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Autore: Smeralda Elesar    28/03/2016    10 recensioni
:-Lord Shen è ancora vivo?-:
Chiese Po alla Divinatrice
:Se è ancora vivo? Farebbe qualche differenza?-:
:-Certo che sì! Insomma, se è ancora vivo dobbiamo andare a salvarlo!-:
La seconda possibilità che tutti avremmo voluto dare a Lord Shen
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Shen, Po, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’arte della guerra e della strategia

 

Era meglio mettersi al lavoro.

Shen tornò rapidamente e con naturalezza al ruolo di principe che dominava il campo di battaglia così come era tornato con naturalezza alla veste di seta e agli speroni.

Esaminare la situazione nei minimi dettagli per trovare il modo di arrivare alla vittoria con il minore sforzo possibile era semplicemente parte di lui come il fatto di essere albino, solo che adesso stava cercando di usare questa sua caratteristica per fare qualcosa senza tornaconto, e quello decisamente non era parte della sua natura.

La sera del loro arrivo avevano potuto riposare, ma già dal mattino dopo cominciarono dei veri e propri consigli di guerra, in cui Shen fece un sacco di domande a Lao e agli anziani del villaggio.

Erano in cinque, oltre al padre di Po, e quando Shen stava seduto al tavolo con loro poteva sentire chiaramente su di sé uno strano misto di paura, rabbia, rifiuto ed una punta di curiosità.

Gli sembrava di sentire nell’aria i loro pensieri “Sarà vero che è qui per aiutarci? O sta architettando qualcosa per distruggerci definitivamente”

L’unica cosa che garantiva per lui era la parola del guerriero dragone e dei cinque maestri di kung fu, e lui non aveva nessuna intenzione di tradire quella parola.

Stava sotto i loro sguardi a disagio, sì, ma non spaventato, perché ormai non aveva più niente da nascondere.

Si fece dare più informazioni possibile sui nemici che avrebbe dovuto affrontare, e alla fine di ogni incontro c’erano sempre più dettagli che formavano nella sua mente uno schema ben preciso.

La banda da briganti era formata da cinghiali, erano una ventina ed attaccavano il villaggio una volta ogni mese o due, ed il loro metodo era sempre lo stesso: sfondavano le porte a colpi di armi da fuoco, sbaragliavano senza problemi la debole resistenza di quel gruppo di contadini ed entravano nelle case, ma senza lasciarsi andare a saccheggiare tutto, il loro obbiettivo era un altro: i loro piccoli.

Bastava che riuscissero a prendere in ostaggio un paio di cuccioli di panda e gli adulti smettevano immediatamente di opporre resistenza, ed il capobanda poteva ordinare loro tutto quello che voleva, che in genere era consegnare le provviste di cibo e gli oggetti preziosi.

Non che oggetti preziosi ce ne fossero molti, perché quello era un villaggio di gente semplice, ma quel poco che avevano lo sacrificavano senza esitazione per i loro figli.

Shen evitò accuratamente di esprimere il suo parere su quella strategia, perché era certo che non avrebbero apprezzato il sentirsi dire che i banditi avevano escogitato un ottimo metodo.

Scopri i punti deboli del tuo avversario ed usali contro di lui.

Chiaramente i legami affettivi verso i cuccioli erano il punto debole dei panda che già una volta si erano visti quasi sterminati, e fare leva su quelli era un metodo rapido ed efficace per piegare gli altri.

Gli venne in mente Peonia, la piccola che involontariamente aveva convinto Lao a lasciarlo rimanere al villaggio, e si chiese se lui avrebbe provato qualcosa nel vederla minacciata.

La risposta gli arrivò sottoforma di un dolore acuto tra le costole.

Lui voleva proteggerli.

Dopo quattro giorni era pronto per esporre la sua strategia.

 

-Voi lascerete questo villaggio-

 

Come era prevedibile un coro di disapprovazione lo accolse già dalla prima frase.

 

-Noi non abbandoneremo mai il nostro villaggio!-

 

-Ci abbiamo messo tanto impegno per ricostruirlo e tu non riuscirai a portarcelo via!-

 

Quell’accusa lo offendeva profondamente e gli fece perdere la pazienza che già di norma non aveva.

 

-Voi farete quello che dico io se non volete…-

 

-Aspettate!- si intromise Tigre -Nobili anziani, per favore, finite di ascoltate la proposta di Shen-

 

L’atmosfera rimase comunque tesa, ma nessuno lo interruppe più.

 

-Voi dovete lasciare questo villaggio perché chiusi qui dentro siete troppo vulnerabili, in particolare i cuccioli. Andate via, sulle montagne, e restateci tutto il tempo necessario. Noi resteremo qui ad aspettare la banda di briganti. Quando arriveranno troveranno qualcuno in grado di combatterli-

 

Ancora percepiva mormorii di disapprovazione, ma in fondo la sua strategia aveva un senso logico: i panda non sapevano combattere, era un dato di fatto, quindi la cosa migliore era che si mettessero al sicuro e lasciassero fare a loro.

 

-E come farete a sconfiggerli? Loro sono in venti ed hanno le armi che sputano fuoco, mentre voi siete in sei e siete a mani nude-

 

-Non siamo a mani nude! Siamo armati di giustizia, onore, volontà… cos’altro diceva Shifu?-

 

Shen non sapeva se ridere o essere infastidito dall’ennesima inettitudine del panda.

Un silenzio pesante era calato attorno al tavolo, con tutti che guardavano Po con espressioni scettiche, a parte Tigre che avrebbe potuto farlo a pezzetti.

Shen decise di aiutarlo.

 

-Il nostro vantaggio è che conosciamo… che io conosco quelle armi. So quali sono i loro punti deboli e posso sabotarle. Da voi ho bisogno solo che stiate lontano-

 

-Così esponiamo ugualmente il villaggio al rischio di essere distrutto-

 

All’ennesima, inutile opposizione di Lao, Shen esplose senza controllo.

 

-Se sarà distrutto lo ricostruirete! Se invece morirete tutti come bestie al macello non ci sarà miracolo salverà la vostra specie questa volta!-

 

Tacque ansimante e arruffato, tutti gli sguardi sgomenti puntati su di lui.

Fu certo che anche i Cinque cicloni adesso lo vedevano come quando era stato loro nemico.

 

-Adesso ascoltatemi. Io voglio aiutarvi ma voi dovete permettermelo. Se non vi fidate di me posso capirlo, ma mettetevi bene in testa che io sono l’alternativa migliore che avete. L’unica. Se non vi va bene abbandonare il villaggio allora restate e moriteci dentro, ma rimpiangerete di non avermi dato ascolto-

 

-Per te è facile parlare. Da quello che ho sentito tu preferisci demolire edifici piuttosto che costruirli, quindi non posso pretendere che tu comprenda il valore di quello che siamo riusciti a ricostruire-

 

Lao era di nuovo arrabbiato con lui, e se non fosse riuscito a calmarsi… Shen non riusciva ad immaginare cosa sarebbe successo.

 

-Hai ragione, io preferisco demolire le cose. Non me ne importa nulla degli edifici perché una costruzione non è altro che mattoni, legno e malta, le persone sono quello che sono. Po è il guerriero dragone anche quando si trova lontano dal palazzo di Giada, io sono Lord Shen, principe della città dei Gong anche se ho distrutto il trono di mio padre e demolito a cannonate il palazzo della mia famiglia. Voi non avete ancora capito di essere in guerra e che dovrete sacrificare comunque qualcosa. Sacrificate il villaggio o sacrificate i vostri figli. Pensateci bene e comunicatemi la vostra decisione-

 

Lasciò il tavolo ed uscì dalla stanza ignorando i guerrieri che lo richiamavano indietro.

Aveva detto esattamente tutto quello che doveva dire, adesso non poteva fare più niente.

Nell’aria chiara del mezzogiorno i colori di quell’angolo di mondo risaltavano puri ed ancora più belli nella loro semplicità.

Verde dei campi, azzurro del ruscello, rosso della lacca con cui erano dipinti gli architravi di legno.

Il punto non era che lui non desse valore a quelle cose, solo riusciva a rendere il loro valore relativo alla situazione.

I panda che gli passavano davanti lo scrutavano con curiosità, ma bastava un suo sguardo a farli scappare via.

Sapeva come dovevano vederlo: un fantasma.

Il cattivo uscito dalla favola, un demone che diceva di volerli aiutare ma di cui non si fidavano.

Tutta la situazione lo stizziva oltremodo.

E se lui non avesse potuto fare niente per quel villaggio? E se non avesse compiuto la profezia?

Doveva pagare un debito. Era chiaro che doveva proteggere quei panda come una volta aveva cercato di distruggerli, gli sembrava quasi giusto che fosse così. E allora perché diavolo non glielo permettevano! Che accidenti pretendevano di più?

Più che sentirne il fruscìo avvertì la sua presenza con il suo sesto senso affinato in anni di combattimenti.

Vipera lo aveva raggiunto e si era arrampicata su uno steccato per essere alla sua altezza.

 

-Pensavi davvero le cose che hai detto?-

 

-Ha importanza?-

 

-Molta-

 

-Sì, lo penso. Sono convinto che mandarli via sia la soluzione migliore, perché comunque anche se restassero non potrebbero fare nulla per il loro villaggio-

 

-Anche noi la pensiamo così. Ma tu glielo hai detto in un modo!-

 

-La diplomazia non è mai stata il mio forte-

 

-Tigre sta cercando di convincerli. Shen-

 

Lui trasalì quando si sentì chiamare per nome.

 

-Sei un ottimo stratega, ma cerca di lavorare anche sulla delicatezza, va bene?-

 

Shen scrollò le spalle. Quando mai una battaglia era stata vinta dalla delicatezza o dalla gentilezza o da qualcosa che non fossero forza ed astuzia?

Vipera scivolò via silenziosa come era arrivata e o lasciò solo ad osservare il paesaggio.

In lontananza vide una figura di panda piccola, un cucciolo, che gli sembrava fare cenni di saluto nella sua direzione. Sicuramente uno scherzo della sua immaginazione.

 

**

Alla fine fu Lao ad andarlo a cercare.

 

-Pare che tu sappia quello che fai. Guardami-

 

Shen sostenne il suo sguardo ancora una volta.

Negli occhi dell’anziano panda c’era determinazione, una certa amarezza ma anche preoccupazione.

 

-Se noi accettiamo il tuo piano e lasciamo il villaggio, ho la tua parola che farai tutto quello che è in tuo potere perché non venga distrutto?-

 

-Hai la mia parola. Farò tutto il possibile, te lo giuro-

 

-Va bene. Mi rendo conto che non possiamo fare altrimenti. Noi andremo via e voi… voi farete tutto quello che ritenete necessario-

 

Lao gli tese la mano e Shen la strinse per sigillare il patto.

I lavori per lo sgombero cominciarono quello stesso pomeriggio dopo pranzo.

Lao radunò tutto il villaggio e spigò ai panda la loro situazione.

Molti erano riluttanti o addirittura contrari a lasciare il villaggio, ma visto che Lao e gli altri anziani avevano ormai deciso si convinsero a fare altrettanto.

Ogni famiglia radunava i suoi averi su un carretto assieme alle provviste e ai cuccioli più piccoli che non potevano ancora camminare per lunghe distanze.

Tutti lanciavano occhiate alle loro case, convinti che non le avrebbero più riviste intere.

I cinque cicloni e Po aiutavano in quelle operazioni e confortavano i panda più malinconici, promettendo loro che sarebbe andato tutto bene e che sarebbero potuti tornare presto, stavolta per vivere in pace.

Shen si tenne ben lontano da tutte quelle scene lacrimevoli.

Voleva che se ne andassero più in fretta possibile per cominciare con la parte veramente importante del piano, ovvero il contrattacco.

 

-Peonia! Santo cielo, Peonia, smettila di fare i capricci! Dobbiamo andare via! Non vedi che tutti se ne stanno andando?-

 

-No! Non voglio!-

 

Peonia? Non era il nome della nipote del capo? Quella cucciola di panda che lo aveva incrociato la sua prima sera al villaggio?

Si diresse incuriosito verso la casa da cui proveniva il baccano, e non appena girò l’angolo vide una scena che avrebbe potuto essere comica: una mamma panda tirava dalle zampe posteriori la sua cucciola, che invece era saldamente abbracciata alla colonna del portico della sua casa e sembrava intenzionata a staccarla e portarla con sé piuttosto che lasciarla andare.

 

-Posso intromettermi?-

 

Chiese Shen.

La signora non si aspettava un’intrusione, e men che meno si aspettava di vedere lui, così per la sorpresa lasciò andare le gambe della figlia che finì a terra con un tonfo.

 

-Che sta succedendo?-

 

“E piantala di guardarmi come se fossi un mostro!”

Aggiunse mentalmente rivolto alla donna.

 

-Shen! Io non voglio andare via! Perché hai detto che dobbiamo andare via tutti quanti?-

 

Oh, no! Pure la piccola che piangeva e dava la colpa a lui no!

 

-Vuoi restare qui quando arriveranno i banditi?-

 

-E perché no? Lo zio Po è un panda e combatte per il nostro villaggio, perché noi dobbiamo andarcene?-

 

-Oh, tu vuoi combattere? Benissimo-

 

Shen si avvicinò a lei con un salto, planando proprio sopra l’architrave e sopra Peonia.

Fu facile staccarla dalla colonna e buttarla a terra prima che sua madre potesse reagire.

La lama luccicava vicino al musetto sorpreso della piccola.

 

-Vuoi combattere? Allora avrai bisogno di questa-

 

Gliela porse con più decisione, ignorando le proteste della madre.

 

-Se ci sarà da combattere preferisci farlo per difendere tua madre ed i tuoi fratelli o per difendere un pezzo di legno? Vai con loro. Combatti per loro e difendili-

 

Nessuno avrebbe approvato la sua decisione di affidare una lama affilata da entrambi i lati ad un cucciolo, tuttavia a Shen non importava.

Era quello di cui Peonia aveva bisogno per decidersi a lasciare la sua casa senza avercela con lui e senza vivere l’esperienza come se fosse stata cacciata o strappata a qualcosa che amava.

La cucciola si alzò, tirò su col naso un paio di volte, si spazzolò la polvere dai vestiti e poi prese il coltello con uno strano misto di timore ed orgoglio negli occhi.

 

-Usala se sarà necessario. Non farti nessuno scrupolo-

 

Le disse severo.

 

-Ora potete andare-

 

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Cantuccio dell’Autore

 

He-hem… salve a tutti? C’è rimasto ancora qualcuno? Spero di sì.

Ho abbandonato questa storia per troppo tempo non so bene neanche io perché, comunque adesso sono intenzionata a potarla a termine.

Ringrazio tutte le persone che hanno lasciato qualche recensione anche se la storia era sospesa, ringrazio i vecchi lettori che ancora la seguono ed in generale chiunque abbia la pazienza di non farsi scoraggiare dai miei ritardi.

 

Grazie a tutti, cercherò di non deludervi.

 

                     Makoto

 

 

   
 
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