3 – Su internet si
trova di tutto
Saeko Mizuki entrò nell’ufficio con una tazza di caffè e una cartellina verde porta documenti. Masumi era alla scrivania che visionava prospetti di lavoro, contratti e stime su andamenti degli spettacoli.
Isadora, come ampiamente previsto, faceva il tutto esaurito ogni
sera; si stava rivelando una produzione migliore di ogni previsione, ma non
erano mancate le critiche alla regia giudicata da alcuni troppo ridondante per
il tipo di spettacolo.
Mizuki lasciò la
tazza fumante accanto ai quotidiani finanziari, alla sinistra di Masumi, e
appoggiò la cartelletta sul piano, di fianco ad altri documenti importanti.
Notò il pc portatile del capo aperto su una pagina web, che Masumi si affrettò
a chiudere, ben sapendo quanto fosse attenta e acuta la sua assistente, che con
tranquilla indifferenza sistemò gli occhiali sul naso, lanciandogli un’occhiata
seria.
“Signor Hayami,
qui c’è il biglietto per la prima di Lande Dimenticate. Maya mi ha
chiesto espressamente di farglielo avere.”
Masumi prese la
tazza di caffè per portarla alle labbra.
“Grazie Mizuki.
Immagino che Maya sia ancora arrabbiata per averla costretta ad interpretare
quel fuori programma nel foyer del teatro Nittei.”
“Un po’, ma le ho
parlato, e penso che abbia capito le sue intenzioni. Per la prima della ragazza
lupo, sono già chiuse le prevendite. Ci sarà il tutto esaurito.”
“È quello che ci
aspettiamo, Mizuki…”
“Certo… è quello
che si aspetta lei. Per favorire quella ragazza è disposto a farsi odiare
ancora di più.”
“Volevo solo
portare l’attenzione dei media sullo spettacolo…”
“Non solo dei
media; anche i membri della giuria del concorso andranno a vedere lo
spettacolo…”
La segretaria si
allontanò verso la porta per tornare alla sua scrivania nella stanza accanto.
Posò una mano sulla maniglia, ma prima di uscire si voltò a guardare il suo
capo.
“Immagino che
l’ammiratore abbia già inviato il consueto mazzo di rose…”
Masumi alzò appena
lo sguardo su di lei, senza dire nulla, e Mizuki pronunciò una frase che lo
raggelò.
“Questa volta lei
si tradirà… dovrà succedere prima o poi…”
Non attese
risposta, e uscì in fretta dall’ufficio. Si avvicinò alla macchinetta del
caffè, e ne versò una tazza per sé. Non fece in tempo a sedersi alla sua
scrivania, che sentì la porta riaprirsi.
Masumi si avvicinò
al tavolo, si appoggiò al piano con entrambe le mani, guardandola deciso.
“Mizuki che cosa
voleva dire con quella frase? Lei è a conoscenza di qualche fatto che io
ignoro?”
Mizuki per tutta
risposta, orientò lo schermo del suo pc verso di lui.
“Qui può trovare
tutte le risposte: su questo forum tutti sanno chi è l’ammiratore delle rose
purpuree. Se Maya naviga fra queste pagine, potrebbe capire ogni cosa, se non
lo ha già fatto.”
Masumi si
raddrizzò, infilandosi le mani in tasca.
“Grazie per la
dritta. Vedo che lei, Mizuki, conosce questo sito e lo frequenta. Spero che non
trascuri il suo lavoro per questo…”
“Una buona
segretaria deve essere preparata ad ogni evenienza, e soprattutto, conoscere le
abitudini del suo capo per poter essere sempre sul pezzo, e anticipare le sue
necessità, per toglierlo da possibili imbarazzi.”
“Fino ad ora, si è
comportata benissimo, Mizuki. Ho intenzione di far oscurare quel sito. Se non
tutto, almeno alcune sue parti… mi sto già muovendo per questo, e forse lei può
aiutarmi.”
“Bene. Allora,
cominci dai riassunti degli albi; se Maya li legge, il suo segreto non sarà più
tale. E non è l’unica che potrebbe leggerli e scoprire la sua doppia vita; c’è
anche la sua fidanzata ufficiale, e sarebbe ancor più imbarazzante, mi creda.”
Masumi sgranò gli
occhi, al colmo della sorpresa.
“Shiori! Non avevo
proprio pensato a lei.”
“Lo vedo. Non credo che la signorina Takamiya sia al centro dei suoi pensieri. E come potrebbe, se lei pensa sempre ad un’altra persona?”
Masumi ignorò il
commento ironico.
“Non credo che
Shori usi abitualmente internet, non mi sembra fra i suoi interessi. Comunque,
non voglio che sospetti o possa fraintendere il mio interesse per Maya.”
“Già… - Saeko fece
una pausa significativa. – Fosse solo Maya, il problema. Pensi se la sua
fidanzata dovesse per caso vedere una delle fan-art a sfondo erotico presenti
sul forum…”
Masumi le dava le
spalle; stava per tornare nel suo ufficio, ma si bloccò di colpo.
“Come prego?!”
“Lei e Maya… quasi
sempre riconoscibili, siete raffigurati in atteggiamenti inequivocabili; non
credo che la sua fidanzata gradirebbe.”
Lui tornò a
voltarsi verso di lei, e la fissò un paio di secondi.
“Mizuki!! Lei… lei
le ha viste???” Masumi era tra il costernato e l’imbarazzato. La segretaria
però non osò guardarlo in volto, e tenne gli occhi puntati sullo schermo di
fronte a sé.
“Ho dovuto…
questioni pratiche, capisce? Alcune di quelle fan-art sono decisamente audaci…
e poco fraintendibili. L’artista è una certa Maiko, gran fantasia e tratto
sicuro; da donna, posso dire che lei signor Masumi, fa la sua gran figura… Maya
è una ragazza fortunata.”
Mizuki sentì il
suo capo emettere un sospiro pesante.
“Sarà il caso che
io verifichi di che cosa stiamo parlando; non mi passi alcuna telefonata per i
prossimi 30 minuti, non voglio essere disturbato da nessuno. Questa è una
questione troppo delicata, ha capito?”
“Certo signore.”
Masumi tornò di
corsa nel suo ufficio e Mizuki sentì lo scatto deciso della chiave nella
serratura: si era chiuso dentro.
Masumi dal suo
computer non poteva entrare nella sezione protetta; serviva probabilmente una
password che forniva il webmaster del sito solo agli iscritti. Chiamò subito il
suo collaboratore Hijiri, che all’occorrenza si trasformava in un esperto acker
informatico, capace di violare i codici di protezione interni dei siti che si
trovava a spiare.
“Hijiri ho bisogno
di te. Devi entrare nella sezione protetta delle fan-art del forum.”
“Già fatto, signor
Hayami. Ho scaricato qualche immagine. Gliele posso inviare tramite mail, così
vede anche lei di che si tratta. Non si preoccupi, non c’è nulla di volgare, ma
lei e Maya siete… beh, ecco…”
“Hijiri, per
favore…”
“Travolti da
incontenibile passione. Difficile immaginarvi così…”
“Hijiri!!”
“Mi scusi, volevo
dire che le atmosfere di molti disegni sono più romantiche e sensuali, che
esplicitamente erotiche…”
“Puoi oscurarle?”
“In realtà, non
sono tutte direttamente collegabili al sito. Alcune rimandano a link esterni di
siti stranieri, ma posso provare a bloccare quelle pagine per un po’ di tempo.”
“Bene, mi
raccomando…”
Masumi chiuse la
comunicazione.
Aprì la posta
elettronica per scaricare le mail che Hijiri gli aveva inviato. Si sentiva
vagamente turbato all’idea di quello che avrebbe visto, lui e Maya che…
Aprì la prima
immagine; alla vista, il suo sangue freddo s’infiammò di colpo, e il cuore
tremò nel petto per la forte emozione. Gli sfuggì un sospiro che era puro
desiderio. Si sentì accaldato, come se avesse corso. La fissò a lungo, rapito,
incapace di staccare lo sguardo da quella visione che gli restituiva due amanti
persi nel delirio dei corpi nudi avvinghiati. Hijiri aveva ragione, non c’era
volgarità, solo passione bruciante suggerita dai toni caldi del disegno. Le
figure erano due mezzi busti presi di tre quarti che si tenevano stretti. Era
lei, la sua ragazzina, nel corpo splendido di una donna. Vedeva la schiena nuda
di Maya e l’inizio delle natiche, la testa reclinata all’indietro. Aveva
un’espressione appagata, gli occhi chiusi ombreggiati dalle ciglia lunghe, e le
labbra umide, invitanti, dischiuse nell’attesa di un bacio, o forse sciolte in
un gemito di piacere, mentre lui le baciava il collo e possessivo, le
tratteneva la nuca con una mano, e l’altra si posava con una carezza sul fianco
dolce e sinuoso. Le braccia di Maya si aggrappavano alla schiena di Masumi, e
il corpo aggraziato aderiva al suo torace che sembrava volerla avvolgere.
Santo cielo, pensò. Dopo quello, non avrebbe mai smesso di sognarla, e già
da molto la ragazzina perseguitava i suoi sogni. Aprì un’altra immagine. Fu
ancora peggio.
Maya era sensuale
e provocante, indossava una gonnellina a pieghe troppo corta e calze nere
autoreggenti, lui aveva la camicia sbottonata, e stava dietro di lei con le
mani posate sui suoi fianchi.
Masumi sentì la
gola farsi asciutta. Deglutì. Aveva bisogno di bere. Un doppio whisky sarebbe
stato l’ideale, ma non aveva liquori in ufficio. Schiacciò il pulsante
dell’interfono.
“Mizuki, un caffè
forte, per favore.” La voce gli uscì roca.
Due minuti dopo,
sentì bussare alla porta. Si alzò dalla poltrona per andare ad aprire, prese la
tazza che Mizuki gli porgeva e richiuse a chiave. Tornò a sedersi davanti al
pc.
Cuscini, lenzuola
sfatte, vestiti per terra in un angolo, i profili dei loro corpi, le bocche che
si cercavano, Maya sotto il suo corpo, unita a lui in un amplesso, le gambe
snelle artigliate ai suoi lombi appena velati dal lenzuolo.
Maya… Oh, Maya.
Di questo passo,
rischio di diventare pazzo… se non lo sono già. Hijiri deve bloccare questa
sezione, ne va della mia sanità mentale.
Guardare quelle
immagini era un modo per farsi del male, nella convinzione che non si sarebbero
mai tradotte in realtà, con la consapevolezza di non volere altro che quello.
Stava male dal desiderio che rodeva il cuore e lo stomaco e faceva correre più
forte il sangue.
Insieme a quelle
immagini che gli spezzavano il respiro, Hijiri ne aveva inviate altre, più
innocenti ma dense di emozioni; sullo sfondo infuocato di un tramonto, lui si
presentava davanti a Maya con una rosa purpurea in mano, rivelando se stesso, e
lei gli sorrideva felice e un po’ sorpresa. Non c’era disprezzo né delusione
nel suo sguardo riconoscente e innamorato. Furono quelle a renderlo se
possibile ancora più malinconico; uno di fronte all’altra senza maschere, senza
menzogna, sarebbe mai accaduto un giorno?
Chiuse la posta
elettronica e fu inevitabile pensare alla reazione di Maya davanti a quei
disegni osé.
Io morirei per un
tuo bacio, per una sola carezza, ma so che questi non ti piacerebbero,
ragazzina.
Travolta
dall’imbarazzo e dalla rabbia, la vedeva già piombare come un ciclone alla
Daito per riempirlo d’improperi e ingiurie. Immaginava la scena, e l’idea lo
fece sorridere. Sarebbe stato uno dei loro scontri memorabili; sapeva che non
avrebbe dovuto, eppure lui si sarebbe divertito come un matto a stuzzicarla, e
alla fine avrebbe accontentato ogni sua richiesta, cedendo su tutta la linea.
Ogni strategia era
buona pur di starle accanto. Anche per poco.
Anche se era per
ricevere il suo disprezzo.
*******
L’ultimo giorno di prove era finito. Maya era stanca, ma soddisfatta dei risultati raggiunti e sapeva che anche Kuronuma era contento del lavoro dei suoi attori. Tra due giorni ci sarebbe stata la prima dello spettacolo. Kuronuma si era raccomandato che riposassero prima del debutto e li aveva lasciati liberi. Maya approfittò di quella pausa per rilassarsi e fare qualche ricerca sul forum, tra sezioni, video, immagini e commenti; ogni tanto leggeva il biglietto del suo ammiratore, quello arrivato con l’ultimo mazzo, dove lui si diceva ansioso di vedere la sua Jane.
Quei messaggi le scaldavano sempre il cuore, facendola sentire importante per qualcuno.
Qualcuno che purtroppo, lei non conosceva, ma che occupava gran parte dei suoi pensieri, in maniera ingombrante; non avrebbe dovuto fantasticare tanto su una persona che si era sempre rifiutata d’incontrarla, ma non poteva farci niente.
Se l’era immaginato come un uomo anziano, ma non era sicura che lo fosse; anzi, da qualche tempo ne dubitava, e negli anni quella figura misteriosa si era ammantata di grande fascino.
Più il tempo passava, più aumentava il suo desiderio d’incontrarlo. Nonostante le parole dette a Hijiri, la rinnovata promessa di non cercare informazioni, il suo interesse per il forum era legato solo a quello; infatti si limitava a seguire quelle discussioni che parlavano più o meno direttamente del suo amico misterioso.
L’argomento, qualunque fosse, era sempre in relazione a Masumi Hayami, come se i due fossero la stessa persona. Trovare immagini dell’odioso individuo rappresentato con una rosa purpurea in mano, le aveva dato un po’ fastidio. Ancor meno comprendeva come le utenti del forum identificassero quell’uomo con il suo ammiratore. Trovava la cosa assurda e priva di qualsiasi fondamento.
Erano solo disegni di fantasia, creati dall’immaginazione delle ammiratrici, anche se l’idea la turbava più di quanto volesse ammettere.
Quell’uomo non
avrebbe sprecato un soldo per lei. Gli unici fiori che le aveva mandato erano
stati quelli per farle pubblicità in occasione del dramma de Le due regine, e
solo perché aveva perso una scommessa.
Nel forum, quello
che tutte volevano era il proseguimento della storia che al momento, era
interrotta al numero 49, e tutte si chiedevano cosa sarebbe accaduto nel numero
50.
Anche lì, la
casistica era ampia; tra le varie ipotesi, c’era chi immaginava una love story
tra Ayumi e il suo fotografo francese, e chi sperava nell’attesissimo incontro
ad Izu tra lei e Masumi.
Maya era davvero
perplessa; non riusciva proprio ad immaginare per quale motivo avrebbe dovuto
incontrare da sola Masumi Hayami; doveva essere un’altra delle sue trame
subdole per impossessarsi dei diritti della Dea Scarlatta. Doveva stare in
guardia.
La tentazione di
dare una sbirciata alle pagine dei riassunti era enorme, ma si trattenne dal
farlo. Non voleva essere influenzata dalla conoscenza di fatti non ancora
accaduti. Per Maya, tutto era ancora da scrivere, e tutto poteva andare in
maniera diversa. No, meglio restare con i piedi per terra. Doveva attenersi ai
fatti, al presente, l’unico che fosse reale e tangibile. Avrebbe affrontato
ogni imprevisto a suo tempo.
Tra le discussioni
ancora aperte la colpì uno strano titolo, “La notte della medicina”.
Forse era qualcosa
che riguardava la signora Tzukikage, pensò. Curiosa e lievemente preoccupata
per la sua sensei, che non aveva mai avuto una salute ferrea, lesse il primo
commento, ma quando capì a cosa alludesse, (nda - non era la sensei) cambiò
colore per l’imbarazzo misto all’indignazione.
“Quel farabutto!!
Arsa dalla febbre, dormo a casa sua e n’approfitta per… MA GUARDA QUESTO
MANIACO!!”
Presa
dall’irritazione, proseguì leggendo i vari commenti.
Sempre più
costernata, sentì crescere l’agitazione insieme con una strana sensazione che
non seppe definire; sembrava una curiosa commozione che le aggrovigliava le
viscere.
Lei non ricordava
nulla di quella notte, né come fosse finita a villa Hayami. Sapeva solo che la
mattina dopo si era svegliata in un letto che non era il suo, e quando le
avevano detto che si trovava a casa del presidente della Daito – sciagura,
addirittura indossava un suo pigiama!! – aveva cacciato un urlo terrificante.
Era saltata giù
dal letto come se fosse stata sui tizzoni ardenti.
La teoria che
andava per la maggiore sul web era che Masumi, tra un bacio rubato e un sorso
di medicina, avesse vegliato al suo capezzale tutta la notte, accarezzandole i capelli,
roso dai sensi di colpa – ma lei stentava a credere ne avesse – e preoccupato
oltre misura per la sua ragazzina.
Sua ragazzina?
Intesa come il suo uovo d’oro?
D’accordo che lui
spesso, per dispetto la chiamava così, ma lei non era mica sua! Aveva rotto il
contratto con la Daito da un pezzo, e certamente non ne avrebbe firmato un
altro neppure sotto tortura.
L’idea che lui si
fosse preoccupato per lei e che avesse fatto davvero quelle cose, la turbava
come non avrebbe creduto, e la fece dubitare di averlo giudicato sempre troppo
male. Perché doveva essere un uomo così contorto?
Masumi Hayami, chi
sei veramente?
Non puoi essere
l’uomo con la rosa dallo sguardo dolce e malinconico di queste fan-art. Questo
non sei tu, io lo so, e non mi lascerò ingannare dal tuo fascino oscuro e
pericoloso che io non comprendo, né so vedere.
Nello stesso istante, Maya abbassò lo sguardo sulla scrivania, e vicino al pc notò un foglietto con un appunto, probabilmente scritto da Rei.
Abilitazione fan-art, sezione hot M&M - password ecc…
Che cosa voleva dire? E quelle iniziali?
Altri disegni, probabilmente scabrosi. Forse per ingenuità, non era mai stata troppo curiosa su certe cose.
Non seppe mai perché le venne la voglia malsana di accedere alla sezione, ma il sospetto che se ne sarebbe pentita la travolse.
Trovò il link che rimandava alla striscia a colori di una storia illustrata, graficamente molto bella e curata, accompagnata da didascalie; lei si trovò quasi carina, e scoprì altri baci focosi e per nulla casti scambiati con Masumi Hayami. Per Dio, chissà se sapeva davvero baciare così… quella labbra sembravano così morbide ed eccitanti… ma perché lo stava pensando?
E poi…
Al primo disegno esplicito diventò di brace. Al secondo, saltò su dalla sedia piena di vergogna, come se l’avessero sorpresa a rubare.
“PER GLI DEI!!” Gridò, incapace di trattenersi di fronte a ciò che vedeva, portandosi le mani alla bocca.
Ringraziò il cielo d’essere sola in casa, perché se Rei, Sayaka o le altre, l’avessero sorpresa in quel momento non avrebbe saputo come giustificarsi. Non osò vedere il resto.
Era sufficiente quello che aveva appena visto.
Prima il bacio, e ora questo.
Lei e Masumi Hayami senza veli che…
Si rifiutava di concepire anche solo l’idea, malgrado sentisse uno strano calore salirle in maniera preoccupante dal basso ventre.
Con mano tremante, cliccò col mause per chiudere la pagina e uscire dalla connessione internet, spense il computer e corse in fretta verso il bagno; si sentiva ardere dal forte imbarazzo e doveva lavarsi il viso, nella speranza che servisse a scacciare certi pensieri innominabili.
“Quel disgraziato! È veramente troppo!”
Imprecò, mentre si precipitava verso l’attaccapanni dell’ingresso per indossare il suo cappotto, decisa ad uscire per correre alla Daito.
“Possibile che lui non ne sappia niente? Sembrano disegni fatti ad arte. Cosa diavolo ha architettato quell’affarista senza scrupoli?! Questa volta mi sente!”
Impulsiva come il solito, mossa dalla rabbia, e forse da qualcos’altro, non aveva alcun’idea di cosa gli avrebbe detto. Chissà, forse la ragazza lupo lo avrebbe morso per la seconda volta. Oppure si sarebbe ammansita come un agnellino?
Continua…