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Autore: dark tears    05/04/2016    5 recensioni
Durante uno dei loro soliti scontri all’ultimo sangue, Batman colpisce Joker per errore, ferendolo gravemente e lasciandolo privo di sensi e di energie. Attanagliato dal rimorso e dal senso di colpa, l’eroe raccoglie l’altro uomo dal pavimento e lo trasporta alla batcaverna, deciso a prestargli tutte le cure necessarie per salvargli la vita. Riuscirà Batman a strappare la sua eterna nemesi dalle braccia della morte o fallirà, trasformandosi nell’oscuro mostro che ha sempre temuto di diventare?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Alfred Pennyworth, Batman, Joker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo V
Aurora boreale

 
 
L’azzurro delle iridi di Batman si assottigliò di colpo, invaso dal nero della pupilla che andava dilatandosi per la paura.
< Che cosa succede?? >
Domandò nuovamente con la voce impastata di preoccupazione mentre consumava con ampie falcate la distanza che lo separava dal maggiordomo.
< Si tratta di Joker > la voce di Alfred confermò i timori del Giustiziere < Stavo per chiamarla, ma poi ho sentito il rombo della batmobile >.
Bruce si arrestò di fronte all’altro uomo, immobile come una statua di sale, teso come una corda di violino in procinto di spezzarsi, incapace di formulare pensieri o parole sensate. Fece per muovere le labbra – senza sapere bene che cosa dire – ma la voce di Alfred lo anticipò bloccandolo
< Si è svegliato >
Disse semplicemente l’uomo, accompagnando quelle tre parole ad un tenue e sorriso rassicurante.
Si è svegliato. Quella frase risuonò nelle orecchie e nel petto di Bruce, facendogli credere per un lungo istante di trovarsi nel bel mezzo di uno strano sogno. Era talmente convinto di dover ricevere una brutta notizia, che adesso quasi non riusciva a credere alle proprie orecchie. Si è svegliato. Quella frase finalmente prendeva forma e consistenza nella sua coscienza; quella frase era tutto.
< Dici sul serio Alfred!? >
Domandò con tono enfatico Bruce, afferrando il maggiordomo per le spalle in uno slancio d’entusiasmo, senza preoccuparsi di dissimulare la propria contentezza. L’uomo anziano annuì lentamente, accentuando il sorriso sulle labbra sottili poiché sapeva di aver dato una splendida notizia al ragazzo che amava come un figlio
< Sì padron Bruce. Ero andato nella stanza per controllare le sue condizioni, e nel giro di pochi minuti ha cominciato a lamentarsi debolmente poi pian piano ha riaperto gli occhi >
< È fantastico! Vado subito a vederlo >
Esclamò raggiante Bruce da dietro la severa maschera di Batman, lieto che finalmente l’incubo fosse finito ed il pericolo di trasformarsi in un assassino ormai scampato. Ma, oltre queste motivazioni, ve ne era un’altra a provocare il sorriso ed il sollievo dell’eroe; ne prese coscienza mentre attraversava a passo svelto l’ambiente centrale della caverna e poi i vari corridoi che conducevano alla camera ospedaliera. Era felice che Joker fosse ancora vivo. Pensiero schietto e disarmante nella sua semplicità, eppure altrettanto assurdo e difficile da metabolizzare. Fino a poche settimane prima, se qualcuno gli avesse detto che avrebbe provato gioia nel sapere Joker sano e salvo, Bruce si sarebbe fatto una grassa risata ed avrebbe mandato al diavolo lo sprovveduto in questione. Ora invece quella realtà giudicata assurda e surreale fino a prova contraria prendeva vita, ed aumentava d’intensità e vigore ad ogni singolo passo compiuto verso la “meta”, ora che Bruce accorciava a grandi falcate la distanza che lo separava dal suo eterno nemico.
La mano coperta dal guanto nero finalmente si posò sulla maniglia e, con cautela ed un pizzico irrazionale di apprensione spinse in avanti la porta, spalancandola con un lento cigolio. La sagoma nera ed imponente del Cavaliere Oscuro si stagliò in tutta la sua minacciosa maestosità sulla soglia d’ingresso, rilucendo al freddo bagliore dalla lampada a neon. Gli occhi azzurri e profondi si posarono immediatamente sul bianco letto d’ospedale, e su colui che lo occupava.
< Joker.. >
Un accorato sussurro fluì leggero e spontaneo dalle labbra di Batman, mentre a passi lenti si avvicinava al letto. Il malato alzò piano lo sguardo sull’uomo che – involontariamente – lo aveva ridotto in quello stato e sorrise debolmente.
< Ba-Batman.. >
La sua voce era ridotta ad un rauco sussurro appena udibile ed il suo viso era più pallido e scavato che mai. Ancorò lo sguardo stanco e sofferente alle iridi di ghiaccio del Vigilante di Gotham, per poi tentare di alzarsi sui gomiti senza tuttavia ottenere successo.
Bruce raggiunse il letto e adagiò le mani sulla fredda sponda di metallo. Il suo sguardo austero ma addolcito da una strana luce percorse il magro corpo del criminale, fino a posarsi e poi sprofondare nel verde acido di quelle iridi finalmente vigili, che lo fissavano con morbosa tenerezza ed una vaga nota di riconoscenza.
< Come ti senti? >
Domandò Bruce sforzandosi di mantenere un tono basso e neutrale, deciso a non lasciar trasparire l’emozione che stava provando in quel fatidico momento. Joker arricciò le lebbra in una smorfia di dolore che subito si premurò di mutare in uno spavaldo sorriso
< Bene. Come appena uscito da un tritacarne: massacrato, ma ancora vivo! >
Il sorriso sulle sue labbra esangui si accentuò, quasi volesse sbattere in faccia al mondo intero la soddisfazione di essere ancora vivo e vegeto nonostante tutto. Fece per aggiungere qualcos’altro, ma un violento colpo di tosse lo dissuase dall’intento. D’istinto Bruce si piegò su di lui e gli mise una mano dietro la nuca per sollevarlo ed aiutarlo a respirare. In quel momento, la mancina di Joker andò in cerca della mano sinistra dell’eroe, rimasta adagiata sulla sponda del letto. Le dita bianche e affusolate si allacciarono intorno al polso guantato di nero, in una stretta debole ma tenace al tempo stesso. Bruce lasciò andare lentamente la testa dell’altro uomo sul cuscino e spostò lo sguardo su quella mano così pallida e ossuta da sembrare quella di uno scheletro allacciata con fiducia al suo polso. In quel momento ebbe l’impulso di sfiorare con le dita quella pelle diafana, di accarezzarla con semplicità e dolcezza, come se Joker fosse solo un semplice malato in convalescenza e non uno spietato e folle assassino. Strinse gli occhi ed allontanò da sé quell’assurda e ambigua tentazione, evitando qualsiasi slancio emotivo e mantenendo il controllo su sé stesso.
< Ascoltami > prese a dire lentamente dopo essersi schiarito la voce < Non so se ricordi com’è andata.. >
< Certo che lo ricordo! > lo interruppe Joker sforzandosi di mantenere un tono di voce acuto e vivace < Mi hai colpito al cuore..! >
Disse come se fosse una cosa meravigliosa, facendo sfarfallare le ciglia e poggiando la mano destra sul petto nudo, in corrispondenza della fresca cicatrice. Sebbene non vi fosse traccia di rimprovero o rancore nella voce del criminale, Bruce provò ugualmente una forte vergogna nel ripensare all’accaduto e sentì un freddo senso di colpa attraversarlo come la lama di un fioretto particolarmente affilato.
< Io.. Non l’ho fatto di proposito, è stato un incidente.. >
Farfugliò accigliandosi e sentendosi dannatamente stupido, alla stregua di un bambino pestifero intento a giustificarsi con scuse banali. A placare il disagio dell’eroe, come un balsamo salvifico arrivò il sorriso indulgente del criminale, che ora intensificava la stretta delle dita intorno al polso fermo e rigido dell’altro uomo
< Lo so dolcezza, non preoccuparti > replicò con tono stranamente rassicurante < Ambrogio mi ha spiegato tutto > asserì spostando la mano destra dal petto per lasciarla ricadere lungo il fianco.
Bruce, sinceramente rincuorato e placato da quelle parole, fece per aprir bocca ed aggiungere dell’altro, ma Joker non gliene diede il tempo
< Perché lo hai fatto? >
Domandò improvvisamente serio, scrutando apertamente il mistero tormentoso e affascinate nascosto dietro quelle due pozze di ghiaccio. Bruce strinse le labbra e si accigliò lievemente
< Cosa? >
Domandò pacato, ma vagamente ansioso
< Perché mi hai salvato? > Joker fissò Bruce con un’intensità quasi fisica < Io per te non avrei fatto lo stesso.. Hihihihi! >
Sogghignò divertito e maligno, anche se era palese che quella domanda per lui fosse di cruciale importanza. Batman sospirò piano dalle narici ed i suoi nervi si distesero. Quella domanda non era poi così difficile o delicata, bastava solo riportare la mente a quella notte, ricordare i motivi che in quel momento lo avevano spinto ad agire, tralasciando tutto il resto venuto dopo.
< L’ho fatto per le ragioni che già conosci, per preservare la mia integrità morale >
Rispose tranquillamente, ma con fare vagamente meccanico, come se fosse una risposta preconfezionata, una battuta preparata e collaudata prima dell’ingresso in scena.
Palesemente insoddisfatto, Joker alzò gli occhi al cielo e scosse la testa sul cuscino sgualcito
< Uffaaaa, sempre la solita solfa! > si lagnò a gran voce < Quando ti deciderai ad ammettere che proprio non puoi fare a meno di me?? > rimbeccò ostinato, voltandosi verso l’eroe e fissandolo con uno sguardo languido e provocatorio, le ciglia sfarfallanti sugli occhi verde acido.
Bruce strinse le labbra, ricambiando lo sguardo del Joker con la stessa intensità, e per un momento temette di veder crollare tutta la sua granitica sicurezza. Quel pazzo criminale aveva ragione.. Aveva dannatamente ragione! Lo sapeva ed aveva imparato ad accettarlo; da giorni ormai viveva in relativa pace – o per meglio dire, in uno stato di non belligeranza – con quella dispettosa e scomoda consapevolezza di cui aveva preso coscienza solo dopo lunghi anni ed innumerevoli battaglie. Eppure, ora che si trovava faccia a faccia con il diretto interessato, con l’oggetto di tutti i suoi tormentosi ragionamenti e di tutte le sue notte insonni, ora non riusciva più ad ammettere la realtà dei fatti con altrettanta serenità, tutto sembrava nuovamente difficile e incredibilmente imbarazzante.
Fu Bruce ad abbassare per primo lo sguardo, stanco di sostenere il peso di quegli occhi da felino predatore. Fece scivolare le splendide iridi di ghiaccio lungo il viso smunto eppure vitale di Joker, soffermandosi per un istante di troppo sulla mano del criminale che ancora indugiava sul suo polso sinistro, debole eppure tenace come il corpo a cui apparteneva.
< Pensa quello che vuoi >
Si decise a commentare alla fine Bruce, sconfitto ancora una volta da sé stesso e amareggiato per quell’insopportabile mancanza di coraggio.
< Oh, suvvia! A chi vuoi darla a bere Batsy!? > rimbeccò prontamente Joker, issandosi leggermente sul gomito destro e rinsaldando la stretta sul polso di Batman < Tu mi salveresti sempre e comunque.. Potrei massacrare la città intera che tu troveresti comunque una scusa plausibile per salvarmi la pelle > un sorriso dolce e sfrontato si dipinse sulle sue labbra sottili e pallide < Tu non puoi più fare a meno di me, io lo so Batsy! Hihihihi >
< … >
< E sai qual è il vero dramma? > continuò senza attendere risposta in tono melodrammatico < Che oramai vale lo stesso anche per me >
Detto ciò strinse le labbra sottili e distolse lo sguardo fissando un punto indefinito, come se stesse riflettendo attentamente sulle parole appena pronunciate, poi si strinse nelle esili spalle, come se quella considerazione fosse qualcosa di ineluttabile e fatale, qualcosa che non si può combattere ma solo accettare.
Batman sospirò piano senza farsi sentire dalla sua nemesi, ad occhi bassi e con un nodo alla gola. Le parole di Joker erano taglienti come rasoi, pronte a colpire e ferire nei punti più deboli e vulnerabili. Era vero tutto ciò che aveva detto, anche questa volta. Lui lo avrebbe salvato sempre e comunque, avrebbe trovato una scusa plausibile per tirarlo fuori da ogni situazione disperata, per giustificarsi con sé stesso prima ancora che davanti agli occhi del mondo. Persone innocenti avrebbero seguitato a morire per quell’assurdo gioco al massacro, vittime sacrificate in nome del legame morboso fra il sedicente eroe di Gotham e la sua eterna e micidiale nemesi.
< Puoi pensare quello che preferisci, Joker > prese a dire rompendo il silenzio insidioso che si era venuto a creare < Non mi interessano le tue strane fantasie su noi due. Ti ho salvato la vita perché lo ritenevo giusto, punto e basta >
Ancora una volta le sue parole erano state totalmente incoerenti con ciò che pensava veramente. Joker sospirò e si lasciò ricadere sul cuscino, mollando finalmente la presa dal polso di Bruce
< Ah! Ed io che pensavo che ti fossi affezionato a me! Che ingenuo sentimentale che sono..! >
Esclamò con enfasi teatrale, voltando il capo dall’altra fingendosi offeso. Bruce si strinse nelle forti ed ampie spalle, incapace o semplicemente disinteressato a replicare. Si limitò a lasciar scivolare le braccia lungo i fianchi e lo sguardo sulla bianca schiena del Joker che adesso gli voltava completamente le spalle, steso com’era sul fianco destro. Per un attimo fu assalito dall’impulso di afferrare quelle due sporgenze nude e spigolose e di abbracciare con trasporto il criminale, tenendolo stretto al petto come la più indifesa e innocente delle creature. Tuttavia, anche in quel caso riuscì a domare i propri istinti con il rigore e la disciplina che negli anni avevano forgiato il suo carattere. Scosse piano la testa e respirò a fondo, scrollandosi via dalla mente e dalla pelle quell’assurda ed impellente esigenza di contatto fisico.
< Hai bisogno di qualcosa? >
Domandò Bruce con tono pacato, seppur serio come al solito. Joker si voltò lentamente, posando le sue iridi verdi sul viso dell’altro uomo
< Un bicchiere d’acqua, per cortesia. Ho molta sete >
Chiese col tono educato degno di un damerino, abbandonando poi nuovamente la testa sul cuscino. Bruce andò subito a riempire un bicchiere posto su un tavolino insieme ad una brocca d’acqua, una penna blu ed una rivista ormai vecchia di mesi. Tornato da Joker lo aiutò a sollevarsi, cingendogli le spalle con il braccio destro e porgendogli il bicchiere con la mancina. Il criminale si accomodò a sedere lentamente, senza badare alla ferita che tirava né al vago giramento di testa. Si lasciò sostenere da quel braccio muscoloso dalla presa solida e sicura, poi avvicinò le labbra all’orlo del bicchiere, impaziente di bagnarle con l’acqua che in quel momento gli sembrava preziosa come champagne. Batman si piegò maggiormente sul Joker, in modo da farlo sforzare il meno possibile, e nel farlo si avvicinò inavvertitamente al suo viso pallido e freddo. Joker bevve avidamente, godendo di quella sensazione di ristoro e freschezza che dava sollievo alle sue fauci secche. Terminata l’acqua, Bruce allontanò il bicchiere dalle labbra dell’uomo, ma, anziché aiutarlo a stendersi per poi allontanarsi, restò immobile dov’era col bicchiere sospeso a mezz’aria e lo sguardo smarrito nelle iridi del Joker. Avrebbe potuto – e forse anche voluto – affogare in quel verde acido e intossicante, dimenticare sé stesso e la sua missione da supereroe, dimenticare Gotham e tutti i suoi maledetti abitanti. Joker, naturalmente, ricambiò appieno quello sguardo curiosamente intenso ed inquieto con altrettanta intensa inquietudine.
< Che cosa c’è?.. >
Domandò il criminale con voce flautata, poco più udibile di un sussurro. Bruce non disse nulla, incapace di trovare una risposta sia per l’altro uomo che per sé stesso. Il viso di Joker – vagamente sogghignante – si avvicinò pericolosamente a quello teso e frastornato del supereroe che non oppose alcuna resistenza; vicino, ancora più vicino, finché le labbra umide e sottili di Joker non arrivarono a sfiorare quelle rosee e carnose di Batman, posandovi un bacio incredibilmente delicato. Quel morbido contatto durò il battito d’ali di una farfalla, poiché Bruce si tirò indietro di scatto, con la stessa rapidità con cui era caduto vittima dell’incantesimo venefico di quegli occhi crudeli.
Lasciò andare bruscamente la presa dalla schiena di Joker – che di colpo ripiombò sul letto – evitando di scagliare in aria il bicchiere per puro miracolo. Preso dallo sgomento, Bruce si portò la mano destra sulle labbra, tastandole e sfiorandole come se avessero appena ricevuto il morso velenoso e bruciante di un serpente. Gli occhi sgranati per lo shock fissarono con attenzione maniacale il pavimento, mentre il cuore martellava violentemente dando l’impressione di voler schizzare fuori dalla gola. Non poteva credere a ciò che era appena successo, ma soprattutto non poteva concepire la sensazione che aveva accompagnato quel fugace contatto di bocche. Si era sentito bene, oltre che tremendamente eccitato.
Dal suo freddo letto d’ospedale, Joker fissò divertito l’espressione atterrita di Batman, perfettamente intuibile benché il suo volto fosse celato per metà dalla maschera. Joker si leccò lentamente le labbra, portando via le ultime goccioline d’acqua rimaste ed assaporando il delizioso sapore della bocca del Giustiziere.
< Non dirmi che basta così poco per spaventare l’indomito pipistrello di Gotham City..!? >
Cinguettò malizioso e beffardo, girandosi sul fianco sinistro e puntellando il gomito sul materasso in modo da poter poggiare il mento sulle nocche della mano. A quelle parole, Bruce sentì avvampare il viso da sotto la maschera fino alla punta estrema delle orecchie. Preso seriamente dal panico, si voltò di scatto dirigendosi al tavolino dall’altra parte della stanza, sfruttando la scusa di dover poggiare il bicchiere che per un soffio si era salvato dall’andare in mille pezzi. Sentì il respiro tornare pian piano regolare e, a mente lucida, realizzò che doveva uscire da quella stanza il prima possibile. Fece uno sforzo titanico per voltarsi e tornare accanto a Joker, pur rimanendo ora a distanza di sicurezza dal suo letto.
< Dunque?! Sto aspettando una risposta.. >
Insistette il clown sfidando l’altro con un’occhiata sfacciata ed impertinente. In un mondo ideale privo di emozioni e confusione, Bruce avrebbe risposto con un’invettiva dura e minacciosa del tipo “Prova a rifarlo e giuro che ti spezzo a metà la spina dorsale”. Ma in questo mondo così imperfetto ed imbevuto dei toni di grigio delle umane passioni, una risposta del genere era ormai impensabile; forse avrebbe avuto senso un mese prima, ma non ora. Rassegnato alla consapevolezza che qualsiasi minaccia sarebbe suonata vuota e palesemente falsa, Batman si limitò a stringersi nelle spalle, imponendosi tuttavia di sostenere quello sguardo di fuoco misto ad acido.
< Non c’è nulla da rispondere > replicò atono < Ti sei avvicinato troppo ed è successo quel che è successo >.
La risposta, naturalmente, non soddisfò il clown criminale, che tuttavia si limitò a sogghignare beatamente, resistendo alla tentazione di infierire sull’altro uomo.
< Adesso me ne vado > disse Bruce dopo una pausa di silenzio che sembrò durare un’eternità < Tornerò questa sera a vedere come stai. Se hai bisogno di qualcosa suona il campanello ed Alfred arriverà subito >.
La sua voce era tornata calma e risoluta, sembrava aver recuperato quella patina di distacco e di freddezza essenziale per non cedere al ricatto delle emozioni. Joker si lasciò scivolare nuovamente sul cuscino, portando con un leggero sforzo entrambe le mani dietro la testa.
< D’accordo infermiera > replicò ironico fissando il soffitto < Ma non stare via troppo a lungo, soffrirei la tua mancanza e non è bello affliggere ulteriormente un povero malato >
< Ah, sia chiara una cosa > disse Bruce ignorando il tono lamentoso di Joker ed il modo ridicolo con cui lo aveva chiamato < Quando sarai totalmente ristabilito verrai ricondotto ad Arkham >
Disse col tono freddo e severo di sempre. Joker roteò gli occhi al cielo e si limitò a sbuffare, rispondendo poi con tono indifferente un vago:
< Va bene.. >.
Bruce lo fissò con attenzione, insospettito da quell’apparente aria di rassegnazione
< Non costringermi ad ammanettarti al letto >
Disse in tono aspro, suscitando per tutta risposta un risolino ambiguo
< Hihihihihi! >
< Cosa c’è da ridere?! >
Domandò interdetto
< Nulla Batsy, nulla.. >
Joker scosse la testa e cercò di darsi un contegno, evitando di far sapere a Bruce che, in altre circostanze, avrebbe assai gradito di essere ammanettato alla testiera del letto da Batman in persona. Il Giustiziere si sforzò di distogliere lo sguardo dal criminale, e senza aggiungere una parola si voltò diretto verso la porta. Doveva uscire di lì, lasciare al più presto quella maledetta stanza per recuperare ossigeno e schiarirsi un po’ le idee.
< Ah Batsy, una cosa! >
La voce sorprendentemente squillante di Joker lo costrinse ad arrestare i propri passi e a voltarsi nuovamente verso quel viso sogghignante e quelle due iridi impertinenti.
< Cosa c’è? >
< Potresti procurarmi un rossetto rosso? >
Domandò con naturalezza, come se fosse la più logica e ovvia delle richieste. Bruce aggrottò le sopracciglia e fissò il clown con aria perplessa
< Un rossetto..!? E che cosa devi farci? >
< Metterlo sulle labbra, naturalmente! Cosa potrei farci altrimenti!? > replicò Joker sarcastico < Detesto restare senza trucco.. Non sopporto di avere la bocca così pallida e scialba! > aggiunse con un moto di stizza, quasi con rabbia, mutando improvvisamente espressione come un prato assolato adombrato di colpo da un funesto nuvolone. Bruce si strinse nelle spalle, sospirando e acconsentendo a quella frivola follia
< D’accordo. Incaricherò Alfred di fartelo avere >
Disse con tono paziente, come se stesse parlando ad un bambino capriccioso.
< Evviva! >
Joker esultò battendo le mani e tornando sereno ed affabile come un momento prima. 
< C’è altro o posso andare? >
Domandò Bruce tradendo una certa impazienza nel tono di voce. Per fortuna il criminale scosse la testa
< No, nient’altro! >
< Bene. Passerò a trovarti questa sera. Ora cerca di riposare >
E detto ciò voltò definitivamente le spalle al Joker, raggiungendo rapidamente la porta e sparendo dietro ad essa facendo frusciare il nero mantello.
 

 
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Macciao a tutte/i! ^_^
Vi ho fatto venire almeno un po’ paura per le sorti del Joker?? Ghghghgh! Pur essendo la vestale dell’Angst (titolo che mi sono auto-conferita), non avrei mai potuto far crepare il nostro amato Joker in un modo così poco onorevole e rocambolesco u_u
E poi proprio ora che Batman ha finalmente compreso la natura dei suoi sentimenti verso il criminale più folle di Gotham!? Ehnnò, non sono mica così sadica! (:
Cooomunque, ho da fare un paio di precisazioni:
1) il titolo del capitolo che, in apparenza non c’entra una cippa, fa in realtà riferimento agli occhi di Joker e al momento della giornata in cui il capitolo si svolge, essendo l’alba ed essendo di un verde particolare le iridi di Joker (che potrebbero richiamare appunto il colore dell’aurora boreale). Fa riferimento anche allo sguardo del criminale che è ormai magnetico nei confronti di Bruce.. visto che romanticona!? :P
2) il bacio che Joker dà a Batman potrebbe sembrare OOC, perché da lui ci si aspetterebbe qualcosa di molto più veemente e possessivo. Ho scelto volutamente questa modalità di bacio che è quasi più un semplice sfioramento di labbra; Joker lo fa per provocare Bruce e metterlo alla prova, curioso di vedere la sua reazione. Se si fosse scagliato con impeto sulla sua bocca, di sicuro avrebbe ottenuto una reazione altrettanto impulsiva e violenta, con l’altro che si sarebbe scansato di colpo e lo avrebbe magari spinto con forza lontano da sé. È tutto calcolato mie care lettrici, tutto calcolato.. ;)
Detto ciò, vi ringrazio per aver letto fin qui e vi do appuntamento (a data da destinarsi) per il prossimo capitolo che quasi sicuramente sarà anche l’ultimo.
A presto ed un abbraccio avviluppante a tutte/i!! :3
  
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