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Autore: Holy Hippolyta    11/04/2016    4 recensioni
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" Adesso siamo ad un altro livello di gioco e bisogna spiegare le regole nuove... per correttezza. Le ho imparate di recente anche io. Non ero mai arrivato fino a questo punto."
Quando si vogliono delle risposte si deve scendere in profondità... chi ne avrà il coraggio?
Genere: Avventura, Comico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frisk, Nuovo personaggio, Sans, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Chapter 4
TULIP ASHES

Ancora niente Reset. Fu il primo pensiero che ebbe appena si destò. Sbuffò scostando le coperte e infine appoggiò i piedi per terra, infilandoli nelle comode pantofole.
Alzarsi era la vera fatica non tanto per il gesto in sé ma per quello che comportava: affrontare una giornata dall’esito incerto, gestire le proprie ansie nel miglior modo possibile, cercare un senso in un mondo sempre in balìa dell’incertezza. Era una scocciatura particolarmente sentita le volte in cui si svegliava frastornato ed infastidito da una nottata difficile come lo fu quella. Era rimasto impensierito da quella faccenda della creatura misteriosa che aveva occupato un angolo dell’Underground, però non ne sapeva nemmeno lui il motivo. Gli pareva di esser rimasto vittima di una trappola di fango e sabbia, infatti al risveglio si sentì la bocca arida e le ossa dolenti, più lente nei movimenti.
Si diresse in cucina alla ricerca di qualcosa con cui fare colazione anche se avrebbe voluto restarsene a letto, ciò nonostante un’altra di quelle sensazioni inspiegabili lo spingeva contro la propria volontà a muoversi.
: “ BUONGIORNO! – Lo accolse calorosamente Papyrus mentre metteva la propria tazza nel lavello – INCREDIBILE,  TI SEI GIÁ ALZATO ! CHE MIRACOLO!”
: “ Beh sappiamo tutti che la fame fa fare le cose più strane. “ Rispose con la voce più bassa del solito per il cattivo risveglio.
: “ TANTO MEGLIO! ALLA FINE VERRAI CON NOI, GIUSTO?”
: “ Dove?” Domandò distrattamente mentre mangiava alcuni biscotti al cioccolato.
: “ AH, SEI ANCORA ADDORMENTATO! NELL’UNDERGROUND… ALLA RICERCA DELLA CREATURA MISTERIOSA. DAI CHE CI DIVERTIREMO UN MONDO! E POI… POTREMO RIVEDERE SNOWIN…”
: “ Ah sì, hai ragione. Va bene va bene.” Replicò ancora sbadatamente, sorvolando sulle ultime parole riferite a Snowdin.
: “ GUARDA CHE SE NON HAI VOGLIA DI VENIRE NON SEI COSTRETTO, DAVVERO.” Aggiunse Papyrus, notando lo sguardo vuoto e cupo del fratello. Spesso gli era capitato di vederlo in quello stato ma non sapeva cosa fare per aiutarlo se non evitare di obbligarlo a fare qualcosa e di lasciarlo libero il più possibile. 
: “ Vengo. Aspettatemi.” Concluse dopo essersi passato le dita sulla fronte pulsante dalla stanchezza, celando il male che stava iniziando a provare. Cosa gli impediva di rimanere a casa, provare a riposarsi sul serio? L’istinto era così forte che non poteva resistere e questo lo inquietava maggiormente. Razionalmente sapeva che era una sciocchezza e si dava del pauroso per i timori infondati… o no?
Papyrus accese la televisione per cercare qualche cartone animato un po’ per sollevare il morale a Sans, un po’ per occupare tempo in attesa che Undyne gli rispondesse al cellulare. Purtroppo per lui le avventure degli “amici del bosco”( un programma per bambini che davano ogni mattina) furono bruscamente interrotte dal telegiornale locale in edizione straordinaria: l’annunciatore informò che uno spaventoso essere  stava attaccando il centro commerciale di Dengleen spargendo il panico tra la popolazione inerme.
I due scattarono in piedi stupefatti da quella comunicazione.
: “ SANS! DOBBIAMO ANDARE AD AIUTARE QUELLE PERSONE!” Esclamò Paps e senza riflettere oltre, trasportato dalle immagini dello schermo, uscì di corsa di casa. A stento Sans riuscì a stargli dietro fin sulla strada principale, dove vi trovarono anche Undyne ed Asgore abbigliati con le loro armature. Il frastuono delle gride e delle macerie che crollavano si udivano perfettamente e la coltre di pesante fumo guidò i loro passi fino alla zona sotto attacco. Sul posto trovarono Metatton in preda ad urla isteriche perché era stato rovinato il suo costume di scena, gesticolando infuriato mentre altri Umani correvano alla ricerca di un riparo.
Undyne scosse il capo contrariata e puntò il suo sguardo verso una massa di foglie e rovi tentacolari che fuoriuscivano da un corpo dalla forma ovale  con al centro solo un’enorme bocca piena di canini affilati e schiumante una bava violacea. Pareva una grande pianta carnivora dotata di piedi vegetali che si trascinavano sull’asfalto grumoso calpestando i disastri compiuti in quel supermercato. Senza riflettere oltre, l’eroina dell’Underground creò una delle sue lance di luce e la scagliò con forza in direzione del nemico il quale non ne fu minimamente scalfito. Ciò la fece tremare di rabbia e dalle sue mani ne creò altre,  lanciandole una dopo l’altra eppure provocava solo dei graffi sulla massa mobile.
Sans, rimasto fermo, rivolgendosi al fratello disse con il suo consueto sorriso: “ Beh penso che qualcuno dovrebbe dire a quella cosa di… piantarla!”
: “ OH MIO DIO, SANS!! – Esclamò quello, che gli stava accanto –PURE IN QUESTI CASI…!”
Non riuscì ad ultimare la sua strigliata al fratello che la creatura scaraventò nella loro direzione dei fendenti vegetali e Papyrus fu colto completamente impreparato, emettendo un grido. Sans invece ebbe dei riflessi  fulminei e disintegrò il nemico con tre dei suoi micidiali Gaster Blasters, i quali emisero dalle larghe bocche scheletriche dei fasci di luce accecanti. Dopo che il momento più abbagliante cessò, al posto dell’ ammasso di fogliame apparve un piccolo tulipano rosso agonizzante che infine si decompose in un mucchietto di cenere vagamente rossastro, spazzato poi via da una folata di vento. Di fronte a quella scena lo scheletro provò un brivido gelido percorrergli la schiena come una scossa elettrica e lo lasciò attonito senza trovare una spiegazione logica che spiegasse quel senso di orrore.
Con disappunto della guerriera privata della sua battaglia e con stupore di Asgore tutto ebbe termine con una rapidità inaspettata, specialmente se pensavano a chi fu l’autore di quel decisivo attacco. Da quando Sans si dimostrava così risoluto ? A lui stesso parve strana una reazione così impulsiva… si giustificò con gli istinti protettivi, ricadendo nelle solite battute per distogliere l’attenzione.
Papyrus si sentì grato ovviamente per l’aiuto ma al contempo in colpa per esser stato un peso, sebbene Sans non lo avesse affatto pensato. Se era così grande come diceva di essere, come mai suo fratello era dovuto intervenire per salvarlo? E se fosse successo qualcosa a Sans stesso? Sarebbe stato in grado di aiutarlo? La verità era che restava sempre il fratello minore ancora inesperto, non abbastanza forte per cavarsela da solo… un fardello. Ecco perché Undyne allungava gli allenamenti e rimandava sempre il discorso della Guardia Reale… Ma presto, si disse, avrebbe dimostrato il suo valore e sarebbe stato riconosciuto come uno scheletro guerriero degno di stima come ogni altro membro della compagnia, non più lo chef, l’amico, il fratello… bensì il guerriero, protettore delle persone a cui voleva bene e su cui contare in caso di necessità.

Passò una settimana da quel fatto e nel comune si scatenò l’inferno: molti cittadini protestarono chiedendo l’allontanamento dei Mostri che, a loro vedere, si erano dimostrati violenti e poco pacifici. Il sindaco, su pressione anche del consiglio che appoggiava la popolazione ( non potendo sapere che il tulipano malefico non facesse parte della comunità dei Mostri ), dovette aumentare i controlli presso le abitazioni in nome della sicurezza ed imposero un coprifuoco. Alcuni avevano proposto il ghetto, però non era materialmente possibile per il momento in quanto avrebbe richiesto energie e funzionari per un provvedimento non definitivo. Potevano ancora incontrarsi in luoghi comuni ma erano vincolati a degli orari di rientro e per loro fu come tornare ad essere rinchiusi, rigettati.
Quella situazione fece infuriare Undyne: “ Non è colpa nostra! Che pretendono? Li abbiamo salvati e questo è il ringraziamento?!”Gridò ella, sbattendo un pugno sul tavolo della casa di Toriel, luogo designato come ritrovo. Si discuteva delle ultime decisioni prese dal governo di Dengleen e molti ne erano desolati.
: “ Calmati, ragazza! – Le disse Asgore, ponendole una mano su una spalla – Bisogna capire che non sanno come stanno le cose e ora, senza prove, non potremmo convincerli della  nostra versione dei fatti. Prima risolveremo il mistero del Monte Ebott prima potremo ritornare ad avere una convivenza serena con gli Umani. In fondo anche noi avremmo reagito allo stesso modo, non è così?”
: “ Non abbiamo un momento da perdere. Dobbiamo andare laggiù a vedere se c’è un qualche collegamento con il racconto di Froggit.”
: “ Era un tulipano rosso, avete detto?” Chiese Toriel, servendo del thé con biscotti.
: “ Sì, che divenne polvere dopo pochi momenti per poi sparire. Una cosa curiosa.” Narrò l’ex sovrano dell’Underground con aria pensierosa al ricordare l’evento.
: “ Povero fiore innocente… deve esser stato sotto l’effetto di un sortilegio.”
: “ Le apparenze ingannano.” Affermò Sans per sottolineare quanto quel bocciolo non fosse stato così innocente e chissà quanti danni avrebbe ancora causato se non fosse stato fermato. E poi ancora non sapeva scrollarsi da dosso l’immagine delle ceneri che si sperdevano nell’aria… un inquietante deja-vù di cui non voleva ricordare altro.
: “ In effetti potrebbe essere plausibile… intendo un… come dire… fiore potenziato da qualche pozione…” Confermò Alphys, sovvenendole dei suoi esperimenti con i fiori gialli del giardino reale. Non ebbero begli esiti ed evitò di rammentare il fatto anche agli altri amici riuniti, ma chi avrebbe potuto usare simili magie? Troppe domande e nessuna risposta.
Dopo alcuni minuti di ragionamenti, Asgore proruppe infine serioso: “ Una creatura avvolta nell’ombra… un orribile fiore mutante… Abbiamo solo una soluzione: tornare nell’Underground e controllare di persona se quel tulipano era o meno il misterioso aggressore.”
Papyrus ed Undyne annuirono entusiasti all’idea di scoprire quel mistero e chiarire con gli Umani che non c’entravano nulla con l’attacco di quel tulipano. Toriel si raccomandò di stare ugualmente attenti e a Frisk che voleva unirsi al gruppo di amici, fu perentoria nel suo rifiuto: “ Non sono avventure per bambini come te! Resterai con me ad aiutarmi in casa e a fare la spesa… ho bisogno di un assistente!”
Sans non si lasciò sfuggire l’occasione alla vista del volto deluso dell’amico: “ Non prendertela, marmocchio. Sia mai che… ti-bia-mo sulla coscienza eheh !”
Calò un silenzio imbarazzante fino a quando Undyne non bisbigliò a Papyrus: “ Ma ha fatto una battuta?”
: “ NON SOTTOLINEARMELO, TI PREGO!”
Ma Frisk iniziò a protestare vivamente: non voleva essere lasciato indietro e voleva aiutare.
: “ Non ha tutti i torti… - Intervenne timidamente Alphys, sistemandosi gli occhiali – Se lui venisse insieme a voi potrebbe testimoniare davanti agli altri Umani della veridicità del racconto.”
: “ Grande idea, secchiona!! – Esclamò soddisfatta la ragazza dalla pelle squamosa, dandole una pacca generosa sulle spalle – Ma quindi non vieni con noi?”
: “ I-io?! Meglio di no! Preferisco aiutare Toriel…”
: “ Beh, ti perdi un bel divertimento! Ahah già rido al pensiero delle facce degli Umani che dovranno chiederci perdono in ginocchio per il loro errore! Andiamo, su!”
Alla fine Toriel dovette cedere, non senza preoccupazione, ma fu rassicurata da Sans: “ Tengo d’occhio io Frisk, non temere.” Anche Asgore si dimostrò disponibile a proteggere il bambino ma la capra antropomorfa non ne sembrò entusiasta. Diede al piccolo uno zainetto nel quale vi erano alcuni dolcetti fatti da lei come nutrimento in caso di bisogno.
Sempre apprensiva, disse fra sé e sé Sans, per poi incamminarsi con gli amici verso l’antica entrata dell’Underground.

   
 
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