Anime & Manga > D'Artagnan
Segui la storia  |       
Autore: Meramadia94    07/04/2016    1 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~Alla fine, quel lungo e a dire di tutti interminabile viaggio, finì.
Il giorno stesso Lunette, un malconcio Nicolàs ed i quattro moschettieri fecero ritorno a Parigi, dirigendosi immediatamente all'ex residenza di Mansonne, che da un anno era divenuta la casa di Lunette, Nicolàs e della loro figlia.
Rochefort invece si diresse con la perfida inglese e l'ex ciambellano della regina madre alla prigione dello Chatelet.
Milady e la giovane moschettiera si fissarono per un momento che sembrò un' eternità con uno sguardo carico di emozioni: rabbia, odio, disprezzo... ma da parte di una delle due c'era comprensione, anche se era palese che non fosse ancora pronta a perdonare l'altra per il torto ricevuto.
Lunette comprendeva bene quando Milady avesse sofferto nella sua vita e che per certi versi almeno lei era stata fortunata ed aveva avuto una vita serena e felice... ma purtroppo, non si sentiva ancora in vena di riuscire a perdonare Milady per aver sfogato le sue ire nei confronti di suo marito.
'' Non sei obbligata a perdonarla...''- fece Aramis mettendole una mano sulla spalla -'' e nemmeno sei costretta a concederle subito il perdono.''
'' Credete ci riuscirò mai?''
'' Sì. Ne sono certa.''- la rassicurò la bionda -'' ma come ho già detto, non subito. Ci vorrà tempo... ma sono sicura che farai la cosa giusta.''
Lunette annuì risconoscente e poi si diresse verso l'interno della sua casa, dove li attendeva il medico personale del capitano Treville, il quale avvertito da Athos che le condizioni di Nicolàs erano tuttaltro che buone, si era subito premurato di spedire il dottor Dumas a casa dei due coniugi chiedendogli di prendersi cura del giovane.
Athos, D'artagnan e Porthos restarono fuori dalla stanza del giovane conte, mentre Aramis aveva preso in consegna Lunette per aiutarla a darsi una rinfrescata e cambiarsi i vestiti.
Come quando era piccola, le spazzolò i capelli e glieli fissò con un nastro blu, raccogliendoli così in una coda di cavallo.
Subito dopo averla aiutata a rinfrescarsi l'aiutò a cambiarsi gli abiti. Il completo da uomo era sicuramente più comodo degli abiti da nobildonna ma dopo diversi giorni che li indossava più un bagno imprevisto nelle acque della Manica, era decisamente l'ora di cambiarli.
La scelta cadde sull'abito con il corpetto blu e la gonna bianca decorata da rose azzurre... l'abito preferito da Nicolàs.
Aramis non potè fare a meno di pensare che se la giovane Lunette fosse stata ancora nubile ed avesse avuto ciò che le spettava di diritto dato che era la figlia di un nobile... solo se Nicolàs fosse stato un uomo con il cervello bacato non le sarebbe caduto ai piedi.
Ma a ben vedere.... non era certo stato un bel vestito a far innamorare il giovane conte della giovane fanciulla. Nè dei gioielli o un'acconciatura elegante.
Lunette era sempre la stessa. Da bambina, da moschettiera, da serva e per finire da contessa: una ragazza dolce e gentile, ma al contempo forte e coraggiosa. Di indole mite ed umile, ma allo stesso tempo era difficile relegarla al semplice ruolo di donna che doveva solo pulire e cucinare e non aveva paura di impugnare la spada e combattere per quella che riteneva essere una giusta causa.
Era questo il motivo per cui agli occhi di Nicolàs Montmercy, le più belle donne delle corti europee sfiguravano.
Probabilmente quel giovane nobile era un estimatore del detto che più una pietra ha preso colpi, più bella e preziosa diventa alla fine.
Non poteva nemmeno immaginare, chi sarebbe diventata la piccola Reneè...
'' Devo andare...''- e senza dire altro, Lunette quasi corse via dalla stanza, trattenendo i lembi del vestito per non inciampare e dopo quelli che le erano sembrati quattro salti, si ritrvò davanti alla stanza del marito.
'' Ci sono notizie?''- domandò Lunette raggiungendo gli amici moschettieri.
Fu D'artagnan a rispondere per tutti.
'' Per ora no...''- fece D'artagnan cercando di rasserenarla un poco -'' ma vedrai che presto ci sarà una buona notizia, ne sono certo.''
Lunette parve delusa, ma subito dopo rivolse un sorriso ai soldati che non solo in quei giorni, ma soprattutto in quegli anni, erano stati per lei come e più di una famiglia.
Non c'era stato un solo secondo in cui si era ritrovata a combattere da sola.
Anche nella notte in cui era stata prigioniera, incatenata su quell'isolotto sperduto dimenticato da tutto e da tutti, mentre lottava con quella catena che le serrava i polsi... a darle la forza di non arrendersi non era solo il pensiero che se avesse fallito, avrebbe probabilmente assistito impotente alla morte dell'uomo che amava più della sua stessa vita, ma anche le voci delle persone che nella sua vita l'avevano amata ed aiutata che non cessava di dire -'' Non arrenderti Lunette: combatti. Dimostra che non c'è differenza.''
'' Ragazzi io... non so come ringraziarvi.''- disse sinceramente -'' se non ci foste stati voi... io non credo proprio che sarei riuscita a riportare Nicolàs a casa.''
Athos le si portò vicino per abbracciarla.
'' Non dirlo nemmeno...''- la rassicurò -'' Sei nostra amica. Anzi, oserei dire che sei nostra sorella...''
'' Athos ha ragione: non c'è nulla che non faremmo per te.''- si aggregò Porthos.
Aramis non disse nulla. Si limitò ad annuire con lo sguardo e a guardare con tenerezza la giovane nobile.
La stessa giovane nobile che fino a non troppo tempo prima era stata la sua domestica e che manteneva sempre e comunque il titolo di miglior confidente ed amica del cuore.
Lunette le era sempre stata vicina anche quando pareva aver tradito tutto e tutti senza il minimo scrupolo solo per la carriera, e l'aveva seguita pur non essendo costretta  in missioni praticamente suicide senza la minima esitazione.
Ora capiva il perchè, anche se aveva raggiunto il suo scopo, dopo aver vendicato l'ingiusta fine del suo amato era rimasta nel corpo dei moschettieri.
E quel perchè era Lunette: era rimasta per proteggerla e starle accanto in qualunque situazione si sarebbe venuta a trovare.
E l'avrebbe fatto fino a quando sarebeb stata in vita.
In quel momento, dalal stanza di Nicolàs uscì il medico che il capitano Treville aveva mandato appositamente per i due giovani sposi.
Lunette ed il resto del gruppo lo accerchiarono con la stessa velocità con cui un gruppo di cortigiane pettegole si catapultava senza pietà sul primo pettegolezzo che capitava loro a tiro.
O come una fiera affamata su un pezzo di carne dopo aver passato giorni a digiuno.
'' Dottore, mi dica... come sta mio marito? Si riprenderà presto?''
Il medico intuita la grande preoccupazione della giovane donna non si fece certo pregare nel fornirle spiegazioni.
Ed anche perchè non era una sensazione molto piacevole avere cinque paia di occhi che lo fissavano in trepidante attesa come se fossero fucili pronti a far fuoco.
'' Beh, contessa... non vi nascondo che la situazione è grave.''- fece il luminare -'' francamente mi meraviglio che sia riuscito a resistere così a lungo e che non abbia avuto un collasso sulla via del ritorno. Ad ogni modo ha buone possibilità di uscirne vivo visto che è stato soccorso subito dopo essere stato liberato.''
Quello fu un vero sollievo per tutti.
Nicolàs stava male, anzi molto male... ma la luce della speranza che si sarebbe ripreso era ben lontana dallo spegnersi.
'' Sia lodato il Signore...''- fece Lunette mimando il segno della croce e stringendo tra le mani il crocefisso che l'amato le aveva donato tanto tempo prima, come promessa di tornare presto.
'' Nei prossimi giorni starà molto male a causa della febbre e del dolore... ma con gli impacchi che gli ho perscritto, mangiando adeguatamente e con del buon riposo si ristabilirà completamente.''
'' Vi ringrazio dal profondo del cuore dottore...''- fece Lunette con gli occhi pieni di gratitudine.
'' Non ditelo nemmeno. Signori... madame...''- e nel dir così si congedò dai moschettieri e dalla giovane padrona di casa.
Lunette si precipitò nella stanza del marito: Nicolàs non aveva per niente un bell'aspetto. La gamba era steccata, il torace fasciato e malgrado finalmente il medico gli avesse dato il permesso di dormire, era chiaro come il sole che il suo sonno non era affatto ristoratore.
'' Spero solo che tu non lo stia rivivendo nei tuoi incubi tesoro mio...''- pensò la giovane deponendo un bacio sulla fronte rovente del marito, i cui gemiti parvero calmarsi un poco dopo quel piccolo bacio.
'' Scusate ragazzi... potreste farmi un piccolo favore?''- fece poi rivolgendosi ai suoi amici moschettieri.
'' Al vostro servizio, contessa.''- fece Porthos riuscendo a strapparle un sorriso divertito.
Aramis aveva una mezza idea su quale fosse il favore che voleva chieder loro e così l'anticipò- '' Immagino che tu voglia andare a trovare tua figlia. Vai pure, resterò io con Nicolàs.''
'' Vi ringrazio tanto Aramis.''
A quel punto intervenne anche Athos -'' D'artagnan, Porthos, voi andate alla caserma ed informate il capitano di tutta quanta la storia, immagino che vorrà sapere l'accaduto nei dettagli per poi informare il re.''- inoltre aveva il fondato sospetto che il capitano avesse più interesse a sapere delle condizioni del giovane Nicolàs e di Lunette come un sentimento quasi paterno che altro.
Sarebbe andato direttamente lui a fare rapporto, ma dal momento che aveva alcune nozioni mediche, in caso il giovane conte avesse avuto una ricaduta, anche minima, era meglio che ci fosse qualcuno in grado di poterlo calmare.
Il guascone ed il gigante annuirono e poco dopo, i due moschettieri e la contessa si separarono per andare alle rispettive destinazioni.

'' Benvenuta alla sartoria Bonacieux...''- Martha aveva visto avvicinarsi da lontano una giovane donna vestita con un abito elegante, ma non l'aveva riconosciuta e adesso la stava accogliendo nella bottega -'' il signor Bonacieux sarà da voi in un istante...''
'' Salve Martha...''- la salutò Lunette con un sorriso affettuoso.
La povera donna sbiancò quando vide l'amica della sua padroncina alla sua porta e l'abbracciò festosa.
'' Non posso crederci... grazie a Dio sei sana e salva, bambina mia.... Signorina Costance!!!''
L'interpellata non si fece certo desiderare e  non appena riconosciuta la sua amica d'infanzia partita per una missione di salvataggio dai caratteri suicidi in quella bellissima giovane donna sulla porta d'ingresso, corse subito a darle un affettuoso abbraccio.
'' Lo sapevo che sareste tornati a casa sani e salvi, lo sapevo!!!''
'' Costance piano... ho fatto un volo giù dalla scogliera e sono ancora tutta un livido.''
Costance sgranò gli occhi dalla sorpresa. La sua amica aveva moolte spiegazioni da darle in merito.
Decisamente.
'' Abbiamo sentito che la mamma è tornata o sbaglio?''- fece Lucille facendo capolino nella stanza con il piccolo Jean al suo fianco e la piccola Reneè tra le braccia.
La bimba era stata appena lavata e cambiata e Lucille era sul punto di allattarla quando la sartoria fu riempita dai festanti bentornato riservati alla madre della piccina.
Gli occhietti della bambina s'illuminarono come due stelle nel riconoscere la mamma e subito tese le braccine verso di lei, esigendo di essere riaccolta sul petto materno.
'' Reneè!!! La mia piccola Reneè...''- fece la giovane contessa prendendola tra le braccia e riempendola di baci e carezze, vezzeggiandola in ogni modo e nello stesso tempo sforzandosi di non scoppiare in lacrime di commozione -'' non hai idea di quanto tu mi sia mancata... hai fatto la brava?''
Costance la rassicurò -'' E' stata un vero angioletto, anche se ogni tanto scoppiava a piangere... credo che abbia sentito la tua mancanza.''
'' Oh tesoro...''- fece carezzando una guancia alla figlia -'' anche a noi sei mancata terribilmente.''
'' Lunette, dì un po'...''- si fece avanti il piccolo Jean -'' cos'è successo? Perchè Milady se l'è presa con Nicolàs? Come mai ha orchestrato tutto questo?''
'' Sì, dai racconta!!!''- la incitò Costance.
Lunette annuì e mentre per la prima volta dopo quasi una settimana che le era sembrata non finire mai allattava la figlia, raccontò all'amica d'infanzia, a Jean e alla sua mamma, l'incredibile avventura appena vissuta e di come Milady, a discapito del fatto che non si lanciava in imprese che potevano costarle molto care se fallimentari alla fine, aveva agito solo ed esclusivamente per vendicarsi del fatto che avesse conquistato e ricambiato l'amore di un giovane conte, di averlo sposato e di aver avuto una bambina da quell'amore.
'' Ma è completamente pazza!!!''- sbottò Jean per poi zittirsi di colpo una volta realizzato che aveva urlato troppo forte e che quindi Reneè avrebbe potuto spaventarsi.
'' Assurdo... ti odiava perchè eri felice con tuo marito e con tua figlia?''- aggiunse Lucille sconvolta tanto quanto il figlio alla notizia che c'era una donna talmente invidiosa della felicità altrui da arrivare persino ad uccidere pur di rovinarla.
'' Ed anche perchè anche se non naturale... ho avuto una famiglia affettuosa che più di una volta si è dimostrata pronta a tutto pur di aiutarmi e proteggermi.''
'' Santo cielo...''- se madre e figlio erano sconvolti, Costance era indignata per le indicibili sofferenze a cui la perfida inglese aveva sottoposto la sua amica ed il povero Nicolàs.  Aveva quasi distrutto un grande amore, aveva cercato di rovinare la vita della sua amica per una colpa che non aveva... ed una bimba innocente aveva rischiato di non conoscere i genitori per colpa del suo assurdo e malato desiderio di vendetta -'' ma come si fa ad arrivare a tanto...''
'' Chi sa magari...''- tentò Lunette, ma Lucille la stoppò.
'' Non sentirti in colpa.''- fece la donna -'' Da quello che mi hai raccontato e da quello che D'artagnan ha raccontato a Jean tanto tempo fa, non c'è dubbio. Quella donna ha sofferto le pene dell'inferno pur non meritandole affatto e non c'è dubbio che si sia sentita sola, disperata e furiosa... ma poi ha avuto la possibilità di poter ricominciare la sua vita da capo e ha deciso di buttare via questa possibilità. Tu non hai colpa, quindi non stare male per qualcosa di cui non sei responsabile.''
A quel punto nella stanza sopraggiunse anche il padrone di casa, il sarto Bonacieux, pronto ad appoggiare la madre del suo giovane apprendista -'' Lucille ha ragione. Quanto le è successo è terribile. Terribile e triste, ma non si può sempre dare la colpa al passato per quello che siamo oggi.
Arriva un momento, nella vita, in cui quando si sceglie il male al posto del bene, la colpa non è da imputare ad altri se non a noi stessi. E viceversa.''
'' Ma dicci piuttosto...''- fece Costance con una punta di preoccupazione nella voce -'' come sta Nicolàs? Da come l'hai raccontata, sembra che sia tornato a casa più morto che vivo.''
Lunette annuì.
Ad essere onesta, non aveva nemmeno la certezza assoluta che ce l'avrebbero fatta a riportarlo a casa mentre era ancora su quella terra, pur avendolo salvato per il rotto della cuffia, date le varie fratture, escoriazioni e data la febbre che si era preso dopo giorni di privazioni e a causa delle intemperie che l'avevano torturato senza tregua per quasi due giorni.
Non osava nemmeno immaginare a come lo avrebbero riportato se non ci fosse stato Athos.
'' Sì, purtroppo Nicolàs non sta bene anche se ha ricevuto cure mediche... ci vorrà un po' perchè si ristabilisca del tutto. E a tal proposito... vorrei domandare il vostro aiuto ancora una volta, anche se so che ho già approfittato troppo della vostra cortesia.''
Costance la rassicurò -'' Lunette, non devi assolutamente farti certi problemi. Puoi contare su di noi per qualunque cosa ed in qualunque momento.''
'' Ok...''- fece la giovane -'' come ho già detto, Nicolàs ha la febbre molto alta a causa delle intemperie e delle privazioni...''- e nel dir così guardò con amore la figlia, sistemandosi il corpetto del vestito -'' e questa piccolina non ha nessuna difesa... se si ammalasse anche lei sarebbe terribile.''
'' Vorresti lasciarla qui ancora qualche giorno?''- fece Costance con voce quasi speranzosa.
'' Sì, vorrei evitare di esporla al contagio... ma verrò a trovarla spessissimo per potermi occupare di lei... mi dispiace approfittare ancora della vostra gentilezza, ma questo è il posto più sicuro che conosco a Parigi, per lei e mi fido solo di voi. La caserma non è il posto per una neonata.''
'' Lunette non devi preoccuparti di niente.''- fece Costance quasi euforica.
'' Puoi lasciarla qui quanto ti pare... ci occuperemo noi di questo angioletto.''- fece eco Lucille.
Anche Jean si aggregò-'' Sì, dai... è troppo bello poter dire di non essere il più piccolo della casa.''
Costance si rese conto di aver preso una decisione senza aver chiesto il permesso a suo padre e lo implorò con gli occhi di dare il permesso affinchè la figlioletta dell'amica potesse restare con loro ancora per un po'.
Bonacieux non si fece certo pregare.
'' Ma certo che questa frugoletta può restare...''- fece il buon uomo con un sorriso bonario in viso -'' è bello sentire il pianto di un neonato ed avere una creaturina da vezzeggiare in giro per casa...''- e qui lanciò un'occhiata verso la figlia -'' visto che qui nessuno ha intenzione di farmi diventare nonno.''
'' PADRE!!!''- urlò Costance arrossendo come un pomodoro maturo, causando così un attacco di ridarella fulminante ai presenti.
Persino la piccola Reneè aveva iniziato a ridere divertita e battere assieme le manine.
Costance la fissò con aria falsamente corrucciata e finse di rimproverarla.
'' E tu che hai da ridere?''
'' Credo che questa piccolina abbia già un innato senso dell'umorismo.''- fece Lucille, rincarando la dose -'' ed anche una bella sfrontatezza con persone che all'occorrenza possono rivelarsi pericolose.''
Lunette annuì.
'' Deve aver preso da suo padre.''

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D'Artagnan / Vai alla pagina dell'autore: Meramadia94