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Autore: eli_mination    24/03/2016    2 recensioni
Il Barian World è scosso da una minaccia imminente. Una divinità sconfitta millenni fa si sta per risvegliare, portando distruzione e morte. L'unica soluzione? Sette umani, ai quali è stato tramandato un potere particolare, in grado di debellarla. Riusciranno nel loro intento?
[STORIA SOSPESA]
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Sette Imperatori Bariani, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
Capitoli:
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Pov: Juniper

“Nathan! Juny!”

“Mamma…” sussurro, infastidita dal nomignolo ma contenta di rivederla.

I nostri genitori sono finalmente tornati dal loro viaggio di lavoro insieme alle numerose valigie che si sono portati dietro.

“L’avevo detto che tre bagagli erano un po’ troppi…” dice Nathan, aiutandoli a portare dentro le valigie.

“Allora… siete ancora vivi?” dice papà, ridendo. Se sapesse che abbiamo seriamente rischiato…

Nostra madre ha i capelli color rosso fuoco, accentuati da una tinta per coprire quelli bianchi, e gli occhi castani, mentre papà ha i capelli nero pece e gli occhi verde chiaro.

“Serve una mano?” chiede Nasch. Si, è in casa, ed anche sua sorella.

“Non scomodarti, sei un nostro ospite!” risponde mamma, urtando distrattamente un tavolino con la borsa, facendolo oscillare un poco.

“Siete loro amici?” chiede papà, rivolgendosi ai due fratelli con un sorriso.

“Ehm, si…” risponde timidamente Merag.

Guardo mio fratello negli occhi. Con un cenno del capo mi fa capire che è ora di dire la verità. Ci sediamo sui due divani e iniziamo a chiacchierare sulle ultime novità, senza fare accenno alla cosa più importante.

“Avete fatto un’uscita insieme ad altri, eh?” Avete mangiato bene?” chiede la mamma, curiosa.

“Beh, si…” risponde Nathan.

“Gli altri hanno ordinato il doppio delle cose. Mi stupisco che siano riusciti a mangiare tutto!” dice Nasch. Ricordo quella sera, quando sono svenuta a causa di Bella.

“Sono tinti, vero?” dice mia mamma, indicando le chiome dei due Bariani.

“Ecco… veramente…” inizia Nasch, venendo subito interrotto.

“Ah, sono parrucche!” esclama mamma. “Devono esservi costate una fortuna!”

“Mamma, non ha molta importanza ora…” cerco di dirle.

“Karen, ricorda quello che ha detto Juniper…” dice papà, guardandomi. “Non dovevate dirci qualcosa di importante?”

“Oh, si…” fa Nathan.

“Possono ascoltare il discorso?” chiede mamma, riferendosi ai due gemelli.

“Diciamo che ci riguarda…” dice Merag, alzando subito lo sguardo.

“Non è così importante, presumo…” sussurra papà.

“Invece lo è!” dico io, quasi sbottando. “Ascoltateci, per favore!”

I due genitori si zittiscono. Visto che nessuno parla, inizio io.

“Allora, come dire… Abbiamo i poteri…”

 I due adulti ci guardano straniti, poi scoppiano a ridere.

“Lo avete detto per farci divertire prima di comunicarci qualche bravata?” dice papà, dopo essersi asciugato le lacrime. “Ormai conosciamo i nostri polli…”

“Lo avevo detto che non ci avrebbero preso sul serio…” sussurra Nathan, mettendosi una mano sulla fronte. “E adesso come ci facciamo credere?”

“Ho un’idea…” dico piano. “Vai a prendere due bicchieri…”

Mentre mio fratello si dirige in cucina per prendere l’occorrente, io provo a convincerli.

“Se non ci credete, guardate cosa sappiamo fare!!”

Nathan poggia i due bicchieri sul tavolino, poi unisce l’indice e il medio, come per fare il gesto della pistola. Dalle punte delle due dita esce acqua, come se fosse un rubinetto, e con quella riempie i due contenitori. Io sfrego le mani e produco dei piccoli pezzi di ghiaccio, che, schizzando, finiscono nel liquido. I nostri genitori guardano la scena incuriositi e al tempo stesso sbalorditi.

“Visto?” chiede Nathan. “O dobbiamo rifarlo?”

“Quindi era questa la cosa importante?” chiede mamma.

“Dovevate dirci di aver imparato un nuovo trucchetto di magia?” aggiunge papà.

“Ma non è magia!!” esclama Nathan.

“Dai, fai vedere la bottiglia che hai nella manica, Nath…” dice mamma, tirando su la manica del mio gemello, ma constatando che non c’è nulla, a parte, ovviamente, il braccio.

“Bel trucco, ma mi aspettavo qualcosa di davvero importante…” dice papà, alzandosi dal divano.

“Argh…”

Merag si è portata una mano alla testa e storce il naso.

“Merag, che succede?” chiedo, avvicinandomi a lei ed accovacciandomi.

“Sono vicini…” sussurra Nasch, cingendo le spalle della sorella con il braccio.

Non ci credo! Proprio ora?!

“Cosa facciamo?” si chiede mio fratello.

“Ragazzi, cosa sta succedendo?” chiede mamma.

Tutti alziamo lo sguardo. I nostri si stanno preoccupando… Dobbiamo assolutamente proteggerli!

“Qualunque cosa succeda…” dico io, alzandomi e uscendo con passo svelto, seguita da Nathan e i due Bariani. “Non abbandonate questa casa!”

“Ma cos-“

“Papà! Mamma! Ascoltateci, solo per questa volta!” sbotta Nathan, girandosi verso di loro. Entrambi rimangono in piedi, con un’espressione interrogativa sul volto.

Una volta fuori, l’aria fredda ci sferza la pelle scoperta della faccia e delle mani. Siamo in allerta e non possiamo assolutamente distrarci. Ho così tanta paura per i miei genitori che ignoro la temperatura dell’aria e il mio corpo che trema.

“Dove diavolo sono?” si chiede Nasch, osservando con attenzione l’area circostante.

“Ma… Sento che si stanno allontanando…” dice Merag, con la testa ancora dolorante.

“Come ‘si stanno allontanando’?” le chiedo.

“Dobbiamo raggiungerli!!” esclama Nathan, deciso. “Dove lo sentite?”

Nasch indica alla nostra destra e noi corriamo verso quella direzione. Non andiamo tanto lontano, perché qualcosa mi afferra il braccio e prova a strattonarmi.

 
Pov: Elise

È passata una settimana dalla morte di Alice. Ci siamo ripresi tutti. Io non proprio. Sento di non essere a posto con la coscienza. Mi sento ancora in colpa, sia per David che per Durbe, Masumi e Misael. Nei giorni successivi ho parlato con il mio mentore e la sua risposta è stata la stessa. Sempre.

“Non ce l’ho con te!”

Dal tono non ne sono mai convinta…

“Eli…”

Mentre ero immersa nei miei pensieri, Durbe è entrato nella mia disordinatissima camera.

“Durbe?” chiedo, con l’intenzione di sapere cosa vuole.

“Devo chiederti una cosa…” dice, sedendosi sul letto, vicino a me. Argh! Questa è una frase che dà spesso ansia e non si sa mai cosa dirà l’altro.

“Ehm… Cioè?” domando con timore.

“Volevo… semplicemente sapere…” mormora, esitando.

Cosa mi dirà ora?!

“…che rapporto hai con quel David…”

Ah… Tutto qua? Pensavo volesse rimproverarmi per quello che ho fatto.

“Beh… Io e lui eravamo fidanzati…” dico. Durbe mi fa cenno di continuare. A quanto pare vuole sapere tutta la storia.
“È iniziato tutto un  anno fa. Ci siamo conosciuti grazie a degli amici in comune. Avevamo gli stessi interessi e spesso ci intendevamo. Insieme ci facevamo un sacco di risate e… beh, dopo qualche giorno scoppiò qualcosa di più…”

Mi rendo conto che riportare a galla questi ricordi mi fa venire una certa nostalgia.

“Immagino che siete stati molto bene insieme…” commenta Durbe. “Poi cosa successe?”

“Il sabato sera io e lui uscivamo con una comitiva di ragazzi della nostra età. Ecco, un giorno si aggiunse una nuova…”

“Fammi indovinare: Alice?” chiese Durbe.

“Proprio lei!” rispondo. “Parlava con tutti… Poi si interessò soprattutto a David. Mi raccontava che spesso parlavano in chat… Mi diceva che per lui esistevo solo io, nonostante sia per me che per lui era fin troppo evidente che questa nostra amica ci stava provando con il mio ragazzo. Ti dico solo che qualche volta gli arrivavano foto un po’… spinte…”

L’ultima frase ha fatto ridere Durbe. La sua risata è contagiosa e rido anche io, nonostante la malinconia che ho in corpo.

“Lei è l’ultima ragazza che vorrei vedere nuda… Se avesse avuto un bel fisico come il tuo sarebbe stato uno spettacolo molto più bello. Ma così è rivoltante!”

Credo che il Bariano abbia fatto un apprezzamento nei miei confronti.

“Oh, grazie…” dico arrossendo. “Comunque, nonostante lui ci scherzasse su, io ero molto gelosa e non volevo che Alice si comportasse in quel modo. Dissi a David di smetterla e lui? Difese Alice! Io non… Uff…”

Sono ancora arrabbiata e per questo non riesco ad esprimermi bene.

“Se non te la senti…” dice Durbe, mettendomi una mano sulla spalla.

“Sto bene…” dico, per poi continuare: “Lo lasciai. Lui però tornò nella mia vita. E non una sola volta… Molteplici… Ed io, come un’idiota, ci cascavo sempre…”

A questo punto delle lacrime iniziano a cadermi sul viso.

“Alice continuava a sostenere che io stavo provando a… portarglielo via… Mi definiva ‘troia’… Insomma, tornavo da lui per soffrire… E speravo sempre che io e lui tornassimo come una volta, solo noi due… Ma non successe mai…”

“Ehi, ehi…”

Durbe si avvicina e mi abbraccia da dietro, cingendomi il ventre con le braccia e poggiando la testa sulla spalla.

“Il fatto è che spesso ci ripenso, forse perché, come prima relazione sentimentale, la immaginavo diversa…”

“Forse sembrerò scontato ma è normale che certe delusioni capitino. È raro trovare una persona seria al primo colpo.” dice Durbe, stringendomi. Sento il suo calore darmi una sensazione piacevole e confortante. “L’importante è che ora, da queste esperienze, tu abbia imparato qualcosa. Non so cosa hai provato, non ho mai vissuto un’esperienza del genere… Ma mi dispiace! Tu… non te lo meriti!”

Le sue parole mi aiutano a riprendermi. Certo, non del tutto, ma mi sento meglio.

“Sarebbe meglio dimenticarsi, ma dovrà anche servirmi di lezione…” dico, asciugandomi le lacrime.

“Ora sorridi!” dice.

“Ma non so sorridere!” dico, ridendo un po’.

“Lo hai appena fatto!”

Resto tra le sue braccia per un sacco di tempo, non so quanto, forse cinque o dieci minuti. Poi mi giro verso di lui e ci guardiamo negli occhi. Mi accarezza la guancia e mi dice:

“Non mi capacito di come certi uomini trattano le proprie fidanzate, la cui unica colpa è quella di essere tanto innamorate ed ingenue.”

“Tutti ne approfittano..” commento, abbassando lo sguardo.

“E pochi non hanno questo carattere…” dice, alzandomi il mento con il dito.

“Vorrei tanto conoscere uno dei pochi…” sussurro.

“Ti sta abbracciando in questo preciso istante.”

Lo guardo negli occhi e divampo subito. Mi sorride. Un sorriso sincero, che in David non ho mai visto. Non rispondo, mi limito a stringerlo più forte e ad affondare il mio viso sul suo petto. Lui poggia le mani sulla mia schiena, ormai completamente guarita.

Dopo un po’ si stacca leggermente e mi chiede:

“Adesso ti senti meglio?”

“Decisamente!” rispondo annuendo.

“Non sai quanto mi fa piacere!” dice, prendendomi la mano e baciandola. Poi si alza dal letto ed esce dalla mia camera, lasciandomi sola a rivivere nella testa quei momenti.

 
Pov: Nick

Costretto?

“Ma… non sei nato così?” chiedo, dopo essermi lasciato sfuggire un verso di sorpresa.

“Magari! Avrei sofferto di meno se fossi sempre stato un servitore…” risponde, abbassando il capo.

“Cosa intendi per ‘costretto’?” domando avvicinandomi a lui. Lui esita, mordendosi il labbro come se volesse impedire alle parole di uscire.

“Io odio Arihem…” si limita a dire. “È così che si chiama…”

Chi è Arihem? Perché lo odia così tanto?

“Quella sporca divinità è ricorsa alle minacce per farmi sottostare ai suoi ordini… Quel bastardo…”

In questo momento non riesco a capire se è arrabbiato o triste o entrambe le cose. Sta inveendo contro Arihem e nel contempo singhiozza.

“Come… lo ha minacciato?” si chiede piano Evelyn.

“Ero un ragazzo normale, una volta… Poi quell’infame è entrato nella mia vita, chiedendomi di diventare un servitore e spiegandomi che cosa avrei dovuto fare. Dopo aver rifiutato questa proposta, ha minacciato di uccidere mia sorella. E anche stavolta ho rifiutato…”

Si ferma bruscamente, iniziando a piangere lacrime amare. Con le dita si asciuga le lacrime, con scarsi risultati, siccome il suo viso è completamente bagnato.

“Per colpa di un no trovai Sandy completamente insanguinata nel suo letto, il giorno dopo… Aveva compiuto dodici anni il giorno prima…”

Oh… sono completamente scioccato… Non me lo aspettavo!

“Spero per te che non sia una storia inventata!” dice Vector, acido.

“COME POTREI FARE UNA COSA DEL GENERE?!” inveisce Axl, cercando però di mantenere la calma.

“È vero… Lo conosco da quando andavamo alle elementari assieme…” dice Thomas. Vector non osa ribattere.

“Poi ha minacciato mia madre… E lì ho deciso di non fare più quell’errore… Quindi, eccomi qui…” conclude il servitore, lasciando scorrere una lacrima sulla sua guancia.

Dopo questo triste racconto mi sento parecchio in pena per lui. Ha provato queste sensazioni sulla sua pelle. Per questo aveva quell’aria triste. Mi giro verso i miei amici: mi guardano tristi per quello che hanno appena sentito. Tutti tranne Vector, che negli occhi ha un messaggio ben chiaro: è diffidente.

“Bene… continuiamo…” dice scuotendo la testa (forse per scacciare via gli ultimi pensieri negativi) e rimettendosi sulla difensiva.

Mi giro di nuovo verso di lui.

“Non credo sia il caso di continuare.” dico con tono secco. Lui si sorprende da quell’improvvisa dichiarazione ed io do subito una spiegazione. “Ha dovuto minacciarti ben due volte per quello che voleva, per i suoi scopi… Hai davvero intenzione di accontentarlo così?”

“Se mi ribello ucciderà anche mia madre!” ribatte. “Chiederà ad uno dei miei colleghi di farlo… Io devo proteggerla!”

“Ti aiuteremo noi! Diventerai forte abbastanza per poterla difendere! Ti aiuteremo noi!”

“COSA?! Ti ha dato di volta il cervello?” sbotta immediatamente Vector.

“Vector, calma…” dice Evelyn, anche lei sorpresa.

Axl caccia fuori una debole risata.

“Il tuo amico bariano ha ragione! Un servitore ed un mezzo-bariano… alleati?” chiede con serietà.

“Non trovi che sia meglio che combatterci e farci male?” gli chiedo. Sento Vector ringhiarmi contro come un cane rabbioso. Non mi interessa.

“Come farei? Arihem mi scoprirà! Lui vede tutto quello che accade sulla Terra…” dice sconsolato. Però! Sembra che stai prendendo in considerazione l’idea.

“Visto, Nick?” dice Vector, parecchio innervosito. “Non si può far nulla! Ora! Continuate a combattere!”

Mi volto verso Thomas, che ha una mano sulla fronte.

“Beh, grazie per il pensiero… Ma dobbiamo!” dice, mentre si prepara a scagliare la lancia contro di me. Anche io, di malavoglia, mi predispongo a lottare. Per un po’ mi ero illuso di poterla finire qui con una soluzione pacifica. Ma non è possibile! Siamo nemici!

Con un movimento del braccio porta avanti la lancia… senza scagliarla.

“Aspettate!” urla Evelyn, interrompendoci. “Lui vede SOLO quello che accade sulla Terra?”

“Si… Non essendosi ancora risvegliato del tutto riesce a vedere solo il suo obiettivo secondario…” dichiara.

“E Vector sa teletrasportarsi!” esclama Thomas.

“Cosa intendete dire?” chiede Vector.

“Già… Che cosa?” domando anche io. Cerco di collegare tutto: teletrasporto… solo sulla Terra… obiettivo secondario… Ma certo!

“Possiamo allenarci insieme nel Mondo Bariano!! Cavolo, Evelyn, sei un genio!” le dico, correndole incontro per abbracciarla.

“Ehi… Grazie!” dice lei, colta alla sprovvista.

“Non penserete che io sprechi energia per voi!” protesta Vector, capendo.

“Ops… scusa…” mormoro, staccandomi da Evelyn. Che imbarazzo… “Vector, me ne assumo io la responsabilità!”

“Si… certo…” sussurra, alzando gli occhi al cielo.

“Voi… vi fidate di me?” chiede Axl, anche se un po’ più deciso rispetto a prima. Io non rispondo. Allungo la mano verso di lui. Un po’ titubante la stringe.

“Teoricamente io no…” sussurra Vector.

“Ehm, Nick, dovresti medicarti la ferita alla mano…” mi consiglia Thomas. In effetti, da quando quel servitore me l’ha inflitta, l’ho completamente ignorata. Chiedo a Vector di aiutarmi, ma lui rifiuta. È ancora arrabbiato.

“Faccio io, non preoccuparti!” si propone la ragazza dai capelli viola.

“Grazie!” le sorrido. “Comunque… Thomas, tu chi saresti? Come fai a conoscere Vector?”

Il biondino impallidisce e farfuglia.

“Beh, dobbiamo riunirci tutti e parlarne. È ora che sappiate un paio di cose…” parla Vector.


Angolo Autrice 
ECCOMI FINALMENTE QUI!! Vi chiedo nuovamente scusa per il ritardo! Faccio solo due piccole comunicazioni di servizio:

1) Avete presente che l'altra volta ho scritto che il nome di Marìa si scrive senza accento? Ecco, ho detto una sciocchezza! Come sono strani gli spagnoli...

2) Buona Pasqua a tutti! Mi raccomando, ingozzatevi di uova fino a pesare 100 kg!! (Ehm...)

Detto questo, vi auguro una buona giornata/serata!

eli8600



 
  
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