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Autore: Paradiso e Inferno    12/04/2016    0 recensioni
Anastasia, Bianca, Katherine, Sarah ed Elisabeth.
Cinque ragazze cresciute insieme che vivono la loro vita da comuni studentesse universitarie.
Un giorno però si ritroveranno a fare i conti con degli strani sogni che segneranno l'inizio di un vero e proprio incubo.
Ognuna dovrà lottare contro il proprio Destino per scoprire che in realtà la loro vita non è stata che una semplice menzogna.
Un'antica leggenda, risalente ai tempi della Creazione, le vede protagoniste e uniche padrone dell'opera del Padre.
Scopriranno di essere le Custodi degli Elementi naturali e che il futuro dell'intero Universo dipende esclusivamente da loro.
Si ritroveranno a combattere una guerra che vedrà dei nemici millenari lottare fianco a fianco contro qualcuno di cui persino i Sovrani del Regno degli Inferi e dei Cieli ignoravano l'esistenza.
Ma come potrà Anastasia compiere il suo Destino? E qual'è il vero piano di Dio?
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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‘Come diavolo ha fatto quell’essere a sopravvivere a un crollo del genere? E soprattutto come è riuscito a liberarsi? Forse aveva una bomba a mano e non ce ne siamo accorte? Probabile.’
Velocemente ci mettiamo a terra e gattonando arriviamo dietro un grande masso caduto nel crollo. Così per cercare di non farci vedere ci accucciamo a terra tentando di diventare il più piccole possibile. Siamo così vicine a quel tipo che a momenti riesco a sentire il suo respiro ed è un miracolo che lui non ci abbia ancora trovate anche se siamo proprio sotto il suo naso. Sentiamo i suoi passi pesanti e ogni volta che si avvicina a noi tratteniamo il respiro. Tutto tace e l’unico rumore che si riusciamo ad avvertire è quello dei nostri cuori che battono a un ritmo serrato. Ringrazio mentalmente la nostra fortuna sfacciata; nell’esplosione quel tipo ha fatto saltare la corrente così che adesso l’unica fonte di luce proviene dalla luna.
Passato qualche minuto senza avvertire più nulla faccio un cenno a Bianca e lei annuisce. Lentamente ci affacciamo dal nostro nascondiglio per vedere se la via è libera, ma purtroppo per noi lui è a qualche metro di distanza, di spalle. Se provassimo a scappare, lui ci vedrebbe e per noi sarebbe la fine. Se invece provassimo ad attaccarlo lui ci distruggerebbe ancor prima che noi avessimo la possibilità di prendere una pietra come arma per attaccarlo, che poi cosa mai potrebbe fargli una pietra a uno che anche se è stato sepolto da un crollo ne è uscito indenne? Mentre sono persa nei miei pensieri quel tipo si volta e contemporaneamente la mia amica mi costringe ad abbassarmi. Stringo forte gli occhi e inizio a pregare che non ci abbia visto. Dopo poco guardo Bianca terrorizzata, sembriamo due statue di cera e se la situazione non fosse così tragica scoppierei a ridere per come siamo conciate. Neanche da bambine siamo riuscite a ridurci in questo stato pietoso… siamo ricoperte di terra e sangue dalla testa ai piedi! Per non parlare degli indumenti: le zeppe non esisto più, i pantaloni sono ridotti in brandelli ed è un miracolo se indossiamo ancora le nostre canotte!
“Fiorelliniiii venite fuori su! Smettetela di nascondervi, non voglio farvi nulla… la mia unica intenzione è quella di ridurvi in brandelli e torturarvi fino a farvi implorare pietà!”
La voce cantilenante del nostro ci riporta entrambe alla realtà facendoci capire quanto in realtà stia fuori di testa questo tizio e che come al solito nella sfortuna di trovarci in questa situazione come questa siamo fortunate ad essere ancora vive.
“Oh guarda!?! Adesso sicuramente ci faremo trovare da te Mister Simpatia!” Il bisbiglio di Bianca mi strappa un sorriso. È incredibile come lei in ogni situazione non perda mai la sua verve. La osservo attentamente e mi rendo conto che anche ridotta in questo stato alla luce della luna lei appare semplicemente perfetta.
“Cagnolineee avanti su! Venite dallo zio che vi vuole spezzare tutte le vostre tenere ossicine!” La voce di quell’essere mi riporta per l’ennesima volta alla realtà. Non capisco come io faccia a perdermi sempre in pensieri così stupidi quando la situazione richiede la mia massima attenzione.
“Ma si può sapere da dove viene fuori questo tipo? Dall’accademia degli omicidi più cruenti dell’ultimo secolo?” Dico infastidita alla mia amica.
“Naaa secondo me è uno di quei fanatici convinti di essere i loro personaggi preferiti”
“E chi sarebbe il suo scusa? Jack lo Squartatore?”
“Ma non dire stronzate… lui è il lupo di cappuccetto rosso!”
Alla sua affermazione la mia faccia diventa scettica. Lei se ne accorge e allora sorridendo mi tira una leggera gomitata.
“Ok forse crede di essere Hannibal Lecter!”
Non faccio in tempo a risponderle che avvertiamo un’esplosione poco lontano da noi. Veniamo per l’ennesima volta sommerse da polvere detriti e dopo qualche istante in cui tentiamo di evitare di tossire per non farci trovare dal bestione, lentamente usciamo dal nostro nascondiglio per cercare capire che diavolo sia successo. Rimaniamo sconvolte difronte alla desolazione che si para davanti ai nostri occhi; dove una volta c’era il chioschetto e parte del boschetto del parco ora non vi è nulla se non un enorme cratere.
“Che grandissimo pezzo di merda! Ma come si permette quel… quel… quell’uomo delle caverne a distruggere il chioschetto? Non lo perdonerò mai!”
“Ma è mai possibile che in tutto quello che ci sta accadendo tu pensi al fatto che uno ha distrutto il chioschetto? A volte Bianca mi domando se ci sei o ci fai!” Scuoto la testa e mi domando se lei nella prima esplosione non abbia battuto la sua un po’ troppo forte.
‘Forse è il caso che la porti in ospedale a farle fare un controllo una volta uscite da qui, sempre se usciremo da qui.’
“Cerco che penso al chioschetto! Quello era l’unico posto in grado di fare un aperitivo degno di questo nome!” Mi batto una mano in fronte e capisco che lei ormai è un caso perso. Mentre Bianca continua a borbottare frasi senza senso io mi guardo attorno cercando di capire dove diamine sia finito quel tipo. Dopo qualche istante di inutile ricerca sento la mano di Bianca arpionarmi il braccio e le sue unghie entrare nella mia pelle. Mi giro verso di lei tentando di scrollarmela gentilmente di dosso, ma lei non si smuove.
“Bianca lasciami, mi stai facendo male!” La sua presa si rafforza ancora, poi lentamente alza la mano sinistra e con il dito mi indica un punto in mezzo al cratere. Io mi sforzo di vedere cosa mi sta indicando, ma la polvere è ancora alta e con questo buio non ci si vede ad un palmo dal naso! Qualche secondo più tardi riconosco una figura nera e sento un brivido scendere lungo la schiena.
Afferro Bianca per il braccio e la trascino velocemente con me a terra dietro un sasso messo in posizione strategica. È piuttosto lontano da quel tizio e alle nostre spalle abbiamo l’altro boschetto del parco quindi se la situazione diventa più pericolosa possiamo sempre correre lì dentro e cercare di nasconderci; inoltre è abbastanza grande da coprirci e permettermi di osservare cosa combina lo scimmione.
Lentamente risale il cratere e si scrolla la polvere di dosso come se nulla fosse. Una volta arrivato in cima mi concentro sulla sua figura, infatti in lui c’è qualcosa di diverso da prima anche se non riesco a capire bene cosa. Quando arriva ad un punto in cui viene colpito dalla luce della luna si blocca rimanendo in attesa di qualcosa o meglio qualcuno. È in quel momento che mi accorgo che il suo corpo è diventato ancora più imponente di prima, gli occhi sono diventati color sangue e dalle labbra spuntano due zanne affilate.
Passa non so quanto tempo fermo e all’improvviso si alza un vento pazzesco come se stesse atterrando qualcosa da cielo. Improvvisamente mi sento afferrare per un braccio e trascinare a forza dentro il boschetto. Mi giro per chiedere spiegazioni a Bianca, ma quando mi trovo davanti il suo viso paonazzo e sconvolto vengo assalita dal panico e avverto ancora i tipici campanelli d’allarme risuonarmi in testa. Poco dopo sbatte le palpebre, scuote la testa rivolgendomi uno sguardo gelido per poi trascinarmi dietro un albero e mentre con una mano mi fa segno di stare in silenzio, con l’altra mi indica il punto dove prima si trovava lo scimmione. Io confusa guardo verso la direzione che mi indica e la voglia di mettermi ad urlare è quasi incontenibile.
Affianco a quel coso sta atterrando qualcosa che non appena tocca terra si trasforma in una ragazza e subito iniziano a parlare. Noi tentiamo di ascoltare cosa si dicono, ma da questa distanza è impossibile. Poco dopo vedo lui assentire e lei aprire le ali per alzarsi nuovamente in volo.
Mi volto verso Bianca guardandola shockata e lei mi rivolge il mio stesso sguardo.
“Ti prego dimmi che quello a cui abbiamo assistito finora non è mai successo!” Affermo rabbrividendo.
“Vorrei tanto Ana, ma non posso! Purtroppo è successo davvero e credo che per noi i guai siano appena iniziati!”
Ci rivoltiamo ancora una volta a fissare quel tipo quando alla fine mi convinco di star vivendo un incubo! Lui ha le braccia protese difronte a se e un ghigno stampato in faccia che si trasforma in una vera e propria risata sadica quando dalle sue mani inizia a formarsi una specie di palla scura che cresce a vista d’occhio.
In quel momento avviene una specie di miracolo (o tragedia) sotto i nostri occhi. Non si sa come o perché o da dove sia saltato fuori, ma in un battito di ciglia davanti allo scimmione si para una figura con tanto di bianche ali piumate. Purtroppo da questa distanza è difficile riuscire a distinguere qualcosa, ma dalla corporatura sembrerebbe un ragazzo. I due si fissano per qualche istante poi lo scimmione scoppia in una risata che di umano non possiede veramente nulla, mentre l’altro rimane tranquillo immobile nella stessa posizione di prima.
“Bianca ti prego dammi un pizzicotto e dimmi che sto sognando!”
“Se tu stessi sognando, allora starei facendo lo stesso sogno anche io e più che sogno lo chiamerei incubo!” Neanche finisce di parlare che avverto un dolore al braccio.
“Ahio!” Dico massaggiandomi la parte lesa.
“Visto? Non è un sogno, sei sveglia e per quanto possa essere assurda questa è la realtà”
“Perché lo hai fatto?” Le chiedo imbronciata mentre lei mi guarda scettica sollevando un sopracciglio.
“Sei scema o cosa? Tu mi hai chiesto di farlo e io da brava amica quale sono ti ho accontentata!”
“Ma io non…” La mia replica viene fermata sul nascere dallo sguardo freddo che mi lancia. Per evitare il suo sguardo mi riconcentro sui due ed è allora che sento l’urlo dello scimmione.
“MUORI CANE DEGLI ANGELI!” seguito dall’esplosione più forte della serata.
Afferrò automaticamente il braccio di Bianca e lo stringo forte mentre digrigno i denti.
“Fottuto bastardo!” Sputo cercando di trattenere le lacrime.
‘Adesso è veramente troppo! Non solo siamo state prese di mira da questo psicopatico, abbiamo dovuto subire attacchi su attacchi senza sapere il perché o il per cosa ed ora ci ritroviamo ad essere anche testimoni di un omicidio!’ Tutto quello che è successo durante questa giornata che vorrei cancellare mi investe come un tir ed improvvisamente ho solo voglia di raggiungere la mia mamma, stringerla forte a me e piangere, piangere, piangere fino a quando non mi resteranno più lacrime da versare.
Improvvisamente Bianca mi strattona verso di se afferrando il viso.
“Ana questo non è il momento di piangere! Tu non sei una frignona, quindi smettila di comportarti come tale e torna lucida. Quando saremo al sicuro avrai tutto il tempo di metabolizzare quello che è successo e solo allora se vorrai potrai piangere, ma non ora! Non adesso e soprattutto non qui!” I suoi occhi bruciano nei miei facendomi rendere conto di quanto in realtà io sia debole in confronto alla mia amica. Lei in tutta questa storia non si è mai fatta prendere dal panico, è rimasta sempre fredda cercando in ogni modo di smorzare la tensione per rendermi la situazione più affrontabile, mentre io mi sono completamente lasciata andare. Le differenze tra noi iniziano a starmi troppo strette così mentre faccio dei respiri profondi, mi asciugo le lacrime con un braccio provando a sorriderle.
“Hai ragione Bianca, basta piangere è il momento di reagire!” Lei mi sorride di rimando. Tutto sembra perfetto ed è come se nulla fosse successo, ma un urlo che è un misto tra lo sconvolto, il rabbioso e il frustato attira la nostra attenzione. Ci rigiriamo verso il campo di battaglia e quando la polvere si dirada vediamo una specie di barriera posta a protezione del ragazzo e alle sue spalle sono comparsi altri quattro ragazzi con le ali. Alla loro vista è cose una sensazione di tranquillità mi pervadesse. È una cosa strana, ma come il mio sguardo si è posato su quegli esseri non sono suonati campanelli d’allarme e non ho nemmeno avuto i brividi lungo la schiena, al contrario è come se mi ispirassero un senso di fiducia. Non so come sia possibile, ma sento che di loro ci si può fidare.

Tutto tace, sembra la calma prima della tempeste e noi fatichiamo a respirare per paura di attirare la loro attenzione. L’aria potrebbe tagliarsi con un coltello per quanto è tesa. Siamo talmente concentrate in questo momento che il suono che indica l’arrivo di un messaggio di whatsapp ci fa trasalire e allo stesso tempo sento il sangue ghiacciarsi mentre il cuore batte talmente forte da farmi mancare il respiro. Prego Dio o chi per lui che stia vegliando su di noi di far in modo che non si siano accorti di nulla e a quanto pare le mie preghiere per una volta tanto vengono ascoltate.
Appoggio la schiena al tronco e mi metto una mano sul cuore per tentare di mantenerlo nella gabbia toracica e per rallentare il suo ritmo provo a fare dei respiri profondi. Vedo Bianca lanciarmi uno sguardo e io le faccio segno con la mano di lasciarmi perdere così lei si rigira per dare attenzione agli altri.
Dopo qualche istante che passo ad occhi chiusi, con mano tremante afferro il cellulare, sblocco la tastiera e in automatico mi si apre la schermata di whatsapp. Appena leggo chi manda il messaggio mi sale un magone in gola e stringendo il labbro inferiore tra i denti riesco a trattenere le lacrime. Faccio altri due respiri per darmi forza e apro la conversazione.
-Sono più di due ore che aspetto vostre notizie, si può sapere che fine avete fatto? Noi siamo arrivate a casa di Chris sane e salve e come ha detto Bianca non c’era nessuno. Abbiamo fatto una camomilla a Kate che ora sta dormendo tranquilla sul divano. Sarah è con lei la controlla a vista. Io ho aperto un po’ di mobili e ho visto che abbiamo viveri per qualche giorno e figurati che c’è anche la carta igienica ahahaha comunque tornando alle cose serie ho preso i pc in camera dei ragazzi e li ho messi in cucina così mentre aspetto che tornate faccio qualche ricerca. Muovetevi a venire e fate attenzione per la strada. Sto morendo d’ansia per voi e ho un bruttissimo presentimento. Lungo la strada non abbiamo incontrato anima viva, anche i bar e i pub erano vuoti e questo mi ha messa un po’ in allarme. Sarah dice che sono solo coincidenze e che mi sto facendo castelli in aria, ma io non ne sono molto convinta. Tornate presto per favore!-
Una volta finito il leggere il messaggio scrivo un veloce –Arriviamo- e libero un sospiro di sollievo. Mi abbandono contro l’albero e ringrazio il cielo che almeno quelle tre siano al sicuro.
“Chi era?” Apro gli occhi e li dirigo verso Bianca. Stringo i denti e mentalmente mando per l’ennesima volta quel bestione a farsi fottere.
“Era Elisabeth. Ha detto che sono arrivate a casa di Chris e che hanno messo Katherine a dormire. Ha detto di avere una brutta sensazione e di fare attenzione lungo la strada.”
Lei sorride e torna a tenere sotto controllo la situane. Io mi alzo guardandomi intorno.
“Che combinano i simpaticoni?”
“Discutono e anche piuttosto animatamente.”
“Credi che siano nemici o che stiano dalla stessa parte?”
“Sicuramente sono nemici. In fondo il bestione ha attaccato l’angioletto. Poi da quello che ho potuto vedere l’angioletto è il capo dei quattro putti”
“Ottimo almeno così abbiamo un problema in meno.”
“Esatto, mentre quelli distraggono Hannibal noi possiamo andarcene da qui senza rischiare la vita.”
“Brava e ora se non sbaglio se proseguiamo fino in fondo e poi giriamo a sinistra dovremmo ritrovarci davanti all’uscita Est.”
“Poi da lì a casa di mio fratello ci voglio meno di 10 minuti correndo.”
“Ottimo direi. Andiamo!

Una volta uscite dal parco ci pieghiamo sulle ginocchia cercando di riprendere fiato per la corsa appena fatta. Ci guardiamo sorridendoci come delle sceme.
“Ce l’abbiamo fatta! Siamo riuscite a scappare da quel mostro senza riportare ferite gravi!”
“Hai visto? Ci vuole solo un po’ di fiducia in se stessi e tanto ma tanto culo! Se non ci fossero stati quei tipi a quest’ora noi saremmo di sicuro dei bellissimi cadaveri!”
“Già! Un po’ mi dispiace per loro, insomma per affrontare Hannibal ci vuole un coraggio incredibile!”
“Ana per quanto possa sentirmi anche io in colpa per averli lasciati lì di certo non ho intenzione di tornare indietro! E poi ti vorrei ricordare che Hannibal lo abbiamo affrontato anche noi e se non ti è chiaro siamo in due e per di più ragazze. Loro invece sono cinque esseri piumanti non identificati presumibilmente di sesso maschile in grado di creare barriere che possono proteggerti dalle esplosioni. Quindi che se la vedano loro con lo scimmione, infondo sono uomini ed è compito degli uomini proteggere le donne!” Detto ciò si rimette in piedi cominciando ad avviarsi lungo la strada che porta a casa nostra.
“Hai ragione, ma ora mi spieghi dove diavolo stai andando? Se non sbaglio la casa di tuo fratello è dall’altra parte!”
“Lo so, infatti non sto andando da Chris ma a casa nostra.”
“Questo lo avevo notato anch’io ma al momento mi sfugge il perché.”
“Stiamo tornando a casa perché abbiamo assolutamente bisogno di una doccia e di vestiti nuovi se non vogliamo che alle altre venga un infarto non appena ci vedono. In più dobbiamo portarci dei borsoni con le cose di prima necessità per tutte, a meno che tu non hai intenzione di indossare sempre le stesse mutande.”
“Non ne ho la minima intenzione, ma non potremmo tornarci domani tutte e cinque magari?”
“No, conviene andarci adesso che Hannibal è impegnato. Se ci andiamo domani rischiamo di trovarlo ad attenderci in cucina. Quindi adesso se non hai altre domande direi di darci una mossa.”
“Agli ordini capo!” Le faccio il saluto militare scoppiando a ridere.

Arrivate a casa ci infiliamo immediatamente sotto la doccia. Dopo dieci minuti sono già fuori e con i capelli gocciolanti. Mi asciugo velocemente il corpo e infilo l’intimo, prendo un asciugamano e friziono i capelli, metto la spuma e decido di lasciali asciugare al vento. Esco dal bagno e vedo Bianca nelle mie stesse condizioni.
“Conviene indossare qualcosa di comodo e le scarpe da tennis così possiamo correre tranquillamente.” Lei annuisce e rapidamente si chiude in camera per vestirsi.
Indosso i jeans e una canotta bianca, metto le Air Force bianche e decido che è meglio legare i capelli in modo che non mi diano fastidio, così faccio velocemente una treccia e metto un filo di trucco. Poi tiro fuori il borsone riempiendolo con tutto quello che penso possa essere utile: intimo, magliette, pantaloncini, tutine e vestini, ciabatte, pochette, trucchi, profumo, caricatore del telefono e auricolari. Corro in camera di Kate e faccio la stessa cosa. Dopo dieci minuti esco in corridoio e metto vicino la porta il borsone, il tempo di girarmi e vedo Bianca correre alla scarpiera e prendere i sandali alti con il tacco.
“Si può sapere da quando i sandali con il tacco sono beni di prima necessità?”
Lei alza le spalle e scrolla la mano.
“Siamo donne è logico che i tacchi siano beni di prima necessità!” Io allora scoppio a ridere e l’affianco prendendo quelli miei e di Kate. Vado in bagno e recupero un pacco di assorbenti, le spume e gli spazzolini che metto nella mia borsa. Una volta chiuso tutto la voce di Bianca mi raggiunge.
“Hai finito? Prima andiamo e meglio è… non sappiamo quanto possano resistere quei ragazzi.”
“Si ho fatto!” Mi affretto a raggiungerla e devo dire che anche con un semplice pantaloncino di jeans, una canotta che le segna perfettamente il fisico e delle banali Nike sembra pronta per una sfilata. I capelli ancora umidi sono semi raccolti da una pinzetta nera e il leggero trucco sottolinea il particolare colore dei suoi bellissimi occhi.
Velocemente e in silenzio usciamo di casa con i borsoni in spalla e le borse piene. Dopo un po’ non riesco a trattenere un sospiro.
“Che cos’hai Ana?” Mi chiede preoccupata.
“Non riesco ancora a credere che tutto questo sia successo a noi. E poi chissà come stanno quei ragazzi.” Dico in pena.
“Quali ragazzi?” Chiede lei confusa.
“Come quali ragazzi?!? Quelli del parco che stavano affrontando Hannibal! Spero che stiano bene e si siano messi in salvo.”
“Ah, già Castiel e i cherubini! Tranquilla staranno benissimo. Non avevano l’aria di essere degli sprovveduti.”
“Hai ragione.”
Rimaniamo in silenzio per un altro bel tratto di strada e quando ormai manca poco più di un chilometro decidiamo di fermarci per riprendere fiato.
Prendo il telefono e chiamo Elisabeth che risponde al secondo squillo.
“Si può sapere dove cazzo siete finite razza di incoscienti che non siete altro? Mi hai scritto che stavate arrivando circa un’ora fa!” Mi aggredisce.
“Hai ragione, mi dispiace avrei dovuto avvisarti. Appena arriviamo ti racconto bene cosa è successo. Comunque tra più o meno 4 minuti siamo lì, ora ci siamo fermate a riprendere fiato.”
“Siete ferite?” Chiede apprensiva e dal suo tono capisco che sta trattenendo le lacrime a fatica. Sono quasi le due di notte e questa è stata una giornata pesante per tutte.
“No tranquilla stiamo bene! Ma mettici a fare una camomilla per quando arriviamo!” Le dico sorridendo.
“Certo! Ci vediamo tra poco allora!”
“A tra poco!” Chiudo la chiamata e sospiro.
Mi siedo a terra e sollevo il volto al cielo pieno di stelle. Provo a riconoscere qualche costellazione, ma non faccio in tempo a concentrarmi che un rumore attira la mia attenzione e quella di Bianca seduta accanto a me.
Velocemente ci alziamo e dalla borsa recupero il profumo pronta a spuzzarlo negli occhi di chiunque salti fuori con cattive intenzioni. Il cuore batte fortissimo tanto da essere convinta che prima che sorga il sole mi verrà un infarto. Trattengo il respiro e Bianca accanto a me fa lo stesso per poi rilasciarlo quando vediamo spuntare da dietro l’angolo un gattino. Ci guardiamo sconvolte e poi scoppiamo a ridere mentre risedendoci tentando di calmarci.
“Dimmi un po’ Ana, non ti sembra strano che quel gatto sia stata l’unica forma di vita che abbiamo incontrato questa sera? A parte ovviamente il club di pugilato.”
“Si è alquanto strano soprattutto tenendo conto che questa è una città universitaria. Però ora non ho le abbastanza energie per pensare a cosa sia potuto accadere a tutti quanti. Anzi direi di alzarci e muoverci a raggiungere le altre prima che Beth mi richiami un’altra volta o muoia di ansia.” Lei mi guarda attentamente per qualche secondo prima di alzarsi.
“Certo andiamo. Non ho voglia di occultare il suo cadavere poi.” Il suo tono serio mi strappa un’altra risata. Io le allungo la mano e mentre scuote la testa mi sorride. Raccogliamo i nostri borsoni e poi incamminiamo a passo svelto verso la nostra meta. Poco prima di arrivare avvertiamo un vociare concitato provenire da dietro l’angolo. Ci blocchiamo osservandoci attentamente; ora delle persone normali al nostro posto avrebbero tentato la fuga il più in fretta possibile, ma noi non abbiamo esattamente tutte le rotelle al posto giusto e poi siamo donne e si sa che le donne sono curiose per natura. Quindi facendo attenzione al fare il meno rumore possibile ci avviciniamo all’angolo e decidiamo di dare giusto un’occhiatina rapida per sapere di chi si tratta. Davanti ai nostri occhi si trovano i sogni proibiti di ogni donna. Cinque ragazzi di un’età compresa tra i 25 e i 30 anni discutono tra loro. Sono tutti altissimi, con fisici che sembrano essere stati scolpiti nella pietra e dei volti bellissimi. La cosa strana è che mi danno la stessa sensazione che ho provato prima quando ho visto quei tipi che hanno affrontato Hannibal; una sensazione di tranquillità e fiducia si irradia dentro di me e automaticamente mi rilasso un po’. La cosa strana è che tutti hanno i capelli chiari, con tonalità che vanno dal biondo chiarissimo al castano chiaro, e i loro occhi anch’essi chiari trasmettono pace e serenità. Velocemente tento di riprendermi per prestare attenzione a ciò che dicono.
“Dove si saranno nascoste quelle ragazze?” A parlare è stato un ragazzo con bellissimi occhi azzurro cielo, un naso che si incastra perfettamente nel suo volto con due carnose labbra rosate, la mascella è perfettamente squadrata e dei meravigliosi capelli mossi color castano chiaro che gli arrivano fino sulle spalle larghe contornano il tutto. La voce melodiosa e il sorriso dolce ricordano un angelo.
“Non lo so, ma è certo che non sono morte durante l’attacco, altrimenti lo avremmo avvertito.” Questa volta a parlare è stato un ragazzo identico al primo solo con i capelli più corti. Quando capiamo che cercano noi, ci irrigidiamo di colpo, lanciandoci un’occhiata spaventata.
“Questo è vero, ma abbiamo cercato dappertutto senza nessun risultato. Se dovesse accader loro qualcosa sarebbe la fine del mondo! Avete sentito anche voi quello che ha detto il nobile Michele, quelle cinque sono essenziali per la sopravvivenza dell’intero universo. Dobbiamo trovarle al più presto, prima che siano troppo tardi!” A parlare questa volta è stato un ragazzo con lunghi e mossi capelli biondi, occhi di ghiaccio e un’espressione preoccupata stampata in volto. Noi ci guardiamo perplesse, chiedendo implicitamente all’altra se ci abbia capito qualcosa. Bianca scuote la testa e scrolla le spalle prima di tornare a dare attenzione a quel gruppo insolito.
“Non preoccuparti, sono certo che staranno bene e al sicuro. Proviamo di nuovo a cercarle, magari questa volta saremo più fortunati.” Questa volta a parlare è stato uno con i capelli lunghi e lisci color biondo scuro e gli occhi più verdi che io abbia mai visto che gli ha appoggiato una mano sulla spalla stringendogliela un po’ come a fargli forza. Detto ciò si rivolge all’ultimo ragazzo che si trova più in ombra rispetto agli altri e quindi non riesco a vedere bene il suo volto; questo annuisce in silenzio e dopo poco vedo delle enormi ali bianche spuntare dalla sua schiena e così accade anche per gli altri quattro. Noi ci fissiamo sconvolte per un attimo, iniziamo ad indietreggiare fino a che non arrivo a sbattere la schiena contro il muro e involontariamente con il piede colpisco una bottiglia di vetro che cade facendo rumore. Subito ci irrigidiamo trattenendo il fiato vedendo che i cinque si voltano verso l’angolo in cui siamo nascoste. Quello che con i capelli che gli arrivano alle spalle e sembra essere il capo si mette davanti i suoi compagni.
“Chi è là? Esci immediatamente fuori chiunque tu sia!” Noi tratteniamo il respiro con il cuore in gola. Sembra che il tempo si sia bloccato, ma poco dopo da un angolo spunta lo stesso gattino di prima che con un balzo arriva davanti quell’angelo e lo fissa miagolando.
“Forza Mikael, andiamo! Facciamo un ultimo giro e poi torniamo a casa. Domani ridiscenderemo per cercare quelle cinque fanciulle!” A parlare è stato l’ultimo dei cinque che in un battito di ciglia aveva affiancato quello di nome Mikael. Anche lui è semplicemente bellissimo. I suoi capelli color oro scompigliati che arrivano quasi alle spalle incorniciano un volto dai lineanti dolci ma allo stesso tempo spigolosi. Il ciuffo gli copre quasi interamente le sopracciglia e parte degli splendidi zaffiri che ha come occhi. Il naso leggermente alla francese e le labbra carnose rendono il suo volto una creazione perfetta. Mikael sospira e annuisce verso il compagno, poi lo supera e con gli altri tre al seguito si innalza in cielo. Lui rivolge un ultima occhiata penetrante verso il luogo dove siamo nascoste. Trattengo il respiro difronte a quegli occhi che hanno la capacità di trapassare l’anima e leggerti dentro. Il mio cuore batte fortissimo e anche Bianca affianco a me sembra paralizzata difronte a tanta bellezza.
“Gabriel muoviti!” La voce di Mikael lo fa rigirare verso i suoi compagni in attesa e dopo pochi istanti anche lui si innalza in volo raggiungendoli e allontanandosi velocemente con il gruppo fino a che non li vediamo diventare un puntino. Noi a quel punto sospirando ci accasciamo al suolo tentando di calmare i battiti forsennati del nostro cuore.
Passiamo non si sa quanto tempo sedute a terra senza proferire parola, fino a quando una vibrazione alla tasca mi avverte dell’arrivo di un messaggio. Sospirando tiro fuori il telefono, lo sblocco e leggo il messaggio di Sarah.
-Ragazze che fine avete fatto? Muovetevi a venire prima che a mia sorella venga un infarto! Volevo avvisarvi che Kate si è svegliata e chiede di voi, dice di aver fatto un sogno con delle strane creature e vuole parlarcene non appena arrivate quindi muovetevi!-
Io sospiro pesantemente e rimetto a posto il telefono senza rispondere dopo poco avverto lo sguardo di Bianca su di me.
“Era Sarah… dice che Kate si è svegliata e ha fatto un sogno strano. Dobbiamo muoverci a rientrare!” Lentamente mi alzo e recupero il borsone, mi giro verso la mia amica e aspetto che lei faccia lo stesso, ma rimane immobile a fissarmi con uno sguardo vacuo. Io sospiro ancora e la raggiungo. Le tendo una mano che lei tremante afferra. La tiro su e le metto le mani sopra le spalle incatenando il mio sguardo al suo.
“Bianca per favore non spegnerti, reagisci! Ho bisogno di te in questa situazione! Quei tipi torneranno domani a ricercarci e noi dobbiamo essere preparate ad ogni evenienza! So che ora ci aspettano solo momenti difficili, ma sono contenta di avere voi al mio fianco!” Le sorrido stringendo la presa.
“Hai ragione… l’unica cosa positiva di tutta questa storia è che siamo insieme!” Dice facendo un piccolo sorriso. Si libera dolcemente dalla mia presa e va a recuperare il borsone, se lo mette in spalla e mi raggiunge afferrandomi la mano iniziando a incamminarsi lungo la strada.
“Secondo te chi erano quelle persone?” Mi domanda con voce tremante.
"Non lo so, ma quando li ho visti ho avuto una strana sensazione.” Dico guardandola. Lei annuisce. “Lo stesso è successo a me… non so perché ma sento di potermi fidare di loro, sento che sono delle brave persone... cioè angeli o quello che sono loro" Io sorrido, ma dopo poco mi rabbuio.
"Però dopo quello che è successo questa sera non mi stupirei se dovesse spuntarci davanti un E.T. con l’intenzione di conquistare il mondo.” Affermo seria mentre Bianca scoppia a ridere.
Una volta arrivate sotto casa di Chris mentre sto per suonare il campanello la mano della mia amica mi blocca, allora la osservo confusa e lei in risposta mi lancia uno sguardo serio.
“Dobbiamo parlare con le altre e raccontare tutto quello che è successo nei minimi dettagli. Inoltre ho intenzione di dire anche del sogno che ho fatto. Ora più che mai dobbiamo fidarci l’una dell’altra come mai abbiamo fatto prima! Sento che questa volta c’è in gioco la nostra vita e dobbiamo essere pronte a tutto!”
“Hai ragione, ormai non abbiamo più tempo. Dobbiamo sfruttare ogni minuto che ci rimane per cercare di capire più cose possibili.”
“E visto che ormai sono le tre del mattino io proporrei anche di svuotare l’armadietto degli alcolici dei ragazzi!”
“Ma ti sembra il caso di metterci a bere in un momento come questo?”
“Certo che si! Non so se te ne sei accorta, ma nel giro di qualche ora abbiamo scoperto che degli esseri che in teoria dovrebbero esistere solo nella fantasia sono reali! Come minimo per festeggiare questa scoperta dobbiamo brindare!” Afferma serafica.
“Tu stai completamente fuori Bianca!” Dico scoppiando a ridere e lei fa lo stesso. In questa risata tentiamo di gettare tutte le nostre ansie e stress per tutto quello che è successo.
Una volta che ci siamo calmate Bianca suona il campanello mentre io mi concedo sospiro liberatorio e alzando lo sguardo al cielo mi chiedo cosa ci riserverà il domani.

   
 
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