Sinergia Naturale
Ispirata a questo prompt: "Magnus trova un gattino molto carino ma ferito vicino a casa e lo porta alla clinica veterinaria più vicina. Per fortuna il veterinario è molto carino."
"Non portare il tuo gatto lì dentro, se vuoi che sopravviva."
La
testa di Magnus si sollevò di scatto al suono di quella
voce. A
parlare era stato un uomo che stava uscendo dalla porta della clinica
veterinaria. Lui si fermò sul marciapiede e
guardò in su.
Poi più in alto. Poi ancora di più. L'uomo che
aveva gli
parlato era molto alto. Davvero altissimo, pensò Magnus,
analizzando l'estraneo con i capelli neri e lo sguardo torvo.
"Parlavi
con me?" disse, ma era distratto. Tutto ciò che riusciva a
vedere erano delle labbra rosee e spesse, un naso perfetto e zigomi e
mascella classificabili come letali... Magnus si sentì
personalmente offeso.
L'uomo
era decisamente più bello di quanto sarebbe dovuto essere
legalmente possibile.
L'estraneo
sbattè la porta dello studio con la mano libera (con l'altra
impugnava la maniglia di un trasportino per gatti), impedendo a Magnus
di entrare. Si appoggiò allo stipite.
"So
che gestire Church è difficile" continuò l'uomo,
"ma questo è uno studio veterinario
e lui è un gatto.
Dovrebbe esserci più sinergia naturale."
"Sinergia
naturale" ripetè Magnus, come se l'espressione avesse avuto
più senso dicendola di nuovo.
"In
teoria" rispose l'altro, piegando le labbra in un modo che
ferì Magnus per la sua totale ed ingenua perfezione.
Ora
aveva davvero perso il filo di quell'inaspettata conversazione, ma era
certo che fosse perchè non riusciva a smettere di fissare le
favolose labbra di quell'uomo bellissimo.
L'altro
sembrò notare chiaramente dove fosse diretta la sua
attenzione e
si schiarì la gola, mentre un leggero colore rosato si
espandeva
sulle sue gote. Che quel colore s'intonasse perfettamente con le labbra
dello sconosciuto, era qualcosa che Magnus non aveva assolutamente
notato.
"In
ogni caso, non posso lasciarti entrare lì. Intendo...
è
che... non posso" farfugliò infine l'uomo, abbandonando
l'arroganza. Si passò le dita della mano libera dietro il
collo,
abbassò il mento e fece una risata nervosa.
Ora
l'uomo-montagna era chiaramente arrossito.
La
calda palla di pelo contro il petto di Magnus iniziò ad
agitarsi
proprio in quel momento e lui rivolse la sua attenzione a quel gattino
abbandonato che aveva trovato la mattina fuori dal loft. Era avvolto in
una coperta di cashmere e lui riusciva a sentire le sue piccole ossa
contro quelle della sua mano.
L'aveva
portato lì perchè gli era sembrata la cosa
più
giusta da fare. Cercava sempre di evitare i mondani, ma quando aveva
visto quella piccola e fragile vita, aveva voluto proteggerla
– e
usare la magia sui gatti non era la sua specialità. Un
veterinario mondano era parsa l'opzione più adatta.
E
Magnus ora era certo che lo fosse, ma per motivazioni molto diverse.
Le
spalle dell'uomo erano curve e la sua fronte era solcata dalla
preoccupazione. Stava portando la gabbia del sopracitato gatto difficile
Church con mano ferma e forte. Si assicurava che rimanesse in piano,
senza dondolare o urtare il prezioso e difficile
contenuto.
Magnus
sogghignò. Amava le sfide.
"Ero
qua solo per fare rifornimento" mentì. "Mi sto prendendo
cura di
questo gattino, curandolo per farlo tornare in salute. Magari potrei
dare un'occhiata anche a Church. Ho qualche... esperienza... potrebbe
essere utile."
Magnus
si disse che, in fondo, era vero. Seriamente, che differenza avrebbe
fatto guarire un gatto? Era il Sommo Stregone di Brooklyn. Temuto e
riverito.
E,
francamente, voleva assolutamente
portare la personificazione del Monte Everest a casa sua per scoprire
quanto potesse essere gratificante la scalata... fino al culmine.
L'altro
strinse un occhio e alzò un sopracciglio, dubbioso. "Sei un
veterinario?"
"Una
specie di guaritore" rispose lui evasivo.
L'uomo
si guardò attorno come in cerca di altre opzioni, poi
scrollò le spalle e si allontanò dalla porta. "Ti
avverto. Church è un gatto difficile."
Magnus
minimizzò quella considerazione con un gesto della mano.
"Così pare. Ti assicuro, posso gestirlo."
Magnus
non poteva gestirlo.
Le
sue mani erano ricoperte di graffi che si riaprivano appena piegava le
dita.
Ma
non riusciva a trovare l'energia per interessarsene perchè
Alec
– o Monte Alec, come aveva iniziato affettuosamente a pensare
a
lui – era in ginocchio, curvo sulle sue mani con antisettico
e
bende, cercando tamponare il sangue mentre mormorava scuse come una
litania.
"Va
tutto bene" lo rassicurò di nuovo. "Church sembra
comportarsi abbastanza bene, ora."
Dall'altra
parte della stanza, il gatto sibilò, come se fosse di sangue
reale e Magnus fosse un contadino che non avesse il diritto di
chiamarlo per nome. Guardò male Church da sopra le spalle di
Alec e l'animale ricambiò leccandosi una zampa. Magnus era
certo
che gli avesse appena rivolto l'equivalente felino del dito medio.
Il
gattino era appallottolato sulle sue ginocchia e dormiva
rumorosamente, ma quando il ragazzo trasalì per il bruciore
dell'antisettico su un taglio particolarmente profondo,
balzò ai
suoi piedi e si guardò attorno con lo sguardo perso.
"Va
tutto bene, Presidente" gli disse Magnus.
Alec
ridacchiò e il suono ammorbidì il cuore dello
stregone più di quanto avrebbe dovuto. "Presidente?"
"Presidente
Miao" annunciò lui, raddrizzando la schiena e guardandolo
dritto negli occhi per mostrare quanto fosse serio.
"Sei
un idiota" disse l'altro con un sorriso asimmetrico.
Magus
inarcò un sopracciglio. Sì, lui era
effettivamente un
idiota, ma c'erano amici che lo conoscevano da centinaia di anni e non
erano ancora riusciti a vedere quel lato di lui, tantomeno guardarlo
con la tenerezza che si era dipinta sul volto di Alec.
"Ti
assicuro che sono serio."
Alec
rise. "Sono certo che pensi di esserlo." Bloccò l'ultima
benda e
girò la sua mano per assicurarsi che fossero tutte strette,
prima di alzarsi in piedi.
"Pensi
che Church e l'illustre Presidente andrebbero d'accordo?" chiese
incerto Magnus.
Alec
corrugò la fronte. Sembrava che stesse contemplando tutte le
orribili conseguenze possibili, poi rispose "Non so se sia una buona
idea."
Ma
il Presidente adocchiò Church e, prima che le mani
rallentate
dalle bende di Magnus potessero afferrarlo, andò dritto
verso di
lui, senza timore. L'altro micio non si mosse. Annusò piano
il
piccolo e, a quel punto, Magnus era già seduto sul bordo del
divano, con le mani allungate, pronto a fare un incantesimo per
allontanare immediatamente il Presidente. Ma il micetto si
girò
sulla schiena e colpì piano le zampe di Church. E il gatto difficile...lo
lasciò semplicemente fare.
La
mazzata all'ego di Magnus era quasi palpabile.
Alec
si rilassò, si sedette sul divano e lo stregone gli
appoggiò una mano sul ginocchio. "Penso che gli piaccia."
"A
me piaci tu" si lasciò sfuggire Alec, poi i suoi occhi si
spalancarono, come se non avesse avuto alcuna intenzione di dirlo.
Magnus
lasciò la mano bendata sul suo ginocchio e sorrise. "Penso
che qui ci sia della sinergia naturale."
Note della Traduttrice:
Ringrazio la cara Yvaine_ che ha corretto i miei errori^^
Alla prossima,
Link alla storia
originale: http://archiveofourown.org/works/6269803
Traduttrice: Katerina
Hummel Di Angelo
(Qui potete trovare tutte
le altre storie che ho tradotto)