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Autore: Euphemia    29/03/2016    3 recensioni
Halloween, la notte degli spiriti. Qual è il modo migliore per festeggiarlo, oltre al classico porta a porta “Dolcetto e Scherzetto”? Un rituale per bambini che, di certo, ai nostri ormai “grandi” Ash, Paul, Drew, Gary e Barry non si adatterebbe per nulla. Dunque cosa c’è di meglio che una prova di coraggio al cimitero di Lavandonia, per festeggiare la notte dedicata alla paura? Tra spaventi, terrori, lapidi, ombre notturne e un pizzico di comicità riusciranno i nostri protagonisti a superare indenni la notte di Halloween più spaventosa che mai?
~
[Dal 6° Capitolo]
"I ragazzi si voltarono verso colui che aveva parlato: un uomo sulla sessantina con un bastone e un paio di occhiali era dietro di loro, e li osservava con sguardo severo.
“Oddio, ci hanno beccati!” esclamò Barry, facendosi prendere dal panico. “Presto, correte! Fingetevi morti!”"
[...]
"“D’accordo. Ma solo perché sei il nipote di Samuel Oak.”
“Che raccomandato…” commentò Ash con un sorrisetto meschino.
“Zitto, cretino!” esclamò Gary con le guance arrossate."
~
[Pokéshipping; Ikarishipping; Contestshipping; Royalshipping; accenni Egoshipping.]
{Avvertenze: per "un pizzico di comicità" non intendevo davvero "un pizzico". Sarà una cosa molto... altamente demenziale.}
Genere: Comico, Demenziale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Barry, Drew, Gary, Paul | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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A trip to the cemetery 

in a Halloween night
 
 

#Parte quinta.


I corpi delle quattro erano bloccati in una morsa ferrea, avvolti dalle spinose spire di radici che fuoriuscivano dal terreno, proprio nello stesso luogo in cui giaceva la lapide del Mangia-Anime. I loro volti, sporchi di terra, come anche i loro vestiti, erano terrorizzati - e, se avessero potuto, probabilmente, avrebbero anche tremato. I gridolini strozzati che emettevano erano un chiaro segno del fatto che avevano subìto uno shock, che si erano sgolate fino alla fine, intrappolate in quella prigione sotterranea, quando quella creatura era apparsa loro dinnanzi, e quando le aveva zittite in quella sgradevole maniera. I loro occhi erano in cerca di qualcuno che potesse aiutarle; ed ecco lì, dinanzi a loro, quelli contro i quali avevano pianificato un'amara vendetta. Sembravano persino più stupiti di loro stesse.
"Vera!" esclamò il verdolino, non appena notò lo sguardo impaurito negli occhi zaffiro della giovane. 
"Drew..." sussurrò lei terrorizzata "Aiutami... Ti prego...!" 
Il Coordinatore non se lo fece ripetere due volte; evitò il richiamo di Gary, che gli diceva chiaramente di non avvicinarsi e di non compiere azioni sconsiderate, e si lanciò contro la spessa base delle radici che intrappolavano la sua amata. Prima che potesse arrampicarvisi, però, un'ombra nera lo colpì allo stomaco con una potenza tale da scagliarlo via, contro il tronco di un albero poco distante. 
"Drew!" 
"Maledizione..."
"Drew!" Ash gli si avvicinò correndo, per poterlo soccorrere. "Niente di rotto?" 
"Nulla, per fortuna..." gli rispose lui, digrignando i denti subito dopo. "Qualcosa mi ha colpito..." 
"E che era?!" Quella di Barry sembrava più un'esclamazione che una domanda; si guardava attorno inquieto, in cerca di qualche essere potenzialmente responsabile di tutto, ma non riuscì a scorgere nulla. 
"Che nessuno si avvicini più a quel coso!" ordinò Gary, squadrando la strana pianta spinosa dall'alto in basso; il suo sguardo si posò sulle quattro ragazze, ma si concentrò principalmente su Misty, che tentava disperatamente di liberarsi dando di tanto in tanto degli scossoni alla radice alla quale era legata, ferendosi di conseguenza. 
"Stupida pianta!" urlò la rossa spazientita "Mollami!" 
"Gary, come facciamo?!" 
Il castano strinse i pugni e cercò di studiare attentamente lo spettacolo che aveva davanti a sé, nel tentativo di scorgere anche quel piccolo, insignificante dettaglio che avrebbe potuto aiutarli a liberare le ragazze da tale terribile tormento. Si sentì, per la prima volta, impotente: più cercava con gli occhi, e meno trovava; in quel momento avrebbe tentato lui stesso di avvicinarsi, arrampicarsi sulle radici e salvare la sua sirena, ma, come aveva constatato qualche attimo prima con l'eroico gesto di Drew, non avrebbe ottenuto un bel niente, se non lividi e ferite. 
Improvvisamente, un piccolo movimento alla base della misteriosa pianta attirò la sua attenzione: una delle radici, discretamente, si avvicinò alla gamba del biondino, che, ignaro, era intento a guardare prima verso l'albero sotto il quale giaceva il verdolino e poi verso l'alto, laddove la sua fidanzata sembrava essere nel pieno di una crisi di panico. 
"Barry, ai tuoi piedi!" gli urlò, avvisandolo del pericolo che correva. 
L'Allenatore di Sinnoh si accorse del richiamo del Ricercatore troppo tardi: sentì un gran dolore nei pressi della caviglia, che una spessa radice spinosa gli aveva saldamente afferrato. Non ebbe nemmeno il tempo di urlare, e nemmeno la pianta lo ebbe per poterlo trascinare via con sé, assieme alle quattro ragazze; qualcuno si inserì tra preda e predatore e, con un violento colpo di ascia, tagliò la radice, che subito si ritrasse. 
"Paul!" 
Il viola lo guardò con distacco, nessun segno di cedimento era visibile nei suoi occhi neri come la pece. Nelle mani stringeva un'ascia, la cui lama era ancora conficcata nel terreno. 
"Sta' più attento." si limitò a dire, mentre il biondino lo guardava con grossi occhi arancioni lucenti. 
"Paul! Sei il mio salvatore! Grazie!" 
Fece come per sporgersi così da potergli buttare le braccia al collo, ma il viola si scostò in tempo e Barry crollò inevitabilmente al suolo, con la faccia per terra. 
"Guarda che vale ancora la regola del metro di distanza. Lontano.
"Paul, dove hai preso quell'ascia?" 
La domanda di Gary lo riportò a quelle che, in quel momento, erano le principali priorità - ovvero salvare Lucinda dalle grinfie di quella non ben definita cosa che la intrappolava assieme alle altre; si guardò le mani che reggevano il manico di legno dell'arma, dopodiché si rivolse nuovamente verso il castano. 
"L'ho trovata nel capanno degli attrezzi del custode. Non è lontano da qui." 
"Hai trovato qualche altro oggetto utile?" 
"Non ci ho fatto caso. Ho preso il primo oggetto che mi è capitato tra le mani." 
"Va bene... Ash!" 
Il corvino, sentitosi chiamato, si voltò in direzione di Gary; prima guardò lui, poi, invece, guardò Misty, lì in alto, che si dimenava con più grinta. Digrignò i denti e fece qualche passo in avanti, prima di fermarsi accanto al castano. 
"Chi ha organizzato tutto ciò la pagherà cara..."
"Ascolta Ash, so che sei un totale idiota e che fai le cose senza prima pensare, ma, dato che in gioco c'è la salvezza delle ragazze," gli fece il Ricercatore con sguardo serio "vorrei che tu e Barry andiate di corsa verso il capanno degli attrezzi dove Paul ha trovato l'ascia e prendiate tutti gli oggetti che potrebbero esserci utili. Intanto io, Drew e Paul lo terremo impegnato. D'accordo?" 
All'improvviso, inaspettatamente, il corvino posò una mano sulla spalla di Gary, il quale, sorpreso da quel gesto, quasi sussultò. Le pupille di Ash, che sembravano due vere e proprie pozze di petrolio, erano fisse in quelle cristalline del Ricercatore, che ricambiò lo sguardo. L'Allenatore di Kanto rinvigorì la sua stretta.
"Sta' attento." gli disse, anche se i suoi occhi volevano dire tanto altro. 
Gary capì. Sapeva bene quanto il corvino ci tenesse alla giovane ragazza dai capelli rossi, e mai l'avrebbe abbandonata in un momento di difficoltà come quello; Ash era ingenuo, sciocco e a volte infantile, ma nascondeva dentro di sé un animo forte, quello che, con molta probabilità, aveva fatto sì che Misty scegliesse lui, invece del castano. Annuì, mostrandogli quel tipico ghigno che spesso gli si formava sulle labbra.
"Non perché me lo dice una femminuccia come te, Ketchum." 
Il corvino gli sorrise di rimando; dopodiché, rivoltosi al biondino, gli fece cenno di seguirlo. 
"Non temete!" esclamò quest'ultimo,  posando le mani sui fianchi e gonfiando il petto così da potersi esprimere in tutta la sua virilità. "Il grande Barry tornerà a salvarvi!" 
"Siamo alla frutta, allora." sussurrò Misty, roteando gli occhi verso il cielo. 
"Barry! Ti perdono per avermi detto un fracco di baggianate, ma ora, ti prego, voglio solo tornarmene a casa!" piagnucolò l'Allenatrice di Sinnoh, seguendo l'esempio della rossa e dimenandosi energicamente tra le spire di radici che la circondavano. 
"Ma certo, piccola!" 
Barry le ammiccò con un ghigno - che, detto sinceramente, a Paul che guardava la scena esterrefatto sembrò la brutta copia di quello di Gary -, cosa che, apparentemente, la castana apprezzò con un romantico sospiro, immersa nel suo mondo di rimbambimento totale dovuto in parte alla stanchezza del suo cervello, ormai andato completamente in tilt. 
"Buon Arceus, tutto ciò mi sta facendo venire un conato di vomito." asserì il Ricercatore di Kanto mentre si voltava dall'altra parte, in attesa che quell'imbecille di Barry si muovesse e andasse a prendere qualche oggetto con cui effettivamente difendersi dal capanno del custode. 
Per un attimo si chiese a chi diavolo avesse dato degli ordini così importanti - a un cretino egocentrico e a un mangione buono a nulla -, ma prima che potesse proferire altre lamentele e incitamenti, il corvino era già partito in quarta, correndo più velocemente che poteva. Anche il biondino sfrecciò saltellandogli dietro, mentre lo minacciava di multarlo se non l'avesse aspettato, ma Ash sembrava essere completamente sordo; il castano trattenne un sospiro. Era evidente che Misty era importante per entrambi, ma di certo il grande Gary Oak non vi avrebbe rinunciato. 
Intanto, Ash aveva percorso una considerevole distanza, guardandosi a destra e a manca in cerca del famoso capanno degli attrezzi del custode o di qualche altro oggetto contundente di cui si sarebbe potuto servire. 
"Ash! Ash! Che quelle gambette da nano siano maledette! - Oh, ho fatto una rima. Comunque, ASH! TI MULTO!" Gli urlò Barry, che gli annaspava dietro.
Solo quando proprio il biondo, distrattosi un attimo per prendere il famoso blocchetto delle multe dalla borsa per rendersi ancor più spaventosamente minaccioso, andò a sbattere contro qualcosa di solido e piatto, l'Allenatore di Kanto sembrò risvegliarsi da quella specie di trance in cui l'eccessiva determinazione a salvare la sua fidanzata l'aveva fatto cadere. 
"Oh, bravo Barry!" esclamò, battendo le mani. "Hai trovato il capanno!" 
L'Allenatore di Sinnoh mormorò qualcosa di probabilmente poco carino tra i denti quasi rotti, mentre si accasciava al suolo con la faccia sempre spiaccicata contro il legno della parete esterna. Il corvino poco badò al dolore provato dall'amico e vi entrò senza esitazione, dopodiché, aiutato dalla sola luce della Luna, cercò con lo sguardo qualcosa che gli sarebbe tornato utile. Alla fine, i suoi occhi color pece si posarono su un angolo del capanno. 
"Queste sono perfette!" 

 
 
~ ° ~
 
Drew era ancora accasciato sotto l'albero contro il quale la misteriosa pianta spinata l'aveva lanciato, con la schiena dolorante poggiata sul tronco. Non aveva mai davvero avuto uno scontro fisico così violento nel corso dei suoi viaggi: certo, aveva scalato montagne, camminato lungo i bordi di ripidi burroni in boschi sperduti, e una volte si era persino buttato giù da una cascata per soccorrere la sua amata Vera; eppure, era bastato solo uno strattone per provocargli dolorosissimi lividi che se ne sarebbero andati nel giro di due settimane. Si stupì di quanto il suo corpo, in quel momento, potesse essere fragile. 
Il giovane Coordinatore di Hoenn si sentì incredibilmente debole, anche se mai l'avrebbe ammesso: non riuscire a proteggere nemmeno la sua fidanzata, la persona a cui più teneva in assoluto, era per lui più che inaccettabile. Drew era troppo presuntuoso per vergognarsi di se stesso; tuttavia, sentì una punta di rabbia nei confronti del suo corpo e delle sue capacità fisiche che lo ferì dritto nell'orgoglio, quando vide Paul che, con una violenza che mai si sarebbe aspettato da lui, brandiva il manico dell'ascia per colpire le radici spinate che minacciavano di attaccare uno di loro tre, o di fare del male alle ragazze. Pensò che anche lui avrebbe dovuto pensare a procurarsi un'arma, proprio come aveva fatto il viola, e si sentì per un attimo battuto in perspicacia - cosa che davvero non riusciva a sopportare. 
Vera si sarebbe aspettata di più da lui, e Drew ne era certo; il verde strinse i pugni in modo che le unghie si conficcassero nella carne dei palmi, fino a farli sanguinare. Detestava tutta quella situazione. 
Nonostante il dolore che gli indolenziva tutte le ossa, il ragazzo decise di alzarsi, aggrappandosi alla corteccia dell'albero; passo dopo passo, tentando di mantenere comunque delle movenze composte, si avvicinò a Gary, il quale, qualche metro più lontano, scagliava tutte le pietre che trovava contro la base della pianta, così da poter aggevolare Paul nel combattimento. 
Drew era deciso a fare qualsiasi cosa per Vera. Non gli importava nulla delle contusioni che si era provocato: in quel momento, ciò che contava davvero era la salvezza della Coordinatrice di Hoenn e lui, in qualche modo, l'avrebbe salvata - poco importava la sua scarsa resistenza fisica. 
Con decisione, afferrò una delle pietre raccolte dall'amico, pronto per ricominciare a fronteggiare quella che era diventata la sua peggior nemica; prima che potesse farlo, però, un fischio alle sue spalle richiamò la sua attenzione, assieme a quella di Gary e, seppur in parte, di Paul. 
"Gente! Abbiamo trovato la roba!" esclamò Barry pimpante, nonostante il cattivo umore di qualche attimo prima. 
"E detto così..." sussurrò il Ricercatore con un sospiro rassegnato. 
Diede un rapido sguardo ai due ai quali aveva ordinato di cercare il capanno del custode, e con sua grande meraviglia constatò che, in fondo, almeno una cosa quei cretini di Ash e Barry erano riusciti a farla: entrambi erano carichi di oggetti di metallo o ferro, la cui forma era però da lontano indistinguibile. Solo quando il biondino si fu avvicinato un po' di più, Gary intravide qualcosa che immediatamente attirò la sua attenzione.
"Ehi Gary! Invece di stare lì impalato dammi una mano! Esistono le multe anche per mancato soccorso, sai?" 
"Consegnamela." 
Il castano non fece nemmeno caso alle parole di Barry quando, estasiato dalla vista di cui i suoi occhi glaciali stavano godendo, si era piantato proprio di fronte al multatore, in attesa di avere l'oggetto dei suoi desideri più proibiti. Il biondino, dal canto suo, ricambiò lo sguardo con una reazione più confusa che isterica - come invece ci si sarebbe aspettato da lui.
"Eh?" 
"Dammela." 
"Ehi, queste non sono richieste da fare a un maschio! Per chi mi hai preso?! Per Misty?!"
"BARRY, GIURO SUL SIGNORE NOSTRO ARCEUS CHE APPENA SCENDO TI FACCIO A PEZZI!" 
Una già di suo irata Misty si agitò freneticamente contro le spire che la tenevano saldamente legata, dopo aver avuto l'immediato impulso di caricare il braccio per dare un pugno al Multatore di Sinnoh. Sentiva che non sarebbe riuscita a trattenere la sua collera molto a lungo; d'altronde, sembrava che quell'orribile Halloween non volesse proprio terminare - e soprattutto, la cosiddetta nuvola nera che le era piombata sul capo da quella mattina e che le portava disgrazie una dopo l'altra non accennava ad andarsene via.
Nonostante la violenta sfuriata verbale della rossa, Barry - dopo averla però regolarmente liquidata con una multa - concentrò la sua attenzione sul castano, che, con le guance arrossate, gli lanciava occhiatacce di fuoco e silenziosi maledizioni, tentando nel contempo di non perdere la calma necessaria a far sì che quella spaventosa nottata non finisse con quattro ragazze stecchite. Dopotutto, si rendeva benissimo conto che tutta quella situazione era in parte colpa sua - anche se mai l'avrebbe ammesso; forse, con un po' più di attenzione, avrebbe potuto evitare che le ragazze si cacciassero in un guaio più grosso di loro. 
Senza aggiungere altro, Gary strappò la falce che aveva adocchiato dalle mani di Barry e la sollevò in aria, per ammirarla in tutto il suo splendore: la lama, così come il manico, era macchiata qua e là di ruggine, ma sarebbe stata comunque perfetta per potersi difendere dalle aggressioni di quella cosa non esattamente identificata che stava attentando alle loro vite - e non accennava alcun demordimento. In quel momento, il castano si sentì proprio imbattibile; non che generalmente non pensasse di esserlo, ma in quegli istanti, munito di falce - il suo tipo di arma preferito -, ebbe la sensazione che una particolare forza gli stesse invadendo i muscoli delle braccia. 
Ecco qual è il potere dell'autoconvinzione, pensò, prima di rivolgere uno sguardo di sfida alla pianta spinata che gli si stagliava di fronte. 
"Gente," Gary cominciò a dire lentamente, mentre un ghigno superbo cominciava a farsi largo sul suo volto "spacchiamo di mazzate questo Mangia-Anime." 
"Ma non volevi farci amicizia?" Domandò Barry, più ingenuamente che in tono ironico. 
"Oh, certo. Magari dopo ci prendiamo anche un the, che ne dici Barry? Prima però lo prendiamo a pugni." 
"Non perdono chi tenta di uccidere le ragazze altrui." aggiunse Paul, dando un forte colpo di ascia a una piccola radice ai suoi piedi. 
"E allora andiamo.
All'improvviso e senza alcuna esitazione nei suoi gesti, Drew afferrò la motosega che Ash teneva tra le braccia, liberando quest'ultimo di un immane peso. Anch'essa sembrava essere abbastanza arrugginita, ma il fatto che, non appena il verde tirò la cordicella, si mise immediatamente in moto bastò a dare a Drew la certezza che avrebbe potuto salvare la sua principessa dagli occhi color zaffiro. Avanzò per primo a grandi passi verso la base di quella mostruosa pianta, ma una robusta radice gli ostacolò la strada tentando di attaccarlo; il verde, stavolta, non si fece trovare impreparato: le sue ferite provocate dall'impatto con il tronco di un albero gli dolevano, tuttavia, con una forza che nemmeno lui seppe dire dove riuscì a trovare, sollevò la motosega e colpì violentemente la nemica. Spruzzi di linfa verde gli sporcarono il viso, ma nonostante fosse un tipo parecchio schizzinoso quasi non sentì la sensazione di ribrezzo che gli attraversava la schiena; Drew era troppo impegnato a pensare a Vera per permettere alle sue manie di prevalere sulle sue necessità. 
Barry e Ash osservarono la sua improvvisa tenacia a bocca aperta, mentre Paul e Gary, più comprensivi, annuirono con determinazione e seguirono il suo esempio; il castano brandiva la sua arma abbastanza decentemente, nonostante non avesse mai avuto l'idea di allenarsi in combattimento con una falce durante il corso della sua vita - d'altronde, non poteva certamente prevedere che in futuro si sarebbe trovato in una bizzarra situazione come quella. Anche Paul continuò a colpire la pianta con fermezza, dirigendosi pian piano verso le spire che tenevano intrappolata Lucinda. 
"E noi?" 
Il biondo fu distolto dallo spettacolo che gli si parava davanti e si voltò verso il corvino, che non sembrava guardarlo molto convinto. Guardò ciò che aveva tra le mani: un misero rastrello era l'unica cosa rimasta di ciò che aveva trovato. Girò lo sguardo verso Ash, sperando di potergli fregare la sua arma, ma restò parecchio deluso nel vedere che anche lui non era messo meglio: infatti, con sé portava una vecchia pala arruginita. Barry si soffermò nuovamente sul rastrello mezzo sdentato e sospirò. 
"Beh, il grande Barry non si fa mica intimorire dalle erbacce!" 
Detto questo, strinse il manico dello strumento tra i palmi e, senza dare ad Ash il tempo di replicare, si lanciò dritto verso la misteriosa pianta spinata. 
"Super Barry è qui per salvarvi con le sue super abilità da moschettiere!" esclamò, armeggiando il rastrello da una parte all'altra per colpire le radici che tentavano di attaccarlo. 
"Oddio, non lo ha detto sul serio..." sussurrò Gary inarcando un sopracciglio. Si girò solo per un attimo, giusto in tempo per vedere che Ash se ne stava ancora impalato a guardare il combattimento degli altri. "Ash! Ma che cavolo fai?!" 
"Ah, Gary..." ridacchiò lui, grattandosi la nuca. "Io, ecco... Non credo che riuscirei a fare qualcosa con questa pal..."
"ASH KETCHUM! FA' L'UOMO E FAMMI SCENDERE O TI PRENDO A CALCI IN CULO, CHIARO?" 
L'ira di Misty non se n'era di certo andata via, anzi; ogni minuto che passava, diventava anche più terrificante di quel bizzarro mostro vegetale. All'udire quelle parole, il corvino sussultò per lo spavento e deglutì, rafforzando poi la presa su quella che sarebbe dovuta essere la sua invincibile "arma". 
"Hai ragione, Misty." disse, abbassando lo sguardo e rialzandolo subito dopo. "Ti aiuterò a liberarti di lì, costi quel che costi!"
"Se ci arrivi, Ketchum!" lo canzonò il castano, rivolgendogli un sorriso sghembo. 
"Sta' zitto, Gary! Che intanto, lei ha scelto me!" 
"Perché lei ha fegato e gli opposti a quanto pare si attraggono davvero."
Lo sguardo di sfida che Gary gli rivolse infervorò Ash talmente tanto che quasi trattenne l'impulso di lanciargli appresso la pala; senza alcuna minima esitazione, seguì l'esempio di Barry e si lanciò contro l'immondo essere spinato, colpendolo con un colpo così forte che, per il terzo principio della dinamica, fu sbalzato all'indietro. Il corvino, però, non si dette per vinto: tornò alla carica più pronto di prima e caricò un colpo ancora più potente. Tuttavia, riuscì a fermarsi solo in tempo, quando vide una brillante chioma rossa pararsi davanti a lui: gli occhi smeraldini di Misty erano spalancati e la bocca semiaperta per la sorpresa. 
"Ma che diamine?!" 
Tutti si girarono verso il corvino: la pianta aveva spostato il corpo della rossa proprio davanti al punto che Ash avrebbe voluto colpire. Un rivolo di sudore scese dalla fronte di Drew. 
"Sta cercando di usarle come scudo..." sussurrò, guardando poi Vera: lei era lì, ancora in alto, nella posizione di prima, ma il verde si era accorto bene che la pianta sarebbe stata pronta a lanciarla contro la motosega che teneva tra le mani. Rabbrividì. 
"Ash!" Misty si dimenava tra le spire che l'avvolgevano e guardava il ragazzo con occhi fiammeggianti. "Volevi sfigurarmi?! Imbecille!" 
"Misty, io non volevo farlo davvero, ti pare?! Mi sono pure fermato!" 
"Pff, non ascoltare quell'imbranato, Misty." si intromise a un tratto Gary.
"Sta' zitto tu! È tutta colpa tua se è accaduto tutto questo!" 
"Mia?" 
"Sì! Sei tu che hai proposto a tutti gli altri di venire in questo maledettissimo cimitero!" 
"Uhh, peperina la ragazza..." 
"E non flirtare con me. Sei uno sfigato, Oak!" 
Gary fece finta di non averla sentita, ma dovette ammetterlo: la rossa ci sapeva fare benissimo con le parole. Un piccolo ghigno gli attraversò rapidamente le labbra, per poi scomparire subito dopo, concentrato com'era a colpire le radici della pianta che lo attaccavano. Certo, Misty non era un tipetto affatto facile; eppure, Gary non aveva ancora voglia di rinunciarvi. 
Si diresse a grandi passi verso l'origine delle spire che intrappolavano la giovane, caricando nel frattempo un colpo di falce; quando però cercò di colpirle, bastò un velocissimo movimento per far sì che, di fronte a lui, adesso, si trovasse Lucinda. 
"Cazzo!" esclamò, colto di sorpresa. 
La blu, dal canto suo, aveva già chiuso gli occhi, pronta ad incassare il colpo; quando però si accorse di essere ancora viva e soprattutto indenne, aprì leggermente una palpebra per intravedere la situazione davanti a sé. Gary digrignava i denti, mentre abbassava la falce e tentava di allontanarsi, non volendo assolutamente ferire un'amica - nonché fidanzata del più tetro del gruppo. 
Nel frattempo, però, la pianta sembrava non essersi assolutamente accorto di Paul che, silenziosamente, si era avvicinato nello stesso istante alla schiena di Lucinda; con un colpo d'ascia, stando tuttavia attento a non tagliuzzare anche la carne della giovane Coordinatrice, riuscì a lacerare le spire che la tenevano prigioniera. Con sua grande sorpresa, la blu si trovò subito libera e cadde all'indietro, ma, prima che la sua testa sbattesse contro il suolo, il viola riuscì ad afferrarla in tempo tra le sue braccia. 
"Paul!" 
"Oh mio Dio! Paul, ci sei riuscito!" esclamò Barry, con occhi luminosi. "Lo sapevo che eri super figo!" 
"Paul!" ripeté Lucinda, buttandogli le braccia al collo e stringendolo a sé. 
Con un'agilità che Paul solo raramente aveva dimostrato di possedere, il viola fece un balzo all'indietro, quando una radice tentò invano di colpirlo; pur di proteggere la propria ragazza, il giovane si mise a correre il più velocemente possibile, brandendo di tanto in tanto l'ascia per levarsi di torno le spine minacciose del mostro-pianta. Gary lo vide allontanarsi di parecchi metri, per poter mettere giù Lucinda, ferita dai graffi che le avevano fatto le spire che l'avevano quasi stritolata. Non appena la blu si accasciò sull'erba, con la schiena appoggiata a una delle lapidi, abbracciò Paul e cominciò a singhiozzare per la paura. 
Il Ricercatore di Kanto non potè evitare di farsi il comunemente definito "filmino mentale" sulla reazione che avrebbe avuto Misty quando lui l'avrebbe salvata dalle grinfie del suo aguzzino - proprio sotto gli occhi dell'acerrimo rivale. Si voltò verso la pianta, visibilmente più infuriata di prima per aver perduto una delle sue vittime. Era ancora distratta per ciò che Paul aveva fatto - e anche vagamente confusa; tanto che, ironia della sorte, non sembrò accorgersi della rischiosa vicinanza tra Drew e Vera. 
Con un colpo di motosega, il verde tagliò le radici che tenevano intrappolata la giovane Coordinatrice di Hoenn. Le ferite gli bruciavano ancora per via dello sforzo fisico, ma non esitò ad afferrare la ragazza per il polso, una volta che fu caduta per terra, e a trascinarla in una corsa sfrenata. Drew sentì una radice raschiargli la schiena, ma non se ne curò; finché Vera non fosse stata al sicuro, l'avrebbe protetta a costo di rimanere ferito. 
Quando raggiunsero una posizione sicura, vicino a Paul e Lucinda, il verde si arrestò; Vera non si riuscì più a reggere sulle gambe, spossata com'era, e così, parzialmente dolorante anche lei, si sedette sull'erba fradicia di rugiada.
"Alla fine ce l'ho fatta" disse lui, rivolgendo un sorriso alla sua ragazza. 
La castana lo guardò con occhi zaffiro lucidi e gli sorrise di rimando. Si avvicinò a lui, tanto da sfiorargli le labbra; Drew aspettò che il contatto avesse luogo e così chiuse gli occhi, in attesa.
Un'attesa che, però, risultò vana. 
"Dammi qualcosa da mangiare."
"...Cosa?"
"Ho visto la morte in faccia, Drew. Ho bisogno di ingozzarmi di cibo per rendermi conto di essere ancora viva." 
Il verde aveva dimenticato la peculiarità di Vera - quella che la rendeva, sotto certi aspetti, molto simile ad Ash: amava mangiare. E, se non mangiava, probabilmente l'apparente graziosa donzelletta sarebbe diventata ancor più temibile del mostro che, quella notte, stava attentando alle vite di tutti. Ancora sconvolto per l'assurdità dell'avvenimento, e consapevole del trauma della sua ragazza - insomma, chiedere del cibo così all'improvviso, dopo essere stata salvata, non era cosa da persona mentalmente stabile -, si accasciò accanto a lei. 
E pensare che non era ancora finita. 
"Allora cominci a perdere colpi, eh?" disse Ash, puntando minacciosamente la pala contro la pianta. 
Il corvino iniziò a caricare un colpo; forse era la volta buona che anche lui facesse qualcosa di eroico, proprio come i suoi compagni. D'altronde, di ragazze ne rimanevano solo due, ancora intrappolate; e se Barry si sarebbe certamente occupato della sua ragazza, a lui era capitata la sfiga di doversi sudare anche quella vittoria entrando in competizione con Gary Oak - il solito rompiscatole che non si faceva mai i fatti suoi. 
Senza guardare nemmeno dove andava a colpire, il corvino menò una botta di pala. Si sentì un rumore secco, seguito poi da un "Ouch!" e da un gemito di dolore. Ash, incuriosito da quei versi, si voltò per vedere che cosa avesse colpito - e così, ai suoi piedi, vide un Barry agonizzante; come se non gli fosse bastata la botta che aveva ricevuto quando era andato a sbattere contro il capanno degli attrezzi. 
"Ops!" esclamò il corvino, mettendosi una mano davanti alla bocca. "Scusami, Barry!"
Il biondo pronunciò una serie di parole miste a gemiti dal significato ignoto e incomprensibile. 
"...lta... a... Ma...re" 
"Eh?" 
"Mult... tu... M...dre..." 
"Scusa, non capisco" 
"Meglio, Delia non ne sarebbe molto contenta" sussurrò Misty, che invece aveva compreso alla perfezione le imprecazioni del povero multatore. 
"Barry!" fece l'Allenatrice di Sinnoh, preoccupata. "Stai bene?" 
"Tutto a posto, pupa!" 
Come se non fosse successo nulla, il biondino si rialzò con un balzo e si lanciò contro la pianta brandendo il rastrello. Colpì la pianta più volte - e ancor più volte fu preso in piena faccia da una frustata del mostro -, mentre, dolorante, sparava multe a destra e a manca. 
"Pianta, ti multo!"
"Ramo, ti multo!" 
"Ouch! Sasso, ti multo per esserti messo in mezzo!" 
"Condizioni atmosferiche, vi multo per essere troppo sfavorevoli!"
"Denuncerò questo cimitero per non aver impiantato delle luci artificiali!" 
"Ash, ti multo!" 
"Io?! E perché?!" 
"Ti ricordo che mi hai dato una palata in faccia!"
"Paul, mi dispiace ma devo multarti. Sei troppo figo."
"Ehi, maledetta pianta, guarda che ti ho vista! Non mi freghi, sai? Ti multo! E ti rimulto di nuovo per aver cercato di colpirmi la prima volta! E anche la seconda. E la terza. E tutte le volte! E poi ti multo per aver preso la mia fidanzata. E anche perché hai 'ste cavolo di spine - cioè, non te le puoi tagliare? Mi stai seccando! Ti multo perché sei seccante! Capita la battuta? Sei una pianta secca! AHAHAHAH - Ti multo perché non stai ridendo!" 
Da lontano, Paul pensò a come potesse essere possibile l'esistenza di un essere così misticamente iperattivo e insensato - così tanto che sembrava non rendersi conto della serietà della situazione che, a quel punto, era ormai diventata tragicomica. Il mostro era ormai non solo arrabbiato, ma anche esasperato. Quasi non ce la faceva più a sentir ciarlare il biondino; forse sarebbe riuscito a sopportare la voce irritante del multatore, ma quando anche la castana attaccò a parlare, la sua pazienza cominciò a vacillare.
"Fammi scendere!" 
"Eddai!"
"Mettimi giù!"
"E che ti ho fatto io?" 
"Se non mi fai scendere Barry ti fa le multe!" 
"Pianta cattiva, fammi scendere immediatamente!"
"Guarda che sto perdendo la pazienza!" 
"OH, E MI FAI SCENDERE?!" 
La pianta non ce la faceva più. Ogni parola, ormai, era diventata più efficace di un colpo di ascia del viola; con un grugnito indefinito - ma parecchio spazientito -, i rami che avvolgevano Elena si allentarono e lei, per direttissima, finì per essere scagliata proprio verso l'Allenatore di Sinnoh, che se la vide piombare addosso. Era troppo tardi per evitare la disastrosa collisione. 
Qualche attimo dopo, i due si ritrovarono a terra, tramortiti. Era l'ennesima mazzata che Barry si prendeva; non che l'Allenatrice fosse eccessivamente pesante, ma il corpo cominciava a dolergli. Il biondino emise dei gemiti di sofferenza, mentre la sua fidanzata cercava di rialzarsi anche lei mezza dolorante. 
"Elena, cara..." sussurrò il biondino.
La giovane era in attesa di qualcosa di romantico; glielo si leggeva in faccia. Sorrideva - un sorriso spastico, in realtà, perché aveva avuto una crisi di panico in precedenza. Aspettava le dolci parole del biondino. 
"...Mi dispiace, ma... Ti multo per essermi caduta addosso."
Nonostante ormai Barry fosse stato massacrato da percosse continue durante quella maldetta notte di Halloween, un sonoro ceffone non glielo poté levare nessuno. La castana si alzò in piedi con gran dignità e, da sola, si allontanò, senza dire una parola e lasciando il povero Allenatore a terra, ormai stremato. 
"La banda dei rompipalle colpisce ancora!" esclamò Gary, che non riuscì a trattenere una risata; il fatto di essere riusciti a scocciare anche un vegetale con le loro lamentele la diceva lunga. Quei due erano proprio fatti l'uno per l'altra. 
Ma non era questo ciò a cui il Ricercatore doveva pensare: si voltò verso la rossa e poi studiò la situazione; la pianta era ancora stordita per le chiacchiere di Barry ed Elena. Poteva approfittare della sua confusione per poter falciare via il ramo che teneva  intrappolata Misty, prima che lo facesse Ash; ma, d'altronde, come avrebbe mai potuto quel mangione sconfiggere un mostro del genere utilizzando una misera pala? Era fuori discussione. 
Si girò ancora a guardare il corvino, che sembrava aver pensato quasi la stessa cosa; si muoveva a destra e a sinistra, per evitare i colpi delle radici. Gary si mise in posizione e cominciò a colpire le piante, poi si voltò nuovamente verso Misty; solo allora si accorse di ciò che la rossa stava facendo. 
La Capopalestra aveva cominciato a prendere a morsi la pianta. Si dimenava, scalciava ancor peggio di prima, dava testate a destra e a manca, fino a quando non riuscì ad affondare le unghie smaltate nelle - ormai - povere radici, che cominciarono a gemere. 
Approfittando della debolezza di quel momento, Misty allargò le braccia e si liberò dalle spire che l'avevano stritolata per tre buoni quarti d'ora. Saltò giù dalla pianta, fece un'artistica capriola e si allontanò, dirigendosi verso le altre ragazze. Tutto questo, naturalmente, sotto gli occhi increduli di Ash e Gary.
"Cosa credevate?!" esclamò lei, voltandosi a guardare le facce attonite dei due contendenti. "Che avrei aspettato il vostro intervento per ottenere la vostra salvezza?"
"Beh..."
"Io, cari miei, sono una donna indipendete. E, sapete, ho capito di non aver bisogno del vostro aiuto per salvarmi il culo! Me lo salvo volentieri da sola!" 
I due rivali avrebbero continuato a rimanere a bocca aperta per altri interminabili minuti a guardare Misty andare via dalle sue amiche, senza dire una parola, ma - beh -, c'è un luogo e un momento per ogni cosa, ma non ora
Il mostro non aveva certo intenzione di rimanere con le mani in mano; certo, i colpi, i tagli, i morsi di Misty e la voce di Barry per poco non l'avevano messo K.O., ma il fatto di essersi lasciato soffiare le sue prede da sotto il naso lo spinse ad avere un atteggiamento molto più aggressivo. Con rapidità affondò una delle sue radici verso la rossa - colei che, per ultima, era riuscita a liberarsi da sola dalle sue grinfie.
"Misty!" 
Ash e Gary lo avevano visto e impulsivamente avevano urlato il suo nome all'unisono; ormai, era troppo tardi per intervenire. 
Lucinda chiuse gli occhi pur di non guardare la sorte della sua cara amica e si mise a gridare disperatamente. Drew, d'impulso, s'era protretto in avanti, ma non era servito a nulla nemmeno quel movimento involontario. 
Un orribile rumore squarciò la quiete notturna - un rumore di qualcosa che veniva colpito, forse strappato - e, in seguito, il silenzio tornò a regnare. La blu non aveva il coraggio di guardare e, certa dell'inevitabile e orribile fine di Misty, cominciò a singhiozzare. 
"Senti bella, ma sai che mi hai veramente rotto le palle?!" 
Fu la voce energica della rossa a convincere Lucinda a levare di scatto le mani dagli occhi: Misty era lì, che fronteggiava il mostro, da sola. Aveva bloccato la radice che la stava per colpire con un colpo secco e quella era andata a scaraventarsi contro il rastrello che Barry aveva fatto cadere lì per terra, conficcandosi nei suoi denti di metallo. Il mostro esalò un boato di dolore.
"Misty, sei viva!" esclamò entusiasta la bluetta, applaudendo con le mani. "Bravissima! Falle vedere di che pasta sei fatta!" 
"Oh, se glielo farò vedere!" 
La rossa avanzò di qualche passo, calpestando con la scarpa la grossa radice conficcata nel rastrello, e premette. Si sentì un altro mostruoso gemito di dolore, proveniente dalla pianta. 
"Ah sì, hai pure il coraggio di lamentarti?! Te lo meriti, stupida verdura!" continuò ad esercitare una pressione più forte con il piede. "E non provare nemmeno a colpirmi di nuovo, bellezza! Sono del tutto spazientita da questa maledetta giornata - e sai cosa? Non è ancora finita! Credimi, tu non vuoi testare quanto sia incazzata in questo momento!" 
Misty incrociò le braccia, lanciando un'occhiata infuocata al resto della compagnia - ai ragazzi, naturalmente. Intanto, le ragazze la guardavano tutte come ammirate. La Capopalestra si voltò di nuovo verso il mostro. 
"Sai cosa mi ha fatto incazzare di più, oltre a questo babbeo di Ash e a questa combriccola di pirletti che si mettono a giocare alle prove di coraggio alla loro età? Il fatto che, pur non c'entrando nulla in questa stupida storia, m'hai messa in mezzo e mi hai addirittura fatto passare le pene dell'inferno. Credo che non supererò mai il trauma di stare ancora sotto terra, per colpa tua - e allora cosa dirà Brock, che praticamente vive nelle cave di pietra, eh? Glielo spieghi tu che un vegetale dalle manie omicide-compulsive è venuto a rompermi le ovaie quando non ce n'era veramente alcun bisogno?"
Tutti tacevano, mentre Misty parlava. Era più che evidente che, se solo uno di loro avesse osato proferir parola, sarebbe stato preso a sassate dalla rossa, e così nessuno aveva il coraggio di aprire bocca - nemmeno Paul, che, in quel momento, fu l'unico ad accorgersi di una strana nebbiolina scura in prossimità della lapide del Mangia-Anime, proprio da dove sbucavano le radici del mostro-pianta.
"Che poi, avrei capito se te la fossi presa con questi deficienti, ma perché prendersela con noi, voglio dire?!" continuava Misty, con una voce ormai roca per il troppo stress, mentre cercava comunque di mantenerla a un tono alto e minaccioso. "Così, a caso - perché ti andava, perché tanto uno vale l'altro, no? Ebbene, cara mia, non è così che funziona la società! La legge vuole che--"
Le parole della Capopalestra si interruppero nel momento stesso in cui lei sobbalzò all'indietro, per schivare una delle possenti radici spinate che si trovava prima sopra di lei. Quella si scagliò a terra, e Misty, ancor più irata, si mise le mani ai fianchi. 
"Ancora cerchi di colpirmi, brutta str..." 
Ma, ancora una volta, la ragazza smise di parlare - stavolta non perché qualche altra mistica creatura stesse per spezzarle l'osso del collo. Piuttosto, Misty notò che la radice che stava per colpirla se n'era rimasta lì, a terra, inerme e immobile, e che pian piano la pianta si stava velocemente afflosciando. Fu solo allora che la rossa, assieme agli altri che, nel contempo, se n'erano rimasti zitti, si accorse di un'ombra minacciosa che sbucava direttamente fuori dalla lapide del Mangia-Anime. 
"Ma tu...!" esclamò, indietreggiando di un passo.
Aveva riconosciuto gli occhi rossi che l'avrebbero tormentata per il resto delle sue notti. 




Angolo dell'autrice 
E dopo un anno e qualcosa torno ad aggiornare questa storia, yee! (Anche se questa storia non importerà ormai a nessuno, but who cares yee!)
Che poi, avevo intenzione di aggiornare a ottobre, ma uhm, non ce l'ho fatta- Infatti chiunque sia stato il coraggioso a riuscire ad arrivare qui si sarà sicuramente accorto che questo è il capitolo più lungo non solo della storia, ma che abbia mai scritto. Mh-mh. Dato che altrimenti sarei risultata troppo noiosa (che già lo sono-), ho ridotto molto il combattimento e i colpi di scena (?), altrimenti ciaone, chi finiva più- 
Questa storia sta andando avanti troppo per le lunghe, ma per fortuna ho quasi finito. Voglio dire, in realtà mi manca soltanto un ultimo capitolo/epilogo che spiega tutto il misterioso fattaccio (?) e so che quando lo leggerete (se lo leggerete perché sono lenta come una lumaca) penserete "ma cosa caz-" 
Poi buh, mi sono divertita a far fare cose stupide a Barry (come sempre) e a far sclerare Misty, perché in realtà Misty è il boss di tutto. :))) E ucciderà di botte sia Ash sia Gary - anzi no, Gary non se lo fila proprio perché per lei è uno sfigato, poveraccio. In realtà non so chi tra Ash e Gary stia messo meglio. 
E niente, vi ringrazio per aver letto fin qui e ci si vede al prossimo capitolo <3 
Ciau <3
Euphemia >.^



  
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