le labbra con un sospiro estasiato. E così ho fallito miseramente, mi stavo stringendo a lui con una smania atta a dimostrare senza ombra di dubbio che il desiderio di lui non si era mai sopito ma che era stato frenato per pudore.
 Il suo sapore è dolce, sa di dentifricio e di tea al limone, la sua barba morbida mi solletica il viso ed è eccitante sentirla sulla lingua. Una parte di me sta già facendo l’amore con lui e grida di piacere ma… quella parte di me, che è stata ferita e che soffre ancora, è terrorizzata da tutto questo subbuglio e m’impedisce di ricambiare il suo desiderio come vorrei.
 
 
  • Richard…. Ti prego… - mormoro desolata sentendo il desiderio scemare.
  • Elizabeth… ? -
 
 
 
Con grande fatica si allontana un po’ per guardarmi in viso e ciò che vede, lo costringe a lasciarmi andare.  I suoi occhi sono accesi dall’eccitazione e gli ansiti che scuotono il suo petto, lentamente, rallentano. Sospirando profondamente, forse per riprendere il controllo di sé, si alza dal letto ed esce dalla stanza in silenzio, senza voltarsi.  Non ho avuto la forza di fermarlo.
 
 
 
Avevo dormito poco e male, quella notte, in balia dei rimorsi, ero quasi sicura di non aver iniziato io per prima, ma sapevo di averlo incoraggiato, dopo, stringendolo a me, che dannato pasticcio!  Mi sono vestita di malavoglia restia ad affrontarlo, ma dovevo parlare con lui, gli dovevo una spiegazione.
 La sua camera era vuota, il letto era stato rifatto e non c’era traccia della sua valigia. Sorpresa, sono scesa in cucina e lì ho trovato Margaret, la signora delle pulizie, che mi ha raccontato gentilmente che il Sig. Richard era dovuto partire molto presto per lavoro e che l’aveva incaricata di prendersi cura di me fino alla fine delle mie vacanze e che mi mandava i suoi saluti.
 In quei giorni ho camminato tanto e pensato, rimuginato in continuazione, mi dispiaceva non essermi chiarita con lui, ma dovevo prendere quest’esperienza come un monito per il futuro, non dovevo nascondermi da tutti, dovevo imparare di nuovo a fidarmi tanto da permettere ad un uomo di starmi vicino se lo avesse voluto, non potevo permettere alla paura di impedirmi di amare di nuovo.  
Sembro molto assennata vero? Invece la verità nuda e cruda è un’altra. Sono ancora innamorata di Rick, non sono mai riuscita a dimenticarlo e finalmente posso anche ammettere con me stessa, che in tutto questo tempo inconsciamente ho raffrontato ogni uomo che conoscevo a lui, e nessuno mai aveva eguagliato le qualità del mio ideale. Richard.
  I ricordi che serbo sono legati allo sguardo di una bambina, ma la consapevolezza attuale è più dolorosa, come lo è il desiderio di lui. Lo voglio come una donna cerca il proprio uomo e sarà impossibile dimenticare il suo bacio che diverrà il mio supplizio e il mio giubilo. 
  
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