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Autore: crazy lion    15/04/2016    9 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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ATTENZIONE! Questo capitolo non è stato revisionato, ma leggete ciò che ho scritto nella nota: è un po' lungo, tuttavia penso che potreste trovarlo interessante.

 

 

 

 

 

CAPITOLO 4.

COLLOQUIO

All'inizio di dicembre Demi andò a parlare con Andrew.
Quando arrivò allo studio legale si trovò davanti un edificio alto di mattoni rossi, bellissimo ma che, a dire la verità, incuteva un po' di timore solo a guardarlo. Non era mai stata lì prima. Entrata nello studio, si avvicinò ad uno sportello al di là del quale una segretaria stava lavorando al computer. Poco più avanti delle persone, sedute su alcune poltrone di pelle, chiacchieravano a bassa voce. Forse stavano aspettando di essere ricevute dai loro avvocati.
"Mi scusi?" domandò Demi, parlando a voce un po' più alta del normale per farsi sentire.
"Sì?" chiese la ragazza, sorridendo.
"Avrei bisogno di parlare con l'avvocato Andrew Marwell, se possibile."
"Ha un appuntamento?"
"No. Sono una sua amica."
"Oh mio Dio, ma lei è... è Demi Lovato!" urlò la ragazza e subito tutti si girarono verso di lei.
Demi sorrise. Non amava che qualcuno urlasse il suo nome in pubblico, se non ai concerti o alle feste con i fan.
"Sì, sono io. Sono amica di Andrew fin da quando eravamo piccoli."
"Aspetti, vado a vedere se è libero" dichiarò la ragazza. Si alzò, uscì dal suo ufficio e sparì dietro una porta a vetri. Tornò poco dopo dicendo a Demi che poteva passare. Qualcuno le scattò una foto mentre si avvicinava alla porta.
"Vada sempre dritta," le spiegò la segretaria, "finché vedrà una porta con il nome dell'avvocato." "Grazie!" esclamò Demi e si avviò.
Trovò la porta con molta facilità e bussò.
"Entra pure, Demi!" esclamò Andrew.
Lei aprì la porta e lui, seduto alla scrivania, le sorrise. Indossava un paio di jeans blu, una cravatta e scarpe rosse. Demi quel giorno aveva invece optato per una gonna in jeans un po' più larga di quelle che metteva di solito e scarpe bianche, con il tacco non troppo alto. Quando entrò nella stanza lo guardò, come sempre magnetizzata dai suoi occhi verdi come il mare. Andrew si alzò per abbracciarla.
"È bello rivederti!" esclamò.
"Anche per me; è da un po' che non vieni a casa di mia madre."
"Sono molto occupato ultimamente. Sto lavorando a un caso molto complesso: una coppia sta divorziando, i due litigano per la custodia e il bambino si trova in una brutta situazione perché pensa che i litigi dei genitori siano colpa sua. La mamma si è rivolta a me ed io devo agire nell'interesse del minore per farlo stare il meglio possibile. Sono abituato a questo genere di casi, ci sono sempre più coppie che divorziano. Il fatto è che vedere un bambino soffrire è sempre brutto. Ci ho parlato una volta, poi ho richiesto per lui un consulto con uno psicologo che potesse dargli una mano ad affrontare questo periodo orribile. Mi piace fare l'avvocato di famiglia, ma a volte è dura" disse sospirando. "Comunque non voglio annoiarti con i miei problemi."
"Non mi annoi affatto, Andrew! Sai che puoi sfogarti con me" lo rassicurò Demi e gli sorrise.
Andrew non capiva come lei riuscisse a sorridere sempre, anche quando stava male. Le era stato accanto durante tutti quegli anni nei quali si era fatta del male e in quello nel quale era stata ricoverata alla clinica per i suoi problemi di salute. Demi gli sarebbe stata grata per sempre.
"Tu come stai'" le chiese Andrew, indicandole una sedia davanti alla sua.
"Bene. Sono pronta ad adottare un bambino, per questo sono qui."
"Davvero? È fantastico!"
"Già! Vorrei però alcune informazioni. Ammetto che non ne so niente e non capisco da dove posso cominciare. Credo di dover contattare un'agenzia per le adozioni o qualcosa del genere… Puoi aiutarmi, Andrew?"
"Sì, certo." Uno degli ambiti di cui si occupava era proprio l'adozione. "Prendi nota."
Le diede un foglio e una penna.
Demi lo appoggiò sul tavolo e iniziò a scrivere ciò che lui le spiegò.
"In California ci sono vari tipi di adozione: la internazionale, quella nazionale, che si divide in step-parent adoption che si ha quando un partner adotta il figlio dell'altro, independent adoption nella quale una madre che non può tenere il bambino che aspetta lo dà ad una famiglia adottiva e su questo devo fare una puntualizzazione. La independent adoption si porta avanti facendosi aiutare, di solito, da un avvocato, quindi non sempre da un'agenzia, ma ci sono agenzie alle quali ci si può rivolgere e sono loro ad abbinare la madre o i genitori naturali con gli adottanti - quest'ultimo, però, è un tipo diverso di adozione -, per cui puoi scegliere quale strada prendere se deciderai di adottare così. Dipende da come ti senti più sicura. C'è poi un terzo tipo di adozione nazionale, la agency adoption, che si ha in due casi. Uno è quello in cui è l'agenzia a cercare una madre naturale, come ti ho già spiegato; l'altro si ha quando un bambino è stato tolto dai genitori che temporaneamente non possono occuparsene - e in questo caso, dopo il periodo in affidamento ritorna in famiglia - o la cui patria potestà è terminata, o sta per terminare, o potrebbe - dico potrebbe - terminare. Le circostanze per cui un bambino viene tolto dai genitori possono essere molteplici: abusi sul minore, maltrattamenti fisici di altro tipo come lesioni personali… Lui viene dato in affidamento. Se si può procedere al rientro del minore nella sua famiglia, si cerca di farlo. Se invece la patria potestà termina, l'agenzia che si è occupata di tutto questo è la responsabile legale del minore, che verrà poi dato in adozione. Spesso il bambino viene adottato dai suoi genitori affidatari perché ciò gli dà stabilità, ma nel caso in cui essi non vogliano o non possano per qualsivoglia motivo prenderlo con loro e nemmeno i parenti siano in grado di occuparsene, o in quello nel quale il piccolo oltre a non poter rimanere con la famiglia affidataria non abbia parenti conosciuti o in vita, l'agenzia trova per lui un'altra famiglia alla quale il bambino viene dato in affidamento." Demi si era un po' persa in quella lunghissima frase, ma cercò di restare concentrata. "Dopo un certo periodo di tempo sarà adottato. Infine c'è l'adozione di un adulto. Quella internazionale è molto complessa e il procedimento è lungo, ma è possibile anche per i single in alcuni Stati, così come lo sono gli altri tipi di adozione che ti ho elencato. Certo, quella di un adulto è un caso particolare… Quale pensi sia più adatta a te?" le chiese infine Andrew.
Demi rifletté sul fatto che ciascuna famiglia e ogni persona è diversa, quindi non era detto che ciò che andava bene a qualcuno fosse la soluzione migliore anche per qualcun altro. Lei non sapeva bene cosa pensare e guardò Andrew dubbiosa.
"Non lo so" disse. "L'adozione internazionale mi sembra un percorso troppo difficile da affrontare da sola. Dovrei passare alcuni mesi in un Paese sconosciuto, in una camera d'albergo e, per quanto forte io sia, non so se riuscirei ad affrontare tutto al meglio."
Andrew annuì, la capiva.
"Per quanto riguarda gli altri tipi di adozione, sono indecisa fra la independent adoption e il primo tipo di agency adoption. A quanto ho capito, solo nella independent c'è un contatto diretto tra la madre naturale e gli adottanti, giusto?"
"Le agenzie che si occupano di cercare una madre naturale la fanno incontrare con gli adottanti, quando questa ha scelto una coppia tra quelle che le vengono proposte."
"Capisco. Ci sono agenzie che si occupano di entrambi i tipi di agency adoption che mi hai descritto?"
"Non tutte lo fanno ma ce ne sono, sì. Perché me lo chiedi?"
"Per curiosità; credo comunque che mi piacerebbe di più adottare un neonato. Anche perché ho troppa paura che se scegliessi l'altra opzione il bimbo mi verrebbe tolto e poi dovrei ricominciare con un altro affidamento, e non so se ne sarei in grado. Ci vuole molta forza per fare una cosa come questa. Se il piccolo venisse ridato alla sua famiglia credo che forse ne sarei talmente devastata lasciar perdere tutto."
La sua voce si incrinò. Avrebbe voluto piangere ma si impose di non farlo. Non aveva ancora deciso niente, non era nemmeno all'inizio dell'iter adottivo e anche se aveva paura non poteva fare così.
"Non per farti sentire peggio, ma anche la madre naturale potrebbe decidere di rivolere il bimbo. In entrambi i casi è un rischio."
Demetria si lasciò andare ad un momento di sconforto e si chiese cosa era meglio fare. Tuttavia si riprese quasi subito. Voleva davvero un figlio. E, si disse, era pronta a rischiare.
Andrew ricominciò a spiegare:
"I bambini che rientrano nel secondo tipo di agency che ti ho descritto sono spesso gruppi di fratelli, o bimbi grandi - raramente ce ne soono di piccoli -, o malati, che sono già in affidamento ma che vengono dati ad un'altra famiglia, o che non possono continuare a vivere con i genitori affidatari per i più svariati motivi. Ascolta, Demi, conosco alcune agenzie che si occupano dei, chiamiamoli così, due tipi di agency adoption. Se vuoi puoi andare a parlare con le persone che ci lavorano per capire quale sia la cosa migliore per te" le suggerì Andrew, sorridendo.
"Va bene, grazie" disse la ragazza. "Non so come avrei fatto se non ci fossi stato tu ad aiutarmi, Andrew."
"Sciocchezze! Avresti trovato qualcun altro, magari più qualificato di me."
"Tu sei il migliore!" esclamò Demi e ci credeva veramente.
"Sei molto coraggiosa a voler adottare un bambino da single, Demi. Non sarà semplice, questo lo sai, non è vero?"
"Lo immagino... Sono felice che anche tu mi sostenga, come fanno la mia famiglia e gli altri miei amici."
"Io ti sosterrò sempre." Le diede due bigliettini con dei nomi e dei numeri. "Domani telefona ad entrambe le agenzie. Probabilmente fisserete un colloquio e parlerai con un assistente sociale. Non è detto che sarà lui o lei a seguirti durante tutto l'iter adottivo, ma almeno con quella persona ti farai un'idea più chiara di quello che vuoi veramente."
"Va bene. Andrew?"
"Sì?"
"Tu sei d'accordo con quello che sto facendo? Voglio dire... non lo fai solo per vedermi felice, vero? Non vorrei che mi dicessi una bugia."
Lui la guardò, serio.
"Prima di tutto, il fatto che tu pensi che io possa dirti delle bugie mi fa un po' arrabbiare, perché sai che non te ne ho mai dette fin da quando ci conosciamo e ormai dovresti aver capito che non te ne dirò mai."
"Scusami, mi dispiace" sussurrò Demi, sentendosi male per quello che aveva appena detto.
Come aveva potuto pensare che Andrew le stesse mentendo?
"Seconda cosa," continuò il ragazzo, "se ti ho detto quelle cose è perché ci credo veramente. Una persona single può essere un bravissimo genitore, sia che abbia un figlio con l'inseminazione artificiale, sia che lo adotti."
"Okay, allora grazie di nuovo!"
"Smettila di ringraziarmi, dai!"
Risero insieme. Era mezzogiorno.
"Ti va di venire a pranzo con me?" le chiese Andrew. "Ho ho pausa fino alle 12:30. Non è molto tempo, lo so, ma almeno potremo fare due chiacchiere."
Demi accettò volentieri. Non era mai andata a pranzo con Andrew da sola prima d'allora.

Lui la portò in un piccolo bar molto accogliente vicino allo studio legale. Si sedettero ad un tavolino. L'atmosfera era rilassante grazie ad una bellissima musica soft che riempiva il locale. Inoltre non c'era molta gente nonostante l'orario, il che rendeva tutto ancora più gradevole. Ordinarono due panini con salame e maionese e due coca-cole. Demi era stata vegetariana per un anno, ma poi aveva ripreso a mangiare normalmente. Stava attenta alla linea, ma ogni tanto si concedeva qualche piccolo sfizio, come fece quel giorno. I panini arrivarono quasi subito e Demi ed Andrew li trovarono deliziosi.
Dopo un po', lui le chiese notizie della madre e delle sorelle.
"Verrò a trovarvi uno dei prossimi giorni. Non vedo la tua famiglia da troppo tempo."
Andrew ricordava bene che Demi gli era stata molto vicina dopo la morte di Patrick. Lui ne aveva sofferto tantissimo, soprattutto il primo anno, ma di certo non più di lei. A dire il vero verso di lui provava emozioni ambivalenti. Lui e Patrick avevano legato quando l'aveva conosciuto da bambino. I genitori di Andrew e quelli di Demi erano stati amici da sempre. Lui si era sempre trovato benissimo con Patrick, anche se non aveva capito come l'uomo avesse potuto maltrattare la moglie e fregarsi della propria figlia quando aveva avuto tutti quei problemi. Un giorno Dianna gli aveva detto che lei e il marito avevano litigato e che lui l'aveva lasciata. Andrew aveva nove anni all'epoca e Demi era troppo piccola perriuscire a spiegargli come stavano veramente le cose, che dietro quei litigi c'era stata tanta violenza. Da quel momento in poi il ragazzino aveva visto poche volte il papà di Demi. Mentre stava ancora con la sua famiglia Patrick, facendosi vedere poco in presenza di ospiti, - ma non troppo raramente in modo da non destare sospetti -, e chiedendo alla moglie di dire che era al lavoro, aveva sempre finto con tutti. Aveva raggirato Andrew, i suoi genitori e chiunque altro. E Dianna non aveva mai detto nulla degli abusi, soprattutto psicologici, fino a quando aveva avuto il coraggio di lasciarlo. Allora Andrew aveva visto la paura negli occhi di Demi e le era stato vicino come poteva. Demi a quell'età non era in grado di dirgli cos'era successo, e spesso aveva assistito ale loro discussioni senza capire di cosa parlassero. Pochi anni dopo i genitori avevano detto la verità ad Andrew, perché Dianna nel frattempo aveva raccontato a loro, a Eddie e alle persone che sentiva più vicine che persona orribile fosse il suo ex marito. Quando era venuto a conoscenza di tutto, il ragazzino aveva odiato Patrick troncando completamente i rapporti con lui, ma ciò non significava che avesse dimenticato i bei momenti nei quali avevano giocato insieme. Per questo quando era morto era stato male. Avere avuto Demi accanto in quel momento difficile gli era stato molto di conforto ed ora Andrew si sentiva meglio.
"A cosa stai pensando?"
La voce di Demi lo riscosse. Tremò leggermente e provò la sgradevole sensazione di essere stato riportato al presente troppo in fretta.
"A tuo padre" ammise. "A quanto mi piaceva stare con voi da piccolo e a quello che è successo dopo."
Demi non ne parlava spesso e l'amico lo rispettava. In fondo quello era un tasto dolente per entrambi.
"Gli voglio bene e al contempo lo odio" ammise la ragazza.
Il suo tono di voce si era abbassato. Aveva sussurrato la parola "odio" come se credesse che era sbagliato pronunciarla.
"Non voglio paragonare i tuoi sentimenti ai miei, non mi permetterei mai, ma anch'io provo lo stesso" ammise il ragazzo.
"Lo so. Possiamo cambiare argomento, per favore?"
Non voleva affrontare quel discorso adesso che stava meglio. Le faceva male. Per un momento le mancò il respiro e sentì un grande peso all'altezza del cuore. Si mise una mano sul petto per cercare di scacciare quel dolore ed Andrew, che provava qualcosa di simile, la imitò.
"Sì, sì scusami. Non avrei dovuto."
"No, non si tratta di questo. Anche tu gli volevi bene e hai tutto il diritto di parlarne. Adesso passa, tranquillo" lo rassicurò sorridendo."
Sono felice che tu sia venuta a chiedermi informazioni sull'adozione. La stampa lo sa già?"
"Sì, ho fatto una dichiarazione alla TV qualche giorno fa perché sul giornale c'era scritto che avevo detto di non poter avere figli solo perché più persone mi ascoltassero, ma io di solito non leggo mai tutto quello che scrivono su di me."
"Fai bene, altrimenti ti rovineresti il fegato" commentò Andrew.
Volle offrire il pranzo a Demi. Lei provò ad insistere, ma non ci fu niente da fare, alla fine dovette cedere.
Quando uscirono, il ragazzo la accompagnò alla sua macchina e, prima che lei partisse, le chiese di tenerlo informato sul proseguimento del suo difficile percorso.
"Certo, lo farò. Ci vediamo presto, Andrew."
"Sì, ciao Demi!"
Andrew guardò la macchina finché scomparve all'orizzonte.
Demi andò al lavoro contenta. Disse ai suoi colleghi quello che avrebbe fatto il giorno successivo e tutti furono molto felici per lei. Almeno ora sapeva che strada avrebbe preso. Era un passo avanti, anche se piccolo.
 

 

 
NOTA:
prima di scrivere questa fanfiction ho raccolto molto materiale sulle adozioni in California. Sono andata sui siti di molte agenzie per le adozioni e ho letto un manuale e anche una guida aggiornata a quest'anno su tale argomento, per cui tutto quello che vi ho detto è vero. Esistono veramente la agency adoption e la independent adoption. Ci tengo solo a puntualizzare una cosa, che non ho scritto nella fanfiction per non mettere troppi termini tecnici e non creare confusione. Le agenzie per le adozioni si dividono in due gruppi.
Il primo comprende le public agencies, cioè agenzie pubbliche. Si occupano di dare in adozione i bambini in affidamento (i quali, a volte, possono anche avere esigenze speciali) e solo raramente di aiutare le madri naturali a dare il proprio bambino in adozione. Ad ogni modo in pratica segue entrambi i tipi di adozione.
Il secondo gruppo è quello delle private agencies, agenzie private, che invece si occupano di abbinare gli adottanti alle  madri naturali e di seguire tutto il procedimento adottivo. Quindi non aiuta i bambini in affidamento ad essere adottati. Questo tipo di agenzia si occupa anche delle adozioni internazionali.
Sinceramente, quando avevo iniziato a scrivere questa fanfiction avevo pensato di parlare dell'adozione internazionale, ma dopo essermi informata su di essa e su come funziona negli Stati Uniti, ho capito che era qualcosa di troppo complesso e che non sarei riuscita ad affrontarlo. Parlarne, infatti, necessita una buonissima conoscenza delle leggi (anche straniere ovviamente) e, per quanto l'argomento "adozione" mi interessi moltissimo, anche se ho buona volontà e cerco sempre informazioni affidabili, l'adozione internazionale era qualcosa di troppo grande per me.
Ci tenevo, comunque, a farvi sapere che Demi andrà in una public agency. Ha la possibilità di scegliere. Ora lei ha deciso di adottare un neonato, ma rivolgendosi ad un'agenzia del genere può ancora decidere durante il colloquio che farà con un'assistente sociale.
Io sono una che ci tiene ad essere realistica, per questo ho cercato così tanto materiale. Farò del mio meglio per rendere questa Fanfiction più realistica possibile.



ANGOLO AUTRICE:
ciao a tutti! Eccomi qui con un nuovo capitolo.

Ho pensato che fosse meglio pubblicarne uno stasera. Dato che avevo già postato precedentemente i capitoli dall'uno al sette e che alcuni sono stati revisionati preferisco metterli subito, così anche chi aveva già letto la storia può ridarle un'occhiata e capire cos'è cambiato. Metterò gli altri tra domani e domenica.

Scusate per la nota un po' lunga, ma era necessaria.
Ci ho pensato molto prima di raccontare già a partire da questo capitolo quanto è successo riguardo Patrick. Non volevo inserire troppi elementi del passato dei protagonisti riguardo quell'argomento fin da subito, ma dopo molte riflessioni ho capito che, almeno secondo me, raccontarlo in questo modo era la cosa migliore. Ovviamente riprenderò la tematica anche in futuro. Ho cercato di introdurre Patrick, il suo comportamento (che verrà spiegato meglio più avanti), il fatto che gli abusi che Dianna subiva (soprattutto verbali) fossero nascosti. So che è un tema delicato che dev'essere trattato con tatto e sensibilità e prometto che farò del mio meglio.
Ora che sapete qualcosa in più di lui che ne pensate di Andrew? Vi piace come persona? Vi sembra un buon amico per Demi?
Cosa succederà, secondo voi, quando lei andrà a parlare con l'assistente sociale? Resterà della sua idea?
Se volete, scrivete le vostre opinioni lasciandomi una recensione. Ringrazio tutti coloro che hanno visitato la mia storia.
A domani allora! :)
crazy lion
   
 
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