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Autore: theuncommonreader    29/03/2016    1 recensioni
[Persefone&Leuce; Ade/Persefone; Ade/Leuce| Modern!Au]
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Cora lo avverte nel tono di sua madre, che qualcosa non va – privo della solita nota instancambilmente squillante quando si tratta di tirarla giù dal letto. La sua espressione guardinga, il modo in cui si mordicchia le labbra confermano quell'impressione, ma di certo non immaginerebbe mai quello che Demetra ha da dirle.
Mai si immaginerebbe mai di venire a sapere di Bianca così, ancora gonfia di sonno, ancora calda di letto nel suo pigiama di mezzastagione, le ciabatte troppo pesanti ai piedi, sulla faccia l'impronta fresca del cuscino.
Non si sognerebbe di venire a sapere che la sua migliore amica di appena trent'anni è morta, non in un tiepido, anonimo giorno di sole freddo, uno come mille altri che preludono all'autunno.

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Partecipante al contest Segui il sentiero dorato indetto sul forum di Efp da Shizue Asahi.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Demetra, Persefone
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incest
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I


sotto l'albero bianco








note iniziali

Questa raccolta di one-shot cronologicamente ordinate, che vogliono leggersi tanto come compiute in se stesse quanto come parte di un racconto più ampio, partecipa al contest Segui il sentiero dorato, indetto da Shizue Asahi sul forum di Efp ed è basata su dieci prompt tratti dall'opera Il Mago di Oz, ciascuno indicato assieme al titolo alla rispettiva OS.

Si tratta di una delle possibili versioni dell'incontro tra Ade e Persefone in salsa Modern!AU, che cerca di essere il più possibile vicina all'originale pur con le dovute modifice. In particolare, ho eliminato la parentela tra le coppie divine, eccezion fatta per Ade e Persefone - zio e nipote in quanto frutto di una relazione tra Zeus e Demetra.


nomi dei personaggi:


Kore / Persefone è Cora.
Ade è Adelio (diminutivo: Ade).
Leuce è Bianca (Significato in italiano del nome greco).
Atena è Ana (Il nome originale della dea secondo alcuni studiosi).
Artemide è Diana (Nome romano della dea).
Ciane è Celeste (Il "ciano" è una delle sfumature del celeste).
Zeus è Divo (Dal genitivo greco "Dios").
Poseidone è Filippo (Dall'attributo Hippios, signore dei cavalli).
Era è Eva (Per assonanza e per ruolo).
Menezio è Ezio.












Titolo: Schegge di cuore
Prompt: I cuori non saranno mai una cosa pratica finché non ne inventeranno di infrangibili.



Accade un giorno qualunque, come sempre succede quando le disgrazie si abbattono sui comuni mortali.

Cora lo avverte nel tono di sua madre, che qualcosa non va – privo della solita nota instancambilmente squillante quando si tratta di tirarla giù dal letto. La sua espressione guardinga, il modo in cui si mordicchia le labbra confermano quell'impressione, ma di certo non immaginerebbe mai quello che Demetra ha da dirle.

Mai si immaginerebbe mai di venire a sapere di Bianca così, ancora gonfia di sonno, ancora calda di letto nel suo pigiama di mezzastagione, le ciabatte troppo pesanti ai piedi, sulla faccia l'impronta fresca del cuscino.

Non si sognerebbe di venire a sapere che la sua migliore amica di appena trent'anni è morta, non in un tiepido, anonimo giorno di sole freddo, uno come mille altri che preludono all'autunno.

Di venirlo a sapere lo stesso giorno del suo funerale.


Cora guarda il telefono abbandonato sul letto sfatto, ostinatamente muto, senza vederlo davvero ma lo stesso in all'erta, come se dovesse squillare da un momento all'altro. Negli ultimi tempi è rimasto silenzioso ben più di quanto lo sia stato mai, da quando Bianca è andata a rinchiudersi nella sua casetta in mezzo al bosco, dove la linea è un lusso che non può – poteva – permettersi.

Non ci vuole credere, che la sua suoneria non la sveglierà più nel cuore della notte. Che il telefono non prenderà più a vibrare, oberato di messaggi su messaggi, di foto della casa nuova, del giovane mastino nero che Bianca e quello zio che Cora non ha mai conosciuto hanno adottato assieme, appena sposati.

Non ci vuole credere che sono passate solo poche settimane da quando la prendeva in giro, chiedendole se dovesse chiamarla zia.

Da quando Bianca l'ha implorata di perdonarla per non averla invitata al matrimonio improvviso, di fronte a un prete, al cane e a due testimoni trovati per caso a bighellonare di fronte alla chiesa del paese. Così frettoloso, ha detto a Bianca, profondamente offesa per l'esclusione; non vi corre dietro nessuno.

Invece, qualcosa che correva dietro – e l'ha raggiunta e sbranata.


Frammenti di giorni.

L'università, la sessione, sono dimenticate; sua madre sempre in casa, che non perde occasione per regalarle abbracci a cui Cora concede solo risposte prive di calore. La telefonata di condoglianze di suo padre. L'attesa spasmodica di sentir vibrare il telefono e leggere il nome di Bianca sul display.

Sua madre scivola nel suo letto, la notte, le stringe le braccia morbide attorno al corpo come fosse fatto di schegge di vetro e lei potesse tenerla assieme. Cora affonda la faccia tra i suoi seni, odora il profumo familiare e pensa a quando, sdraiate sulla sabbia, Bianca le lasciava posare il viso contro la sua clavicola, e Cora ascoltava il suo respiro, profondo e regolare come il rollio delle onde.

In fondo, sotto la cappa di stordimento che avvolge il pulsare della sua sofferenza che si riversa come liquame tossico in quel punto del suo cuore dove Bianca abitava e che ora è un cratere di carne e di lacrime, le dispiace per sua madre.

Le dispiace per i giorni di permesso chiesti al lavoro, per le ore spese in cucina a riempire il loro appartamento di odori teoricamente invitanti ma che le fanno rivoltare lo stomaco.

Le dispiace per lei, per se stessa. Di non potersi spegnere e accendere a piacimento e di dover vivere con quel mostro nel petto che la sta mangiando da dentro, un morso alla volta, bevendo ogni sua energia, prosciugandola come un vampiro.

Vuole andare a trovarla, riesce a dire un giorno, mentre sua madre cerca di tenarla a mangiare con arancini appena fatti, gelato e cannoli. A trovarla? Impensabile, è la replica di Demetra, non priva di gentilezza mentre le passa le dita tra i capelli annodati, scende sul viso per sfiorare gli occhi gonfi e le labbra screpolate. Cora è troppo stanca per ribattere e dunque ascolta mentre le spiega i motivi per cui non può raggiungere la sua migliore amica neanche per un ultimo saluto.

Tra gli altri, la mente di Cora registra quello che, tra le righe, suona come quello fondamentale: Ade non ti vorrebbe lì.

A Cora, dell'opinione di Ade non frega un cazzo. E un modo lo troverà.


   
 
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