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Autore: Heart    17/04/2016    3 recensioni
Naraku si è ritirato dopo che la sfera si è spezzata in due. Una parte ce l'ha lui e l'altra Kagome.
Nel silenzio, una nuova presenza appare. Una giovane arrivata da molto lontano per distruggere una volta per sempre la Shikon no Tama.
Ma qual è la sua vera missione? Misteri e segreti si susseguiranno con l'andare del tempo, sentimenti sconosciuti usciranno allo scoperto e attrazioni fatali provocheranno quasi la morte.
Il mondo del sovrannaturale apre le sue porte.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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XIX
“Verso il futuro”


 
 
Un dolce venticello accarezzava l’immenso giardino. Gli alberi erano ancora privi di fogliame, ma già si notava la presenza delle prime gemme, che anticipava l’amata primavera. Il sole era caldo, il cielo limpido senza nuvole. Sul prato costellato da piccoli fili di erba, risedeva una coppia.
Essi erano l’uno accanto all’altra, il ragazzo aveva la testa appoggiata sulle gambe della donna che amava, lei era intenta ad accarezzargli i lunghi capelli argentati: lui aveva gli occhi chiusi e sembrava addormentato, ma era apparenza, si stava beando di quelle piccole coccole che lei gli stava concedendo. La loro ultima missione era stata dura, per tutti. Vederla in quel modo, senza capelli, con il volto contorto dal dolore era stato un colpo al cuore. Allungò la mano per afferrare quella di lei, piccola e calda.
-E da un poco di tempo che non vedo Dafne, tu per caso la senti? –Chiese lei, osservando il palazzo che le si stagliava di fronte agli occhi.
-Chissà dove si è rifugiata. –Mormorò lui senza dare peso a quelle parole.
In effetti era da tempo che non la vedeva. Aveva letto, in quei grandi occhi, dei sensi di colpa, e li doveva provare. Era la sua punizione per averli lasciati soli, non aveva dato loro nessuna spiegazione di dove si trovassero. Quella ragazza aveva bisogno di una dura lezione di vita, non poteva sganciarli così e poi tanti saluti. Era dura con lei perché ci teneva, era un’amica anche se, da quando aveva scoperto che continuava a mantenere i suoi segreti, quel legame ancora fragile si stava indebolendo.
-Tu credi che se ne sia andata? –
-Non credo. Sono sicuro che mantenga le sue promesse. Non è una codarda. C’è solo qualcosa che …- lasciò la frase incompleta cercando di trovare un senso a ciò che stava dicendo. In verità non lo sapeva di preciso.
-Inquietante? Strano? Misterioso? Ultraterreno? –Elencò Kagome, facendo finalmente aprire gli occhi ad Inuyasha.
-Esattamente. Il suo corpo, o meglio la sua anima, è intricata da tutto questo. – Disse alzando il busto e mettendosi seduto.
-Lo hai percepito anche tu. Non so perché, ma ho l’impressione che presto sapremo un bel po’ di cose. Lei ha sempre cercato di proteggerci da qualcosa, non credere che fosse facile per lei. Una volta mi ha raccontato che si è sempre sentita sola…questo mi spezza il cuore. Dafne è una bellissima ragazza e poi è simpatica e sprizza gioia da tutti i pori. –Commentò Kagome.
-Forse tutta questa solitudine è colpa del suo status? –Domandò pensieroso Inuyasha.
-Forse sì. È una principessa, lo avresti detto mai? –
-No. Anche se c’è qualcosa di più…me lo sento e poi quella volta…- si fermò. –Le parole di mio padre mi rimbombano ancora nelle orecchie, non avrei mai immaginato che lei fosse la signora degli inferi. –Disse più a se stesso che a Kagome.
Infatti la ragazza esclamò con forza e per poco non lo fece diventare sordo.
-Ma che accidenti urli, pazza! –L’ammonì.
-Che cosa hai detto? La signora degli inferi?! –Si alzò di scatto come avesse delle molle nelle gambe, Inuyasha la copiò e si girò per riflettere; nessuno sapeva questa cosa, be’ di Kagome si poteva fidare.
-Esattamente. –Affermò infine.
-Lo sapevo che c'entrasse qualcosa! Quella volta, quando abbiamo recuperato la prima reliquia, i guardiani che la custodivano non hanno fatto nemmeno una piega, credevo che fosse perché avesse sciolto l’indovinello, accidenti lo dovevo capire.  -Borbottò nervosa, facendo congetture assurde, ma non riusciva a spiegarsi quella sensazione dura che premeva nella sua anima. Anche se era la loro Signora, perché quella volta il suo potere non si era fatto vivo? L’unica possibilità era che Dafne fosse stata bravissima ad occultarlo, ma i suoi squilibri? Tutti i nodi stavano venendo al pettine, ma ancora mancava un gran pezzo per finire il puzzle.
-Ahhh mi fa male la testa! –Protestò Inuyasha scuotendo la testa.
-Mah... non so che cosa pensare, questa scoperta mette in luce molti misteri della nostra amica. – Disse Kagome, facendo due passi in avanti e uno indietro, alzando la mano e ponendola sotto il mento con fare pensieroso.
-La consideri ancora amica? Dopo tutto ciò che è successo? – Domando lui restando fermo vicino all’albero.
-Tu no? –
-Non so più che pensare. –Affermò.
-Capisco. So che è dura, ma io mi fido di lei, mi ha salvato tante volte, mi ha donato qualcosa che non credevo esistesse e poi mi ha ridato te. –Borbottò le ultime parole sottovoce, ma l’udito fino del demone le captarono.
-Già. – Disse lui, avvicinandosi a lei. La tirò di fronte a sé, e con un dito, cercando di fare attenzione a non ferirla con le sue unghie, si avvicinò alle sue labbra, disegnandone il contorno. Kagome rabbrividì a quel gesto inaspettato.
-Kagome, anch’io la devo ringraziare, quella volta tu eri morta, ma lei ti ha riportato di nuovo da me. Lo so che non sono bravo con le parole, ma ciò che mi lega a te è profondo, non mi sono mai sentito così felice, averti accanto rende la mia vita migliore. –Mormorò impacciato. Avvertiva chiaramente i battiti del cuore della ragazza aumentare, ma non era il solo, il suo andava allo stesso ritmo agitato.
-Mi sento una persona diversa con te. Mi hai accettato per quello che sono e mi aiuti ogni giorno a migliorarmi, senza di te, non sarei qua. –Affermò abbracciandola, sentendo il suo profumo avvolgerlo e farlo suo.
-Oh Inuyasha! Anch’io sento tutto questo! io…spero che questo sogno non finisca mai. – Affermò rossa la ragazza.
Era così bello restare in quella posizione: lui che la copriva con il suo corpo, con quelle braccia che tante volte l’avevano protetta e amata inconsapevolmente. Lo amava più di tutto, avrebbe fatto tutto il possibile per rendere la loro vita felice e serena. Non credeva che l’amore fosse così coinvolgente e forte.
-Ti amo Kagome. –Disse quelle parole che per molto tempo erano state rinchiuse nel profondo della sua anima, ma che finalmente riuscirono a prendere il volo. L’allontanò quel poco che bastava per unirsi a lei in un bacio lento. Pian piano iniziò a intensificarlo, la sentiva tremare, la lasciò un attimo. –Tutto bene? – Chiese premuroso.
-Si. E solo che mi hai sorpreso. – gli rispose e, detto questo, si rituffò sulle sue labbra.
Anche Inuyasha fu sorpreso dalle sue azioni, ma fu felice e la tenne più stretta cercando d’imprimere per sempre quel momento nel suo cuore.
 
 
 
 
 
Il rumore delle bacchette rintoccava nell’aria. Il tavolo era imbandito di ogni ben di Dio. Inuyasha era solito mangiare come un lupo, mentre i restanti commensali mangiavano con calma e gusto. C’erano tutti tranne il padrone di casa e Dafne, che da un poco di tempo era svanita nel nulla.
-Ragazzi che facciamo oggi? La primavera si sta avvicinando e si sente il suo profumo. –Disse all’improvviso Sango, prendendo un pezzo di pesce e mettendoselo in bocca.
-Non saprei, potremo visitare il castello. –Borbottò Miroku cercando il consenso degli altri.
-Rin vi aiuterà. –Disse la piccola allungando le braccia per farsi vedere.
-Per me non ci sono problemi. Viviamo in questo posto e a volte mi perdo pure, solo grazie ad Inuyasha riesco ad orientarmi. –Apostrofò Kagome.
-Allora è deciso. –Terminò Miroku.
Nel frattempo finirono il loro pranzo e si apprestarono ad uscire dal salone, camminarono un bel po’ per poi fermarsi all’entrata.
-Rin-chan ci farai da Cicerone? –Chiese Kagome. La piccola, non capì il termine sussultò, ma subito dopo sorrise. Più procedevano, piú apprendevano notizie sulle varie stanze e gli usi. C’era una stanza della musica, con i vari strumenti dell’epoca. Quella delle armi e delle armature, sia femminili e sia maschili. Del teatro e i vari costumi. La cucina dove c’erano tutti i cuochi e la stanza dei ripostigli.
La sauna o le terme. Dei giochi e dei sigari.
A fine giornata, il gruppo si era radunato sotto il grande albero che imponeva il suo potere.
-Non credevo che ci fossero tutte quelle stanze e che i demoni si intrattenessero con la musica e il teatro, ma sono pur sempre eternamente giovani e devono perdere del tempo. –Borbottò Kagome.
-Ragazzi, credete che riusciremo mai a diventare più forti? Dafne non ha più toccato l’argomento. –Asserì Sango.
-Non saprei. Coloro che hanno ottenuto quelle famose chiavi siete tu, Sesshomaru e Rin. Non capisco il loro valore, tutto questo mi puzza. Sango, per caso senti qualcosa di diverso in te? –Domandò Miroku alla compagna.
-No. Anche se, quando la chiave era apparsa, una strana energia mi aveva avvolta, mi sentivo potente, ma dall’allora è svanita. – confermò la sterminatrice.
-Strano. Rin-chan e tu? –Chiese alla piccola che lo guardò.
Tutti rimasero in silenzio aspettando una risposta della piccola, che però tardava. Alla fine parlò. –Rin è sempre protetta. È come se un grande abbraccio mi tenesse sempre al sicuro. –Spiegò gesticolando.
-Probabilmente quella chiave ha un’essenza particolare, forse perché si è rivelata con la presenza di Sesshomaru. – Affermò Kagome. Il demone l’aveva sempre protetta e adesso lo faceva anche a distanza. Quei due avevano un legame forte, che nel tempo si sarebbe solidificato.
-Non ci capisco nulla. –Borbottò un annoiato Inuyasha che iniziò a grattarsi i capelli.
Rimasero ancora un poco sotto quell’albero fino a che non si ritirarono nelle loro camere per cambiarsi e cenare. Anche quella sera i due assenti mancarono, facendo preoccupare i ragazzi, ma soprattutto per la mancanza della ragazza.
La notte era fresca al contrario del giorno, tutto stava girando per il verso giusto, nessuno si aspettava che il giorno che tra breve sarebbe giunto, avrebbe portato nuove novità.
 
 
 
Come al solito il gruppo si radunò nella sala per mangiare e parlare, ma per uno strano motivo InuYasha si sentiva inqueto. L’aria aveva qualcosa di strano, come se da un momento all’altro si dovesse scatenare l’inferno. Non ci fu il tempo neppure di alzarsi che il suono del corno risuonò. Si alzò di scatto e si affacciò alla finestra che dava all’esterno. Una coltre di miasma violaceo si stava abbattendo verso la prima barriera. Le guardie iniziarono a prepararsi e defluire fuori dalle mura di cinta.
-Naraku. – Un solo nome. L’inferno.
Da lì il caos iniziò a padroneggiare nel palazzo, chi correva da una parte, chi dall’altra. Sesshomaru era sbucato dal nulla e si era diretto verso il suo nemico senza battere ciglio, Inuyasha non si era fatto scoraggiare ed era partito anche lui. La battaglia era iniziata, ma del loro nemico nessuna traccia. Aveva invece lasciato sul campo di battaglia sette mercenari che era fortissimi e stavano dando del filo da torcere ai ragazzi. Kagome, con Miroku aveva eretto una barriera purificatrice per abbattere il veleno tossico di uno di loro. Sango combatteva con il suo Hiraikotsu che sembrava più veloce, forse erano dovuto agli allenamenti dell’amica. Fu in quel momento che una forte aura uscì dall’arma per avvolgerla. La sterminatrice se ne accorse, quella fiamma era della chiave che si era tramutata in pietra e si era posta all’angolo della sua arma; ogni volta che lo lanciava, esso scompariva e riappariva per prendere di sorpresa l’avversario.
-Grande! –Urlò per poi dare il meglio di sè. Pian piano le sue energie si affievolirono e iniziò a sentirsi pesante e stanca. Quella pietra assorbiva la sua energia e la canalizzava nei suoi colpi. A saperlo prima... Tuttavia i nemici furono sterminati in buona parte  permettendole di riposarsi un attimo.
Miroku si avvicinò e la controllò da capo a piedi, cercando di capire se avesse qualche ferita ma era sana.
-Sei stata tu? Sapevo che eri una forza della natura, ma… -iniziò a dire il monaco.
-E’ stata la chiave, si è tramutata in questa pietra ed ha fatto uscire uno strano potere. Alla fine quei viaggi hanno avuto il loro vantaggio, no? –Disse.
-Hai ragione. – Affermò Miroku per poi prenderle la mano e avvicinandosi ai loro amici.
Kagome si era precipitata da Inuyasha che era stato ferito, ma, grazie al suo potere, il veleno si era dissolto. I due si guardarono per poi affrontare il nemico.
-Kagome allontanati. –Disse lui caricando Tessaiga. – Per caso percepisci Naraku? –Domandò.
La ragazza chiuse gli occhi e cercò di captare quell’energia, ma del mezzo demone nessuna traccia. Riaprì gli occhi in tempo per vedere due mani assalirla, ma una barriera la difese. Riaprì gli occhi. Con sua somma sorpresa non era stato Inuyasha, ma la sua arma che era apparsa nel momento in cui lei era in pericolo.
Sorrise a quella tempestività e cercò di essere di aiuto per il suo amato. Iniziò a scoccare frecce per indebolire il nemico e infine, con un attacco, Inuyasha lo uccise.
-Ragazzi state bene? –Proruppe Miroku avvicinandosi.
-Fhe erano dei fantocci. – rispose Inuyasha, buttando della terra sopra le loro teste decapitate.
-Lo erano, ma erano dei non morti. Avverto la presenza di un frammento della sfera. Alla fine Dafne aveva ragione, non è del tutto completa, credo che Naraku sopravviva grazie a quella scheggia – Ammise la sacerdotessa, scostando i capelli di lato. Il suo viso si voltò e fissò la coltre di miasma che ancora aleggiava nella radura, il demone maggiore era sparito, chissà se lui l’aveva trovato.
-Maledetto bastardo! –Brontolò Inuyasha fino a che il terreno non tremò. Lo scossone fu avvertito anche a palazzo, in cui molte grida si elevarono nell’aria.
-Naraku. –Dissero i tre contemporaneamente.
Sango fu la sola che non avvertì nulla, ma essendo priva di poteri demoniaci o spirituali era logico. Richiamò Kirara e partì versò il fitto bosco.
Quando giunsero a destinazione, i quattro trovarono Sesshomaru a fronteggiare una spessa barriera che gli impediva di colpire Naraku.
Quest’ultimo se la rideva, mentre colpiva il demone.
-La barriera lo protegge, ma può colpire, che bastardo! –Esclamò Miroku.
-Oh ci sei anche tu Inuyasha, adesso la mia vendetta può essere completata. Che le danze abbiano inizio. –Detto questo Naraku iniziò a scagliare colpi, ma loro si difesero con le loro armi sorprendendo il nemico che incassò il colpo, ma non si diede per vinto. Aprì le braccia e uno sciame di api li avvolse. La cicatrice del vento non poteva essere usata e così Inuyasha uccideva gli insetti con gli artigli, mentre i suoi amici li purificavano. Sembrava una lotta eterna poiché non finivano mai.
-Maledetta barriera. –Borbottò sottovoce Sesshomaru. Bakusaiga era inutile. Era diversa dalle solite usate, forse era perché il frammento era entrato nel suo corpo, se solo non ci fosse stato!
Lo scontro sembrava non cambiare fino a che avvenne qualcosa di misterioso. Kagome si sentì trascinare in una dimensione esterna. La ragazza rimase in silenzio, non riusciva a vedere nemmeno la punta del suo naso.
-Dove sono finita? –Si domandò. Ma non ebbe risposta.
Ti permetterò di entrare nel corpo di Naraku e recuperare l’ultima scheggia.
-Dafne? Dove sei? –Chiese.
Sono in meditazione in questo momento. Ti darò la possibilità di non essere vista e percepita, ma solo per poco tempo. Il tuo corpo entrerà nel suo e allora il vostro nemico sarà finito. Fai in fretta.
Kagome si ritrovò nuovamente nella radura, sembrava che avesse sognato, ma quando la voce dell’amica ritornò non perse tempo. Come aveva detto Dafne, il suo corpo fu avvolto da una barriera e pian piano si avvicinò allo spesso scudo del loro nemico, lo attraverso senza problemi per poi immergersi nel suo corpo. La scheggia la richiamava e quando giunse di fronte a lei, la prese. La sfera dei quattro spiriti ritornò integra e una grande luce l’avvolse e la fece ritornare all’esterno.
-Kagome ma che …- Inuyasha era al suo fianco e la vide brillare di una luce violetta, la ragazza aveva in mano il gioiello.
Un urlo squarciò l’aria e ben presto scoprirono che Naraku non era più protetto.
-Finalmente. È la tua fine, insulso ragno. – L’apostrofò Sesshomaru urlando il nome della sua spada.
Kagome spinse Inuyasha ad affrettarsi se voleva fare anche lui la sua parte, infatti il ragazzo scagliò il suo colpo più forte in contemporanea con il fratello maggiore. Una grande luce li avviluppò e poi si udì uno scoppio.
Kagome, scaglia una freccia.
La ragazza fece come ordinato e fu allora che una pioggia di stelle violacee si abbatté sulla natura e sui suoi amici.
-Pioggia purificatrice. –Affermò Miroku alzando la mano dove risedeva il suo vortice. Fu allora che avvertì una strana sensazione e, nel dubbio, tolse il bendaggio per rimanere sorpreso, il suo palmo era ritornato immacolato.
-Miroku, che c’è? –Si avvicinò la sterminatrice, ma lui l’abbracciò con impeto e la baciò sulla fronte.
-Ma che ti prende, monaco deviato? –Irruppe con durezza spostandolo in malo modo.
-Il vortice è scomparso. –Era talmente felice che abbracciò pure Inuyasha, ricevendo un bernoccolo in testa.
-Divina Kagome come sapevate cosa fare? E poi come avete fatto ad entrare? –Chiese Miroku ritornando serio.
-E’ stata Dafne a dirmelo, me lo ha indicato. – Confessò. Tra le mani aveva la sfera, che cosa doveva farne?
-Dafne? E’ dov’è? –Chiese ancora Miroku.
-Mi ha detto che è in meditazione. – Disse. Tutti avevano gli occhi sulla sfera che galleggiava tra le sue mani, la sua luce era ritornata pura…all’improvviso uno spettro si stagliò vicino a loro. Il suo passo era silenzioso, li guardava con gli occhi vuoti. Per il demone fu istintivo mettersi davanti a lei per proteggerla.
-Che cosa vuoi da noi? –Chiese.
-Non sono qui per voi. Ma per l’anima di Naraku. Finalmente avrà la sua meritata punizione per aver ostacolato il confine tra la morte e la vita. La sua punizione sarà esemplare, le alte sfere saranno orgogliosi di me. –Spiegò per poi avanzare con la sua falce in mano, la piegò indietro e poi la indirizzò dove una volta c’era il corpo del ragno, che venne risucchiato come con un aspirapolvere.
-Arrivederci. –Detto questo, l'essere sparì come era arrivato.
-Uno shikamani. Ha detto le alte sfere? –Chiese il monaco incuriosito, tuttavia ritornò al loro problema. Che cosa dovevano fare con la sfera?
-Potete darla a me. –Una voce ben conosciuta si stagliò tra di loro.
-Dafne! –Esclamò Kagome, ma la ragazza la fermò con la mano.
-La sfera è diventata una parte integrante di te Kagome, la sento, sta comunicando con me. Dimmi tu…che fine vorresti che faccia. Ricordati che per anni è stata fonte di guai. Essa può essere la chiave dell’immortalità. –Spiegò pacata.
-Hai ragione. Ma anche vero che mi ha portato in questo periodo così che incontrassi Inuyasha e gli altri, lei mi permette di viaggiare nel tempo. –Continuò la sacerdotessa in confusione, appoggiò la sfera al cuore indecisa.
-Prenditi il tempo che vuoi. Lei non scomparirà, ma sai i rischi. Detto questo, cosa farete adesso? Naraku è stato sconfitto. – Asserì mentre guardava l’altro demone che stava spiccando il volo per ritornare al palazzo. I suoi occhi divennero scuri.
-Vedremo. Per ora abbiamo bisogno di riposo è stata una lotta estenuante. –Concordò Miroku parlando anche per gli altri. Annuirono e si avvicinarono al palazzo.
Dafne rimase in disparte per poi sparire e riapparire nel cortile del castello.
-Il mio tempo è concluso. La mia missione è stata portata a termine ed è ora di ritornare a casa. – Aprì la mano e fece apparire Mekai.
Mi sembri triste. Ti sei affezionata a questi esseri?
-Gli addii sono sempre dolorosi. –
-Dafne che cosa stai facendo? –Proruppe una voce. Non c’era bisogno di voltarsi, sentiva la loro energia.
-Sto ritornando a casa. È il momento di lasciarvi. –Disse. Era così difficile dirsi addio. Aveva costruito legami forti e altri meno, ma si sentiva una di loro.
-Fhe! Ci lasci in questo modo? Ti reputavo più coraggiosa. –Affermò schietto Inuyasha.
-Non ci rivedremo più? E come rimaniamo per …- disse ma fu interrotta, Dafne si voltò e Kagome capì che era stata una scelta sofferta.
-Non posso permettermi che vi capiti qualcosa, non me lo perdonerei mai. – confessò pronta ad andare via.
Fu in quel momento però che una spada guizzò davanti ai loro occhi per imprigionare la ragazza al muro. Dafne fissò la lama e sorrise, era nel suo stile.
-Non te ne andrai prima di essere stata battuta donna! – Mise a tacere ogni sussurrò il principe, mentre si avvicinava con il suo passo felpato. – Abbiamo ancora una battaglia da terminare…combatti! – Glielo disse a pochi centimetri dal viso.
-Tenace. Ma non ho tempo per giocare con te. –Detto questo lo spinse indietro, ma il demone non si fece da parte e cominciò a colpirla in più punti, infine la ragazza dovette abbandonare la sua idea di lasciare quel posto per combattere.
-Come vuoi Sesshomaru, ma poi non ti lamentare. –Detto questo i due iniziarono a combattere sotto gli occhi della coppia, Inuyasha faceva a fatica a seguirli, erano velocissimi. Sesshomaru parava ogni suo colpo, ma sembrava che Dafne facesse finta. La vide per giunta ridere.
-Dafne, chi è stato ad allenarti? –Chiese Inuyasha non sapendo se lei lo sentisse.
-Una persona speciale. Forse un giorno te lo farò incontrare, oh sì, lui è un vero spadaccino con i fiocchi. – Rispose senza distrarsi.
Continuarono per un bel pezzo, e pian piano una piccola folla si riunì per vedere quello scontro formidabile. Sesshomaru si stava riscaldando, si chiedeva perché lei non facesse sul serio. Perché si trattenesse. Era davvero una illusione tutto quel potere?
 
-Smettila di giocare e combatti per davvero, sono stanco di essere raggirato da te. –Disse schietto.
Ma lei non gli rispose, continuò quegli affondi senza determinazione, fino a che la sua spada volò indietro, qualcuno protestò per quel lancio.
-E’ la tua fine. –Disse vittorioso il demone avvicinandosi a lei con aria di superiorità.
-Povero stolto. – Disse lei con gli occhi chiuse e ferma –il mio potere non si valorizza solo sulle mie armi, ma su ciò che sono. Non credere che sia così debole come pensi, mantengo il mio autocontrollo per non far vacillare questo mondo. – Dette quelle parole aprì gli occhi rivelando due occhi rossi come il sangue e con una mano spezzò la lama. Il silenzio divenne spettrale e quei pochi visitatori scomparvero per la futura ira del demone.
-Ha spezzato la lama con la mano. – Ammise il piccolo Shippo.
Sesshomaru indietreggio e abbandonò l’elsa a terra. Ma non si diede per vinto, estrasse Tenseiga.
Una grossa risata lo innervosì ancor di più.
-Non mi ucciderai mai. Io sono immortale e poi quella spada è stata forgiata con la mia essenza, credi che mi farebbe del male? –
-Io sono il suo proprietario, mi ubbidirà –Sesshomaru si sentiva alle strette, perché una donna lo stava mettendo in gabbia. Era inutile arrampicarsi sugli specchi, era spacciato.
-Proprietario? Se nemmeno la volevi. In realtà non la meriteresti neppure, ma il tuo cambiamento ha dato una direzione diversa al tuo futuro. –Disse Dafne scostandosi e riacciuffando la sua tracolla.
Sparì senza dire nemmeno un ciao.
 
 
La notte era calata sul palazzo dell’Ovest.
Nei corridoi c’era un chiacchierio insistente per la sconfitta del grande Sesshomaru, nessuno credeva che una donna potesse farlo, di sicuro il demone si stava rodendo per quell’affronto. Tuttavia nessuno percepì la sua assenza, infatti si era recato da Totosai, il fabbricatore di armi. 
Inuyasha e il suo gruppo erano riuniti nel salone mentre chiacchieravano serenamente, ma il loro pensiero era un unico e solo: Dafne.
Chissà se l’avrebbero rivista.
 
Il mattino i ragazzi si prepararono per ritornare al villaggio della Somma Kaede, ma una strana energia aleggiava sulla terrazza del castello. Quando giunsero videro l’amica circondata da sei pietre che oscillavano intorno a lei.
Dafne aveva gli occhi chiusi. I capelli fluttuavano da soli, come per magia, 0.
Quando ritornò in sé dallo stato di meditazione in cui era, le pietre sparirono.
-Buongiorno. –Disse agli amici.
-Le hai assorbite? –Chiese Miroku e lei annuì.
-Adesso te ne andrai? – Si aggiunse Sango.
-Nee-chan lasci sola Rin? – Corse la piccola ad abbracciarla.  La ragazza s’inginocchiò e le accarezzò i capelli.
-E’ tempo che io torni dalla mia famiglia, ma non vi dimenticherò mai. – le rispose, abbracciandola con forza.
-No. Rin non vuole. –ribattè la bambina, iniziando a piangere.
-Ti prego, non fare così, rimarrai nel mio cuore, anche voi. – dagli occhi iniziarono a scivolarle delle lacrime, faceva così male abbandonarli.
Kagome e Sango si avvicinarono a lei e l’abbracciarono. Dafne si sentiva felice, non poteva finire così, si promise che quando tutto sarebbe finito, li avrebbe rincontrati.
Li lasciò andare e fece due passi indietro.
Ma...
-Tu non vai da nessuna parte fino a che non mi aggiusterai la spada! –Echeggiò una voce autoritaria. Sospeso in cielo c’era Sesshomaru.
-Aggiustarla? Mi dispiace ma non posso fare una cosa del genere. –Ammise Dafne scrollando la testa.
-Non mi interessa troverai un modo. – ringhiò abbassandosi.
La giovane rimase indifferente fino a che si sbatte una mano sulla fronte.
-Perché non ci ho pensato prima. Ho trovato un modo, ma non credo che tu mi daresti la spada. Come posso fare? –Diceva tutto lei, nessuno osò intromettersi.
-Beh, credo che l’unica possibilità sia quello di portarti con me. –Affermò.
-Nel tuo mondo? –s’intromise subito Inuyasha.
-Già. –
-Se viene lui vengo anch’io. –Continuò il ragazzo già su di giri.
In una frazione di secondo Dafne vide anche gli altri suoi amici annuire e li sentì confabulare. Ma nessuno l’aveva ascoltata.
-Tu che ne pensi? – Si fece avanti la sterminatrice –Possiamo? –
-Si. Anche se non so se riuscirò a portarvi tutti quanti. C’è bisogno di parecchia energia, ma si. – Affermò.
Detto questo i ragazzi si prepararono. Avevano finalmente l’occasione di vedere il mondo futuro, non se lo sarebbero mai sognato.
La vampira li fece mettere a cerchio tenendosi per mano, stavano partecipando anche i due piccoli e Kirara che si trovava sulla spalla della sterminatrice.
La mano di Sesshomaru incontrò quella di Dafne e lei arrossì.
-Per ogni eventualità non lasciatevi andare, lo spazio e il tempo è un infinito, vi perdereste. Ciò che troverete è fuori dai vostri standard, spero di riuscire a portarvi più vicino possibile a casa mia, così nessuno ci darà noia. Detto questo dite ciao all’epoca SenGoku. -
L’urlo di gioia si espanse, ma ben presto si spense, lasciando il tempo a Dafne di concentrarsi. Si sentì chiaramente il suo potere aumentare fino a salire a picco.
-State pronti. Verso il futuro- aprì di scatto gli occhi e sparirono attraverso un fascio di luce che li mangiò dal cielo.
 
 
 
 
 
 
 
 
°
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Salve.
Mi gira la testa.
Eccomi di nuovo qua, dopo tanto tempo, ritorno. Finalmente in questo capitolo dopò inizio alla parte più interessante della storia a parer mio,. Infatti saprete un paio di cose della misteriosa Dafne e della sua famiglia.
Nel capitolo abbiamo la scomparsa di Naraku, ma sarà proprio così? Chi lo sa.
Che dire? Che la storia piace a pochi, avendo una diminuzione di recensioni, forse è dovuto al fatto che ci sto mettendo troppo tempo ad aggiornare?
Comunque continuerò a scrivere fino a che la finirò.
Al prossimo aggiornamento.
Heart
 
 
 
 
 
  
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