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Autore: Little Redbird    07/04/2016    3 recensioni
[Spoiler 1x13]
Raphael si era così abituato a sentirlo ciarlare da un'altra stanza, che dopo il suo tradimento il silenzio lo irritava, perché non faceva altro che ricordargli che lui non c'era e perché non ci fosse, e non aveva affatto bisogno di un promemoria.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rare and beautiful

 

 

You taught me the courage of stars before you left,
how light carries on endlessly, even after death.

 

Se c'era una cosa che Raphael doveva riconoscere a Simon, quella era il suo coraggio. Aveva avuto fegato dal primo giorno, fin dal momento in cui Camille gli aveva artigliato la gola con le sue dita dalle unghie lunghe, laccate di nero per mascherarne la decomposizione, Simon era stato coraggioso. Anche dopo, quando si era trovato da solo in un hotel zeppo di vampiri, tra le grinfie di una sadica come Camille, aveva avuto i nervi di tirargli un pugnale, rovinando una delle sue giacche più costose. Era stato coraggioso nell'accettare la sua nuova vita da vampiro, una vita a metà, vissuta soltanto di notte. E gli ci era voluto di sicuro del fegato per chiedergli di aiutare ancora una volta gli Shadowhunter e a tradirlo subito dopo il suo rifiuto.
Ma Raphael non era da meno. Anche lui aveva le così dette palle. Aveva spodestato Camille per evitare una guerra, si era accollato la responsabilità di tenere d'occhio la prova che l'ex leader dei vampiri avesse infranto gli Accordi. Aveva istruito Simon come fosse stato lui stesso a crearlo, aveva sopportato i suoi infiniti monologhi su film, libri e addirittura videogiochi. Gli aveva salvato la vita, più di una volta. Gli aveva dato una casa e una posizione importante per proteggerlo, e in cambio lui l'aveva tradito.
Non avrebbe dovuto fidarsi di uno che era amico di quel gruppetto di Shadowhunter mal vestiti. Mai avrebbe dovuto credere a quel suo sorriso ampio, completamente dimentico dei canini, o ai suoi occhi marroni, di una sola tonalità più chiari dei propri. Non avrebbe dovuto sentirsi così tradito adesso, ché in fondo avrebbe dovuto aspettarselo. Era stato lo stesso Simon a dirgli che il DuMort non sarebbe mai stato casa sua, che considerava i vampiri delle creature orribili, che considerava lui un mostro. Il ragazzo non aveva davvero idea di come fossero fatti i veri mostri. Per questo aveva tentato di dargliene un assaggio, di dimostrargli che di lui aveva visto solo il lato buono fino ad allora. Aveva già dato l'ordine che gli altri lasciassero Simon a lui, che gli dessero il tempo di guardarlo un'ultima volta negli occhi mentre gli portava via quella vita che aveva faticato tanto a restituirgli.
Eppure, quando la luce del sole aveva invaso la stanza attraverso il muro sfondato dalla frusta della giovane Lightwood, aveva dovuto soffocare brutalmente il sollievo che l'aveva invaso.

 

 

With shortness of breath, you explained the infinite.
How rare and beautiful it is to even exist.

 

Ricordava bene la notte in cui aveva testato la fiducia di Simon, seduti sul cornicione di un palazzo abbandonato, i piedi penzoloni e le stelle negli occhi. La prima volta che si era reso conto di quanto fosse bella la notte, e la prima volta che si era reso conto di fidarsi di quel ragazzo arruffato, che si sforzava di indossare abiti più simili ai suoi, come se lui non ci facesse caso.
Aveva parlato per almeno mezz'ora delle costellazioni che ora riusciva a vedere senza occhiali, di come l'universo lo affascinasse e di quanto gli sarebbe piaciuto esplorarlo sul Falcon con Chewbacca al suo fianco. La sua mente viaggiava frenetica al suo posto, mentre lui se ne stava steso sul cemento sporco di un tetto pericolante, a meravigliarsi di esistere.
Raphael ricordava così bene quella notte da rabbrividire al ricordo del respiro superfluo di Simon che gli sfiorava gli zigomi mentre si affannava a raccontargli chissà cosa, occhi negli occhi e l'infinito dentro di essi.

 

 

I’d give anything to hear
you say it one more time,

 

Per quanto assurdo gli sembrasse – e per quanto stupido sapeva che fosse –, la notte era diversa senza le chiacchiere di Simon, senza le sue citazioni fuori luogo o la sua ironia sottolineata sempre da qualche movimento di sopracciglia.
Raphael si era così abituato a sentirlo ciarlare da un'altra stanza, che dopo il suo tradimento il silenzio lo irritava, perché non faceva altro che ricordargli che lui non c'era e perché non ci fosse, e non aveva affatto bisogno di un promemoria. Aveva bene impresso nella mente quegli ultimi istanti – Simon che tentava di far passare il suo tradimento come una semplice marachella con una delle sue battute, il suo sguardo che si abbassava per la vergogna di quello che aveva fatto.
Almeno era sembrato pentito – o quantomeno consapevole – di aver fatto una cosa vergognosa. Una delle poche cose che mai gli avrebbe perdonato.
E che non avrebbe mai perdonato a se stesso, perché era stato lui il primo a fidarsi, era stato lui quello che aveva messo in gioco tutto perché l'altro riuscisse ad impressionare la sua amichetta dai capelli di un rosso accecante. Era stato lui a vedere le stelle lì dove non c'erano, negli occhi di Simon.
Era stato Simon, però, a dire che l'universo era lì perché loro lo guardassero.
Se solo ne avesse avuta una, avrebbe dato l'anima per sentirglielo dire ancora una volta.

 

That the universe was made
Just to be seen by my eyes.

 

 

 

 

 

A Donnie, che mi ha fatto scoprire questo video e di conseguenza la canzone.


AN:
La notte a cui mi riferisco nella fic è quella di cui ho scritto in The night, e che non ho potuto fare a meno di inserire perché ci stava troppo.

Il mondo ha bisogno dei Saphael. Se non fanno pace già nella 2x01 soffrirò malissimo. E già soffro malissimo ora, ché manca ancora un anno al prossimo episodio.
Maledetto Shadowtrash.

Red

   
 
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