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Autore: Mala Mela    05/04/2009    7 recensioni
06 . Did you find the enlightenment in the Western Paradise? . JiraTsu
{ «Hai trovato quello che cercavi? È per questo che sei di nuovo qui?».
Tsunade scuote la testa, posando sulla scrivania il bicchierino che fino a pochi istanti prima era ricolmo di saké.
«È proprio perché non ho trovato nulla che sono tornata. Suppongo che il mio metodo di ricerca non sia abbastanza efficace».
«Forse il problema non è il metodo, ma ciò che cerchi» le fa eco Jiraya. «Perché se l’unica cosa che vuoi trovare è una ragione per non tornare mai più, prima o poi finirai per fare l’esatto contrario». }
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Tsunade
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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31 Days - December

31 Days - December

 

 

 

 

~And Night With Different Stars

[MinaKushi]

 

 

 

 

 

La stanza era avvolta nell’ombra, la poca luce che entrava dalla finestra spalancata bastava appena per rendere visibili le scure sagome dei mobili. Il ragazzo rise sommessamente nel notare come un’esatta metà della camera sembrasse un campo di battaglia, mentre l’altra un salone di bellezza discretamente attrezzato. Unico comune denominatore, il disordine tipico degli adolescenti.

A tentoni si diresse verso la finestra e, nonostante la cautela e le sue famose qualità di shinobi, inciampò rumorosamente in un paio di sandali, venne travolto da una pila di rotoli, atterrò su un mucchio di vestiti, venne quasi strangolato da una benda e rischiò seriamente di cavarsi un occhio con uno shuriken incautamente abbandonato sul pavimento.

Si rialzò dolorante, imprecando mentalmente. Con un movimento rapido si liberò dalla stretta della benda e ringraziò il grande demone celeste -o chi per lui- di avere entrambi i bulbi oculari intatti e funzionanti. Sì, avrebbe dovuto farle un discorsetto anche riguardo al fattore “ordine”.

Con passi attenti raggiunse il davanzale e rimase immobile per qualche attimo, beandosi della brezza che soffiava su Konoha quella notte. La strada sotto di lui era ancora illuminata e gli abitanti del villaggio sciamavano per le vie, inebriati dal clima estivo. Poi, con un agile balzo saltò sul cornicione, allungò una mano verso la sporgenza successiva e in poche, rapide mosse raggiunse il tetto dell’edificio.

Fece vagare lo sguardo sulla distesa di tegole verdognole e strinse gli occhi finché i contorni di ciò che lo circondava si fecero più nitidi. In fondo sulla destra, accanto ad un comignolo di forma tubolare, una ragazza giaceva supina, con entrambe le braccia dietro la testa. Il rumore dei passi non sembrò richiamare la sua attenzione, anzi, quando il ragazzo le si distese accanto, lei non sembrò nemmeno farci caso.

« Stai giocando a “ignoriamo Namikaze”? Sembra divertente » esordì tranquillo, puntando gli occhi sul manto blu scuro che si stendeva sopra di loro fino all’orizzonte. « Posso partecipare? ».

La ragazza arricciò il naso.

« Scemo » si limitò a commentare, senza muoversi di un millimetro.

« Lo so, lo so » continuò lui. « Questo gioco deve essere più divertente con Arisa, lei se la cava decisamente meglio di me nel fingere che le persone non esistano. Che ci vuoi fare Kushina, sono ancora un principiante ».

La risata trattenuta di Kushina fece sì che anche le sue labbra si incurvassero in un timido sorriso.

« Scemo » ripeté. « Come puoi ignorare te stesso? Il gioco non avrebbe più uno scopo così. E poi è vero, non potresti mai vincere contro una veterana come me ».

« Veterana o no, mi spiace farti notare che hai appena infranto la regola principale » le fece notare, rotolando su un fianco e voltandosi verso di lei. Kushina piegò appena il collo.

« E cioè? » domandò inarcando le sopracciglia.

« Mi stai rivolgendo la parola, ovvio » rispose Minato, con tono volutamente saccente.

« Scemo » decretò nuovamente lei, per la terza volta in quaranta secondi. « Se tu mi parli, risponderti è il minimo ».

Minato sorrise, tornando a sdraiarsi sulla schiena.

« Stiamo facendo progressi allora ».

« Che intendi? ».

« Beh… » Minato si grattò la testa, come un cerca delle parole esatte. « Diciamo che fin dalla tua prima comparsa qui a Konoha, il tuo atteggiamento nei miei confronti è sempre stato… come dire… un po’ ostile ».

« Ah ».

« Ma, insomma, va bene così! » si corresse rapidamente il ragazzo, questa volta sorridendo apertamente. « Lo trovo divertente ».

Kushina scosse il capo, un po’ per disapprovazione, un po’ per scostare una fastidiosa ciocca di capelli rossi che le era caduta sul volto.

« Se lo dici tu » commentò poco convinta, per poi rinchiudersi nuovamente nella silenziosa apatia iniziale.

Minato tornò a sedersi, portando lo sguardo su di lei e studiandone il profilo. Vedere Kushina Uzumaki seria e pensosa aveva uno strano effetto su di lui, abituato a vederla sempre rumorosa e in movimento.

L’aveva prima aspettata al palazzo dell’Hokage, dove avrebbe dovuto consegnare il resoconto della missione appena svolta, ma Yuiko –una stramba kunoichi dalle gote rossissime, responsabile dell’archiviazione dei rapporti- gli aveva detto che il team di Uzu non si sarebbe fatto vivo fino al giorno successivo. Per nulla rassegnato, si era poi recato al chiosco del Ramen dove la ragazza passava ogni suo momento libero; lì aveva trovato Ichiro sensei, Arisa e Yuichi, intenti a consumare la cena. Da loro aveva appreso che Kushina si era rifiutata di uscire dalla camera, lamentando un banale e poco credibile mal di pancia.

Infine l’aveva trovata sul tetto, intenta a fissare il cielo.

« È per via della missione? » azzardò, dopo aver taciuto per un istante.

« Eh? ».

« Sei triste per quello? ».

Kushina scosse il capo, negando silenziosamente.

« Non sono triste » aggiunse infine, nonostante una nota amara nella sua voce indicasse il contrario. « Va tutto bene, davvero ».

« Perché non sei a mangiare ramen con la tua squadra? » le chiese nuovamente, ma con meno cautela. Questo fece scattare la kunoichi sulla difensiva.

« Perché non sei a farti i fatti tuoi? » borbottò imbarazzata. Facendo leva sulle braccia si sollevò e si sedette, portando gli occhi alla stessa altezza di quelli di Minato.

« Perché altrimenti tu saresti qui da sola » rispose con semplicità. « E passeresti tutta la notte al freddo, rimuginando sui tuoi problemi senza riuscire a risolverli. Anzi, questi diventerebbero ancora più grandi e… ».

« Scusa » Kushina lo interruppe con aria colpevole.

« Scusa? ».

« Sì. Non devi preoccuparti, va tutto bene. Tutto bene, sul serio » ripeté. « È solo che… insomma… ».

Incapace di trovare le parole adatte, la ragazza cominciò a mordersi l’interno delle guance. Voleva parlare, voleva spiegare tutto a quel fastidioso individuo che era Minato Namikaze, certa che l’avrebbe capita, ma il suo orgoglio le impediva di proferire parola.

« Sì? » la incalzò con tono pacato.

Kushina si passò una mano fra i capelli, arrossendo per l’imbarazzo.

« Ve-vedi… è difficile da spiegare » balbettò visibilmente a disagio.

« Se non ti va di dirmelo… ».

« No, no. Voglio dirtelo » lo interruppe con sguardo supplicante. « Potrei parlarne con Arisa, ma ho paura che mi rida in faccia. Ho bisogno di dirlo a qualcuno ».

Minato annuì lentamente, tornando ad osservare l’orizzonte.

« Il fatto è… che mi manca Uzu » esalò la ragazza, come se le mancasse il fiato. « La Foglia è fantastica, credimi. Completando qui il mio addestramento ho avuto l’occasione di confrontarmi con ninja eccezionali –tra cui anche tu, ma non montarti la testa!- e affrontare numerose missioni… Ma ci sono dei momenti in cui ricordo che questa non è casa mia » concluse piegando le labbra in un sorriso nostalgico. « Uzu è diverso ».

Lui continuò ad osservare il panorama notturno, fingendo di non accorgersi delle lacrime che erano spuntate dagli occhi di Kushina.

« Cosa c’è di diverso? » chiese realmente interessato, ma senza guardarla. Lei gliene fu grata.

« Non saprei… le persone, forse » sussurrò. « La mia famiglia, i miei amici e anche semplicemente i miei conoscenti. È diverso uscire in strada e vedere ovunque facce familiari, entrare nell’unico locale e trovare qualcuno con cui scherzare a qualunque ora… Anche stare con Arisa e Yuichi è diverso a Uzu. Non ci sono pressioni o aspettative su di noi, riusciamo perfino ad andare d’accordo e a ridere insieme senza litigare. Poi l’aria: il profumo del mare invade le strade vicino al porto, arrivando anche alle case più lontane con l’avvicinarsi di qualche tempesta; oppure il sole che si riflette sulle onde ed infine tramonta dietro le case. Molte cose, insomma ».

« Credo di capirti » decretò Minato, che nel frattempo aveva allungato una mano fino a posarla su quella di lei che, inaspettatamente, non l’aveva spostata.

« …e poi le stelle » mormorò Kushina, spostandosi lentamente verso di lui, leggermente rincuorata dal calore della sua mano.

« Le stelle? » chiese lui, distogliendo definitivamente lo sguardo dal cielo notturno. « Cos’hanno le stelle di Konoha che non va? ».

Kushina fece una smorfia strana e corrucciò le sopracciglia.

« Sono diverse » disse infine, quando i loro nasi arrivarono quasi a sfiorarsi. « Ma in senso buono ».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Che il blocco sia finalmente finito? Non lo so, so solo che devo ringraziare , ovvero Kaho_chan, per avermi inconsapevolmente aiutata a superarlo. Tutto ciò che ho pubblicato negli ultimi mesi era in realtà bello e pronto da tempo, personalmente non metto mano a word dai primi di gennaio.

Fortunatamente (per me, non per voi!) eccomi di nuovo qui con la mia molesta presenza e le mie infestanti MinaKushi <3

Per chi non l’avesse capito, Yuiko –la ninja con le gote rossissime XD- è . Grazie.

 

Come al solito ringrazio anche i quattro gatti che mi leggono, ovvero eleanor89, bambi88, Talpy e Tya °u°

Le vostre recensioni mi danno una spinta in più XD

 

Mela

   
 
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