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Autore: Semmai    18/04/2016    1 recensioni
" Era stato suo padre a fargliela scoprire, una volta, mentre erano in macchina e discutevano su una sorpresa da fare ad Anne, sua madre. Lui diceva che ogni donna ha la sua canzone, basta solo scoprirla ed invitarla a ballare. Secondo la mente contorta di suo padre, se la canzone e la ragazza fossero state quelle giuste, allora quel ballo non sarebbe più terminato. Gli sarebbe sembrato come volare e non ci sarebbe stato imprevisto che li avrebbe separati. "
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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VII

 

Joe





Avevo corso tanto, forse anche troppo. Anni ed anni di fumo si facevano sentire tutti grazie a quel fiatone. Eppure lui era lì, di fronte ai miei occhi, appoggiato con il braccio alla ringhiera del ponte. Chissà quali pensieri riempivano la sua mente.
Feci per avvicinarmi e gli sorrisi. « allora? Andiamo?» incalzai.
Ci avevo messo un’intera cena, un bel gruzzoletto di soldi e un rimprovero di Helly per capire che, in realtà, il posto in cui volevo essere era lì con lui. Avevo lasciato i soldi della cena sul tavolo ed avevo iniziato a correre per le strade buie di Milano, senza neanche rendermi conto di dove stessi andando.
Harry accettò il mio invito ed iniziammo a camminare; dovevo essergli apparsa abbastanza strana, visto che fino a quella mattina lo avevo completamente evitato. Non volevo attaccarmi ad un qualcosa che non sarebbe nato.
Una notte, infondo, non poteva cambiare le cose, no?
« sei venuta a Milano per piacere oppure perché tua nipote ti ha trascinata al concerto?» chiese all’improvviso.
Ci pensai un po’ su. « inizialmente siamo venute solo per il vostro concerto, ma siamo rimaste altri due giorni per poter visitare anche un po’ la città. Era sulla lista».
Mi guardò alzando una sopracciglia. « Che lista?» Chiese curioso.
La sua curiosità non mi sorprendeva, era normale fare delle domande a chi si conosce da poco. « io ed Helly, la ragazza che hai visto oggi pomeriggio con me, abbiamo una lista di posti che vogliamo visitare almeno una volta nella vita. Milano è su quella lista» conclusi sorridendo.
Io ed Hells avevamo impiegato anni nello scriverla. Non ci mettevamo d’impegno, ma quando vedevamo foto di una città che potesse piacerci, veniva automaticamente inserita.  Harry sorrise malinconico. « quindi questo fanno le ragazze normali».
Capivo un po’ il suo disagio, poiché a volte il successo può portare un limite alla propria vita privata e personale, ma alla fine dipendeva dai punti in cui la cosa veniva guardata.
Afferrai il suo braccio e lo strinsi leggermente, non volevo esagerare con il contatto e di certo non volevo fargli capire altro. Mi guardò e sorrise afferrandomi per i fianchi e stringendomi a sé. « non essere così rigida, alla fine abbiamo passato anche una notte insieme a quanto sembra! » e rise.
Aveva una risata limpida e cristallina come l’acqua del mare dei Caraibi a mezzogiorno: impossibile non farci neanche un bagno o, almeno, non guardala. Chissà quante volte aveva riso o quante ragazze avevano profanato quelle labbra prima di incontrarla.
Avevamo percorso circa mezza città parlando praticamente di tutto: Harry mi aveva detto di amare i gatti, ma che per il tipo di vita che faceva non poteva averne uno. Io gli avevo confessato, invece, di avere una voglia di caffè sul fianco destro, ma che pochi lo sapevano. Lui aveva riso e mi aveva confessato di avere quattro capezzoli.
Però è di dominio pubblico” aveva aggiunto scrollando la spalle.
Ridemmo entrambi mentre, a passo lento, entrammo a Piazza Duomo. Era ancora più imponente la figura dell’edificio sacro a quell’ora. Vidi il riccio guardarmi e prendermi per mano, per poi piazzarmi esattamente al centro del luogo: cosa voleva fare?
Si allontanò di poco e prese il suo Iphone dalla tasca. « salta e sorridi».
Non me lo feci ripetere due volte, amavo le foto un po’ stupide e strane. Saltai, allargai le braccia e sorrisi: quella foto era solo per lui.
Le note della sua risata riempirono ancora una volta la mia testa. « sappi che la caricherò su Instagram. E’ venuta proprio bene!» Fece l’occhiolino.
Non mi era mai capitato di sentirmi così spensierata nella vita. Di solito andavo sempre di corsa tra corsi, lavoro, lo studio e le migliaia di cose di cui mi occupavo. Il relax ed il tempo libero non erano proprio per me.
Mi riavvicinai  al ragazzo, prendendo il mio cellulare stavolta, e gli feci capire di voler fare una foto con lui. Si posizionò dietro di me, cingendomi i fianchi, e prese l’Iphone dalle mie mani; sorrise come solo lui sapeva fare, ma quello aveva una punta di malizia appena accennata.
Alzai lo sguardo e sorrisi al video, in modo che potesse scattare la foto, quando vidi esattamente Harry avvicinare il suo naso ai miei capelli, chiudere gli occhi e sorridere appena. Mi persi nel guardarlo e non mi resi conto del fatto che avesse già scattato la foto.
«tu però non puoi metterla su Instagram. E’ solo tua!» schioccò.
Se l’avesse vista qualcuno sarebbero stati guai e nessuno dei due poteva permetterselo.
 
I could look into your eyes
Until the sun comes up
and we’re wrapped in light and life and love”
Sentimmo una canzone provenire da una vecchia stradina appena dopo il Duomo. Decidemmo di percorrerla, fino ad arrivare ad una vecchia piazza in cui c’era un ragazzo che si esibiva per il pochi abitanti notturni della città.
Era una melodia che ricordava molto “Afire Love” di Ed Sheeran: quella poesia, le parole, il modo in cui venivano cantate. Tutto era bello.
Il riccio dovette accorgersi della passione per quella canzone, perché mi invitò a ballare.
Occhi negli occhi.
Petto contro petto.
Mani nelle mani.
Ed il suo sguardo.


La strinse ancora di più a se, mentre lei sospirava. Le luci della sala si abbassavano,  raggiungendo un’intimità da permettere solo ai partner di ballo di potersi guardare negli occhi. Lui in quegli occhi castani ci sarebbe potuto morire. L’allontano leggermente dal suo corpo, permettendo al suo braccio di guidarla in una giravolta delicata. Lei azzardò un sorriso timido. Gli aveva donato un sorriso. L’aveva ripresa e ristretta a sé, come se  potesse scomparire da un momento all’altro. Si guardarono negli occhi per un lasso di tempo pari a cinque minuti. Fu lei a prendere la parola.
“Mi sei mancato, sai?” gli disse, senza vergogna.
il ragazzo sorrise. “Tu mi sei mancata da morire, invece” aveva sussurrato al suo orecchio.”



Ci tenemmo l’una all’altro per evitare di cadere. Harry aveva lo sguardo perso, mentre io non riuscivo a capacitarmi di ciò che stava accadendo in quei giorni: visioni strane, una notte che non riesco a ricordare, il trovarmi con un ragazzo famoso a ballare. Non erano cose che accadevano né facilmente né alle ragazze normali.
« credo che per noi due sia meglio non vederci più dopo questa notte» disse tutto d’un tratto.
Sapevo che sarebbe arrivato a quella conclusione, perché ci ero arrivata anch’io molto tempo prima. Quella era una cosa che non potevamo controllare ed era meglio fermarsi in tempo prima di pentirsi.
Annuii e feci per lasciarlo andare, ma lui mi tenne stretta. « Harry..»
Non rispose, si limitò a stringermi forte a sé. Appoggiai la mia testa al suo petto e sospirai; non si poteva andare avanti così.
Infondo lo sapevamo entrambi che non poteva andare avanti una situazione del genere.

Il sole stava per sorgere e noi eravamo seduti su dei gradini. Eravamo ancora abbracciati, mentre parlavamo della nostra infanzia. Nonostante i genitori divorziati, non aveva avuto un passato così difficile, anzi, era stato persino felice. Mi raccontò che amava sua madre e sua sorella più di qualsiasi cosa e che non vedeva l’ora di diventare zio.
Non potei non sorridere a quelle parole, perché anche a me piacevano tanto i bambini. « saresti un ottimo zio, sai?» Mi baciò il capo.
Cominciarono a suonare le prime campane del mattino, segno che dovevamo salutarci.
« credo che sia ora di andare» azzardò lui.
«sì, a pochi minuti da qui c’è anche il mio albergo, quindi possiamo lasciarci anche qui» Non volevo che mi accompagnasse in albergo; non volevo che vedesse quanto in realtà mi dispiacesse lasciarlo e, magari, non vederlo più.
Noi non ci conoscevamo solo da quella sera, era molto di più. Lui non era solo Harry Styles, il cantate dei One Direction e con la reputazione di un Latin Lover. Lui era più di tutto quello.
Indossò i suoi occhiali da sole, nonostante non fosse così luminoso fuori. « addio, Joe»
Abbassai lo sguardo. « addio Harry»
E se ne andò coi primi raggi di quel sole a cui lo avevo paragonato.

 


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Angolo Autrice:
Ed eccoci giunti alla fine di questo capitolo. Ho cercato di farlo un po' più lungo e di non essere eccessivamente tragica nel parlare del loro distacco. 
Davveero non si vedranno più? Riusciranno mai a ricordare? 
Stanno già cominciando a provare qualcosa l'una per l'altro, il Destino ci metterà lo zampino. 
Grazie mille a chi ha recensito! Cercherò di migliorare per voi! :D 
Vi abbraccio forte,
Semmai. 

 
  
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