“Hai bevuto?”
“Ti aspettavi affrontassi questa giornata da sobrio?” Troppe domande. La sua però ha un tono beffardo, tagliente.
L’unica risposta tra tutte quelle domande: un sospiro colpevole, accompagnato da un cenno del capo per invitare il mio chitarrista ubriaco ad entrare in casa. Chiudo la porta. Poi più nulla. Né le domande, né tantomeno le risposte. Solo le sue mani che si stringono prepotenti alla stoffa della mia t shirt bianca, trascinandomi verso di lui. Solo le sue labbra al sapore di birra contro le mie.