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Autore: Zelda_Shooter    29/03/2016    1 recensioni
[Storia di nuovo in corso]
«Una principessa Zelda…che viene dalla Terra?»
Immaginate di poter finalmente vivere nel mondo del vostro film/fumetto/videogioco preferito, o di andare e venirci quando vi pare. Tutti lo abbiamo sognato almeno una volta, no? Ma vi siete davvero chiesti quanto effettivamente siete pronti a rischiare?
Quindi cosa succederebbe se un’umana come me scoprisse di possedere la Triforza della Saggezza e di essere la prossima al trono del mondo di Hyrule, sempre in bilico tra Luce e Oscurità?
Godetevi la storia di Daisy, una principessa Zelda fuori dal comune, in una storia che mescola tutti gli elementi e i personaggi de The Legend of Zelda!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ganondorf, Link, Princess Zelda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20

L’ambiente si materializza davanti ai nostri occhi: distinguo quella che sembra essere una sala al chiuso, in cui vi sono strani muri a rombi di tutte le tonalità del rosso e dell’arancio. I colori sono così intensi e le figure geometriche così piccole che il risultato è solo un potente mal di testa.
Lancio un’occhiata al mio fianco per assicurarmi della presenza di Link, e con grande sollievo lo noto alla mia destra intento a scrutare l’ambiente con fare un po’ spaesato.
«Ho già visto questo posto» dichiaro. Era presente nei giochi, solo che non riesco a ricordare in quale o a cosa sia relazionato.
Incerta, faccio un paio di passi in avanti, ma non riesco proprio a capire perché siamo qui. Certo, se vieni rapito non potrai mai essere portato in una camera di lusso o in una suite, questo posto deve essere una specie di cella, eppure qualcosa mi dice che non è così.
«Cosa proponi di fare, biondino?» chiamo in causa Link.
Inizialmente un po’ indignato per il nomignolo appena attribuitogli, mi risponde: «Non lo so, ma credo di avere dei problemi con la mia Triforza»
Incuriosita gli domando: «In che senso?»
Lui mi si avvicina e mi mostra la mano sinistra. «In realtà è da un pezzo che mi mostra la forte presenza di Zelda, ma ora sembra sia particolarmente vicina!»
Deglutisco e inizio ad andare un po’ nel panico. Gaebora mi aveva detto che la mia Triforza sarebbe rimasta celata, nei panni di Sheik.
«M-magari è da queste parti» azzardo.
Link accoglie sul volto uno sguardo deciso ed esordisce con: «Allora ora provo a usare i miei poteri per…»
«Non credo proprio» viene interrotto.
Una nube di fumo scuro simile a quella che ci ha portati qui riappare davanti a noi, e da questa esce la furibonda figura di Ghirahim trasformato.
«Ah, ti sei degnato Ghirahim» mi rivolgo a lui, un po’ scocciata.
«Rivolgiti pure a me con…»
«”Sua Eccellenza Ghirahim”, lo so» lo interrompo, scimmiottandolo.
Credo che a questo punto io non abbia nessuna voglia di stare qui ad assecondare i suoi teatrini mentali.
«Hmph, che insolente!» mi insulta, o crede di insultarmi, lui,
Mentre teniamo viva questa amorevole conversazione, Link non perde tempo e si prepara ad affondare la Master Sword nel corpo dell’ignobile spirito.
«Non così in fretta!» esclama però lui, bloccando Link in quell’odioso potere e stringendolo nella sua morsa, lasciando cadere a terra la spada.
Al che mi attivo io, tempo per slegare l’arpa permettendo, e mi concentro per poter riuscire ad emanare un’onda di energia quanto più potente possibile.
«Fossi in te, neanch’io andrei così di fretta» comincia a minacciarmi lo spirito.
Mi fermo di scatto, tenendo in braccio il pesante strumento musicale. Non so perché gli abbia dato ascolto, ma qualcosa mi ha detto che è meglio non fare passi falsi.
L’essere maligno lascia la presa su Link, che cade a peso morto sul pavimento della rombica sala.
Emettendo un ghigno, Ghirahim fa schioccare le dita, e subito ne consegue l’ennesima aggregazione di quel fumo violaceo.
Cerco di mettere a fuoco quanto prima possibile ciò che questa nube sta per rivelare, e immediatamente sento il mio cuore fermarsi.
«Saria…» pronuncio debolmente, chiamando il nome della Saggia che si sacrificò per me nel tentativo di farmi fuggire dal castello di Hyrule.
Quel maledetto la tiene legata e immobile, eppure il cuore mi si alleggerisce al pensiero che è ancora viva, ed ora io farò di tutto per salvarla.
«Chi…chi siete?» domanda la kokiri, non riconoscendomi nelle vesti di Sheik.
Ma non ho tempo per scuse e spiegazioni, poiché Ghirahim ha deciso di non concedercelo. Con un gesto della mano, le corde che tengono prigioniera il povero essere iniziano a tendersi sempre di più, tanto da farle emettere un gemito di dolore.
«Io non sono venuto qui per perdere tempo. O mi dite dove si trova la principessa, o siate pur sicuri che non mi farò problemi a togliere di mezzo uno dei Saggi» espone le sue condizioni.
«Non sappiamo dove sia, credici maledetto!» si infuria Link, rialzandosi da terra e riprendendo in mano la sua spada.
Ma ormai non posso più fingere.
Qui c’è in gioco una vita, e io non posso più mietere vittime poiché devo anteporre a tutto la mia protezione. Non importa quello che accadrà dopo: una possibilità di salvezza potrei sempre averla, ma se qui ora non faccio nulla, posso star pur certa che Saria morirà. Certo, non posso essere completamente sicura neanche del fatto che se io ora mi consegnassi, poi Ghirahim la libererebbe sicuramente, ma non posso toglierle una possibilità di salvezza.
Non so fino a quanto ancora avrei dovuto mentire, poiché Impa è stata molto chiara sul non rivelare la mia identità per nessuna ragione. Ma qui non si tratta di ragioni, si tratta di avere fra le mani il destino di una vita. Quindi è ora di abbandonare Sheik.
«In verità…» comincio, facendo qualche passo in avanti. «Io so dove si trova»
Link si volta fulmineo verso di me, e lanciandogli uno sguardo noto la sua espressione molto più che stranita.
«Se è un bluff, ti sei appena giocato la tua amica!» mette subito le cose in chiaro lo spirito.
«Nessun bluff, ti do la mia parola che ti rivelerò dove si nasconde la tua tanto ambita principessa. Ma tu dovrai ricambiare con altrettanto onore la promessa che mi farai: non appena vedrai Zelda, Saria sarà liberata e senza un graffio» faccio la stessa cosa dalla mia parte.
Link è troppo confuso per poter parlare, ed è perfetto così: poterò a termine il nostro accordo senza alcuna interferenza.
«E sia, dunque. Hai la mia parola» sigilla Ghirahim, forse un po’ sorpreso di una resa così facile. Magari si aspettava di dover torturare più ostaggi, prima che la resistenza desse in mano a Ganondorf un pezzo della Triforza. Ma sono sicura che nessuno qui avrebbe il coraggio di giocare con così tante vite.
Lanciando una prima occhiata a Link, che continua a fissarmi senza sapere cosa aspettarsi, e facendo lo stesso con Saria, posiziono l’arpa che ancora tenevo a fatica in braccio e mi preparo.
Chiudo gli occhi, per poi sussurrare: «Sciogli l’incantesimo», pensando quanto più intensamente mi è possibile alla mia vera forma, così comincio a strimpellarla per l’ultima volta.
Il bagliore tipico che mi diventa sempre più familiare si libera dallo strumento e comincia ad avvolgermi; sento il turbante sparire e le bende sciogliersi nel nulla.
Quando la magia finisce, mi do uno sguardo alle gambe e alle braccia, per poi notare con stupore un lungo abito sui toni del viola e dei delicati guanti di seta bianca. Sento anche tornare i miei capelli, molto più lunghi, scivolarmi lungo la schiena.
Beh, dopotutto ho promesso che avrei consegnato una principessa e da principessa sono stata acconciata. Ammetto che cambiarsi d’abito in questo modo è molto comodo.
«Tu…» è Link il primo a parlare. «Tu sei…»
«Mi dispiace, Lnk. Ma era l’unico modo per garantirmi una perfetta sicurezza, e comprendeva tenere all’oscuro anche te. Sono mortificata per averti mentito» mi affetto a scusarmi.
«Bene bene…» commenta Ghirahim, avanzando verso di me e squadrandomi dalla testa ai piedi. «Dunque la nostra principessa si divertiva a prenderci tutti in giro! Quale ironia, averla sempre avuta davanti ai nostri occhi! Ma, mia cara, chi mi garantisce che tu sia davvero…beh, tu, e non un semplice incantesimo di trasmutazione?»
«Il fatto che io non sappia nemmeno cosa sia» rispondo con un po’ d’ironia, forse un po’ troppo fuori luogo per il momento.
I nervi della faccia orrida di Ghirahim cominciano già ad annodarsi in un’espressione furiosa, quando decido di concedergli quello che vuole: alzo la mano sinistra e lascio la mia Triforza illuminarsi. «Ho detto che hai la mia parola» specifico subito dopo.
Lo spirito mi tende una mano, che suppongo una volta stretta significherà seguirlo ed andare dritti da Ganondorf.
«No!» urla Link, quando ormai le nostre mani stanno per sfiorarsi. «Non dargli ascolto, tu…non devi, io…»
Ma è chiaramente troppo scosso per parlare.
«Principessa, non fatelo, vi scongiuro! La mia vita non vale così tanto, saranno molte di più quelle che Ganondorf distruggerà se riuscirà ad ottenere la tua Triforza!» comincia ad urlarmi anche Saria, le cui corde però non sembrano ancora allentarsi.
«Ghirahim» mi basta pronunciare per far intendere allo spirito che voglio vedere immediatamente Saria libera, ignorando la sua richiesta.
Scusami Saria, non posso. Non posso tollerare neanche una vittima a causa mia, non più. Ho smesso di essere titubante e di aspettare sempre qualcuno che venga a salvarmi, questo viaggio me lo ha insegnato. E il fatto che io abbia accettato di consegnarmi a questa bestia, non significa che abbia anche acconsentito al farmi schiacciare da Ganondorf. E sono sicura che stavolta Link non mi abbandonerà, per quanto arrabbiato e ferito possa essere ora. C’è ancora una speranza.
Ghirahim non vuole pretendere troppo, poiché è troppo vicino all’avermi: se per caso io o Link ci infuriassimo all’improvviso, si ritroverebbe contro non uno ma, due possessori di Triforza, e le sue possibilità di riuscita si abbasserebbero drasticamente. Così, schioccando di nuovo quelle dita che se non fossero fatte di una materia inconsistente spezzerei a morsi, vedo l’incantesimo che stringeva Saria sparire, e la Saggia kokiri può finalmente mettere fine al suo calvario.
«Principessa, grazie! Grazie con tutto il mio cuore, ma state commettendo un errore!» sono le prime parole che pronuncia lei subito dopo.
«Ora prendi la mia mano e sigilla questo acc…»
«”Non così in fretta”» è la voce di Link. «La prossima volta che usi un potere, assicurati di poterlo usare su due persone contemporaneamente» lo stuzzica, facendo scivolare via la Master Sword dal corpo dell’essere, con cui lo ha appena trafitto.
«Gah…maledetto…oh…» emette Ghirahim, che è per poco non è stato smembrato dalla Spada Sacra, prima di accasciarsi a terra e perdere i sensi.
«Avrei dovuto trafiggerlo appena mi ha mollato, ma non sapevo se l’incantesimo avrebbe liberato Saria dopo la sua morte. In ogni caso ero sicuro che mentre teneva lei, non avrebbe potuto colpire anche me» spiega in tono soddisfatto. Ma la sua voce suona un po’ troppo ringhiante.
Ora mi viene alla mente il fatto che io avevo già notato che Ghirahim non po’ usare il suo potere su due obiettivi contemporaneamente! Link ci aveva già pensato, ed ha aspettato il momento sicuro che Ghirahim non avrebbe potuto colpirlo, finché aveva Saria. Così, non appena Saria è stata liberata e prima che lo spirito potesse accorgersi di lui poiché troppo preso dall’essere a un passo dalla vittoria…Zam!
«Link, i tuoi occhi…» gli faccio notare, quando il mio entusiasmo si spegne di colpo dopo essermi accorta che il blu oceano si è sciolto in un giallo elettrico.
«Link, no! Ora calmati!» si allarma Saria.
«Cosa sta succedendo?» domando allora confusa io.
«Ecco, bisogna stare attenti a gestire il potere della Triforza! Devi essere sempre tu a controllarla, ma nel caso sia lei a prendere il sopravvento su di te, beh…ottieni degli strani effetti collaterali come questo» mi spiega la kokiri. «La Master Sword si è impregnata di una tale energia da aver messo KO il demone ma…» si ferma, guardando il cadavere, sempre che uno spirito possa averlo «sta corrodendo l’anima di Link ora!»
Finalmente qualcuno che mi dice le cose che voglio sapere dopo due secondi! Ma tutto ciò non è comunque un buon segno.
Link ha uno sguardo brutale, e respira affannosamente.
«Deve essere stato lo shock che gli ho procurato e l’impotenza del momento…» osservo io. «Quando ha usato la Triforza per attaccare, avrà ceduto al suo lato oscuro» Gli metto una mano sulla fronte e noto che sta davvero bollendo.
«Non toccarmi, tu! Mi hai mentito, abbiamo sprecato solo tempo per rincorrere un nulla! Chissà quanta gente avrà torturato Ganondorf per avere informazioni su di te!» s’imbestialisce di colpo.
«No, Link…» sospira Saria in tono dispiaciuto.
«No Link, ora devi calmarti!» mi impongo io. «Ghirahim è sconfitto, o almeno non darà problemi per un po’. Saria è libera e sappiamo che Impa è viva. Io sono stata al castello di Ganondorf e quindi ora so dov’è che dobbiamo recarci. Se voi avesse saputo chi ero dove mi trovavo, mi avreste sigillata da qualche parte per “proteggermi” e non avremmo ottenuto nulla di tutto questo!»
«Non ti voglio ascoltare, basta!» continua a non voler riprendersi. I suoi occhi continuano a tuonare.
«Principessa, ora che Ghirahim non sta utilizzando i suoi poteri per sigillarci qui, usiamo la vostra magia per andare via e portiamolo al villaggio dei Kokiri: lì ho delle cose che potranno aiutarlo a riprendersi» propone Saria. «Lo porterei al castello, ma non so in che condizioni sia…»
«Concordo, Saria. Ora tenterò di far funzionare i miei poteri»
 
Sono riuscita a farmi ascoltare dalla mia Triforza capricciosa, e Saria ha portato un Link ormai privo di sensi nella sua abitazione nella foresta degli elfi che non crescono mai. Essendo tutto a misura di bambino, Link è entrato a malapena nel letto della Saggia, ma Saria si sta sforzando di non fargli mancare nulla. Gli ha preparato un intruglio di cui non saprei dire il contenuto, si occupa di tenere al fresco la sua fronte con dei panni imbevuti e controlla regolarmente la sua temperatura con un termometro che non avevo mai visto. Ho ancora tante cose da imparare e studiare, ma l’avvento di Ganondorf ha rovinato tutti i piani. Eppure, tutto ciò mi ha reso consapevole dei miei limiti e ha fatto nascere in me la forza di volontà necessaria affinché, quando tutto sarà finito, io inizi il mio “addestramento” da principessa e sia più che pronta a prendere in mano le redini di questo pianeta.
«Principessa, vi dispiace se mi allontano per un po’? Vorrei comunicare ai Kokiri che sono qui e dare l’allerta alla foresta» mi domanda Saria.
«Oh, non devi certo chiedere il permesso a me! Va’ pure, hai già fatto tanto» le dico, un po’ lusingata.
«Io vi devo la mia vita» mi fa, facendomi venire la pelle d’oca, per poi uscire dall’abitazione in legno.
Io sono seduta su uno sgabello accanto al letto in cui giace Link. Lo fisso: è incredibile come anche nel sonno sia capace di tenere le sopracciglia sempre corrugate. Quindi decido di approfittare un po’ del fatto che ora è indifeso per…toccarlo. Gli sfioro la pelle con un dito e gli alzo la fronte per far sembrare il suo sguardo un po’ meno arrabbiato, emettendo un risolino.
Sembra stia sopportando così tanti pesi, sulle sue spalle. Avermi dovuta proteggere e passare le sue giornate con l’unico scopo di garantirmi la sicurezza deve avergli consumato un po’ la sua voglia di vivere, non considerando poi i suoi lutti e il suo abbandono del villaggio in cui è cresciuto.
Pensando ciò, gli prendo istintivamente la mano, e la stringo portandomela al petto.
«Si può sapere cosa stai facendo?» sussurra all’improvviso.
Lascio la presa di scatto, poiché non mi ero accorta fosse sveglio.
«Scusami, i-io…» balbetto, rimettendogli la mano sul letto.
Non so se ora sia il momento adatto, ma sento di dovergli parlare sinceramente.
«Ascolta, Link. Non sai quanto mi dispiace averti mentito, dico davvero. Non l’ho fatto con l’intenzione di ferirti o che altro, ma io…»
«Sì, lo so» mi interrompe. «Ammetto che, se tu non fossi stata lì con me, probabilmente non avremmo ottenuto nulla di tutto ciò e Saria non sarebbe a casa. Avremmo dovuto aspettare la sconfitta di Ganondorf, per rivederla libera»
«Oh, Link…» inizio a parlare, ma mi accorgo di avere il tono spezzato dal pianto. Perché ora sto piangendo?
«Va tutto bene Zelda, non c’è bisogno di piangere» tenta di rassicurarmi.
«È che sono successe tante cose…» singhiozzo, ripensando all’attacco al castello, ai sotterranei di Ganondorf, a Impa, ai cespugli parlanti, ai ChuChu, all’allegro venditore di maschere, alle statue ballerine e a Ghirahim.
«Non ti lascerò di nuovo sola» mi dice all’improvviso. Rimango senza fiato per qualche secondo e sgrano gli occhi, poiché mi ha davvero colta di sorpresa.
«Posso chiederti una cosa?» azzardo, non appena mi riprendo.
«Okay» accetta.
«Dov’eri finito al castello? Perché ci hai abbandonati?» mi libero finalmente di questa domanda che ho tenuto dentro di me per troppo tempo.
«Ganondorf mi aveva fatto credere di starsi dirigendo verso il portale che conduce in camera tua. Avevo paura che potesse arrivare alla tua famiglia e mi sono precipitato lì senza pensarci. Una volta nelle tue stanze, una figura mi ha bloccato con della magia nera lì. Non so dirti chi sia stato. Sono riuscito a sciogliere l’incantesimo dopo un po’ di tempo, ma ormai in tuo soccorso erano già giunti i Saggi. Mi ha poi trovato Dazel e quando mi ha detto cosa stava accadendo, sono corso lì quanto più velocemente possibile, ma ormai era troppo tardi» racconta.
Oh, accidenti. Ho creduto che ci avesse abbandonati tutti perché mi odiava, e non voleva sacrificare la sua vita per me. L’ho davvero creduto di una cosa simile quando in realtà voleva proteggere non solo me, ma anche il mio mondo. Ora sì che sarà davvero difficile smettere di piangere.
«Non piangere, ti prego. Fai sentire triste anche me» continua a dirmi.
«Non sai chi ti ha fatto del male?» gli chiedo, per capire a chi è che devo davvero dirigere tutti i miei pensieri negativi.
«No, te l’ho detto. Ma quel tipo di magia può provenire da un solo posto»
«Quale?» mi incuriosisco.
«Ti ricordi la porta che hai toccato e che rese nera la tua Triforza?» mi fa venire alla mente. E come dimenticarlo. Anche quella volta Link fu costretto a salvarmi.
Annuisco.
«Quella è la porta d’accesso al Twilight: l’unico mondo n cui l’ombra prevale sulla luce. È da lì che proviene quella magia. Gli esseri della luce non possono stare lì, ma noi possessori della Triforza un modo per esistere in quel mondo ce lo abbiamo» spiega.
«Oh mia Dea. Il Twilight. Quella era..la porta…oh mia Dea!» esclamo, mentre la mia mente unisce i puntini.
Non riesco a crederci, ecco cos’era successo! Ci voleva tanto a dirlo? Il Twilight è il mondo dove abitano Twili, le creature dell’ombra! C’è Midna lì, la principessa e il mio personaggio preferito della saga in assoluto, appare in The Legend of Zelda Twilight Princess, il mio videogioco preferito! Io…Oh, devo conoscerla. Se esiste davvero io devo vederla.
«Qual è questo modo?» gli domando con un visibile velo di esaltazione sul mio volto.
«L’ombra ci risparmia, ma ci vede come bestie, quindi le nostre sembianze appaiono come quelle di un…»
«Lupo» finisco io la frase, arrivandoci. Proprio. Come. Nel gioco!
E un flashback di me e Link mi torna alla mente, quando, mentre ci dirigevamo da Firone per guarire la mia mano, pensai testuali parole: “Che strano...non avevo mai  notato che la mano di Link avesse tanti peletti...grigiastri.” Era la reazione del suo corpo alla vicinanza del Twilight presente nella mia mano, erano peli di lupo!
«Come sai tutte queste cose?» si domanda allora Link.
«Oh, ehm…di questo ne parleremo un’altra volta» taglio corto io. Non mi va ora di spiegare tutta la storia.
«Comunque, chiunque dovremo affrontare, non ti farà del male» mi rassicura.
L’istinto vince di nuovo su di me e gli afferro di nuovo la mano, forse per sentirlo ancora più vicino a me. «Nessuno farà del male neanche a te, Link»
Lui, con un visibile sforzo, alza il braccio dal letto su cui è steso per poggiare una mano sul mio viso. Comincia a scrutarmi in maniera un po’ strana, ma neanche io ora riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi finalmente di nuovo azzurri.
Mi chino su di lui, poiché lui è ancora steso, per potermi avvicinare. Scendo dallo sgabello e mi inginocchio al lato del letto. Lui mi carezza con la mano che ancora ha sulla mia guancia e tenta di sporgersi verso di me.
«Eccomi di ritorno!» annuncia poi Saria, rientrando.
 
 
--Angolo della scrittrice--
Finalmente, col dialogo di Daisy e Link, ho potuto rimettere insieme alcuni pezzi del puzzle che mancavano dai tempi del capitolo otto! Tutta la questione della porta e della mano, chissà se qualcuno ne aveva anche solo un vago ricordo.
Cooomunque, avevo bisogno di un dialogo tranquillo e sereno, davvero, troppe scene di scontri-incontri e poco spazio ai sentimenti. Equilibrio, equilibrio!
Comunque, davvero, Midna è forse l’essere più figo che la saga potesse partorire. Voglio  tatuarmela, infatti.
-Zelda_Shooter
  
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