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Autore: Paradiso e Inferno    12/04/2016    0 recensioni
Anastasia, Bianca, Katherine, Sarah ed Elisabeth.
Cinque ragazze cresciute insieme che vivono la loro vita da comuni studentesse universitarie.
Un giorno però si ritroveranno a fare i conti con degli strani sogni che segneranno l'inizio di un vero e proprio incubo.
Ognuna dovrà lottare contro il proprio Destino per scoprire che in realtà la loro vita non è stata che una semplice menzogna.
Un'antica leggenda, risalente ai tempi della Creazione, le vede protagoniste e uniche padrone dell'opera del Padre.
Scopriranno di essere le Custodi degli Elementi naturali e che il futuro dell'intero Universo dipende esclusivamente da loro.
Si ritroveranno a combattere una guerra che vedrà dei nemici millenari lottare fianco a fianco contro qualcuno di cui persino i Sovrani del Regno degli Inferi e dei Cieli ignoravano l'esistenza.
Ma come potrà Anastasia compiere il suo Destino? E qual'è il vero piano di Dio?
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Ogni essere nell’universo è destinato a qualcosa. Ognuno infatti possiede un Destino, scritto nelle stelle e a cui non può sottrarsi. È il Fato, forza oscura e potente, immutabile; ciò che esso aveva stabilito né gli uomini né gli dèi potevano mutare.
In principio nulla era distinto nell’oscuro spazio infinito, i corpi si presentavano mescolati agli elementi senza alcun ordine: era il Caos. L’oscurità regnava indisturbata.
Poi, forse per una forza ignota, tutti i pianeti e i corpi celesti si staccarono e si fissarono nel cielo. Anche il sole si isolò iniziando a diffondere attorno a se luce e calore. La Luce infatti emerse dall’oscurità del Caos iniziando una lotta che tutt’ora persiste. Nessuna potenza poteva prendere il sopravvento sull’altra. Queste due forze avevano creato una sorta di equilibrio su cui l’universo stesso pone le sue fondamenta.
La Luce però sapeva che con il passare del tempo la sua forza sarebbe diminuita sempre più, per questo mentre Rea, sposa di Crono stava per mettere al mondo il figlio Zeus le apparve in sogno affidandole il futuro ed una predizione che avrebbe determinato il destino dell’universo.
-Un giorno in un futuro lontano, io la Luce sarò sul punto di scomparire e il Caos farà tornare tutto a com’era in principio. L’oscurità a quel puntò regnerà definitivamente e non ci sarà nulla nell’universo in grado di contrastarla.
Per evitare ciò, nell’epoca in cui questo avverrà nasceranno cinque fanciulle dal cuore e dall’animo puro. Quattro di esse saranno le custodi degli elementi: Acqua, Terra, Fuoco ed Aria. L’altra invece sarà colei che governerà su tutto l’universo. Chiunque sia esso, divinità o essere umano, le dovrà obbedienza perché solo sotto la sua guida potrà esistere il futuro. Costei sarà riconosciuta come la Principessa della Speranza e custode dell’equilibrio universale-
Questa predizione purtroppo non venne presa in considerazione in quanto per gli dèi era impossibile che esistessero delle creature, o per meglio dire delle fanciulle che potessero essere più potenti di loro. Così con il passare del tempo e degli anni questa venne dimenticata.
Ora siamo potuti venirne a conoscenza solo grazie al ritrovamento avvenuto a Creta di un antico manufatto. Si presume che sia stato scritto dalla divinità Rea immediatamente dopo aver messo al mondo Zeus il padre degli dèi, proprio per evitare che le parole della Luce fossero in qualche modo dimenticate.
Se tutto ciò che vi ho detto sia verità oppure no sta a voi deciderlo. Per oggi è tutto ragazzi. Buon week-end.”
La fine della lezione fece riprendere dal coma tutti noi poveri studenti che ci eravamo dovuti sorbire ben 4 ore di cazzate su dèi, miti e leggende.
Mi stiracchio un po’ e girandomi verso sinistra vedo Sarah, una delle mie migliori amiche, tranquillamente addormentata sul banco. È veramente bella con quei ricci ribelli color grano maturo che le arrivano fino a metà schiena, il viso delicato come quello di un angioletto, le labbra piene, il nasino alla francese e a completare il tutto due occhi verde smeraldo. Rimetto tutto a posto e provo a scuoterla leggermente, chiamandola. Non ottenendo naturalmente alcuna reazione da parte sua! Non c’è verso di svegliare una dormigliona come lei!
“Allora? Dopo tutti questi anni non hai ancora capito che non sveglierai mai mia sorella in quel modo?” A parlare è stata Elisabeth, sorella gemella di Sarah. Fisicamente parlando sono due gocce d’acqua, se non fosse per il colore dei capelli e degli occhi sarebbe impossibile riuscire a riconoscerle. Infatti Beth ha i ricci di un caldo mogano mentre gli occhi sono verde scuro e con qualche riflesso argentato.
“Se vuoi svegliarla devi fare così! Guarda e impara dilettante!” Salto letteralmente sulla sedia per la paura. Quella disgraziata di Bianca mi è arrivata alle spalle senza che me ne accorgessi! In faccia ha stampato quel sorriso da bastarda che di solito fa quando è certa di avere la situazione in pugno. Sorriso che purtroppo siamo abituate fin troppo spesso a vedere, ma come non potrebbe essere altrimenti? Lei è la persona più razionale e calcolatrice che io conosca! Caratteristiche che le permettono di avere sempre tutto sotto controllo. Qui in uni è soprannominata ‘Principessa dei ghiacci’, non solo per la sua bellezza, i capelli mossi colore dell’oro contornano un viso delicato, in cui spiccano due occhi azzurri che sono il perfetto miscuglio tra l’azzurro del cielo e il verde del mare. Ma questo titolo se lo è guadagnato perché se la fai arrabbiare o ti metti contro di lei le basta un semplice sguardo per congelarti.
“Bianca ma insomma! Ti sembra questo il modo di arrivare alle spalle delle persone? È mai possibile che non cambi mai?” Le mani sui fianchi, un cipiglio arrabbiato e l’immancabile piede che batte a terra… classica posa alla Katherine. Quei suoi occhi marrone scuro a prima vista possono sembrare normali o banali, ma in realtà alla luce del sole assumono sfumature d’orate. Sono più profondi dell’oceano, caldi e vivaci, e fanno annegare chiunque li guardi! Le labbra sottili e gli zigomi alti fanno somigliare il suo viso ad una bambolina, il tutto contornato da lunghi boccoli color rame. Katherine è la ragazza più buona del gruppo, ha sempre una parola dolce per tutti, è un’inguaribile romantica che crede fermamente nel destino! Infatti secondo lei eravamo destinate ad essere amiche da ancor prima di esser nate!
Come se Kate non avesse parlato, Bianca si avvicina a Sarah le accarezza una guancia con sguardo amorevole(?), poi lentamente le mette una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“È così che ci si deve comportare con una dormigliona come Sarah.” Noi allora ci guardiamo senza capire cosa voglia fare e lei come se niente fosse, rivolgendoci con uno sguardo birichino si avvicina all’orecchio di Sarah per poi prendere un respiro profondo.
“SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!”
A quel punto Sarah spalanca gli occhi e tutta spaventata salta letteralmente sul banco!
Bianca inizia a ridere come una pazza e noi le andiamo dietro. Lentamente Sarah inizia a realizzare cosa è successo e a quel punto la scena che ci si presenta davanti non fa altro che aumentare le risate mie e di Beth, mentre Katherine sconsolata si batte una mano sulla fronte. Una Sarah incavolata come una iena rincorre per l’aula una Bianca che per le troppe risate non riesce più a respirare.
Una volta uscite dall’università ci dirigiamo come nostro solito al parco della città, luogo di ritrovo di tutti i giovani. Ci sediamo al tavolino sotto il pino mentre Beth e Kate vanno al chioschetto a ordinare l’aperitivo. Una volta che il cameriere ci ha servite, ci guardiamo e capiamo che è giunto il momento di parlare con Sarah.
“Sarah, vuoi dirci che ti succede? Non è da te addormentarti durante le lezioni!” Inizia Kate.
“Per non parlare del fatto che con la mente sei sempre assente.” Rincara Bianca.
“Mentre la notte, hai sempre il sonno agitato... ti dimeni, come se stessi avendo un brutto sogno e per quanto io provi non riesco a svegliarti. Solo dopo un bel po’ riesci a calmarti. Siamo sorelle, anzi gemelle eppure non riesco a capire che ti sta accadendo.” Continua Beth con gli occhi lucidi.
A quel punto Sarah abbassa lo sguardo colpevole e io le prendo le mani costringendola a guardarmi.
“Sarah ascoltami. Noi siamo amiche da moltissimo tempo, ci conosciamo sin dai tempi dell’asilo ed insieme ne abbiamo affrontate di cotte e di crude. Abbiamo superato molte crisi eppure il nostro legame ne è uscito sempre più forte di prima. Il nostro è un rapporto che ormai supera la semplice amicizia. Siamo tutte come delle sorelle, se accade qualcosa ad una lo avvertono anche le altre. Credevi veramente che noi non ci fossimo accorte che c’è qualcosa che ti turba da un po’ di tempo? Semplicemente abbiamo provato ad aspettare che tu ti facessi forza e ce ne parlassi, ma ora non possiamo più farlo. Non riusciamo più a vederti così. Rivogliamo la nostra Sarah indietro, quindi dicci cos’hai una volta per tutte!”
Sarah mi ha guardata negli occhi per tutto il tempo e man mano che vado avanti noto i suoi occhi inumidirsi e alla fine le lacrime rigarle le guance.
“Oh Ana, te lo giuro volevo parlarvene da quando è successo tutto, ma poi andando avanti mi sono spaventata e non volevo spaventare anche voi. Non è stata una mancanza di fiducia nei vostri confronti, tutt’altro… solo che volevo capire prima io cosa mi stava accadendo e poi dirvi tutto.” Lo sguardo di Sarah brucia nel mio implorandomi di crederle.
“E sei riuscita ad arrivare a qualche risultato?” chiede comprensiva Katherine.
Sarah abbassa sconsolata lo sguardo e non ci vuole una laurea per capire che la risposta che voleva darci era negativa. Vedo gli occhi di Elisabeth farsi tristi, come del resto lo sono i nostri, chiaro segno della preoccupazione che proviamo per Sarah. Scambio uno sguardo d’intesa con Bianca, i suoi occhi si accendono di determinazione e la stessa scintilla ora anima anche i miei occhi.
Il nostro è un discorso fatto di sguardi, ma come al solito ci capiamo al volo. Dobbiamo risolvere questo problema e per farlo Sarah deve dirci che cos’ha!
Faccio un respiro profondo e poi punto i miei occhi blu in quelli verdi di Sarah.
“Dicci tutto.”
Lei si asciuga le lacrime, fa un respiro profondo e poi inizia a raccontare.
“È iniziato tutto martedì scorso. Da allora tutte le notti faccio lo stesso sogno. Eravamo in un luogo che non riconosco. All’inizio siamo sedute tranquillamente in un prato pieno di fiori ai piedi di un albero a ridere e scherzare come nostro solito. Alle nostre spalle ci sono diversi templi, mentre davanti a noi si può vedere il mare. Si sente il cinguettare degli uccelli e nell’insieme il paesaggio trasmette un’aurea di pace e tranquillità, quasi irreale. Poi all’improvviso il cielo si oscura, vi sono i nuvoloni carichi di pioggia; lampi, tuoni e fulmini squarciano il cielo. Il prato diventa secco all’improvviso, il mare è in tempesta. L’albero che ci riparava dal sole marcisce molto velocemente, non si avverte più il rumore della natura. Allora iniziamo a correre verso quei templi e quando li raggiungiamo vediamo di fronte a noi solo delle macerie. Ai nostri piedi vi sono un sacco di corpi senza vita, il sangue è ovunque. Noi siamo spaventate e abbiamo le lacrime agli occhi. All’improvviso nell’aria rimbomba una risata malvagia e poi il nulla. Io mi risveglio sudata e con il fiatone. Questo è tutto.”
Noi ci guardiamo sbalordite. Siamo tutte senza parole. All’improvviso Elisabeth si alza di scatto e batte le mani sul tavolo. Noi stupite la guardiamo.
“Dimmi sorellina, si può sapere cosa aspettavi a raccontarci di questi tuoi sogni? Un invito scritto forse? Un telegramma o una raccomandata firmata dal Presidente degli Stati Uniti? Avresti dovuto dirci tutto dalla prima volta che hai fatto questo sogno, invece tu come tuo solito ti tieni tutto per te e noi povere deficienti dobbiamo metterti alle strette e tirarti fuori le parole con il cavatappi!”
“Veramente Eli si dice ‘tirar fuori le parole con le pinze’ e non con il cavatappi!” Precisa Bianca.
Io, Katherine e Sarah ci guardiamo sbalordite per poi scoppiare a ridere.
Dopo esserci riprese cerchiamo di capire che significato abbia quel sogno.
“Il luogo del tuo sogno… sei proprio sicura di non sapere dove si trovi o se per lo meno esista? Magari potrebbe essere il posto in cui siete andate in vacanza quando eravate piccole.” Azzarda Kate.
“All’inizio pensavo anche io che potesse essere qualche posto ricollegato all’infanzia mia e di Eli, ed infatti quando siamo tornate a casa ho cercato negli album ma non ho trovato nulla che corrispondesse.”
“Ecco perché la nostra camera è stata sommersa per due giorni da file e file di foto! A momenti mi serviva il tomtom per riuscire a ritrovare il letto!”
Tutte ignoriamo il commento di Beth.
“Invece su internet sei riuscita a trovare qualcosa?” Chiedo sperando in una risposta affermativa.
A quel punto lo sguardo di Sarah si fa colpevole e le sue gote si imporporano.
“Hai cercato qualche informazione su internet vero Sarah?” chiede Bianca trattenendo a stento l’ira.
“Bè… ecco… io veramente… insomma… iononcihopensato!” farfuglia Sarah.
Noi la guardiamo allibite.
‘Oh Gesù, questa ragazza non cambierà mai!’
“Che vuol dire che non ci hai pensato? Qualunque persona normale che non sa qualcosa si documenta su internet e tu invece che fai? Non ci pensi? Sorellina spiegami un po’ la testa la porti in giro per farla funzionare oppure ce l’hai solo per dividere le orecchie?” chiede una disperata Eli.
Sarah ormai è diventata un pomodoro maturo e allora temendo che muoia di autocombustione provo a salvare la situazione.
“Allora ragazze facciamo così. Adesso torniamo tutte a casa e ci diamo una mossa a prepararci che alle 10 dobbiamo andare al pub e sono già le 8 e mezza. Per quanto riguarda il tuo sogno, visto che domani non abbiamo lezione ci mettiamo in modalità FBI e cerchiamo di capirci qualcosa. Che ne dite?”
“Ottima idea Ana!” mi sorride Kate.
“Anche per noi va benissimo!” mi risponde Sarah
“Bè cara lo sai che quando c’è da bere io non mi tiro mai indietro! E magari facciamo ubriacare Sarah così tanto che questa notte non riuscirà a sognare!”
“Certo Bianca come no! Così poi la riporti tu a casa... in braccio però!” Dice serafica Eli.
“Va bè dai allora questa sera non si beve!”
“Certoooooo! Ricordami una sola volta che siamo uscite e non abbiamo bevuto almeno una cosa non alcolica!” Dico ridendo.
“Bè c’è sempre una prima volta nella vita!” Sono la faccia seria e il tono di voce convinto con cui dice quelle cose Bianca a farci morire dalle risate.
“Sai amica mia, è più probabile che veniamo rapite dagli dèi, piuttosto che uscire e non toccare alcool per l’intera serata!” E con l’ultima frase di Kate ci avviamo tutte a casa.

“Anastasia secondo te che vuol dire il sogno che ha fatto Sarah?”
“Non ne ho la più pallida idea! Ma ho la sensazione che non prometta nulla di buono.” Mi giro verso Bianca e ci guardiamo negli occhi.
“Hai ragione. Anche io ho questa impressione.” Sospira abbattuta, mentre la osservo sempre più incuriosita.
“Toglimi una curiosità… perché quando Sarah ha raccontato il suo sogno ti sei irrigidita e sbiancata? Sembrava che avessi visto un fantasma.”
Lei fa un altro sospiro e abbassa lo sguardo.
“Non posso nasconderti niente, vero?”
“Dimmi cos’hai… Lo sai che di me ti puoi fidare!” Le dico stringendole forte la mano.
Ci guardiamo per un tempo infinito, poi fa un respiro profondo e chiudendo gli occhi comincia a parlare. Man mano che va avanti mi accorgo che le cose si stanno facendo sempre più complicate.
“Il sogno che ha fatto Sarah è lo stesso che faccio anch’io… All’inizio non gli ho dato peso perché per quanto brutto possa essere, è e rimane pur sempre un semplice sogno. Ora invece le cose sono cambiate. Sapere che entrambe facciamo ogni notte lo stesso e identico sogno mi è sembrato strano, ma ciò che mi ha spaventato di più è stato scoprire che i sogni sono iniziati la stessa notte.”
“Questo si che mette i brividi. Ora più che mai sono convita che dobbiamo capire dove si trova quel luogo e se necessario andare lì di persona per tentare di risolvere una volta per tutte questo mistero!”
“Non so se dire anche alle altre questa cosa... Sai come sono fatte, si fanno prendere dal panico immediatamente e già sapere di Sarah le ha messe in ansia, se invece ora vengono a scoprire che anche io ho fatto lo stesso sogno credo che darebbero di matto!”
“Hai ragione, si farebbero solo prendere dal panico inutilmente. Allora facciamo così, per adesso teniamocelo per noi e solo quando arriverà il momento glielo diremo.”
“Va bene. Grazie Ana, per tutto, ora mi sento molto meglio… è come se mi fossi tolta un peso dallo stomaco”
“Figurati tesoro, è a questo che servono le amiche!” Mentre parlo le stringo dolcemente la mano e le sorrido debolmente.
Stiamo qualche minuto in silenzio aspettando che arrivi il nostro turno per usare il bagno. Nel nostro caso il bello di stare in un’università lontano da casa è proprio la convivenza. Siamo cresciute tutte insieme in un piccolo paesino di 3000 abitanti e ci conosciamo praticamente da quando eravamo in fasce. Una volta finite le superiori abbiamo deciso di iniziare questa nuova avventura insieme e così eccoci qui nella nostra piccola casetta.
Dopo un po’, stufa di stare in cucina a vedere la tv vado in camera e mi butto sul letto con l’intento di rilassarmi un po’. Chiudo gli occhi e inizio a pensare a quello che è successo oggi. Mi rigiro nel letto e vedo la foto di noi cinque al mare, la prendo e un moto di tristezza mi assale.
‘Temo proprio che ci aspetteranno momenti bui.’

Apro gli occhi di soprassalto, sentendo le urla delle altre che continuano a battere pugni sulla mia porta, mi metto a sedere e guardo fuori. La notte è ormai arrivata. Prendo il telefono e lo accendo.
‘Cazzo merda, cazzo merda, cazzo merda! Ma è mai possibile che in un modo o nell’altro io debba sempre essere in ritardo?’ Mentre formulo questi pensieri spalanco la porta ignorando Bianca che urla di muovermi e mi infilo nella doccia.
‘Ragioniamo, sono le 21:30 e io ho meno di mezz’ora per rendermi presentabile, che vuoi che sia… è un gioco da poppanti!’
Alla velocità della luce esco dalla doccia e infilo l’intimo. Prendo la spuma e la metto sui capelli, poi con il phon e il diffusore rendo i miei ricci ancora più selvaggi. Spengo il tutto e inizio a truccarmi. Un velo di matita nera, un ombretto grigio, mascara, eyeliner ed un filo di gloss. Corro in camera come una furia, mi infilo nell’armadio e prendo i miei jeans preferiti, stretti e a vita bassa, un top monospalla blu della stessa tonalità dei miei occhi, zeppe alte bianche ed infine ci abbino una borsetta bianca. Mi vesto a tempo di record, metto il profumo, infilo una collana, un braccialetto e degli orecchini che mi hanno regalato i miei fratelli. Preparo la borsetta mentre lancio uno sguardo allo specchio e devo dire che sembro proprio un cadavere. Alla mia carnagione chiara fanno da contrasto i miei capelli neri che selvaggi mi contornano il viso delicato, le labbra piene perennemente rosse e gli occhi blu lapislazzuli (come ama dire mia madre). Per il resto sono una ragazza molto nella media, per quanto possa esserlo una ragazza di vent’anni che è altra 1 e 58.
Guardo l’ora e sono le 21:50. Velocemente prendo le chiavi ed esco di casa. Bianca mi aspetta sul marciapiede in tutto il suo splendore. Indossa dei pantaloni neri aderenti, delle zeppe nere alte e una camicia smanicata acquamarina. Il trucco leggero che le fa risaltare gli occhi ed un sorriso di scherno sulle labbra.
“Di un po’ Bianconiglio, anche questa volta non ti è suonata la sveglia?” La prendo sottobraccio e la trascino con me per la strada.
“Ma certo che no Principessa dei Ghiacci! Questa volta la sveglia non l’ho proprio messa, sarebbe semplicemente stato un inutile spreco di energie” Le sorrido con una faccia da saputella.
“Ma dimmi piuttosto, dove sono le tre Marie?”
“Sono state rapite dagli alieni!” Ribatte prontamente.
“Alieni?” Incrocio le braccia al petto alzando un sopracciglio.
“Esatto e mi hanno detto che se vogliamo rivederle vive dobbiamo correre immediatamente al parco!” Afferma sorridendo serafica.
“Ottimo, allora corriamo a salvarle!” La prendo per mano e inizio a trascinarla verso la nostra meta.
Una volta arrivate al parco raggiungiamo velocemente le altre. Sono tutte e tre perfette nella loro semplicità. Katherine indossa una maglietta lunga verde con scollo a barca e dei leggins neri, ai piedi delle zeppe basse. Sarah invece indossa una maglietta bianca a maniche corte fatta interamente di pizzo sulla schiena e dei jeans blu scuro, ai piedi le immancabili zeppe bianche. Eli invece indossa una canotta rossa e dei jeans chiari, ai piedi le zeppe nere.
“Scusate il ritardo ragazze, ma la nostra Bella Addormentata ha deciso di pungersi al momento sbagliato e quando ho chiamato il servizio ‘Principi a domicilio’ quei dementi ci hanno spedito un ranocchio, per questo non si è svegliata a tempo.”
Le altre scoppiano a ridere e io sento il calore invadermi le guance. Osservo le mie amiche ridere e mi chiedo quanto durerà questo periodo di felicità. È da quando sono uscita di casa che ho l’impressione che stia per succedere qualcosa, ma forse è solo il frutto della mia immaginazione.
“Se avete finito direi che è arrivato il momento di andare, prima che si faccia troppo tardi!” Dico leggermente piccata.
Le altre smettono di ridere e così iniziamo ad avviarci, ma prima che possiamo fare un passo sentiamo una voce cavernosa alle nostre spalle.
“Dove credete di andare bei bocconcini?”
Ci blocchiamo guardandoci e dopo quella che a noi pare un'eternità, lentamente ci voltiamo. Incredibile! Non c'è nessuno! Possibile che abbiamo avuto un'allucinazione di gruppo? Mi volto verso le altre per capire se quella voce, in realtà sia stata solo frutto della mia immaginazione.
"Kate... Che hai? Ti senti male?" Il tono preoccupato di Sarah attira la nostra attenzione e velocemente accerchiamo Katherine. E' bianca come un lenzuolo e trema, ma la cosa che più mi fa preoccupare è il suo sguardo assente. Nonostante Sarah continui a chiamarla e a scuoterla lei rimane rigida e sembra non sentirla.
"Ana c'è qualcosa che non va. Secondo te è il caso di riportarla a casa o andare in ospedale?"
"La cosa migliore da fare è quella di prendere Kate, allontanarci e trovare al più presto un posto sicuro dove potremo tentare di capire che cavolo le sta accadendo." La voce di Bianca è glaciale e il suo sguardo preoccupato. Eli si avvicina velocemente alla sorella e le dice quello che dobbiamo fare, Sarah annuisce e entrambe prendono Katherine sottobraccio iniziando ad avviarsi verso l'uscita del parco. Bianca mi afferra per il braccio e mi fa cenno di aspettare per mettere un pò di distanza tra noi e le altre e poi inizia a sussurrarmi.
“Prima hai avvertito anche tu quella sensazione vero?"
"Si... E' stato come se l'aria all'improvviso si fosse ghiacciata e mi è sceso un brivido lungo la schiena."
"Esattamente... Non so come spiegartelo Ana, ma ho avuto come l'impressione che il proprietario di quella voce fosse un essere molto pericoloso! Dobbiamo tenere gli occhi aperti e mantenere la calma."
"Lo so. Inoltre penso che scopriremo molto di chi si tratta, anche perchè sono sicurissima che non ci farà andar via tanto facilmente."
"Già, anche se resta da capire cosa possa volere da noi!"
"Sai Bianca ho come la sensazione che quest'essere abbia qualche legame con il sogno che avete fatto. Credo che ci stiamo ficcando in un problema molto grande."
"Lo penso anch'io, anche se adesso a preoccuparmi è la reazione di Katherine. Credo che sarebbe meglio andare a casa di mio fratello, mi ha lasciato le chiavi per qualunque emergenza. Non so perchè ma prima di uscire ho avuto un brutto presentimento, quindi le ho prese per sicurezza. Per fortuna lì non c’è nessuno perché sono tornati tutti a casa e torneranno verso la fine del mese, quindi in teoria dovremmo essere al sicuro.”
"Perfetto, allora vediamo di muoverci."
Continuiamo a camminare in silenzio, ognuna persa nei propri pensieri. Ormai abbiamo quasi raggiunto il terzetto. A quanto pare Bianca voleva tenere il nostro discorso privato per non farle preoccupare, anche se le vedo comunque guardarsi continuamente intorno. Siamo tutte tese e rigide, pronte a scattare al minimo segno di pericolo.
"Ehi Ana..." Mi volto verso Bianca. Avverto lo sguardo di Sarah e Eli sulla schiena, probabilmente si sono fermate per capire come mai ci stessimo mettendo così tanto. Una folata di vento ci smuove i capelli, mi stringo nelle spalle e rabbrividisco. Nello sguardo di Bianca brilla una scintilla di determinazione. Si sposta i capelli che le coprivano il visto dietro l'orecchio. La sua voce risuona sicura e decisa, mentre ci parla.
"Qualunque cosa ci riservi il futuro noi l'affronteremo insieme come abbiamo sempre fatto. Non importa quanto pericolosa o spaventosa essa sia, insieme riusciremo ad uscirne. Ricordatevelo sempre! La nostra non è una semplice amicizia, ma molto di più!"
Per qualche istante rimaniamo in silenzio, poi continuando a guardare Bianca raddrizzo la schiena e faccio un sorriso, la paura sta lentamente scemando e le parole della mia amica mi arrivano direttamente nel cuore.
‘È vero siamo amiche e per noi la nostra amicizia è la nostra forza.’
Guardo le altre e ora so esattamente cosa fare. Le proteggerò a qualunque costo, perché loro insieme alla mia famiglia sono la cosa più importante della mia vita. Loro sono parte di me e se per qualche motivo gli dovesse accadere qualcosa ne morirei.
"Bianca ha ragione ed ora più che mai sono convinta che anche Katherine ne abbia! Era scritto nel nostro destino che ci incontrassimo e diventassimo amiche! Quindi ora direi di muoverci, anche perché ho i brividi e non credo che siano per il freddo!" Detto ciò Sarah si rigira e trascina con se Kate e Beth. Bianca mi affianca e mi prende per mano trascinandomi verso le nostre amiche. Dopo qualche minuto vediamo l'uscita del parco, ma Bianca si ferma di colpo.
"Ragazze non avete notato qualcosa di strano?"
"Bianca ha ragione. Da quando siamo arrivate non abbiamo incontrato nessuno, il che è impossibile!"
"Non solo Beth, io non ho nè sentito nè visto nessun animale!"
"Vediamo di muoverci ragazze, questa storia inizia a non piacermi per niente!" La sensazione di prima inizia a farsi risentire e questa volta è molto più forte. Guardo Bianca e mi fa segno che anche lei lo sente e la stessa cosa vale per le gemelle. Neanche il tempo di fare un passo che Katherine si riscuote, è come se si fosse appena svegliata da un lungo sogno ad occhi aperti.
"Stanno arrivando... Scappiamo!" La sua voce nonostante fosse appena un sussurro risuona come un grido nel silenzio che ci circonda. Noi ci irrigidiamo di colpo e Kate inizia nuovamente a tremare.
"Troppo tardi fiorellino! Ora non potrete andare da nessuna parte se non venire con me..." Al suono di quella voce sento il cuore perdere qualche battito e il sangue ghiacciarsi nelle vene. Faccio un respiro e fingendo una calma che non mi appartiene mi giro per guardare in faccia la persona che mi scatena questa sensazione opprimente di gelo.
A parlarci è stato un bestione alto più di due metri, muscoloso come uno dei partecipanti di Mr. Olimpia. La pelle pallida, il viso spigoloso, gli occhi piccoli e neri con una scintilla di cattiveria a dominarli e i capelli ispidi del medesimo colore. In volto ha stampato un sorriso beffardo e di scherno che non promette niente di buono. Nell'insieme incute paura, molta paura.
Il tempo pare quasi essersi fermato. I secondi sembrano minuti, mentre i minuti, ore. Io non sapendo cosa fare, vago con lo sguardo sulle mie amiche in cerca di un piccolo appoggio. Tutte sono così immobili da sembrare delle statue; solo Bianca è calma, ma la conosco troppo bene per non capire che si tratta di una calma superficiale. Sicuramente sta pensando ad un modo per tirarci fuori da quella situazione.
"Ma non mi dite che avete così tanta paura da non riuscire a parlare!" Il sorriso sul volto di quel gigante si allarga e lentamente inizia ad avanzare verso di noi. Lancio di sfuggita uno sguardo ad Eli e incrociando il suo sguardo vi vedo riflessa una scintilla di divertimento. Volge lo sguardo verso Sarah che senza neanche guardarla annuisce. In faccia le si apre un sorriso di scherno mentre con calma si sposta leggermente verso Katherine che continua a tremare. I suoi occhi nocciola sono spalancati e terrorizzati e il suo sguardo torna ad essere lontano. Eli le afferra una mano e gliela stringe e solo a quel punto Kate si guarda attorno spaesata. Vorrei muovermi e andare da lei per sincerarmi delle sue condizioni, ma non posso farlo. Qualcosa mi dice che questa sottospecie di scimmione è molto più forte di quanto sembri. Dobbiamo fare molta attenzione. Sarah avvertendo la mia ansia mi guarda. I suoi occhi verdi brillano e sembrano urlarmi di non preoccuparmi facendomi capire che ci penseranno loro a proteggere Katherine.
Lo scimmione si ferma a 5 passi da me con le braccia incrociate e le gambe divaricate. Visto così sembra ancora più imponente, ma questo non è il momento di lasciarsi prendere dal panico!
‘Avanti Anastasia pensa! Dannazione ci dovrà pur essere un modo per riuscire a sfuggire a questo tizio!’
Sposto lo sguardo su Bianca per cercare un appoggio, ma lei guarda il nostro con lo stesso sguardo che riserva ad un problema troppo semplice da risolvere e quindi non degno della sua attenzione. Sicuramente ha già un piano e questo pensiero mi fa talmente rilassare da non accorgermi che sulle labbra mi è comparso un sorriso divertito.
"Allora bamboline che ne dite di fare le brave e venire con me senza opporre resistenza?"
‘Oh-oh. Amico mio non avresti dovuto chiamarci bamboline!’
Neanche il tempo di finire questo pensiero che negli occhi di Bianca passa un lampo gelido.
‘A quanto pare la Principessa dei Ghiacci è tornata da noi per prendere a calci in culo il nostro nuovo amichetto!’
Mi prendo mentalmente a sberle per i miei pensieri inopportuni, mentre Bianca mi sorpassa mettendosi tra me e lo scimmione. Le mani sui fianchi, lo sguardo gelido, un sorriso da stronza stampato in faccia e la voce tagliente come una lama. Eccola: la leggendaria Principessa in azione.
"Ascoltami bene razza di scimmione troppo cresciuto, non sappiamo chi tu sia o chi tu ti creda di essere, ma noi non verremmo con te nemmeno se tu fossi l'ultimo essere sulla faccia dell'intero universo! Preferiremmo morire piuttosto che stare due secondi di più con te! Ora se non ti dispiace noi avremmo da fare, quindi levati dai coglioni e vedi di non farmi incazzare ulteriormente altrimenti per te saranno cazzi amari!"
Mentre Bianca continuava a parlare la faccia del tipo ha assunto diverse espressioni fino a fermarsi a quella sorpresa. Guardo le altre e anche loro a stento riescono a trattenere una risata per la faccia del nostro .
Soddisfatta di se Bianca si rigira e ci lancia uno sguardo freddo mimandoci la parola <> Annuiamo impercettibilmente e con uno scatto degno dei migliori atleti ci rigiriamo per raggiungere l'uscita del parco. Eli è alla guida, subito dopo Sara trascina Katherine per un braccio mentre a chiudere il tutto ci siamo io e Bianca. Succede tutto talmente velocemente che quel tipo rimane qualche secondo confuso, tempo che ci è sufficiente per permetterci di mettere quanta distanza possibile tra noi e lui. Lo sentiamo imprecare e nello stesso istante io e Bianca ci guardiamo fermandoci.
"Beth, Prendi!" Bianca le lancia le chiavi per poi voltarci le spalle assumendo una posizione di difesa. Sarah ci guarda confusa, mentre Eli continua a guardare le chiavi che ha in mano.
"Ascoltatemi non abbiamo molto tempo. Dovete raggiungere la casa di Chris e rifugiarvi lì, noi nel frattempo distraiamo quello scimmione e poi vi raggiungiamo il più in fretta possibile."
"No, non dobbiamo dividerci! Dobbiamo restare tutte insieme!" Dice Sarah scuotendo la testa contrariata.
"No, dividerci è la scelta più giusta! La cosa importante ora è mettere al sicuro Katherine!" Affermo decisa mentre Eli mi guarda attentamente per poi afferrare un braccio della sorella e iniziare a trascinarla verso la loro nuova meta. Prima di riprendere la loro corsa si voltano un'ultima volta con uno sguardo carico d’ansia e preoccupazione.
Raggiungo Bianca e faccio un respiro profondo preparandomi mentalmente ad affrontare il nostro nemico che nel frattempo ci ha raggiunte.
"Che carine che siete, volete provare ad affrontarmi per proteggere le vostre amichette? Bene vi accontento ma poi non vi lamentate se vi faccio troppo male!" Mentre ci parla sorride perfidamente e nei suoi occhi luccica un scintilla di eccitazione. Il suo è il tipico sguardo del predatore che si sta pregustando il momento in cui divorerà le sue prede. I miei muscoli sono tesi e pronti a scattare, sento l'adrenalina scorrermi in corpo e una goccia di sudore scendermi lungo la schiena. Il tempo pare fermarsi per l’ennesima volta questa sera. Velocemente lancio uno sguardo a Bianca che è nella mia stessa condizione. Sappiamo di non avere alcuna possibilità, ma dobbiamo permettere alle altre di mettersi al sicuro.
Il nostro nemico continua a guardarci eccitato e lentamente fa un passo avanti facendone fare automaticamente uno indietro a noi. Il suo sorriso si allarga sempre di più e io mi sento esattamente come una preda che sta per essere mangiata. Lui continua ad avanzare e noi ad arretrare fino a quando la nostra strada viene bloccata dalle rocce che sono ai piedi del bel vedere. Stringo i pugni e mi mordo forte il labbro inferiore fino a sentire il sapore metallico del sangue sulla lingua. Guardo Bianca e immediatamente nella mente appare l'immagine delle mie amiche sorridenti.
‘Devo proteggerle! L'ho promesso!’ Faccio un sospiro cercando di ragionare.
‘Se fisicamente non possiamo batterlo dobbiamo giocare d'astuzia.’ Lancio uno sguardo alle rocce alle nostre spalle.
‘Dannazione, questo stronzo ci ha letteralmente messe con le spalle al muro!’ Penso innervosita mentre guardo Bianca che mi lancia lo stesso sguardo birichino di quando eravamo piccole e durante le vacanze estive creavamo casini su casini. Mi viene da sorridere e lei in sequenza mi indica con lo sguardo le rocce, lo scimmione e infine noi due per poi sorridere. La guardo attentamente cercando di capire quello che mi vuole dire e finalmente ci riesco. Mi nasce spontaneo un sorriso e le rivolgo lo stesso sguardo che mi ha riservato prima, facendole intuire che ho capito il suo piano.
‘Ora l'unica cosa da fare è far cadere questo scimmione in trappola e poi filarcela il più velocemente possibile! E guarda caso mi è venuta in mente un'idea!’ Mi stampo in faccia un sorriso di scherno. Lentamente avanzo fino a mettermi difronte a Bianca. Lo scimmione si ferma e inclinando la testa di lato mi guarda. Io incrocio le braccia al petto e sorridendo inizio a mettere in atto il piano.
"Cosa c'è fiorellino? Hai deciso di arrenderti e venire con me di tua spontanea volontà?"
A quell'affermazione faccio una risata di scherno.
"Questa si che è bella, non pensavo che fossi un comico! Ma fammi capire ci sei o ci fai?"
Lui al mio tono di superiorità irrigidisce la mascella e vedo un lampo di rabbia saettargli negli occhi. Reprimo un brivido e continuo imperterrita.
“Credi veramente che delle ragazze come noi potrebbero prendere in considerazione un essere insignificante come te? Ma ti sei visto allo specchio e hai guardato bene noi?" Accompagno la frase con un gesto della mano e un sopracciglio alzato per rendere evidente ciò che ho detto. So di star giocando con il fuoco e l’unica cosa che spero è di non bruciarmi!
"Bambolina faresti meglio a tapparti quella bocca se non vuoi che te la strappi!" Mentre parla stringe i pugni talmente forte da far sbiancare le nocche.
‘Bene ci siamo quasi!’
"Oh, che paura che mi fai! Guarda tremo tutta!" Sorrido trionfante mentre lo vedo iniziare a tremare.
"Non sei tu che in realtà hai paura visto che tremi come una foglia? E tu vorresti farti passare per un uomo? La verità è che sei solamente uno scimmione tutto muscoli e niente cervello! Fattene una ragione, delle ragazze come noi non potranno mai stare con un essere inferiore come te!"
"Non ti rendi conto di essere ridicolo? Tu che sembri la brutta copia di un uomo delle caverne, vorresti portar via noi? Ma non farmi ridere! Te l'ho detto prima e te lo ripeto per l'ultima volta quindi vedi di fissartelo bene in quella zucca vuota! Noi non verremo con te nemmeno se tu fossi l'ultimo essere sulla faccia dell'universo! Fai schifo, il solo guardarti mi fa venir voglia di vomitare! Preferirei morire piuttosto che passare un solo istante in tua compagnia! Quindi fai un favore prima a te e poi a noi: sparisci idiota!" Rincara la dose Bianca.
Lui all'ennesimo insulto ci vede rosso e si avventa contro di noi urlando.
"VE LA FARO' PAGARE CARA PUTTANELLE! PREPARATEVI PERCHE' ALLA FINE DOVRETE SUPPLICARMI DI AMMAZZARVI!"
Trattengo il respiro e sento l'adrenalina raggiungere livelli assurdi! Lancio l'ennesimo sguardo a Bianca che è concentrata completamente sullo scimmione e improvvisamente è come se vedessi tutto a rallentatore. Lo scimmione ci viene incontro con il chiaro intento di ucciderci e quando è a un passo da noi contemporaneamente io e Bianca ci abbassiamo scivolando di lato, facciamo peso su una gamba mentre con l'altra gli tiriamo un calcio che aumenta la sua spinta mandandolo a sbattere contro la roccia. Sento la parete tremare forte per poi sbriciolarsi. Io e Bianca ci allontaniamo velocemente tentando di evitare che i massi ci colpiscano. Ci appoggiamo agli alberi e lentamente mi lascio scivolare sul terreno raccogliendo le gambe al petto e poggiando la testa alle ginocchia. Faccio dei respiri profondi tentando di rallentare i battiti del mio cuore che sembra volermi uscire a forza dal petto. Dopo un pò avverto una mano di Bianca poggiarsi sulla mia spalla e stringerla delicatamente.
"Come stai Ana?"
"Credo di aver perso almeno trent'anni di vita!"
Lei sorride dolcemente.
"Hai ragione ho creduto veramente di stare per morire, ma ora non abbiamo tempo per riposarci. Dobbiamo raggiungere le altre!" Nello sguardo limpido di Bianca riesco a leggere la preoccupazione per le nostre amiche. Faccio un ultimo sospiro e afferro con decisione la mano che mi porge la mia amica.
"Forza, ci conviene muoverci altrimenti Sarah darà di matto!"
Una volta in piedi con uno slancio abbraccio la mia amica scoccandole un sonoro bacio sulla guancia.
"Ti voglio bene Bobby!" Le dico sorridendo.
Lei mi guarda e scoppia a ridere mi afferra la mano.
"Anche io mi voglio bene!" Mi risponde divertita.
Faccio una faccia imbronciata e lei allarga il suo sorriso, mi mette le mani sulle spalle diventando improvvisamente seria.
"Ti voglio bene anche io! Non dubitarne mai!"
Le prendo la mano e scoppiamo a ridere per l'ennesima volta. In quelle risate stiamo sfogando tutta l'ansia e la paura accumulata in questa assurda giornata. Dopo esserci calmate ci avviamo verso l'uscita del parco pronte a raggiungere le nostre amiche. Il tempo di fare una decina di passi e una folata di vento gelido ci raggiunge. Noi ci irrigidiamo sbiancando di colpo. Ci voltiamo, incapaci di riuscire a fare un solo passo.
"Non è possibile..." Una parte della mia mente riesce a registrare il sussurro terrorizzato di Bianca, mentre osservo con attenzione le rocce che hanno seppellito il nostro nemico. Tutto il cumulo è circondato da un alone scuro e improvvisamente nella mia mente iniziano a suonare diversi campanelli d'allarme. So che dobbiamo scappare e mettere più distanza possibile tra noi e quell’essere, ma sono letteralmente pietrificata. Guardo Bianca e anche lei è nella mia stessa situazione. Mi conficco a forza le unghie nei palmi e mi mordo violentemente le labbra. Avverto per l'ennesima volta il tipico sapore metallico del sangue in bocca e questo sembra riscuotermi da quello stato di catalessi in cui ero finita. Afferro Bianca con forza per un braccio e inizio a correre più veloce che posso, ma ormai è troppo tardi! L'esplosione è fortissima e ci sbalza per molti metri sul terreno fino a farci sbattere contro dei massi. Il dolore alla testa è allucinante. Con fatica mi volto verso Bianca e provando a fare forza sui gomiti riesco lentamente ad alzarmi.
Dopo qualche secondo avverto la risata di quello scimmione risuonare nell’aria, segno che i nostri guai sono appena iniziati.

 

   
 
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